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Autore: effe_95    29/06/2014    4 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Salvami, ti salverò.

75.Has no one told you she’s not breathing
Nessuno ti ha detto che lei non sta respirando?

 
<< Dici davvero Claudia? Non posso credere che tu mi faccia una cosa del genere! Non puoi essere così arrabbiata!>>
Quel giorno il sole batteva così forte che stare all’aperto era quasi fastidioso, la pelle di Claudia era leggermente imperlata di sudore, e allo stesso modo anche quella di Francesco, seduto sul muretto che divideva le due villette.
Una pianta non faceva altro che finirgli sulla faccia, e le formiche camminavano imperterrite sotto le sue gambe lasciate penzoloni, era da moltissimo tempo che non facevano più una cosa del genere, dai tempi del liceo, e tra quell’amarezza, era comunque bello poterlo ricordare.
<< Mi dispiace, di ad Iliana che si cerchi un’altra testimone per le nozze, non credo che verrò al matrimonio >>
Claudia faticò non poco per sopportare la vista dello sguardo devastato di Francesco, non sapeva come spiegargli che non era più cosi arrabbiata, che non voleva andare perché aveva perso il coraggio, perché aveva mentito ancora una volta e non voleva rivederlo.
 << Ma come facciamo? Ormai è tardi! E poi le spezzeresti il cuore. Ascolta Claudia …>> Francesco saltò giù dal muretto con agilità e finì nel giardino dell’amica, le prese affettuosamente le mani e Claudia non protestò << Lo so che sei arrabbiata con me, ma non puoi farmi questo, ne morirei >>
Claudia riuscì finalmente a guardarlo negli occhi, notò che Francesco era cambiato moltissimo, che aveva trovato una stabilità, un equilibrio, tutto quello che mancava a lei, allungò lentamente una mano e gli accarezzò lo zigomo, lì dove si era formato un piccolo livido e una piccola crosta.
<< Ma non è colpa tua, Francesco non sono più arrabbiata, e mi dispiace di averti colpito. Non avrei dovuto farlo, probabilmente non guarirà per il matrimonio >> Francesco, chino a terra davanti a lei, continuava a tenerle le mani, e la guardava, perché sapeva e sentiva che c’era molto di più da dire.
<< Non importa, questo non importa, lo so che non vuoi più vederlo Claudia, lo so. Ma sarà come se non vi foste mai conosciuti, come se vi vedeste per la prima volta, forse non lo riconoscerai affatto. >>
Claudia liberò le mani dalla presa dell’amico e se le portò sul viso per coprire le guancie rigate di lacrime.
<< Ho fatto l’amore con lui. Tre giorni fa, ho fatto l’amore con lui >>
Sussurrò tra le lacrime, parole soffocate che giunsero alle orecchie di Francesco come un tuono a ciel sereno, il moro chiuse gli occhi grigi e sospirò profondamente, tirandosi su per sedersi sulla panca accanto all’amica.
<< Perché? Perché ci sei caduta di nuovo, eh? Perché Claudia? >>
La ragazza lasciò cadere le mani come se avesse abbassato le difese, e sorrise come una stupida. << Perché è stato così bello Francesco, così bello che mi sono sentita viva, viva come non lo ero da moltissimo tempo. Perché i ricordi sono tornati e il tempo non mi ha fatto più paura, perché mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo. Perché lo amo. Tu non l’avresti fatto? Se fosse stata Iliana, non l’avresti fatto? >>
Claudia aveva afferrato con impeto le mani dell’amico, bagnandole con le sue lacrime lasciate tra le dita, Francesco vide che era rinata, era ritornata quella ragazzina di sedici anni innamorata, piena di vita, che afferrava l’amore con gioia.
Non riuscì a mentire vedendola così vera.
<< Si, l’avrei fatto mille e mille volte >>
Ma il sorriso di Claudia si spense lentamente, e lei ritornò la ragazza triste di sempre.
<< Non è servito a niente però, perché lui non mi ama più. E io tornerò da Nathan per egoismo, farò l’amore con lui per fingere che vada tutto bene. >>
Francesco era combattuto, avrebbe voluto gridargli la verità, avrebbe voluto prendere Yulian e riempirlo di botte, ma non spettava a lui, non gli era concesso, sebbene fremesse nel cuore.
<< Non è vero che non ti ama >> Claudia non voleva più sentire menzogne.
<< Non nutrire la mia speranza! >>
<< Non la sto nutrendo, è quello che sento >>
Francesco risalì sul muretto e nel compiere quel gesto urtò una pianta, dal quale si staccò un solo, piccolo fiore bianco, che atterrò a terra con delicatezza.
<< Io non sento un bel niente però >>
 
Francesco non era affatto sicuro di quello che stava facendo.
Dopotutto non avrebbe dovuto perdere tempo con quelle cose, il matrimonio era alle porte e c’erano ancora mille cose da sistemare, come pagare il fioraio per esempio.
Tuttavia Claudia era importante, più importante di tutte quelle sciocchezze materiali.
Fece un respiro profondo e bussò al campanello, Yulian non ci mise molto ad aprire la porta, e probabilmente l’aveva visto attraverso lo spioncino perché aveva già il sorriso sulle labbra. Indossava una camicia a quadrettini blu e bianchi con le maniche corte, sbottonata sopra una canottiera bianca, e un paio di jeans scuri, sembrava in forma rispetto all’ultima volta che l’aveva visto.
<< E tu che ci fai qui? Non hai mille cose da preparare? >> Chiese Yulian aprendogli di più la porta, Francesco fece spallucce ed entrò in casa con un muso lunghissimo.
<< Beh, sarei sicuramente più tranquillo a fare tutte le miei cose se Claudia non avesse deciso di mollarmi da solo sull’altare >>
Yulian si richiuse la porta alle spalle con le sopracciglia contratte e un’aria confusa, Francesco si fermò a guardarlo con le mani nelle tasche dei pantaloni e un’aria imbronciata, il biondo lo guardava stranito.
<< Volevi dire Iliana forse? Vuole piantarti sull’altare?! >> Francesco sbuffò infastidito e si lasciò cadere svogliatamente sul divano, esausto.
<< No, intendevo proprio Claudia. Non vuole più venire al matrimonio >>
Yulian si lasciò cadere a sua volta sul divano, quello opposto a dove si trovava Francesco, i libri che si trovavano all’estremità del tavolino caddero tutti per terra a causa del colpo di vento improvviso e sul vetro ne rimase solo uno, I racconti degli Arabeschi di Nikolaj Gogol’.
<< C’è stato un periodo in cui Claudia non faceva altro che leggere questo libro. I suoi racconti preferiti erano “Il corso Neva” e “ Il ritratto”.>>
Yulian afferrò distrattamente il libro e lo sfogliò con delicatezza, lanciando occhiate fugaci alle sottolineature e ai vari appunti a margine di pagina.
<< Non è da lei leggere queste cose >> Commentò guardando l’amico negli occhi grigi.
<< Beh, ma in quel periodo le sarebbe andata bene qualsiasi cosa pur di averti vicino, anche leggere i libri di Nikolaj Gogol’. Li ho letti anche io, sai? Mi ha costretto, ma li ho trovati belli >>
I due ragazzi rimasero in silenzio per un po’ di tempo, mentre Yulian continuava a sfogliare il libro perso nei suoi ricordi, immaginando Claudia all’età di diciannove anni, o forse diciotto, che leggeva quel libro stesa sul tappeto della sua vecchia casa o sul suo letto sempre disfatto. Era in momenti come quelli che Yulian sentiva un rimpianto enorme, era il tempo che aveva perso, era il non sapere quelle cose.
Era il non esserci stato.
<< Dille di venire, al matrimonio. Non le darò fastidio, sarò invisibile, sia per lei che per quel ragazzo. Come se non fossi mai esistito >>
Francesco si sporse più avanti sul divano e incrociò le mani sulle ginocchia intrecciandole, come se si fosse improvvisamente ravvivato.
<< Tu continui a non dire la verità perché credi che lei sia felice con Nathan, vero? Si, lo ammetto, lui è davvero un bravo ragazzo, probabilmente se la merita molto più di te, con lui Claudia è serena, ma non me ne faccio nulla della sua serenità se non è felice, e lei lo è solo con te. Sai Yulian, Claudia è cambiata moltissimo, ha imparato a mentire come te, ma io l’ho vista quella sera, quando è venuta a casa mia in lacrime, dopo che aveva fatto per la prima volta l’amore con Nathan, l’ho presa io tra le braccia. Sembrava che stesse per sciogliersi tra le mie mani. Ho avuto i brividi >>
Yulian gettò malamente il libro sul tavolino e colpì una candela mezza consumata facendola precipitare sul tappeto, il suono risultò ovattato, ma in quel silenzio di tomba, sembrò fracassare le pareti e rompere tutti gli argini, esplodere.
<< Smettila! Non volevo che succedesse questo, non lo volevo affatto! Volevo che lei fosse solo mia e che nessun’altro la toccasse, volevo che le cose andassero molto diversamente e lo sai. Ma adesso come faccio? Come faccio a dirle che per me è stato lo stesso? Che ho pianto anche io? Che non è vero che non la amo! Oddio Francesco, capisci, come può pensare che io non la ami più? È folle! >>
Francesco lo fissò negli occhi, sostenendo quel suo sguardo disperato come se volesse rimproverarlo, come se il tempo delle parole fosse ormai finito.
<< Claudia sta affogando Yulian, sta affogando. Nessuno te l’ha detto? È finito il tempo del rimpianto e delle punizioni, non credi che la vita vi abbia puniti già abbastanza? >>
Si, era vero, la vita li aveva puniti a sufficienza.
Forse era davvero arrivato il momento di smetterla.
<< Se mi dici che lei non è felice, io glielo dico, glielo dico! Le dico tutto, tutto, tutto quello che non ho saputo dire. Glielo dico, lo giuro! >>
Francesco sospirò pesantemente e si lasciò cadere sul divano con la schiena, un leggero sorriso si dipinse sul suo viso.
<< Vai, resto io con il bambino, chiamo Iliana e la faccio venire qui. Aleksej starà bene. Vai Yulian, vai e basta! >>
 
Claudia era seduta sul divano.
Il silenzio della casa le faceva da scudo, e la penombra in cui si trovava serviva per nasconderla da se stessa. Detestava rimanere da sola a casa, soprattutto quando la madre aveva i turni di notte e non tornava affatto, come in quel caso.
Da quando Nicola se n’era andato tre anni prima, sentiva che quella casa era diventata troppo vuota, era lui che la riempiva con i sacrifici e con la sua presenza rumorosa e allo stesso tempo silenziosa, Claudia avrebbe voluto digli tutto, avrebbe voluto stringerlo e farsi coccolare come un tempo.
Il campanello di casa suonò insistentemente, così tanto che Claudia si riscosse dal torpore e si tirò su a fatica, accese finalmente la luce e andò ad aprire sperando fortemente che non fosse Nathan, non avrebbe saputo mentire.
Alla porta però non era Nathan, ma un ragazzo dai capelli biondi come il sole, gli occhi azzurri e taglienti e l’aria affannata, nel vederlo in quelle condizioni, Claudia tornò in dietro nel tempo, a quando lui correva da lei per fare pace dopo un litigio.
<< Yulian!? Ma cosa ci fai qui? A … >>
<< Tu mi hai creduto davvero Claudia? Mi hai creduto, quando ti ho detto che non ti amavo più? L’hai fatto davvero? >>
Yulian l’afferrò saldamente per le spalle e la spinse in casa chiudendosi la porta alle spalle con la punta del piede, e non gli importava che ci fosse qualcun altro, erano passati otto anni dall’ultima volta che aveva messo piede in quel luogo, ed era stato per dirle addio, non voleva più sentire scuse.
Il tempo non si recuperava e non voleva perderne altro.
<< Che cosa stai dicendo? Sei impazzito! Ti avevo detto che non dovevamo più vederci prima del matrimonio! >> Sbottò lei liberandosi dalla sua stretta, e nonostante facesse la dura, non riusciva a spiegarsi il senso di quelle parole.
<< Come hai potuto? Tutte quelle promesse che ti avevo fatto, tutto quell’amore, tutte le cose che abbiamo fatto insieme, come hai potuto pensare che io le avessi dimenticate? Forse tu ne sei stata capace? Perché io non lo so come si fa. >>
Yulian aveva un’aria da folle e Claudia stava cominciando a spaventarsi, aveva bevuto forse? Non sentiva puzza di alcol, e poi lui sembrava maledettamente serio.
E quelle parole facevano male, e molta paura.
<< Che cosa stai farneticando? Tu non stai bene, Yulian … >> Lui strinse di nuovo le mani sulle sue spalle e scosse la testa con vigore, facendola indietreggiare.
<< Non sto farneticando! Sto dicendo la verità. >>
< E quale sarebbe la verità?! >> Sbottò lei, cercando di allontanare le mani di Yulian dalle sue spalle con violenza.
<< Che non ho mai smesso di amarti >>
Claudia si calmò di botto, e automaticamente anche Yulian tornò ad una strana tranquillità, l’euforia volò via, e i suoi occhi azzurri rispecchiarono nuovamente quella tristezza che li aveva sempre accompagnati. La presa sulle spalle di Claudia si fece leggerissima, come un lieve tocco, e a quel punto lei sollevò la mano e gli tirò lo schiaffo più violento della sua vita.
Yulian voltò la faccia dall’altro lato e immediatamente la parte del viso colpita gli si fece rossa come il fuoco, Claudia si portò al petto la mano che l’aveva colpito e la strinse, mentre la tentazione di accarezzarlo per scusarsi si faceva largo dentro di lei.
Ricordava quante volte in passato aveva medicato le sue ferite, mai avrebbe pensato di essere lei a procurargliene una.
<< Adesso basta >> Mormorò facendo un altro passo indietro << Dopo tutto quello che ho passato, dovresti almeno avere un po’ di rispetto. Non prendermi in giro, ti prego, non puoi farlo dopo tutti questi anni. Non puoi dirlo dopo aver sposato un’altra donna, non ti crederò . Torna a casa >>
Yulian si portò una mano sulla guancia colpita e sorrise amaramente, facendo un passo verso la porta.
<< Mi hai fatto male >> Mormorò sulla soglia, quando ormai Claudia gli aveva dato già le spalle e soffocava le lacrime, si, sapeva di averlo fatto male in diversi modi, ma anche lei era stata ferita.
<< Una volta dissi che se mi avessi fatto male non ti avrei perdonata. Ero davvero uno sciocco, e come si fa a non perdonare, una persona che hai amato così tanto? >>
A quelle parole Claudia tornò indietro nel tempo a molti anni prima.
 
<< Se ti faccio male me lo dici? >>
<< Se mi fai male non ti perdono >>
<< Non ti perdono nemmeno io se ne fai a me >>
 
 Si portò una mano sulla bocca e rimase in silenzio senza voltarsi.
La porta di casa di chiuse e Claudia scattò con una molla poggiando le mani sul legno freddo e finto di cartongesso.
<< Yulian?! >>
Claudia non sentì nulla dopo il suo appello disperato, era stata testarda, che importanza avrebbe avuto, dopo tutto quel tempo?
Se lui aveva amato anche un’altra donna? Aveva fatto male?
<< Quel giorno stavo davvero tornando da te >>
Claudia alzò di scatto la testa e fissò la porta chiusa con il cuore che ballava nel petto, le dita che risalivano quel legno lucido come se volessero afferrare quella voce.
Dall’altra parte della porta, Yulian se ne stava con la schiena poggiata e le mostrava le spalle, guardando il cielo notturno, sperando che Svetlana lo perdonasse.
<< Si, ero all’aeroporto con le mani tremanti dalla gioia, lo ricordo ancora come se fosse ieri, non vedevo l’ora di andare, di lasciarmi tutto alle spalle. Volevo tornare da te a tutti i costi perché te l’avevo promesso. >>
Yulian tacque, e Claudia si lasciò cadere anche lei per terra, senza sapere che in quella posizione, era come se si stessero sfiorando a vicenda, l’uno dietro l’altro.
<< Ma non sei tornato >> Mormorò lei, e giurò di sentirlo sospirare.
<< No. Svetlana è venuta a salutarmi, era così arrabbiata, così cattiva, e poi me l’ha detto. Mi ha detto che aspettava Aleksej. Il mondo mi è caduto addosso e non ce l’ho fatta a reggerlo Claudia, non ce l’ho fatta. Ho provato a tornare ugualmente da te, ma più mi allontanavo, più sentivo che quel bambino era mio figlio. E così sono rimasto, sapendo che se tu l’avessi saputo, mi avresti permesso di farlo >>
Claudia nascose la faccia sulle ginocchia e soffocò ancora una volta un singhiozzo, avrebbe voluto ribattere a quelle parole, ma era vero, lei l’avrebbe lasciato andare, gli avrebbe detto di restare con quel bambino, l’avrebbe fatto davvero.
<< Mi sono sposato con Svetlana perché la mia coscienza mordeva, perché il mio unico pensiero era che se dovevo perderti per forza, allora Aleksej sarebbe dovuto essere il bambino più felice del mondo, perché per lui avevo rinunciato a tutto ciò che amavo davvero >> Claudia sentì uno strano rumore dall’altro lato della porta, e pensò che magari Yulian si era seduto esattamente come lei, e che se avesse aperto quella porta avrebbe anche potuto toccarlo, ma era meglio che le cose restassero in quel mondo.
Yulian non avrebbe mai parlato se l’avesse vista negli occhi.
<< Ma allora… >> Provò a dire lei, Yulian la interruppe.
<< Si, quel giorno, quando ti ho vista tra le mie braccia … Tu non puoi nemmeno immaginare quanto sia stato difficile per me doverti mentire Claudia, è stata la bugia più difficile di tutta la mia vita. >>
La voce di Yulian stava tremando, e quella di Claudia soffocando.
<< Mi hai fatto soffrire tanto >>
<< Lo so, amore mio, lo so. >> Claudia faticò a credere che anche Yulian stesse piangendo, ma era davvero così, avrebbe voluto aprire la porta e asciugare quelle lacrime, ma sentiva che non era arrivato ancora il momento.
<< La gravidanza di Svetlana è stato un calvario. Quando è rimasta incinta, no, ancora prima, da quando l’ho conosciuta, lei era già malata. Era troppo magra per poter reggere una gravidanza fino alla fine, e da quando è stata con me, Svetlana è peggiorata, peggiorata perché io non facevo altro che ferirla. È morta mettendo al mondo Aleksej. È morta mentre imploravo perché mi perdonasse >>
A quel punto Yulian smise si parlare, perché non aveva più nulla da dire.
Claudia si alzò in piedi con fatica, aprì la porta di casa e lo trovò seduto a terra nella sua stessa identica posizione, con le ginocchia al petto e la testa china, sembrava vecchio e stanco. Si inginocchiò per terra e con le mani tremanti lo avvolse da dietro, per poi sprofondare con la faccia nell’incavo del suo collo.
Yulian si lasciò scappare un singhiozzo e nascose il viso tra le mani.
<<  Dovevi dirmelo amore mio, dovevi dirmelo perché avrei capito, perché avrei portato con te questo peso, perché avresti sofferto di meno, sapendo che ero qui ad aspettarti. Perché ti avrei detto mille volte che non è affatto colpa tua. >>
Claudia si sentiva improvvisamente leggera e forte.
Tutta la sofferenza di quegli otto anni aspettando accanto a quel ragazzo era sparita con un soffio di vento veloce, era tornata quella ragazza di sedici anni che inseguiva un sogno impossibile, intestardita e caparbia.
<< Lei mi ha perdonato? Tu mia hai perdonato? >> Chiese lui con il viso nascosto tra le mani tremanti, Claudia lo strinse più forte a se baciandogli il capo.
<< Sono sicura che adesso Svetlana ci sta guardando dal cielo, e sorride. Cercando di farti capire che non ha mai avuto nulla da perdonarti, che amarti è stata una sua scelta. E per me è lo stesso Yulian, lo stesso >>
Entrambi si lasciarono andare alle lacrime sotto quel cielo stellato.
Stretti in un abbraccio disperato e tutti quegli anni che volavano via, i pesi che sparivano dalle loro spalle e la gioia del futuro spalancata.
Tutto sommato, non si moriva sempre.
Si viveva.




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Effe_95

Buonasera a tutti
Approfitto di questo po' di tempo libero e dello spacco tra gli scritti e l'orale per postare questo capitolo.
Spero che vi piaccia, perchè so che lo aspettavate da moltissimo tempo.
Io ho fatto del mio meglio.
Il titolo del capitolo è stratto dalla canzone " Hello" di Evanescence.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Grazie mille alla prossima a esami finalmente terminati :)
 
  
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