Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: felsah    30/06/2014    7 recensioni
“Sei mia zia!” quasi urlò Henrik, “ sei tu vero? Sei tu la regina che mio padre ha esiliato? La storia parlava di te…e di mia madre”. Elsa lo guardò, senza dire né sì né no. Il ragazzo aspettò una risposta per qualche minuto, prima di continuare il suo morboso interrogatorio.
“Prometti di rispondere, se ti domando una cosa?”. Elsa fece un piccolo cenno di assenso.
“Tu hai detto che mio padre ti ha bandito, proibendoti di tornare dopo che avevi scongelato il regno, ma a casa, ad Arendelle, tutti ti credono morta”.
“Morta?”.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Hans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cose da re e regine


1
Lunga vita alla regina



 

L'odio è cieco, la collera sorda, e colui che vi mesce la vendetta, corre pericolo di bere una bevanda amara.
Alexandre Dumas, Il conte di Montecristo


 
Il bambino si rannicchiò più a fondo all’interno della coperta ricamata e tremò.  “Fa fr-freddo qui” balbettò, battendo i denti.
Lo disse tanto per dire qualcosa, il silenzio che  fino a quel momento aveva schiacciato la stanza con forza prepotente lo stava opprimendo, lui, sempre abituato alla gioia perenne delle stanze in cui viveva.
Elsa ridacchiò e scosse la testa, “Certo che fa freddo, il mio palazzo è fatto di ghiaccio” rispose con un sorrisetto beffardo.
Il ragazzino la osservò per qualche minuto prima di parlare di nuovo. Quella donna era strana: la sua carnagione era insolitamente pallida e i suoi capelli erano di un colore così chiaro da avvicinarsi al bianco; aveva occhi cerulei e ipnotici, labbra rosso vermiglio. Si teneva avvolta in una pelliccia fatta di schegge di ghiaccio e spruzzi di neve.
Henrik si chiese se non lo sentisse anche lei tutto quel gelo. “Perché mi hai portato qui?” domandò curioso scrutandola piano,  per poi abbassare gli occhi sul pavimento, dove ne vedeva il riflesso. Li chiuse: non voleva guardarla troppo a lungo.

“Ho…” sospirò pesantemente, mentre si lasciava cadere su un maestoso trono di ghiaccio, “un conto in sospeso con tuo padre, se così posso dire”.


“Mio padre? Conoscete il re Hans?”.
“Quando lo conoscevo io, era poco meno di un principe, un uomo senza scrupoli e crudele”.
“Non parlate così di mio padre!” intimò il ragazzino, “è un ottimo re, e mia madre, la regina Anna….”.
“Cosa?” lo interruppe Elsa, come stordita.
Al ragazzino balzò il cuore nel petto. “Eh?”.
“Cosa…cosa hai detto di tua…madre?” esitò la donna. Henrik rialzò gli occhi su di lei.
“Ho solo detto il suo nome. Anna. Vi ricorda qualcuno che conoscete?”.
“Tua madre” mormorò cauta, “viene da un regno straniero?”.

“No” rispose il bambino, come se la cosa dovesse essere ovvia, “era la principessa di Arendelle. Ma perché tutte queste domande su di lei?”.
Elsa dopo anni avvertì una morsa attanagliarle il cuore e stritolarlo. Hai visto cosa hai fatto? sembrava chiederle. La stai facendo soffrire, ancora. E pensare che volevi solo vendicarla. Hai rapito il figlio di tua sorella e ora va e riprenditi il regno, come hai pianificato!
Cosa potrebbe succedere di tanto brutto? Una condanna a morte per il re usurpatore, suo marito, come avevi stabilito? L’esilio del piccolo erede al trono? E lei? Avrebbe ucciso anche lei? L’idea della morte di Anna le provocò un fastidio enorme, che si manifestò attraverso una piccola scarica di energia, che la percorse da capo a piedi.
C’era già andata vicino, tanto tempo fa.  Cercò di riscuotersi.

“Ti piacciono le storie piccoletto?”.
“Che tipo di storie?” chiese il principino, reggendosi sui gomiti.
Elsa fece spallucce, “Te ne racconterò una, se vuoi”.
“Okay” diede il via libera quello, sempre più interessato. Per la prima volta da quando era arrivato lì, si sporse un po’ più vicino a lei. Elsa sorrise dolcemente e con un gesto rapido delle mani, fece apparire davanti a Henrik una coppa di gelato. Il ragazzino strabuzzò gli occhi, pieno di meraviglia e dopo aver osservato la regina per un po’, si decise a prenderlo.
“Beh…da dove posso cominciare?” si chiese Elsa, parlando tra sé e sé.
“Dall’inizio magari, maestà?” rise il bambino.



 
~
 

Anna sedette accanto al fuoco, portandosi lo scialle sulle spalle. Erano nel bel mezzo dell’estate ma quella notte non avrebbe potuto sembrarle più fredda. Sedeva con le spalle rivolte verso l’entrata, non sopportando di avere davanti agli occhi il ritratto di Elsa.
Era stata intenzionata a chiudere a chiave, ma poi aveva deciso di non farlo: le notizie sarebbero potute arrivare in qualsiasi momento e alleviare il suo tormento. La vita le aveva già portato via troppo, strappandolo da lei tanto crudelmente quando dolcemente glielo aveva affidato: i suoi genitori, sua sorella…e ora suo figlio.

Come aveva sospettato, non riuscì a stare da sola per più di cinque minuti. Sentì il cigolio della porta che si apriva e in poco tempo, Hans fu accanto a lei e le poggiò le mani sulle spalle con fare protettivo.
“Vedrai che lo troveranno” sussurrò, sedendosi accanto alla sua sposa.

“E se non dovessero trovarlo?” domandò lei, trafiggendolo con il suo sguardo pieno di dolore. Hans sospirò gravemente, prendendola tra le sue braccia.
“Non succederà” la rassicurò. Hans sapeva esattamente dove cercare e non avrebbe fallito questa volta, ma questo, non lo disse ad alta voce. Anna non sapeva e non avrebbe dovuto sapere mai cosa si nascondeva tra le mura di quel castello all’apparenza armonioso e perfetto: tanti, troppi fantasmi e ombre del passato.
“Sei sempre così sicuro di tutto” borbottò Anna.
Oh, piccola dolce ingenua Anna, pensò lui, se fosse davvero così. In realtà in quel momento non si sentiva sicuro di niente, tanto meno che sarebbe riuscito a scavalcare quella dannata strega.
Se solo Anna avesse saputo che era ancora viva, di sicuro non gli avrebbe mai lasciato fare quel che aveva intenzione di portare a termine. Questa volta però, non avrebbe dato seconde chances e forse sarebbe stata la sua fine per davvero.
La sentì singhiozzare premuta contro il suo petto e fu preso dallo sconforto.
“Era qui e un attimo dopo non c’era più” piagnucolò, incapace di smettere. Certo che sì, non penso che tua sorella se lo sia portato via per mano. Il suo erede, trascinato via insieme a quel mostro. Il suo erede.
La rabbia gli avvelenò la bocca e decise di rimanere in silenzio. Dopo che ebbe chiamato dei servitori perché accompagnassero a letto sua moglie, rimase da solo nella grande camera, faccia a faccia con il ritratto di Elsa. Oh, stavolta gliel’avrebbe pagata davvero cara. Sfoderò il piccolo pugnale che teneva allacciato alla vita e mirò al cuore.
“Lunga vita alla regina!”.
Il pugnale stracciò il corpetto finemente ricamato, aprendo uno squarcio nella tela. Anna da dietro la porta, ritenne il gesto sufficiente per infilare la sua tenuta da viaggio. Sparì attraverso i passaggi della servitù, uscendo dal castello.
 Il mattino successivo, il quadro era sparito.


 
~
 
“Sei mia zia!” quasi urlò Henrik, “ sei tu vero? Sei tu la regina che mio padre ha esiliato? La storia parlava di te…e di mia madre”. Elsa lo guardò, senza dire né sì né no. Il ragazzo aspettò una risposta per qualche minuto, prima di continuare il suo morboso interrogatorio.
“Prometti di rispondere, se ti domando una cosa?”. Elsa fece un piccolo cenno di assenso.
“Tu hai detto che mio padre ti ha bandito, proibendoti di tornare dopo che avevi scongelato il regno, ma a casa, ad Arendelle, tutti ti credono morta”.
“Morta?”. Il suo cuore emise un piccolo tonfo sordo, e sembrò fermarsi, paralizzato dalla sorpresa.
“Mio padre ha detto così. Ha raccontato alla mia mamma che quando credevi che lei fosse morta, ti sei congelata il cuore, tramutandoti in ghiaccio e quando tutto si è scongelato, così ha fatto anche il tuo corpo”.
“Tuo padre ha davvero una fervida immaginazione” commentò Elsa con una punta di acidità nella voce.
L’odio s’impossessò di nuovo del suo cuore, e la vendetta le stregò ancora una volta l’anima. Se quel dannato damerino del principe delle Isole del Sud non aveva ucciso sua sorella, le aveva mentito e si era preso il suo trono, il regno che era stato di suo padre. 
Ah, papà, pensò, non saresti per niente fiero di me. Ma che importava a quel punto? Il re usurpatore avrebbe avuto quel che si meritava, una volta per tutte.
“Ora che cosa intendete fare, maestà?”.
“Per prima cosa, ragazzino, mi riprenderò il mio regno” rispose la regina sorridendo, “d’altra parte, sono stata via così a lungo. Sentiranno la mia mancanza, non credi?”.





Vaaaaa bene, ora spiego tutto, promesso! Ehm, ehm...diciamo che ero intenzionata a non postare più nulla per un po' per dedicarmi a una long sulla coppia helsa che stavo già scrivendo da qualche giorno, poi questa storia ha bussato al mio cervello questa notte, urlando prepotentemente, ed eccomi, seduta a scrivere nel bel mezzo della notte. Ero troppo, troppo felice dell'idea per buttarla in un angolino e dire "ci penserò un'altra volta". E' uscita questa roba qui ^^ Diciamo che ho sempre amato l'idea di una Elsa "cattiva" nonostante ami il personaggio così come è risultato alla fine e qui ho miscelato Frozen con un poco della vera regina delle nevi, che rapisce i bambini e ha il cuore congelatoC'è di mezzo anche il fatto che amo tanto tanto il film originale e il mio cuore non ce la fa a stravolgerlo troppo. Ma cosa c'è di meglio che mettere zizzania tra le due sorelline di Arendelle per poi vederle riabbracciarsi? E sì, ovviamente mi sono inventata il figlio di Hans e Anna (per quanto riguarda la sua età...beh 10 anni? è più o meno l'età che potrebbe avere il bambino che ho in testa), e prometto che anche sul fatto dell'esilio della nostra regina capirete tutto mooolto presto. Non credo nemmeno che la storia sarà molto lunga, quattro, cinque capitoli al massimo :)
Sperando di non avervi annoiato, vi saluto...alla prossima!
felsah
p.s. non ho idea di chi sia la fan art che ho usato come copertina, l'ho trovata digitando "the snow queen" su google ;)
  
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