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Autore: Bijouttina    01/07/2014    5 recensioni
«Sei tu che devi decidere cosa fare della tua vita. Io sono sicura di amarti, e tu?».
Non dice niente. Ho voluto metterlo alla prova, sinceramente non speravo in una sua risposta.
«Ci tieni almeno a me?», chiedo cercando il suo sguardo.
«Tantissimo.», finalmente mi risponde.
«Ti va di fare un patto?», domando mettendogli una mano tra i capelli.
Annuisce.
«Corteggiami come avevi promesso di fare. Dimostrami che tieni davvero a noi due insieme. Non verrò a letto con te finché non riuscirai a dirmelo.», gli propongo.
«Dirti cosa?», chiede confuso.
«Che mi ami.», affermo con decisione.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo Dodici

Nicholas è andato al lavoro e sono qui sola con i miei pensieri. Non ho nemmeno voglia di andare a salutare Magda stamattina. Solo l'idea di uscire di casa e incontrare gente mi fa stare male. Quasi quasi me ne rimango qui, per il resto dei miei giorni. O posso mettermi un paio di occhialoni neri e un cappello largo in modo da passare inosservata. Potrebbe essere un'idea, anche se dubito funzionerebbe. Sto pensando ad altri modi possibili di mimetizzazione, tipo tagliarmi i capelli corti e colorarli di biondo. Solo il pensiero mi fa inorridire, non mi ci vedo proprio bionda. Vorrà dire che camminerò a testa alta e alzerò il dito medio in segno di protesta ogni volta che ricevo uno sguardo d'odio. Penso sia la soluzione migliore. Proprio mentre mi stavo convincendo di questo, suona il campanello. Mi affaccio alla finestra e vedo Marco. Che cavolo ci fa mio fratello qui? Gli faccio segno di salire.
«Ciao sorellina.», mi abbraccia appena entra in casa.
«Ciao, che cosa ci fai da queste parti?», chiedo aggrottando la fronte.
«Sono venuto a trovarti. Che altro sennò.», risponde sulla difensiva.
Incrocio le braccia al petto e inarco un sopracciglio: «Non penserai mica di darmela a bere?».
Sbuffa e poggia entrambe le mani sulle mie spalle, scrollandomi appena.
«Mi ha telefonato Mattia.», ammette storcendo il naso.
Loro due sono sempre andati d'accordo, ma da quando Mattia se n'è andato, i loro rapporti si sono parecchio raffreddati, anche se so per certo che si erano visti di sfuggita in paese.
«Perché mai avrebbe dovuto chiamarti?», sbotto incredula.
«È preoccupato per te.», risponde stringendosi nelle spalle.
«Motivo?», sono sempre più infastidita.
Perché Mattia si sta intromettendo nella mia vita? Non mi piace per niente, non ho bisogno della sua protezione, non ora. Poteva rimanere con me e non scappare come un codardo, adesso è troppo tardi per preoccuparsi di me.
«La pazza furiosa, mi ha raccontato tutto.», si siede sul divano con un tonfo.
«So badare a me stessa, non sono più una bambina già da un pezzo.», lo raggiungo e mi metto comoda accanto a lui.
«Lo so Emma, ma volevo accertarmi di persona come stavano veramente le cose.», posa una mano sul mio ginocchio e lo stringe appena. «Sai che mi preoccupo per la mia sorellina.».
«Sto bene.», dico poco convinta.
«Questo mi fa piacere. Vorrei anche conoscerlo.», aggiunge fissando il muro di fronte a lui.
«Come mai ci tieni tanto?», domando diffidente.
«Voglio vedere l'uomo che sta incasinando la tua vita Emma.», commenta un po' troppo serio per i miei gusti.
«Non mi sta incasinando la vita.», tuono cominciando ad alterarmi.
Come si permette di dire una cosa del genere? Non lo conosce nemmeno! Perché si credono tutti in diritto di parlare male dell'uomo che amo? Va bene, mi ha fatto soffrire e probabilmente lo rifarà ancora, ma so a cosa sto andando incontro. È la mia vita e voglio viverla appieno. Io sono innamorata di Nicholas e voglio godermi ogni istante possibile con lui. Posso accettare che mio fratello si preoccupi per me, ma non ammetto intromissioni nella mia storia. Se sono masochista e voglio farmi del male, sarà solo perché l'ho voluto io.
Mette le mani avanti in segno di resa, ha notato il mio sguardo assassino.
«Va bene, ho sbagliato, ma voglio conoscerlo lo stesso, se non ti dispiace.», borbotta debolmente.
«Ti saresti fatto tutti questi chilometri, lasciando a casa tua moglie e le mie bellissime nipotine solo per questo?», chiedo con un tono di voce un po' più alto di quanto volessi.
«No, l'ho fatto perché non voglio che la mia sorellina faccia delle cavolate.».
Il suo sguardo preoccupato mi fa addolcire sensibilmente. Non riesco ad arrabbiarmi con mio fratello nemmeno provandoci. È l'unico su cui io possa sempre contare, e sono davvero fortunata.
Appoggio la testa sulla sua spalla, lui mi avvolge con un braccio e mi bacia la testa.
«Sono felice di averti qui.», sussurro. Una lacrima scende incontrollata sul mio viso. La asciugo con un movimento fulmineo della mano.
«Anch'io sono felice di essere qui con te, sorellina.».
Lo bacio sulla guancia e lui mi sorride. Sì, sono davvero felice che lui sia qui con me. Mi manca molto, da quando mi sono trasferita qui, non riesco più a vederlo quanto vorrei. Mi mancano tantissimo anche le mie nipotine. Tengo una loro foto sulla libreria e la guardo spesso, adoro le mie topoline.
Rimaniamo in quella posizione per un bel po', ma devo per forza darmi una mossa.
«Devo andare al lavoro. Vieni con me? Puoi parlare di me alle mie spalle con Mattia tutto il tempo che vuoi.», gli strizzo l'occhio.
«Visto i suoi trascorsi, ne faccio volentieri a meno. Ma poi, perché non hai detto a mamma e papà che il libro che presenterete sarà il suo?», chiede alzandosi dal divano.
«Perché muoio dalla voglia di vedere che faccia faranno quando lo scopriranno.», scoppio a ridere.
«Come sei crudele!», commenta unendosi alla mia risata.
«Forse un po'.», mi stringo nelle spalle e gli mostro la lingua.
Avrò sempre l'appoggio di Marco e questo mi rende immensamente felice, saper di contare su di lui mi fa stare meglio.
 
 
Arriviamo in libreria con qualche minuto d'anticipo, l'ultimo tratto lo abbiamo fatto di cosa per non arrivare in ritardo, lo ammetto. Alla fine sono arrivata comunque puntuale e questa è la cosa più importante.
«Marco! Da quanto tempo!».
Mattia ci corre incontro e dà una pacca sulla spalla a mio fratello, sembra davvero felice di rivederlo.
«Qualche mese ormai.», dice lui ricambiando la pacca e ridendo.
So per certo che quella era una frecciatina, conosco bene Marco, ma Mattia non se n'è accorto, oppure ha fatto soltanto finta di niente. In entrambi i casi non m'interessa.
«Scusami se l'ho chiamato Emma.», mi rivolge uno sguardo da cucciolo desolato. Potrebbe intenerire il cuore di chiunque, ma non il mio, forse in passato ci sarebbe riuscito, ora è tutta un'altra storia.
«Non ti preoccupare, sono comunque felice di vederlo.», abbraccio mio fratello con trasporto.
Davide e Jessica ci raggiungono incuriositi dal trambusto vicino all'ingresso.
«Marco, loro sono Davide e sua cugina Jessica. Ragazzi, lui è il mio fratellone.», faccio le presentazioni con il sorriso sulle labbra. Sono fiera di lui e voglio che il mondo sappia quanto lo adoro.
«Piacere di conoscervi.», stringe la mano a entrambi con enfasi.
Mi metto a fare le mie cose, non posso stare tutto il tempo dietro a lui, purtroppo. Non vorrei essere ripresa da Enrico, non l'ha mai fatto, ma c'è sempre una prima volta.
Mattia e Marco chiacchierano in un angolo, credo gli stia raccontando del suo romanzo. Mio fratello sembra ascoltare con interesse, anche se ogni tanto lo vedo riempire le guance di aria e buttarla fuori un po' per volta. Mattia ha sempre avuto una bella parlantina e spesso poteva diventare anche piuttosto pesante ascoltarlo. Mi è capitato più di qualche volta di sconnettere il cervello durante un discorso quando stavamo insieme. Non invidio per niente Marco in questo momento.
Due ore passano senza nemmeno accorgermene, immersa nel mio mondo.
Devo sistemare dei libri di viaggi in uno scaffale in alto, ma non ci arrivo. Mi allungo più che posso e perdo l'equilibrio. Sono già pronta all'impatto, quando qualcuno, però, mi prende al volo. Arrossisco appena incontro gli occhi del mio salvatore.
«Ciao mio disastro.», mi saluta Nicholas tenendomi stretta tra le sue braccia. «Sono arrivato appena in tempo.».
«Mi sa che avrei sbattuto violentemente il sedere se non fossi arrivato.», lo bacio sulle labbra.
«Non posso lasciarti sola un attimo.», mormora dolcemente.
Mi fa scendere a terra, ma continua a tenermi stretta a sé. Il cuore mi batte fortissimo, come ogni volta che sono accanto a lui.
«Emma... io...».
Non riesce a terminare la frase, qualcuno ha attirato la sua attenzione. Mi volto e sospiro. Che tempismo. Marco è a due passi da noi e ci fissa a braccia conserte, ha l'aria per niente amichevole. Nicholas lo guarda in modo strano, credo si senta un tantino in soggezione.
«Lui è mio fratello Marco.» gli dico sospirando.
«Fratello maggiore.», puntualizza, come se fosse una cosa essenziale da sapere.
«Nicholas.», porge la mano a Marco e lui la stringe con vigore.
«Volevo conoscere l'uomo che ha fatto perdere la testa alla mia sorellina.», borbotta riducendo gli occhi a due fessure.
«Marco!», urlo nascondendo il viso sul petto di Nicholas.
«Che c'è?», sbotta con aria innocente allargando le braccia.
«Non sono più un'adolescente brufolosa.», gli faccio notare.
Mi porto una mano alla fronte, sto sudando freddo. Non mi piace il modo di fare protettivo di mio fratello, mi sta mettendo in ridicolo.
«Mi sa che eri carina lo stesso.», commenta Nicholas prendendomi in giro.
Gli scocco un'occhiataccia, potrei perfino pensare di offendermi.
«Nah, non era un granché.», afferma mio fratello, sangue del mio sangue, all'uomo che amo.
«Che vergogna! Ti sembrano cose da dire?».
«Lo sai che fino ai vent'anni non ha avuto un ragazzo?», continua imperterrito.
Giuro che lo ammazzo, posso farlo sul serio.
«Deve andare avanti ancora per molto questa tortura? Altrimenti vado a farmi un giro.», lo colpisco a un braccio con un pugno.
«A me piace sapere com'eri.».
Nicholas si sta divertendo un mondo, io un po' meno. Vorrei sprofondare inghiottita da un buco nero.
«Fidati, è molto meglio ora.», mio fratello gli dà una pacca sulla spalla.
«Lo vedo.», mi guarda dalla testa ai piedi con un sorriso malizioso.
Io arrossisco fino alla punta delle orecchie, mi faccio aria con la mano. Non ce la posso fare.
«Posso farti una domanda?», chiede a mio fratello.
«Certo, spara.», risponde Marco divertito.
«Diventa sempre così rossa quando è imbarazzata?», mi accarezza il viso con due dita, stordendomi.
«Solo da quando ti conosce.», ammette lui ridendo.
«A quanto pare è davvero colpa mia allora.», nota con una certa soddisfazione nella voce.
«Te l'ho sempre detto che la colpa era tua. Non mi credevi!», mi fingo offesa.
Mi attira a sé, ho un sussulto per la sorpresa. Le nostre bocche sono vicinissime, mi sento avvampare.
«Hai ragione, guardala!», Marco mi indica con il dito.
«Vi state divertendo?», farfuglio senza staccare gli occhi da Nicholas.
«Da matti.», dice lui un attimo prima di baciarmi poco castamente davanti a mio fratello.
«Meglio lasciarvi soli ora.», Marco si dilegua.
Cerco di riprendere fiato e far tornar normale il battito del mio cuore, impresa piuttosto complicata. Mi sposta una ciocca di capelli da davanti agli occhi e mi sorride radioso. Amo il suo sorriso, il modo in cui mi guarda, il modo in cui mi sfiora, amo tutto di lui, non ci posso fare niente.
«Sei bellissima Emma.», sussurra sfiorando le mie labbra con le sue.
Appoggio il naso sulla sua guancia e mi avvolge in un abbraccio. Non so cosa dire, perciò mi godo questo momento stretta a lui.
«Vieni da me stasera?», mi chiede dopo un po'.
«C'è qui mio fratello, non posso abbandonarlo.», chiudo gli occhi e respiro a fondo il suo profumo. Mossa piuttosto infelice, ho voglia di lui ora.
«Vengo io da te allora.».
«Cucini te?».
Ride.
«Certo, era scontato.», mi accarezza dolcemente la schiena.
Lo bacio sulle labbra e sbuffo.
«Che c'è?», scioglie l'abbraccio e mi prende entrambe le mani.
«Dobbiamo proprio tornare al lavoro?», domando con una smorfia.
Ride buttando all'indietro la testa, mi manca il fiato da quanto è bello.
«Se non vuoi, ti porto via con me, troviamo di sicuro qualcosa di meglio da fare.».
Mi sfiora il collo con la lingua e sale fino a mordermi delicatamente l'orecchio. Come se non avessi già capito da sola che cosa intendeva con quell'osservazione.
«Sono tentata e non poco, perciò è meglio che tu vada davvero ora.».
«Sicura?», mi guarda in un modo che nessuna donna sana di mente avrebbe saputo resistergli.
«La mia sicurezza sta vacillando parecchio in questo istante.», mi mordo il labbro.
Respiro a fondo e scaccio la visione di lui nudo nel mio letto, ho le vampate.
«Scusa.», mormora baciandomi sulle labbra e, prima di andarsene aggiunge: «Ci vediamo più tardi.».
Saluta tutti con la mano e se ne va, non prima di avermi baciata nuovamente e abbondantemente.
Lo guardo finché non sparisce dalla mia vista, devo avere un'espressione ebete in volto, ma non me ne importa un fico secco.
«Sorellina bella, direi che sei proprio cotta.», commenta Marco alle mie spalle.
«Da cosa lo deduci?», mi giro a guardarlo.
«Mah, non saprei...», lascia la frase in sospeso e ride.
Lo guardo in cagnesco, a braccia conserte.
«Allora, che impressione ti ha fatto?».
Muoio dalla voglia di sapere la sua opinione su Nicholas, tengo molto al suo giudizio. Mi siedo sul mio sgabellino preferito per recuperare un po' di stabilità sulle gambe e aspetto con impazienza il verdetto.
«Sembra a posto, lo ammetto.», risponde serio.
«Non ti fidavi del mio giudizio?».
«Non è che non mi fidassi Emma.», guarda nella direzione di Mattia e aggiunge: «Dopo quello che è successo con lui, ho paura tu possa rimanere di nuovo scottata.».
«Sei stato tu a dirmi di buttarmi con Nicholas, e io l'ho fatto. Sinceramente non so se sia stata la scelta migliore, so solo che mi sono innamorata di lui. Ho bisogno di lui Marco.».
Mi mastico le unghie nervosamente, ho paura che non gli possa piacere e io ho bisogno di un suo commento positivo, sia di uomo sia di fratello maggiore.
«Sembra tenere davvero molto a te. Ti guardava adorante e ti teneva stretta come fossi la cosa più preziosa al mondo.», appoggia una mano sulla mia spalla. «Anche se non fosse stata la scelta migliore da fare, di sicuro ne sarà valsa la pena Emma.».
Poggio la testa sul suo fianco e lui mi accarezza i capelli dolcemente, chiudo gli occhi e mi lascio cullare dal suo affetto.
«Credi che lui possa amarmi?», chiedo titubante.
«Sarebbe uno stupido se non lo facesse.», mi bacia la testa.
Mi alzo e lo abbraccio, sono davvero fortunata ad avere un fratello come lui.
Nel pomeriggio decide di andare in giro per il paese, stare tutto il giorno in libreria con noi deve essere di una noia mortale per lui.
Jessica è piuttosto silenziosa oggi e non è da lei. Posso immaginare quale sia il suo problema, ma non credo di poterlo risolvere, sfortunatamente.
«Cosa c'è che non va?».
Mi avvicino a lei con dei libri di cucina appena arrivati e la aiuto a sistemarli. Sembra che tutti scrivano libri di ricette ultimamente. Se poi fossero tutti negati come me in cucina, servirebbero comunque a poco.
Lei storce il naso e sospira pesantemente.
«Secondo me non gli piaccio.», farfuglia sconsolata.
Si gratta la testa nervosamente.
«Come fai a saperlo?», le chiedo dolcemente.
Alza le spalle e sospira ancora una volta.
«È chiaramente ancora innamorato di te.», risponde senza alcuna esitazione.
Era palese che il problema fosse questo. Mattia non si arrenderà facilmente, lui crede di essere ancora innamorato di me. Io, però, non sono più la stessa Emma, quella che lo amava incondizionatamente e che sopportava ogni suo difetto. Non lo amo più ormai da molto tempo e non credo di avergli mai dato false speranze a riguardo. Dovrebbe cominciare a guardare avanti, ormai con me non ha più alcuna possibilità.
«Tu fai in modo che mi dimentichi. Sai che a me non interessa.».
«Lo so Emma, ma mi blocco tutte le volte che me lo trovo davanti. E poi dopo la sparata fatta la sera del tuo compleanno...», lascia la frase in sospeso e diventa rossa come un pomodoro.
«In effetti, non è stata un'uscita felice.», ammetto ridendo.
Mi guarda con gli occhi da cane bastonato.
«Fidati, ho fatto di peggio come ricorderai.», le faccio notare.
«Sì, ma lui è praticamente già il tuo ragazzo. Io l'ho fatto scappare ancora prima di provarci.», sbuffa nascondendo il viso con le mani.
«Allora, mettiamo le cose in chiaro, lui non è il mio ragazzo.», borbotto acida.
Mi guarda in modo strano, come per dire sì come no! Probabilmente anche i muri al momento credono che noi due stiamo insieme.
«Per lo meno ufficialmente non lo è. Ci stiamo frequentando.», le concedo alla fine.
Mi concentro su un libro di ricette di dolci al cioccolato, me ne mangerei volentieri una fetta.
«Se non fosse qualcosa di serio, non ti avrebbe mai regalato un bracciale del genere.», indica il cerchio d'oro che ho al polso con aria da saputella.
«Perché?», farfuglio accigliata.
«È d'oro Emma, avrà speso parecchie centinaia di euro e poi tutti quei cuori. Poteva benissimo sceglierne uno semplice senza ciondoli.», mi spiega.
A questo non ci avevo pensato a dire il vero. Ho solo adorato questo bracciale fin dall'inizio solo perché me l'ha regalato lui. Lo sto rigirando anche in questo momento e sto sorridendo nel farlo. Anche Jessica lo nota e mi posa una mano sul braccio.
«Se questo non è amore, non so proprio cos'altro possa essere Emma.», mi sorride.
In fondo al cuore vorrei proprio che avesse ragione. Se non gli importasse di me, se ne sarebbe già andato da un pezzo. Per lo meno non sarebbe tornato da me dopo essere scappato via in quel modo la nostra prima volta insieme. Che senso avrebbe? Donne con cui passare la notte non gli mancano di certo, ma ha scelto di stare con me. Di passare la notte con me anche senza sesso ed è capitato spesso ultimamente. Come ho già detto in precedenza, non voglio farmi illusioni. Anche se un po' spero che lui sia innamorato di me. Okay, forse più di un po'. Non so come ho fatto a innamorarmi in questo modo, sembro un'adolescente alla prima cotta. Non era di certo previsto, è capitato e sono felice sia successo. Mi sento viva quando sono vicino a lui.
Marco sta rientrando ora dal suo giro turistico.
«Ti sei divertito?», chiedo continuando a fare il mio lavoro.
«Sì, dai, non mi lamento. Anche se non capisco come fai a stare bene in questo posto, non c'è niente.», dice Marco ridendo.
Beh, in effetti ha ragione, ma non m'importa. Io sto benissimo, e Nicholas vive qui, a ma non serve altro.
«È ora di andare a casa, sei pronto?», sistemo gli ultimi libri rimasti.
«Se parto ora, sarò a casa per l'ora di cena.», commenta guardando l'ora sul suo orologio.
Lo guardo confusa.
«Non resti qui con me fino a domani? Lo sai che c'è posto a casa mia.», brontolo triste.
«Vuoi che resti davvero?».
«Certo! Nicholas viene da me stasera e porta la cena per tutti.», gli sorrido.
«Non hai ancora imparato a cucinare?», sbotta ridendo.
«Nah, solo l'essenziale per la mia sopravvivenza. Ringrazio caldamente chi ha inventato i surgelati!».
«Per fortuna hai trovato un uomo bravo in cucina.», mi strizza l'occhio.
Sento il sangue defluire fino alla punta delle orecchie e abbasso lo sguardo. Marco scuote la testa e ride.
«Ti voglio bene sorellina.».
Mi abbraccia forte e mi bacia sulla testa. Ne voglio bene anch'io a lui, anche se non glielo dico spesso.

 

 

 



 
*Spazio autrice*
Ciao a tutti *saluta con la manina*
Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento. Emma ha avuto la visita a sorpresa del suo fratellone Marco. Era piuttosto preoccupato ed è venuto a controllare con i suoi occhi. Nicholas si è visto poco in questo capitolo, lo rivedremo un po’ di più nel prossimo.
Ringrazio tutti quelli che leggono e apprezzano questa mia storia. Un grazie particolare alle ragazze che mi lasciano sempre un commento… mi rendete felice :)
A martedì prossimo *abbraccio*



Se volete passare per fare due chiacchiere
*Bijouttina & i suoi vaneggiamenti*

La mia sovrannaturale romantica
Le ali della salvezza

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Il profumo del destino



 
   
 
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