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Autore: 27_June_1986    01/07/2014    2 recensioni
Interrotta
[Dal terzo capitolo]
«P!», strilla alla fine, incredula, allontanando appena il foglio. Alza lo sguardo su Katniss, irritata. «Non mi hai detto che c’era l’iniziale del suo nome».
«Chi ti dice che sia il suo vero nome?», chiede in un sospiro annoiato, palesemente finto.
Non ammetterà mai di aver ceduto per i sensi di colpa. Insomma: ha ricevuto una lettera da parte di un fantomatico P. –e già qui, mentre la notte ripensava alla lettera, il nome di Peeta aveva iniziato a lampeggiare nella sua mente come una svolazzante luce al neon rotta- che, non solo le ha riservato un gesto davvero gentile, ma ha anche raccontato un suo segreto. Un segreto che crea tra i due un legame, per il “tragico amore” che entrambi vivono.
[“What if?” ambientata in un immaginario periodo precedente al primo libro della saga, quindi direi che è anche una Missing Moments; OOC] [Evellark]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alla mia Emme, perché…perché ad Agosto potrò finalmente abbracciarti, sweetheart.
 
 
 
Capitolo 2
 


 The diary page
 
 
Caro diario,
Gale Hawtorne è il più grande stronzo del distretto 12.

 
Katniss stacca la penna dal foglio per qualche secondo.
Davvero divertente, pensa, ruotando gli occhi al cielo.
 
Non lo dico perché mi ha “consigliato” di lasciare il libro scarlatto, ma perché è davvero il più grande stronzo del distretto 12.
Per colpa sua io e Madge…

 
La ragazza lascia che i suoi occhi diventino lucidi, conscia del fatto che niente e nessuno –assolutamente niente e nessuno, nemmeno un moscerino- abbia lo sguardo puntato su di lei.
Ci tiene davvero molto alla sua amicizia con Madge. A dire la verità ci tiene a Madge. È un ottima amica e, anche se a volte è avventata o fin troppo esuberante, è sempre sorridente e a suo agio quando passa il tempo con lei.
La conosce da poco –forse da quando ha iniziato il liceo-, ma dopo il primo anno, passato con goffi tentativi di fare conversazione e silenzi imbarazzanti, Madge ha mostrato il suo vero carattere e sono diventate amiche inseparabili.
Ma è solo grazie a Katniss che “la vera Undersee” si è rivelata.
La ragazza scuote la testa per cacciare le lacrime, mentre un sorriso si disegna sul suo volto. Ricorda ancora l’espressione dell’amica mentre, con un timido sorriso, Katniss le regalava le fragole. Aveva spalancato gli occhi azzurri e un sorriso si era aperto sul suo volto, come una bambina al quale regalano una nuova bambola.
Il padre di Katniss le regalava sempre le fragole, aveva detto in seguito, per questo era stata così felice di riceverle proprio da lei: la figlia dell’ “Uomo Sempreverde”*.
Quel regalo è ciò che ha davvero dato inizio alla loro amicizia.  
Katniss scuote la testa e torna a fissare il foglio.
 
...io e Madge abbiamo litigato.
È stata lei a chiedermi scusa qualche ora dopo –tralascia il dettaglio della riappacificazione con lacrime mal trattenute da parte di entrambe-, ma sono state le ore  –e la lite- peggiori della mia vita.
Non ho ancora capito come è iniziata, ricordo solo che Madge è corsa da me in lacrime e io ho fatto di tutto per consolarla –non che io sia diventata improvvisamente brava nel consolare persone o cosa, ma è pur sempre la mia…
 

La ragazza nasconde il sorriso, mordendosi il labbro. È davvero strano per lei definire Madge “la sua migliore amica”, ma è la verità. Madge è la sua migliore amica da quasi quattro anni.
 
…migliore amica.
 Non riuscivo davvero a capire perché lei e Gale si fossero lasciati, ma quando ha singhiozzato che è stata per colpa mia mi…mi sono comportata da stupida. Non ho cercato di spiegarle, le ho solo detto che le sue parole erano balle, perché io non provo niente per Gale. Questo non ha fatto altro che farla infuriare di più, ma non con Gale. Con me. Mentre tornavo a casa ero così furiosa…
È stato strano vederla davanti a casa mia con gli occhi bassi per l’imbarazzo. Madge non è mai imbarazzata. Credo sia stata la sua espressione a spingermi a perdonarla.
Forse questa può definirsi uno dei giorni peggiori della mia vita. Ma non importa: ho chiarito con Madge, anche se non voglio sentir parlare di Gale per i prossimi giorni.
 

Sospira profondamente, poggiando la schiena contro gli scaffali dietro di lei.
La biblioteca le è sembrato il posto migliore per stare da sola: Gale l’avrebbe cercata nei boschi e a casa c’erano gli occhi curiosi di Prim. E poi doveva lasciare il libro scarlatto.
Buffo: alla fine l’idea di Madge si è rivelata d’aiuto.
La ragazza posa sul pavimento di legno la penna che stringeva tra le dita e chiude gli occhi.
Non è colpa sua se si sono lasciati, lei non prova niente per Gale e Gale non prova niente per lei. Questo è così scontato che il contrario è inconcepibile.
Delle risate la fanno scattare, facendole chiudere immediatamente il libro scarlatto che aveva tra le mani. Si rimette velocemente in piedi e lascia il libro sullo scaffale, prima di scappare via.
 
 
 
 
Peeta
 
«No, Delly, per l’ultima volta: non parlerò con Katniss», dice il ragazzo. Anche se il suo tono risulta deciso, un sorriso è ben evidente sulle sue labbra.
La ragazza bionda al suo fianco scuote la testa, esasperata. «La stai deliberatamente cedendo ad Hawtorne».
«Prima di tutto: non la sto cedendo a nessuno perché non è la mia ragazza», le fa notare lui, ruotando gli occhi al cielo, «Secondo: Gale è il ragazzo di Madge, lo sanno tutti».
Peeta abbassa lo sguardo sul pavimento. Non potrebbe mai ammetterlo, ma è dannatamente insicuro sull’ultima affermazione. Gale è il ragazzo di Madge, ma cosa gli vieta di lasciarla per stare con Katniss?
Delly sorride, dispiaciuta per l’amico. «Oh, Peeta». Gli spettina i capelli, rubandogli un sorriso. Non abbastanza da Peeta. «Sono sicuro che un giorno sarà lei a fare la prima mossa», afferma con una certa aria saccente. «Verrà da te e ti confesserà il suo sempiterno amore e allora avrete venticinque figli…ed un cane di nome Happy».
«Sempiterno amore? Ma ti senti? Forse hai mangiato troppa cioccolata», dice il ragazzo, sollevando un sopracciglio.
Delly scoppia a ridere, spalancando rumorosamente le porte della biblioteca.
«Ciao, Effie!», quasi urla alla donna dietro il bancone.
«Ciao, cara», la saluta la donna atona, continuando a limare le sue unghie già perfette.
Peeta la osserva fino a quando non svoltano verso gli scaffali. Non è da lui giudicare male o disprezzare le persone, ma il comportamento di Effie lo ha sempre irritato. “Non siamo affetti da nessuna malattia”, gli avrebbe voluto dire. Non urlando, nemmeno sibilando sottovoce, ma ridendo, forse così non l’avrebbe presa male.
«Come hai potuto perdere il libro? Insomma…è un libro! Non un anello o un bottone», dice a Delly, per distogliere l’attenzione dalla Capitolina.
«Ti ho mai informato del mio essere una sbadata cronica?», chiede Delly in risposta, sollevando le sopracciglia, fingendosi curiosa.
L’attenzione del ragazzo viene catturata per un attimo da un movimento fugace dall’altra parte dello scaffale. Ma riporta in fretta l’attenzione sull’amica.
«Mi è giunta voce», ammette Peeta con fare pensieroso.
Delly scuote la testa, mentre afferra l’ultima copia rimasta de “Classificazione del carbone”.
«Vedi?!», esclama, indicando i due posti vuoti, «Non sono l’unica sbadata».
«Due su più di mille alunni, i miei complimenti», sussurra Peeta, troppo concentrato a studiare i titoli dei libri.
La sua curiosità lo spinge a scorrere le dita sul bordo dello scaffale. Gli occhi scorrono veloci di copertina in copertina, fino a fermarsi su una.
P.
«P di Peeta!», esclama Delly, afferrandolo e mettendolo tra le mani del ragazzo. «A domani, P», gli dice sorridente, mentre si affretta ad uscire dalla biblioteca e lasciandolo solo.
Panem.
Un foglio stropicciato in mezzo alle pagine cattura la sua attenzione, mentre sfoglia il libro scarlatto.
Caro diario, legge nella mente, socchiudendo gli occhi su quella scrittura affilata in cui le parole si sovrappongono, quasi a volersi nascondere l’una con l’altra.
Gale Hawtorne è il più grande stronzo del distretto 12.
«Condivido», si lascia sfuggire, pentendosi un secondo dopo. Non riesce davvero a non sentirsi in colpa quando giudica…o insulta qualcuno.
Per colpa sua io e Madge abbiamo litigato.
Quella frase ha il potere di seccargli immediatamente la gola. Può sentire la dolceamara morsa allo stomaco.
Peeta ricorda quando, ogni volta che pensava a lei, provava una nauseante sensazione di “farfalle nello stomaco”. Allora i suoi sentimenti per quella ragazza erano nulla in confronto a quelli che prova ora.
«Katniss», sussurra, sfiorando con la punta delle dita le lettere incise sul foglio con l’inchiostro scuro.
Non riuscivo davvero a capire perché lei e Gale si fossero lasciati, ma quando ha singhiozzato che è stata per colpa mia mi…
Legge velocemente, terrorizzato all’idea di trovare qualcosa che confermi le sue paure. Vorrebbe maledire Delly, ma d’altra parte prova anche un profondo senso di gratitudine. Per la prima volta gli sembra di parlare con Katniss.
…mi sono comportata da stupida. Non ho cercato di spiegarle, le ho solo detto che le sue parole erano balle, perché io non provo niente per Gale.
Peeta sospira pesantemente ad occhi chiusi. Si può amare di più una persona solo per un’affermazione? Peeta ne è certo.
Non ama Gale, quindi non vuole stare con lui, quindi lui può provare ad avvicinarsi a lei…no, non potrebbe mai osare così tanto.
Non appena finisce di leggere, ripiega con cura il foglio e lo ripone tra le pagine del libro. Si gratta la nuca, fingendosi indifferente, mentre passa davanti ad Effie con il libro scarlatto ben stretto in mano.
Mentre cammina tra i corridoi il ragazzo reprime un sorriso al ricordo delle ultime parole scritte da Katniss: …non voglio sentir parlare di Gale per i prossimi giorni.

 
 
 

 
*Ho…uhm…diciamo “giocato” con il cognome: Everdeen. Cambiate la D con una G ed esce Evergreen (Sempreverde). Ho sempre pensato che la Collins avesse dato a Katniss/il padre di Katniss questo cognome per il loro profondo legame con i boschi (sono solo miei pensieri, eh).
P.s.
Ho cercato su Wiki: da solo la definizione di piante sempreverdi, ergo, piante che perdono solo dopo molti anni le foglie (in confronto alle altre) poi da informazioni su: dove si trovano, in che climi e ne cita qualcuna.
 
 
 

Okay.
Cioè…ieri ho pubblicato l’avviso e oggi mi è presa l’ispirazione e ho semplicemente aperto word. Non è normale, non è possibile, sul serio. Non dovevano nemmeno andare così queste scene! Non doveva litigare con Madge! Sono confusa ç_ç
Non ho capito se è Efp o sono io…oppure c’è qualcuno/qualcosa che si diverte a prendermi per il culo…non lo so, ma vi terrò informate.
Non sono pronta a psicoanalizzare la mia ispirazione…credo che mi rintanerò in un angolino a piangere le mie lacrime giornaliere da *SPOILER TVD 5 STAGIONE* “post morte di Damon-riesco-a-diventare-il-tuo-character-preferito-con-una-sola-frase-Salvatore” Molto divertente: l’ultima volta che ho postato un capitolo i Delena si stavano lasciando, ora che posto il capitolo i Delena non esistono perché Damon è morto…io credo di non sentirmi troppo bene…una massa d’acqua tipo Lago di Como sta cercando di uscire dai miei occhi. *FINE SPOILER*
Anywah! Si, lo so, i personaggi sono molto OOC, ma credo di averlo scritto tra le note e non riuscirò a riportarli sulla retta via, fuori dal territorio OOC. Ma ehi! È un po’ come le varie morti nelle varie storie: servono per la trama, anche se a volte è TOTALMENTE inutile uccidere INNOCENTI personaggi perché la loro morte non serve PER NIENTE alla trama. Si, sto parlando di te Julie Plec. Ti ammazzerò e adotterò il metodo “Aaron Whitmore” per la tua famiglia *sorriso sinistro*
Okay note troppo lunghe: se avete bisogno di Info, inviarmi lettere minatorie, uccidermi, contribuire al piano “come uccidere la Plec”, donare una recensione alla causa “fai felice un’autrice”, etc etc…I’m here!
xoxo
Nina



 
   
 
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