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Autore: Rota    24/08/2008    1 recensioni
Correvo, dio quanto correvo. In testa una sola cosa: correr, correre, correre. Dietro di me, la morte personificata che mi inseguiva, più forte, veloce e resistente di un uomo normale, un Immortale. No, non volevo morire. Ero terrorizzato, il perfido gioco di luci ed ombre della boscaglia attorno a me mi dava la sensazione di sentirlo, vederlo ovunque. Una radice mi fermò, facendomi cadere; steso a terra non ebbi la forza di rialzarmi, aspettai lì che mi finisse...... (prima opera, siate clementi!!!!)
Genere: Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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sab 10 Ebbene, eccoci qui, al capitolo conclusivo! Finalmente... Accidenti, ho pensato veramente tanto a questo capitolo, sapete, non sapevo come farla finire, se il trio dovesse diventare un duo, oppure non modificare nulla e andare avanti così... Beh, lo scoprirete leggendo, come si è risolta! Buona lettura!


Le fiamme dell’inferno che la circondavano, le urla, i gemiti di dolore, i corpi e i loro pezzi che cadevano, rotolavano, s’infrangevano per terra non li vedeva nemmeno. I suoi occhi chiari erano fissi sul davanti, nient’altro vedeva oltre che il suo riflesso negli occhi, e nient’altro voleva vedere in quel momento.
Lasciata la mia mano, Sab aveva riflettuto un attimo tra sé e sé, trovando tutto il coraggio e la determinazione che il parricidio necessitava. Non si sarebbe comportata tanto diversamente da come si comportava di solito, non era nel suo stile tradire il proprio credo. S’era buttata come una belva in avanti, contro il nemico, senza alcuna esitazione né dubbio, non servivano in quel momento. Alzò tanti specchi quanti avversari le si erano parati contro, distruggendo le loro misere vite maledette in un soffio e con un rumore insistente di vetro rotto.
Finalmente arrivò dentro la Base, cercando con lo sguardo qualcosa che potesse darle un indizio su dove era il suo avversario in quel momento. Un Immortale tentò d’attaccarla, ma con un semplice colpo di polso Sab gli recise la gola, e quello divenne polvere.
Lo vide infine confuso nella folla, occhi di ghiaccio contro occhi di ghiaccio.
La condusse lontano, anche lui, non voleva né testimoni né intralci tra loro due; era una questione di famiglia. Appena furono soli, in una delle stanze riservate all’Ospedale, fu subito battaglia.
Sab gli saltò addosso come una furia, vibrando un colpo dopo l’altro con una velocità incredibile. Sergio li schivava come se fosse niente. La sua superiorità era piuttosto evidente.
Non per questo Sabrina accennò a mollare, sarebbe andata fino in fondo, qualsiasi cosa questo comportava. Vibrò un colpo troppo vicino al collo per essere ignorato, Sergio lo schivò spingendolo via con la mano, mentre l’altra scaraventò la figlia lontano, con un pugno.
-Sabrina, sei una proprio delusione…-
La ragazza si era alzata, pulendosi il sangue uscito dalla bocca con la manica del giubbino, gli occhi azzurri pieni d’odio puro.
-Davvero, mia cara… speravo in qualcosa di meglio…-
Con un urlo animalesco, gettando il proprio giubbino per terra con un gesto scocciato, Sab tornò all’attacco, con più foga, con più rabbia. Di nuovo fu mandata a terra in malo modo, con un calcio allo stomaco.
-Non è cambiato niente da allora… sei sempre e comunque un essere umano…-
Ancora un urlo, stavolta una lama riuscì a raggiungere Sergio alla spalla; questi prese la figlia per il braccio, la sollevò e se la portò vicina al viso.
-Sei un essere umano debole e infimo!-
Con un movimento secco del polso, le stortò il braccio, spezzando l’osso al suo interno, e lanciò per terra il corpo urlante dell’avversaria. La guardò contorcersi per terra per qualche secondo, prima di ricominciare la sua ramanzina.
-Se tu volessi…. Potresti ancora diventare come me, forte e potente come me…-
Ora gli occhi azzurri e doloranti della figlia si posarono su di lui.
-Si, bimba mia, potresti ancora…. Tuo padre è abbastanza misericordioso da concederti una seconda possibilità…. Vieni da me, diventa Immortale!-
Sab si voltò completamente verso di lui, i suoi occhi avevano perso quella carica omicida che l’avevano caratterizzati fino a quel momento.
-Sabrina, torna da me, e potremo ricostruire la famiglia che eravamo un tempo! Potremo donare un nuovo cuore a Dora, anche lei diventerà forte come noi! Un’Immortale anche lei! Saremo di nuovo tutti assieme…-
-E mamma dov’è?-
Poche parole per zittire Sergio, Sab scoppiò in una risata tragicamente fredda e pazza.
-Mamma dov’è? In una famiglia occorre una madre! Ti ricordi dov’è, la mamma?-
E gli rise ancora in faccia, come se si divertisse a prenderlo in giro.
-E’ morta, la mamma! E’ morta! E indovina un po’ chi l’ha uccisa?-
-Tua madre vive dentro di me, ora! E’ qui, con me!-
Sergio non era certo il tipo da lasciarsi mettere i piedi in testa da alcune, specialmente da sua figlia. Lo stesso tono duro di sempre, una mano sul petto a indicare il cuore rubato, per lui questa era la pura verità.
-No padre! La mamma non vive più! Tu l’hai uccisa!-
-La sua vita è servita ha rendermi la creatura perfetta su questo mondo! Era necessario!-
Gli occhi di ghiaccio tornarono a fissarlo, Sab si mosse così rapidamente che il solo istinto salvò Sergio. La sola lama utilizzabile ora era dannatamente vicina al suo collo, e un piede fermava l’altro braccio, mentre i due occhi di ghiaccio lo perforavano da parte a parte.
-Necessario a cosa? A COSA? A me, mia madre, serviva viva! IO avevo bisogno DEL SUO AMORE! Ma tu me l’hai strappata dalle braccia per pura brama di potere! Sei soltanto un bastardo, eccola, la verità!-
Un testata la fece andare all’indietro, una mano possente le afferrò la gola, stringendola tra le sue dita.
-Mia moglie era MIA moglie! Evidentemente tu sei stato uno sbaglio….-
Sab scalciava come una matta, ma con il braccio immobilizzato dalla presa ferrea dell’altra mano non poteva fare molto d più.
-…un errore a cui rimedierò…-
La fissò con lo stesso odio con cui lei fissava lui.
-….adesso!-
-NO, MAI!-
Questo lo gridai io, correndo come un pazzo verso di lui e dandogli un pugno con tutta la forza che avevo, Cadde a terra probabilmente preso alla sprovvista dalla mia comparsa. Presi tra le braccia Sab e feci qualche salto indietro, per distanziarci dal nostro avversario.
-Dick, ma cosa…-
Si zittì, vedendo cosa mi era successo.
-Oh, mio dio…. Riccardo…-
Le sue dita sfiorarono il mio petto delicatamente, esattamente dove la pelle era scoperta a far vedere il cuore rubato che mi aveva fatto diventare un Immortale.
-Questo è il cuore del piccolo Jaxe, che prima era nel petto del Medico…-
Mi guardò, piena di tristezza.
-E’ dunque così?-
Anch’io la fissai, deciso. Ormai non potevo più tornare indietro. Si rimise in piedi, di nuovo quell’espressione dura negli occhi. Sergio intanto si era rialzato.
-Dunque è così…. Ok! Allora ho da chiederti un favore, Dick! Non immischiarti più in questa battaglia! E’ una faccenda che riguarda soltanto me e lui! Stanne fuori!-
Feci per ribattere, ma lei attaccò di nuovo il suo nemico con tutta la forza che le rimaneva. Vidi chiaramente Sergio prenderle il braccio, e con l’altra mano prenderle il viso e schiacciarla a terra, ridendo malignamente. Dal suo polso crebbe una lama, uguale a quella della figlia, che andò a tagliare il braccio già spezzato. Altre urla nelle mie orecchie.
Che diavolo potevo fare? Sab avrebbe preferito essere uccisa piuttosto che aiutata!
Per il suo onore, il suo orgoglio, decisi di fidarmi di lei.
Sergio aveva le lasciato il viso, per vedere la sua espressione.
-Allora, figlia, che sapore ha la morte?-
Il suo braccio era di nuovo in alto, penetrando con la lama il petto della ragazza. L’uomo si fermò qualche secondo a fissarla, poi le sputò sangue sul viso ghignante.
-Dimmelo tu, PADRE!-
La sua mano, la mano “buona”, era entrata nel petto con un ultimo sussulto di vita, e ne aveva trascinato fuori il cuore della madre. E mentre il padre diventava polvere, la figlia diventava un Immortale.
Io mi avvicinai quando la vidi respirare più lentamente. Mi sedetti vicino a lei. Qualche minuto di silenzio non potei evitarlo neanche io
-Ebbene, eccoci qua…   
Lei mi guardò male, poi però la sua espressione si addolcì.
-Mi dispiace per tutto, Dick… mi dispiace davvero tanto…-
La fermai, non riuscivo a sopportare quello sguardo. La fermai con il solo metodo che mi venne in mente in quel momento. Mi ero chinato, a baciarla. Non mi fermò né cercò di allontanarmi, almeno ero riuscito a fermare le sue probabili lacrime.
Mi staccai da lei poco dopo, non so dire quanto dopo, e le sorrisi. Lei ricambiò, e il suo sorriso mi sembrò così bello che la ribaciai di nuovo.
Questa volta fu un colpo di tosse a separarci. Vedemmo Iv poco distante da noi.
-Ebbene, piccioncini, che diavolo state facendo? C’è una battaglia, là fuori!-
Io ero color porpora, Sab si alzò tranquillamente e tranquillamente parlò.
-Ormai siamo passati dalla parte del nemico…. Non è saggio tornarcene fuori così, come se nulla fosse…-
-Oddio, parte del nemico…. Io sono sempre stato un Immortale…-
Sab lo zittì con lo sguardo. Intervenni io, prima che tentasse di sgozzarlo.
-Ebbene, allora che si fa?-
Sab mi guardò, ma non proferì parola.
-Beh, non mi dirai che abbiamo realmente ucciso tutti gli Immortali…-
Ora gli occhi di Sab s’illuminarono.
-Effettivamente, se gli specchi sono 1000, vuol dire che di Immortali ce ne devono essere ancora, in giro, da qualche parte…-
Sab e Iv sorrisero, io ero leggermente preoccupato.
-Allora, si va a caccia di Immortali!


Bene, finalmente è finito! Piccolo avvertimento, ci sarà anche un piccolo epilogo più avanti, una one- shot che vedrà i protagonisti qualche anno più in là. Niente di che, un pò come "Sab 2, la vendetta"... Non penso che farà un'altra long- fic su Sab, mi dispiace per i suoi fan (che non sono poi così tanti...), ma la cosa si conclude qui, stop (a parte certo, la one- shot... ma quello è un altro discorso...). Quindi, per concludere, ringrazio davvero di cuore chiunque abbia letto (e recensito) questa mia prima long- fic. Grazie mille, mi siete state di grandissimo supporto. A presto!
Meg
   
 
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