3
“Ragazzi,
sedetevi qui
e lei, professor Dessin veda di darsi una calmata. Ora vada.
C’è una classe che
l’attende”disse la donna, facendo accomodare i due
ragazzini sulle sedie di
fronte a lei.
Il professore di
francese si congedò, chiudendosi la porta alle spalle.
“Bill…devi
essere tu,
vero?”chiese la donna, osservando un foglio e poi spostando
lo sguardo sugli
occhi velati di lacrime del gemello più piccolo, che
annuì senza guardarla in
volto.
“Tu invece sei
Tom”aggiunse la donna.
“Sì…”rispose
il rasta,
un po’ meno spavaldo.
“Dunque
ragazzi…siete
qui da poco più di un’ora e già vi
siete fatti mandare da me. Credo sia un
record!”
Tom si lasciò
sfuggire
un sorriso.
“Comunque,
potreste
spiegarmi cos’è successo in corridoio? Non
è normale avere dei ragazzini con il
naso rotto in giro per la scuola, né tanto meno avere dei
pugili pericolosi per
le aule”.
Bill rimase in
silenzio, costringendo il gemello a parlare.
“Vede…signora.
Quel
ragazzino continuava a prendere in giro mio fratello. Per noi non
è la prima
volta che accade una cosa del genere…”disse,
cercando di non raccontare proprio
tutto.
“Nell’altra
scuola mi
picchiavano, perché mi piace mettermi lo smalto e la matita
di mia madre.
Dicono tutti che sono gay oppure che sono una femmina. Tomi
è l’unico dalla mia
parte. Nostra madre non ha potuto fare altro che cambiarci scuola.
Speravamo
che qui fosse tutto diverso…”disse Bill, con voce
tremante.
Tom lo guardò,
poi
osservò la reazione della preside.
“Capisco. Bill
questa
è una situazione molto particolare, ma dovete capire che non
si risolve nulla
con la violenza. Ora mi vedo costretta a dover punire Tom, tenendolo a
casa per
qualche giorno. Quel ragazzino passerà dalla parte del
giusto e voi due verrete
additati in malo modo. Prima di muovere le mani bisogna sempre trovare
una
seconda strada. Sono la preside di questa scuola non perché
mi piaccia avere
più potere di un semplice professore, ma perché
posso aiutare di più voi
ragazzi. Come insegnante nessuno mi ascoltava molto, ma ora quello che
dico io
è legge dentro queste mura. Vi prometto che d’ora
in poi le cose cambieranno.
Tom, fai firmare questo a tua madre e Bill, guai a te se stai a casa
durante la
sospensione di tuo fratello. Ora andate in classe. La professoressa di
matematica era ansiosa di conoscervi”disse con un sorriso.
“Gentili
genitori,
vi informo che vostro figlio è stato sospeso dal frequentare
le lezioni per
giorni 3, in quanto sorpreso in comportamenti scorretti. Grazie, la
preside Wilhelmina
Küßer”lesse Tomi, storcendo il
naso.
“Tomi…io
non voglio
venire a scuola senza di te…quel ragazzino mi
tormenterà…lo so”.
“Hai
sentito la
preside cos’ha detto…io non posso aiutarti e tu
non puoi stare a casa…siamo
bloccati…”disse il gemello, avvicinandosi alla
porta dell’aula.