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Autore: MiakaHongo    02/07/2014    13 recensioni
Benvenuti agli Hunger Games Crossover interattivi!
Chi saranno i tributi? Sarete voi a deciderlo, proponendo i vostri 24 tributi delle vostre saghe di libri o film di animazione preferiti.
Gli eventi saranno gestiti e descritti dall'autrice, ma voi lettori potrete influenzare alcune scelte dei personaggi, suggerire trappole o ostacoli agli strateghi ed agire come Sponsor salvando dalla morte il vostro personaggio preferito.
Per partecipare è obbligatorio leggere il regolamento al primo capitolo, per dubbi o domande contattare l'autrice.
Buoni Giochi! E che la fortuna sia sempre dalla vostra parte!
Genere: Avventura, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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mietitura


I tributi furono portati ognuno in una stanza, gli furono fatte indossare le divise dell'arena: erano nere, con degli inserti colorati ed una fascia in vita con vari lacci e fibbie, studiata probabilmente per poter legare ad essa vari oggetti o armi. Ad ognuno di loro fu fissato al polso un bracciale metallico: veniva chiuso ermeticamente, quindi sembrava impossibile rimuoverlo senza l'apposito macchinario.
Poi i tributi furono condotti ognuno ad un ascensore cilindrico trasparente che portava direttamente nell'arena.
I tributi erano quasi tutti tesi: alcuni di loro sentivano il cuore martellargli in petto ad una velocità inimmaginabile, entrarono nell'ascensore e la porta si richiuse di colpo e l'ansia iniziò a pervaderli.
Gli ascensori rimasero immobili, si sentì, dal megafono posto in alto, la voce della Presidentessa Ice.
"Salve miei cari tributi, finalmente é arrivato il momento per voi di entrare nell'arena, siete emozionati? Ma prima di iniziare vorrei spiegarvi meglio alcune regole: vi ritroverete nell'arena al fianco di un compagno, avrete il divieto tassativo di ucciderlo fino a nuovo ordine, approfittatene! Potrebbe essere una buona occasione per iniziare un'alleanza. Sparsi nell'arena troverete vari zaini, il cui contenuto obbligatoriamente non va gettato via, ma legato alla vostra fascia. Le apparenze ingannano, non potete mai sapere quanto potrà esservi utile un oggetto che potrebbe sembrare insignificante! L'unica eccezione viene fatta per le armi: se sono troppo pesanti o ingombranti potete poggiarle a terra, purché siano ben visibili.
Come ben sapete, gli sponsor possono decidere di supportarvi, in tal caso il loro aiuto arriverà quasi sempre sottoforma di paracadute, contenente qualcosa capace di salvarvi la vita: quindi, se ne vedete uno, é obbligatorio fermare qualsiasi azione e permettere all'intestatario di aprirlo, anche se stavate per infliggergli il colpo mortale.
Alcuni di voi hanno dei poteri. In tal caso potete usarli solo per difendervi o per aiutarvi, ma MAI per uccidere o per imprigionare definitivamente qualcuno. Questi ultimi due compiti sono riservati alle armi e alle trappole da voi stessi costruite. Non vogliamo di certo che qualcuno sia troppo avvantaggiato, no?
A questo proposito avrete notato che al vostro polso é stato legato un bracciale metallico: é stato fatto con leghe e magia proveniente dai vari distretti a cui appartenete. Finché lo avrete al polso, i vostri poteri saranno limitati, perché se li usate troppo o di troppo potenti, il bracciale emetterà delle scariche elettriche, che oltre a farvi molto male, potrebbero pure uccidervi. Vi consiglio quindi di non abusarne!
Ricordate inoltre: anche se certi tributi vi possano sembrare imbattibili, c'é sempre un modo o un mezzo per sconfiggerli!
Ah, quasi dimenticavo...nel caso vi venisse in mente la bizzarra idea di infrangere le regole...ecco credo dovreste sapere che nel vostro braccialetto é presente anche una carica esplosiva. In poche parole: infrangete le regole e temo che sarà l'ultima cosa che farete!
L'idea per questi fantastici braccialetti si ispira ad un gioco al quale a sua volta si sono ispirati gli Hunger Games originali, ovvero la Battle Royale: in quel caso non c'erano molte regole, quindi il collare serviva solo per assicurarsi che sopravvivesse solo una persona...diciamo che noi abbiamo evoluto il concetto, per rendere il nostro gioco più equilibrato ed interessante!
Bene, direi che adesso non mi resta che augurarvi un buon inizio dei giochi! E che la fortuna possa sempre essere a vostro favore!"

I tributi ascoltarono attentamente le parole della presidentessa, parole di certo non molto confortevoli. Gli ascensori si attivarono e iniziarono la loro risalita verso l'esterno.
Percy sentì il cuore battergli all'impazzata e una crescente sensazione di ansia: d'un tratto desiderò di trovarsi nell'ascensore di New York che portava all'olimpo, a parte la sgradevole musica, era di sicuro una situazione più simpatica di quella in cui si trovava adesso! Certo aveva affrontato molte imprese e situazioni mortali, ma per qualche motivo quel gioco non lo faceva stare per nulla tranquillo, soprattutto dopo le parole di Ice.

C'erano altre persone con dei poteri?
Che tipo di poteri?

Tirò un profondo sospiro per cercare di calmarsi.
Forza Percy, hai affrontato di peggio, appena vedrai Annabeth, insieme troverete un modo per affrontare qualsiasi cosa.
Ad un tratto la luce del giorno dell'arena lo sovrastò, costringendolo a porre un braccio davanti agli occhi. Una volta totalmente all'esterno, la vista si abituò alla luce, così si guardò immediatamente introno alla ricerca di Annabeth.
Si voltò su entrambi i lati, gli venne un tuffo al cuore quando notò che non solo non c'era traccia della ragazza, ma sembrava essere solo.
Fu subito smentito quando capì che non è che era solo, ma doveva semplicemente guardare più in basso. Accanto a lui era salito un'altro ascensore, che aveva portato un basso satiro, che al vederlo mostrò un'aria contrariata.
"Tu sei un satiro! Aspetta, se sei un satiro allora conosci Grover? Anche lui lo é!"
"Per gli dei...tra tutti i tributi presenti, come alleato doveva capitarmi proprio un ragazzino? Sì dolcezza, sono un satiro, a meno che queste zampe non ti sembrano dei piedi!" rispose Filottete, indicandole "E comunque non conosco questo tuo amico...sai non é che dato che sono un satiro conosco tutti i satiri che esistono! Come se ti chiedessi se conosci un mio amico umano, solo perché tu sei della sua razza..."
"Alleato?" chiese dubbioso Percy.
Il satiro sbuffò spazientito.
"Ehi, sveglia ragazzino! Non hai sentito cosa ha detto la presidentessa poco fa? Non possiamo ucciderci fino a nuovo ordine noi due...tanto vale darci una mano, anche se inizio a dubitare della tua!"
"Io sono un eroe diciamo...sono io che dovrei dubitare della tua mano, non credi?" non adorava apostrofarsi in quel modo, ma Annabeth gli aveva consigliato di mostrarsi il più forte possibile davanti agli eventuali nemici e le strategie di Annabeth non si contraddicono mai!
Filottete sembrò sul punto di scoppiare a ridere.
"TU un eroe? Mi prendi in giro ragazzino! Io ho allenato i migliori eroi della storia: come Ercole, Achille e Perseo. Pensi che avere un nome simile ad uno di loro, basti a farti considerare come tale?"
"Pensavo che quegli eroi li avesse allenati Chirone!"
"Ah Chirone...quello sbruffone! Si prende sempre tutto il merito da solo!"
"Comunque io sono un semidio, quindi..."
Non riuscì a terminare la frase, perché Filottete scoppiò a ridere.
"No, vabbé, sei uno spasso, ora oltre ad essere un eroe sei anche un semidio! Fammi indovinare, magari sei anche figlio di uno dei tre pezzi grossi! Mi fai troppo ridere, andiamo và, forse non mi aiuterai molto nel combattimento, ma almeno mi divertirò durante il tragitto! Cerchiamo uno di questi zaini, che siamo disarmati...a meno che tu non voglia far morire qualcuno dalle risate!"
Percy lo fissò dubbioso, esitò nel rispondere che effettivamente lui era figlio di uno dei tre pezzi grossi, ma decise di non farlo: probabilmente gli avrebbe solo riso in faccia un'altra volta.
Appena Filottete nominò il fatto di essere disarmati, Percy istintivamente portò una mano alla tasca. La sua spada era magica e gli tornava sempre in tasca, sottoforma di penna.
Qual'era il problema? Quella divisa non aveva tasche e non c'era traccia da nessuna parte della sua spada, così decise di seguire Filottete alla ricerca di qualcuno di quegli zaini, ma non era l'unica cosa che voleva cercare: doveva trovare Annabeth! Non solo era preoccupato per lei, ma inoltre lei doveva dirgli qualcosa di importante e sperò che lo avrebbe fatto presto...prima che fosse troppo tardi!
Si chiese cosa avrebbe fatto se così disarmato com'era avesse incontrato qualche tributo assetato di sangue, rabbrividì all'idea. Alcuni tributi sembravano molto muscolosi e molti più abili di lui nello scontro fisico.
Quei pensieri gli fecero venire d'un tratto un'idea.
"Acqua! Dobbiamo trovare dell'acqua!"
Il satiro lo fissò contrariato.
"Ragazzino, lo so che le regole di sopravvivenza dicono che é la prima cosa da cercare, ma ti assicuro che nel nostro caso é decisamente meglio cercare prima un'arma di qualsiasi specie o dubito che sopravviveremo tanto da arrivarci!"
Percy non intendeva quello, l'acqua per lui era letteralmente un arma, ma decise di evitare inutili spiegazioni e annuì al satiro. D'altronde non sapevano nemmeno dove erano diretti, figuriamoci verso cosa o chi.
Continuarono a passeggiare: il terreno era roccioso e pieno di ciottoli, nell'aria, alla loro destra, si insidiava una coltre di fumo nero, che in lontananza si faceva sempre più fitta.
"Bene ragazzo, non so se concordi con me, ma direi di evitare quella direzione"
"concordo pienamen-" si interruppe alla vista di qualcosa: sul fondo di uno dei crateri aveva notato una cosa: "Guarda Fil, quello sembrerebbe uno zaino!"
"Chi ti ha dato il permesso di chiamarmi Fil? Ehi aspetta! Hai detto zaino? Bravo ragazzo! Allora sei più sveglio di come sembri!"
Percy si chinò e iniziò a scavare leggermente con le mani intorno alla zaino, cercando di rimuovere quella che sembrava quasi fuliggine. In poco tempo riuscì ad estrarlo, ma lo zaino sembrava molto leggero.
Troppo leggero.
Lo aprì comunque speranzoso, alla prima occhiata gli venne un colpo al cuore, perché gli sembrò totalmente vuoto, poi però notò un fogliettino bianco sul fondo.
"C'é solo questo!" disse al compagno, poi cercò di leggerlo "La ver-verità pasce dal brutto della crono-cronoscienza?"
Filottete gli strappò il bigliettino dalla mano e lo lesse lui.
"La verità nasce dal frutto della conoscenza" poi sbuffò "Fantastico non solo un ragazzino, pure analfabeta mi doveva capitare!"
"Ehi, sono dislessico, ok?" rispose lui risentito. Era una delle caratteristiche tipiche dei semidei.
"Hai trovato comunque una cosa inutile, forza cerchiamo altri zaini e prendi tu questo coso.
Percy si riprese il bigliettino, lo fissò: era sicuramente un enigma o qualcosa del genere. Calcolò rapidamente le sue probabilità di risolverlo senza Annabeth, quando capì che erano rasenti allo zero, si legò il bigliettino alla fascia e proseguì, seguendo Filottete.
"Guarda lì ragazzo!" il satiro gli indicò un'enorme montagna davanti a loro "Se ci arrampichiamo, avremo un'ottima visuale, andiamo!"
Arrampicarsi? Fantastico: era una delle cose che odiava di più!

 

 

Appena il suo ascensore arrivò nell'arena, Elsa si girò immediatamente alla ricerca di sua sorella Anna, sentì un tuffo al cuore, quando al suo posto vide un ragazzo dai capelli bianchi.
Lui si girò verso di lei e le sorrise.
"Ehi, a quanto pare siamo in squadra insieme!"
Elsa puntò le braccia verso di lui minacciosa.
"Stammi lontano, ok?"
"Hai sentito la presidentessa? Non possiamo ucciderci, quindi..."
"No, mi spiace, io andrò a cercare mia sorella, solo di questo mi importa! Se é da sola in questo posto, é in grave pericolo e io devo aiutarla!"
"Bé, possiamo cercarla insieme allora!"
"Scordatelo!"
"Perché?"
"Perché hai il divieto di non uccidere me, non mia sorella. E non posso rischiare"
Il ragazzo ridacchiò tra sé.
"Dai, capisco che non mi conosci, ma credi davvero che sarei così spietato da uccidere tua sorella davanti ai tuoi occhi, soprattutto dopo averti conosciuta?"
"Perché non dovresti farlo?"
"Perché anche io avevo una sorella e so cosa vuol dire perderla...non lo augurerei a nessuno, quindi non potrei uccidere mai né te né lei"
Il volto di Jack si incupì, lo stesso fece Elsa, perché da quello sguardo capì che quella era la verità.
"Ma per vincere a questo gioco non potresti fare altrimenti...cosa faresti se rimanessimo solo noi?"
"Troverei un'altro modo...fidati! Siamo entrambi soli e per ora disarmati, in due lavoreremo meglio e potremmo trovare prima tua sorella e gli zaini che potrebbero aiutarci a sopravvivere. Per non parlare dell'affrontare eventuali altri tributi"
Elsa sorrise al pensiero che in realtà lei non era disarmata: aveva i suoi poteri, ma questo il ragazzo non lo sapeva ed era meglio che non lo sapesse per il momento.
"Pensavo non volessi uccidere nessuno!"
"Non ho detto questo, ma vorrei non dover uccidere nessuno. Non é nella mia natura e non ucciderò, a meno che non sarò costretto per difendermi o per difendere te e tua sorella!"
"Ora sei un eroe?" disse lei inarcando un sopracciglio.
Jack le sorrise e accennò un inchino.
"Nel mio mondo mi chiamano guardiano, ma voi, potete chiamarmi Jack Frost!"
Elsa ricambiò il sorriso.
"Io sono Elsa! Per ora accetto il tuo aiuto, ma ti terrò d'occhio!"
Nonostante i suoi poteri, Elsa sapeva di poter aver bisogno di aiuto, anche perché erano stati limitati sia dal regolamento che dal bracciale, ma ancora non si fidava di quel ragazzo.
I due si guardarono intorno, scoprendo di essere finiti nel bel mezzo di un bosco.

 

 

Hiccup si ritrovò in quella che sembrava una specie di palude melmosa, dall'aria non molto rassicurante. Appena vide il suo compagno si sentì agitato: era Shan Yu, quello tra i tributi che gli incuteva più paura.
Tranquillo Hiccup, non può ucciderti no? Cerca di essere gentile!
Cercò di mostrare un sorriso e di salutare il suo nuovo compagno, ma appena lui lo vide gli si scaraventò addosso con forza bruta, gettandolo e costringendolo a terra con entrambe le mani sul suo petto.
"Ehi, non hai sentito la voce della presidentessa? Siamo alleati..."
"Io non ho bisogno di alleati marmocchio!"
Detto questo tirò un pugno verso il volto del ragazzo, che Hiccup riuscì a scansare per un pelo, girando la testa a sinistra.
"Aspetta! N-non puoi uccidermi! Va contro le regole"
Un sorriso malvagio solcò il volto di Shan Yu, un sorriso che fece rabbrividire Hiccup.
"Non posso ucciderti per ORA, ma questo non vuol dire che io non ti possa rendere incapace di muoverti, così mi sarà più facile farlo quando ne avrò la possibilità o che lo faccia qualcuno al mio posto!"
Hiccup deglutì, sentì il cuore battergli fortissimo. Shan Yu strinse la presa sul suo petto, tenendolo ben saldo a terra, con l'altra mano assestò un'altro pugno, ma questa volta alle costole. Hiccup sentì un dolore tremendo, cercò disperatamente di divincolarsi da quella stretta, ma fu inutile: era troppo forte per lui.
Si chiese se sarebbe morto davvero così. Cioè, immaginava che non avesse mai potuto vincere, ma addirittura, morire dopo pochi secondi di arena, era ridicolo perfino per lui!
Doveva fare qualcosa, ma cosa? Mentre pensava, un'altro pugno gli arrivò al torace, questa volta il dolore fu così forte che affondò le dita con forza nel terreno fangoso dell'arena.
Fu allora che gli venne l'idea: afferrò quella specie di melma e la tirò, con tutta la forza che aveva, sul volto del suo avversario.
Prima che riuscisse a scaraventare un'altro colpo sul ragazzo, Shan Yu urlò per il bruciore provocato dal contatto della melma con i suoi occhi, istintivamente portò entrambe le mani al viso. Hiccup non esitò nemmeno un secondo: sgattaiolò via dalla presa di Shan Yu e corse il più velocemente possibile lontano da lui, tenendo una mano al torace per il dolore provocatogli dal nemico.
Shan Yu tentò rapidamente di togliersi quella roba dagli occhi, ma quando lì aprì ancora non ci vedeva, tentò di scaraventare dei pugni a vuoto ma non colpì nulla, quindi rabbioso urlò: "Prega che ti trovi qualcun'altro moccioso, perché se lo farò io, mi assicurerò che tu soffra come mai in vita tua!"
Hiccup affrettò il passo all'udire quelle parole, che probabilmente da quel momento, avrebbero occupato i suoi peggiori incubi.

 

 

Appena arrivata nell'arena Eris notò un paesaggio boschivo, ma la cosa che la rese più felice fu lo scoprire chi fosse il suo compagno. Assunse l'aria più innocente e seducente che riuscisse a fare, poi con tono suadente disse "Sono felice di vedere che sia tu il mio compagno. Carino ti chiami Tobaias giusto?"
Il ragazzo la fissò infastidito.
"TOBIAS, non sono mica un cane! Comunque chiamami Quattro e poi noi due non siamo compagni, vedi? Io andrò da quella parte e tu dall'altra" affermò, indicando due punti opposti.
Eris mostrò un'espressione volutamente dispiaciuta.
"Lasceresti una povera ragazza indifesa tutta sola e disarmata in questo luogo?"
"Mi spiace ma l'unica ragazza che voglio salvare da questo gioco é Tris! Anzi considerati fortunata che non ti posso uccidere, oppure mi sarei trovato costretto a farlo e credimi anche disarmato avrei potuto ucciderti facilmente. Ora, se non ti dispiace, vado a cercarla!"
"Potremmo unire le nostre forze e cercarla insieme, ho delle capacità nascoste sai?" disse lei con tono ammiccante, carezzandogli leggermente il viso. Lui le tolse subito la mano.
"Grazie, ma no grazie! Cercherò Tris da solo, non rischierei mai che tu possa ucciderla una volta trovata!"
"Impavido, ostinato, forte e carino...interessante!" rispose lei con tono compiaciuto e aria quasi divertita.
"Avrei detto altruista!" ironizzò lui.
"Voi uomini, sempre ad elogiare il peggio di voi!" rispose lei.
Quattro iniziò a trovare sempre più strana quella donna.
"Forse cambierai idea quando saprai cosa ho appena adocchiato!"
"Cosa?" chiese lui, con un sospiro leggermente esasperato.
Eris indicò l'incavo di un albero vicino a loro, dal quale fuoriusciva una piccola parte di uno zaino. Lei corse immediatamente ad aprirlo, Quattro la fissò sospetto, ma quando tirò fuori il contenuto dello zaino Eris sembrò totalmente delusa.
"Cos'é questa?"
Appena capì di cosa si trattasse, il ragazzo scoppiò a ridere.
"E' una penna!"
"Ed é un'arma?" chiese lei alzando un sopracciglio.
"Bé serve per scrivere: c'é chi dice che una penna può ferire più di una spada, ma temo che nel nostro caso ti sarebbe stata molto più utile una spada!"
Eris fissò la penna indignata. Che la presidentessa si stesse prendendo gioco di loro? Stava per scagliarla via quando si ricordò le regole, quindi seccata la legò alla fascia.
"Legala bene mi raccomando! Non vorrai rischiare di uccidere qualcuno vero?" inferì ironicamente Quattro "Comunque io vado di là, l'arena é grande: vedi di non seguirmi o di non fare del male a Tris. Perché ho l'impressione che se ci dovessimo rivedere non sarà molto piacevole per te, quindi prega affinché ciò non avvenga! Addio"
Eris accennò un leggero sorriso, salutandolo con un gesto della mano. Lui scomparve lentamente tra gli alberi. Il sorriso sul volto di Eris si allargò sempre di più, fino sconfinare in un ghigno soddisfatto.
"Che peccato! Così carino...eppure così INGENUO! Mi hai rivelato il tuo punto debole, ora so come far emergere i tuoi lati migliori!" disse tra sé e sé, con aria divertita.

 

 

Gothel guardò intorno disprezzata la zona paludosa che la circondava, sentì il rumore dell'altro ascensore che era arrivato e sperò con tutto il cuore che il suo alleato fosse qualcuno di forte.
Quando si voltò però si sentì soprafatta dalla delusione: aveva accanto a sé quella che pareva la ragazzina più debole tra tutti i tributi.
Anna vide la donna e tentò un saluto: "Ehi ciao, ehm cioè salve, io sono Anna, cioè la principessa Anna..."
Gothel alzò gli occhi al cielo.
"Fantastico! Un'altra principessina tra i piedi!"
"Aspetta che?"
La donna capì di aver espresso il suo pensiero involontariamente ad alta voce, tentò subito di rimediare, cercando di assumere la faccia più melodrammatica che poteva.
"Scusami...cioè scusatemi principessa! Sono confusa e molto scossa, sapete sono preoccupata per il mio piccolo fiorellino dorato. Sarà qui tutta sola chissà dove!"
Anna la fissò con aria interdetta.
"Parlate della ragazza del vostro distretto?"
"Esattamente!" aggiunse lei, con tono sempre più esageratamente drammatico "La mia povera piccola figliola! Lei non é abituata al mondo esterno. Come farà? Devo salvarla"
"Oh...la capisco, sa anche io sto cercando mia sorella Elsa...se vuole potremmo cercarle insieme che ne dice?"
"Ma é assolutamente magnifico cara! Ah puoi chiamarmi Gothel! Tu sai usare qualche arma vero?" chiese, con aria speranzosa.
"No, mi spiace, al castello non ci insegnano ad usare le armi...ma sono sicura che ce la caveremo!"

E ti pareva.
Pensò tra sé Gothel, stando attenta stavolta a non dirlo ad alta voce.
"Ho affrontato un'avventura molto impervia ultimamente! Se ho superato quella, supereremo anche questa vedrete!" tentò di incoraggiarla Anna
"Fantastico..." replicò Gothel, con davvero poco entusiasmo.

Chissà di quale impervia impresa parla...probabilmente quella di trovare l'abito adatto per il ballo!
pensò rabbiosamente lei, sforzandosi di sorriderle. Le due passeggiarono per qualche metro attraverso la palude, finché Anna non notò qualcosa.
"Gothel guardate! Lì al centro di quella zona paludosa...sembrerebbe uno zaino! Lasciate andare me: sembra pericoloso...cercherò di passare su quelle rocce" disse, indicando delle rocce che ergevano a tratti da una zona paludosa di melma.
Gothel non si sarebbe lasciata scappare per nulla al mondo la possibilità di avere un'arma, soprattutto prima di quella stupida ragazzina.
"Cara, non ti preoccupare, vengo con te! In due ce la caveremo meglio" detto ciò la seguì.
Anna iniziò a saltellare con cautela tra le rocce, facendo attenzione a non cadere. Gothel la imitò, anche se con passo più incerto.
Anna arrivò per prima, afferrò lo zaino e con aria pimpante disse: "Preso!"
Gothel si sporse in avanti per cercare di soffiarglielo dalle mani, ma la fretta la punì, facendola scivolare sulla roccia, cadendo così nel bel mezzo della melma. Provò immediatamente a rialzarsi, ma più si agitava e più si sentiva sprofondare. Il panico iniziò a prendere il sopravvento su di lei.
"Sembrano delle specie di sabbie mobili! Aiutami ragazzina!"

 

 

Appena si ritrovò nell'arena Annabeth si guardò intorno: di certo non era uno dei paesaggi più rassicuranti della sua vita. Era circondata da un'oscura foresta di alberi morti ma fitti, una sottile coltre di nebbia e un paesaggio a dir poco spettrale, nonostante fosse giorno.
Una strana sensazione la pervase, quindi si girò immediatamente, sperando di trovare Percy, ma al suo posto c'era un ragazzo carino, alto e biondo.
"Inquietante non è vero? Per fortuna almeno siamo alleati! Di solito non é facilissimo farseli in un gioco simile, ma possono essere di grande aiuto! Io sono Finnick Odair" disse il ragazzo appena la vide.
"Tu sei il ragazzo che ha già partecipato ai giochi originali vero?"
"Esatto e per ben due volte...a quanto vedo sei informata!"
"Informarmi é diciamo...il mio hobby! Comunque io sono Annabeth Chase!"
"Non so te ma a me questo posto non mi piace...vediamo di trovare un'uscita da questa specie di foresta"
"Credi che ci sia?"
"Credo che lo scopriremo presto!"
"Bé, se hai già partecipato ai giochi sei avvantaggiato, dovresti già conoscerne i meccanismi, no?"
"Purtroppo questi giochi già sembrano molto diversi da quelli originali, il che non so se sia un bene o un male! Ma almeno ci siamo evitati il bagno di sangue!"
"Il cosa?" chiese lei preoccupata.
"Nei giochi originali i tributi iniziano tutti dallo stesso luogo, vicino alla cornucopia: zona nella quale vengono riposte armi e oggetti utili alla sopravvivenza. Molti provano a correre verso di essa, ma capirai: nessuna alleanza, tutti con in mano un'arma...insomma un bagno di sangue. Credo che la presidentessa lo abbia evitato proprio per questo. Vuole che moriremo uccidendoci tra noi o per colpa degli ostacoli dell'arena, non di certo in modo così facile e immediato"
"Perché la cosa non mi rassicura?"
"Perché Potrebbe attenderci un destino peggiore...ma speriamo di no, infondo almeno siamo in due no?"
Annabeth annuì, ma fissò preoccupata l'orizzonte.
"Sei preoccupata per l'altro tributo del tuo distretto?" chiese Finnick, quasi leggendole nella mente.
"Sì, mi chiedo se sta bene, dove sia finito e se ha trovato un buon alleato" ammise lei.
"Sono sicuro che sta bene e anche se non avesse trovato un compagno pronto a collaborare, non potrebbe essere ucciso da lui!"
"Già, ma non é solo quello che mi preoccupa" disse Annabeth con un filo di voce, ripensando a ciò che a questo punto sarebbe stato meglio se gli avesse detto prima di entrare nell'arena.
Finnick lesse nei suoi occhi quell'espressione di chi è preoccupata per una persona a cui tiene molto, quell'espressione che lui conosceva fin troppo bene. Sapeva di poter fidarsi di lei.
"Lo troveremo!" le promise Finnick.
"Tu non sei preoccupato per la tua compagna di distretto?"
"Katniss? Certo siamo amici e mi dispiacerebbe se le succedesse qualcosa, ma conoscendola, temo di più per chi la incontrerà! Non é brava a farsi amici, ma quando ha dei nemici...non ci va molto leggera!" disse lui con un sorriso, facendone accennare uno anche ad Annabeth.
"Andiamo allora! Prima usciamo da questo posto e meglio é!"

 

 

Shan yu era riuscito finalmente a togliersi quella melma dagli occhi e adesso riusciva a vedere bene di nuovo. Sentiva il sangue ribollirgli nelle vene per essersi fatto soggiogare da un minuto ragazzino, ma giurò a se stesso che appena lo avesse trovato si sarebbe vendicato. Cercò quindi di seguire la direzione verso la quale gli era parso di sentirlo scappare, la fanghiglia del terreno si faceva sempre meno densa e più appiccicosa, costringendolo a fare passi lenti e inceppati.
Ma il passo successivo gli risultò più difficile del precedente, come se la gamba fosse bloccata da qualcosa, quando si voltò per vedere cosa fosse sussultò per ciò che vide.

 

 

Eris camminava lentamente per la foresta, meditando sul da farsi, quando sentì qualcuno dire: "Forza ragazzo sei ancora all'inizio della scalata...se continui così arriverai quando i giochi saranno finiti!"
"Scusami se io non ho gambe di una capra!" gli urlò lui in risposta dal basso.
Eris si diresse verso le voci e trovò Filottete in cima ad un dirupo, oltre il quale si scorgeva una vasta distesa ti terreno roccioso, molto diverso dalla foresta dove stavano. Appena il satiro vide Eris, sbiancò di colpo.
"D-divina E-Eris...siete voi!"
Un sorriso si inarcò sul volto di lei.
"E' bello vedere che qualcuno mi riconosce! Devi essere un satiro sveglio tu! Dato che sei così intelligente, suppongo che tu sappia da che parte stare, no?"
"B-bè, certo... é ovvio! Chi si metterebbe mai contro di voi?"
"Bene ne sono felice! Ma la mia collaborazione ha un prezzo: dimostrami la tua fedeltà e avanzeremo assieme!"
Il satiro iniziò a sudare freddo.
"Cosa vorreste che io faccia?"
"Oh, una sciocchezza..." Eris si affacciò al dirupo, scorgendo verso la base di esso Percy, che si stava arrampicando "Vedo che ti hanno messo in squadra con un ragazzino! Deve essere una seccatura immagino"
"Bé, sì...cioè...non sembra molto sveglio ma..."
"Uccidilo e sarò io in squadra con te al suo posto!" disse Eris con tono divertito.
"Cos-COSA?" balbettò scioccato Filottete.
"Immagino tu abbia più probabilità di sopravvivere con me che con quel ragazzino, giusto?"
"Sì ma..."
"Basterà una piccola spinta quando sarà salito in cima, un piccolo incidente...o qualcosa di simile! Sarà facile...perfino per te! In fin dei conti chi ti dice che non lo farà lui prima o poi? Siete sempre di due distretti diversi...non potete vincere entrambi!"
Filottete osservò dall'alto Percy che si arrampicava. Sapeva bene che anche Eris era di un'altro distretto e che probabilmente voleva solo sfruttarlo o trovare un sadico modo per divertirsi, ma era anche vero che una cosa era avere come alleato un ragazzino sconosciuto, una cosa era avere come nemica la dea del caos e della discordia.
Ci rifletté per qualche istante e poi diede la sua risposta.
"Mi spiace Eris...non posso farlo!" abbassò lo sguardo, fissando mestamente il terreno: aspettava la punizione di Eris...probabilmente lo avrebbe massacrato o nella migliore delle ipotesi, scaraventato giù dal dirupo.
Tanto sapeva che l'idea di poter vincere i giochi era una cosa impossibile per lui, tanto valeva morire subito, che sopravvivere più a lungo, ma da codardo. Accadde però una cosa che non si aspettava: non riuscì a vedere l'espressione del suo volto, ma Eris disse semplicemente una frase.
"Va bene, se non vuoi allearti lo capisco...forse non sei così intelligente come pensavo!"
Detto questo si voltò e tornò da dove era venuta, lasciando sbigottito Filottete.
Eris era rimasta infastidita dal comportamento del satiro, ma non poteva di certo lasciare che qualcuno come lui, che sapeva chi era, girasse a piede libero per l'arena. Fu allora che capì: aveva trovato il primo obiettivo che cercava!
Sorrise entusiasta tra sé, autocompiaciuta del suo stesso piano. Ora mancava solo una cosa: doveva ricordarsi bene quella ragazza. Mentre percorreva la strada intrapresa da Quattro, seguendo le sue tracce, cercò di ricordare ogni singolo dettaglio, quando la vista di qualcuno in lontananza la fece sobbalzare: era lei, la ragazza a cui stava pensando.
Tris.
Un largo sorriso eccitato comparve sul suo volto. Osservò la ragazza da lontano, stando attenta a nascondersi dietro un albero per non farsi vedere.

Ma così è anche troppo facile!
Pensò tra sé la dea. Tris era insieme ad un'altra ragazza, ma non le interessava affatto e la notò a malapena. Dopo averla osservata attentamente si guardò le mani, fissando quella col bracciale.
"Bene, é giunto il momento di scoprire quanto sono stati limitati i miei poteri!"
Si concentrò, con le mani creò delle ombre che plasmò a suo piacimento, poi le usò su di sé. Si sentì frastornata e il polso col bracciale le faceva leggermente male, ma era tutto tranquillamente sopportabile, probabilmente non li avrebbe potuti usare a lungo, ma se avevano funzionato, non ce ne sarebbe stato bisogno. Osservò per terrà: c'erano delle piccole pozzanghere di acqua, non capì a cosa fossero dovute, ma non le importava, perché fissandole aveva capito che i suoi poteri avevano funzionato.

 

 

Quattro aveva percorso poca strada: stava cercando un luogo da cui avrebbe potuto scorgere di più il panorama, in modo da cercare più facilmente Tris, ma in quel fitto bosco sembrava quasi impossibile.
Cercò la figura del sole, in modo da avere un riferimento per orientarsi, quando sentì un urlo di qualcuno.
Era la voce di Tris.
Si sentì improvvisamente pervadere dal panico, con tutto il fiato che aveva in gola urlò il nome di Tris, mentre si dirigeva verso la voce che aveva sentito.
"Quattro? Sei tu?" rispose lei.
Prima che lui potesse risponderle i due si videro: Tris era accovacciata a terra, sembrava dolorante, forse ferita. Quattro scattò immediatamente da lei.
"Tris, stai bene?" chiese lui, visibilmente preoccupato.
"Quattro, grazie al cielo sei tu! Mi ha attaccato di sorpresa, dopodiché mi sono difesa ovviamente e sono riuscita a scappare, ma ha giurato di uccidermi e mi ha ferita!"
"Chi? Chi è stato? Quella donna...Eris?"
Tris aggrottò la fronte.
"No...é stato un uomo: quella mezza capra, credo sia un satiro o qualcosa di simile. Ad aiutarlo c'era un ragazzino. Che stupida che sono stata...ma devi seguirli, sono andati da quella parte" disse lei indicando la direzione verso il dirupo.
"Prima devo curarti la ferita, fammi vedere!"
"No! Non c'é tempo! Sono riuscita a depistarli mandandoli in quella direzione, ma presto scopriranno l'inganno e se mi dovessero trovare qui ferita sarebbe peggio. E tu non combatteresti allo stesso modo dovendomi pure difendere: qui ci penso io, tu và!"
Quattro la fisso incerto, non contento dell'idea di doverla lasciare lì da sola, poi disse: "Ok, ma farò in fretta, se non li trovo subito tornerò immediatamente da te!"
"Torna comunque da me!" disse lei, con voce disperata.
"Puoi contarci!" disse lui con un sorriso, per poi correre nella direzione del dirupo.
Quattro non lo poté vedere, ma un sorriso maligno si dipinse sul volto di Tris. Ma oramai non era più Tris, era tornata alle sue reali sembianze.
Quelle di Eris.
"Grazie cagnolino!"

 

 

 

 

 
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 Angolo autrice:  Eccoci finalmente al primo giorno nell'arena, cosa ne pensate?
Allora come già detto nel capitolo precedente ho iniziato col mostrare i tributi che sono risultati i più favoriti e i più sfavoriti dalle votazioni di voi sponsor, per la precisione i tre favoriti sono: Elsa (con 113 punti), Annabeth( con 112 punti) e Percy (con 109 punti). Invece gli sfavoriti sono: Filottete( con 55 punti), Shan Yu(con 35 punti) e Gothel (con 31 punti).
Se vi interessa sapere la classifica completa ditemelo, ma non avrà altra utilità per il momento al fine del gioco.
Nell'arena a tutti é stato assegnato un compagno che per il momento non possono uccidere, che ne dite delle coppie scelte? Ovviamente ogni personaggio ha reagito alla cosa a modo suo. Inoltre sono tutti disarmati, tocca trovare gli zaini ragazzi! U.U (sennò era troppo facile XD)
Finalmente é stata spiegata la funzione dei bracciali, che serve appunto a rendere più equo il gioco, senza però rimuovere le caratteristiche distintive del personaggio. Nessuno però può uccidere direttamente coi propri poteri, ecco perché Eris usa l'inganno (anche se credo lo avrebbe usato ugualmente per puro divertimento!)
Eris inizialmente si sbaglia e chiama Tobias, Tobaias (un triste riferimento al fatto che gli hanno cambiato il nome nel film D: ) quindi lui si lamenta dicendo che non é un cane XD è In riferimento a questo che alla fine Eris lo chiama "cagnolino"
Filottete chiama spesso Percy "ragazzino" e non ragazzo...questo temo sia dovuto all'influenza di OUAT che ho finito di vedere da poco XD
lo avete notato? Alcuni tributi arrivano in zone diverse a livello territoriale.
Devo ammettere che gestire 24 personaggi é un po' snervante...perché non ho fatto un bagno di sangue iniziale? D: ok nel prossimo capitolo strage di massa muahahaha (scherzo XD )
Che ve ne pare di questo inizio? Che ne pensate per ora dell'arena e di tutto il resto? Se avete idee o critiche sono sempre ben accette :D
Buon inizio di Hunger Games Interattivi a tutti!

 
Cosa potete fare adesso:  Per il prossimo capitolo potete: 

   -salvare uno dei tributi che si trova a fine capitolo in una situazione mortale. ATTENZIONE potrete salvare un tributo da una situazione mortale una sola volta durante tutta la fic quindi scegliete bene per chi e quando intervenire.
Puntualizzo inoltre che io scriverò chi a fine capitolo si trova in una situazione mortale, non chi effettivamente morirà se non intervenite. Sta a voi analizzare la situazione e capire se effettivamente quel personaggio secondo voi morirà e se conviene aiutarlo.
Se volete salvare qualcuno dovrete scrivere per messaggio privato su efp o su Fb chi volete salvare.
Detto questo ecco l'elenco delle persone che a fine di questo capitolo rischiano la vita: (come detto nel capitolo precedente per questa volta sono gli sfavoriti) Shan Yu, Gothel e Filottete

   - suggerire qualcosa che vorreste decidere durante il gioco, se sarà considerata interessante sarà proposta come scelta nel gioco.

   - come avete visto i tributi sono divisi a coppie, potete proporre le coppie che vorreste nel prossimo capitolo per i tributi ancora da mostrare.

   - suggerire agli strateghi delle trappole o ostacoli che vorreste che venissero posizionati nell'arena durante i giochi (potete inventare ostacoli, veleni, ibridi, trappole, ecc) oppure anche suggerire creature o ostacoli di vario genere presi dai mondi dei tributi scelti ( es: potete proporre creature o pozioni dal mondo Harry potter o altre cose dai mondi degli altri distretti estratti) insomma fate lavorare la vostra fantasia e perché no, anche il vostro lato diabolico! (potrete farlo anche in seguito)

 

Inoltre vi ricordo il nostro gruppo ufficiale facebook, https://www.facebook.com/groups/301034680059219/
dove in questi giorni posterò ulteriori informazioni sui tributi estratti! Potrebbe essere un ottima occasione per voi per conoscerli meglio, soprattutto quelli di cui sapete poco. Inoltre nel gruppo verranno postate anche scelte in anteprima e nuove info, se potete iscrivetevi!

Per qualsiasi domanda o dubbio chiedete pure!

 


   
 
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