I tributi
furono portati ognuno in una stanza, gli furono fatte indossare le
divise
dell'arena: erano nere, con degli inserti colorati ed una fascia in
vita con
vari lacci e fibbie, studiata probabilmente per poter legare ad essa
vari
oggetti o armi. Ad ognuno di loro fu fissato al polso un bracciale
metallico:
veniva chiuso ermeticamente, quindi sembrava impossibile rimuoverlo
senza
l'apposito macchinario.
Poi i
tributi furono condotti ognuno ad un ascensore cilindrico trasparente
che
portava direttamente nell'arena.
I tributi
erano quasi tutti tesi: alcuni di loro sentivano il cuore martellargli
in petto
ad una velocità inimmaginabile, entrarono nell'ascensore e
la porta si richiuse
di colpo e l'ansia iniziò a pervaderli.
Gli
ascensori rimasero immobili, si sentì, dal megafono posto in
alto, la voce
della Presidentessa Ice.
"Salve
miei cari tributi, finalmente é arrivato il momento per voi
di entrare
nell'arena, siete emozionati? Ma prima di iniziare vorrei spiegarvi
meglio
alcune regole: vi ritroverete nell'arena al fianco di un compagno,
avrete il
divieto tassativo di ucciderlo fino a nuovo ordine, approfittatene!
Potrebbe
essere una buona occasione per iniziare un'alleanza. Sparsi nell'arena
troverete vari zaini, il cui contenuto obbligatoriamente non va gettato
via, ma
legato alla vostra fascia. Le apparenze ingannano, non potete mai
sapere quanto
potrà esservi utile un oggetto che potrebbe sembrare
insignificante! L'unica
eccezione viene fatta per le armi: se sono troppo pesanti o ingombranti
potete
poggiarle a terra, purché siano ben visibili.
Come ben
sapete, gli sponsor possono decidere di supportarvi, in tal caso il
loro aiuto
arriverà quasi sempre sottoforma di paracadute, contenente
qualcosa capace di
salvarvi la vita: quindi, se ne vedete uno, é obbligatorio
fermare qualsiasi
azione e permettere all'intestatario di aprirlo, anche se stavate per
infliggergli il colpo mortale.
Alcuni di
voi hanno dei poteri. In tal caso potete usarli solo per difendervi o
per
aiutarvi, ma MAI per uccidere o per imprigionare definitivamente
qualcuno.
Questi ultimi due compiti sono riservati alle armi e alle trappole da
voi
stessi costruite. Non vogliamo di certo che qualcuno sia troppo
avvantaggiato,
no?
A questo
proposito avrete notato che al vostro polso é stato legato
un bracciale
metallico: é stato fatto con leghe e magia proveniente dai
vari distretti a cui
appartenete. Finché lo avrete al polso, i vostri poteri
saranno limitati,
perché se li usate troppo o di troppo potenti, il bracciale
emetterà delle
scariche elettriche, che oltre a farvi molto male, potrebbero pure
uccidervi.
Vi consiglio quindi di non abusarne!
Ricordate
inoltre: anche se certi tributi vi possano sembrare imbattibili,
c'é sempre un
modo o un mezzo per sconfiggerli!
Ah, quasi
dimenticavo...nel caso vi venisse in mente la bizzarra idea di
infrangere le
regole...ecco credo dovreste sapere che nel vostro braccialetto
é presente
anche una carica esplosiva. In poche parole: infrangete le regole e
temo che
sarà l'ultima cosa che farete!
L'idea per
questi fantastici braccialetti si ispira ad un gioco al quale a sua
volta si
sono ispirati gli Hunger Games originali, ovvero la Battle Royale: in
quel caso
non c'erano molte regole, quindi il collare serviva solo per
assicurarsi che
sopravvivesse solo una persona...diciamo che noi abbiamo evoluto il
concetto,
per rendere il nostro gioco più equilibrato ed interessante!
Bene,
direi che adesso non mi resta che augurarvi un buon inizio dei giochi!
E che la
fortuna possa sempre essere a vostro favore!"
Percy
sentì il cuore battergli all'impazzata e una crescente
sensazione di ansia:
d'un tratto desiderò di trovarsi nell'ascensore di New York
che portava
all'olimpo, a parte la sgradevole musica, era di sicuro una situazione
più
simpatica di quella in cui si trovava adesso! Certo aveva affrontato
molte
imprese e situazioni mortali, ma per qualche motivo quel gioco non lo
faceva
stare per nulla tranquillo, soprattutto dopo le parole di Ice.
C'erano altre
persone con dei poteri?
Che tipo di poteri?
Tirò
un
profondo sospiro per cercare di calmarsi.
Forza Percy, hai
affrontato di peggio,
appena vedrai Annabeth, insieme troverete un modo per affrontare
qualsiasi
cosa.
Ad un
tratto la luce del giorno dell'arena lo sovrastò,
costringendolo a porre un
braccio davanti agli occhi. Una volta totalmente all'esterno, la vista
si
abituò alla luce, così si guardò
immediatamente introno alla ricerca di
Annabeth.
Si voltò
su entrambi i lati, gli venne un tuffo al cuore quando notò
che non solo non
c'era traccia della ragazza, ma sembrava essere solo.
Fu subito
smentito quando capì che non è che era solo, ma
doveva semplicemente guardare
più in basso. Accanto a lui era salito un'altro ascensore,
che aveva portato un
basso satiro, che al vederlo mostrò un'aria contrariata.
"Tu
sei un satiro! Aspetta, se sei un satiro allora conosci Grover? Anche
lui lo
é!"
"Per
gli dei...tra tutti i tributi presenti, come alleato doveva capitarmi
proprio
un ragazzino? Sì dolcezza, sono un satiro, a meno che queste
zampe non ti
sembrano dei piedi!" rispose Filottete, indicandole "E comunque non
conosco questo tuo amico...sai non é che dato che sono un
satiro conosco tutti
i satiri che esistono! Come se ti chiedessi se conosci un mio amico
umano, solo
perché tu sei della sua razza..."
"Alleato?"
chiese dubbioso Percy.
Il satiro
sbuffò spazientito.
"Ehi,
sveglia ragazzino! Non hai sentito cosa ha detto la presidentessa poco
fa? Non
possiamo ucciderci fino a nuovo ordine noi due...tanto vale darci una
mano,
anche se inizio a dubitare della tua!"
"Io
sono un eroe diciamo...sono io che dovrei dubitare della tua mano, non
credi?" non adorava apostrofarsi in quel modo, ma Annabeth gli aveva
consigliato di mostrarsi il più forte possibile davanti agli
eventuali nemici e
le strategie di Annabeth non si contraddicono mai!
Filottete
sembrò sul punto di scoppiare a ridere.
"TU
un eroe? Mi prendi in giro ragazzino! Io ho allenato i migliori eroi
della
storia: come Ercole, Achille e Perseo. Pensi che avere un nome simile
ad uno di
loro, basti a farti considerare come tale?"
"Pensavo
che quegli eroi li avesse allenati Chirone!"
"Ah
Chirone...quello sbruffone! Si prende sempre tutto il merito da solo!"
"Comunque
io sono un semidio, quindi..."
Non riuscì
a terminare la frase, perché Filottete scoppiò a
ridere.
"No,
vabbé, sei uno spasso, ora oltre ad essere un eroe sei anche
un semidio! Fammi
indovinare, magari sei anche figlio di uno dei tre pezzi grossi! Mi fai
troppo
ridere, andiamo và, forse non mi aiuterai molto nel
combattimento, ma almeno mi
divertirò durante il tragitto! Cerchiamo uno di questi
zaini, che siamo
disarmati...a meno che tu non voglia far morire qualcuno dalle risate!"
Percy lo fissò dubbioso, esitò nel rispondere che
effettivamente lui era figlio
di uno dei tre pezzi grossi, ma decise di non farlo: probabilmente gli
avrebbe
solo riso in faccia un'altra volta.
Appena
Filottete nominò il fatto di essere disarmati, Percy
istintivamente portò una
mano alla tasca. La sua spada era magica e gli tornava sempre in tasca,
sottoforma di penna.
Qual'era
il problema? Quella divisa non aveva tasche e non c'era traccia da
nessuna
parte della sua spada, così decise di seguire Filottete alla
ricerca di
qualcuno di quegli zaini, ma non era l'unica cosa che voleva cercare:
doveva
trovare Annabeth! Non solo era preoccupato per lei, ma inoltre lei
doveva
dirgli qualcosa di importante e sperò che lo avrebbe fatto
presto...prima che
fosse troppo tardi!
Si chiese
cosa avrebbe fatto se così disarmato com'era avesse
incontrato qualche tributo
assetato di sangue, rabbrividì all'idea. Alcuni tributi
sembravano molto
muscolosi e molti più abili di lui nello scontro fisico.
Quei
pensieri gli fecero venire d'un tratto un'idea.
"Acqua!
Dobbiamo trovare dell'acqua!"
Il satiro
lo fissò contrariato.
"Ragazzino,
lo so che le regole di sopravvivenza dicono che é la prima
cosa da cercare, ma
ti assicuro che nel nostro caso é decisamente meglio cercare
prima un'arma di
qualsiasi specie o dubito che sopravviveremo tanto da arrivarci!"
Percy non
intendeva quello, l'acqua per lui era letteralmente un arma, ma decise
di
evitare inutili spiegazioni e annuì al satiro. D'altronde
non sapevano nemmeno
dove erano diretti, figuriamoci verso cosa o chi.
Continuarono
a passeggiare: il terreno era roccioso e pieno di ciottoli, nell'aria,
alla
loro destra, si insidiava una coltre di fumo nero, che in lontananza si
faceva
sempre più fitta.
"Bene
ragazzo, non so se concordi con me, ma direi di evitare quella
direzione"
"concordo
pienamen-" si interruppe alla vista di qualcosa: sul fondo di uno dei
crateri aveva notato una cosa: "Guarda Fil, quello sembrerebbe uno
zaino!"
"Chi
ti ha dato il permesso di chiamarmi Fil? Ehi aspetta! Hai detto zaino?
Bravo
ragazzo! Allora sei più sveglio di come sembri!"
Percy si
chinò e iniziò a scavare leggermente con le mani
intorno alla zaino, cercando
di rimuovere quella che sembrava quasi fuliggine. In poco tempo
riuscì ad
estrarlo, ma lo zaino sembrava molto leggero.
Troppo
leggero.
Lo aprì
comunque speranzoso, alla prima occhiata gli venne un colpo al cuore,
perché
gli sembrò totalmente vuoto, poi però
notò un fogliettino bianco sul fondo.
"C'é
solo questo!" disse al compagno, poi cercò di leggerlo "La
ver-verità
pasce dal brutto della crono-cronoscienza?"
Filottete
gli strappò il bigliettino dalla mano e lo lesse lui.
"La
verità nasce dal frutto della conoscenza" poi
sbuffò "Fantastico non
solo un ragazzino, pure analfabeta mi doveva capitare!"
"Ehi, sono dislessico, ok?" rispose lui risentito. Era una delle
caratteristiche tipiche dei semidei.
"Hai
trovato comunque una cosa inutile, forza cerchiamo altri zaini e prendi
tu
questo coso.
Percy si
riprese il bigliettino, lo fissò: era sicuramente un enigma
o qualcosa del
genere. Calcolò rapidamente le sue probabilità di
risolverlo senza Annabeth, quando
capì che erano rasenti allo zero, si legò il
bigliettino alla fascia e
proseguì, seguendo Filottete.
"Guarda
lì ragazzo!" il satiro gli indicò un'enorme
montagna davanti a loro
"Se ci arrampichiamo, avremo un'ottima visuale, andiamo!"
Arrampicarsi?
Fantastico: era una delle cose che odiava di più!
Lui si
girò verso di lei e le sorrise.
"Ehi,
a quanto pare siamo in squadra insieme!"
Elsa puntò
le braccia verso di lui minacciosa.
"Stammi
lontano, ok?"
"Hai
sentito la presidentessa? Non possiamo ucciderci, quindi..."
"No,
mi spiace, io andrò a cercare mia sorella, solo di questo mi
importa! Se é da
sola in questo posto, é in grave pericolo e io devo
aiutarla!"
"Bé,
possiamo cercarla insieme allora!"
"Scordatelo!"
"Perché?"
"Perché
hai il divieto di non uccidere me, non mia sorella. E non posso
rischiare"
Il ragazzo
ridacchiò tra sé.
"Dai,
capisco che non mi conosci, ma credi davvero che sarei così
spietato da
uccidere tua sorella davanti ai tuoi occhi, soprattutto dopo averti
conosciuta?"
"Perché
non dovresti farlo?"
"Perché
anche io avevo una sorella e so cosa vuol dire perderla...non lo
augurerei a
nessuno, quindi non potrei uccidere mai né te né
lei"
Il volto
di Jack si incupì, lo stesso fece Elsa, perché da
quello sguardo capì che
quella era la verità.
"Ma
per vincere a questo gioco non potresti fare altrimenti...cosa faresti
se
rimanessimo solo noi?"
"Troverei
un'altro modo...fidati! Siamo entrambi soli e per ora disarmati, in due
lavoreremo meglio e potremmo trovare prima tua sorella e gli zaini che
potrebbero aiutarci a sopravvivere. Per non parlare dell'affrontare
eventuali
altri tributi"
Elsa
sorrise al pensiero che in realtà lei non era disarmata:
aveva i suoi poteri,
ma questo il ragazzo non lo sapeva ed era meglio che non lo sapesse per
il
momento.
"Pensavo
non volessi uccidere nessuno!"
"Non
ho detto questo, ma vorrei non dover uccidere nessuno. Non é
nella mia natura e
non ucciderò, a meno che non sarò costretto per
difendermi o per difendere te e
tua sorella!"
"Ora
sei un eroe?" disse lei inarcando un sopracciglio.
Jack le
sorrise e accennò un inchino.
"Nel
mio mondo mi chiamano guardiano, ma voi, potete chiamarmi Jack Frost!"
Elsa
ricambiò il sorriso.
"Io
sono Elsa! Per ora accetto il tuo aiuto, ma ti terrò
d'occhio!"
Nonostante
i suoi poteri, Elsa sapeva di poter aver bisogno di aiuto, anche
perché erano stati
limitati sia dal regolamento che dal bracciale, ma ancora non si fidava
di quel
ragazzo.
I due si guardarono
intorno, scoprendo di essere finiti nel bel mezzo di un bosco.
Tranquillo
Hiccup, non può ucciderti
no? Cerca di essere gentile!
Cercò
di
mostrare un sorriso e di salutare il suo nuovo compagno, ma appena lui
lo vide
gli si scaraventò addosso con forza bruta, gettandolo e
costringendolo a terra
con entrambe le mani sul suo petto.
"Ehi,
non hai sentito la voce della presidentessa? Siamo alleati..."
"Io
non ho bisogno di alleati marmocchio!"
Detto
questo tirò un pugno verso il volto del ragazzo, che Hiccup
riuscì a scansare
per un pelo, girando la testa a sinistra.
"Aspetta!
N-non puoi uccidermi! Va contro le regole"
Un sorriso
malvagio solcò il volto di Shan Yu, un sorriso che fece
rabbrividire Hiccup.
"Non
posso ucciderti per ORA, ma questo non vuol dire che io non ti possa
rendere
incapace di muoverti, così mi sarà più
facile farlo quando ne avrò la
possibilità o che lo faccia qualcuno al mio posto!"
Hiccup
deglutì, sentì il cuore battergli fortissimo.
Shan Yu strinse la presa sul suo
petto, tenendolo ben saldo a terra, con l'altra mano assestò
un'altro pugno, ma
questa volta alle costole. Hiccup sentì un dolore tremendo,
cercò disperatamente
di divincolarsi da quella stretta, ma fu inutile: era troppo forte per
lui.
Si chiese
se sarebbe morto davvero così. Cioè, immaginava
che non avesse mai potuto
vincere, ma addirittura, morire dopo pochi secondi di arena, era
ridicolo
perfino per lui!
Doveva
fare qualcosa, ma cosa? Mentre pensava, un'altro pugno gli
arrivò al torace,
questa volta il dolore fu così forte che affondò
le dita con forza nel terreno
fangoso dell'arena.
Fu allora
che gli venne l'idea: afferrò quella specie di melma e la
tirò, con tutta la
forza che aveva, sul volto del suo avversario.
Prima che
riuscisse a scaraventare un'altro colpo sul ragazzo, Shan Yu
urlò per il
bruciore provocato dal contatto della melma con i suoi occhi,
istintivamente
portò entrambe le mani al viso. Hiccup non esitò
nemmeno un secondo: sgattaiolò
via dalla presa di Shan Yu e corse il più velocemente
possibile lontano da lui,
tenendo una mano al torace per il dolore provocatogli dal nemico.
Shan Yu
tentò rapidamente di togliersi quella roba dagli occhi, ma
quando lì aprì
ancora non ci vedeva, tentò di scaraventare dei pugni a
vuoto ma non colpì
nulla, quindi rabbioso urlò: "Prega che ti trovi
qualcun'altro moccioso,
perché se lo farò io, mi assicurerò
che tu soffra come mai in vita tua!"
Hiccup
affrettò il passo all'udire quelle parole, che probabilmente
da quel momento,
avrebbero occupato i suoi peggiori incubi.
Il ragazzo
la fissò infastidito.
"TOBIAS,
non sono mica un cane! Comunque chiamami Quattro e poi noi due non
siamo
compagni, vedi? Io andrò da quella parte e tu dall'altra"
affermò,
indicando due punti opposti.
Eris
mostrò un'espressione volutamente dispiaciuta.
"Lasceresti
una povera ragazza indifesa tutta sola e disarmata in questo luogo?"
"Mi
spiace ma l'unica ragazza che voglio salvare da questo gioco
é Tris! Anzi
considerati fortunata che non ti posso uccidere, oppure mi sarei
trovato
costretto a farlo e credimi anche disarmato avrei potuto ucciderti
facilmente.
Ora, se non ti dispiace, vado a cercarla!"
"Potremmo
unire le nostre forze e cercarla insieme, ho delle capacità
nascoste sai?"
disse lei con tono ammiccante, carezzandogli leggermente il viso. Lui
le tolse
subito la mano.
"Grazie,
ma no grazie! Cercherò Tris da solo, non rischierei mai che
tu possa ucciderla
una volta trovata!"
"Impavido,
ostinato, forte e carino...interessante!" rispose lei con tono
compiaciuto
e aria quasi divertita.
"Avrei
detto altruista!" ironizzò lui.
"Voi
uomini, sempre ad elogiare il peggio di voi!" rispose lei.
Quattro
iniziò a trovare sempre più strana quella donna.
"Forse
cambierai idea quando saprai cosa ho appena adocchiato!"
"Cosa?"
chiese lui, con un sospiro leggermente esasperato.
Eris
indicò l'incavo di un albero vicino a loro, dal quale
fuoriusciva una piccola
parte di uno zaino. Lei corse immediatamente ad aprirlo, Quattro la
fissò
sospetto, ma quando tirò fuori il contenuto dello zaino Eris
sembrò totalmente
delusa.
"Cos'é
questa?"
Appena
capì di cosa si trattasse, il ragazzo scoppiò a
ridere.
"E' una
penna!"
"Ed é
un'arma?" chiese lei alzando un sopracciglio.
"Bé
serve per scrivere: c'é chi dice che una penna
può ferire più di una spada, ma
temo che nel nostro caso ti sarebbe stata molto più utile
una spada!"
Eris fissò
la penna indignata. Che la presidentessa si stesse prendendo gioco di
loro?
Stava per scagliarla via quando si ricordò le regole, quindi
seccata la legò
alla fascia.
"Legala
bene mi raccomando! Non vorrai rischiare di uccidere qualcuno vero?"
inferì ironicamente Quattro "Comunque io vado di
là, l'arena é grande:
vedi di non seguirmi o di non fare del male a Tris. Perché
ho l'impressione che
se ci dovessimo rivedere non sarà molto piacevole per te,
quindi prega affinché
ciò non avvenga! Addio"
Eris
accennò un leggero sorriso, salutandolo con un gesto della
mano. Lui scomparve
lentamente tra gli alberi. Il sorriso sul volto di Eris si
allargò sempre di
più, fino sconfinare in un ghigno soddisfatto.
"Che
peccato! Così carino...eppure così INGENUO! Mi
hai rivelato il tuo punto debole,
ora so come far emergere i tuoi lati migliori!" disse tra sé
e sé, con
aria divertita.
Quando si
voltò però si sentì soprafatta dalla
delusione: aveva accanto a sé quella che
pareva la ragazzina più debole tra tutti i tributi.
Anna vide
la donna e tentò un saluto: "Ehi ciao, ehm cioè
salve, io sono Anna, cioè
la principessa Anna..."
Gothel
alzò gli occhi al cielo.
"Fantastico!
Un'altra principessina tra i piedi!"
"Aspetta
che?"
La donna
capì di aver espresso il suo pensiero involontariamente ad
alta voce, tentò
subito di rimediare, cercando di assumere la faccia più
melodrammatica che
poteva.
"Scusami...cioè
scusatemi principessa! Sono confusa e molto scossa, sapete sono
preoccupata per
il mio piccolo fiorellino dorato. Sarà qui tutta sola
chissà dove!"
Anna la fissò con aria interdetta.
"Parlate
della ragazza del vostro distretto?"
"Esattamente!"
aggiunse lei, con tono sempre più esageratamente drammatico
"La mia povera
piccola figliola! Lei non é abituata al mondo esterno. Come
farà? Devo
salvarla"
"Oh...la
capisco, sa anche io sto cercando mia sorella Elsa...se vuole potremmo
cercarle
insieme che ne dice?"
"Ma é
assolutamente magnifico cara! Ah puoi chiamarmi Gothel! Tu sai usare
qualche
arma vero?" chiese, con aria speranzosa.
"No,
mi spiace, al castello non ci insegnano ad usare le armi...ma sono
sicura che
ce la caveremo!"
E ti pareva.
Pensò
tra
sé Gothel, stando attenta stavolta a non dirlo ad alta voce.
"Ho
affrontato un'avventura molto impervia ultimamente! Se ho superato
quella,
supereremo anche questa vedrete!" tentò di incoraggiarla Anna
"Fantastico..."
replicò Gothel, con davvero poco entusiasmo.
Chissà
di quale impervia impresa
parla...probabilmente quella di trovare l'abito adatto per il ballo!
pensò
rabbiosamente lei, sforzandosi di sorriderle. Le due passeggiarono per
qualche
metro attraverso la palude, finché Anna non notò
qualcosa.
"Gothel
guardate! Lì al centro di quella zona paludosa...sembrerebbe
uno zaino!
Lasciate andare me: sembra pericoloso...cercherò di passare
su quelle rocce"
disse, indicando delle rocce che ergevano a tratti da una zona paludosa
di
melma.
Gothel non
si sarebbe lasciata scappare per nulla al mondo la
possibilità di avere
un'arma, soprattutto prima di quella stupida ragazzina.
"Cara,
non ti preoccupare, vengo con te! In due ce la caveremo meglio" detto
ciò
la seguì.
Anna
iniziò a saltellare con cautela tra le rocce, facendo
attenzione a non cadere.
Gothel la imitò, anche se con passo più incerto.
Anna
arrivò per prima, afferrò lo zaino e con aria
pimpante disse:
"Preso!"
Gothel si
sporse in avanti per cercare di soffiarglielo dalle mani, ma la fretta
la punì,
facendola scivolare sulla roccia, cadendo così nel bel mezzo
della melma. Provò
immediatamente a rialzarsi, ma più si agitava e
più si sentiva sprofondare. Il
panico iniziò a prendere il sopravvento su di lei.
"Sembrano
delle specie di sabbie mobili! Aiutami ragazzina!"
Una strana
sensazione la pervase, quindi si girò immediatamente,
sperando di trovare
Percy, ma al suo posto c'era un ragazzo carino, alto e biondo.
"Inquietante
non è vero? Per fortuna almeno siamo alleati! Di solito non
é facilissimo
farseli in un gioco simile, ma possono essere di grande aiuto! Io sono
Finnick
Odair" disse il ragazzo appena la vide.
"Tu
sei il ragazzo che ha già partecipato ai giochi originali
vero?"
"Esatto
e per ben due volte...a quanto vedo sei informata!"
"Informarmi
é diciamo...il mio hobby! Comunque io sono Annabeth Chase!"
"Non
so te ma a me questo posto non mi piace...vediamo di trovare un'uscita
da
questa specie di foresta"
"Credi
che ci sia?"
"Credo
che lo scopriremo presto!"
"Bé,
se hai già partecipato ai giochi sei avvantaggiato, dovresti
già conoscerne i
meccanismi, no?"
"Purtroppo
questi giochi già sembrano molto diversi da quelli
originali, il che non so se
sia un bene o un male! Ma almeno ci siamo evitati il bagno di sangue!"
"Il cosa?" chiese lei preoccupata.
"Nei
giochi originali i tributi iniziano tutti dallo stesso luogo, vicino
alla
cornucopia: zona nella quale vengono riposte armi e oggetti utili alla
sopravvivenza. Molti provano a correre verso di essa, ma capirai:
nessuna
alleanza, tutti con in mano un'arma...insomma un bagno di sangue. Credo
che la
presidentessa lo abbia evitato proprio per questo. Vuole che moriremo
uccidendoci tra noi o per colpa degli ostacoli dell'arena, non di certo
in modo
così facile e immediato"
"Perché
la cosa non mi rassicura?"
"Perché
Potrebbe attenderci un destino peggiore...ma speriamo di no, infondo
almeno
siamo in due no?"
Annabeth
annuì, ma fissò preoccupata l'orizzonte.
"Sei
preoccupata per l'altro tributo del tuo distretto?" chiese Finnick,
quasi
leggendole nella mente.
"Sì,
mi chiedo se sta bene, dove sia finito e se ha trovato un buon alleato"
ammise lei.
"Sono
sicuro che sta bene e anche se non avesse trovato un compagno pronto a
collaborare, non potrebbe essere ucciso da lui!"
"Già,
ma non é solo quello che mi preoccupa" disse Annabeth con un
filo di voce,
ripensando a ciò che a questo punto sarebbe stato meglio se
gli avesse detto
prima di entrare nell'arena.
Finnick
lesse nei suoi occhi quell'espressione di chi è preoccupata
per una persona a
cui tiene molto, quell'espressione che lui conosceva fin troppo bene.
Sapeva di
poter fidarsi di lei.
"Lo
troveremo!" le promise Finnick.
"Tu
non sei preoccupato per la tua compagna di distretto?"
"Katniss?
Certo siamo amici e mi dispiacerebbe se le succedesse qualcosa, ma
conoscendola, temo di più per chi la incontrerà!
Non é brava a farsi amici, ma
quando ha dei nemici...non ci va molto leggera!" disse lui con un
sorriso,
facendone accennare uno anche ad Annabeth.
"Andiamo
allora! Prima usciamo da questo posto e meglio é!"
Ma il
passo successivo gli risultò più difficile del
precedente, come se la gamba
fosse bloccata da qualcosa, quando si voltò per vedere cosa
fosse sussultò per
ciò che vide.
"Scusami
se io non ho gambe di una capra!" gli urlò lui in risposta
dal basso.
Eris si
diresse verso le voci e trovò Filottete in cima ad un
dirupo, oltre il quale si
scorgeva una vasta distesa ti terreno roccioso, molto diverso dalla
foresta
dove stavano. Appena il satiro vide Eris, sbiancò di colpo.
"D-divina
E-Eris...siete voi!"
Un sorriso
si inarcò sul volto di lei.
"E'
bello vedere che qualcuno mi riconosce! Devi essere un satiro sveglio
tu! Dato
che sei così intelligente, suppongo che tu sappia da che
parte stare, no?"
"B-bè,
certo... é ovvio! Chi si metterebbe mai contro di voi?"
"Bene
ne sono felice! Ma la mia collaborazione ha un prezzo: dimostrami la
tua
fedeltà e avanzeremo assieme!"
Il satiro
iniziò a sudare freddo.
"Cosa
vorreste che io faccia?"
"Oh,
una sciocchezza..." Eris si affacciò al dirupo, scorgendo
verso la base di
esso Percy, che si stava arrampicando "Vedo che ti hanno messo in
squadra
con un ragazzino! Deve essere una seccatura immagino"
"Bé,
sì...cioè...non sembra molto sveglio ma..."
"Uccidilo
e sarò io in squadra con te al suo posto!" disse Eris con
tono divertito.
"Cos-COSA?"
balbettò scioccato Filottete.
"Immagino
tu abbia più probabilità di sopravvivere con me
che con quel ragazzino,
giusto?"
"Sì
ma..."
"Basterà
una piccola spinta quando sarà salito in cima, un piccolo
incidente...o
qualcosa di simile! Sarà facile...perfino per te! In fin dei
conti chi ti dice
che non lo farà lui prima o poi? Siete sempre di due
distretti diversi...non
potete vincere entrambi!"
Filottete
osservò dall'alto Percy che si arrampicava. Sapeva bene che
anche Eris era di
un'altro distretto e che probabilmente voleva solo sfruttarlo o trovare
un
sadico modo per divertirsi, ma era anche vero che una cosa era avere
come
alleato un ragazzino sconosciuto, una cosa era avere come nemica la dea
del
caos e della discordia.
Ci
rifletté per qualche istante e poi diede la sua risposta.
"Mi
spiace Eris...non posso farlo!" abbassò lo sguardo, fissando
mestamente il
terreno: aspettava la punizione di Eris...probabilmente lo avrebbe
massacrato o
nella migliore delle ipotesi, scaraventato giù dal dirupo.
Tanto
sapeva che l'idea di poter vincere i giochi era una cosa impossibile
per lui,
tanto valeva morire subito, che sopravvivere più a lungo, ma
da codardo. Accadde
però una cosa che non si aspettava: non riuscì a
vedere l'espressione del suo
volto, ma Eris disse semplicemente una frase.
"Va
bene, se non vuoi allearti lo capisco...forse non sei così
intelligente come
pensavo!"
Detto
questo si voltò e tornò da dove era venuta,
lasciando sbigottito Filottete.
Eris era
rimasta infastidita dal comportamento del satiro, ma non poteva di
certo
lasciare che qualcuno come lui, che sapeva chi era, girasse a piede
libero per
l'arena. Fu allora che capì: aveva trovato il primo
obiettivo che cercava!
Sorrise
entusiasta tra sé, autocompiaciuta del suo stesso piano. Ora
mancava solo una
cosa: doveva ricordarsi bene quella ragazza. Mentre percorreva la
strada
intrapresa da Quattro, seguendo le sue tracce, cercò di
ricordare ogni singolo
dettaglio, quando la vista di qualcuno in lontananza la fece
sobbalzare: era
lei, la ragazza a cui stava pensando.
Tris.
Un largo
sorriso eccitato comparve sul suo volto. Osservò la ragazza
da lontano, stando
attenta a nascondersi dietro un albero per non farsi vedere.
Ma
così è anche troppo facile!
Pensò tra
sé la dea. Tris era insieme ad un'altra ragazza, ma non le
interessava affatto
e la notò a malapena. Dopo averla osservata attentamente si
guardò le mani,
fissando quella col bracciale.
"Bene,
é giunto il momento di scoprire quanto sono stati limitati i
miei poteri!"
Si
concentrò, con le mani creò delle ombre che
plasmò a suo piacimento, poi le usò
su di sé. Si sentì frastornata e il polso col
bracciale le faceva leggermente
male, ma era tutto tranquillamente sopportabile, probabilmente non li
avrebbe
potuti usare a lungo, ma se avevano funzionato, non ce ne sarebbe stato
bisogno.
Osservò per terrà: c'erano delle piccole
pozzanghere di acqua, non capì a cosa
fossero dovute, ma non le importava, perché fissandole aveva
capito che i suoi
poteri avevano funzionato.
Cercò la
figura del sole, in modo da avere un riferimento per orientarsi, quando
sentì
un urlo di qualcuno.
Era la
voce di Tris.
Si sentì
improvvisamente pervadere dal panico, con tutto il fiato che aveva in
gola urlò
il nome di Tris, mentre si dirigeva verso la voce che aveva sentito.
"Quattro?
Sei tu?" rispose lei.
Prima che
lui potesse risponderle i due si videro: Tris era accovacciata a terra,
sembrava dolorante, forse ferita. Quattro scattò
immediatamente da lei.
"Tris,
stai bene?" chiese lui, visibilmente preoccupato.
"Quattro,
grazie al cielo sei tu! Mi ha attaccato di sorpresa,
dopodiché mi sono difesa
ovviamente e sono riuscita a scappare, ma ha giurato di uccidermi e mi
ha
ferita!"
"Chi?
Chi è stato? Quella donna...Eris?"
Tris
aggrottò la fronte.
"No...é
stato un uomo: quella mezza capra, credo sia un satiro o qualcosa di
simile. Ad
aiutarlo c'era un ragazzino. Che stupida che sono stata...ma devi
seguirli,
sono andati da quella parte" disse lei indicando la direzione verso il
dirupo.
"Prima
devo curarti la ferita, fammi vedere!"
"No!
Non c'é tempo! Sono riuscita a depistarli mandandoli in
quella direzione, ma
presto scopriranno l'inganno e se mi dovessero trovare qui ferita
sarebbe
peggio. E tu non combatteresti allo stesso modo dovendomi pure
difendere: qui
ci penso io, tu và!"
Quattro la
fisso incerto, non contento dell'idea di doverla lasciare lì
da sola, poi disse:
"Ok, ma farò in fretta, se non li trovo subito
tornerò immediatamente da
te!"
"Torna comunque da me!" disse lei, con voce disperata.
"Puoi
contarci!" disse lui con un sorriso, per poi correre nella direzione
del
dirupo.
Quattro
non lo poté vedere, ma un sorriso maligno si dipinse sul
volto di Tris. Ma
oramai non era più Tris, era tornata alle sue reali
sembianze.
Quelle di
Eris.
"Grazie
cagnolino!"
Angolo autrice: Eccoci finalmente
al primo giorno nell'arena, cosa ne pensate?
Allora
come già detto nel capitolo precedente ho iniziato col
mostrare i tributi che
sono risultati i più favoriti e i più sfavoriti
dalle votazioni di voi sponsor,
per la precisione i tre favoriti sono: Elsa (con 113 punti), Annabeth(
con 112
punti) e Percy (con 109 punti). Invece gli sfavoriti sono: Filottete(
con 55
punti), Shan Yu(con 35 punti) e Gothel (con 31 punti).
Se vi
interessa sapere la classifica completa ditemelo, ma non
avrà altra utilità per
il momento al fine del gioco.
Nell'arena
a tutti é stato assegnato un compagno che per il momento non
possono uccidere,
che ne dite delle coppie scelte? Ovviamente ogni personaggio ha reagito
alla
cosa a modo suo. Inoltre sono tutti disarmati, tocca trovare gli zaini
ragazzi!
U.U (sennò era troppo facile XD)
Finalmente
é stata spiegata la funzione dei bracciali, che serve
appunto a rendere più
equo il gioco, senza però rimuovere le caratteristiche
distintive del
personaggio. Nessuno però può uccidere
direttamente coi propri poteri, ecco
perché Eris usa l'inganno (anche se credo lo avrebbe usato
ugualmente per puro
divertimento!)
Eris
inizialmente si sbaglia e chiama Tobias, Tobaias (un triste riferimento
al
fatto che gli hanno cambiato il nome nel film D: ) quindi lui si
lamenta
dicendo che non é un cane XD è In riferimento a
questo che alla fine Eris lo
chiama "cagnolino"
Filottete chiama spesso
Percy "ragazzino" e non ragazzo...questo temo sia dovuto all'influenza
di OUAT che ho finito di vedere da poco XD
lo avete
notato? Alcuni tributi arrivano in zone diverse a livello territoriale.
Devo
ammettere che gestire 24 personaggi é un po'
snervante...perché non ho fatto un
bagno di sangue iniziale? D: ok nel prossimo capitolo strage di massa
muahahaha
(scherzo XD )
Che ve ne
pare di questo inizio? Che ne pensate per ora dell'arena e di tutto il
resto?
Se avete idee o critiche sono sempre ben accette :D
Buon
inizio di Hunger Games Interattivi a tutti!
Cosa
potete fare adesso: Per il prossimo capitolo
potete:
-salvare uno dei tributi che si trova a fine
capitolo in una
situazione mortale. ATTENZIONE potrete salvare un
tributo da una
situazione mortale una sola volta durante tutta la fic
quindi scegliete
bene per chi e quando intervenire.
Puntualizzo
inoltre che io scriverò chi a fine capitolo si trova in una
situazione mortale,
non chi effettivamente morirà se non intervenite. Sta a voi
analizzare la
situazione e capire se effettivamente quel personaggio secondo voi
morirà e se conviene
aiutarlo.
Se volete salvare qualcuno
dovrete scrivere per messaggio privato su efp o su Fb chi
volete salvare.
Detto questo
ecco l'elenco delle persone che a fine di questo capitolo rischiano la
vita:
(come detto nel capitolo precedente per questa volta sono gli
sfavoriti) Shan
Yu, Gothel e Filottete
- suggerire qualcosa che vorreste decidere durante il gioco, se
sarà
considerata interessante sarà proposta come scelta nel gioco.
- come avete visto i tributi sono divisi a coppie, potete proporre le coppie che vorreste nel prossimo capitolo per i tributi ancora da mostrare.
- suggerire agli strateghi delle trappole o
ostacoli che vorreste
che venissero posizionati nell'arena durante i giochi (potete inventare
ostacoli,
veleni, ibridi, trappole, ecc) oppure anche suggerire creature o
ostacoli di
vario genere presi dai mondi dei tributi scelti ( es: potete proporre
creature
o pozioni dal mondo Harry potter o altre cose dai mondi degli altri
distretti
estratti) insomma fate lavorare la vostra fantasia e perché
no, anche il vostro
lato diabolico! (potrete farlo anche in seguito)
Inoltre vi
ricordo il nostro gruppo ufficiale facebook,
https://www.facebook.com/groups/301034680059219/
dove in questi giorni posterò ulteriori informazioni sui
tributi estratti!
Potrebbe essere un ottima occasione per voi per conoscerli meglio,
soprattutto
quelli di cui sapete poco. Inoltre nel gruppo verranno postate anche
scelte in
anteprima e nuove info, se potete iscrivetevi!
Per
qualsiasi domanda o dubbio chiedete pure!