Cap.1
Ritrovamento tra i
ghiacci
Perché
c'è tanto silenzio
Sono solo, solo
Tony fece oscillare il bicchiere, i cubetti di ghiaccio al suo interno
tintinnarono
contro il vetro.
“Allora, Jarvis, novità dalle intercettazioni
delle chiamate di Nicky?”
domandò.
“Dodici chiamate alla signorina Hill, quindici all'agente
Romanoff, due
all'agente Barton, tredici al Capitano Rogers, quarantadue al suo
numero
personale e sedici criptate” elencò Jarvis.
Tony
inarcò un
sopracciglio, allargò le gambe.
“Criptate? Chi ha chiamato?”.
“Il destinatario è sconosciuto, ma secondo le
registrazioni vocali è il
fratello minore del generale Fury”.
Tony
si alzò di scatto, e
si toccò i bracciali dell'armatura.
“Fury ha un fratello?” chiese.
“L'ultima
traccia di lui
è riconducibile ad una base al Polo Nord,
signore”.
Tony
sogghignò.
“Lascia dodici Mark a guardia della casa, e tieni aperta la
comunicazione con
gli Avengers. Si va al polo, Jarvis”.
“Non
credo che il
Capitano Rogers ne sarà entusiasta, signore”
ribatté l’intelligenza artificiale.
Tony
sbuffò, e raggiunse
la finestra.
“Escludilo. Voglio proprio divertirmi” disse.
Guardò il vetro, osservò il
riflesso dell'armatura venire verso di lui e si voltò di
scatto, facendosela
aderire addosso. Il vetro si abbassò e lui si
gettò nel vuoto; spiccando il
volo. Sorvolò l'oceano, virò fino a vedere sullo
schermo una base
contrassegnata dal simbolo SHIELD. Atterrò, si
guardò intorno e vide due agenti
camminare verso di lui.
“Signor Stark! È successo qualcosa?”
domandò quello sulla destra. Tony avanzò,
alzò l'elmo dell'armatura, la neve cadde sul suo volto
facendogli arrossare il
naso e rizzare i peli del pizzetto.
“A New York si muore dal caldo, ho pensato di prendere un po'
di ghiaccio”
scherzò.
L'agente
sulla sinistra
gli indicò la base con la mano coperta dal guanto di lana,
abbassò l'arma e
sorrise da sotto il cappuccio ricoperto di neve.
“Venga, le offriamo una cioccolata calda!”.
Tony
annuì, seguì i due
agenti nella neve fino ad entrare nella base. Passò di
fianco ad una fila di
computer, infilò una pennetta e continuò ad
avanzare fino ad un tavolo con
altri cinque agenti seduti. Una si alzò, sorrise, e
indicò la sedia.
“Signor Stark, si accomodi!” disse, con tono
cinguettante. Una seconda roteò
gli occhi, bevve due sorsi da una tazza.
“È inutile che fai la civetta, è
fidanzato”.
Tony
rise, si sedette e
rilassò le spalle socchiudendo gli occhi.
“Oh, davvero? Questa mi suona nuova!”.
Un
agente si sfilò il
cappello, scrollò le spalle e versò una tazza di
cioccolata nel bicchiere
davanti a Tony.
“Allora posso provarci con la sua segretaria?”.
Tony
si accigliò
aggrottando la fronte, grugnì e si alzò
stringendo la tazza.
“No… E per punizione, niente autografo”
disse.
Un
secondo agente
s'imbronciò, un terzo sbuffò.
“Non è giusto!” esclamò un
quarto.
Tony
ghignò, abbassò
l'elmo e osservò i dati sul proprio schermo;
spalancò gli occhi. Indurì lo
sguardo, indietreggiò e dilatò le narici.
“Nemmeno tenere un soggetto
potenzialmente pericoloso sotto ghiaccio, sottoponendolo ad esperimenti
illegali in almeno cinquantasette paesi”.
Gli
agenti si alzarono
spalancando gli occhi, uno attivò gli allarmi che iniziarono
a suonare.
Tony
spiccò il volo, si
infilò nel corridoio sentendo degli spari ticchettargli
sull'armatura; svoltò
un angolo e sparò con i laser a degli agenti, l'allarme
suonava facendogli
fischiare le orecchie.
“Jarvis, disabilita i sistemi di sicurezza di questo posto e
informa Nicky che
nelle sue basi SHIELD ci sono più infiltrati di quanto
credeva” ordinò.
Volteggiò tra una serie di agenti, si sentì
afferrare per la gamba e spinse con
i repulsori facendoli cadere contro i muri; le pareti esplosero e lui
si spinse
in avanti passando attraverso un buco.
“Contatto gli Avengers, signore?”.
“No, spegni solo quel fottuto coso!”
urlò. Sfondò una porta di metallo con una
spallata, rotolò in terra e si mise in ginocchio alzando il
capo. Spalancò gli
occhi vedendo un blocco di ghiaccio, Steve Rogers era steso immobile
circondato
da apparecchiature, il corpo nudo visibile sotto lo strato di
ghiaccio.
“Non è possibile” sussurrò
Tony. Sentì una serie di tonfi e delle esplosioni
alle sue spalle.
“Signore, nemici con artiglieria pesante in
avvicinamento” informò Jarvis. Tony
si morse il labbro, si alzò e afferrò il blocco
di ghiaccio.
“Via da qui e fai esplodere tutto!”
ordinò. I propulsori si attivarono
facendolo schizzare fuori dalla base, una serie di esplosioni
rimbombarono e il
fumo salì fino ad avvolgere l'armatura in volo con stretto
il blocco di
ghiaccio.