BETWEEN THE HUNGRY
Sprazzi di vita .
Quando
avvertii il rumore dei passi,sussultai. Aprii gli occhi e la vidi.
Sapevo che
sarebbe venuta,eravamo d’accordo,ma non ero mai troppo
rilassata ed i nervi già
tesi di primo pomeriggio,provvedevano a rendermi suscettibile ad ogni
tipo di
rumore.
«Scusi,per
il bagno dove si va?» mi chiese Brittany con quel sorrisetto
che le illuminava
il viso.
Era
raggiante come non l’avevo mai vista,e così lo ero
anch’io. Era trascorsa un’altra
settimana da quella notte,ed in
ogni
istante in cui i respiri nutrivano il mio corpo,non potevo fare a meno
di
ricordarla,sempre vivida come se l’avessi appena vissuta.
«Signorina,credo
che stia sbagliando direzione.» dissi,sorridendo a mia volta
«Per il bagno si
va dall’altra parte».
Me ne stavo
buttata a peso morto contro la corteccia di un albero,a gambe
incrociate sull’umidità
di quella foresta tranquilla. Le fronde di quell’enorme
sequoia si diradavano
abilmente sopra la mia testa,creando un tetto naturale che soltanto a
spizzichi
qua e là lasciavano trapelare i raggi del sole.
«Per
quanto
ancora dovremo comportarci come due quindicenni che si vedono in
segreto?»
Sospirai e
mi sollevai da terra per raggiungerla. Le diedi un piccolo bacio
all’angolo
della bocca e le accarezzai il braccio scoperto.
«Non
è
ancora arrivato il momento,Britt.» ammisi a malincuore
«Lo sai,è successa
quella cosa con Steven e…e non so mio fratello come potrebbe
prenderla».
Lei storse
la bocca e il suo viso si rabbuiò «pensi che
potrebbe essere un problema il
fatto che io sia una ragazza?»
Scossi la
testa «non lo so» affermai,mordendomi un labbro.
Lei
sbuffò e
mi scansò una ciocca di capelli dal viso,poi mi prese per
mano.
«Però
è
buffo,non trovi?» disse,tornando a sorridere.
«Cosa?»
chiesi confusa.
«Che
anche
dopo la fine del mondo ci si debba curare di cose come queste. Voglio
dire…l’umanità è stata
sterminata da quelle “cose” e noi siamo ancora qui
a
preoccuparci di cosa potrebbe pensare la gente di noi due».
Annuii e mi
sforzai di sorridere «lo sai che non è solo per
questo…»
Lei
alzò gli
occhi al cielo e sospirò
«già,c’è Steven».
«E’
solo che
non voglio ferirlo,capisci?E’ stata tutta colpa mia se
è successo quel che è
successo».
Brittany si
irrigidì e smise di parlare. Lo faceva ogni qual volta che
veniva fuori
l’argomento.
«Ehi,»
dissi
ad un soffio dal suo viso,dolcemente «lo sai che è
solo acqua passata. Non
serve che ogni volta torniamo a discuterne,ok?Non
c’è niente da dire».
«D’accordo,»
rispose lei,tornando a guardarmi in viso «ma penso che dovrai
chiarire la
situazione prima o poi…sarà confuso».
«Lo
farò»
risposi,annuendo.
Il vento
fece ballare le fronde della sequoia a suo piacimento e allora un
raggio di
sole illuminò il viso di Brittany. Gli occhi celesti che
ormai sognavo e nel
quale mi perdevo,divennero ancor più chiari e allora mi
scappò un sorriso.
«Che
c’è?»
chiese lei,guardandomi,leggermente accigliata. Sapevo a che pensava.
«E’
che….non
riesco a credere di averti trovata» risposi,osservandola
intensamente.
Lei
sorrise,lusingata
con quel suo finto imbarazzo,ed aumentò la presa tra le
nostre mani.
«Nemmeno
io
riesco a credere di aver trovato te».
Chiusi gli
occhi ed a poggiai le mie labbra sulle sue,morbide e dal sapore di
miele. Le
diedi un piccolissimo bacio,poi mi allontanai lentamente e la guardai
sorridere. Lei mi accarezzò una guancia,con dolcezza,e i
nostri occhi si
specchiarono gli uni negli altri. Azzerammo di nuovo la distanza e
giocammo con le
nostre lingue senza fretta,come se avessimo avuto il bisogno di vivere
a pieno
ogni singolo istante,per paura di perderlo.
«E’
tranquillo qui,mi piace» disse guardandosi intorno.
Annuii
«è un
buon posto per pensare. Sembra che niente sia stato intaccato,che sia
tutto
come prima».
Lei sorrise
«Sì,è vero».
Avevamo
camminato un po’,senza allontanarci troppo,ed avevamo trovato
un tronco sul
quale sederci. Le nostre mani ancora unite,adagiate sul muschio ruvido
che di
tanto in tanto ci solleticava la pelle.
«Che
tipa
eri prima di tutto questo?»
Lei mi
guardò con un’espressione mista tra il divertito
ed il sorpreso «che tipa ero?»
«Sì,»
risposi convinta «com’eri tu e com’era la
tua vita. Voglio sapere tutto di te :
ogni minimo dettaglio».
Lei mi
guardò ancora incuriosita da quella domanda inaspettata,e si
schiarì la voce.
«Ero
un po’
esaurita,a dire il vero».
Risi
«esaurita?»
Lei
annuì
«sempre affaccendata,senza mai un attimo di respiro per
rendermi veramente
conto di come fosse la mia vita. Alle superiori ero piuttosto
invisibile,portavo un paio di occhialoni in celluloide
rossa,l’apparecchio ed
ero…beh,sì,ero molto meno formosa».
Risi ancora
«stai cercando di dire che adesso sei formosa?»
Lei mi diede
una gomitata nelle costole e scoppiò a ridere «non
ho detto questo!Dico solo
che sembravo una tavola da surf,ecco».
«Come
no…» risposi
ironica.
«Ehi,niente
interruzioni!» mi rimproverò con finta
serietà.
Feci segno
di chiudermi la bocca.
«Passai
quattro anni infernali,i peggiori della mia vita. Ogni giorno era una
tortura,ogni mattina quando aprivo gli occhi avevo soltanto voglia di
piangere.
Hai presente quell’angoscia che ti intorpidisce?»
Annuii.
Sapevo bene di cosa stesse parlando.
«Beh,quella
era la mia unica amica. Piuttosto triste,no?» fece una pausa
e
sospirò,improvvisamente presa dai ricordi. «I miei
mi avevano istruita in un
certo modo. Il loro motto era : “Lo studio porta al
successo”. Così tutti i
pomeriggi trascorrevo ore intere sui libri,mentre i miei compagni di
classe si
sballavano fumando marijuana o andando a ballare in discoteca. Ero una
secchiona!Una di quelle che tutti prendevano in giro e che riempivano
di
scherzi sino a portare all’esasperazione».
«Probabilmente
ti avrei presa in giro anch’io se tu fossi stata nella mia
stessa scuola…»
ammisi con amarezza.
Lei mi
sorrise «senz’alcun dubbio. Avevo
un’unica grande passione : la danza. L’ho
sempre amata più di ogni altra cosa,da quando avevo cinque
anni. Nonostante
fossi abbastanza goffa,ero piuttosto brava. Finito il liceo mi ero
illusa che
tutto il mio impegno avrebbe convinto i miei genitori a permettermi di
realizzare
i miei sogni,ma presto mi resi conto che non c’era verso di
cambiarli. Sarà
brutto dirlo dopo averli persi,» ammise con tristezza
«ma ho passato un’intera
vita ad essere oppressa da loro. Obbedivo e basta,senza riuscire a
vivere
realmente. In quattro anni non ho fatto altro che studiare e studiare e
studiare. Non avevo mai baciato nessuno,non ero mai andata ad un ballo
di fine
anno,non avevo mai neppure avuto una vera amica».
«Cavolo»
la
interruppi «è triste…la mia adolescenza
al confronto sembrerebbe la vita di
Lindsay Lohan!»
Brittany
rise «lo immagino.» fece una pausa,e poi
tornò a raccontare «Quando i miei mi
costrinsero a seguire giornalismo alla Columbia,nonostante la
tristezza,iniziò
la mia vera vita. Durante l’estate precedente ero cambiata :
avevo tolto
l’apparecchio,avevo messo su qualche chilo,e avevo tolto
anche gli occhiali».
«In
poche
parole sei diventata una figa!» esclamai,sorridendo.
Brittany
scoppiò in una fragorosa risata. Quel suono melodioso si
unì al cinguettio
degli uccellini,quasi fossero un tutt’uno.
«In
poche
parole sì.» ammise ancora sorridendo
«Stando lontana da casa imparai ad essere
più sciolta,meno impacciata,e tutta quella insicurezza
sparì non appena capii
di essere circondata da delle persone che mi apprezzavano. Non mi
sentii mai libera
come allora,mai. Per l’ennesima volta avevo obbedito ai
miei,ma in un certo
senso diventai autonoma,finalmente».
Le sue
parole risuonavano ancora nella mia mente,quando ebbi voglia di farle
un’altra
domanda. Il desiderio di conoscerla era così forte,che avrei
passato l’intera
giornata a scoprirla e a studiarla,con un solo pensiero nella testa : la amo.
«Così
non
hai avuto una grande vita amorosa,eh?»
Lei mi
guardò e scosse la testa,sorridendo della mia
curiosità.
«Quando
hai
scoperto che…»
«Che
mi
piacciono anche le ragazze?» mi interruppe,togliendomi le
parole di bocca «Non
saprei dirlo con precisione…però
c’è stato un momento in cui ne presi
pienamente coscienza».
Vedendo che
taceva,con lo sguardo basso come fosse imbarazzata e un sorrisetto
timido
stampato sulle labbra,non potei fare a meno di incitarla a parlare
«Racconta!»
Lei scosse
la testa e sempre sorridendo,si portò le mani sul viso.
Vederla in quel modo mi
faceva venire voglia di abbracciarla forte forte o strizzarle
teneramente le
guance. Sembrava un innocente e tenerissimo cucciolo.
«Ti
prego»
la supplicai,congiungendo le mani come in preghiera.
Lei
sbuffò,fingendo di essere contrariata e cedette «e
va bene!»
Risi.
«C’era
questa ragazza che frequentava il mio stesso corso di biologia,si
chiamava Kate
Danko. Aveva delle lunghe gambe chiare e una cascata di capelli neri
che le
incorniciava il viso. Ma quel che mi piaceva di più di
lei,erano i suoi occhi :
di un marrone cioccolato con delle lunghe ciglia nere».
«Gli
occhi,certo…»
Un’altra
gomitata mi colpì alle costole e soffocai una risata.
«Si
era
appena trasferita dal Canada ed era diventata da subito
l’attrazione della
scuola. Sai,i newyorkesi sono abbastanza chiacchieroni. Parlano di ogni
cosa
che non riguardi i fatti loro,e Kate era un’indiscutibile
novità. Passavo le
ore a guardarla. Biologia divenne il mio corso preferito ed ogni volta
che
incrociavo i suoi occhi,mi batteva il cuore all’impazzata. Mi
ero presa una
cotta bella e buona,ma all’inizio credevo fosse soltanto
ammirazione. Pensavo
di desiderare di essere come lei e pensavo che fosse normale che una
persona
così bella avesse un simile effetto su di me.»
fece una pausa e sorrise,come a
voler dire povera illusa «il
bello
venne quando ci ritrovammo per puro caso nella stessa ora di educazione
fisica.
Io,che come un’ebete me ne stavo in disparte a fissarla
mentre giocava a
pallavolo,non riuscii a rivolgere nemmeno una volta la parola. Quando
negli
spogliatoi si cambiò,mi ritrovai a fissarla provando una
strana sensazione che arrivava
dal basso ventre sino alla bocca dello stomaco. Tornai a casa e
cominciai a
fare due più due e alla fine rimasi sconcertata. Nemmeno
immagini quante
paranoie mi sia fatta o quanto abbia sofferto per quella situazione.
Non avevo
nessuno con cui parlarne e sapevo che i miei genitori non
l’avrebbero mai
accettato. Ero…ero a pezzi».
Osservai i
suoi occhi tristi e le ripresi la mano,poi le baciai una guancia.
«Arrivata
al
college conobbi una ragazza. Frequentava buona parte dei miei stessi
corsi e a
dirla tutta era molto amica di Jake. Era di origini italiane ed era
molto,ma
molto bella. Mi chiese di uscire quasi subito,mi
corteggiò,ed io sempre
impacciata e timida non mi spiegavo come una ragazza così
bella desiderasse
uscire con me. Restammo quattro mesi insieme,poi finii per vari motivi.
Fu con
lei che persi la verginità,fu a lei che diedi il mio primo
bacio. Intanto i
miei genitori si chiedevano per quale diavolo di motivo fossi
così felice ogni
volta che andavo a trovarli. Mi facevano battutine e mia madre mi
faceva
l’interrogatorio ogni volta che la chiamavo. Un giorno,mentre
eravamo a
pranzo,dissi semplicemente :”
ma’,pa’…sto con una ragazza!”.
Mio padre cominciò
a tossire e per poco non si sentì male. Mia madre mi disse
semplicemente di non
azzardarmi più a dire certe cose a tavola perché
rischiavo di farli soffocare
con il cibo.» si fermò e rise,scuotendo la testa
«Da quel momento non ne
riparlammo più ed io fui libera di vivere la mia
vita».
«Wow»
ammisi,sorridendo «certo che sei una tipa
interessante,eh?»
Lei fece
spallucce con disinvoltura.
«Sei
stata
anche con dei ragazzi?»
Brittany mi
guardò ed annuì «Poco dopo Sara ho
incontrato Brian,ma è durata un mesetto
scarso. Non ero realmente innamorata e dopo un po’
l’infatuazione sparì. Non
faceva altro che bere e bestemmiare…Dio,era
disgustoso» ammise facendo una
smorfia «ancora non capisco come abbia fatto a mettermi con
lui. C’era una
differenza abissale tra Sara e Brian».
«Del
tipo?»
chiesi,curiosa.
«Sara
era
una persona fantastica. C’era intesa tra di noi,ci capivamo
con uno sguardo e
poi…» si fermò,con un sorrisetto
malizioso «a letto era tutta un’altra
storia».
Risi
compiaciuta da quella sua affermazione «ah
sì?»
Lei si
avvicinò con il viso,annuendo «senza alcun
dubbio».
«Vieni
qui»
le sussurrai,avvicinandomi a mia volta.
Le nostre
labbra si incontrarono,così come le nostre lingue.
Quel bacio però prese
una piega immediatamente diversa. Non era più tenero come
quello di poco
prima,ma disinibito,sfacciato…eccitante. Brittany
adagiò le sue mani sulla mia
schiena e poi scese,sino ad infilarle nel pantalone della tuta,e poi
ancora
nelle mutandine. A quel punto avvertii il desiderio impellente di
possederla in
quel modo,e le mie mani si
insinuarono nella sua
maglietta. Le accarezzai la pelle vellutata,i fianchi,ma non era
abbastanza.
Salii sino ad incontrare i suoi seni e allora strinsi tra le mie mani
le coppe
del reggiseno. Lei gemette sulle mie labbra. La baciai con
più passione di
prima,avvertendo quel desiderio che mi scaldava come un fuoco perenne
ed avvolgente
al basso ventre,e allora lei strinse il tessuto della mia maglietta tra
le
dita,e lo sollevò. Gettò come fosse uno straccio
quell’inutile pezzo di
stoffa e prese a baciarmi il collo. Baciò la mia pelle,la
morse,la succhiò,poi
mi slacciò il reggiseno e scese ancora.
«Britt…»
biascicai,posseduta dal piacere e dall’eccitazione.
Lei non
rispose. Si limitò a scendere tracciando la mia pelle con la
lingua.
«Sei
mia,Santana» disse con voce seducente.
Allora
tremai.
«Sono
tua»
risposi mentre la sua bocca si faceva a mano a mano sempre
più audace.
Divorò
ogni
mio centimetro di pelle. Lo conquistò secondo dopo
secondo,senza paura.
Dapprima il seno,a cui dedicò particolare
attenzione,stuzzicandolo con labbra,denti e lingua. Poi scese ancora
e…ancora e mi calò rapidamente i pantaloni con
un gesto istantaneo e brusco,costringendomi a sollevarmi dal tronco.
Osservò la
mia eccitazione dalla stoffa delle mutandine nere,e baciò il
tessuto mentre
morivo di desiderio.
«Dios
mios»
sussarrai,mordendomi le labbra.
Afferrò
la
stoffa nera tra i denti e,aiutandosi con le mani,scoprì
l’ultima parte di me.
Il fuoco si nascondeva proprio lì,e lei era sia benzina che
acqua.
«Mi
desideri,non è vero?» chiese,come fosse un diavolo
tentatore
venuto dritto dall’inferno per provocarmi.
Annuii,perché
non avrei potuto parlare.
«Voglio
sentire la tua voce».
«S-sì!Ti
desid…ti desidero».
«Bene»
disse
secca.
Non appena
pronunciò quell’unica parola,la sua lingua si
trasformò nel più abile strumento
in grado di regalare piacere. Le infilai le mani tra i capelli biondi
mentre mi
mordevo le labbra incontrollatamente,tra i respiri rapidi ed
insoddisfacenti,e
li spostai dal suo viso. Ma l’eccitazione cresceva assieme al
piacere,ed ogni
parte di me avrebbe voluto urlare quanto diavolo stessi bruciando di
desiderio.
«Oh,merda»
fu l’ultima cosa che riuscii a dire.
Il suono
della natura venne sovrastato da un unico grido liberatorio,che non ero
sicura
fosse mio. Distesi la schiena sopra il tronco,avvertendo la corteccia
ruvida
graffiarmi la pelle,e mi portai le mani sul viso. Brittany percorse la
distanza
tra lo stomaco e il collo con la lingua,rapidamente,e ricongiunse le
sue labbra
con le mie.
«O
mio... Dio»
biascicai,ancora sovrastata da quel piacere intenso che mi aveva
strappato via
ogni traccia di lucidità.
Brittany
rise e disse «te l’avevo detto!Le donne sono le
migliori».
Mi sollevai appena per guardare quel suo sorrisino sfacciato,e poi ricaddi a peso morto sul tronco,ridendo.
Lettori e lettrici,buonasera (o buongiorno o buon pomeriggio)!
Come avete potuto notare,questo è un capitolo interamente dedicato al "Brittana" e mi auguro con tutta me stessa che vi sia piaciuto. E' molto semplice,ed è come se le due protagoniste siano avvolte da un velo protettivo che le isola da tutto quel che hanno intorno. Era questo il mio scopo : fare una pausa dal mondo brutale nel quale la vicenda si svolge,e dedicarmi a quest'amore in piena nascita,molto protettente. Dunque,senza annoiarvi troppo,vi chiedo come al solito di scrivermi nelle recensioni tutto quel che pensate,senza alcun timore o freno. Non vi mangio mica,eh!
ATTENZIONE : dal prossimo capitolo vedremo delle evoluzioni fondamentali per la storia. Qualcosa di grosso succederà,e spero che voi continuiate a farmi compagnia sempre presi e incuriositi come mi auguro che siate.
Beh,allora non mancate!Ringrazio tutti coloro che hanno deciso di seguire questa folle storia e coloro che decideranno di seguirla. Un grazie speciale va alle meravigliose persone che mi hanno supportata sino ad oggi recensendo,e spingendomi di capitolo in capitolo nel cercare di migliorare,sempre con passione.
Alla prossima!Vi aspetto...