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Autore: saitou catcher    04/07/2014    8 recensioni
In un mondo dominato dagli unici individui in grado di usare la magia, la giovane Deine sconta la sua condanna ai lavori forzati, in una vita ormai priva di ogni speranza di libertà. Almeno fino a quando l'incontro con un giovane ribelle sconvolgerà la sua vita, portando alla luce la sua voglia di lottare...
Primo capitolo di una trilogia, spero vi piaccia!
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Saga del Cristallo'
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L'aeronave ammiraglia della flotta Ribelle atterrò con delicatezza sul terreno devastato del campo di battaglia, sollevando una grande nube di polvere. Le porte si aprirono con un sibilo e Redhent attraversò la passerella che conduceva a terra a passo spedito, il volto sconvolto dalla preoccupazione.

-Ethan!- gridò. Si avvicinò a grandi passi al compagno e gli prese il viso tra le mani, sfiorando con le dita il taglio sulla fronte. -Stai bene?

-Sto bene- rispose Vale, sottraendosi alla stretta dell'altro. Gli occhi di Redhent vagarono allora alle sue spalle, lì dove i Ribelli si stavano radunando dopo la vittoria.

-Papà!- una voce squillante risuonò tra il brusio della folla, e subito dopo Ariadne si fece largo tra i guerrieri accalcati, dirigendosi di corsa verso il padre.

-Ariadne!- Redhent se la strinse convulsamente al petto, gli occhi chiusi per il sollievo. La prese per le spalle e la fece indietreggiare, passando freneticamente lo sguardo su ogni centimetro del suo corpo. I suoi occhi si dilatarono. -Ariadne... sei ferita?

Il volto della ragazza si contrasse in una smorfia di dolore, mentre indietreggiava di qualche passo e si portava una mano alla ferita sul fianco. -È solo un graffio- tentò.

Il volto di Redhent s'indurì in un'espressione gelida. -Vai a curarti- le disse, e prima che Ariadne potesse muovere qualsiasi obiezione la fece voltare e la spinse tra le braccia di Soale, che la trascinò via dal campo di battaglia.

Redhent prese un profondo respiro, chiuse gli occhi, quindi si voltò, lì dove Deine, Derrick e Daywine attendevano con un'espressione estremamente colpevole sul volto.

-Voi tre- li apostrofò tra i denti, gli occhi animati da una scintilla minacciosa.

Deine sussultò e si guardò intorno, quasi cercando di capire a chi l'uomo potesse essersi rivolto. -Io?- ripeté.

-Sì, anche tu, signorina-. Redhent incrociò le braccia sul petto e li scrutò a lungo, fino a che Daywine non abbassò lo sguardo e Derrick iniziò a fischiettare.

-Allora?- la parola parve calare come un macigno nel silenzio che si era creato.

-Allora cosa?- ribatté il figlio, sulla difensiva.

-Si può sapere com'è vi è saltato in testa di portarvi dietro Ariadne?! Siete pazzi o cosa?- il ruggito li fece sobbalzare.

-Guarda che è stata lei a voler venire- tentò debolmente Daywine.

-Non m'interessa! È tua sorella, ci si aspetta che tu sappia come controllarla! E tu- questa volta, a essere fulminata fu Deine- Sei la sua migliore amica, non hai un minimo di influenza su di lei?

-Ho cercato di convincerla a non venire- rispose Deine- Ma Ariadne non si lascia influenzare da nessuno- aggiunse con un sorriso.

-Poteva morire- continuò Redhent senza nemmeno badarle- Poteva essere catturata, poteva essere ferita, poteva essere uccisa...

-Potevano capitare anche a me tutte queste cose- ribatté Daywine, offeso.

-Lei non ha il tuo addestramento! Cosa diavolo vi è passato per la testa? È solo una ragazzina indifesa!

-Ehm, Redhent- intervenne Derrick- Ti faccio notare che, se non fosse stato per la ragazzina indifesa, a quest'ora dovreste raccogliermi con il cucchiaino.

-Parla un'altra volta, e provvederò personalmente- ruggì Redhent, e nello sguardo che lanciò a Derrick c'era qualcosa in più della rabbia, un'ombra di sospetto che fece sì che l'altro distogliesse gli occhi. Prese un profondo respiro. -Se anche volessi chiudere un occhio- e non credo che lo farò- sul fatto che abbiate autorizzato la missione alle mie spalle, certo non ho intenzione di farvela passare liscia per aver permesso la presenza di Ariadne...

-Io non le avevo dato il permesso di venire- specificò Vale, comparendo in quel momento alle spalle di Redhent.

-Tu dovresti essere dalla nostra parte- insorse Daywine- Guarda che è solo merito mio se puoi ancora rompere le scatole.

Vale volse lo sguardo verso di lui, un sopracciglio elegantemente inarcato. -Correggimi se sbaglio, ma sono io che sono venuto a salvare te, non il contrario.

Le guance di Daywine si fecero di brace. -Non avevo nessun bisogno del tuo aiuto. Me la stavo cavando benissimo da solo.

-Oh, naturalmente.

-Tu sta' zitto- sbottò Redhent. -con te farò i conti tra poco.

Si volse di nuovo verso i tre ragazzi, gli occhi ridotti a due fessure. -Ho bisogno di riflettere per decidere quali provvedimenti adottare nei vostri confronti. Non solo avete compiuto una missione senza il mio permesso, ma vi siete anche portati dietro una ragazzina...

-Oh, adesso basta, papà!

Il suono della voce di Ariadne li fece voltare di scatto, e la ragazza si frappose fra loro, il volto pallido e determinato, nonostante le bende che le fasciavano il fianco. Redhent fece per avvicinarlesi, ma la ragazza alzò una mano per bloccarlo e disse, con tono duro e deciso:- Stammi bene a sentire, papà. Ho dimostrato di essere in grado di combattere, e questo non puoi negarlo, visto che Derrick non sarebbe vivo senza il mio intervento. Per cui, una volta per tutte- e questa volta vedi di mettertelo bene in testa- : non puoi tenermi bloccata, sopratutto ora che ho scoperto che cosa so fare. Quindi, o vedi di assegnarmi tu stesso le missioni, in modo da poter sapere sempre dove sono o perché, oppure ti rassegni al fatto che le missioni me le sceglierò da sola, con o senza il tuo consenso.

Tacque, e gli occhi di tutti si posarono su di lei, stupefatti. Per alcuni istanti nessunò odò parlare... poi Ariadne guardò il padre, e le sue labbra si sollevarono in un sorriso terribilmente birichino.

Redhent la osservò ancora per un attimo, quindi scoppiò a ridere e attirò la figlia in un abbraccio, scompigliandole affettuosamente i capelli. -Ha ragione Deine- commentò- Non ti fai influenzare da nessuno.

-E adesso te ne accorgi?- replicò Daywine con un sorriso.

Lo sguardo di Redhent si volse di nuovo a loro, gelido- Il che non significa che voi non vi ritroverete a dover scontare una punizione coi fiocchi.

-Accidenti a te, Daywine- gemette Derrick- parli sempre al momento sbagliato.

 

I sorveglianti vennero legati e rinchiusi in una delle stanze del laboratorio, mentre alcuni dei Ribelli si preoccuparono di provvedere ai forzati. Vale e Redhent perlustrarono la Cava da cima a fondo, ma non trovarono nulla che potesse fornire loro un qualsiasi indizio sull'ubicazione dei progetti.

Deine e Daywine li seguirono nel loro giro avvolti in una strana sensazione di irreatà e di straniamento nel vedere sfilare davanti a loro tutti quei luoghi che ricordavano attraverso un velo di orrore. Nel momento in cui, per la prima volta dopo quasi quattro mesi, fecero di nuovo il loro ingresso nel Dormitorio, Deine credette quasi di svenire.

-E io che credevo che non avremmo mai più rivisto questo posto- commentò Daywine tra i denti.

-Oh, andiamo, Daywine, non è poi così male- ribatté Derrick- Certo, è un po' lugubre, ma una volta che avremmo dato una mano di vernice...

Una volta finita la perlustrazione, i cinque responsabili dell'assalto e i due capi si ritrovarono riuniti in quello che era stato l'ufficio di Basser, una stanzetta abbastanza asfittica, con pochi posti a sedere.

-Non abbiamo trovato nessuna traccia, ne' dei progetti ne' del Cristallo modificato- iniziò Redhent- ma questo non significa che non ve ne siano. Questo implica che dovremo passare i propri giorni a setacciare ogni angolo della Cava per trovare il luogo in ci ha potuto nascondere i suoi segreti. Dobbiamo assolutamente venire a capo di questo mistero.

-Non abbiamo però molto tempo- intervenne Vale- Siamo riusciti ad infliggere un duro colpo al sistema degli Aldermen, ma di certo non è un danno definitivo, e non ci vorrà molto prima che Hostel passi al contrattacco. Perciò, qualsiasi cosa Hostel abbia nascosto qui, dobbiamo sbrigarci a trovarla prima che arrivino qui a raderci al suolo.

Per alcuni istanti, nel piccolo ufficio regnò il silenzio, poi Redheny si alzò, strofinandosi stanncamente gli occhi. -Ma adesso basta parlare di questo- disse con un sorriso- Andate a festeggiare la vittoria con gli altri, ragazzi. Ve lo siete meritato. E dopo, andate pure a riposare.

-Beati voi che ci riuscirete- sospirò Ethan Vale- Io stanotte non chiuderò occhio.

-Mi fa piacere- ribatté Redhent con un sorriso malizioso.

-Redhent!- sbottò l'altro lanciandogli uno sguardo... e se non fosse stato impossibile, trattandosi di Ethan Vale, Deine avrebbe giurato che per un attimo fosse arrossito.

-Andate a godervi la vittoria, ragazzi- ripeté Redhent, battendo una pacca sulla spalla di Daywine e arruffando i capelli di Ariadne.

I quattro lasciarono la stanza e si avviarono lungo i corridoi della Cava: attorno a loro, aumentavano i rumori degli agenti in festa. Ovunque andassero, incontrarono solo sorrisi ammirati e sguardi di approvazione, e per la prima volta da che si era unita ai Ribelli, Deine si sentì accettata, nel pieno senso della parola; sorrideva, fiera, mentre camminava accanto a Daywine, Ariadne dall'altro lato che le si appendeva al braccio e non smetteva un attimo di parlare, descrivendo con accenti entusiasti le sue prodezze in battaglia.

-E scusami se io ti ho soltanto salvato la pelle un altro paio di volte, scricciola- la sbeffeggiò Derrick.

Deine non prestava molta attenzione alle parole dei suoi amici intorno a lei; si sentiva svuotata, come se tutta la forza le fosse scivolata via dal corpo. Aveva battuto Basser, aveva sconfitto il suo nemico di sempre: il Direttore non sarebbe più riuscito a tormentarla. Ma quel pensiero le dava una strana sensazione di straniamento, comese se in quel momento fosse difficile affrontarlo in tutta la sua realtà.

Si allontanò dai suoi amici quasi senza accorgersene, superando la soglia del Laboratorio, inoltrandosi nell'aria fredda della sera: il cielo sopra di lei brillava immenso, e vuoto, illuminato dalle luci distanti di mille piccole stelle. Deine alzò lo sguardo e lo osservò, sentendo un soffio di vento scostarle i capelli.

Poco lontano da lei, i cadaveri di tutti colore che erano morti nella battaglia bruciavano in un'unica, grande pira che si levava rossa contro il cielo nero. Deine scrutò nelle evoluzioni delle fiamme, quasi a cercare di scorgere, attraverso i tanti corpi, quello del suo nemico, ma sapeva che era inutile: di Basser, ormai, non rimanevano altro che ceneri.

Un soffio di vento le sfiorò il viso, e l'odore del fumo le raggiunse le narici. Deine lo ispirò a fondo, e in quel momento percepiì chiaramente che qualcosa era cambiato: della ragazza che aveva conosciuto Daywine alla Cava, della forzata priva di scopo che un tempo era stata non rimaneva più nulla. Era cambiata più di quel che avrebbe creduto possibile, e in quella notte, in quella pira, la morte di Basser suggellava la fine di ciò che era stato.

È finita, si sorprese a pensare.

-Cosa ci fai qui, tutta sola?

Il suono di una voce la fece voltare, e gli occhi di Deine incontrarono quelli di Daywine, brillanti nel viso illuminato a tratti dalle fiamme.

-Niente. Pensavo.

Il ragazzo le si mise a fianco e le circondò le spalle con un braccio, osservando, come lei, la pira che si consumava. Per alcuni istanti, nessuno dei due sentì il bisogno di dire nulla.

-Che ne dici di tornare a godersi la festa, come gli altri?- disse Daywine dopo un po'. -Dopotutto, siamo quelli che se lo meritano di più.

La fece voltare, e la condusse verso il dormitorio. Per un solo istante, provò la fortissima tentazione di guardarsi indietro.

Guardarsi indietro non serve mai a nulla, per un istante, la voce di Derrick parve rieccheggiarle nella testa. Deine si strinse più forte contro il fianco di Daywine.

-È proprio finita- commentò.

Daywine scosse la testa e rise, una risata calda e sicura nel buio della notte. -No, non finita- ribatté stringendola più forte- Anzi, è appena cominciata.

 

Zanoch Hostel attraversava i corridoi del Palazzo degli Aldermen a grandi falcate, gli occhi scintillanti e il viso contratto in una smorfia di furore. La porta dell'alloggio delle Guardie gli si parò davanti, e lui le aprì con violenza, irromprendo nella stanza come una furia.

Gli si presentò alla vista un ambiente spazioso, grandemente illuminato, che di tutto parlava, fuorché di rigore militare: la luce delle lampade al neon si rifletteva sulle linee morbide di divani dai colori tenui, ricoperti di cuscini ricamati; su uno di questi divani giaceva Adon, mollemente sdraiato, i lunghi boccoli che ricadevano sul petto nudo. Accanto a lui, Vara sedeva a gambe incrociate su un piccolo sgabello, apparentemente intenta a giocherellare con un pugnale.

-I Ribelli hanno preso la Cava- annunciò Hostel a denti stretti.

Adon non ebbe nessuna reazione; dal suo angolo, Vara alzò appena la testa, gli angoli delle labbra sollevate in un sorriso di sufficienza. -L'avevo detto io che Charya non era sufficiente- osservò.

-Charya è morta- ribatté seccamente Hostel.

Adon si mise seduto di scatto, sul viso un'espressione di sorpresa, e di dispiacere:-No!- esclamò.

Vara inarcò un sopracciglio. -Oh- replicò con un piccolo broncio- Che peccato.

-Ad ucciderla è stata una nostra vecchia conoscenza- continuò il Primo Alderman. -Il suo nome è Ethan Vale.

A quelle parole, Vara alzò la testa di scatto e tutto il colore parve defluire dal suo viso, mentre gli occhi le si dilatavano in un'espressione assolutamente pietrificata. Il pugnale le sfuggì di mano e cadde sul pavimento, con un rumore metallico.

Adon fece una smorfia. -Ethan Vale?- pronunciò il nome con lo stesso tono che avrebbe riservato ad un insetto particolarmente disgustoso. -È ancora vivo?

-No- sussurrò Vara a voce appena udibile, gli occhi fissi e scintillanti nel viso cianotico- Non è possibile.

-Non ci sono dubbi- replicò Hostel seccamente- È lui. Le testimonianze che abbiamo raccolto non lasciano spazi a fraintendimenti. È tornato, e si è messo a capo della Resistenza.

-Credevo che tu l'avessi ucciso- osservò Adon, rivolto a Vara.

-Non abbiamo mai trovato il suo corpo- rispose lei, gli occhi fissi su qualcosa che nessun'altro era in grado di vedere.

Alzò la testa e il suo viso s'indurì in una smorfia assassina, mentre le guance le si coloravano lentamente di rosso. -Ma vedrò di rimediare- sussurrò, la voce inespressiva e gli occhi verdi illuminati da un lampo metallico.

-Ed al più presto- aggiunse Hostel. -I Ribelli ci hanno assestato un colpo duro, ma possiamo riprenderci, e lo faremo. In fretta, anche, perché non possiamo permetterci indugi. Non lascerò che quella feccia s'impadronisca del nuovo Cristallo che ho creato.

-Ma guarda guarda- commentò Adon, quasi divertito- I topi hanno finalmente cominciato a giocare sul serio, eh?

-E così faremo anche noi- sussurrò Hostel. Il suo viso era calmo, adesso, ma i suoi occhi erano accesi da una scintilla che non aveva nulla di umano: una scintilla della più pura e ferrea decisione.

-La guerra vera è appena iniziata.

 

E dopo undici mesi, sedici capitoli e 131 pagine di Word, finalmente siamo arrivati all'epilogo! Non sono del tutto convinta che sia all'altezza degli altri, ma sinceramente, chi se ne frega :).

Questa è la prima storia originale che riesco a finire, e non avete idea di quanto la cosa sia emozionante. Sono contenta che questa storia abbia ricevuto una risposta tanto positiva, e vi dico una cosa: non disperate! Il prossimo capitolo della trilogia, “Potere Assoluto”, verrà pubblicato quanto prima.

Ed ora, passiamo alla parte più importante di questo capitolo: i ringraziamenti!

Senza dubbio, i miei primi ringraziamenti vanno:

 

-A mia sorella Catcher. Perché è lei. Perché è la mia gemella e mi definisce. Perché per undici mesi, 16 capitoli e 131 pagine di Word è stata al mio fianco, rompendomi le palle per gli errori di battitura ;). Perché è la mia fan numero uno. E perché... non ti montare la testa, Catcher, i tuoi meriti sono assai limitati!

-A Fabrixz, il mio adorato fratello maggiore, che spesso capisce cosa voglio dire prima ancora che io lo dica. E che non mi risparmia nulla, critiche e frecciatine. Le sue recensioni sono tra le cose più belle che abbia mai letto.

 

E adesso, passiamo a ringraziare tutti coloro che hanno reso questa storia degna di essere scritta.

Un sentito grazie a:

-Tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite: Alli_210, Chione regina delle neve, Fabrixz, Lettrice Segreta, Lucy_Susan, martacamifilo, The Swordmaster, Vivians e Zampa di Lupo;

-Tutti coloro che hanno messo la storia tra le seguite: Arya373, asukashira, Baki, Elyana, evuzzola, Fabrixz, ladyathena, LinsdayBlackRose (*_*), Slite Moon, Soheila, StewyT, Ualee e Zampa di Lupo;

-Tutti coloro che hanno messo la storia tra le ricordate: chiocciolina o_o, Hola1994, Hoshi98 e Noemisworld( e a chiunque l'ha tolta dalle ricordate, che la peste lo colga).

-Tutti coloro che hanno recensito la storia: Alli_210, Chione regina della neve, The Swordmaster, Zampa di Lupo (ovvero quella che io chiamo “la banda”) e Fabrixz, LinsdayBlackRose e Arya373. I vostri pareri mi sono stati preziosissimi per poter trovare la forza di andare avanti e per comprendere pregi e difetti della mia storia. Voi per me siete diventate delle amiche, e spero che lo stesso valga per voi.

Concludo la pappardella (e nel frattempo, le pagine di Word sono diventate 132) dicendo che vi adoro e che spero di risentirvi presto con il secondo capitolo!

Un bacio gigantesco a tutti,

Saitou

 

 

 

 

 

 



 

  
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