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Autore: SilviaDG    05/07/2014    4 recensioni
SIGNORI E SIGNORE, RAGAZZI E RAGAZZE, ECCO A VOI GLI HUNGER GAMES FRA SHADOWHUNTERS E NASCOSTI!
[...]Clarissa Fray- Imogen pronuncia con enfasi il mio nome,sento una stretta al cuore.
Alzo la testa e vedo e vedo tutti gli sguardi rivolti verso di me.
Mi faccio coraggio e guardo Simon,gli rivolgo un sorriso forzato,forse sarà uno degli ultimi che vedrà sulle mie labbra,andrò nell'arena. [...]
[...] Ho imparato che l'amore- stacca lo sguardo- è difficile, ma meraviglioso, perfetto, fa dimenticare tutti i problemi, illumina la notte, ecco. Senza stelle non c'è amore, senza amore non ci sono stelle.[...]
~ Dal testo~
[AU-Shadowhunters/ Hunger Games]
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Clarissa, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Non mi sembra ancora reale, vero, tanglibile il fatto che abbiamo accettato di far parte di un'alleanza con mio fratello Jonathan.
Mio fratello. 
Non ci ho mai pensato seriamente, non ho mai preso in considerazione l'idea che quel ragazzo alto, attrente, con i capelli candidi quasi quanto la neve e gli occhi neri come il cielo di Capitol City è mio fratello.
Quella concentrazione di astuzia, malignità e maestria è frutto dell'unione di mio padre e di mia madre, figlio di quella Jocelyn alla quale assomiglio tanto e di quel capo pacificatore che non ho mai conosciuto e che probabilmente non consoscerò mai.
Forse, però, sarà un bene, perché se mia madre, quella madre che mi ha amato tanto e mi ama tanto, mi ha tenuta lontana da lui, come per nascondermi da ciò che avrebbe potuto fare di me, vuol dire che non è di certo il padre migliore del mondo.
E Jonathan è l'esempio lampante di ciò che sarei potuta diventare, lui che adesso è in piedi e sta di guardia al posto mio e di Jace mentre noi stiamo semplicemente seduti fra l'erba, accoccolati, senza parlare, stretti l'un l'altro, proprio questo tributo mi rende felice al pensiero di non essere cresciuta con mio padre. 
Non si giudica un libro dalla copertina, ma a volte, giudicando dalla copertina, si indivina.
Mio fratello non è un libro aperto, non posso leggere niente in lui, non posso sfogliare le pagine della sua vita semplicemente guardandolo e proprio questo mi fa paura.
Il suo essere chiuso, freddo, misterioso, il suo assomigliare ad una macchina che deve portare a termine il suo compito mi fa raccapezzare la pelle.
Se fossi cresciuta con mio padre, forse anche io sarei padrona solo dell'essere sicura di me e del lottare in ogni modo, anche nel più brutale o codardo, per sconfiggere tutti e vincere tutto. 
Dalla sua copertina capisco questo, ma non posso neanche leggere la trama del suo libro.
Ma se lui fosse cresciuto con me e mia madre sarebbe forse una persona diversa? O sarebbe sempre quel tomo impossibile da aprire e da leggere?
Magari avremmo trascorso del tempo insieme e lui sarebbe stato il fratello modello, invidiato da tutti.
Avremmo corso, quando appena avevamo imparato a farlo, per le strade mal ridotte del distretto 12, urlando e schiamazzando, recitando la facile e divertente parte di due bambini che cercano di divertirsi e di creare colori in un paesaggio così grigio e cupo che non sembra neanche che sia stato creato da Dio.
 Jonathan forse mi avrebbe protetta dalle voci che giravano sulla nostra famiglia, evitando così numerosi miei pianti nella mia camera "di lusso".
Lui avrebbe intimato a quei ragazzacci gelosi di lasciarmi in pace, impartito lezioni a chi mi escludeva perché stavo meglio.
Avrebbe inventato battute esilaranti o freddure idiote che mi avrebbero fatta sorridere o sbattere il capo contro il muro; mi avrebbe trattata come una sorella minore e io l'avrei sempre tenuto a mente come un fratello maggiore.
Anche durante la mietitura mi avrebbe stretto con forza la mano e mi avrebbe rassicurata, promettendomi che non saremmo finiti in quel luogo pauroso, brutale e mortale.
Magari mi avrebbe anche raccontanto la natura di paesaggi, luoghi e personaggi che non conoscevo, permettendomi così di utilizzare quelle descrizioni come modello per rappresentare e miei fumetti e per far sì che divenissero perfetti. 
I fumetti.
Simon.
Chissà se ha già letto tutti quelli che erano riposti dentro il mio armadio, sotto le coperte e i piumini più pesanti, se ha già scoperto il finale della storia della ragazza invisibile o se freme dalla voglia di sapere se la ragazza del giustiziere è morta o viva. 
Ovviamente li avrà già letti tutti, per quanto è veloce...
E adesso cosa starà facendo?
Ancora non avevo pensato neanche a lui, solo ora capisco che in questo preciso momento potrebbe essere a guardare gli Hunter Games, a cercare il mio viso fra le scene che mandano in onda.
Avrà visto tutto, ogni cosa, ogni mia azione, ogni avvenimento accaduto da quando ero alla cornucopia ad adesso.
E sicuramente sa anche di me e di Jace, ma sono sicura che l'ha presa bene, che spera che io e lui riusciamo, in qualche modo impossibile, ad uscire di qui.
Anche io lo spero, in realtà, anche se so che è impossibile. 
Mi accoccolo ancora di più fra le braccia muscolose e calde di Jace che, in qualche modo, mi confortano, mi fanno sentire meglio e riempiono il silenzio assordante che si è creato fra noi alleati.
Lo stare tutti con le bocche sigillate non è un atto cauto che compiamo per evitare di essere sentiti, tutti stiamo semplicemente ancora riflettendo per capire se le nostre scelte siano state giuste.
Tutti tranne me, io vago per i miei pensieri, senza avere una meta da raggiungere, e rischiando di perdermi.
- È tutto okay?- chiede Jace, sussurrando la domanda al mio orecchio e accarezzando i miei capelli.
"Ci siamo alleati con mio fratello, un fratello con il quale non sono potuta crescere per colpa di un padre che non conoscerò mai . 
Non trascorrerò mai dei veri momenti con lui e non scoprirò mai la vera persona che si nasconde sotto la sua maschera." vorrei dire.
-È okay- rispondo, però. Di certo non posso condividere i miei pensieri con Jace quando Jonathan è vicino a noi- Per quanto possa esserlo dentro questo posto, è okay- cerco di sorridere, ma con scarsi risultati. 
Lui mi stringe più forte e mi avvicina a sè, come se volesse proteggermi da tutto questo posto, da tutto questo male.
No, non vuole, lo sta già facendo.
- Per me è okay, se sei accanto a me- sussurra.
- Per me è okay, se solo ti penso- rispondo, fissando i suoi occhi che, per qualche magica ragione, sembrano quasi dorati, come se il marrone dei suoi occhi avesse rubato un pò di polvere dorata alle stelle.
- Fa schifo, tutto questo- dice, fissandomi a sua volta.
Il suo sguardo dolce, la sua espressione sincera, il suo sorriso amaro, tutto mi fa sciogliere lentamente e ho paura di diventare dello stesso colore e della stessa consistenza della lava che fuoriesce da un vulcano. 
- Fa schifo, sì- rispondo e poi sospiro.
È come se qualcuno ci avesse rubato le parole.
Dovremmo parlare, conoscerci, amarci il più possibile, invece non sappiamo neanche cosa dire.
- Ragazzi- Jonathan si avvicina a noi- il mio turno di guardia è quasi...
Un urlo acuto, gelido, femminile interrompe la frase di mio fratello, che si lascia cadere velocemente accanto a noi.
Un brivido gelido mi attraversa, camminando prima sul mio capo e proseguendo fino ad arrivare alla fine della mia colonna.
Rimango seduta a terra, terrorizzata, l'urlo che ancora rimbomba nella mia testa.
- Sdraiatevi- ordina mio fratello, e così faccio, grazie anche all'aiuto di Jace- non sono lontani, i tributi che hanno ferito...- risuona il rumore di un colpo di cannone- che hanno ucciso il tributo. Non fatevi vedere, nel momento opportuno attacchiamo.
Un altro rumore inaspettato raggiunge il mio orecchio.
Un altro colpo di cannone.
Ci sono stati due colpi di cannone.
Due tributi morti.
- I tributi...- correggo la frase di mio fratello. 
Posso solo sperare con tutta me stessa che non si tratti dei due fratelli...
Se non vinco io, se non vince Jace, spero che vinca uno di loro.
Si sentono due urla in lontananza, questa volta non strazianti, non di dolore, ma sicuramente di chi ha ucciso i tributi.
Riesco a individuare, fra le urla indistinte dei tributi, la parola "hovercraft" e "allontanarsi".
Poi si sentono dei passi veloci di chi corre, che si interrompono quando al mio orecchio risultano vicinissimi, anche fin troppo.
Non possiamo parlare o scambiare pareri perché i tributi potrebbero essere a pochi metri da noi, noi che non possiamo vederli, quindi rimaniamo in silenzio. 
È una posizione strategica, questa, strategica ma pericolosa.
- Sei un idiota!- dice una voce femminile, pericolosamente vicina a noi- Stavano quasi per ucciderci!
- Ma cosa volevi che facessi?- replica un ragazzo- Erano davanti a noi e ho agito prima che ci attaccassero loro!
- Hai agito come un idiota!- sbotta la ragazza, poi sospira- Potevamo nasconderci!- urla-Non so ancora perché abbia accettato di essere tua alleata- sussurra. 
- Forse perché ho promesso a quell'idiota del tuo ragazzo di proteggerti!- risponde lui.
Poi si sentono due tonfi e so che si sono seduti fra l'erba. 
- Il mio ragazzo?- chiede la ragazza, la voce ha un tono superiore, quasi sarcastico, come se non credesse alle parole del tributo alleato con lei.
- Chi credi che sia venuto a trovarmi per salutarmi?- chiede lui in modo brusco- È venuto il tuo ragazzo, Gaia, mi ha detto che era compito MIO- accenta l'aggettivo- e solo MIO proteggerti. Ha detto che tu saresti dovuta tornare per forza, per tua figlia...
- Non nominare Cloe...- sussurra.
Adesso la sua voce, prima così sicura e scherzosa, sembra quasi fievole, sensibile, quasi tremante.
Il silenzio regna per pochi secondi. 
- Sono stato io- adesso la voce del ragazzo è dispiaciuta, come se lui stesse soffrendo e anche il tono è più basso e non sta più urlando- a farti diventare così e quindi io a farti arrivare in questo posto...
- Essere figli della notte- la voce della ragazza adesso è dolce- non è una colpa. E non è colpa tua, se mi sono trasformata...
- Ah no?- chiede lui, in modo scherzoso- tu sapevi tutto e per proteggere tua figlia...
- Basta- lei lo interrompe- so che non avresti mai fatto una cosa del genere perché volevi...
- È troppo- sussurra Jonathan.
 Jace e mio fratello si alzano scattando con una velocità sovrannaturale, senza però prima avermi fulminata con lo sguardo, intimandomi di rimanere a terra.
Vorrei gridare, urlare di non ucciderli, dire che la ragazza è una madre e che lascerà una figlia, di lasciarli in pace, di farli uccidere da qualcun altro, ma so che non posso.
Affondo le dita nel terreno e attendo.
Attendo di sentire il rumore della freccia che scocca, il suono straziante delle urla dei ragazzi e i tanto amati dagli altri tributi colpi di cannone.
Rimango ferma a terra, immobile, come mi è stato ordinato, finché non succede e anche dopo.
Non importa chi fossero, non importa se la ragazza fosse una fin troppo giovane madre, non importa niente...
È la legge: qui non si risparmia nessuno.
 
 
 
 
ANGOLO ROTONDO (delle ragazze FINALMENTE in supervacanza):
Salve a tutti. 
Cosa diciamo? 
WOW.
Siete fantasmamitici, unici, inimitabili, davvero!
Non potevamo aspettarci ritorno migliore!
Grazie di cuore a chi ha recensito e a tutte quelle persone che ci hanno aggiunto fra le storie preferite, da ricordare o che si seguono.
E poi... 35 preferiti, ragazzi!
Stiamo quasi per svenire!!!
Grazie di cuore, grazie per tutto, grazie anche perché siete ancora qui e ci sostenete.♡
Grazie anche a chi non ha recensito, ma continua ugualmente a seguirci senza dire nulla.
GRAZIE.
Speriamo che questo capitolo sia stato di vostro gradimento e non e che non vi abbia delusi.
Ammettiamo che non è presente parecchia azione e non ci sono tanti colpi di scena, ma crediamo che un pò di ""relax"" ci voglia.
Attendiamo con ansia le recensioni per sapere cosa ne pensate♡
Alla prossima♡
~Silvia e Kiakkiera~
  
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