Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: Shayla_the_angel    26/08/2008    2 recensioni
Seconda fic sui TH...non so se sta venendo bene...aspetto vostri pareri. Comunque in questa storia Bill e Tom sono piccini. Seconda media e come tutti sappiamo il nostro caro Bibi ha avuto i suoi problemi...
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

6

 

Simone entrò di corsa in infermeria, seguita da due paramedici. Tomi si era addormentato affianco al gemello.

“Tomi…sono la mamma. Spostati, così questi signori possono portare Bill in ospedale”disse la donna, sforzandosi di non piangere.

Tom si svegliò di soprassalto, sperando che fosse tutto un incubo. Bill però era ancora in quel dannato letto. I paramedici lo caricarono su una barella.

“Mami, andiamo anche noi”disse il ragazzino.

“No Tomi. La preside vuole parlare con te”

“Io gli ho promesso che non lo avrei più lasciato”disse, cercando di seguire i due uomini.

“Ora tuo fratello è al sicuro”disse la donna, stringendo una spalla del figlio.

Tomi si divincolò dalla stretta della madre.

“Con la preside ci parlerò domani. Ora Bill ha bisogno di me!”esclamò.

Simone annuì.

“Va bene, andiamo”disse.

Dopo una decina di minuti raggiunsero l’ospedale.

Bill venne portato a fare alcune radiografie per controllare che non avesse costole rotte.

Il dottore parlò francamente alla donna, cercando di non farsi sentire da Tom.

“Suo figlio ha rischiato grosso. Se quei quattro fossero riusciti a colpirlo nei punti giusti, probabilmente sarebbe rimasto in coma. È un ragazzino molto fortunato”disse.

Tom, che stupido non era, aveva ascoltato la conversazione. Corse fino alla camera di suo fratello, dove oltre a Bill c’era un’altra ragazzina, più piccola di loro due.

Aveva i polsi legati alle sbarre del letto e fissava il soffitto con sguardo vacuo.

Non appena sentì dei passi, voltò il capo e guardò Tom con i suoi profondi occhi neri.

“Chi sei?”gli chiese con voce velata.

“Mi chiamo Tom. Sono suo fratello”disse, indicando Bill che riposava sereno, imbottito di antidolorifici.

“Perché sei legata così?”le chiese, in modo innocente.

“Ho provato a suicidarmi…”rispose lei, con altrettanta semplicità.

Il ragazzo notò in quel momento le profonde ferite che la ragazzina aveva ai polsi.

“Come?”.

“Beh…quando nessuno ti vuole bene, alla fine ti viene spontaneo chiederti cosa sei qui a fare…”disse lei, senza smettere di guardarlo.

“Come ti chiami?”.

“Marion, piacere”

“Non vieni alla mia stessa scuola, però”

“Una volta ci venivo, solo che a nessuno importava che io ci fossi o no. Alla fine ho smesso di frequentare”

“Quanti anni hai?”

“Dodici. Dovrei essere in prima”rispose, sorridendogli appena.

“Tom, perché tuo fratello è qui? I dottori hanno detto che è ridotto male”.

“Anche lui non si trova bene a scuola”

“Perché? Non mi sembra strano”disse, tentando di alzarsi per osservare meglio il suo compagno di stanza.

“A lui piace truccarsi e mettersi lo smalto”rispose Tom.

“Beh, io non ci trovo nulla di scandaloso”

“Tu, perché non vieni più a scuola?”

“Hai presente quando tutti ti prendono per il culo perché sei grassa? No, tu sei uno stecchino…beh non ho mai avuto una vita normale, solo perché non sono anoressica come le mie compagne di classe”.

“Ah, capisco. Scusami, ma tu avresti buttato via la tua vita per degli idioti?”.

Marion rise amaramente.

“Tom, tu non sai in che razza d’inferno ho vissuto. Nessuno mi è mai stato accanto quando quei bulli mi sfottevano davanti a tutti o mi picchiavano. Non è la prima volta che finisco in ospedale. I colpi allo stomaco possono essere mortali, ma me la sono sempre cavata”.

Bill si mosse lentamente nel letto e Tom fu subito al suo fianco.

Il ragazzino aprì gli occhi, entrambi tumefatti per i lividi.

“Tomi…”disse in un sussurro.

“Billie”

“Sei arrivato…”

“Certo. Non ti avrei mai lasciato solo…”

“Dove sono gli altri?”chiese, provando a guardarsi intorno.

“Non ti muovere. Ora sei in ospedale”

“Perché?”

“Quel bastardo di Lucas ti ha ridotto male, ma ora è tutto finito”.

Bill si aggrappò con forza alla maglia del fratello e pianse.

“Tomi…ho avuto tanta paura”

“Anche io…avevo paura che potessi morire…ma ora nessuno potrà più toccarti. Staremo insieme per sempre e nessuno si avvicinerà più a te. Ci sono io a proteggerti kleiner bruder”

“Danke Tomi…”.

Marion chiuse gli occhi e sentì una lacrima sfuggirle lungo la guancia.

“Anche io vorrei un fratello…”disse a bassa voce.

In quel momento arrivò l’infermiera.

“Tesoro, è ora di andare a casa. L’orario di visita è terminato”disse, sorridendo a Tom.

“No. Io non lascerò mio fratello”.

“Mi dispiace, ma non puoi restare qui. Il regolamento lo vieta”.

“Io e Bill non possiamo stare lontani. Lui ha bisogno di me”.

“Bill ha bisogno di riposare tanto. Domattina potrai certamente tornare a trovarlo e resterai qui fino a sera, ma il dottore potrebbe arrabbiarsi parecchio se ti vedesse scorrazzare per l’ospedale a quest’ora”.

Tom incollò i suoi occhi a quelli identici del gemello.

“Vai Tomi. Io starò bene e poi non sarò solo”

Il rasta si tolse la felpa e la porse al fratello.

“Tienila. Così ti ricorderai di me e saprai che sono al tuo fianco”.

L’infermiera sorrise, poi accompagnò Tom da Simone.

 

 

“Sei fortunato ad avere un fratello come lui”disse Marion, una volta sola con Bill.

“Già. Tom mi ha sempre protetto…se vuoi potrà aiutare anche te”disse il ragazzino, mettendosi a sedere e provando un dolore terribile al costato.

“Hai un paio di costole incrinate, io ti consiglierei di stare fermo”disse la morettina.

“Senti, Marion, quando ti faranno uscire?”

“Non lo so…dipende da quanto mi tengono legata al letto”.

Bill le mostrò uno sguardo interrogativo che la fece sorridere.

“Beh, se mi tengono legata fino a venerdì, vuol dire che per lunedì posso tornare a scuola, ma se mi slegano prima, può darsi che passo il week-end a casa”

“Capisco…beh al massimo ci vediamo a scuola”

“Non credo che tornerò a scuola…”

“Perché?”

“Bill…io non ho nessuno che mi possa salvare da quelli lì. Da quei mostri che fanno di tutto per abbattere la tua autostima e la tua personalità. Io sono sempre stata sola e stai pur certo che una volta uscita di qui avrò solo due possibili destinazioni”

“Quali?”

“Trovarmi di nuovo qui, di nuovo legata perché qualcuno mi ha trovato prima che fosse impossibile tornare indietro, oppure…”non terminò la frase.

Bill si alzò dal suo letto, incurante del dolore e delle ferite, quindi si avvicinò alla ragazzina e l’abbracciò.

“No, ora ci sono qui io e nessuno potrà più permetterti di buttare via la tua splendida vita”disse.

Marion cominciò a piangere. Mai nessuno era stato così gentile e comprensivo nei suoi confronti.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Shayla_the_angel