Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: SaraJLaw    06/07/2014    9 recensioni
I distretti si sono ribellati contro la tirannia di Capitol City, guidati dal 13. Katniss Everdeen e Peeta Mellark sono dei ragazzi normali, che non hanno mai partecipato agli Hunger Games, e che sopravvivono alla distruzione del distretto 12. Costretti ad abbandonare la loro casa e a rinunciare a tutto ciò che avevano, riusciranno a conoscersi e ad amarsi, nonostante gli orrori della guerra che incombe su di loro.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo IV


Katniss!”

Continuavo a camminare come una furia verso la mia stanza, sperando che mi lasciasse in pace. “Non voglio parlare con te.”

Dovrai solo ascoltare, per favore!”. Peeta accelerò il passo, riuscendo a frapporsi tra me e la porta, bloccandomi così il passaggio.

Spostati.”

No.”

La sua voce era dura e seria, una voce che non ammetteva repliche. Nel pronunciare quella semplice sillaba la sua mano scattò sul mio braccio, stringendolo in una presa ferrea. Subito lo guardai in faccia, cercando di riempire il mio sguardo con tutta la freddezza di cui ero capace.


. Mezz'ora prima....


Nella mensa c'era il solito ordinato trambusto, dovuto al rumore di piatti, sedie e voci più o meno pacate. Era passata quasi una settimana dal giorno del matrimonio e io non avevo più parlato con Peeta da allora. Più volte lo avevo sorpreso a guardarmi e io puntualmente giravo il viso dall'altra parte, ignorandolo. Non mi piaceva la piega che stava iniziando a prendere il nostro rapporto, non mi andava bene che una persona, praticamente appena conosciuta, mi rendesse così vulnerabile. Io non ero quel genere di ragazza, e di certo non lo sarei stata lì, sottoterra, non quando il fuoco di Capitol City avrebbe potuto distruggerci da un momento all'altro. Semplicemente ero scivolata in uno stato di totale indifferenza, sperando che quell'atteggiamento un po' infantile riuscisse a farlo demordere. Avevo appena terminato la mia cena e stavo giocando distrattamente con i miei capelli quando una sedia accanto a me fu occupata senza tante cerimonie. Si trattava di Marcus, un capitolino della mia età i cui genitori si erano ribellati al regime ed erano stati accolti nel 13. Sembrava un ragazzo normalissimo se non fosse stato per i bizzarri tatuaggi argentati sulle braccia; ci eravamo parlati di sfuggita solo un paio di volte, visto che io stavo per conto mio e lui in compagnia degli altri capitolini fuggiti.

Come mai quel broncio, piccola?” mi domandò, poggiando i gomiti sul tavolo.

Non ho il broncio Marcus.”

Di certo non stai ridendo. Perché non vieni a farti un giro con me? Scommetto che possiamo trovare un modo per tirarti su.” continuò lui con un sorriso idiota stampato in faccia.

Sono stanca, okay? Perché non torni dai tuoi amici?”

Con loro ci sto sempre! Una noia tremenda. Invece tu sei qui, tutta sola...” disse, interrompendosi per spostarmi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Subito gli scansai la mano e lo fulminai con lo sguardo. “Lasciami in pace!”

Marcus scoppiò a ridere e si avvicinò di più a me. “Non fare la preziosa, ci divertiremo.”

Allontanati da lei. Subito.”

Entrambi alzammo la testa udendo la voce di Peeta e io rimasi colpita dalla rabbia che fiammeggiava nei suoi occhi. Il capitolino si alzò in piedi ma era comunque più basso, cosa che tuttavia non sembrò intimorirlo più di tanto. “Cosa vuoi?”

Voglio prenderti a pugni fino a farti sparire quel sorrisetto dalla faccia, ma potrei cambiare idea se la lasciassi stare.”

Marcus annuì leggermente e fece un passo indietro, rivolgendosi poi a me. “Wow Everdeen, di' al tuo ragazzo di darsi una calmata.”

Io e Peeta rimanemmo per qualche istante a guardarlo allontanarsi e poi i nostri sguardi si incrociarono.

Tutto bene?”

Sì. Me la stavo cavando benissimo da sola, comunque.”

Certo, come no.”

A quel suo commento sarcastico balzai in piedi e gli diedi uno schiaffo, non forte quanto avrei voluto, ma di certo il significato era chiaro. Restammo tutti e due immobili a fissarci con astio, sorpresa e rimprovero.

La devi smettere Peeta! Basta con questa gentilezza esasperante, con gli sguardi e tutto il resto. Tu non mi conosci e non hai nessun diritto di ronzarmi sempre intorno!”

Avevo parlato a bassa voce ma sentivo lo stesso il volto andare in fiamme. Lui aprì la bocca per ribattere però non gliene diedi la possibilità e mi diressi alla porta. Sentii subito i suoi passi dietro di me. Non che mi aspettassi il contrario.


Continuammo a guardarci in cagnesco davanti alla porta della mia stanza, la sua mano mi stringeva ancora il braccio.

Mi stai facendo male.” dissi, glaciale. Non era vero ma sapevo che mi avrebbe lasciata subito.

Peeta aprì di scatto la mano, liberandomi. Inspirò a fondo, incrociando le braccia sul petto. “Perché ti dà tanto fastidio che io sia gentile con te?”

La gente non fa mai niente per niente.”

Aggrottò le sopracciglia, sorpreso. “E pensi che io sia quel tipo di persona?”

Io non ti conosco Peeta! A casa non ci siamo mai rivolti la parola e ora ti comporti così con me.”

Non ti è mai passato per la testa che magari agisco così perché tengo a te?” chiese lui, facendo un passo verso di me.

Te l'ho già detto, tu non mi conosci. Per quale motivo dovresti tenere a me?”

Mentre parlavo si era avvicinato ancora di più, fino a trovarsi a una spanna da me. Il nostri nasi si sarebbero sfiorati se mi fossi mossa ma non lo feci, dato che ero troppo impegnata a cercare di controllare il mio cuore, che sembrava impazzire per quella vicinanza. Potevo sentire il suo profumo di pulito misto all'odore del pane che gli era rimasto addosso.

Forse ti conosco meglio di quanto pensi. E tu potresti sapere qualcosa in più su di me, se volessi.”

La sua voce era bassa, calma e profondamente dolce. Battei più volte le palpebre per tornare in me e mi passai le mani tra i capelli per recuperare un minimo di autocontrollo. “Non mi interessa. Ora se non ti dispiace...”

Peeta mi guardò ancora e vidi un lampo di dispiacere nel suo sguardo. Con mia grande sorpresa mi sorrise, tristemente, e si spostò di lato. “Scusami Katniss, non ti disturberò più.”

Lo osservai mentre si allontanava, le sue grandi spalle erano leggermente curve, come se stesse portando un peso, e tutte le mie convinzioni sembrarono crollare di colpo.



Buonasera!

Dunque, ho inserito questo nuovo personaggio, Marcus, come espediente per far “scattare” Peeta. Si è subito lanciato in difesa di Katniss che, ovviamente, si chiude subito a riccio e addirittura molla un bel ceffone al nostro ragazzo del pane, quando invece voleva solo aiutarla. Ma dato che Miss Everdeen è dannatamente cocciuta, i due finiscono per litigare. Male male. Però avete letto che alla fine, vedendolo così triste, Katniss si sente quasi in colpa per averlo trattato così. Si farà perdonare? Se vorrete, lo saprete nel prossimo capitolo :)

Un bacione,

Sara


  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: SaraJLaw