Sto
sclerando- Help me
Capitolo
1- Una famiglia squilibrata e un gatto assassino
Domenica 8 agosto
CAMERA MIA
ORE
14.00 Pranzo di famiglia. O
meglio, il pranzo era 2 ore fa, ora sono passati alla fase delle “chiacchiere
assurde in compagnia di un bicchierino”. Cosa ci troveranno di così eccitante nell’ubriacarsi con lo spumante ricordando i
vecchi tempi in cui anche loro erano giovani (300 anni fa), non lo capirò mai.
Se
almeno non facessero tutto quel casino. Zio Frankie schiamazza così forte che è già la quarta volta che
i vicini guardano verso la nostra casa. Sembrano piuttosto irritati.
Bhà,
comunque non mi interessa come impiegano il loro
tempo, la cosa che attualmente mi preoccupa in modo abbastanza serio è che ci
sono tre marmocchi di cinque anni a zonzo per la mia camera. Senza contare il
mio fratellino.
Giuro che se li becco a
frugare fra le
mie cose li spello vivi, prima loro e poi quegli esseri che li hanno messi al
mondo.
Ma
io mi chiedo, perché non posso chiudermi a chiave nella mia stanza come tutte
le quindicenni normali? Papà ha detto che è già un
miracolo se mi ha permesso di avere una porta. Gesù! Dove andremo a finire!
L’altro giorno ho chiesto
ai miei perché non posso avere la chiave della mia camera.
E mamma: - Potrebbe
accaderti qualcosa e noi non riusciremmo ad entrare!
E
io: -Cosa potrebbe accedermi? Che mi assalgano i
cuscini?
-Non fare la spiritosa Elsie, e fila in camera tua!- ha urlato papà.
Merde.
ORE
15.30 Mio fratello maggiore Allan è
entrato in camera mia. Non ha nemmeno bussato, che maleducato. Voglio dire,
come osa entrare nella MIA camera, SENZA il MIO
permesso?
Bhè,
ora che ci penso, questa è anche camera sua....
Vabbè,
lasciamo perdere.
Si è stravaccato sul suo
letto lamentandosi: -I vecchi stanno facendo un casino abnorme giù da basso!
Poi dicono di noi giovani...
-Sia chiaro...- ho detto- Se i vicini chiamano la polizia, io non abito qui,
non sapete chi sono e non mi avete mai vista, capito?
Allan
non ha risposto, mi sono girata e ho visto che si era addormentato.
Sacré bleu. Che fratello che mi
ritrovo. È un bellissimo ragazzo, ha dei capelli e degli occhi stupendi,
e quando sorride è in grado di far cadere ai suoi piedi qualsiasi individuo di
sesso femminile, ma....è troppo pigro! Tutte le sue
ex-ragazze lo hanno mollato perché non aveva mai voglia di uscire per andare al
cinema o al centro commerciale.
Gli ho suggerito che
forse dovrebbe cercare di cambiare, di migliorarsi...lui mi ha sorriso, mi ha
arruffato i capelli e se ne è andato a letto. Vallo a
capire!
Chi ha affermato per
primo che le donne sono incomprensibili non ha mai provato a comprendere mio
fratello. Quella si che sarebbe una vera sfida!
ORE
18.00 I miei parenti se ne sono andati tutti. Signore ti ringrazio.
Se fossero rimasti ancora un po’ mi sarebbe venuto un
attacco isterico. Come fai a sopportare un ammasso di ultra-quarantenni
che non fa altro che ubriacarsi, piombare in camera tua, chiederti della tua
vita amorosa (tra l’altro inesistente), fare stupidi commenti con l’aria di chi
la sa lunga, e poi ubriacarsi di nuovo?
ORE
18.30 Allan si è svegliato. Miracle. Si è alzato dal suo letto e si è infilato
nel mio.
-Cosa stai
facendo?- gli ho chiesto.
-Cambio letto.
-Questo l’ho notato, ma perché, se è lecito chiedere?
-Il tuo materasso è più
morbido...
Cos’è adesso? Un esperto
di materassi?
-Hai
intenzione di passare la notte lì?- gli ho chiesto.
-Si.
Merde.
ORE
18.45 È arrivata Jane. Forse questa
giornata può finire in maniera normale, anche se non mi faccio troppe illusioni visto com’è cominciata.
Si ferma qui a cena!
Grazie Signore!
Siamo salite in camera
mia, per avere un po’ di privacy (come se fosse
possibile!).
Appena entrata, Jane ha guardato storto mio fratello: -Pensi sia il caso di
parlare in sua presenza?
-Sta dormendo.
-Ah bhè,
allora...
Se mio fratello si
addormenta neanche la terza guerra mondiale potrebbe
disturbarlo. Non saranno certo le chiacchiere di due quindicenni a svegliarlo....almeno spero...
Jane
si è accomodata sul letto di Allan,
visto che il mio era occupato.
Abbiamo parlato della
festa che Amanda
ORE
19.10 Io e Jane abbiamo affogato i nostri dispiaceri in un’enorme pizza
margherita e in una mega tazza di gelato al
cioccolato. Non abbiamo uno straccio di ragazzo. Depressione totale.
ORE
19.30 Ci siamo interrogate sul perché tutti gli individui
maschili fra i 15 e i 25 anni sbavano per Amanda
-Ai ragazzi piacciono i tipi come lei- ha detto Jane.
-Cioè i tipi che ci
stanno appena uno le fa un sorriso?
-Esattamente.
Doppia
merde.
ORE
22.00 Ho l’impressione di essermi già stancata dei ragazzi. Prima
ancora di cominciare.
Lunedì 9 agosto
ORE
11.00 Mamma è tornata dalla spesa. Ma non si vergogna ad andare in giro vestita come
una ragazzina? Mi ha fregato la mia vecchia maglietta con la scritta “I love Brad Pitt” e se l’è messa lei.
Vergognoso. Devo ricordarmi di non uscire insieme a
lei quando si concia in quel modo. Peccato che papà la trovi
molto sexy. Certo, come no, con quel enorme
davanzale con sopra la faccia di Brad Pitt. Che schifo!
ORE
11.30 Papà è rincasato dopo la sua scorazzata in motocicletta con
zio Frankie. Sacré
bleu, come possono permettere a due
ultra-quarantenni, prossimi ai 50anni, di fare quelle cose? Prima
o poi verrà un infarto a tutti e due!
O
a quelli che li vedono per strada!
-Sei
sicuro di voler continuare con i tuoi giretti in moto?- ho
chiesto a papà.
-Perchè
dovrei smettere?
-Bè,
tu e lo zio ormai avete una certa età, non è salutare!
Se ti venisse un infarto? Vuoi lasciare mamma vedova,
e i tuoi tre figli
orfani?
Papà si è messo a ridere.
Ma cosa c’è da ridere? Mi preoccupo per la sua salute!
E per le mie relazioni sociali...cosa accadrebbe se qualche mio amico lo riconoscesse mentre fa il matto per la strada? Non voglio
pensarci.
Papà mi ha scompigliato i
capelli. Ecco da chi Allan ha preso
questa brutta abitudine. Perché i miei capelli
non possono essere lasciati in pace?
Il mio folle genitore
alla fine se ne è andato in cucina dicendo che è
ancora nel fiore degli anni. Anche mamma dice spesso
la stessa cosa. Solo io mi rendo conto che il loro cosiddetti
fiori stanno appassendo? Dovrei farglielo notare. Insomma, è ora che
mettano la testa a posto e la smettano di comportarsi come se avessero ancora
30anni!
Sacré bleu!
ORE
17.00 Perchè nessuno mi telefona? Non si accorgono che esisto
anch’io?
A quanto pare no. Tanto varrebbe essere morta. Mi infilerò
nel letto per vedere se a furia di starci sdraiata la muffa mi ammazzerà.
ORE
17.15 Sammy è entrato in camera mia e si è
messo a letto con me. È un bimbo adorabile quando non
tenta di tagliarti i capelli colpendo accidentalmente le orecchie.
Si è accoccolato tra le
mie braccia mugugnando frasi incomprensibili. Peccato si sia portato dietro il
gatto. È un esemplare di norvegese. Quando papà l’aveva portato a casa aveva detto che avrebbe vinto un sacco di concorsi. Era ancora nel
suo periodo animale. Papà intendo. Adesso la fissa gli
è passata, ma il gatto l’abbiamo tenuto. Non credevamo che diventasse così
grande però. L’abbiamo chiamato Gengis, diminutivo di
Gengis Khan. Il nome è tutto un programma.
Comunque
sia Sammy si è portato dietro il gatto. Avrà
scambiato i miei piedi per dei topi, perché ha cominciato a morderli.
ORE
17.16 Al diavolo! Un po’ di dolore fisico mi farà bene!
ORE
17.17 O forse
no.
ORE
17.20 Mamma mi ha fasciato i piedi. Quel gatto è un killer di piedi. E pure sadico. Ha gradito particolarmente i miei alluci, forse sarà per il
retro-gusto dei miei calzini.
Però
potrebbero essere anche le ciabatte.
Farò un’indagine al
riguardo.
ORE
Se
li è mangiati.
ORE
19.05 Credo proprio che siano i calzini a dare “quel non so che” ai
miei piedi che attira tanto il gatto.
Sacré bleu!
-fine capitolo 1- to be continued