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Autore: Very_Nini    27/08/2008    21 recensioni
"...- Key Hiwatari. Key può bastare- disse, a freddo. Hilary sussultò. Quella voce…probabilmente non l’aveva immaginata così. Roca, autoritaria e…suadente. - Io…io mi chiamo Hila…- Ma Key le fece morire le parole in gola, avvicinandosi a tal punto da avere il suo respiro sul collo. Hilary sentì che era caldo. E piacevole. - Da oggi sei mia- E le leccò avidamente l’angolo sinistro della bocca, come se stesse mettendo un marchio invisibile sulla ragazza..." Io ci provo...ditemi voi se vi piace =) [KeyxHilary] e altri...
Genere: Romantico, Dark, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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2. Gatti sul tetto

 
7.00 del mattino.

Hilary Tachibana premeva con forza i tasti del telefono, come se volesse sfondarli.

E batteva febbrilmente un piede a terra, spazientita.

“ Fa che risponda qualcuno a questo maledetto telefono…ti prego…” pensava, attorcigliando il filo nero della cornetta attorno il suo indice.

“ A quest’ora dovrebbero essere già svegli…perché non…”

- Pronto. Qui è la residenza Tachibana. Con chi desidera parlare?- disse una voce femminile, molto professionale, dall’altro capo della cornetta.

- Rachel sei tu?- disse Hilary,a bassa voce.

Ci furono alcuni secondi di silenzio e poi la voce parlo di nuovo.

- Miss…miss Hilary! Siete voi?- fece la voce, passando ad un tono più rilassato.

- Oh Rachel sono così felice di sentire la vostra voce!-

- Anche io signorina Hilary! Ma ditemi, come stanno andando le cose all’istituto? Avete passato bene la vostra prima notte?-

Hilary sospirò.

- Era proprio di questo che volevo parlare. Papà e mamma stanno dormendo?-

La cameriera esitò – Veramente miss Hilary sono partiti questa mattina presto. Li aspettavano oggi pomeriggio in Germania e non credo che…-

- Lo sapevo!- gridò Hilary, furiosa – L’idea di spedirmi in questo schifosissimo collegio era solo una scusa per viaggiare da soli attorno al mondo!-

- Signorina Hilary si calmi, la prego…- cercò di tranquillizzarla la cameriera, fino a quando non la sentì singhiozzare sommessamente.

- Miss Hilary…-

- L’ho sempre saputo di essere solo un inutile peso per loro. Di essere l’ostacolo che frena ogni loro divertimento – e si asciugò le lacrime con il palmo della mano – Scommetto che vedermi andare via ieri mattina e sapere di non avermi tra i piedi per un anno intero deve essere stato un vero toccasana per loro…-

La cameriera cercò di rassicurarla – Su miss Hilary…non dite così. I vostri genitori le vogliono bene…-

- Non è vero Rachel!- sbottò nuovamente la ragazza, in prede al pianto e alla rabbia – Sai benissimo anche tu che sono e sarò per sempre ai loro occhio lo sbaglio di una notte. Ho ascoltato i loro discorsi, so che è così…-

Rachel si coprì la bocca con una mano.

- Miss Hilary…- disse, a voce bassissima – Io non sapevo che voi foste a conoscenza di quei discorsi…-

Hilary tirò su col naso – Credimi Rachel. Vorrei tanto esserne rimasta all’oscuro…-

E seguirono diversi minuti di silenzio, nei quali la cameriera ascoltò ogni singolo rumore proveniente dall’altro capo della cornetta, con il cuore a pezzi, tanto era l’affetto che provava per la signorina Tachibana; e Hilary si sfogò con un bel pianto liberatorio di tutti i problemi che l’assillavano da mesi, che le pesavano come un macigno sulla coscienza.

- Signorina Hilary…si sente meglio?- chiese ad un certo punto la cameriera, quando dal telefono non proveniva nient’altro che silenzio.

- Sì Rachel…grazie-

La cameriera tirò un sospiro di sollievo.

- Vorrei chiedervi una cosa, miss Hilary-

- Ditemi…-

- Come mai avete chiamato così presto? Sono appena le 7.40 del mattino…-

Hilary rise, ma di una risata triste e amara.

- Se la cosa può consolarvi, questa notte non ho chiuso occhio-

- E perché mai?-

- Perché sono in camera con delle pazze psicopatiche, ecco perché. Una pervertita che prova costantemente a farmi partecipare ai suoi giochetti erotici e una specie di gangster al femminile che fuma dalla mattina alla sera e che appena arrivata mi ha fatto il resoconto di come funzionano le cose qui dentro: tieni la testa bassa e lascia fare a chi è meglio di te- spiegò, gesticolando freneticamente.

Alla cameriera scappò da ridere diverse volte.

- Scusate miss Hilary ma siete troppo divertente!-

Hilary sospirò – Oh Rachel se sapessi come stanno le cose qua dentro ti si accapponerebbe la pelle. Un branco di maniaci! E poi c’è un ragazzo che…-

E si bloccò.

- Avete già trovato un ragazzo che vi piace, miss Hilary?- chiese Rachel, con un pizzico di malizia.

- Sì…cioè no. È troppo serio per i miei gusti- affermò la ragazza, con decisione.

- Ma i ragazzi tenebrosi hanno un certo fascino!- fece la cameriera, con una risatina.

Hilary sbiancò – Rachel! Voi non dovreste dire certe cose!-

- Scusate miss Hilary, ma non ho saputo trattenermi!-

- Per questa volta vi perdono, ma la prossima…- disse Hilary, sorridendo – Oh no! Sono in ritardò pazzesco! E devo ancora vestirmi!-

Infatti, Hilary Tachibana era ancora in pigiama: una canottiera lilla che le arrivava fino all’inguine e dei pantaloncini corti, sempre in tinta, con le relative ciabatte coordinate.

- Scusa Rachel ma devo andare! Ti richiamo il prima possibile!-

- Arrivederci signorina Hilary. Vedrete che non è poi così terribile come sembra-

E chiuse il telefono, dirigendosi verso la sua camera.

 
******************************************************

 
- Perché non sei venuta a colazione?- le chiese Claire, la bionda, non appena entrò in camera.

Hilary fece spallucce – Non avevo fame…-

- Per caso il cibo della mensa non lo ritieni adatto al tuo rango, Hilly?- chiese la ragazza dai corti capelli corvini, arrivandole alle spalle, accompagnata dalla caratteristica puzza acre del fumo. Solo che questa volta teneva in mano anche una bottiglia di birra presa chissà dove.

Gli occhi di Claire si illuminarono – Oh Norah posso bere anche io? Posso? Posso?-

E Norah le passò la bottiglia, senza nemmeno risponderle.

- Io adoro il cibo delle mense, solo che…-

Norah le scoccò una occhiata omicida – Sarà meglio per te Hilly. La mattina sono piuttosto nervosa…-

E uscì dalla stanza, spegnendo prima la sigaretta a terra, pestandola.

- Hilary posso aiutarti a metterti la divisa se vuoi!- disse Claire, con voce suadente, abbassandole una spallina della canottiera.

Hilary si allontanò da lei in un lampo.

- No grazie. Non ho bisogno del tuo aiuto-

E così anche Claire se ne andò, sconsolata, dalla stanza.

“Finalmente sola…” pensò Hilary, buttandosi sul suo letto.

Stette alcuni istanti ad occhi chiusi, assaporando il silenzio che l’avvolgeva, e poi fissò la divisa che le aveva dato la direttrice.

Non era brutta.

Era semplicemente rivoltante.

Camicia bianca con tanto di cravatta nera e lo stemma dell’istituto cucito all’altezza del petto.

Gonna marrone scuro a balze che arrivava poco più su del ginocchio e calze lunghe che coprivano buona parte del polpaccio.

Infine, come tocco finale, simili mocassini a quelli che calzava la direttrice, erano le sue scarpe.

Hilary represse un coniato di vomito.

Tuttavia, sebbene riluttante, mise lo stesso quella divisa.

“Bhè…addosso fa un altro effetto…sembra più gradevole” pensò, mentre si lisciava la gonna con entrambe le mani, posando davanti allo specchio.

Prese la borsa e fece per uscire, ma si ricordò di una cosa.

Afferrò un elastico da sopra il comodino e legò i suoi bei capelli in una coda di cavallo.

La direttrice voleva i capelli legati e lei l’avrebbe accontentata.

A questo punto uscì veramente, pronta per affrontare il suo primo giorno di scuola.

 
**********************************************

 
8.15 di mattina.

- Dov’è questa maledetta classe?- urlò Hilary Tachibana al nulla assoluto, puntando i piedi in un qualsiasi corridoio di un qualsiasi piano dell’istituto.

“Calma Hilary…devi stare calma…” pensò, guardando l’orologio “Cosa! Sono già quindici minuti in ritardo! Porca…”

- Hey ciao!-

La ragazza si voltò e si trovò faccia a faccia con una strana ragazza dai capelli rosa confetto, quasi sicuramente tinti.

- Ciao…- disse, un po’ imbarazzata per la figuraccia appena fatta. Sicuramente doveva essere stata attirata dalle sue grida.

La ragazza/caramella sorrise, facendo dondolare la coda di cavallo.

- Tu devi essere Hilary Tachibana, giusto?- chiese la sconosciuta, tendendole la mano – Io mi chiamo Mao. Sono nella tua stessa classe-

- E come fai ad esserne sicura?- chiese Hilary, dubbiosa.

Mao sorrise nuovamente – Primo: sono capoclasse e se qualcuno viene aggiunto dalla direttrice sono la prima a saperlo. Secondo: la tua è la tipica reazione di un nuovo arrivato – Hilary divenne rossa in viso, sicura che parlasse delle sue grida – E terzo: ormai qui tutti sanno il tuo nome. Sei una specie di “novità”-

- “Novità?”- domandò, curiosa.

- Ma sì…la ragazza appena arrivata…carina da far perdere la testa…quella sulla quale farci un pensierino…hai presente?- spiegò Mao, gesticolando.

Hilary annuì.

- Bene…adesso che ti ho trovato ti mostro la strada per raggiungere la classe!-

E così le due ragazze si incamminarono, formando una minuscola fila indiana con a capo Mao, che camminava con passo svelto e spedito.

In realtà, la strada da dove Hilary era stata presa dal panico e la sua classe non era tanta, ma in momenti come questo è difficile mantenere la giusta lucidità per rendersi conto di queste cose.

Hilary camminava in silenzio, guardando le porte di tutte le classi alle quali passava davanti.

Improvvisamente una di queste si aprì.

Kai le fu davanti in un lampo.

I due si fissarono per istanti che sembrarono eterni, fino a che il ragazzo se ne andò nell’altra direzione.

- Hey Hiwatari!- lo chiamò Mao, gridando per il corridoio.

Ma lui era già lontano.

Mao si rivolse a Hilary, facendo spallucce – Non farci caso. Fa sempre così. Non riesco mai a fargli seguire una lezione-

Ma Hilary non la stava ascoltando.

Come poteva, dopotutto?

Quegli occhi erano in grado di esternarla dalla realtà con una facilità impressionante.

- Hilary sbrigati! La tua classe è di qua!-

La voce di Mao la fece sobbalzare, e dopo alcuni istanti, si decise a seguirla di nuovo.

- Ecco qua!- esclamò la ragazza, con un misto di soddisfazione – Ora devi sono piegare la maniglia ed entrare!-

E così fece, ritrovandosi in un baleno davanti ad una ventina di volti scocciati, per niente entusiasti di darle il benvenuto.

- Ciao! Io sono Hilary Tachibana e…- cominciò a presentarsi, facendosi coraggio, sfoggiando uno sfavillante sorriso.

- Vuoi venire a letto con me, piccola?- disse subito una voce maschile a caso, scatenando alcune risatine.

- Non è giusto!- protestò un’altra – Stavo per chiederlo io! Ma scommetto che farlo con entrambi non ti creerà problemi, vero Hilly?-

Stavolta le risate furono di più, e contagiarono anche le ragazze.

- Hey tu!- disse una ragazza dai tratti piuttosto mascolini, alzandosi e puntandole un dito contro – se provi a rubarmi il ragazzo ti prendo a calci!-

- Sì pure io!-

- Non provare a sedurre i nostri ragazzi, stupida ragazza ricca!-

Hilary voleva solo sparire.

Di solito sapeva ribattere a queste accuse, ma proprio non ce la faceva.

Continuava a subire, immobile, mentre tutti vomitavano sentenze.

Neppure la conoscevano e già dicevano queste cose.

Fortunatamente Mao la invitò a sedersi accanto a lei, ma fu lo stesso una lezione infernale.

Chi la fissava con uno sguardo capace di perforare la schiena, chi le tirava minuscoli pezzetti di gomma da cancellare tra i capelli e chi inviava bigliettini minatori tutti più o meno simili, sul fatto che avrebbe dovuto lasciare perdere e andarsene a casa.

Le arrivarono anche una decina di bigliettini che le intimavano di lasciare perdere Kai. Alcuni di questi veramente convincenti.

- Lascia perdere- le disse Mao, mentre si sedeva dopo essersi alzata a buttare l’ennesima manciata di bigliettini – Fanno così con tutti i nuovi arrivati-

Hilary annuì, ma fu lo stesso durissimo superare quelle ore di lezione.

L’unica cosa che la consolò fu il suono stridulo della campanella.

Infatti, la prima a lasciare l’aula dopo aver salutato Mao, fu proprio lei, sbattendo la porta.

 
**************************************************************

 
9.30 di sera.

- Hilly posso usare il bagno?-

La voce melensa di Claire, che ormai era abituata a sentire, riempiva la stanza già da alcuni minuti.

- Ti ho detto di no – rispose Hilary per la decima volta – Va a fare i tuoi bisogni nel bagno di qualcun altro!-

E così Claire, spazientita, uscì sbattendo la porta alle sue spalle, mormorando qualcosa sul fatto che le ragazze ricche sono più irascibili delle altre, probabilmente letta su qualche rivista.

Ma Hilary nemmeno la sentì, occupata com’era a piangere.

Si era rintanata lì subito dopo le lezioni, saltando il pranzo e la cena.

A dir la verità, era stata praticamente a digiuno per tutto il giorno, per essere precisi, dato che la pausa per la colazione l’aveva impiegata per telefonare a Rachel, e non si sentiva ancora pronta per affrontare di nuovo tutte quelle persone, sia a pranzo che a cena.

Almeno per oggi.

Si soffiò nuovamente il naso e poi uscì, stanca morta.

Ma appena messo il pigiama si rese conto di non avere sonno, e che in realtà, la stanchezza di prima era data dal lungo pianto che aveva fatto fin ora.

Così, infilando sopra il pigiama un maglione lungo fino ai ginocchi color panna, uscì a fare una passeggiata.

Il cielo era sereno, quella sera.

Tirava solo una leggera brezza autunnale, che la faceva rabbrividire, di tanto in tanto.

Non sapeva dove si trovasse, ne come fare per ritornare in camera, ma non le importava.

Si sedette a terra e sospirò.

“ Perché devo essere così?” pensò, fissando la Luna con un velo di tristezza nei grandi occhi marroni, leggermente gonfi e rossi per le troppe lacrime.

Tutto ad un tratto, qualcosa di peloso si strofinò sulla sua gamba, per poi scappare.

Hilary sussultò per lo spavento, ma curiosa com’era, decise di non perderlo di vista, spiandolo da dietro il muro.

“ È solo un gatto…” disse, sconsolata, osservando il micio bianco e nero leccarsi una zampa.

“ Ho perso solo tempo…” pensò, voltandosi, pronta per andarsene.

Ma un nuovo rumore attirò la sua attenzione, e la fece voltare nuovamente.

Kai Hiwatari, ancora in divisa, stava perfettamente immobile a pochi metri dal gatto, intento a fissarlo.

“Oddio!” pensò Hilary, preparandosi al peggio “Cosa vorrai fargli?”

Invece, il ragazzo la stupì.

Sul suo volto si stampò un piccolo sorriso, ma non beffardo come quello che aveva rivolto a lei appena l’aveva incontrata, bensì piuttosto rilassato.

Si sedette poco lontano dall’animale, l’accarezzò sulla nuca, e tirò fuori dalla tasca della divisa una busta di plastica, contenente qualcosa di indefinito, da dietro al muro dove stava spiando Hilary.

- Guarda che non ti mangio – disse Kai, all’improvviso – puoi smetterla di spiarmi-

Hilary si sentì gelare, e colta in flagrante, uscì dal suo nascondiglio.

- Ciao…- disse timidamente, cercando di iniziare una conversazione.

Kai non rispose.

Così si sedette anche lei accanto al micio, fissandolo mangiare dei piccoli pezzetti di carne.

“Probabilmente era quello che conteneva quel sacchetto di plastica…” pensò, con un sorriso.

- Perché stai sorridendo?- chiese Kai, lanciando i pezzetti di carne.

- Sei gentile a portare da mangiare a questo piccolo gattino. Non me lo sarei mai aspettato-

Kai non rispose.

- Vieni qui tutte le sere?-

- Qualche volta…-

Ancora silenzio.

- Ti piacciono i gatti dunque…-

- Se non mi piacessero non porterei loro da mangiare tutte le sere-

Kai finalmente le rivolse uno sguardo.

- Sembra che tu stia per andare a letto- disse, alludendo al suo pigiama.

Hilary arrossì – In effetti volevo andarci, ma poi non avevo più sonno e sono andata a fare una passeggiata. Ma non volevo passeggiare al chiuso, così sono uscita, ho camminato un po’ e mi sono seduta. Poi questo gattino mi si è strofinato su una gamba e mi ha fatto prendere un colpo. Però all’inizio non sapevo che fosse un gatto, così l’ho spiato da lontano. E poi sei arrivato tu e…-

“Modo più cretino di spiegargli cosa è successo non potevi trovarlo, vero Hilary Tachibana?”

 Tuttavia Kai sembrò non farci caso, e continuò ad accarezzare il gatto, che sotto il suo tocco, faceva le fusa.  

“Com’è dolce…” pensò la ragazza, osservandolo “Forse mi ero fatta una idea sbagliata su di lui. Forse potrebbe anche…”

- Hai intenzione di fissarmi ancora per molto?- chiese, incrociando i suoi occhi color ametista con quelli nocciola di Hilary.

La ragazza scosse la testa.

Improvvisamente Kai si alzò e le tese la mano.

Un chiaro invito ad afferrarla per alzarsi.

Ed infatti Hilary l’afferrò, sorridendo.

- Io devo andare- disse Kai, carezzando un’ultima volta il gattino – Tu resti ancora per molto?-

- No – fece Hilary, scuotendo la testa – Stavo per andarmene anche io-

- Buonanotte-

E Kai sparì, risucchiato dalle tenebre notturne.

 
**********************************************************

 
- Hilly! Hilly! Hilly!-

Claire, appoggiata sullo stipite della porta, la chiamò da lontano.

La porta era stranamente chiusa.

- Perché non entri?- le chiese la mora, sbadigliando.

- Perché non posso- fu la semplice risposta della bionda.

Hilary fece un pesante sospiro.

- Se hai le chiavi puoi aprire la porta. E dato che tu hai le chiavi…-

Claire sorrise – Il problema è proprio questo: non ho le chiavi-

- Come fai a non avercele!- esclamò Hilary, spazientita.

Claire sorrise ancora – Norah me le ha sequestrate. Dice che questa sera non vuole essere disturbata-

- E perché non vuole essere disturbata? Cosa starà mai facendo?-

- Sesso- rispose tranquillamente Claire, attorcigliandosi una ciocca di capelli.

Hilary boccheggiò – Se…sesso?-

- Sì…con un ragazzo. Ha detto che non voleva essere disturbata, perciò mi ha preso le chiavi. Ma parliamo di te: dove sei stata fino adesso?-

Hilary fece spallucce – Sono stata fuori. Ed ho incontrato Kai Hiwatari –

Claire sgranò gli occhi.

- Pensavo fosse un cattivo ragazzo, invece si è rivelato molto diverso…-

A questo punto, la bionda scoppiò a ridere.

- Noooo! Non mi dire che l’ha fatto anche con te!-

- Fatto cosa!-

- Svegliati Hilly!- disse Claire, assumendo un’aria stranamente maliziosa, passandosi la lingua sulle labbra – la sua è solo una subdola tattica per portarti a letto. Infondo, ci sono solo due cose che interessano a Kai Hiwatari: il BeyBlade e le sfide. Tu non sei altro che la sua prossima sfida, dal regolamento talmente semplice che mi stupisco che tu non lo abbia capito: riuscire a portarti a letto prima della fine del quadrimestre-

Hilary sbiancò – Tu…tu sati scherzando, vero?-

Claire ghignò furbetta – In queste sfide, Kai Hiwatari non ha mai perso, Hilly…-

 

 
Angolo autrice:

Finalmente il secondo capitolo è fatto!

Purtroppo non ho tempo per ringraziare tutti quelli che hanno recensito sia il capitolo precedente, sia la flash-fiction “Maionese”, perciò vi dico solo grazie…grazie davvero!

Per me il vostro parere conta più di qualsiasi altra cosa.

Dico davvero!

 
Bye =3

  
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