Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Bijouttina    08/07/2014    8 recensioni
«Sei tu che devi decidere cosa fare della tua vita. Io sono sicura di amarti, e tu?».
Non dice niente. Ho voluto metterlo alla prova, sinceramente non speravo in una sua risposta.
«Ci tieni almeno a me?», chiedo cercando il suo sguardo.
«Tantissimo.», finalmente mi risponde.
«Ti va di fare un patto?», domando mettendogli una mano tra i capelli.
Annuisce.
«Corteggiami come avevi promesso di fare. Dimostrami che tieni davvero a noi due insieme. Non verrò a letto con te finché non riuscirai a dirmelo.», gli propongo.
«Dirti cosa?», chiede confuso.
«Che mi ami.», affermo con decisione.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Capitolo Tredici
 

Arriviamo sotto casa e mi rendo conto di non avere la borsa. L'ho lasciata certamente in libreria, ma sono già andati via tutti. Dove ho la testa ultimamente? Non posso essere così scema. Mi porto una mano alla bocca e sospiro.
Guardo Marco con espressione avvilita e lui chiede preoccupato: «Che c'è?».
«C'è che hai una sorella idiota.», batto la testa sul corrimano.
«In un certo senso l'ho sempre saputo.», commenta ridendo.
«Come siamo spiritosi stasera!», sbotto, mostrandogli la lingua.
«Me lo vuoi dire cosa è successo, o dobbiamo stare qui tutta notte?», domanda appoggiandosi accanto a me.
«Probabilmente staremo qui tutta notte. Ho lasciato la borsa in libreria.», gli spiego con una smorfia.
«Con le chiavi dentro.», aggiunge serio.
«Già.», ammetto mogia.
«Non puoi chiamare qualcuno?».
Lo guardo sconsolata. Si può essere più idioti di così? Perché devo avere sempre la testa fra le nuvole? Giuro, non ho parole. A volte mi faccio paura da sola. Okay, forse un po’ più spesso di quanto io creda.
«Okay, dovevo immaginare che anche il tuo telefono è lì.», sbuffa scuotendo la testa. Ormai credo che anche lui si sia rassegnato ad avere una sorella svampita. Non lo faccio certamente apposta, ma alla fine mi trovo sempre nei pasticci, e solo per colpa mia.
Si siede su un gradino e lo raggiungo immediatamente.
«Scusa Marco, sono un vero casino ultimamente.», piagnucolo mestamente.
Poggio la fronte sulle ginocchia e sospiro rumorosamente. Sono un caso disperato, non c’è niente da fare. Per forza Nicholas non vuole prendere impegni con me, gli incasinerei soltanto la vita e non credo ne abbia né la voglia né il bisogno.
«Forse sta arrivando il nostro salvatore.», esclama mio fratello con enfasi.
«Non ci credo molto.», commento ancora con la testa nascosta.
«Che cosa sta succedendo? State facendo un sit-in di protesta per qualche motivo particolare?», chiede Nicholas alquanto divertito.
Come dargli tolto, sembriamo soltanto due idioti che aspettano un’anima buona che li venga a salvare. Il mio appartamento è inservibile stasera.
«No, nessun sit-in. La tua ragazza ha lasciato la borsa in negozio. Siamo chiusi fuori.», risponde Marco con una smorfia. Non lo sto guardando in faccia, ma sono certa che ha storto la bocca.
Ha detto davvero la tua ragazza? Giuro che gli chiudo quella boccaccia prima o poi. Mi fa sempre fare di quelle figure imbarazzanti.
«Non sarebbe una novità, vero Emma?», aggiunge Nicholas non nascondendo una punta di divertimento nella voce.
Ci si mette anche lui ora a sfottere?
«Vero. Da quando ti conosco, mi è capitato spesso.», ammetto nascondendo di nuovo il viso tra le ginocchia.
«Vuoi fare la vittima tutta sera o preferisci venire da me? C'è una stanza in più anche lì per tuo fratello.», mi fa notare e poi rivolto a lui aggiunge: «Se ti va Marco.».
«Per me va bene, nessun problema.», risponde guardando prima me e poi Nicholas, un sorriso divertito sulle sue labbra. Gli lancio un’occhiataccia. Deve smetterla di divertirsi alle mie spalle. Più io faccio la figura della scema e più lui si diverte. Preferivo di gran lunga quando faceva il fratello geloso. Okay, non è vero, in quel caso era addirittura peggio.
«Alza quel tuo bel culetto allora.», Nicholas mi porge le mani e mi aiuta ad alzarmi.
«Ti sembra una bella cosa da dire a una signora?», sibilo fingendomi offesa.
In tutta risposta, mi attira a sé, stringendomi forte fra le sue braccia e mi sfiora dolcemente le labbra con le sue. Mi sento avvampare immediatamente. Approfondisco il bacio, come se mio fratello non fosse accanto a noi. Così impara a fare il fratello geloso.
«Mi sembrava una cosa simpatica al momento.», ammette divertito dandomi una pacca sul sedere.
«Hey! Giù le mani dal mio sedere! Vale una fortuna!», tuono ancora più offesa.
«Dopo a letto la farò io la valutazione.», mi sussurra all'orecchio facendomi venire brividi di piacere lungo tutta la schiena per il tono che ha usato, mi sento le gambe di gelatina. Non vale, sa come farmi girare la testa.
«Meglio andare che è meglio.», dico prendendolo per mano e trascinandolo verso la sua macchina.
«Pensavo che potevamo prendere una pizza da Salvatore per cena.», chiede indirettamente Nicholas salendo in macchina.
«Per me va bene.», rispondo allacciandomi la cintura.
«A me basta mangiare.», commenta Marco ridendo.
«Ho fatto bene a ordinarle allora, spero di aver scelto i gusti giusti.», intreccia le sue dita alle mie con un gesto quasi casuale.
«Siamo di bocca buona.», dice mio fratello massaggiandosi la pancia non del tutto piatta. Non credo di aver mai visto i suoi addominali scolpiti, gli piace troppo mangiare e mia cognata è una gran cuoca, al contrario di me.
Ritiriamo le pizze da Salvatore e ci dirigiamo verso casa sua. C'è una macchina parcheggiata vicino al cancello, rosso fuoco, sportiva e nuovissima. Lei è appoggiata al cruscotto vestita in modo decisamente provocante. Diciamo che mette tutto in mostra, tanto per non essere volgare. Fissa l’auto di Nicholas a braccia conserte, un sorriso malizioso stampato sulle sue labbra. La sua espressione cambia drasticamente quando si accorge della mia presenza.
«Certo che non si arrende proprio.», sbotto ad alta voce, piuttosto infastidita da questa sua perseveranza. Si arrenderà mai? Nicholas non ne vuole più sapere di lei, ma a quanto pare a lei non interessa. Lo vorrebbe tutto per sé come ai vecchi tempi, peccato che i vecchi tempi siano passati da un bel po’.
«Sarebbe lei?», chiede Marco appoggiandosi al mio sedile con un braccio.
Nicholas annuisce emettendo un sospiro sconsolato.
«È una gran gnocca però.», esclama mio fratello con un fischio di gradimento.
«Grazie Marco, sei di grande aiuto.», lo fulmino con lo sguardo.
Si stringe nelle spalle come per dire che non è colpa sua se è una bella donna. Lo so anch’io che lo è, non posso negarlo, ma potrebbe almeno fare finta di niente. Mi sento già abbastanza inadeguata di mio e certi commenti non aiutano certamente la mia autostima.
Nicholas ha ancora la mia mano stretta nella sua e non ha la minima intenzione di lasciarla andare.
Mi sono veramente rotta le scatole. Ora scendo e le spacco io il naso stavolta, o forse no. Ci tengo alla mia incolumità. La tentazione c’è, però, è il coraggio che mi manca. Non sono mai venuta alle mani con nessuno in tutta la mia vita e non vorrei cominciare proprio ora, anche se si meriterebbe qualche pugno in faccia. Sarebbe abbastanza da toglierle quel ghigno che ha stampato sulle labbra e che la rende ancora più insopportabile. Ancora una volta mi chiedo come sia potuta diventare così. O forse Nicholas era troppo accecato dall’amore che provava per lei per rendersi conto di quanto stronza fosse. Non lo so e, probabilmente, non lo saprò mai.
Lui abbassa il finestrino e le domanda: «Che ci fai qui Elena?».
«Volevo passare un po' di tempo con te, ma a quanto pare hai compagnia.», risponde acida, non nasconde tutto il suo disprezzo nei miei confronti, nemmeno un po’.
Le lancio uno sguardo gelido e le sorrido a denti stretti, gli occhi ridotti a due fessure. Se avessi una mazza da baseball qui con me, non ci penserei neanche un momento, gliela spaccherei sui denti. Sarei una donna felice e appagata.
«Vedo che continui a uscire con quella nullità.», mi indica con un cenno del capo prima di aggiungere: «Sei caduto veramente in basso.», scuote la testa con disgusto.
«Non ti permettere di dire una cosa del genere della mia ragazza!», tuona Nicholas alquanto alterato. «Lei è mille volte meglio di te.».
Oh mio Dio! Ha detto davvero che sono la sua ragazza? Mi sento male, credo che sverrò qua seduta stante. Non è un sogno? Non vorrei svegliarmi all’improvviso con il cuore in gola e rendermi conto che era stato tutto un bellissimo sogno, o un mezzo incubo perché c’è anche la strega cattiva.
«Ne dubito caro, nessuno può essere migliore di me», mette in mostra il suo corpo perfetto con astuzia. I pochi vestiti che indossa, lasciano praticamente niente all'immaginazione. Sono disgustata da questo suo comportamento. Siamo davvero sicuri che non ci sia una mazza da baseball nascosta sotto il mio sedile?
«Ma chi ti credi di essere?», sbotto io a un tratto, non sono più riuscita a trattenermi.
«La donna perfetta per Nicholas.», risponde lei. È talmente ignorante che non si è nemmeno resa conto che era soltanto una domanda retorica. Si crede furba, invece sta solo facendo la figura della disperata che non riesce a dimenticare il suo ex.
«A me sembri soltanto la donna perfetta per la tangenziale. Credo che la strada sia da quella parte.», dico a denti stretti. Forse ho esagerato con questa osservazione, ma mi ha fatto ribollire il sangue nelle vene, mi è sfuggita incontrollata dalle labbra.
Marco e Nicholas mi lanciano entrambi uno sguardo strano, non si sarebbero mai aspettati una reazione simile da parte mia.
«A me non la dai della puttana!», sputa lei furiosa.
«Non l'ho fatto.», commento con aria innocente, come se niente fosse.
«Giuro che te lo rompo davvero quel naso prima o poi.», alza pericolosamente il tono della voce.
«Se solo provi ad avvicinarti...», cerca di dire Nicholas, ma gli poso una mano sul braccio a dire che me la posso cavare da sola. Mi guarda preoccupato, gli sorrido, cercando di rassicurarlo.
«Ascoltami bene, sei una bella donna e puoi avere tutti gli uomini che desideri. Io sono una povera sfigata, o una nullità, come dici tu, lasciami godere questo momento felice con quest'uomo meraviglioso, chissà per quanto potrà durare ancora.», dico tutto d’un fiato, finendo con  un sospiro profondo.
L'ho lasciata senza parole, non l'avrà vinta con me. A volte le parole colpiscono meglio dei pugni, anche se la soddisfazione potrebbe essere di entità maggiore con qualche naso rotto. Nicholas è il mio uomo ora e deve smetterla di intromettersi nelle nostre vite, deve trovarsi un’altra occupazione.
«Poco di sicuro.», sbotta lei acida, ma sembra meno convinta di prima.
«Pazienza, la mia vita continuerà comunque. Ci si vede Elena.», la saluto con un gesto della mano.
Lei rimane a bocca aperta, continuando a fissarmi come se fossi impazzita. Qui vedo solo una pazza e non sono certamente io. Nicholas tira su il finestrino ed entriamo nel viale di casa sua. Riprendo a respirare normalmente. Credo di aver trattenuto il respiro per attimi interminabili.
«Sorellina, non credevo fossi capace di una cosa simile!», Marco è incredulo.
Beh, onestamente non credo di aver mai agito così impulsivamente in tutta la mia vita. Elena è riuscita a tirare fuori la parte peggiore di me.
«Nemmeno io.», chiudo gli occhi e respiro a fondo.
Nicholas mi fissa, sento il suo sguardo su di me, anche se ho ancora gli occhi chiusi.
«Non dire niente, ti prego.», lo supplico.
«Non ho neanche aperto bocca.», dice lui ridendo.
Sbuffo e scendo finalmente dalla macchina. Ormai le pizze saranno pure fredde. Pazienza, hanno inventato il forno da un pezzo. La pizza è l’ultimo dei miei pensieri in questo momento, mi sento ancora piuttosto agitata.
Nicholas mi prende per mano ed entriamo in casa, Marco ci segue in silenzio, guardandosi in giro. Vado a darmi una rinfrescata in bagno, ho bisogno di acqua fredda sul viso. Mi guardo allo specchio e faccio una smorfia, probabilmente ha ragione a dire che non sono niente di che. Lei è certamente più bella di me, ma questo l’ho sempre saputo, non mi posso cambiare. A volte mi domando perché voglia stare con me, con tutte le belle donne che potrebbe avere.
Quando mi giro, Nicholas è appoggiato allo stipite della porta con le mani in tasca.
«Perché quella smorfia allo specchio?», chiede divertito.
«No, niente.», evito il suo sguardo.
«Quello non era niente.», il tono divertito è sparito completamente dalla sua voce.
«Stavo solo pensando che probabilmente ha ragione.», mi guardo le punte dei piedi, in totale imbarazzo.
«Ragione su cosa?».
«Sul fatto che io sia una nullità.», rispondo con un filo di voce.
Nicholas mi viene incontro e mi prende il viso tra le mani, mi costringe a guardarlo negli occhi.
«Emma non ci provare nemmeno a dire una cosa del genere. Tu non sei una nullità.», mi rassicura con una dolcezza disarmante.
«Chissà che cosa penserai di me dopo la scenata lì fuori. È stato più forte di me, non potevo dargliela vinta.», gli spiego.
«Cosa penso di te? Penso che tu sia meravigliosa, bellissima, dolcissima e io ti a…».
No, no, no! Ti prego finisci la frase. Ti prego, ti prego, ti prego. Seno che sto per piangere.
«Ragazzi, la pizza è pronta! Non vorrei si raffreddasse di nuovo!», urla mio fratello dalla cucina. Giuro che questa volta lo ammazzo davvero.
Chiudo gli occhi e respiro a fondo. Nicholas non la finirà mai più quella frase, lo so. Comincerò a rassegnarmi, credo sia l’unica cosa che io possa fare, non vedo alternative. Lo bacio sulle labbra e lo avvolgo in un abbraccio.
Lui affonda il naso tra i miei capelli e sospira.
«Mi dispiace che se la stia prendendo con te Emma. Non avrei mai voluto che una cosa del genere accadesse.».
«Oh non fa niente. Magda direbbe che finalmente c'è del pepe nella mia vita e mi può fare solo bene.», cerco di sdrammatizzare, accennando un sorriso.
Lui ride e mi stringe forte a sé.
«Come fai a essere così straordinaria?».
«È un dono naturale, non tutti possono avere questa qualità!», mi stacco da lui e gli strizzo l'occhio.
Mi guarda con una tale dolcezza che le gambe perdono forza dall'emozione, il cuore batte fortissimo e lo stomaco fa le capriole.
«Non guardarmi in quel modo, ti prego.», lo supplico.
«Perché?», chiede aggrottando la fronte.
«Il mio cuore sembra fare un concerto heavy metal quando lo fai.».
Si avvicina nuovamente e mi bacia sulle labbra, poco castamente.
«Nemmeno questo aiuta.», gli faccio notare con un filo di voce.
«Mi dispiace, ma non riesco a smettere di guardarti in quel modo e tanto meno non rinuncerò a baciarti così. Ti ci devi abituare.», sussurra per poi riprendere a baciarmi.
«La pizza si fredda!», tuona una voce alle nostre spalle.
Ci guardiamo negli occhi e ridiamo.
«Oh scusate, non volevo disturbarvi.», dice Marco dispiaciuto, con una mano tra i capelli.
«Non ti preoccupare fratellone, ci sono abituata.», gli do una pacca sul braccio nel passare.
«Scusa.», ripete a Nicholas, mortificato.
«Non fa niente Marco.», lo rassicura con un sorriso. «Andiamo a mangiare questa pizza. Chissà come sarà buona riscaldata!».
Di sicuro in pizzeria era di gran lunga più buona, ma sempre meglio della pizza surgelata.
«Sei stata grande stasera.», commenta Marco con la bottiglia di birra in mano.
Nicholas mi guarda con la coda dell'occhio e intreccia le dita alle mie. Lo fa spesso ultimamente e mi piace da morire.
«Grazie.», farfuglio timidamente.
«Ti sei fatta valere, sei cambiata sorellina.», posa una mano sul mio braccio.
«In che senso sono cambiata?», aggrotto la fronte, confusa.
«Non ti fai più mettere i piedi in testa come avresti fatto qualche mese fa.», un sorriso sghembo si forma sulle sue labbra.
Era una frecciatina, lo so. Non ha mai capito come abbia potuto lasciare andare via Mattia in quel modo, senza prima capirne il motivo. Non ho avuto il tempo di indagare e di ragionare, è scappato come una furia senza darmi il diritto di replica. Se tornassi indietro, probabilmente lo acchiapperei al volo e mi farei spiegare il perché di quella fuga insensata.
Guardo Nicholas con la coda dell'occhio e mi sta guardando, sento il calore salirmi in viso e arrivare fino alla punta delle orecchie.
«Va bene, ho capito anche di chi è il merito di questo cambiamento.», Marco ride di gusto.
Mi porto le mani al viso e sbuffo. Devo sempre rendermi ridicola con questo rossore che mi perseguita tutte le volte che sono con lui. È snervante.
Nicholas si avvicina a me e mi bacia vicino all'orecchio, per poi scendere lungo il collo, le nostre bocche si ritrovano a poche centimetri di distanza, riesco a sentire il suo respiro.
Marco vai via, Marco vai via, Marco vai via.
Magari con questo mantra se ne va davvero.
«Ehm, vado fuori a chiamare le mie donne.», borbotta un attimo prima di sparire.
Ha funzionato davvero! Non ci speravo davvero, sono stata fortuna, o mio fratello ha capito al volo.
«Non avevamo finito il nostro discorso.», mormora baciandomi con più passione di prima.
«Mentivo prima.», ammetto tra un bacio e l'altro.
«Su quale punto?», chiede lui baciandomi il collo e scendendo fino all'incavo dei seni.
«La mia vita non continuerebbe se tutto questo finisse.», mi siedo cavalcioni su di lui e lo bacio avidamente. «Sei tu la mia vita Nicholas.».
Mi posa una mano sul viso e guardandomi negli occhi afferma: «È la cosa più bella che tu potessi mai dirmi.».
Riprende a sfamarsi della mia bocca e perdo completamente la testa, vorrei che non si fermasse più.
«Ehm, non vorrei disturbarvi…».
Oops, non mi ero resa conto che Marco fosse rientrato. Ha lo sguardo divertito e io respiro a fatica seduta sulle gambe di Nicholas.
«Scusa Marco.», sorrido imbarazzata.
«E di cosa? Siete innamorati, non c'è niente di male.», mi strizza l'occhio.
Nicholas a quell'affermazione non sussulta come avrebbe fatto qualche giorno fa, anzi, mi stringe ancora di più a sé. Gli metto una mano tra i capelli e mi sorride felice. Perché allora non riesce ancora a dirmi che mi ama? Mi vuole tenere sulle spine fino all'ultimo? Potrei impazzire se lo facesse davvero, ma cerco di non darlo a vedere. Mi sto godendo ogni istante con lui, tutto il resto non conta. Almeno per ora.
«Cosa ti serviva Marco?», chiedo senza smettere di perdermi negli occhi dell'uomo che amo.
«Dove dormo stanotte?».
Nicholas sembra tornare alla realtà all'improvviso.
«Oh mio Dio, scusami Marco! Sono stato un vero maleducato.», sbotta piuttosto dispiaciuto.
Mi fa scendere con dolcezza e mi bacia la punta del naso.
«Noi due continuiamo dopo.», mi sussurra all'orecchio.
«Scusami fratellone.», lo abbraccio con trasporto. «Che sorella snaturata che hai!».
«Smettetela di scusarvi!», dice lui ridendo.
«Andiamo fuori in giardino, è presto per andare a dormire.», lo prendo sottobraccio e lo trascino fuori.
«Siete sicuri?», chiede incerto.
«Sicurissimi.», conferma Nicholas accendendo la luce esterna.
C'è una bella arietta e si sta bene seduti nel salottino sotto il portico. Quest’arietta e questa tranquillità mi conciliano anche un po' il sonno, se devo essere sincera. Probabilmente la colpa è più della birra. Non riesco a tenere gli occhi aperti.
«Mettiti comoda.» .
Nicholas mi aiuta a sistemarmi con la testa sulle sue gambe e mi accarezza i capelli con dolcezza.
«Sicura di non voler andare a dormire Emma?», domanda mio fratello.
«Andate pure avanti con i vostri discorsi da uomini.», li rassicuro con gli occhi già chiusi.
Tra la veglia e il sonno sento il brusio delle loro voci, stanno parlando a bassa voce per non svegliarmi. Ogni tanto capto qualche spezzone di frase, ma niente che abbia un senso. A un certo punto, però, mi si drizzano le orecchie.
«Ne sei innamorato?», gli chiede Marco.
Nicholas non dice niente per un tempo che sembra interminabile, poi sospira.
«Credo di sì.».
Mi accarezza il viso mentre lo dice, un tocco lieve, che mi fa battere il cuore all’impazzata.
«Credi o ne sei certo?», continua mio fratello.
«Non lo so Marco, so solo che non mi era mai capitato di sentirmi in questo modo.».
«In che modo?».
Marco gli sta facendo il terzo grado.
«Non faccio altro che pensare a lei. Non riesco a togliermela dalla testa. Ho anche provato a farlo, ma è stato peggio. Più ci provavo, più lei era impressa nella mia mente.».
Marco ride.
«Sei proprio innamorato allora. Le hai mai detto che la ami?».
«Ho provato a dirglielo più di una volta, ma è come se il momento non fosse mai quello giusto. Succede sempre qualcosa che rovina quell'attimo, o sono io a farlo, così facendo mi chiudo in me stesso. Tengo davvero molto a lei, ma non riesco a dirglielo.».
«Lo so, si vede che tieni a lei. Emma è pazza di te, ma penso che tu lo abbia già capito.».
«Ha anche detto di amarmi. Mi ha dato una settimana di tempo per capire cosa voglio davvero, per dirle che sono innamorato di lei.».
«Che cosa ha fatto?!».
«Mancano pochi giorni e io non riesco a dirle che la amo. Se non lo faccio, la perderò, Marco. Io non voglio che questo accada.».
«Dubito che rinuncerebbe a te.».
«Io non ci giurerei. Me ne sono andato più di una volta, come un codardo. Probabilmente sarebbe meglio per lei starmi alla larga.».
Non può davvero pensare una cosa del genere. Come può dire che starei meglio senza di lui? Lui è tutto per me.
«Non credo. Sai perché ti ha dato un ultimatum?».
«Non del tutto.».
«È sempre stata lasciata dai ragazzi che frequentava. Sembrava che le cose con Mattia andassero bene e poi lui se n’è andato, senza un motivo. Ha sofferto tanto. Da quando ti conosce, la vedo di nuovo felice e questo mi riempie il cuore di gioia. Ti ha dato così poco tempo per decidere perché lei vuole stare con te.».
«Non ha molto senso tutto questo.».
«Dici? Preferisce lasciarti andare prima che possiate cominciare una vera storia, piuttosto che essere di nuovo abbandonata. Rinuncerebbe alla sua felicità pur di non rimanere di nuovo ferita dall'uomo che ama. In fondo lei vuole solo essere amata, non chiede altro.».
Nicholas gioca con una ciocca dei miei capelli, la attorciglia su un dito, delicatamente.
«Ferirla è l'ultima cosa vorrei fare.».
«Lasciati andare allora, vedrai che ne varrà la pena.».
Restano in silenzio per un po', poi mi sento sollevare e stringere fra le sue braccia, mi adagia delicatamente sul materasso.
«Perché sembro così leggera tra le tue braccia.», mugugno con gli occhi chiusi.
«Perché lo sei amore mio.», dice baciandomi le labbra.
«Scusami se mi sono addormentata anche stasera.».
Mi mette i capelli dietro l'orecchio con dolcezza, non riesco a tenere gli occhi aperti.
«Non scusarti. Abbiamo tempo per recuperare.».
Si sdraia accanto a me, e mi addormento serena tra le sue carezze, mi sento felice.




 
*Spazio autrice*
La sbadataggine di Emma non ha confini, ma ormai ci abbiamo fatto l'abitudine :) Marco ha rovinato un altro loro momento, povero, non l'ha fatto apposta. Che ne pensate del discorso tra Marco e Nicholas mentre Emma cercava di dormire? :) Ringrazio tutti quelli che stanno seguendo questa storia, siete in tantissimi...grazie davvero di cuore. Un grazie speciale a chi mi lascia sempre un commento *abbraccio grande grande*
A martedì prossimo :)


Se volete passare nel mio gruppo, siete i benvenuti
*Bijouttina & i suoi vaneggiamenti*

 
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Bijouttina