Primo incontro tra Lily e Severus
Severus
strisciò sul terreno sporcandosi di terra i
pantaloni e sentì le spalle dolergli, si sporse infilando la
testa dentro un
cespuglio. Un ramo gli graffiò la guancia,
utilizzò le dita per scostare gli
altri. Il sole a picco gli faceva scendere una serie di gocce di sudore
lungo
il collo e sentiva la pelle arrossata sotto i vestiti larghi. I jeans
avevano
tre risvolti ed erano tenuti da una cintura con un buco aggiunto. Si
tolse una
ciocca dei lunghi capelli neri dal viso, altre gli aderivano al viso
sudato. Si
acquattò, nascondendosi sotto il proprio cappotto largo tre
volte lui. Si passò
una mano sotto la camicia a quadretti e si grattò la pelle
pallida dell’addome,
sentendo le costole sporgere dalla pelle chiara.
“Ormai ho nove
anni … sono grande, lo dice anche papà. Posso
parlarle” bisbigliò con voce inudibile.
Osservò Lily ridacchiare, guardò i
lunghi capelli rossi aleggiarle intorno al viso. Si leccò le
labbra secche e
fissò le iridi nere sulle efelidi sulle sue guance candide.
La bambina spiccò
il volo tenendo gli occhi chiusi e agitando le mani.
“Lily, sei
impazzita?! Scendi! Lo dico a mamma e papà che
fai di nuovo la pazza!” strillò con voce isterica
Petunia. Le lacrime le
rigarono il viso e strinse i pugni. Lily atterrò davanti al
cespuglio di Severus,
si voltò verso la sorella e le
sorrise.
“Tunia,
rilassati” le sussurrò. Aprì le mani e
tra le dita
apparve un fiore candido, che emanava una luce rosata. La sorella lo
afferrò e
lo guardò, dilatando le narici. Lily abbassò la
mano e la mise sopra il
cespuglio. Severus osservò le piccole dita affusolate e il
battito cardiaco gli
accelerò, rimbombandogli nelle orecchie.
“Come
fai?” ringhiò Petunia. Severus strinse i pugni,
espirò
dalle narici e si alzò in piedi corrugando la fronte.
“E’
ovvio, no?” domandò secco. Petunia
strillò, si voltò e
corse via. Piton indietreggiò, deglutendo.
-Non volevo farle paura-
pensò. Si voltò, vide Lily
guardarlo ed il suo viso divenne vermiglio, sentì le
orecchie bruciarle.
“Io so cosa
sei” bisbigliò, piegandosi verso di lei. Lily
sbatté un paio di volte gli occhi e piegò di lato
il capo.
“Cioè?”
domandò. Severus deglutì e abbasso il capo.
“Tu sei
… sei una strega” sussurrò. Lily
espirò, socchiuse
gli occhi e gonfiò le guance.
“Non
è una cosa carina da dire” si lamentò.
Severus
avvinghiò con le dita i bordi del cappotto e vi si
avviluppò. Il sudore gli
colava dal viso arrossato.
“Lo sei. Sei una
strega. E’ un po’ che ti tengo d’occhio. Ma non c’è niente
di male. Anche mia
mamma è una strega, e io sono un mago”
spiegò. Petunia uscì da dietro un albero
e sgranò gli occhi.
“Un
mago!” strillò con voce gracchiante.
Allungò una mano e
lo additò con l’indice.
“Io so benissimo
chi sei. Sei il figlio di Piton!”lo accusò.
Avanzò con le gambe tremanti, continuando a indicarlo.
Abitano giù a
Spinner’s End, vicino al fiume”
proseguì. Abbassò
il braccio e assottigliò gli occhi.
“Perché
ci stai spiando?” sibilò. Il rossore di Severus
divenne ancor più scuro e boccheggiò.
“Non vi
spio” biascicò. Alzò il capo, sporse il
mento e
incrociò le braccia.
“Non
te, comunque. Tu sei una
babbana”
ribatté. Le iridi di Petunia divennero liquide. Raggiunse la
sorella, la
afferrò per il braccio e la strattonò.
“Lily, su
andiamo via!” implorò la minore.
Quest’ultima
annuì, il bambino le guardò allontanarsi e
tirò su con il naso. Cadde in
ginocchio e scoppiò a piangere.