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Autore: PhoenixQuill    09/07/2014    8 recensioni
Lord Voldemort è morto, durante la Seconda Guerra Magica.
Ma, alcuni suoi seguaci minacciano ancora la tranquillità di casa Weasley e dell'intero mondo magico. Una Long incentrata su una Fremione non proprio semplice, con, gravitanti intorno a loro, GeorgexAngelina, PercyxAudrey e un pizzico di HarryxGinny.
Spero vi piaccia!
Dal capitolo 7:
"Hermione, vorresti uscire con me?" Chiese Fred, a pranzo del giorno dopo. George, colto alla sprovvista, ingerì male il boccone di pane che stava mangiando e, così, iniziò a tossire convulsamente, seguito dalle risatine di Angelina e Ginny.
"Uscire con te, Weasley? E perché mai?"
Mantieni un profilo alto. Mantieni un profilo alto.
"Beh, perché sono affascinante, divertente e tante altre cose che non sto qui a dirti. Perderemmo troppo tempo, sai?" Ghignò e, alzandosi da tavola, continuò: "Fatti trovare pronta per le otto."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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          12 - Eucalipto.


La pianura era diventata un tripudio di incantesimi e Maledizioni. I Mangiamorte erano riusciti ad accerchiarli, mentre loro scagliavano, invano, Incantesimi contro di loro. 
Fred, guardandosi intorno, si accorse della gravità della situazione. Ron, attualmente disarmato, era riuscito a non farsi colpire e , ora, metteva KO un Mangiamorte a suon di pugni. Ginny, vicina a lui, tentava di attaccare e difendere allo stesso tempo. Quella tattica, a lungo andare, l'avrebbe sfinita, ne era convinto. 
Bill e Charlie avevano fatto squadra comune e, spalla contro spalla, si aprivano un varco tra le schiere nemiche. 
Ma erano troppi. E Fred, così come George, lo sapeva. Non sarebbero mai, mai riusciti a sconfiggerli. Nonostante tutti gli Schiantesimi, gli Incantesimi di Protezione e le Fatture, le possibilità di vittoria erano ridottissime, rispetto a quelle dei loro avversari.
Avevano bisogno di qualcosa di brillante, che gli facesse guadagnare tempo e spazio. Ma, in quel momento, niente riusciva a passargli per la mente. Solo Incantesimi, d'attacco, di difesa, del tipo che lo tenessero in vita, in poche parole. Non voleva ripetere Hogwarts. 
"Expelliarmus!" Urlò Ron, disarmando l'avversario. La folata di vento che ne conseguì riuscì ad abbassare il cappuccio con cui si proteggeva l'altro, per mostrarne il viso atterrito di Martin Cumberbatch. 
"Tu!" Sbraitò lui, mentre chiudeva i pugni.
Il capo della polizia, ancora più pallido quando vide i muscoli da portiere di Ron contrarsi sotto la maglietta, portò in avanti le mani e balbettò: "Posso spiegare! Giuro!" 
Ron, però, fu più veloce di quanto Cumberbatch potesse indietreggiare e riuscì a metterlo al tappeto in poche mosse. 
"Che ne dici?" George si mise spalla contro spalla con Fred. "Tattica Weasley?" 
Fred ghignò. Non ci aveva minimamente pensato. La tattica Weasley! 
"Al mio tre." Asserì Fred. 
"Uno-" Il conto, però, fu interrotto da un rumore sinistro. Come se gli alberi del bosco lì vicino venissero sradicati. E lo avevano sentito tutti, perché anche le bacchette dei loro nemici si immobilizzarono a mezz'aria per concentrarsi.  
Il rumore si ripeté. E di nuovo. E di nuovo. La terra aveva iniziato a tremare sotto i loro piedi. 
"Che trucchetto è questo?" Urlò Angelina, rivolta ai Mangiamorte, che le risposero con uno sguardo spaventato almeno quanto il suo. 
"Scommetto che è un vostro piano!" Si lamentò un Mangiamorte delle ultime file. 
"Sta' zitto." Sbuffò Percy. "Non ne sappiamo nulla!" 
Uno dei Mangiamorte si avvicinò, con cautela, all'inizio della radura. 
"Oh, Merlino!" Riuscirono a sentirgli dire, prima che qualcosa lo prendesse per la vita e lo portasse con sé, all'interno del bosco. 
"Quelli in nero!" Audrey sentì urlare, da un punto imprecisato del cielo. "Sono loro i nemici!" 
Fred, allora, spalancò gli occhi, non pronto a ciò che gli si prospettava dinanzi. Gli alberi, fino ad allora immobili, come presi da chissà quale stregoneria, si alzavano sulle radici e camminavano verso di loro. 
"I Mangiamorte! Sono loro che dovete attaccare!" Si sentì ancora una volta urlare. Arthur sollevò lo sguardo e solo allora riuscì a distinguere, nella volta del cielo, qualcuno in groppa ad una scopa che comandava gli alberi. 
Il primo di quella schiera si attorcigliò su sé stesso, a mo' di Platano Picchiatore, e, con uno schiocco dei rami, riuscì a far volare via due dei loro nemici. 
"Stupeficium!" Urlò allora Shacklebolt. 
La battaglia riprese, sotto gli occhi esterrefatti dei Mangiamorte. Gli alberi, ora, li scaraventavano via come foglie e solo i più astuti riuscivano a sfuggire alla loro presa. 
Con il fiatone, Fred si guardò intorno dopo solo dieci minuti di battaglia. Erano riusciti a sconfiggerli. Tutti i Mangiamorte erano per terra, distrutti. Con le bacchette ancora tese, ognuno di loro si guardò intorno, sospettoso. Poi, pian piano, la mano ritornava distesa sul fianco e, correndo verso gli altri, si assicurarono che tutti stessero bene. 
George, preoccupato più di tutti gli altri, lasciò andare la bacchetta e corse verso Fred. Il terrore di perderlo un'altra volta era più grande di quello che avrebbe mai potuto ammettere. 
Percy si avvicinava ad Audrey, mentre Arthur abbracciava a sé Charlie e Bill. Avevano rischiato così tanto, quel pomeriggio. 
"Fermi tutti!" 
La voce roca di un uomo attirò la loro attenzione. Una Angelina che tentava di liberarsi dalla presa di lui quasi soffocava. 
"Fermi tutti. O la ammazzo." 
Aveva i vestiti laceri e il volto insanguinato. Perfino il cappuccio sul suo volto lo copriva a malapena. 
"Angelina!" Urlò George, avvicinandosi pericolosamente a lei. 
"Ho detto fermi!" Urlò ancora lui. Un ghigno si dipinse sul suo volto. 
Shacklebolt si fece avanti, con la bacchetta ancora stretta in pugno. "Ti possiamo dare tutto quel che vuoi." Affermò lui, con la sua voce profonda. "Ma lascia stare la ragazza." 
"Così riuscirete a portarmi ad Azkaban, vero? No, non ci casco!" Abbaiò, sprezzante. Con la mano, premette la bacchetta nella gola di Angelina. 
"Voi mi lascerete andare e tutt-" 
Non riuscì a terminare la frase che, d'un tratto, cadde per terra, liberando Angelina. George, senza nemmeno accorgersi del loro salvatore, corse verso di lei e le scostò qualche ciocca di capelli, per vedere se stesse bene. 
"Sicura che non ti abbia fatto male?" 
"Sì, George. Sono sicura." Sorrise lei, di fronte le cure premurose di lui. 
"Sicura sicura?" 
Angelina sollevò lo sguardo e, senza dirgli niente, lo abbracciò. 
Fred, invece, se n'era accorto. Era arrivata in sella ad una scopa ed aveva eseguito uno Schiantesimo da maestri. 
"Sapevo che saresti venuta." Ghignò lui, circondandole i fianchi. 
Hermione portò una mano all'orecchio e si tolse quelli che Fred scoprì essere tappi per le orecchie. 
"Non potevo correre pericoli, sai?" Gli disse, indicandoglieli. 
Fred le sorrise ancora una volta e si avvicinò a lei più del dovuto. "Alberi ambulanti? Quando me lo avresti detto?" 
Lei sorrise di rimando, ma prima che Fred potesse fare ciò che ambiva da settimane, Hermione disse: "Io non sarei così contenta se fossi in voi." 
Il gemello corrucciò la fronte e chiese: "Perché?" 
 
 
"Andare in battaglia e non dire niente!" 
Tutti i Weasley, insieme a Shacklebolt ed Harry, erano seduti sul divano della Tana, a capo chino. Molly, di fronte a loro, gli tirava per bene le orecchie. 
"Rischiare la vita senza dirmi niente! E se vi fosse capitato qualcosa? Se qualcuno di voi avesse avuto la brillante idea di farsi ammazzare?" 
Ron sollevò leggermente lo sguardo e ribatté: "Veramente, non sarebbe stata una nostra scelta."
Molly sollevò repentinamente le sopracciglia e chiese: "Cosa, di grazia?" , con le mani salde sui fianchi. 
"Farci uccidere." 
Le spalle di Ginny si abbassarono notevolmente, dopo l'affermazione di suo fratello. Erano in uno di quei pasticci che non riusciva nemmeno ad immaginare. 
"E se Hermione non vi avesse scoperti?" 
Proprio Hermione, in cucina, se la rideva sotto i baffi. Vedere gli eroi della battaglia di Hogwarts, acclamati e glorificati come uomini dalle spalle robusti e dalla tempra forte, a capo chino e rimproverati da una furiosa Molly Weasley era da catalogo. Angelina, sempre nella stessa stanza, era riuscita a scappare da lì per via delle ferite che aveva sulla spalla e che ora Fleur stava medicando. 
"Meglio?" Le chiese, posandole l'ultimo cerotto sulla ferita. 
"Meglio." Angelina la ringraziò, prima che Fleur si spostasse nell'altra stanza per poter curare anche Audrey. 
Hermione seguiva il discorso di Molly, prima che Angelina la distraesse, dicendo: "Ti ama molto, sai?" 
Lei arrossì immediatamente. Sapeva a chi si riferiva. 
"E non lo dico sol perché sei mia amica o perché è praticamente palese che è pazzo di te." 
Hermione sorrise ancora. "Lo dico perché quando stavamo insieme non mi ha mai guardato come ora guarda te. E' completamente preso. Perdutamente." Le diede una pacca sulla spalla e, sulla porta, aggiunse: "E devo ammettere che le uniche volte in cui l'ho sentito parlare seriamente era quando riguardava te. Del Torneo Tremaghi era furioso quando Silente aveva annunciato che tu eri nel lago, come 'oggetto caro' a Krum." 
Angelina si allontanò e lasciò Hermione in balia dei suoi pensieri.  
 
 
Nonostante la tirata d'orecchi della signora Weasley, quella sera si festeggiava alla Tana. Fiumi di Burrobirra ("Sei troppo piccola per quella, Ginny!") e parata di dolci su ogni tavolo lì presente. 
Si prospettava, quindi, un finale col botto. Hermione, Ron ed Harry parlavano tra di loro, liberi, finalmente, di quella minaccia che Voldemort e i suoi seguaci erano diventati. 
"Dove hai imparato quella cosa?" Esclamò Ron, ricordandosi dello stratagemma di Hermione. 
Lei inclinò leggermente la testa e rispose: "Ce l'hai presente quella stanza ad Hogwarts? Quella con tanti libri? Ecco, quella stanza si chiama Biblioteca." 
Harry quasi non trattenne il suo sorso di Burrobirra, per dire, stupefatto: "Una battuta!" 
Hermione sollevò il suo calice di Succo di Zucca e, con l'aria da bambina sorpresa con le dita nella marmellata, ammise: "Eh, sì!" 
"La vicinanza di mio fratello ti fa bene, allora!" Rise ancora Ron. 
"Ronald!" Lo rimproverò lei, mentre le sue guance si imporporavano. Lo sguardo di tutti e tre si rivolse, immancabilmente, a Fred che, insieme a George, stava sperimentando alcune delle loro nuove creazioni per il negozio. Charlie, che assisteva, osservava con cipiglio non tanto convinto. 
Al piccolo gruppetto si avvicinò Shacklebolt. 
"Ragazzi." Tossicchiò, guardandoli uno per uno. "Ho una proposta da farvi." 
Ron e Harry gli scoccarono uno sguardo interrogativo, mentre Hermione poggiava il suo bicchiere sul tavolo. 
"Sapete che dovrò ristrutturare la squadra Auror, vero? A parte Audrey e Josh, non c'è nessun'altro. E, mi chiedevo, se voi voleste farne parte. Ovviamente, non ci saranno lezioni pratiche. Siete perfetti così. Solo qualche lezione teorica, per il protocollo e quant'altro. Che ne pensate?"
Gli occhi di Harry e Ron iniziarono a brillare. "Certo, certo che vogliamo!" Risposero all'unisono. 
Shacklebolt sorrise. "Hermione?" 
Lei, invece, scosse leggermente la testa e disse: "No." 
Gli altri due spalancarono gli occhi, sbigottiti. "Come no?!" 
"No. Mi spiace, Kingsley, ma non ce la faccio. Tutte le battaglie e le uccisioni che ho visto mi bastano per una vita intera." 
"Ma Hermione.." Provò a ribattere Harry, che fu subito interrotto da Shacklebolt. 
"Ha deciso così. Va bene, Hermione. Suppongo che continuerai gli studi a Hogwarts, allora?" 
Hermione fece segno di sì con la testa e, dopo averli salutati, Shacklebolt andò via.
Ginny, dopo qualche minuto di incredulità, portò via Harry, per fargli vedere come il piccolo Teddy riuscisse a cambiare facilmente colore dei capelli. Ora, erano di un giallo limone che, però, sembrava sfumare in un viola pallido. 
Molly e Arthur si occupavano dei preparativi della festa, scambiandosi sorrisi. 
"Scusa, fratellino." Fred avvolse le spalle di Hermione con le sue mani e arcuò le labbra. "Io e Hermione siamo in ritardo." 
Hermione lo osservò, sorpreso. 
"In ritardo? Per cosa?" Chiese l'altro, dubbioso. 
"Ne so almeno quanto te!" Riuscì a dirgli lei, prima di scomparire tra la folla insieme a Fred. Quello, più frettolosamente di quanto si aspettasse, la portò nel giardino, dove qualcosa di azzurrino brillava in lontananza. 
"Presto, presto!" Le prese le mani e, portandola con sé, arrivarono al bagliore. Era una vecchia ruota, in quel momento brillante, sulla quale Fred posò la sua mano, prima di essere risucchiato via insieme a lei. 
 
 
"Detesto quelle cose!" Biascicò Hermione, quando toccò terra. 
"Se vuoi, ti do alcune lezioni." Fred la aiutò a rialzarsi. 
Hermione si guardò intorno. Intorno a lei non c'era altro che sabbia e alberi. 
"Fred Weasley." Iniziò lei. "Dove mi hai portata?" 
"Ho pensato che tante ore di viaggio con quegli attrezzi babbani ti avrebbero stancata. Perciò, mi sono ingegnato ed eccoci qui." Le disse, spalancando le braccia. 
Hermione si passò il pollice e l'indice sulla fronte e disse, esasperata: "Sì, ma qui dove?" 
"Vedrai." 
Pian piano, si allontanò verso la radura, per poter scomparire tra gli alberi. 
"Fred... Fred! Dove vai?" 
"Rimani lì dove sei." 
Hermione sbuffò. Tipico di Fred Weasley, fare cose del genere! Il sole iniziava a diventare sempre più caldo e i suoi abiti da estate inglese sempre più pesanti. La spiaggia su cui si trovava era praticamente disabitata. C'era solo una casa vicina al mare, disabitata anche quella. Ma, osservando da dentro le finestre, sembrava tutt'altro che abbandonata. Quindi, i proprietari sarebbero arrivati, prima o poi. Decise, allora, di aspettare sugli scalini che davano alla casa e pensare.
Erano dall'altra parte del mondo, ovvio. Ma dove? Un clima esotico e vegetazione florida. Giappone? Isole del Pacifico? Poi, vide alcune foglie, vicino la porta. Erano lì come decorazione, ma le conosceva bene. Piton gliele aveva fatte studiare una per una. Eucalipto. 
Non può essere. 
Proprio in quel momento, sentì alcune voci. 
"Robert, ti avevo detto di mettere la crema protettiva. Ora, sei tutto scottato!" Scherzò una donna. 
"Oh, Jane, non rivoltare il dito nella piaga." 
Stupido, stupido Fred Weasley.

 
-ANGOLO AUTRICE- 
Con un ritardo di quelli orrendi, sono tornata. Imploro perdono a tutti quanti, ma finalmente ho finito gli esami e aggiornerò con molta più frequenza. *Partono marce e canzoni di gioia* 
Questo è il penultimo capitolo e, a questo proposito, vorrei spiegarvi il titolo. L'eucalipto è una pianta tipica dell'Australia, dove, appunto, i genitori di Hermione erano andati a rifugiarsi prima che scoppiasse la Seconda Guerra Magica. l'eucalipto, però, nel linguaggio dei fiori significa anche "protezione" che i nostri eroi si sono guadagnati, alla fine di questa storia. 
Che dire? Ovviamente ringrazio tutti coloro che mi hanno seguita nonostante l'attesa e che leggerà anche questo capitolo! 
Al prossimo, 
la vostra affezionata PhoenixQuill
 
   
 
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