Serie TV > Doctor Who
Segui la storia  |       
Autore: KillerQueen86    11/07/2014    3 recensioni
Il Dottore e Rose si sono separati, come affronteranno questi momenti, da soli?
Si alzò dal letto e si affacciò alla finestra, stringendo la chiave del Tardis alzò gli al cielo chiedendosi lui dove fosse e cosa stesse facendo. Una fitta di dolore le attraversò il petto, gli mancava terribilmente, da quando era scesa dal Tardis, sentiva un vuoto, e sapeva giorno dopo giorno che non sarebbe riuscita a colmarlo, neanche tra un centinaio di anni.
Questa storia fa parte della serie 'Quarta stagione con Rose'
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Donna Noble, Rose Tyler
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Quarta stagione con Rose'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note dell’autore: Scusatemi per l’enorme ritardo, ma non riuscivo a mettere quattro parole in fila. Tra il caldo, l’insonnia e il mal di testa mi veniva difficile sedermi al PC a scrivere. Spero che l’attesa non sia stata vana.

Eccovi il secondo capitolo di Midnight.

 

Beta: Paolettazza e Feyilin

 

Capitolo II

Il conforto di un’amica

 

Guardò ancora una volta il foglietto che stringeva in mano e poi alzò lo sguardo sulla via in cui era. Aveva dovuto chiamare Mickey per trovare ciò che cercava. Non era stato affatto semplice come pensava inizialmente.

Adesso, però, non importava; era lì a Ealing davanti al 13 di Bannerman Road. Era un po’ indecisa, non sapeva cosa fare. Lei le aveva detto di cercarla, ma adesso che si trovava a pochi passi, non era sicura che fosse la cosa migliore per entrambe. Avrebbe dovuto chiudere completamente con quella vita, ignorare quel senso di pressione e malessere che provava e continuare la sua vita come nulla fosse.

Già, avrebbe dovuto fare così, peccato che non ci riuscisse. Era sempre più difficile ignorare quella sgradevole sensazione di aver fatto uno sbaglio.

Sospirò e mise in tasca il foglietto di carta sulla quale aveva appuntato l’indirizzo, poi vide tre ragazzi uscire dalla villetta e si fermò un attimo a chiedersi chi fossero e perché si trovassero lì. Scacciò subito quelle domande e attraversò la strada.

Un muretto di mattoni rossi circondava la villetta a tre piani, dietro i muretti si ergevano delle grandi e folte siepi verdi, quasi a nascondere agli intrusi ciò che si trovava lì dietro. Sul vialetto vide una macchina parcheggiata: verde pallido, una Nissan Figaro con la targa personalizzata J337 KAE. Sorrise superandola e avvicinandosi alla porta d’ingresso, un po’ nascosta da alcune piante, sul campanello nessuna indicazione su chi abitasse lì. Rose sfregò le mani sui pantaloni, nervosa e si decise a suonare. Per fortuna non dovette aspettare molto, solo qualche secondo e la porta si aprì, il sorriso di Sarah Jane scomparve non appena la vide.

“Ciao Sarah Jane” disse con la voce più tremante di quanto lei stessa credeva. Sarah la guardò attentamente e le andò incontro abbracciandola.

A quello Rose non riuscì a resistere e iniziò a piangere silenziosamente sulla sua spalla, mentre l’amica le accarezzava la schiena dolcemente e le sussurrava parole di conforto.

Si bagnò nuovamente il viso per poi asciugarlo con il soffice asciugamano che Sarah le aveva dato. Non voleva piangere. In quei giorni era riuscita a resistere, da quando era scesa dal Tardis non aveva pianto, ma appena Sarah l'aveva abbracciata era crollata. Tra loro non c'era stato bisogno di parole e forse era proprio quello di cui lei, Rose, aveva bisogno.

 Uscì dal bagno e andò nel salotto, era una bella casa, così piena di foto e articoli, piena di ricordi e di vita. Sul caminetto c'era una foto di Sarah con i tre ragazzi che aveva visto uscire prima dalla villetta, vicino una giovane Sarah con accanto un uomo in uniforme della UNIT.

"Un vecchio amico" le giunse la voce della donna, si voltò, aveva un vassoio con del tè caldo.

"Anche tu lavoravi per l'UNIT?" Chiese sorridendo e sedendosi sul divano con lei. "Non proprio, ma ci ho avuto molto a che fare quando viaggiavo" spiegò versando l'acqua calda nelle tazze.

“Hai davvero una vita meravigliosa” disse perdendosi nuovamente in quelle foto.

“Anche tu potrai averla, con il tempo” disse saggiamente l’altra.

“Non so, a volte penso di aver fatto uno sbaglio a lasciarlo andare” disse sinceramente, abbassando lo sguardo verso il liquido dorato nella tazza.

“Ho questo senso di oppressione e ansia nel petto che mi sovrasta. Sono stata cresciuta sapendo che, per sentirmi bene, non avevo bisogno di un uomo che mi guidasse, ma ora senza di lui che mi prende per mano, non so più che strada prendere” disse tutto di un fiato, con la voce tremante, senza mai alzare lo sguardo dalla sua tazza di tè che non aveva ancora bevuto.

“Resta qui stanotte” disse dolcemente Sarah accarezzandole le mani con le sue. Rose la guardò negli occhi, con lo sguardo velato dalle lacrime, quel tocco e quell’invito stranamente le riscaldarono il cuore e le fece capire di essere compresa.

Rose ringraziò mentalmente il tatto di Sarah di non assillarla con domande o altro per sapere di più riguardo quello che era successo.

 

Paura, un forte senso d’impotenza la pervase, la paura non faceva altro che aumentare sempre di più, trasformandosi quasi in qualcosa di primordiale, sentiva urla attorno a lei, voci di persone che neanche riconosceva.

“Sbarazzatevi di lui. Ora”

Sentiva che il suo corpo era trascinato da qualcosa, o da qualcuno, cercava di urlare ma non ci riusciva, sentiva le labbra muoversi, ma le parole non erano le sue, la voce non era più sua.

“Gettatelo fuori”

Non poteva morire così, non voleva, aveva ancora così tante cose da vedere, così tante persone da incontrare, doveva ancora rivedere lei per l’ultima volta.

Non sapeva da dove venivano questi pensieri, ma le riempirono la mente, proprio come la paura.

Sentiva il corpo cercare di resistere a qualunque cosa la stesse trascinando, ma era difficile, la paura era più forte.

“Gettatelo fuori. Nel sole. Nella notte. "

Quella voce, quelle parole le gelavano ancora di più il sangue, non aveva armi, non sapeva con cosa aveva a che fare, non sapeva come tirarsi fuori da quella situazione.

“Rose”

Qualcuno invocava il suo nome e lei non sapeva come rispondere a quel richiamo, stava per essere soprafatta dalla paura.

“Il sole attende, e il vuoto, nel cielo di Midnight”

Sempre più vicina alla porta, ora la forza o le persone che la trascinavano, erano di più o più forti, non capiva.

“Rose”

Ancora una volta qualcuno la invocava, ancora una volta si aggrappavano al suo nome come una preghiera.

Poi all’improvviso, un senso di liberazione e un urlo riuscì a scuoterla, liberandola dalla sensazione di impotenza. Si sentiva come se fosse stata liberata da delle catene.

 

Urlò e si svegliò di colpo nel letto. Le ci volle un attimo per capire dov’era, Sarah Jane la teneva per le spalle mentre Luke era dietro di lei con l’aria preoccupata.

“Era solo un incubo, tranquilla, sei al sicuro qui” la voce calma di Sarah Jane sembrò calmarla un attimo, ma sapeva, sapeva che non era un incubo, aveva già provato sensazioni del genere, ed era sveglia quella volta.

“Rose, tranquilla ora è tutto a posto” disse la donna accarezzandole le braccia.

“Vado a fare un po’ di camomilla, credo che l’aiuterà” disse il giovane Luke uscendo dalla stanza.

Qualcosa di brutto era successo al suo Dottore e non sapeva come, ma lei era stata partecipe di quell’attimo di paura e sconforto per lui, era come se il loro collegamento fosse ancora attivo e questo le faceva un po’ paura.

 

Fine

 

Note finali: Quando ho iniziato a scrivere credevo che sarei riuscita a concludere in solo due capitoli ma andando avanti, mi sono resa conto che non potevo, quindi aspettate per leggere il terzo e ultimo capitolo.

Alla prossima.

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: KillerQueen86