Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: peluche    11/07/2014    4 recensioni
Il ghiaccio ha bisogno del fuoco per abbandonare il suo stato di paralisi,
il fuoco ha bisogno dell'acqua per placare le sue fiamme imponenti.
----------------------
«Hannah! - disse a un tratto Aria – Quello non è..» prima che potesse finire la frase,un tizio ci passò accanto,scioccato quanto noi.
«Harry Styles ci degna nuovamente della sua presenza,quale onore.» I brividi. Lo fissai nel suo giubbotto di pelle,nei suoi riccioli scomposti e sulla sua moto nera petrolio. Il tizio che qualche minuto prima ci era passato accanto era Zayn Malik. Zayn Malik,il ragazzo più inaffidabile su questo pianeta,dopo Harry Styles,ovviamente.
«Non era finito in riformatorio?» Mi sussurrò Aria.
«Si, - risposi io in una specie di trance – infatti.» Non riuscivo a levargli gli occhi di dosso. Zayn gli si avvcinò e si diedero un affettuoso abbraccio. Il duo-idioti era tornato. Non poteva rimanere lì dov'era? Perchè dopo cinque anni in riformatorio aveva deciso di rimettere piede qui? Perchè era tornato nella sua vecchia scuola?
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Ice on fire
capitolo 19



«Quanto ci vuole per due cappuccini? Mi stanno venendo le rughe!»
Ringhiò Aria per la quarta volta.
Eravamo da “Alfred” per prenderci un semplice cappuccino, ma la mia amica sembrava aver ingerito uno yogurt scaduto.
«Sei di ottimo umore vedo.» ironizzai.
«Dai il benvenuto alla nuova Aria.»
«La nuova Aria?» le feci eco.
«Si, - continuò, gesticolando – quella che non piange se vede un micetto ferito per strada, che non si fa prendere per il culo e che non si dispera per gente che se ne va chissà dove in giro per il mondo lasciandole solo una misera lettera.»
Nel parlare avevano fatto letteralmente a pezzi un tovagliolo.
«Quindi l'hai presa bene.» dissi, mentre ci servivano i due cappuccini.
«Certo! - ringhiò – Mi vedi forse affranta?»
Ebbi paura a risponderle sinceramente. Sembrava in preda a una crisi isterica, o di pazzia, o di qualsiasi altra cosa. Certo, non era affranta. Era solo parecchio sconvolta. Erano passate tre settimane dalla partenza di Louis e solo dopo una settimana dalla sua partenza ricevetti una cartolina dalla Spagna. Quando la feci vedere ad Aria lei si avventò sul pezzo di carta urlando:
«Spero che un toro ti cornifichi!»
Quindi la mia amica non era affranta. Era proprio fuori di testa.
«Ciao belle ragazze!»
Zayn apparse al nostro fianco, seguito da Liam.
«Ciao!» rispose di getto Aria.
Liam prese posto accanto a me e mi sorrise, io ricambiai affettuosamente.
«Aria pensavo, - iniziò Zayn mentre si accendeva una sigaretta – ora che Louis non c'è più potremo insomma..»
Aria lo incenerì con lo sguardo. 
«Comunque, - intervenni – credo che ancora sia vietato fumare in luoghi pubblici.»
Gli sfilai la sigaretta dalla bocca e la lanciai fuori dalla finestra accanto a me.
«A te ancora è permesso di impicciarti degli affari degli altri?» mi chiese lui.
«Si non lo sai? - continuai – C'è una legge apposta!»
Zayn mi fece una smorfia e io ricambiai.
«Che ne dite di un frullato?» propose Liam.
«Io vi abbandono, - mi alzai prendendo la giacca – devo andare da Harry.»
Vidi Liam accennare un piccolo sorriso, forse di nervosismo.
«Gesù, - si lamentò Aria – si può essere così appiccicosi?»
Io, Zayn e Liam le lanciammo un'occhiataccia.
«Tu zitto marocchino.» ringhiò lei a Zayn.
«Prima di tutto non sono marocchino ma sono pakistano, - precisò lui – seconda cosa non ho fiatato.»
«Vi lascio alle vostre cose.»
Decisi che era arrivato il momento di andarsene. Appoggiai una mano spalla a Liam a mò di saluto e per rassicurarlo, prima o poi Aria e Zayn l'avrebbero smessa di pizzicarsi. Feci la strada del ritorno a piedi. La cosa bella di Bristol era che potevi raggiungere qualsiasi posto senza il bisogno di prendere un mezzo. Dall'aggressione evitavo di camminare sola per strada, ma per fortuna era ancora giorno e c'era tanta gente per strada. A volte mi guardavo attorno quando sentivo un minimo rumore, ma risultava essere un semplice gatto tra l'immondizia o il borbottio della gente che mi passava accanto. Andavo a passo svelto e per questo raggiunsi casa di Harry in poco tempo. Bussai, più volte. Bussai ancora, ma era come se a casa non ci fosse nessuno. Poi la porta si aprì, e la figura di Harry apparse davanti ai miei occhi. Aveva gli occhi gonfi, rossi, l'espressione devastata. 
«Che è successo?» chiesi, ansiosa.
Entrai in casa, seguendolo verso il divano. 
Chester sulle scale batteva la coda in segno di saluto.
«Harry, - continuai – ti prego parlami.»
Lui si mise seduto, le mani incrociate, lo sguardo nel vuoto. Io mi piegai sulle ginochia, prendendogli il viso tra le mani.
«Mia madre..» sussurrò. La voce rotta.
«Cosa?» chiesi, allarmata.
«Sono andato a trovarla oggi e i medici mi hanno detto..»
Si fermò di nuovo, come se non trovasse la forza sufficiente per continuare.
«Va tutto bene, - gli dissi in modo dolce – ci sono io.»
«Le hanno dato poco più di un mese da vivere.»
Trasalii.
Gli occhi di Harry si riempirono di lacrime e in un attimo scoppiò in un pianto che mi fece stringere il cuore. Inclinò la testa in avanti, distrutto. Io poggiai le labbra sulla sua fronte, stringendolo più che potevo, mentre lui si sfogava stringendo tra i pugni la mia giacca. 
«Andrà tutto bene, - gli ripetevo – andrà tutto bene.»
Cercai in ogni modo di non piangere. Dovevo essere forte per lui, per entrambi. Era la prima volta che crollava davanti ai miei occhi e io dovevo mettercela tutta per non crollare insieme a lui. Uno dei due doveva rimanere forte per l'altro e se io fossi scoppiata a piangere, non so come sarebbe finita. Sapevamo da tempo che Adele avrebbe avuto vita breve, ma nessuno dei due avrebbe immaginato che questo breve sarebbe arrivato così presto. Avevo paura che Harry non la superasse, e dopo Louis, Adele, non potevo sopportare di perdere anche lui.
Si mise a letto a riposare e io ne approfittare per ordinare un po' la casa. L'assenza di una figura femminile era evidente, nonostante Harry fosse molto ordinato. Cercava di pulire la cucina ma notavo gli aloni su tutta l'argenteria. Risi all'immagine di lui che cercava di pulire nel modo più accurato possibile. Piegai qualche maglietta trovata sul divano e attaccai la lavatrice. Vidi sul frigo delle vecchie foto che ritraevano Harry con sua madre e una di Harry alla recita della scuola quando interpretava Peter Pan. Era sempre stato un piccolo Peter Pan. Un bambino con tanta fantasia senza nessuna voglia di crescere. La vita però gli riservò un futuro diverso, distruggendo l'innocenza di un bambino e trasformandola in una vita di inferno. Accanto a questa vi erano attaccate le foto tessera che avevamo fatto qualche settimana prima. In una avevamo una faccia buffissima, che mi fece ridere ancora solo a guardarla. In un'altra ci baciavamo e nell'altra ancora ridevamo e basta. Per un momento avrei voluto che il tempo si fosse fermato in quell'istante, con quelle facce allegre e sorridenti. La fissai ancora un po', poi Chester mi abbaiò contro. Andai ad accarezzarlo e mi leccò la faccia. Ormai era cresciuto molto e non era più il cucciolo che avevo comprato. 
«Che ne dici se mettiamo sul fuoco dei marshmallow?»
Chester abbaiò di nuovo, come se avesse capito ciò che gli avevo chiesto. Sorrisi e presi il pacco di caramello dalla credenza e uscii in giardino. Il sole ormai era calato e si sentivano già i grilli. Mi avvicinai alla piccola griglia e accesi il fuoco. Mi sedetti sul tronco di albero che Harry aveva messo come panchina, e iniziai a metterne sul fuoco un paio.
«Lo facevo sempre con mio fratello, sai Chester?» 
Sembravo una zitella da sola il venerdì sera, che tentava di divertirsi parlando da sola con un cane. Chester al contrario non mi prestava attenzione. Fissava il marshmallow sul fuoco e ogni due e tre si leccava il muso.
«Quanto mi manca Louis..» sussurrai, fissando il fuoco. 
Davo le spalle alla casa, quindi non mi resi conto di Harry che arrivò in giardino. Mi accorsi di lui solo quando sentii una coperta sulle spalle e le sue labbra calde sulla guancia.
«Ti dai al campeggio?» mi chiese, sedendosi accanto a me.
«Io e Chester ci stiamo divertendo.»
«Oh scusate, - scherzò – quasi quasi me ne torno a dormire allora.»
Risi e lo schiaffeggiai scherzosamente.
Vidi i suoi occhi brillare e fissare il fuoco. Prese un bastoncino anche lui e ci infilzò un marshmallow.
«Mi dispiace..» disse a un tratto.
«Di cosa?»
«Di essere scoppiato a piangere in quel modo.»
Continuava a fissare il fuoco e io anche.
«Sono contenta che tu l'abbia fatto.»
Mi voltai a guardarlo e lui fece lo stesso. 
«Andrà tutto bene.» dissi.
Mi sorrise e lo guardai in quegli occhi penetranti che mi facevano sentire a casa.
«Potrei abituarmi ad averti in giro per casa sai, - scherzò – mi servirebbe una domestica.»
«Ehi!» lo punzecchiai e lui scoppiò a ridere.
Mi avvicinò con un braccio e mi baciò in fronte, stringendomi. 
Rimanemmo in quella posizione, con lo scoppiettiò del fuoco, fin quando Chester fece un salto, addentando il mio marshmallow.



Tornavo a casa quel giorno, quando una pioggerella leggera iniziò a scendere sulla città. Avevo visto i nuvoloni già uscendo da scuola e avevo già previsto che in un attimo avrebbe iniziato a piovere, ma speravo che avessi almeno il tempo di mettere piede a casa. Così rimasi sotto la pioggia, senza neanche ripararmi. Guardavo la strada bagnata, le macchine che mi sfrecciavano accanto e l'unico pensiero che avevo in mente era Adele.  Negli ultimi giorni aveva avuto numeri attacchi di panico. Non appena vedeva un uomo iniziava a urlare il nome di suo marito e lo aggrediva, con le poche forze che le rimanevano. La dovevano continuamente darle dei calmanti e così la riempivano di farmaci e il risultato era che si indeboliva sempre di più. A volte quando vedeva Harry aveva negli occhi la paura e iniziava a tremare, come se stesse rivivendo quella sera tremenda in cui Marcus la picchiò. Harry cercava di non pensarci, ma trascorreva la maggior parte del tempo in ospedale, al suo capezzale. 
«Hanna?» mi chiamò mia madre, una volta entrata in casa.
Non risposi, gettai la borsa per terra e feci per salire al piano di sopra.
«Hanna!» urlò questa volta.
«Che vuoi?» le chiesi, bloccandomi a metà rampa di scale.
«Non mi parlare in quel modo signorina!»
«Certo, - le dissi senza darle peso – quindi?»
«Dove sei stata?»
«Affari miei.»
Ripresi a camminare ma mi richiamò di nuovo.
«Hanna ti prego, - disse – parlami.»
Le davo le spalle. 
Strinsi i pugni e in un attimo sentii salire tutto quello che avrei voluto dirle e che invece avevo tenuto dentro.
«Va bene parliamo, - le urlai voltandomi – parliamo del fatto che avete costretto Louis ad andarsene, facendomi perdere l'unica persona qui dentro che mi ascoltava e mai, mai vi perdonerò per questo!»
«Non abbiamo potuto fare niente per fermarlo..» 
«No, - dissi – non avete fatto proprio niente, è diverso.»
La guardai per un attimo e lei rimase impietrita sotto i miei occhi. Dopo qualche minuto le voltai di nuovo le spalle e questa volta finii le scale, entrando in camera di Louis e chiudendomi dentro. Mi buttai sul letto e mi strinsi il cuscino sulla faccia, sfogandomi. Piangendo, dando pugni, urlando. Era da settimane che non parlavo con i miei. Mio padre tornava la sera, mi guardava e poi tornava a fare le sue cose. Neanche un saluto. I nostri rapporti erano peggiorati notevolmente. Non scendevo neanche per mangiare. Aspettavo che loro finissero e poi scendevo senza farmi vedere in cucina, rubando del cibo dallo scaffale. L'unico momento di svago era quando stavo con Harry – senza pensare ad Adele – e quando ci ritrovavamo in mezzo ai nostri amici.
«Dov'è Zayn?» chiese Liam.
«Forse a fare l'elemosina a qualche semaforo.» rispose Aria, lanciando una pietra in mare.
«Perchè dovrebbe chiedere l'elemosina al semaforo?» chiese Harry.
Eravamo andati sul molo per prendere un frullato e Aria non perdeva occasione per punzecchiare Zayn, anche quando lui non c'era.
«Per la centesima volta, - dissi io – è Pakistano!»
«Non è che ti piace Zayn?» la stuzzicò Harry.
Aveva un braccio attorno alle mie spalle, il vento che gli scombinava i capelli.
«Cosa? - chiese irritata – Per nessuna ragione al mondo!»
«Forse è per questo che continui a stuzzicarlo!» aggiunse Liam.
«Non esiste.» disse decisa lei, arricciando il naso.
«Sono quasi sicura che una volta lo hai definito 'affascinante'» mi intromisi, tirando un colpo basso.
«Ad Aria piace Zayn..» iniziò a canticchiare Harry.
«..ad Aria piace Zayn.» si unì Liam.
Iniziarono a saltellarle attorno, mentre lei continuava a negare e io ridevo a vedere la scena. Sembravano due bambini, troppo grandi per andare all'asilo, ma troppo piccoli per dimostrare l'età che avevano. Ero contenta che Harry potesse distrarsi almeno un po', senza pensare a sua madre o a suo padre. E io mi distraevo insieme a lui.
«E tu che ridi?» la canzoncina finì ed Harry si concentrò su di me, sollevandomi da terra e facendomi girare tra le sue braccia. Liam fece lo stesso con Aria e io e la mia amica ci ritrovammo a testa in giù, senza poter reagire. La mancanza di Louis si sentiva, ma nessuno di noi ne parlava mai. Aria faceva finta di non starci male, ma io sapevo che anche se era determinata a non pensarlo più, ci pensava di continuo. 
«Va bene salamini, - disse Harry mettendomi giù – io vi devo lasciare.»
«Stavi per farmi vomitare!» Aria colpì Liam sul braccio.
«Ci vediamo stasera?» mi chiese Harry, dandomi un bacio in fronte.
Io annuii sorridendo e prima di andarsene mi scoccò un bacio sulle labbra. 
Lo vidi correre verso la moto e poi sparire dietro l'angolo.
«Vado anche io mi sa.» dissi.
«A dopo paperotta.» mi urlò Aria.
Alzai un braccio per salutarli e Liam fece lo stesso.
Per fortuna quel giorno non pioveva e quel poco sole riusciva a riscaldarti. D'altronde la primavera si stava avvicinando. Ero felice di sentire i raggi del sole sulla pelle, sentire gli uccelli che tornavano, vedere la strade riempirsi di gente. Era una bella immagine.
«..sei morto!» 
Sentii urlare una volta girato l'angolo e quello che vidi mi scioccò di più. 
Zayn era per terra, del sangue gli colava dalla bocca. 
Un tipo lo risollevò su, prendendolo dalla maglietta.
«Voglio i miei soldi!» urlò.
«Ehi!» urlai io avvicinandomi, prima che potesse sferrare il secondo colpo.
«E tu che vuoi?» mi chiese, tenendo sempre Zayn sollevato da terra.
«Hanna vattene!» mi disse lui.
«Farai meglio ad ascoltare questo ladruncolo, signorina.»
«Quanto ti deve?» urlai ancora, fermandolo di nuovo.
«Questo idiota mi deve 3000 euro.» 
Istintivamente slacciai la collana e gliela porsi.
«Questa ne vale almeno 2000, - dissi – fattela bastare.»
Il tipo guardò prima me, poi Zayn e poi di nuovo me.
«Questa ragazza ti ha salvato il culo, - disse rimettendolo giù – per questa volta.»
Prese la collana e scappò via.
Zayn si asciugò il sangue con la manica della maglietta e poi tornò su di me.
«Stai bene?» gli chiesi.
«Avevo tutto sotto controllo!» borbottò.
«Me ne sono accorta.»
Raccolse le chiavi da terra e si aggiusto la giacca di pelle. Come Harry, Zayn odiava ricevere aiuto, risultare in difficoltà. Odiava passare per il debole e sapevo che se sarei rimasta lì non avrei ottenuto nessun ringraziamento. Così mi voltai per andarmene..
«Hanna! - mi richiamò – Grazie.»
Disse, senza aggiungere altro.
Vidi la sua espressione seria, ma sapevo che lo aveva detto sinceramente ed era il massimo che poteva fare. Io gli sorrisi, dandogli tutto il mio affetto. E lui mi sorrise di rimando, osservandomi ancora mentre indietreggiavo.

 
-----------------------------------------------------------
 
Per ora sforno capitoli a non finire:D lo so, neanche mi riconoscete!
Sono molto contenta di questa storia perchè è nata in un pomeriggio d'inverno e sono contenta di come sta venendo.
Grazie per tutti i complimenti che mi fate e spero davvero davvero che questa storia vi stia soddisfando!
Ci tenevo a dirvi che già dal prossimo capitolo ne succederanno delle belle:) 

 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: peluche