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Autore: MorganaSanders    12/07/2014    1 recensioni
Dal capitolo 3
«-Beh... ti va di fare sesso?-
-Cosa?- chiedo, incredula.
-Hai detto anche tu che ti manca fare sesso...-
-Sì, ma... con te? Cioè, siamo amici.-
-Appunto per questo. Non siamo legati poi tanto sentimentalmente. Siamo amici e possiamo renderci conto quando fare certe cose e quando non farle. Saremo passionali e controllati proprio come due amici che fanno sesso per... passare il tempo, diciamo così. Allora: cosa ne pensi?-
-Niente sentimenti?-
-No.-
-Niente coccole dopo averlo fatto?-
-No.-
-Niente parole dolci?-
-No.-
-Solo e soltanto sesso?-
-Esattamente.-
-Ci sto.-»
Tratto dall'omonimo film.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2











Aileen’s pov



Eravamo stati appena lasciati entrambi, le ferite erano fresche, ma cercavamo di andare avanti.
Non ci conoscevamo, non sapevamo le nostre fisionomie facciali, non sapevamo i nostri nomi... ma appena ci eravamo guardati negli occhi, seppur per una manciata di nanosecondi, il mondo intorno si era annichilito per lasciar spazio a noi e alle nostre parole non dette, a quelle non pronunciate per mezzo della lingua e della bocca, ma a quelle sussurrate per mezzo degli occhi.
Ricordo ancora cosa avevo provato quando scorsi le sue pozze color cioccolato tra la folla di persone che lo seguiva, scontrarsi con le mie iridi azzurro cielo.
Sì, perché lui suonava nel pub in cui le mie amiche mi ci avevano costretta ad andare, così da sfogarmi e lasciar perdere Andy, il mio ex, che ho mollato su due piedi con una scenata di gelosia appena dopo averlo trovato a letto con la mia ormai ex migliore amica.
“Migliore amica”...
“Migliore”...
“Amica”...
Fa strano dirlo di una stronza del genere.
Di solito, dovresti considerare amica, anzi, migliore amica, colei per la quale saresti disposta a sacrificarti e per cui lei farebbe lo stesso per te.
Ed, invece, mi sono ritrovata a chiamare “migliore amica” la puttana più puttane di tutte, la regina delle sgualdrine, la troia che ha avuto il coraggio di rubarmi quello stronzo del mio ragazzo.
Ma in fondo meglio così: in un colpo solo, mi sono tolta di mezzo un coglione puttaniere ed una bastarda tagliagole, falsa ed ipocrita.
E Brian era lì, in quel locale che suonava per il pubblico, sì, ma suonava anche per quel contante con cui ci doveva pagare l’affitto di casa, un piccolo appartamentino che la maggior parte delle volte non aveva né luce, né gas, né acqua per via delle bollette non pagate, in un vicolo cieco frequentato da gente poco raccomandabile e lui si arrangiava come poteva, abbassandosi ad andare a dormire quelle poche volte che proprio non ne poteva più da alcuni amici... non come il mio, che era forse tre volte il suo appartamento, si trovava in pieno centro ed era sempre ben illuminato, riscaldato e pulito.
Sì, ma lui suonava soprattutto per se stesso, perché si sentiva bene mentre suonava, perché si sentiva come se avesse vinto un terno al lotto, come se avesse realizzato il sogno di una vita, quel sogno che l’ha tenuto in vita fin da quanto era soltanto un minuscolo ed insignificante feto, nato da due cellule dei suoi genitori che non ha mai saputo se gli avessero voluto bene per davvero.
Lui era lì, su un piccolo palco di poco più di un metro quadro, concentrato sulla sua chitarra acustica mentre suonava mettendoci tutto se stesso; era lì che sorrideva con la sua faccia da stronzo, che ammiccava a delle povere ragazze che quasi svenivano sul posto mentre lo guardavano con gli occhi lussuriosi del sesso, e faceva rodere il culo ai fidanzati di queste, che lo guardavano col disprezzo di chi è pronto a scagliarsi contro il suo nemico per spaccargli la faccia.
Era lì, che suonava, ed io lo guardavo ammirata, sentendo le guance colorarsi sempre più di un vivo color vermiglio, mentre le note prodotte dalle sue dita affusolate che pizzicavano le corde di quella meraviglia, rientravano nei miei meati acustici, riscaldandomi il cuore.
Ed è lì che ci siamo notati, che ci siamo osservati, che ci siamo ritrovati.
Lì dove lui, alzando gli occhi per pochi secondi dalla sua chitarra, mi guardò dritto negli occhi, ed io sentii un tonfo al cuore, schiudendo di poco le labbra e lasciandomi sfuggire un sospiro.
E la prima cosa che pensai fu “Ha l’aria da stronzo” e non mi sbagliai; continuai a pensarlo anche dopo averci parlato per ore al bancone del bar; dopo che mi sorrise, facendomi vibrare il cuore; dopo che io gli sorrisi, facendolo arrossire.
Continuai a pensarlo anche dopo essere diventati amici, talmente tanto amici da proporgli di venire a vivere da me, visto che lui stava in una situazione disastrata ed io, negli ultimi tempi, facevo fatica, nonostante il mio stipendio quasi accettabile, ad arrivare a fine mese, in quanto ero l’unica a vivere in un appartamento comunque bello grande per essere riservato ad un’unica persona.
 
 
 
 
 
 








Siamo ancora qui, sul pianerottolo, a chiacchierare, a fumare Marlboro rosse, a bere una Heineken e a ricordare i bei tempi passati, quando ancora non ci conoscevamo, ma sapevamo fin da subito, fin dal primissimo sguardo, che saremo diventati amici, che ci saremo chiamati al cellulare nel cuore della notte soltanto per avere un supporto morale, una spalla su cui piangere e raccontare di quella vita che con noi non è stata proprio giusta, delle mille occasioni buone perse e di quelle negative che non tardavano ad arrivare, e di tutti i sogni a cui avevamo rinunciato, forse per paura di rovinare tutto, di sbagliare, di dover cedere, forse anche un po’ per codardia.
 
 
 















 

Morgana’s corner

Salve gente, come va? Ecco a voi il secondo capitolo della storia. Sì, beh, è un po’ corto, ma non preoccupatevi... Questa serviva soltanto per collegare un po’ le situazioni. Spero che la storia vi stia interessando, come spero che la vecchia fan fiction non vi stia deludendo (vi posto il link dell’ultimo capitolo: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2708697).
E nulla, spero ci sentiamo presto.
Un bacio a tutti.
 




 
  
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