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Autore: eli09    12/07/2014    3 recensioni
Tessa, una ragazza di Bolzano che parte per Palermo per stare da amici. si ritroverà in una casa con sei ragazzi, tra qui un bambino, due sedicenni e tre della sua età. lei uscirà con alcuni di loro, ma solo uno le farà perdere la testa. amore, litigi e complicazioni aspettano la nostra Tess, che verrà catapultata in un mondo bello, intrigante, ma allo stesso tempo stronzo e esasperante. dal testo:
-“ Tess, io sono pentito di quello che è successo ieri, non doveva andare così, ma siamo finiti in uno Strip Club, abbiamo bevuto e poi più niente, buio totale. ma...” aggiunse, annullando la distanza tra i nostri corpi.
-“ ma?” dissi in preda all'ansia
-“ ma...” continuò lui “ se c'è una cosa di cui non mi sono pentito è di aver trovato il coraggio, anche se da sbronzo, di intrufolarmi nel tuo letto.” a quelle parole sbarrai gli occhi, e un secondo dopo mi ritrovai le sue labbra sulle mie.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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mi svegliai con i raggi del sole caldi sul viso. La notte prima mi ero dimenticata la tapparella completamente alzata, e quindi ora la stanza era invasa dalla luce. Ero sdraiata su un fianco, e guardavo il pavimento sotto di me. Sentivo dolore ovunque, dato che la notte prima avevo sbattuto varie volte contro spigoli e mobili, e come se non bastasse ero continuamente inciampata sulle scale. Dopo che mi risvegliai dallo stato di trans post-dormita mi ricordai di aver fatto dormire Jake con me. Un Jake parecchio sbronzo, e mi ricordai anche che dovevo dire due paroline a tutti... a lui in particolare, mi aveva proprio delusa. Così mi alzai, presi un reggiseno e la prima gonna che trovavo, misi l'ultimo post-it che mi rimaneva sulla fronte di Jake, abbassai la tapparella e uscì dalla stanza.

Andai direttamente in cucina e preparai la colazione per uno, dato che non sapevo quando quei tre idioti avrebbero fatto ritorno da sbronzilandia. Appena pronto il mio caffè lo assalii come una drogata in astinenza forzata e che ha bisogno della sua 'medicina'. Io avevo una scusante, anzi... no. Avevo solo bisogno di caffeina, un bisogno che chiunque mi avesse negato sarebbe finito nella ciotola del gatto tutto tagliuzzato. Quando finii di bere il mio caffè, che mi diede la carica di cui avevo bisogno, presi una brioche al cioccolato e mi sdraiai comodamente sul divano, che sapeva di tutti i sei ragazzi. Era bello non essere osservati, quella non era casa mia e non mi sarei mai comportata così in presenza dei padroni di casa, ma dato che nessuno poteva testimoniare che stavo spaparanzata sul divano, a mangiare brioche e a ridere davanti alla tv, perchè non approfittarne?!

Dopo circa un'ora che guardavo Tom&Jerry e Spongebob dal piano di sopra sentii delle voci, e una chiara imprecazione detta indubbiamente da Matt. Mi avventai sul telecomando e spensi la tv, poi mi diressi verso il tavolo e mi sedetti aspettando che i ragazzi scendessero. Non potevo non ridere sotto i baffi al pensiero delle loro facce quando avevano letto i post-it scritti da me. Ogni fogliettino aveva la stessa frase sopra:

ora facciamo un bel discorsetto. Scendete a fare colazione, sempre che non vomitiate anche l'anima dopo.

Tessa”

dei passi veloci che scendevano le scale mi riscossero dai miei pensieri, facendomi capire solo una parte del discorso che stavano facendo i tre ragazzi

-“ ma dimmi, tu che ci facevi in camera di Tessa?” oh cavolo, era Matt!

-“ è così importante? Sappiamo tutti che muori di invidia nei miei confronti, ma i dettagli non credo ti piacerebbero. Inoltre...” e questo era Jake... ovviamente! Non potevo farlo continuare, era fin troppo imbarazzante, così mi schiarì la gola, portando l'attenzione su di me

-“ oh bene, tornati tutti da sbronzilandia?!” ero seria, con le braccia incrociate al petto e profondamente indignata. Vidi Matt e Rick abbassare lo sguardo, e Jake sorridere. Cosa che mi mandò in bestia, così scattai in piedi facendo sbattere la sedia contro il forno.

-“ cosa vi è saltato in mente?! Non sapete cosa ho dovuto fare ieri sera per riportarvi a letto! Ho dovuto perfino fermare uno di voi che cercava di togliersi le mutande davanti ai miei occhi! Ho interrotto uno spogliarello, sorretto pesi morti che mi pregavano di dormire sulle scale, smorzato urletti e gemiti da bambini delle scuole medie e mi sono ritrovata in mezzo ad una pseudo orgia! E sia chiaro, io sono rimasta 'vestita' fino ad ora.” stavo praticamente urlando e il mio sguardo era puntato su Matt, che guarda caso si trovava al centro dei tre e, sinceramente, era quello da cui ero stata più delusa, da lui proprio non me lo aspettavo.

-“ Tessa, io... io ti posso spiegare...” non lo lasciai finire perchè urlai

-“ NO. Non voglio spiegazioni da uno con l'alito di chi si è appena scolato venti bottiglie di Martini. Ne parleremo quando la vostra sbronza sarà passata e io mi sarò calmata” così dicendo mi diressi a grandi passi verso la porta e uscii. Senza neanche sapere dove andare, senza neanche temere di perdermi, senza neanche guardare dove mettevo i piedi. Volevo camminare, volevo correre, volevo tramutare la mia rabbia in energia, e così corsi, corsi per la via e non mi fermai fino a che non sentì i polmoni bruciare e gridare pietà. Vidi una panchina e mi ci stravaccai sopra senza tanti preamboli, per poi rendermi conto che indossavo le ciabatte infradito blu, ma poco importava, perchè mi sentivo meglio.

Ovviamente questa sensazione durò poco, perchè delle dita mi carezzarono una guancia. Saltai a sedere e mi girai. Jake era in piedi e mi guardava ghignando.

-“ cosa vuoi?” seria e acida come una zitella

-“ voglio te” ma sentilo questo! non poteva dirmi così, non poteva perchè mi sarebbe passata l'arrabbiatura e questo non doveva succedere, assolutamente. 'Riprendi il controllo di te stessa Tessa e non osare cedere!'

-“ beh mi dispiace tanto ma non puoi avermi” 'brava, continua così!'

-“ sai...” disse piano avvicinandosi a me per poi sedermi affianco “... non capisco perchè tu sia arrabbiata... da quello che ho capito tu hai: assistito ad uno spogliarello, ti sei ritrovata in mezzo a ragazzi in estasi e hai dormito col ragazzo più bello del pianeta, e ti lamenti anche?!” aveva assunto l'espressione finta indignata. Voleva farmi arrabbiare, il problema è che ci riusciva!

-“senti, lo spogliarello non lo volevo, e nemmeno vedervi in estasi. Mi avete fatto prendere un colpo tu e Rick su quel tavolo!” mi morsi la lingua subito dopo aver detto quella frase

-“ ah, quindi gli spogliarellisti siamo io e Rick!” era divertito, non ci credevo! Mi girai e lo guardai sbigottita. Poi aggiunsi

-“ e ti dirò di più, Rick si è fermato alle mutande, tu invece sei STATO fermato alle mutande” avevo calcato sulla parola stato per far intendere che io non volevo vederlo nudo, anche se era per l'ottanta percento una balla.

-“ oh, quindi sarei io il maniaco che si voleva togliere le mutande. Che scoperte ragazzi!” e continuava a scherzare

-“ la pianti di sorridere?! Ti sei intrufolato nel mio letto!” tutto a un tratto divenne serio, si avvicino a me e disse

-“ Tess, io sono pentito di quello che è successo ieri, non doveva andare così, ma siamo finiti in uno Strip Club, abbiamo bevuto e poi più niente, buio totale. ma...” aggiunse, annullando la distanza tra i nostri corpi.

-“ ma?” dissi in preda all'ansia

-“ ma...” continuò lui “ se c'è una cosa di cui non mi sono pentito è di aver trovato il coraggio, anche se da sbronzo, di intrufolarmi nel tuo letto.” a quelle parole sbarrai gli occhi, e un secondo dopo mi ritrovai le sue labbra sulle mie. All'inizio il bacio fu lieve, quasi dolce, ma poco dopo io ho iniziato a baciarlo con impeto e passione e... desiderio. Lui a risposto con la stessa intensità e il bacio da dolce diventò passionale. Mi feci trasportare e così mi abbandonai a lui. Le sue mani percorrevano la mia schiena a palmo aperto, mentre le mie gli si allacciavano dietro la nuca e si infilavano tra i suoi capelli biondi. Le nostre lingue si cercavano, la sua cercava la mia, quando la trovava ci giocava e poi la ritraeva, aspettando che fossi io a cercarla. Andò avanti così per un paio di minuti, ma poi io mi staccai, rossa in viso e con le labbra gonfie per il bacio.

-“ Jake... io...”

-“ shhh, ora vieni che ti riporto a casa.” così dicendo si alzò, mi strinse a se e mi sollevo.

-“ Jake, Jake sei pazzo?! Non puoi portarmi fino a casa così!” in quel momento era terribilmente dolce

-“ ho la moto qui dietro, tranquilla.” disse, sempre sorridendomi

-“ grazie” dissi guardandolo solo un secondo negli occhi, per poi ritornare a guardare il pavimento.

Durante il viaggio in moto nessuno dei due parlò, e io fui sollevata da essere seduta dietro, in modo che lui non potesse vedere il mio rossore e nemmeno la mia espressione ebete. Quando arrivammo io scesi dalla moto e feci per rientrare in casa, ma una mano si chiuse sul mio polso e mi trascinò indietro. Andai a sbattere contro qualcuno e poi due braccia possenti mi cinsero la vita, facendomi automaticamente girare. Jake mi stava abbracciando e mi guardava come se volesse mangiarmi, io non potei fare a meno di sorridergli e mi accoccolai sul suo petto. Lui mi strinse con più forza e mi sussurrò all'orecchio

-“ ti va se dopo pranzo andiamo a prendere una caffè?” senza smettere di respirare il suo odore e tenendo gli occhi chiusi annuì contro di lui e dissi

-“ a meno che Cat non ci rovini i piani.” stavo sorridendo ma ero ancora parecchio alterata

-“ sai, quando l'ho incontrata mi ha subito chiesto di uscire, ma io le ho detto che avevo un'altra, e che quel pomeriggio sarei dovuto uscire con lei. Ma mi sono pentito di averlo detto...” a quello parole mi irrigidì. Ero passata da felice e incredula a triste e sconsolata. Non ci potevo credere, si era pentito di avermi definito la sua ragazza perchè voleva avere ancora a che fare con la troietta. Feci per staccarmi da lui, e misi le mani sul suo petto per allontanarlo, senza volerlo fare davvero. Lui mi strinse di più a sé e continuò

-“... mi sono pentito perchè appena le ho detto così lei mi si è appiccicata come una cozza, per non farmi andare via e ha rovinato i miei piani.” disse sospirando

-“ e che piani avevi?” chiesi in preda all'ansia, abbassando lo sguardo. Ero di nuovo felice e con il cuore colmo di...amore?! Era possibile che mi fossi innamorata?

-“ di farti perdere la testa per me” disse, prendendomi il viso tra le mani, sciogliendo l'abbraccio e costringendomi a guardarlo negli occhi. Il mio cuore cominciò a battere all'impazzata, e la mia mente continuava a urlare “ non sarebbe servito, NON SAREBBE SERVITO A NIENTE! Io sono già pazza di tè! Ti prego amami, ti prego sposami, ti prego non farmi soffrire e vieni a vivere con me. Ti prego, ti prego, TI PREGO!”

per fortuna non diedi voce ai miei pensieri e mi limitai a guardarlo con occhi lucidi e sognanti.

Ma ovviamente, sfigata com'ero, qualcuno doveva interrompere il momento più bello della mia vita, e quel qualcuno era Matt, che aprì la porta e si fiondò verso di noi, costringendo Jake a mollare la presa su di me, e di conseguenza sentii le ginocchia cedermi come se avessi perso il sostegno che da sempre mi aveva tenuta in piedi.

-“ Tessa, Tessa sei qui!” disse Matt abbracciandomi “ scusa, scusa veramente, non avrei dovuto lasciarmi andare così.” disse mormorandomi nell'orecchio e affondando il viso nei miei capelli. Non potei fare a meno di guardare Jake che ci fissava con aria omicida. Così sciolsi l'abbraccio ritraendomi, e per poco non caddi all'indietro, ma cercai di non darlo a vedere.

-“ no, non dovevi, ma non dovevi tu...” dissi indicando Matt “...non doveva lui...” dissi puntando il dito contro Jake, che aveva perso lo sguardo omicida e mi fissava dispiaciuto “... e non doveva quell'altro!” dissi indicando la casa spazientita

-“ mi farò perdonare, hai impegni per il pomeriggio? Potremmo andare a fare un giro”

-“ ehm... io...” all'improvviso persi tutta l'autorità che avevo fino a un secondo prima e diventai rossa

-“ lei oggi pomeriggio esce con me” disse tranquillamente Jake avvicinandosi e mettendosi affianco a me.

-“ oh...” sussurrò Matt, accigliandosi all'istante

-“ si, mi fa vedere dove posso trovare un buon caffè!” mi sbrigai a rimediare io, tentando di arrampicarmi sugli specchi.

I due ragazzi si guardarono seri, come se volessero comunicarsi qualcosa nella mente, così che io non possa capire. Poi Matt parlò

-“ okay, beh, l'invito per la festa di sta sera è sempre valido, ci saranno tutti, anche Jake, quindi decidi tu se venire o meno. Ora sarebbe meglio entrare, ho fame.”

così dicendo si girò e se ne andò. Appena fu entrato in casa io aggredii Jake

-“ ma sei pazzo? Non puoi dirglielo così, lo sai che sono uscita anche con lui!”

-“ lui non si fa problemi a chiederti di uscire davanti a me, quindi perchè io dovrei farmene a dire che oggi esci con me?”

-“ Jake, lui non aveva idea che anche tu mi avessi chiesto di uscire!”

-“ beh, poteva arrivarci anche da solo a capire che...”

-“ che cosa Jake? Che cosa?” lo interruppi infastidita, quasi urlando.

-“ che tu mi piaci Tess. Mi piaci sul serio, non è così tanto difficile da capire sai?! Solo che tu sembri non accorgertene” e da li non capii più niente. Volevo dirgli 'neanche tu sei molto brillante, perchè, indovina un po', se io ti piaccio tu mi hai fatto perdere la testa.' oppure ' come avrei fatto ad accorgermene, non siamo neanche mai usciti insieme' ma non uscii niente dalla mia bocca, zero assoluto, ma in compenso le mie braccia e le mie game, come se avessero una volontà propria si lanciarono su Jake. Lui mi prese in un abbraccio e affondò il viso nei miei capelli. Poi sussurrando disse

-“ scusa, scusa non avrei dovuto dirtelo così, non qui e non adesso. Scusa, scusa e scusa... sono un disastro...” volevo solo tappargli quella bocca perchè non avrei sopportato altre scuse da lui. No, non le avrei sopportate, semplicemente perchè per me era stato il momento più bello della mia vita e sentimi dire che in realtà non sarebbe dovuto succedere era come accoltellarmi. Così appoggiai le mie labbra sulle sue e dissi

-“ tu sei tutto, tutto tranne un disastro!”

lui mi prese da dietro la nuca e mi baciò dolcemente, poi si staccò e sorridendo mi disse

-“ ora entriamo, perchè ho fame anch'io!” disse lui con un sorriso sornione. Risi e insieme percorremmo quel minuscolo tratto di strada che ci separava dal cortile di casa Bolen.

Per pranzo preparai della semplice pasta al sugo, dato che lì nessuno era molto bravo in cucina mi dovetti arrangiare. Per tutto il pranzo Max mi faceva domande, su di me, su cosa mi piaceva, su dove vivevo e poi iniziò con l'argomento ragazzi, attirando l'attenzione di Matt, Jake e Rick. Io arrossii praticamente subito e cercai di sviare l'attenzione, chiedendogli delle sue ragazze, ma Max mise il broncio e mi disse che non si rispondeva ad una domanda con un'altra domanda. Avevo quattro sguardi insistenti su di me, così misi in bocca l'ultimo boccone di pasta, dissi a Max che ne avremmo parlato l'indomani e mi ritirai in camera.

verso le 14.30 bussarono alla mia porta. Ero decisamente impresentabile: avevo i capelli arruffati, ero senza trucco, con indosso una maglietta ormai consumata e dei pantaloni orrendi, ma non ci feci caso e andai ad aprire.

-“ ehi cucciola... vedo che stavi dormendo” disse, dando un'occhiata veloce a me e poi al letto di sfato dietro di me.

-“ forse mi sono appisolata...” dissi ridacchiando

-“ posso entrare?” chiese sorridendo e mettendo la faccia dentro camera mia, restando con i piedi sulla soglia

-“ ho-ho mi devo forse preoccupare? Da quand'è che chiedi il permesso?” chiesi allargando il mio sorriso

-“ infatti...” disse lui fingendosi pensieroso, e un secondo dopo era dentro camera mia e si guardava intorno. Poi si fiondò sulla mia valigia e iniziò a tirare fuori dei vestiti e a buttarli sul letto

-“ ehi, che fai?!” chiesi avvicinandomi curiosa

-“ scelgo cosa metterai” rispose lui con ovvietà, concentrato sui vestiti

-“ quindi non ti piace come mi vesto?!” dissi con aria offesa. Lui si girò mi guardò e fece il suo solito ghigno, poi si avvicino mi prese la vita tra le braccia e mi guardò

-“ mi piace tutto di te, a parte...”

-“ a parte... cosa?” lo intimai minacciosa

-“ a parte quanto ci metti a scegliere cosa mettere” mi lasciò a bocca aperta, senza darmi il tempo di controbattere “ora va a metterti questi e poi esci, che andiamo a bere un caffè” disse porgendomi una canotta verde chiaro senza maniche e dei pantaloni a tre quarti neri.

-“ spero che starò nei tempi...” dissi fintamente indignata

-“ lo spero anch'io” ammiccò lui con un ghigno e guadagnandosi una gomitata nello stomaco.

“ ahi, sei sempre così violenta?” chiese divertito

-“ no...” dissi alzandomi in punte e arrivando alla sua altezza per poi chinarmi a raggiungere il suo orecchio. Mordicchiai il lobo e continuai “ solo con i bambini cattivi che mi fanno arrabbiare”

sentii il suo corpo tesissimo sotto il mio, sentivo ogni suo muscolo indurirsi. TUTTI i suoi muscoli indurirsi. Ridacchiando mi rifugiai in bagno prima che lui mi prendesse e mi buttasse sul letto.

Lo dovevo ammettere, nel scegliere il look non era proprio una frana, anzi, dovevo dire che mi piacevo così, semplice ma femminile. Peccato che molto probabilmente aveva scelto quei vestiti a caso, e non ci aveva pensato su più di due secondi. Uscii dal bagno, mi misi un po' di profumo, delle scarpe da ginnastica bianche e dissi

-“ eccomi! Sono pronta” sorrisi

-“ perfetto, ora andiamo su” e cosi dicendo indicò la porta, mi fece uscire dalla stanza e poi se la richiuse alle spalle.

-“ allora cucciola, oggi festa!”

-“ bho, non so... domani mattina mi devo alzare presto e...”

“ e niente!” mi interruppe lui “goditi la vita. Io e Matt abbiamo lo stesso problema, non pensarci, ti verrò a svegliare io. Promesso.”

-“ promesso?!” chiesi un po' titubante ma sorridendo

-“ giuro!” disse mettendosi una mano sul cuore e sorridendomi.

In quel momento mi venne in mente che avevo detto a Matt che mi avrebbe accompagnato lui... ma ora non ne ero poi così sicura che lo avrebbe fatto. Mi rattristai al pensiero di averlo ferito, e scesi le scale con Jake in silenzio.

Arrivammo al bar in un silenzio alquanto imbarazzante. Mi persi nei miei pensieri, ignorando Jake involontariamente, ma l'arrivo del cameriere mi riportò a quella che sarebbe stata una brusca realtà. Mi limitai ad ordinare un frappè alla fragola, mentre Jake ordinò un caffè. Non mi accorsi nemmeno che era già passata mezz'ora da quando eravamo entrati in quel semplice bar, e tutto il tempo ero rimasta a guardare il pavimento, contando ogni crepa e ogni imperfezione delle piastrelle.

-“ che cos'hai? Non ti ho mai vista così silenziosa...” mi svegliai dal mio stato di semi-coscienza immediatamente, come se fossero le cinque di mattina e qualcuno mi avesse tirato dell'acqua gelata sul viso. Alzai gli occhi, puntandoli nei suoi

-“ nono, niente... stavo solo pensando a Matt... mi dispiace per lui, quando se ne è andato era stravolto, non sopporto l'idea di averli fatto del male...”

-“ Tess, ti prego, non deprimerti così, ti ho portato solo a prendere un caffè”

-“ si, però tu hai detto che uscivamo... sembrava tanto un' appuntamento” arrossii e tornai a guardare il pavimento

-“ ma cosa te ne frega?! Perchè tieni tanto a lui?” disse indignato, alterandomi.

-“ io ci tengo alle persone, non come tè! Dio, è tuo fratello e te ne freghi se è ferito!” sbottai alzandomi

-“ io li voglio bene, ma non può ottenere sempre tutto lui! Non sei l'unica ragazza, e non vale la pena per nessuna stare male!” a quelle parole mi smorzò il respiro, sentì la bile salire alla bocca ma la ricacciai giù. Mi venne subito in mente Cat... e se anche io fossi un giochino? E se anche io fossi solo una che si vuole portare a letto? E se io fossi una delle tante? Sentì le lacrime pungermi gli occhi, ma non volevo piangere, non davanti a lui, non volevo rendermi più vulnerabile di quanto non fossi già. Profondamente indignata e con un mal di testa atroce mi diressi verso la porta. Stavo per abbassare la maniglia ma sentii della dita calde poggiarsi sul mio polso sinistro e stringermelo. Senza neanche pensare mi voltai e lo guardai negli occhi. Non volevo sentirlo, non volevo vederlo, almeno non ora che aveva ammesso che ero una delle tante. Che stupida che ero, una stupida ragazzina che perde la testa per uno stronzo che se la vuole solo portare a letto. Strattonai il polso e mi liberai dalla sua presa, ormai le lacrime era impossibile contenerle. Le sentii rigarmi le guance e poi scendere sulla gola. aprii la porta d'impeto e me ne andai correndo, perchè io ero fatta così, quando un problema o una cosa che mi feriva mi si abbatteva contro, io scappavo, correvo via, come se scappando dal male quello non ti potrà raggiungere e ferire nuovamente. Ero una codarda, ma in quel momento volevo solo scappare via dal male, dalla cosa che mi aveva ferita, da Jake.



 

 

Angolo autrice:

Ciao a tutti ed ecco un nuovo capitolo, in cui vediamo di nuovo la nostra Tessa che piange, ed è solo grazie a Jake, che involontariamente le ha detto che lei è una delle tante e che non è speciale. Ovviamente Tessa non ha retto e se ne va piangendo.

Questo capitolo è abbastanza lungo, quindi il prossimo sarà più corto. Sempre nel prossimo capitolo Tessa cercherà di capire cos'è veramente lei per lui, e solo leggendo saprete se ce la farà o meno... ^--^

ringrazio di cuore chi legge senza recensire e ovviamente anche tutti quelli che hanno recensito fino adesso. Un grazie speciale a honoka98; Isabelle02 e bradleyssmile, che hanno recensito il capitolo scorso :D. Ancora grazie grazie e grazie a tutte voi ragazze che mi sostenete e mi spronate u.u

un bacio

Eli

 

   
 
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