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Autore: irispaper29    13/07/2014    7 recensioni
Un anno è passato dalla sconfitta di Gea. Hazel sta cercando di accettare la morte di Frank, e Leo cerca di esserle vicino come meglio può. Jason e Piper stanno bene insieme, sono felici, ma comunque distrutti per la guerra. Annabeth e Percy stanno cercando di dimenticare il Tartaro e di ricostruire le loro vite. Ma Nico è quello che sta peggio, sarà messo a dura prova. Cerca di isolarsi, non vuole tornare al Campo, perché deve assolutamente dimenticare quell'amore impossibile.
"Forse era iniziato tutto per questo. La solitudine e la mancanza della sorella l’aveva spinto ad odiare e poi ad attaccarsi alla prima persona disponibile, quella che gli ispirava più protezione. Era forse quello il motivo per cui soffriva tanto. Una punizione per aver causato la morte di Bianca? Era per questo, che sentiva un forte dolore al petto ogni volta che vedeva quei due insieme?
Perché ormai non poteva più negare a se stesso che lui si fosse innamorato perdutamente di Percy Jackson".
Reperibile anche in inglese su fanfiction. net
Attenzione: possibili spoiler di "la casa di ade".
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Annabeth Chase, Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Nico corse verso la casa numero tredici, quella che lui stesso aveva costruito con pura onice e ossidiana. E delle ossa, si, c’erano anche quelle. Aprì la porta di scatto e non poté più trattenersi. Si sdraiò su un letto e cominciò a piangere. Sapeva che Annabeth non l’aveva fatto con malignità, e che quell’idiota di Percy non sapeva dei suoi sentimenti, ma non poteva non sentirsi così male. Si sentiva come se l’avessero pugnalato. Ma doveva ignorare quel dolore, doveva scomparire. Dopotutto, era anche piuttosto normale che succedesse, quei due erano fidanzati. Non poteva fare nulla, e non aveva il diritto di separarli o cose simili. Voleva solo che quella sofferenza svanisse. Era chiedere troppo?

Forse si, era chiedere troppo. Forse quella era la sua punizione per non aver protetto la sorella Bianca. Forse era per quello. O per aver causato la morte della madre, Maria.

Sentì il cigolio della porta che si apriva, ma lo ignorò. Non ce la faceva, non riusciva nemmeno ad alzare lo sguardo. Si vergognava. Avrebbe dovuto essere più forte, ma era solo un debole. Piangeva come un debole. Come un ragazzino.

:-Ehi, Nico-lo chiamò una voce femminile che ormai conosceva molto bene. –Che succede? Tutto bene?

Era Hazel, avrebbe dovuto immaginarlo. Lei, dopotutto, era sua sorella, figlia di Plutone. Avrebbe dovuto sapere che sarebbe stata ospite al Campo nella casa tredici.

:-Che succede?-gli chiese la ragazza di nuovo, sedendosi accanto a lui, sul letto.

:-Nulla, Hazel-disse il ragazzo, asciugandosi il viso con la manica del suo giubbotto d’aviatore troppo grande per lui. –Vai tranquilla, non è nulla. Sto bene.

:-Smettila di dire le bugie, Nico-lo rimproverò lei, dolcemente. –Sono tua sorella, e sono perfettamente in grado di capire se menti. Siamo una famiglia, ora. Puoi sempre contare su di me. E qualunque cosa tu mi dica, rimarrà tra noi. Promesso.

Lui scosse la testa:-Non puoi capire, Hazel. Non questo. Mi riterresti un…un mostro. Non parleresti più con me. E avresti ragione.

:-Cos’è che non posso capire? Che mio fratello sta soffrendo? Che probabilmente si è innamorato e che se ne vergogna? Che si vergogna di ammettere i suoi sentimenti e delle sue stesse lacrime? Qualunque cosa sia, Nico, lo posso capire-rispose lei, sicura. –Devi smetterla di fare così, chiuderti in te stesso. Magari parlarne ti fa bene, no? E ti giuro che farò il possibile per aiutarti, qualunque cosa sia.

Lui la guardò negl’occhi, talmente caldi e accoglienti da sembrare oro liquido, e disse:-Davvero? Non…non lo dirai a nessuno?

:-Lo giuro-disse lei, determinata.

:-Io…li ho visti. Lo so che non dovrei, ma…non…non ce l’ho fatta a trattenermi e…io…-disse il ragazzo, ricominciando a singhiozzare e ansimava. Si sentiva sciocco, patetico. Voleva solo affondare tremila metri sotto terra e morire là.

:-Nico, Nico-lo fermò la sorella, preoccupata. –Fai un bel respiro profondo con il diaframma, respirazione diaframmatica. Respira.

Lui annuì e cercò di fare un respiro molto profondo, ma i singhiozzi gli chiudevano la gola, non lo lasciavano parlare. Ne fece un altro.

:-Va meglio?-chiese lei, ansiosa.

Il ragazzo annuì e cercò di parlare con più calma:-Io…ho visto An…Annabeth e Percy. Si sono…si sono baciati…proprio davanti a me.

:-Oh-disse lei, semplicemente, stupendolo. –E questo sarebbe il tuo più grande segreto, quello che non volevi rivelarmi perché credevi che ti avrei ritenuto un mostro? Credevo che mi avresti detto che in realtà hai dei tentacoli nascosti al posto dei piedi, o cose del genere.

:-Quindi…non…-balbettò lui, sollevato. –Non credi che io sia un mostro?

:-Certo che no, anche se avessi avuto davvero i piedi con i tentacoli. Non lo penserei mai di te, Nico, mai-disse lei, sicura, sorridendogli. –Credimi, Nico, nessuno può capirti più di me. Lo so, hai paura, ma noi veniamo dallo stesso posto, lo sai. Io ero sempre discriminata, tutti mi prendevano in giro, o mi picchiavano, e tutto per il colore della mia pelle. Poi la situazione è peggiorata, quando si è sparsa la voce della mia maledizione. Ma non è un problema, non lo è mai stato. Non importa quello che gli altri dicono di te, ma quello che tu stesso pensi di te. Se comincerai a credere di essere un mostro, lo diverrai. Devi avere più fiducia in te stesso.

-Davvero?-chiese lui, piangendo ancora.
:-Certo, Nico-disse lei, sorridendogli e accarezzandogli i capelli. -Se c’è una cosa che mi piace di questo secolo, è che nessuno ti ucciderà perché ti piace Percy, e nessuno ucciderà me perché sono una ragazza di colore.

:-Da quanto va avanti?-chiese lei, con un sorriso splendente.

:-Non lo so-rispose sinceramente il ragazzo. –Forse dal primo giorno in cui ci siamo incontrati, o dal Labirinto di Dedalo, credo. Non lo so. So solo che prima per me era un idolo, un eroe. Poi, di punto in bianco, ho cominciato a vederlo in modo diverso, non so quando però. So solo che da quel momento, ogni volta che li vedo insieme mi sento a pezzi, come se fossi precipitato da una rupe.

:-L’amore è difficile, eh?-sospirò lei. –Dovresti dirglielo però. Sfrutta la punizione assegnataci. Sareste soli, e sono sicura che non darebbe di matto, fidati. Percy non mi sembra proprio il tipo da prendersela, anzi. Cercherebbe di aiutarti, o, per lo meno, eviterebbe le effusioni con Annabeth davanti a te.

Il ragazzo annuì:-Sarebbe un bel passo avanti.

:-Non devi tenerti tutto dentro, Nico-ribatté lei. –Spetta a te scegliere se dirglielo o meno, ma su una cosa sono sicura. A me puoi dire qualunque cosa, siamo una famiglia. Farò il possibile, e sarò sempre dalla tua parte. Capito?

Il ragazzo annuì nuovamente, e l’abbracciò di slancio. Lei, lusingata, ricambiò l’abbraccio e disse:-Tranquillo, andrà tutto bene.

E lui rispose:-Grazie per essere mia sorella, Hazel. Sei la sorella migliore del mondo.

E pregò che non seguisse la stessa sorte di Bianca.

 Nota dell'autore: Salve, scusate il ritardo, semidei, ma ho avuto problemi al computer e scrivo molte fanfiction insieme, sto impazzendo. Per di più, fare la babysitter non è affatto semplice. E nemmeno la dogsitter.
Comunque, ringrazio AinselMadara, katie86, LauraPalmerBastille Valeria_Jackson00 per le loro bellissime recensioni! 
Beh, godetevi il capitolo. :)
 

   
 
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