Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: PhoenixQuill    13/07/2014    4 recensioni
Sicura di odiare sul serio James Potter, Lily Evans?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emmeline Vance, I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


                                                                                                15 - Non andare via. 


James si alzò dalla sedia, per poter poggiare la tazza sul lavandino. Abbandonò le mani sul bancone della cucina, per poi sospirare sonoramente e portarsi le dita all'altezza degli occhi.  
Era più che palese che non dormisse da notti. Le occhiaie profonde, il leggero tremolio alle mani ogni volta che tentava di fare o dire qualcosa. Più volte aprì la bocca per iniziare a parlare e più volte la chiuse dopo qualche attimo. 
"Cosa ci fai qui?" Si risolse qualche attimo più tardi. Lo sguardo che le rivolse non aveva nemmeno la forza di caricarsi di tutto ciò che provava in quel momento.  
"Sono... Ecco, sono in rappresentanza dei Grifondoro." Si fece coraggio Lily. "La notizia si è sparsa abbastanza in fretta. Sai, la Gazzetta-"
"La Gazzetta!" La interruppe, brusco, lui. "Non lasciamo che ci sfugga nulla!" Continuò, stizzito. La rabbia montava furiosa dentro di lui.  
"James..." Lily provò ad avvicinarsi. "Siamo tutti dispiaciuti. Per te."
James, il capo ancora chino a fissare il vuoto, inspirò. "Voi non potete capire."
"Lo so. Nessuno di noi può capire." Deglutì. "Ma, nel nostro piccolo, possiamo sempre fare qualcosa. Starti vicini."  
James sollevò il capo. "Balle!" La accusò.
Lily lo guardò dritto negli occhi. "Posso giurarti che non è così."  
"E sentiamo!" Esplose lui. "Perché tra centinaia di studenti proprio tu sei qui?" 
Lily fece un altro passo in avanti. "Sono il Prefetto della Casa e-" 
"Anche Remus è Prefetto!" Le urlò ancora. "Poteva benissimo venire lui! Lo avrei preferito mille volte." 
Nonostante tutto ciò la colpisse sul vivo, la ragazza non si perse d'animo. "Remus ha la luna piena domani. Ha detto lui stesso che sarebbe stato d'impiccio qui."
Le narici di James parvero rilassarsi. Aveva completamente dimenticato la faccenda di Remus. "Con lui ci sarà Peter."
Seguirono altri lunghi istanti di silenzio. 
"Io... volevo parlarti e... Sai, anche Severus dice che..."
"Severus?" Lui si passò una mano tra i capelli e ripeté: "Severus?! Ah, sì. Ora ricordo. Piton." 
Lily, sebbene preda di un facile bersaglio e di un ancor più facile bersagliere, si avvicinò a lui.  
"Mi dispiace per... Per quel che è accaduto al castello."
Le sue parole vennero interrotte da un'altra eruzione di rabbia di James. "Non ti credo, Evans! Non ti credo! E potevo darti ragione quando non ero altro che un ragazzino irritante con la mania di conquistare ragazzi. Ma ora? No, Evans. Sono cambiato per te. Ho smesso di assumere tutti quegli atteggiamenti che consideravi infantili. Ho perfino iniziato a studiare. Sono stato l'unico ad averti difesa quando Piton ha osato chiamarti in quel modo! E qual è il ringraziamento?"  
Era furente. E non lo si poteva percepire soltanto dal tono di voce. Ma anche dalla sua mimica, dai suoi movimenti. E dal pugno che batté ancora una volta.
"Sono stata una persona orribile, hai ragione. Ero cieca. Cieca di una stupida testardaggine che mi rimprovero da quando sei andato via." Lily gli si avvicinò. "Perdonami, James." 
Lui la osservò attentamente, dalla testa ai piedi. Non che gli fossero sfuggiti gli occhi pieni di lacrime di lei o quel leggero pallore in viso. Ma come, come fidarsi? 
Lily passò una mano sulla sua guancia. "Sei quasi affascinante con un accenno di barba." Sorrise. 
Fu allora che James non riuscì più a trattenersi. Aprì le braccia e tirò a sé Lily, per poterla sentire meglio. Per poter capire come ci si sentisse ad abbracciarla. Mentre anche lei affondava le sue mani nella sua schiena, James poggiò il suo viso sui capelli di lei. Profumavano di pioggia, come quella giornata uggiosa là fuori. 
"Va' via." Le sussurrò. "Non dovresti stare qui."
"Ti sbagli." Gli rispose. "E' proprio qui che dovrei stare."
"No, Lily, no." Le disse ancora, sottovoce. Non aveva, però, il coraggio di lasciarla andare. Di liberarsi da quell'abbraccio. "Non puoi immaginare il dolore che c'è qui. Sarebbe come una specie di... di veleno, per te." 
"Basta, James, basta." Riuscì a zittirlo premendogli il suo indice contro le sue labbra. James la osservò profondamente negli occhi. Solo Merlino sapeva quanto aveva desiderato quel momento. Ma non in quelle circostanze, non con quel che doveva soffrire, non- 
Le loro labbra erano sempre più vicine, tanto da far tacere tutto quel flusso di pensieri che aveva lui in testa. E l'atmosfera, in quella giornata fredda, spenta, riusciva quasi a scaldarsi, con lei affianco. E mancava così, così poco...
"Jam-" Un Sirius dagli occhi sbarrati entrò in cucina, senza avvisare. Rimase per un attimo a fissare la scena, attonito, mentre loro due si scioglievano rapidamente dall'abbraccio e, imbarazzati, si grattavano le nuche. 
"Scusate!" Sirius si richiuse la porta alle spalle. 
"Sirius!" Lo richiamò.   
La porta si schiuse qualche secondo dopo e il viso del ragazzo annunciò: "Silente e la McGranitt vogliono parlarci di una cosa importante." Volse il suo sguardo verso Lily. "Tutti e tre." 
Lily ne rimase sorpresa, ma seguì comunque gli altri due nel salotto di casa Potter. 
Non appena James mise piede nella stanza, la professoressa McGranitt gli venne incontro e lo abbracciò.
"Mio caro ragazzo." Gli disse, abbracciandolo. "Ti è stato inflitto il dolore più grande."
Anche lui la abbracciava, mentre la professoressa gli rivelava quanto somigliasse a Dorea, sua madre. 
"Uguale, praticamente uguale!" Singhiozzò, infine. 
Silente tossicchiò e la McGranitt, colta alla sprovvisa, tornò mesta alla sua poltrona. 
"Oltre che per esprimere il mio enorme dolore per la sua perdita, signor Potter." Iniziò a dire. "Sono venuto qui per parlare di una faccenda che mi sta molto a cuore." 
Annusato l'odore di avventura, Sirius si sedette velocemente sulla poltrona più vicina al preside. 
"Prego, prego." Si affrettò a dire, offrendogli le ultime tartine rimaste.
"Ho notato che gli attacchi dei Mangiamorte." Silente posò gli occhi sui pugni di James. "Stanno diventando più frequenti del solito. E, come ci hanno dimostrato, difficilmente controllabili. Sono, se vogliamo utilizzare un aggettivo, fantasiosi, quasi. Sheffield, chi lo avrebbe mai pensato? I Mangiamorte sono un gruppo compatto. Si aiutano tra di loro e per loro. Ci è necessario, dunque, preparare una controffensiva." 
"Una controffensiva?" La voce di Sirius fremeva, mentre osservava Silente con occhi lucidi. 
"Esattamente. E' per questo che voglio creare una specie di Ordine. Con i maghi migliori del nostro tempo e del nostro territorio." 
"Sì, ma... Cosa centriamo noi?" Chiese Lily.
"Conosco molte menti brillanti al di fuori della nostra scuola, ma, per nostra sfortuna, la maggior parte hanno declinato il nostro invito. Non abbiamo tempo, dicono. Ma io ho come un sesto senso." Disse, servendosi una tartina. "Che lo facciano per paura. Paura di Voldemort." 
La McGranitt ebbe un sobbalzo a quella parola. 
"Suvvia, Minerva, suvvia. La paura del nome non fa che aumentare la paura della cosa stessa."
La professoressa, sebbene ancora sbigottita, si capacitò e si ricompose.  
"Ma io conosco molte menti brillanti anche all' interno della nostra scuola. E tre di queste, insieme ai signori Paciock, Lupin e Minus, con le signorine Vance e Thomas, se vogliono gradire unirsi a quest'allegra combriccola, sono proprio qui, davanti ai miei occhi." 
Lily si sentì onorata dalle parole del preside. Per James, invece, il progetto era inutile. Niente di tutto ciò gli avrebbe ridato i suoi genitori. 
"Ha pur sempre la signorina Evans, signor Potter." Disse Silente, percependo i pensieri del ragazzo. 
James ebbe quasi paura. Come aveva fatto? Doveva avere qualche capacità nel campo della Legilimanzia. 
"E questo... Ordine cosa farebbe esattamente?" Chiese Lily, interessatissima. 
"Appena avrete finito la scuola, ci riuniremo settimanalmente, se le circostanze lo richiedono anche giornalmente, e sarò vostro personale professore di Difesa. Vi insegnerò i migliori incantesimi d' attacco e di difesa."
Lily e Sirius, due caratteri completamente opposti, erano allettati allo stesso modo dall'idea.
"Ma, se qualcuno non si sente pronto a partecipare." Disse, guardando James "Può declinare, come altri hanno fatto, il mio invito."
"Io sono pronto." Sospirò James, alla fine. "I miei genitori non sono morti per niente."
"Bene. Ovviamente, non sarà un lavoro, né un obbligo. Avere un lavoro potrebbe essere d'impiccio, però." Disse, torcendo le labbra. 
"Ma.. Il nome? Non possiamo solo essere l' Ordine." Protestò Sirius. "Deve essere qualcosa d'impatto, qualcosa di molto efficace, da far convincere chiunque ne senta parlare."
"A proposito di questo particolare, il nostro Ordine sarà una cosa segreta. Molto segreta." Specificò Silente. 
"Ah." Sirius si sgonfiò come un soufflé uscito male. La possibilità di avere visibilità nel vero senso della parola era svanito. Ma era comunque una causa per combattere. Per Charlus e Dorea.
"Serve comunque un nome. Come ha detto che si fanno chiamare?" Chiese Lily.
"Mangiamorte." ammise greve Silente.
"Il loro simbolo è la morte. Be', immagino perché così voglia il loro capo. Il nostro capo è lei, signor preside, dunque..." 
"Oh, no, non sono un capo. Sono solo un professore. Un umile professore." Sorrise Silente.
"Ha qualcosa di particolare, signor preside? Intendo, un oggetto, qualcosa a cui tiene molto?" 
"Ci sono molte cose a cui tengo molto. Hogwarts, prima di tutto. Poi, i ragazzi nella scuola e i professori. I miei familiari e Fanny, la mia splendida Fenice." 
"Fenice! Ecco! Noi saremo l'Ordine della Fenice!" Il viso di Lily si illuminò. "Cosa ne pensate?"  
"Meraviglioso." Approvò Silente.
"Fantastico." Lo appoggiò Sirius. 
James la guardò negli occhi. Le diceva sì, solo con quelli.

 
Dopo il funerale dei genitori di James, un gufo entrò dalla finestra di casa Potter. 
"Lalà? Cosa ci fai qui, eh?" Chiese Lily, togliendogli la lettera che aveva nel becco. 
Era di sua madre. 
Mamma?, pensò. 
Lily aprì la busta e lesse:
"Cara Lily, 
ti scrivo per darti delle notizie che non ti faranno piacere. Non fanno piacere nemmeno a me. La prima è che tua sorella si sposa. Con quel ragazzo che aveva conosciuto quest'estate, quel Vernon Dursley. E' spocchioso, e lavora in un'azienda di trapani. Trapani, ti rendi conto? Hanno già comprato la casa, nel Surrey! Davvero molto bella, ma così lontana da casa nostra! Ma non è per questo che ti parlo del matrimonio di tua sorella. Purtroppo, tua sorella non vuole che tu venga. Sa che ora puoi fare magie fuori da scuola e ha molta paura che possa accadere qualcosa al matrimonio. Ho provato a farla ragionare, ma non ne ha voluto sapere! Ragazza ottusa! Neanche tuo padre è contento del matrimonio. Ed è meno contento del fatto che tu, da buona Grifondoro, come dice lui, non verrai dopo l'affronto di tua sorella. E' così orgoglioso di te, sai? Ho un'altra notizia che non ti piacerà. Sono stati trovati morti i due genitori di Severus. Dalle analisi, non ne è risultato niente. Sembrerebbe quasi una morte per vecchiaia. Ma erano così giovani! E ho tanto il sospetto che sotto ci sia lo zampino di quel mago malvagio di cui mi parlavi quest'estate. Spero tanto di sbagliarmi. Porta le care condoglianze a Severus da parte della nostra famiglia, mi raccomando. Ora vado, Lalà è impaziente qui davanti a me e mi becca la mano. 
Ci vediamo quest'estate.
Baci,
la tua mamma
"
Le mani tremarono a Lily. Ecco cosa voleva dire Severus quella mattina. 
"Cosa succede?" Chiese James, affianco a lei. 
Lily gli passò la lettera. La lesse in fretta e disse: "E' terribile. Era questo che... ti aveva detto Piton questa mattina?"
Lily annuì e si avvicinò al camino, dove fece perdere lo sguardo. 
Petunia era stata tremenda. Ma non riusciva a capacitarsi di quelle morti. Per Severus, forse, non sarebbe stata una perdita grave. Ma erano pur sempre i suoi genitori. Nonostante tutto. 
"Può esserci davvero la mano di quel mostro?" Chiese James.
"Non... Non lo so" Rispose Lily, scossa. 
"Merlino, è orrendo." James si avvicinò a Lily e la abbracciò. Dovevano essere forti in quel momento. Per James, per Lily e un po' anche per Severus.  


Emmeline era con la squadra di Quidditch sul campo. Volava da una parte all'altra, per tutto lo stadio. Sugli spalti, Remus la osservava, quasi stupefatto. Lui riusciva a malapena a stare sulla scopa. 
Una volta che l'allenamento fu finito, Remus la aspettò all'uscita dallo stadio, con un mantello sulle spalle. 
"Ciao." Salutò Emmeline.
"Ciao." Remus le sorrise e la baciò. "Sei bravissima su quella scopa."
"Davvero?" La ragazza arrossì. 
"Certo." Remus sorrise, ma il suo volto era serio.
"Potter, vero?" 
Remus le accennò di sì. Ovviamente, c'era anche quello. Ma la sua luna piena era vicina e lui stava malissimo. "Oggi c'è stato il funerale."
"E' vero." Ci pensò su Emmeline. "Terribile, no?" 
"Sì. Li ho conosciuti. I genitori di James. Erano delle brave persone."
Iniziò a nevicare.
"Freddo, eh?" Bisbigliò lei, sollevando gli occhi.
"Se vuoi, ti riscaldo io." Propose Remus, alzando il mantello e mettendoglielo sulle spalle. Corsero verso un albero e si sedettero là sotto.
Remus strinse Emmeline forte a sé. "Non andare via, va bene?"
"Mai, te lo prometto."


-ANGOLO AUTRICE-
Perdonate il ritardo per l'aggiornamento. Ma finalmente ho finito gli esami e potrò aggiornare più velocemente dei... Ecco, dei due mesi d'attesa a cui vi ho sottoposto. Ringrazio tutti coloro che, nonostante tutto, seguono la storia e la recensiscono. 
Abbracci alla Molly Weasley a tutti voi, 
PhoenixQuill
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: PhoenixQuill