Capitolo II
Il principe della
bellezza
Stimatissimo fratello,
La vostra lettera mi ha sconcertato: non
credo che abbiate mai preso in considerazione l’opinione dal
sesto fratello in
poi, per cui mi avete trovato un po’ impreparato alla vostra
domanda.
Vogliate perdonarmi se sarò crudele, credo
che dobbiate applicare su Hans le leggi più dure del vostro
regno. Il vostro
equilibrio a corte si regge sull’opinione che voi siete
La punizione prevista per un caso come
quello di Hans è l’esilio, quindi applicate quello
più duro e possibile.
Cordialmente
Jakob Alfæus Westergård principe reggente
del principato di Oasta
Alfæus, ancora prima di
compiere diciotto anni, aveva ricevuto
proposte di matrimonio delle più appetibili dame sia per
bellezza sia per
rango, eppure lui aveva scelto spontaneamente di convogliare a nozze
con la
principessa del principato di Oasta, una donna vedova più
grande di lui di
venti anni e con un figlio di appena tre anni. Con
l’inevitabile morte della
principessa, Alfæus aveva acquisito il titolo di principe
reggente del
principato, fino a quando il legittimo sovrano non avrebbe raggiunto la
maggiore età. Alfæus era un uomo misterioso,
enigmatico che pochi conoscevano
bene, nemmeno i fratelli sapevano spiegare per quale motivo avesse
sposato
quella donna. La sua lettera non aveva rallegrato il re, il quale
sapeva quanto
il principe Alfæus avesse ragione: se la storia di Hans fosse
stata scoperta e
lui non l’avesse punito severamente, avrebbe avuto problemi a
controllare la
corte.
Il re risistemò la lettera,
si vestì, fece colazione e si
concesse dieci minuti per guardare fuori dalle sue camere un pezzo
delle
spiagge delle Isole, dove all’orizzonte si vedeva la penisola
Avan, di cui la
sovrana era una donna dalla lingua velenosa e la dubbia morale eppure
una
fedele alleata del Re Peter, anche se le differenze personali li
portavano
spesso a litigare. La pioggia della notte precedente aveva reso il
colore della
sabbia, normalmente rosso, ancora più macabro, invece il
mare aveva assunto una
bellissima sfumatura di azzurro e appariva placido. L’odore
salmastro del mare
arrivava fino al re ed era un invito a lasciare i propri doveri per
fare una
lunga passeggiata sulla spiaggia, Peter s’immaginò
senza difficoltà la
sensazione della sabbia umida sotto i piedi nudi e il calore del sole
sulla
pelle ma si prefissò di lavorare.
A malincuore il re tornò al
suo lavoro, aveva molte cose da fare
in quel periodo: si avvicinava la stagione della primavera, che nei
primi
giorni era caratterizzata da piogge torrenziali e poi da un clima calmo
mite
povero di pioggia, per cui doveva parlare con il mastro raccoglitore
dell’acqua
del regno e organizzare il piano di raccolta. Doveva organizzare
l’annuale
visita delle cinque isole principali dell’arcipelago per
controllarne
l’amministrazione e continuare anche l’opera di
negoziazione con il regno di
Arendelle: Peter aveva già mandato, al ritorno di Hans, la
prima offerta di pace
composta di viveri non deteriorabili, intuendo che la nevicata fuori
stagione
avesse bruciato i raccolti del bel regno. Quell’offerta era
stata accettata con
garbo e cortesia dalla regina ma era chiaro che il Regno delle Isole
del Sud dovesse
fare molto di più per ottenere la fiducia della giovane
sovrana.
Per alcuni versi, la giovane regina Elsa
ricordava a Peter il
vecchio se stesso: anche lui aveva dovuto imparare in fretta a capire a
chi
dare la sua fiducia, perché un giovane sovrano era sempre
oggetto di falsi
fedeli. Erano passati più di venti anni dalla sua
incoronazione e Peter sapeva
che non aveva imparato ancora tutto e che poteva fare degli sbagli,
perché non
era un unto del Signore come si credeva nel medioevo: era soltanto un
uomo che
cercava di tenere disperatamente un regno e una famiglia in pace e
prosperità. La
fredda lettera di Alfæus quindi era rimasta nella sua mente,
nonostante fosse
stato occupato tutto il giorno. Se avesse esiliato Hans, avrebbe fatto
i suoi
doveri da sovrano, avrebbe potuto soddisfare la regina di Arendelle e
tenere il
solito pugno di ferro sui nobili ma sarebbero stati solamente i suoi
vantaggi. L’esilio
poteva essere quella la soluzione più corretta, almeno per
il suo regno? Non era
così testardo da non cambiare idea ma il re era confuso e
demoralizzato. Nonostante
fosse ossessionato da tali pensieri, la giornatadel re finì
senza intoppi e
Peter poté concedersi una cena privata con sua figlia, che
purtroppo per lui
aveva intenzione di discutere. Peter lo capì appena
entrò nella sala da pranzo,
lo sguardo della giovane principessa Caterina gli ricordava quello di
una
feroce valchiria e non lasciava spazio a dubbi.
Peter avrebbe voluto tanto dire che sua
figlia fosse l’incarnazione
della grazia e della femminilità ma non era così,
il fatto che fosse orfana di
madre e che fosse vissuta in un ambiente prettamente maschile
s’intuiva
immediatamente. Caterina aveva quattordici anni, i suoi capelli castano
chiaro
erano sempre tirati all’indietro in una piccola coda di
cavallo legata con un
nastro viola. I suoi occhi non erano verdi come il padre ma la ragazza
non
aveva ereditato neanche il caldo castano scuro della madre, erano
nocciola con
punte di verde. La piccola e graziosa bocca, trasmessa dalla madre, era
sempre
imposta in un sorrisetto furbo e vispo. Caterina fasciava il corpo
ancora
acerbo, nonostante fosse sviluppata già da un anno, con
abiti umili e comodi
che non la aiutavano ad addolcire la sua figura, non indossava
gioielli, anzi aveva
preso la fastidiosa abitudine di annodarsi al collo un foulard (1)
viola cupo,
che Peter sospettava appartenesse a Hans. L’altra abitudine,
che faceva
infuriare non poco Peter, era che Caterina indossava a volte i
pantaloni
arabizzanti delle mogli orientali dello zio Filip. Nonostante che spesso Peter la sgridasse
aspramente per Caterina i suoi
rimproveri dovevano essere soltanto una pioggia passeggera, per due o
tre
giorni ubbidiva e poi tornava a indossare quello che voleva.
Peter decise di far finta di notare lo
sguardo agguerrito della
figlia e si sedette tranquillo, consapevole che però non
l’avrebbe di certo
fermata un suo silenzio. Infatti, non appena il cameriere ebbe portato
la prima
portata (in realtà era un pasto unico, Peter odiava fare del
lusso inutile
durante la settimana) la ragazzina chiese che cosa ne sarebbe stato
dello zio
Hans, ormai imprigionato da un tempo.
-Caterina, non sono affari che ti riguardano. - dichiarò
asciutto Peter, tenendo il cucchiaio del suo stufato sospeso in aria, e
pensando che sarebbe stata una lunga cena.
- È mio zio, padre- ribatté la ragazza puntando
gli occhi sul
padre ma lo sguardo che ricevette fu così duro da far
vacillare la sua fiducia
o incoscienza.
- È
mio fratello-,
scandì bene quelle parole il re e affermando
l’importanza del suo legame.
-Da piccola pensavo che fosse mio fratello!- ci tenne a ripetere
la ragazzina aspettandosi una reazione esagerata del padre e invece lo
vide
ridere sotto i baffi castani sopra il naso aquilino.
-Sì mi ricordo, l’hai scoperto quando stava per
partire per l’accademia-
Peter, ripensò a quell’episodio così
lontano.
Caterina, allora, aveva
all’incirca cinque o sei annie stava facendo
i capricci perché non intendeva in nessun modo lasciare
andare via il
quindicenne Hans.
-Non puoi andare via! Qui sono tutti vecchi o sposati o noiosi,
oppure tutte e tre le cose!- aveva detto la principessa e stava
praticamente
attaccata alla gamba del principe, il quale appariva imbarazzatissimo e
sorpreso della reazione così sproporzionata della bimba. (2)
Il re e il terzo
fratello, l’ammiraglio Johannes, erano chiaramente divertiti
dall’imbarazzo di
Hans e assistevano tranquilli alla scena, mentre il fratello minore
cercava
disperatamente di consolare Caterina (e scrollarsela dalla gamba senza
farle
del male) dicendo che sarebbe tornato durante le licenze a trovarla. La
bambina
aveva stretto ancora di più la gamba di Hans e aveva
singhiozzato, -Gli zii
sono antipatici! Come farò senzamio fratello?- e detto
ciò la bambina aveva
iniziato a singhiozzare ancora più forte lasciando i tre
uomini nella stanza
guardarsi spiazzati fra loro come per trovare la conferma di aver
sentito tutti
la stessa cosa. L’Ammiraglio aveva fissato Hans e
l’aveva esortato a parlare
mentre il giovane principe si era inginocchiato e con un gesto delicato
aveva
sollevato il viso della bambina, che aveva gli innocenti occhi gonfi di
pianto.
-Caterina …- aveva iniziato titubante Hans mentre la bambina
lo
guardava triste- Hai detto fratello?- le aveva domandato. La bambina
aveva
annuito tra le lacrime mentre il re e l’Ammiraglio si erano
guardati in
silenzio per un lungo attimo e poi quest’ultimo aveva
ringhiato al re- Se tu
facessi applicare di più l’etichetta in questo
castello, la principessa non si
sarebbe confusa!-.
Peter aveva ringhiato di rimando al fratello Johannes - Non
è
quello, sono insieme da quando è nata!-. Il giovane Hans
aveva arruffato con un
gesto affettuoso i capelli della bambina e le aveva spiegato che non
era suo
fratello ma suo zio, esattamente come tutti gli altri vecchi o sposati
o
barbosi parenti. Caterina, sconvolta da quell’inverosimile
dichiarazione, aveva
smesso di piangere e con gli occhi ancora lucidi di lacrime aveva
fissato suo
padre, suo zio Johannes e l’ex fratello adesso neo zio Hans,
in questo preciso
ordine, dopo un lungo e angoscioso minuto aveva replicato,
- Tu non puoi essere mio zio! Gli altri sono vecchi, tu no!-
L’Ammiraglio fu preso dalla classica ira per essere stato
chiamato vecchio e iniziò a mormorare offeso, il re aveva
iniziato a
ridacchiare mentre sua figlia e Hans scoppiavano in una potente e
genuina
risata. Caterina infine aveva lasciato la gamba di Hans e il principe
era
tornato, come promesso, a trovarla dall’accademia a ogni
licenza.
Per Caterina quel ricordo era
preziosissimo e il fatto che il
padre non l’avesse dimenticato doveva essere un segnale
positivo, almeno così
sperava la giovane principessa.
-Anche se ne sono a conoscenza, non riesco proprio chiamarlo
zio. È strano- disse Caterina e il padre
ridacchiò ma tornò subito serio e
iniziò
a parlare con la sua voce imperiosa da sovrano.
-Caterina, so che il principe Hans ti è caro ma lui si
è macchiato
di un crimine orribile e sei la prossima sovrana, sai che hai dei
doveri. Cela,
doma e non fatti mai offuscare dai tuoi sentimenti e desideri, il regno
ha
sempre la massima priorità e il gesto di Hans ha messo in
una situazione
scomoda le Isole, che potrebbe diventare pericolosa in futuro-. Il re
disse
quelle parole in modo quasi automatico mentre da un angolo della sua
mente una
pungente voce gli ricordava quanto era stato per lui devastante cedere
ai
sentimenti. Quanto l’errore di Peter aveva condannato tutti,
preso da un odio
che non era mai riuscito a superare e una rabbia che non aveva saputo
accettare.
La giovane principessa ascoltava le parole del padre in assoluto
silenzio, il
suo sguardo agguerrito si era indebolito perché sapeva che
suo padre aveva
ragione. Valeva però avere una corona se doveva perdere una
persona cara? La
corona valeva suo zio? Questi erano i suoi pesanti pensieri che le
impedirono
di vedere l’incertezza negli occhi del padre.
Caterina non rispose e riprese a
mangiare il suo pasto e Peter
si sentì rattristito dalla situazione, non era quello che
lui intendeva una
tranquilla cena con sua figlia.
-Padre …- parlò Caterina dopo aver assaggiato
l’ultimo boccone-
Qualunque decisione prenderete, potrei saperla in tempo?-. Peter
osservò la
figlia in cui leggeva tristezza malcelata, la principessa aveva ancora
molto da
imparare sul nascondere i propri sentimenti, il re fissò
negli occhi la sua
bambina sapendo come le sue parole, costretto a pronunciare,
l’avrebbero potuta
ferire.
-Caterina, non ti proibisco di andare a trovare il principe Hans
ma cerca di non alimentare i pettegolezzi a corte, la segregazione di
tuo zio è
segreta-. Lo sguardo di Caterina vacillò e tremò
leggermente ma annuì
obbediente.
-Come volete voi padre-.
Quando il cameriere tornò nella sala, trovò
un’atmosfera carica
di tensione e ben lontana da quella allegra e spensierata alla quale
era
abituato. La giovane principessa salutò il padre con una
frettolosa riverenza,
invece del suo consueto bacio della buona notte e si ritirò
nelle sue stanze,
lasciando il re a mordersi le labbra pensieroso.
NOTE DELL’AUTRICE
Prima di tutto, ringrazio la mia amica Sara che mi ha dato una
mano per correggere alcuni errori di sintassi e grammaticali del primo
capitolo,
quindi adesso c’ è l’ultima versione.
Ringrazio anche Harley Sparrow per avermi
segnalato quelli di battitura!
Ovviamente grazie a chi legge, commenta o chi semplicemente non
mi manda a quel paese dicendo perché stai facendo una storia
su un cattivo. Ecco
le altre note ^^.
(1)Il foulard, allora, era un capo d’abbigliamento maschile,
lo
portavano gli uomini al collo come Hans nel film. Caterina lo porta
dello
stesso colore dello
zio e allacciato alla stessa maniera, poi si chiede perché
il padre s’infuria (se è il foulard di Hans sta
voi deciderlo).
(2)La mia headcanon è che Hans non è una persona
affettuosa,
quindi ha dei problemi a essere toccato. Se rivedete il primo incontro
con
Anna, quando stanno cadendo e lei si getta al suo collo (Per quanto
adori Anna
chiaramente è una signorina sfacciata, quando io sto
cadendo, afferro il
braccio di chi mi sta intorno
e non mi
butto al suo colloXP!) Hans assume un’espressione
imbarazzata,molto
imbarazzata. Prima che dite che lui stava imitando i suoi sentimenti e
ecc …
Non credo che sia possibile perché l’imbarazzo
è una sensazione non facilissima
da gestire, probabilmente difficilissima da simulare.
Immagino che qualcuno possa essere
confuso del perché Caterina
fosse convinta che Hans fosse suo fratello. Come ho detto nello scorso
capitolo, la moglie del re era molto affezionata a Hans quindi lo
teneva vicino
a sé e quando ha avuto Caterina, li ha allevati per un
po’ insieme e poiché
Caterina era piccolina e vedeva questo bambino spesso vicino a lei ed
era
circondata principalmente da adulti, ha fatto 2+2 e ha creduto che
fosse il
fratello. Tra altro, mostrerò che non usano nessun titolo
onorifico fra loro,
come già si vede da questo capitolo Caterina, lo chiama
semplicemente Hans
(della serie Anna sarà stata allevata in una stalla ma
Caterina in porto!)
1.
RE Peter Simon 47 anni, ha 24 anni
di differenza con Hans.(mica
fichi e pizza! Hanno una generazione di distanza!)
2.
3.
AMMIRAGLIO CAPO MAGGIORE DI DIFESA
e MINISTRO DELLA DIFESA
Johannes 44 anni, ha 21 anni di differenza con Hans(Può
sembrare fuori di testa
con la sua mania dell’etichetta ma in realtà ha
più sale in zucca di tutti i
primi cinque fratelli,
4.
SACERDOTE: Andreas 43 anni, ha 20
anni di differenza con Hans
(Il bravo?Santo fratello?)
5.
6.
7.
8.
9.
PRINCIPE REGGENTE: Jakob
Alfæus 29 anni, ha 6 anni di differenza
con Hans(alla faccia della comprensione umana! La sua lettera
è stata
una pugnalata)
10.
11.
12.
13.
AMMIRAGLIO Hans 23 anni