Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Sokew86    16/07/2014    4 recensioni
Dodici fratelli, dodici persone che possono aver compiuto degli sbagli e far perdere la strada al fratello minore, il tredicesimo principe delle isole del Sud, Hans. Questa è la storia di Peter, il fratello maggiore di Hans e il re delle isole, che deve decidere la punizione del fratello con gli altri membri della famiglia affrontando segreti,intrighi e fantasmi, troppo reali per appartenere al passato.
Genere: Introspettivo, Mistero, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fratelli di Hans, Hans, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Beware the Southern Isles'
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capitolo 2

Capitolo II
Il principe della bellezza

 


A sua Maestà Peter Simon delle Isole del Sud.
Stimatissimo fratello,
La vostra lettera mi ha sconcertato: non credo che abbiate mai preso in considerazione l’opinione dal sesto fratello in poi, per cui mi avete trovato un po’ impreparato alla vostra domanda.
Vogliate perdonarmi se sarò crudele, credo che dobbiate applicare su Hans le leggi più dure del vostro regno. Il vostro equilibrio a corte si regge sull’opinione che voi siete “ il Giusto”, che voi punite chiunque lo meriti senza guardare il rango o la ricchezza.
La punizione prevista per un caso come quello di Hans è l’esilio, quindi applicate quello più duro e possibile.
Cordialmente
Jakob Alfæus Westergård principe reggente del principato di Oasta

La lettera del nono fratello Jakob Alfæus, chiamato Alfæus per non confonderlo con il secondogenito, era stato un duro colpo dopo la notte insonne che aveva passato il re.Alfæus era più giovane del re di diciotto anni ed era l’unico, tra i suoi fratelli, a essere riuscito a ottenere un regno anche se più per fortuna che per capacità personali. Il principe Alfæus era un bellissimo uomo, non semplicemente bello. Assomigliava poco al resto dei suoi familiari, di cui aveva solo la bella forma degli occhi. Il principe non aveva ereditato il resto delle caratteristiche familiari come il viso un po’ lungo, assieme un naso importante, il mento pronunciato e le guance forse un po’ troppo piene, che gli altri principi camuffavano con baffi, barba o bassette. Il viso di Alfæus era un ovale perfetto, gli zigomi erano affilati, i capelli, di un castano scuro da sembrare nero, brillavano. Gli occhi non erano verde prato, ma erano cangianti, quest’ultima caratteristica era particolarmente attrattiva per le dame perché aumentava l’aria di mistero attorno al principe. La bellezza del principe era stata spesso oggetto di discussione o d’invidia di alcuni membri della famiglia, tra cui gli arrogantissimi gemelli, che avevano sentenziato “ essere così perfetti può essere considerato un difetto”.
    Alfæus, ancora prima di compiere diciotto anni, aveva ricevuto proposte di matrimonio delle più appetibili dame sia per bellezza sia per rango, eppure lui aveva scelto spontaneamente di convogliare a nozze con la principessa del principato di Oasta, una donna vedova più grande di lui di venti anni e con un figlio di appena tre anni. Con l’inevitabile morte della principessa, Alfæus aveva acquisito il titolo di principe reggente del principato, fino a quando il legittimo sovrano non avrebbe raggiunto la maggiore età. Alfæus era un uomo misterioso, enigmatico che pochi conoscevano bene, nemmeno i fratelli sapevano spiegare per quale motivo avesse sposato quella donna. La sua lettera non aveva rallegrato il re, il quale sapeva quanto il principe Alfæus avesse ragione: se la storia di Hans fosse stata scoperta e lui non l’avesse punito severamente, avrebbe avuto problemi a controllare la corte.
    Il re risistemò la lettera, si vestì, fece colazione e si concesse dieci minuti per guardare fuori dalle sue camere un pezzo delle spiagge delle Isole, dove all’orizzonte si vedeva la penisola Avan, di cui la sovrana era una donna dalla lingua velenosa e la dubbia morale eppure una fedele alleata del Re Peter, anche se le differenze personali li portavano spesso a litigare. La pioggia della notte precedente aveva reso il colore della sabbia, normalmente rosso, ancora più macabro, invece il mare aveva assunto una bellissima sfumatura di azzurro e appariva placido. L’odore salmastro del mare arrivava fino al re ed era un invito a lasciare i propri doveri per fare una lunga passeggiata sulla spiaggia, Peter s’immaginò senza difficoltà la sensazione della sabbia umida sotto i piedi nudi e il calore del sole sulla pelle ma si prefissò di lavorare.
    A malincuore il re tornò al suo lavoro, aveva molte cose da fare in quel periodo: si avvicinava la stagione della primavera, che nei primi giorni era caratterizzata da piogge torrenziali e poi da un clima calmo mite povero di pioggia, per cui doveva parlare con il mastro raccoglitore dell’acqua del regno e organizzare il piano di raccolta. Doveva organizzare l’annuale visita delle cinque isole principali dell’arcipelago per controllarne l’amministrazione e continuare anche l’opera di negoziazione con il regno di Arendelle: Peter aveva già mandato, al ritorno di Hans, la prima offerta di pace composta di viveri non deteriorabili, intuendo che la nevicata fuori stagione avesse bruciato i raccolti del bel regno. Quell’offerta era stata accettata con garbo e cortesia dalla regina ma era chiaro che il Regno delle Isole del Sud dovesse fare molto di più per ottenere la fiducia della giovane sovrana.
    Per alcuni versi, la giovane regina Elsa ricordava a Peter il vecchio se stesso: anche lui aveva dovuto imparare in fretta a capire a chi dare la sua fiducia, perché un giovane sovrano era sempre oggetto di falsi fedeli. Erano passati più di venti anni dalla sua incoronazione e Peter sapeva che non aveva imparato ancora tutto e che poteva fare degli sbagli, perché non era un unto del Signore come si credeva nel medioevo: era soltanto un uomo che cercava di tenere disperatamente un regno e una famiglia in pace e prosperità. La fredda lettera di Alfæus quindi era rimasta nella sua mente, nonostante fosse stato occupato tutto il giorno. Se avesse esiliato Hans, avrebbe fatto i suoi doveri da sovrano, avrebbe potuto soddisfare la regina di Arendelle e tenere il solito pugno di ferro sui nobili ma sarebbero stati solamente i suoi vantaggi. L’esilio poteva essere quella la soluzione più corretta, almeno per il suo regno? Non era così testardo da non cambiare idea ma il re era confuso e demoralizzato. Nonostante fosse ossessionato da tali pensieri, la giornatadel re finì senza intoppi e Peter poté concedersi una cena privata con sua figlia, che purtroppo per lui aveva intenzione di discutere. Peter lo capì appena entrò nella sala da pranzo, lo sguardo della giovane principessa Caterina gli ricordava quello di una feroce valchiria e non lasciava spazio a dubbi.
    Peter avrebbe voluto tanto dire che sua figlia fosse l’incarnazione della grazia e della femminilità ma non era così, il fatto che fosse orfana di madre e che fosse vissuta in un ambiente prettamente maschile s’intuiva immediatamente. Caterina aveva quattordici anni, i suoi capelli castano chiaro erano sempre tirati all’indietro in una piccola coda di cavallo legata con un nastro viola. I suoi occhi non erano verdi come il padre ma la ragazza non aveva ereditato neanche il caldo castano scuro della madre, erano nocciola con punte di verde. La piccola e graziosa bocca, trasmessa dalla madre, era sempre imposta in un sorrisetto furbo e vispo. Caterina fasciava il corpo ancora acerbo, nonostante fosse sviluppata già da un anno, con abiti umili e comodi che non la aiutavano ad addolcire la sua figura, non indossava gioielli, anzi aveva preso la fastidiosa abitudine di annodarsi al collo un foulard (1) viola cupo, che Peter sospettava appartenesse a Hans. L’altra abitudine, che faceva infuriare non poco Peter, era che Caterina indossava a volte i pantaloni arabizzanti delle mogli orientali dello zio Filip. Nonostante che spesso Peter la sgridasse aspramente per Caterina i suoi rimproveri dovevano essere soltanto una pioggia passeggera, per due o tre giorni ubbidiva e poi tornava a indossare quello che voleva.
    Peter decise di far finta di notare lo sguardo agguerrito della figlia e si sedette tranquillo, consapevole che però non l’avrebbe di certo fermata un suo silenzio. Infatti, non appena il cameriere ebbe portato la prima portata (in realtà era un pasto unico, Peter odiava fare del lusso inutile durante la settimana) la ragazzina chiese che cosa ne sarebbe stato dello zio Hans, ormai imprigionato da un tempo.
-Caterina, non sono affari che ti riguardano. - dichiarò asciutto Peter, tenendo il cucchiaio del suo stufato sospeso in aria, e pensando che sarebbe stata una lunga cena.
- È mio zio, padre- ribatté la ragazza puntando gli occhi sul padre ma lo sguardo che ricevette fu così duro da far vacillare la sua fiducia o incoscienza.
È mio fratello-, scandì bene quelle parole il re e affermando l’importanza del suo legame.
-Da piccola pensavo che fosse mio fratello!- ci tenne a ripetere la ragazzina aspettandosi una reazione esagerata del padre e invece lo vide ridere sotto i baffi castani sopra il naso aquilino.
-Sì mi ricordo, l’hai scoperto quando stava per partire per l’accademia- Peter, ripensò a quell’episodio così lontano.
    Caterina, allora, aveva all’incirca cinque o sei annie stava facendo i capricci perché non intendeva in nessun modo lasciare andare via il quindicenne Hans.
-Non puoi andare via! Qui sono tutti vecchi o sposati o noiosi, oppure tutte e tre le cose!- aveva detto la principessa e stava praticamente attaccata alla gamba del principe, il quale appariva imbarazzatissimo e sorpreso della reazione così sproporzionata della bimba. (2) Il re e il terzo fratello, l’ammiraglio Johannes, erano chiaramente divertiti dall’imbarazzo di Hans e assistevano tranquilli alla scena, mentre il fratello minore cercava disperatamente di consolare Caterina (e scrollarsela dalla gamba senza farle del male) dicendo che sarebbe tornato durante le licenze a trovarla. La bambina aveva stretto ancora di più la gamba di Hans e aveva singhiozzato, -Gli zii sono antipatici! Come farò senzamio fratello?- e detto ciò la bambina aveva iniziato a singhiozzare ancora più forte lasciando i tre uomini nella stanza guardarsi spiazzati fra loro come per trovare la conferma di aver sentito tutti la stessa cosa. L’Ammiraglio aveva fissato Hans e l’aveva esortato a parlare mentre il giovane principe si era inginocchiato e con un gesto delicato aveva sollevato il viso della bambina, che aveva gli innocenti occhi gonfi di pianto.
-Caterina …- aveva iniziato titubante Hans mentre la bambina lo guardava triste- Hai detto fratello?- le aveva domandato. La bambina aveva annuito tra le lacrime mentre il re e l’Ammiraglio si erano guardati in silenzio per un lungo attimo e poi quest’ultimo aveva ringhiato al re- Se tu facessi applicare di più l’etichetta in questo castello, la principessa non si sarebbe confusa!-.
Peter aveva ringhiato di rimando al fratello Johannes - Non è quello, sono insieme da quando è nata!-. Il giovane Hans aveva arruffato con un gesto affettuoso i capelli della bambina e le aveva spiegato che non era suo fratello ma suo zio, esattamente come tutti gli altri vecchi o sposati o barbosi parenti. Caterina, sconvolta da quell’inverosimile dichiarazione, aveva smesso di piangere e con gli occhi ancora lucidi di lacrime aveva fissato suo padre, suo zio Johannes e l’ex fratello adesso neo zio Hans, in questo preciso ordine, dopo un lungo e angoscioso minuto aveva replicato,
- Tu non puoi essere mio zio! Gli altri sono vecchi, tu no!-
L’Ammiraglio fu preso dalla classica ira per essere stato chiamato vecchio e iniziò a mormorare offeso, il re aveva iniziato a ridacchiare mentre sua figlia e Hans scoppiavano in una potente e genuina risata. Caterina infine aveva lasciato la gamba di Hans e il principe era tornato, come promesso, a trovarla dall’accademia a ogni licenza.
    Per Caterina quel ricordo era preziosissimo e il fatto che il padre non l’avesse dimenticato doveva essere un segnale positivo, almeno così sperava la giovane principessa.
-Anche se ne sono a conoscenza, non riesco proprio chiamarlo zio. È strano- disse Caterina e il padre ridacchiò ma tornò subito serio e iniziò a parlare con la sua voce imperiosa da sovrano.
-Caterina, so che il principe Hans ti è caro ma lui si è macchiato di un crimine orribile e sei la prossima sovrana, sai che hai dei doveri. Cela, doma e non fatti mai offuscare dai tuoi sentimenti e desideri, il regno ha sempre la massima priorità e il gesto di Hans ha messo in una situazione scomoda le Isole, che potrebbe diventare pericolosa in futuro-. Il re disse quelle parole in modo quasi automatico mentre da un angolo della sua mente una pungente voce gli ricordava quanto era stato per lui devastante cedere ai sentimenti. Quanto l’errore di Peter aveva condannato tutti, preso da un odio che non era mai riuscito a superare e una rabbia che non aveva saputo accettare. La giovane principessa ascoltava le parole del padre in assoluto silenzio, il suo sguardo agguerrito si era indebolito perché sapeva che suo padre aveva ragione. Valeva però avere una corona se doveva perdere una persona cara? La corona valeva suo zio? Questi erano i suoi pesanti pensieri che le impedirono di vedere l’incertezza negli occhi del padre.
    Caterina non rispose e riprese a mangiare il suo pasto e Peter si sentì rattristito dalla situazione, non era quello che lui intendeva una tranquilla cena con sua figlia.
-Padre …- parlò Caterina dopo aver assaggiato l’ultimo boccone- Qualunque decisione prenderete, potrei saperla in tempo?-. Peter osservò la figlia in cui leggeva tristezza malcelata, la principessa aveva ancora molto da imparare sul nascondere i propri sentimenti, il re fissò negli occhi la sua bambina sapendo come le sue parole, costretto a pronunciare, l’avrebbero potuta ferire.
-Caterina, non ti proibisco di andare a trovare il principe Hans ma cerca di non alimentare i pettegolezzi a corte, la segregazione di tuo zio è segreta-. Lo sguardo di Caterina vacillò e tremò leggermente ma annuì obbediente.
-Come volete voi padre-.
Quando il cameriere tornò nella sala, trovò un’atmosfera carica di tensione e ben lontana da quella allegra e spensierata alla quale era abituato. La giovane principessa salutò il padre con una frettolosa riverenza, invece del suo consueto bacio della buona notte e si ritirò nelle sue stanze, lasciando il re a mordersi le labbra pensieroso.

 
NOTE DELL’AUTRICE
Prima di tutto, ringrazio la mia amica Sara che mi ha dato una mano per correggere alcuni errori di sintassi e grammaticali del primo capitolo, quindi adesso c’ è l’ultima versione. Ringrazio anche Harley Sparrow per avermi segnalato quelli di battitura!
Ovviamente grazie a chi legge, commenta o chi semplicemente non mi manda a quel paese dicendo perché stai facendo una storia su un cattivo. Ecco le altre note ^^.
(1)Il foulard, allora, era un capo d’abbigliamento maschile, lo portavano gli uomini al collo come Hans nel film. Caterina lo porta dello stesso colore dello
zio e allacciato alla stessa maniera, poi si chiede perché il padre s’infuria (se è il foulard di Hans sta voi deciderlo).
(2)La mia headcanon è che Hans non è una persona affettuosa, quindi ha dei problemi a essere toccato. Se rivedete il primo incontro con Anna, quando stanno cadendo e lei si getta al suo collo (Per quanto adori Anna chiaramente è una signorina sfacciata, quando io sto cadendo, afferro il braccio di chi mi sta  intorno e non mi butto al suo colloXP!) Hans assume un’espressione imbarazzata,molto imbarazzata. Prima che dite che lui stava imitando i suoi sentimenti e ecc … Non credo che sia possibile perché l’imbarazzo è una sensazione non facilissima da gestire, probabilmente difficilissima da simulare.
    Immagino che qualcuno possa essere confuso del perché Caterina fosse convinta che Hans fosse suo fratello. Come ho detto nello scorso capitolo, la moglie del re era molto affezionata a Hans quindi lo teneva vicino a sé e quando ha avuto Caterina, li ha allevati per un po’ insieme e poiché Caterina era piccolina e vedeva questo bambino spesso vicino a lei ed era circondata principalmente da adulti, ha fatto 2+2 e ha creduto che fosse il fratello. Tra altro, mostrerò che non usano nessun titolo onorifico fra loro, come già si vede da questo capitolo Caterina, lo chiama semplicemente Hans (della serie Anna sarà stata allevata in una stalla ma Caterina in porto!)

 Schema della famiglia reale, prima che iniziate a confondervi, a man mano che i fratelli saranno descritti, sarà aggiornato.

1.   RE Peter Simon 47 anni, ha 24 anni di differenza con Hans.(mica fichi e pizza! Hanno una generazione di distanza!)

2.      

3.   AMMIRAGLIO CAPO MAGGIORE DI DIFESA e MINISTRO DELLA DIFESA Johannes 44 anni, ha 21 anni di differenza con Hans(Può sembrare fuori di testa con la sua mania dell’etichetta ma in realtà ha più sale in zucca di tutti i primi cinque fratelli,

4.   SACERDOTE: Andreas 43 anni, ha 20 anni di differenza con Hans (Il bravo?Santo fratello?)

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8.      

9.   PRINCIPE REGGENTE: Jakob Alfæus 29 anni, ha 6 anni di differenza con Hans(alla faccia della comprensione umana! La sua lettera è  stata una pugnalata)

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11.        

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13.       AMMIRAGLIO Hans 23 anni

   
 
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