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Autore: ambra_chiara    16/07/2014    1 recensioni
ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER SUL SEGUITO: "IL TRONO DI FUOCO
"Ciao a tutti! Mi chiamo Ambra e sono una discendente di Cleopatra, seguo il sentiero di Sekmet e mi sono specializzata in poteri sanguigni, ovvero il controllo del sangue... tutto normale no?
Certo, soltanto che questa strana normalità verrà stravolta da una missione...
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Ciao a tutti! Questa è la mia prima storia su The Kane (mi manca ancora il terzo da leggere!) e spero che vi piaccia!
ringrazio tutti coloro che hanno la voglia di leggere, a presto!
ambra:_chiara
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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POV. JAIME
 
“Ambra aspetta!” dissi cercando di fermarla, ero intenzionato a seguirla però prima dissi a Ginevra e Connor: “sarete felici ora!” e corsi da lei.
Aveva già attraversato la strada, il berretto le era volato via, lo presi al volo e la vidi che stava per andare in un bosco desolato.
Io non volevo perdere le sue tracce quindi attraversai rischiando due o tre volte di essere investito, non so come mai, ma le urla e le imprecazioni che mi rivolgevano gli autisti attirarono l’attenzione di Ambra che si voltò e mi aspettò.
“Jaime sei pazzo” disse lei piangendo e sorridendo al tempo stesso in un conflitto di emozioni.
“Forza andiamo in un posto meno affollato” le dissi mettendole il berretto mimetico in testa
“Ma non vuoi restare con Ginevra?” non le risposi nemmeno, ma le presi la mano e inizia a correre verso il bosco finché non fui certo che la zona fosse deserta.
“Una riserva, strano che si trovi qui” disse Ambra, tenevo ancora la sua mano, quando poi lei la tolse.
“Perché non sei rimasto con Ginevra?” chiese sedendosi sul erba e asciugandosi le lacrime, mi sedetti accanto  a lei prima di risponderle.
“Perché ha torto” le porsi un fazzoletto e lei ci soffiò il naso.
“Non piangere, mi sembri strana. Insomma Ambra che si riduce a piangere? Pensavo non ne fossi capace” sorrise e  appoggiò la schiena all’albero.
“e che… non mi aspettavo questo, doveva risolversi tutto bene… d’altronde io e Ginny ce la siamo sempre cavata alla perfezione, e invece eccomi qua, come una stupida a piangere…”
“Non sei stupida se piangi, se no il mondo sarebbe pieno di scemi. E si, avete litigato, un gran bel litigio per di più ma tranquilla… col tempo, si risolverà tutto” dissi, lei appoggiò la testa sulla mia spalla e questo mi fece arrossire, fortunatamente non se ne accorse.
“Si, ma quanto dovrò aspettare perché Ginevra sbollisca?”
“Prima di tutto tranquillizzati te, che prima ridi, poi piangi e poi hai degli attacchi di rabbia, poi pensa a Ginevra” Am ridacchiò e disse: “Hai ragione”
“certo… ho sempre ragione” mi diede una gomitata sorridente
“Sai un’altra cosa? Non volevo tirare in mezzo Connor, è che non sono riuscita a stare zitta… il tatto non è una delle mie qualità” continuò “E che mi sembra uno così presuntuoso, arrogante…”
“Mica ti piaceva?” chiesi
“Si ma poi ho scoperto come è in realtà. Ma questo non conta”
“La cosa importante è che tu stia bene” le dissi, lei sorrise per poi cambiare discorso
“Perché quando ho detto a Ginny che a te piace tu hai risposto che non era vero? E perché hai scelto di seguire me e non lei?”
“Perché hai ragione tu. Basta chiedermelo”
“Non hai risposto alla prima di domanda” continuò lei
“Perché non è vero che mi piace” lei alzò un sopracciglio
“Chi ti piace?” la guardai per poi sorridere davanti allo sguardo ingenuo e stupendo della ragazza.
“Forse tu” lei scoppiò a ridere
“Si, certo. No sul serio… chi sarebbe?”
“te l’ho detto… te” le sollevai il mento così che mi guardò bene negli occhi.
Ambra stette zitta come per capire se stessi facendo sul serio o no, poi mi tolse la mano e disse: “Sei il mio migliore amico, non ti piaccio seriamente, lo stai dicendo solo perché ti illudi, sono la ruota di scorta, Ginevra non si accorge di te allora ci sono io” disse alzandosi
“Non è questo Am” le risposi alzandomi anche io, lei mi diede le spalle ma continuai lo stesso “Mi dispiace per non essermi accorto prima di quanto tu sia speciale, mi dispiace esserti dimenticato il tuo compleanno, non te l’ho nemmeno chiesto, mi dispiace per non averti considerato all’inizio e aver pensato solo a Ginevra, mi ero fermata all’apparenza, avevo visto una ragazzina idiota, superficiale, e invece sei semplicemente magnifica… so la tua storia, quello che pensi, e ho capito che sei la ragazza più forte che abbia mai conosciuto…” non mi guardava ancora ma sapevo che adesso avevo la sua attenzione “la tua forza sta nel tuo sorriso, nelle tue risate, nel tuo comportamento da guerriera, ho capito solo adesso perché Sekmet ti abbia scelto. Oltre a essere forte sei semplicemente unica, so che se ti lascerò scappare non ci sarà nessuna come te, con la tua sincerità e schiettezza, la tua dolcezza che tenti di nascondere perché secondo te ti rende debole… bè, ti confido una cosa, non lo sarai mai” mi ero avvicinata a le misi una mano sulla spalla poi si girò e mi guardò con i suoi stupendi e enormi occhi nocciola:
 “bravo lecchino” mi disse, era arrossita si vedeva benissimo, però voleva nasconderlo “Grazie, anche tu sei unico… lo so che suona male averlo detto dopo che tu l’hai detto a me però ecco… non sono brava a parlare, non di queste cose tipo amore e robe simili, però devi credermi che lo penso davvero, mi sei piaciuto appena ho imparato a conoscerti, non sono capace a dirti quello che provo… aspetta, cerco delle parole migliori” mi disse, stava per ricominciare a parlare a macchinetta: “Ho capito Am, perfettamente” e la baciai, le sue labbra sapevano di albicocca, era il suo frutto preferito e per quanto ne fosse allergica lo mangiava lo stesso, ma onestamente in quel momento non ci pensai, pensai solo a quella piccola ragazza così speciale.
Quado ci staccammo lei sorrise e stava per parlare quando fu presa dalle convulsioni e cadde a terra, pallida e con la labbra violacee.
 
POV CONNOR
 
Appena Jaime e Ambra furono usciti dal bar (senza pagare il conto!) Ginevra si sedette pesante sulla sedia, appoggiando le braccia sul tavolo e la testa ciondolante a fissare il vuoto.
Per peggiorare le cose arrivò pure una delle sue ‘crisi’ una fitta lancinante la colpì e iniziò a gemere.
“Tranquilla, andrò tutto bene” le dissi
Appena il dolore fu finito mi confessò una cosa: “Grazie Connor per il supporto”
“Ma..?” le chiesi, perché certamente c’era un ma
“Ma mi sembra strano, in tutte le mie crisi c’è sempre stata Ambra e adesso non c’è più a sostenermi…”
“Ti penti di ciò che hai fatto?” le domandai
“No” rispose secca “Odio quando la gente fa la vittima, io ho solo detto quello che pensavo” io annuì “Hai fatto bene”
“Allora perché sento la sensazione che ho sbagliato qualcosa?”
“C’è e ci sarà sempre…” le risposi
“Grazie Connor, perché non sei andato con Ambra? Non avevi accennato al fatto che era carina?”
“E allora? Una può essere carina ma oca”
“Ambra non è un’oca, è tutto tranne che stupida” alzai un sopracciglio, non capendo bene quello che pensava la ragazza
“Aspetta… tu hai appena litigato con lei, non devi difenderla”
“Non la sto difendendo, dico solo la verità… è intelligente, dannatamente fottutamente intelligente anche se a volte sembra una scema”
“Perché?” sbatté un pugno sopra al tavolo “Dobbiamo prima indagare su quel posto, forse?” mi chiese
“Sei tu il leader” risposi, scosse la testa
“Non abbiamo tempo per indagare… andiamo punto e basta” andò al bancone, pagò per tutti e quattro  e uscì.
“Ginny… dobbiamo fermarci però… non possiamo andare adesso”  
“Dove andiamo?” chiese
“Io conosco un posto” risposi sorridente.
  
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