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Autore: Emily Gold    18/07/2014    4 recensioni
Un nuovo anno è alle porte alla scuola di magie e stregoneria di Hogwarts. Il professor Gold sembra esser rimasto lo stesso, algido e spietato, persino con Belle French, giovane Corvonero in non poca difficoltà.
Regina invece pare essere alquanto turbata dall'arrivo di una certa professoressa bionda, un fantasma dal suo passato.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Belle, Emma Swan, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Giunsero al castello a sera inoltrata, ma l’atmosfera era tutt’altro che cupa. Migliaia di lanterne illuminavano l’oscurità formando giochi di luci e colori. L’edificio torreggiava in cima ad una vetta in tuta la sua maestosità. I pavimenti in marmo attutivano il rumore dei passi di centinaia di studenti. Ciò che più li stupì fu il soffitto che ricopriva la sala grande.
-Deve essere una magia, è finto. – disse Paige. Ma ad Henry gli occhi non smettevano di brillare dallo stupore e dall’eccitazione.
Vennero condotti in cima ad una scala, il loro gruppo seguiva un donna dai capelli neri come l’ebano, le labbra rosse come il sangue e la carnagione bianca come la neve.
-Benvenuti al vostro primo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Io sono la professoressa Blanchard, la vostra insegnante di Erbologia e sarò lieta di avervi come studenti.- sorrise, sembrava una persona tanto gentile. Henry sentì uno strano calore al cuore e si rilassò. –Bene, ora. Chiamerò il vostro nome e voi verrete avanti. Metterò il cappello parlante sulle vostre teste e sarete smistati nelle vostre Case.-


 
 
-Belle, non credo questa sia stata una buona idea.-  Ruby avanzava con circospezione nella fitta boscaglia che si dipanava tutt’intorno, stringeva la bacchetta tra le dita, la faceva sentire al sicuro. –Non credi ci sia un motivo per cui è chiamata Foresta proibita? Non potremmo andarci!-
L’amica fingeva di non ascoltarla, nessuno l’aveva obbligata, era stata lei ad offrirsi come accompagnatrice. Era sua amica, certo, ma non riusciva a comprendere come potesse essere così poco entusiasta di avventurarsi di notte in un luogo che gli sembrava inaccessibile, Belle trovava quella prospettiva molto allettante, forse era lei quella strana. –Non preoccuparti, siamo quasi arrivate.-
-Comunque, credo che saremmo dovute restare al castello. Qualcuno avrà notato la nostra assenza, non credi?
Belle non riuscì a trattenere un sorriso sarcastico –Non credo importi a qualcuno!
La ragazza tentò di ribattere, ma le parole le morirono in gola alla vista di una piccola costruzione che si ergeva al centro di un’altrettanto piccola radura.
-Eccoci arrivate.- esclamò con gioia e fierezza la Corvonero.
 
 
Si era vestita completamente di nero, aveva sempre creduto quello fosse il suo colore. Poi, Regina Mills, si era diretta nella sala grande ed aveva preso posto al tavolo dei professori, alla destra del trono centrale, quello era occupato dalla preside ancora assente. Era arrivata in un improponibile ritardo, ma per fortuna lo smistamento tardava ad iniziare. Guardandosi intorno notò che alcuni docenti non erano presenti, sentiva la mancanza di una chioma bionda e di quegli insolenti occhi verdi che le facevano tornarono alla mente molti ricordi, troppi ricordi… No, non si sarebbe abbandonata in quel mare di memorie anche se queste minacciavano di poterla cullare per sempre. Il passato non avrebbe intaccato il presente. Quel presente che aveva costruito con fatica e sudore con Henry, lasciandosi il resto alle spalle. Vide Robert Gold avvicinarsi con passo malfermo, le avrebbe chiesto una nuova pozione per il dolore, pensò.
-La preside sarà in ritardo, mi ha chiesto di proporti di fare il discorso di benvenuto.- le sussurrò ad un orecchio. La strega annuì, poco convinta ma consapevole di dover attenersi ai suoi obblighi lavorativi.
Si alzò e diresse lo sguardo ai nuovi studenti, riuscì a scorgere Henry che ricambiò lo sguardo. Le sembrò preoccupato, avrebbe voluto abbracciarlo e dirgli che sarebbe andata bene, come solo una madre sa fare, ma dovette limitarsi ad ammiccare per incoraggiarlo. Si schiarì la voce per attirare l’attenzione su di sé, nella sala calò il silenzio.
-Benvenuti alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Io sono la professoressa Mills, la vostra insegnante di Pozioni. E avete avuto già modo di conoscere la Professoressa Blanchard, l’insegnante di Trasfigurazione. E permettetemi di presentarvi il professor Gold, insegnante di Difesa contro le Arti Oscure. Il professor August Booth,  insegnante di Storia della Magia. La professoressa di Volo, Astrid Acker. Il professore di Erbologia, Graham Humbert. Il professor Will Scarlet, insegnante di Astronomia. E…-
Il panico la pervase, come avrebbe spiegato a dei ragazzi di 11 anni che ci si poteva fidare di loro quando un’insegnante non si presentava alla cena di benvenuto? Pensieri che furono stroncati, quando si voltò alla sua destra e la vide sorriderle. –E la nostra ultima arrivata, la professoressa Emma Swan, la vostra nuova insegnante di Incantesimi.- uno scroscio di applausi seguì quel discorso che terminò sfoggiando uno dei suoi sorrisi più sicuri e splendenti.
 
 
Li guardava da lontano e provavo un certo rammarico, tutti quei ragazzi erano dei giovani maghi e delle giovani streghe, avrebbe potuto invidiarli, ma il suo cuore era troppo pieno per provare un sentimento di quel genere. David Nolan non aveva fatto altro che lavorare negli ultimi giorni, la scuola avrebbe dovuto essere perfetta per la grande apertura e lui aveva dovuto far risplendere ogni singolo angolo del castello. Aveva costantemente il fiato della preside sul collo, al primo passo falso sarebbe stato licenziato. Era un magonò ma la sua famiglia faceva, purtroppo, parte dell’aristocrazia magica. “Era stato una delusione su tutti i punti di vista.” gli avrebbero detto. Essendo privo di poteri magici, gli era stato consigliato di vivere lontano da quei luoghi intrisi di arti che non avrebbe potuto comprendere. I suoi genitori avevano organizzato per lui anche un matrimonio con una babbana, una babbana molto facoltosa, ma che restava tale. E David ci aveva provato, per l’ennesima volta aveva cercato di non deluderli, aveva provato ad innamorarsi di Katryn. Ma al contempo aveva conosciuto Mary Margaret e tutto il resto gli era apparso frivolo e privo di significato, al cuor non si comanda quindi aveva scelto di seguire la donna che gli aveva letteralmente stregato il cuore. La professoressa Blanchard lo aveva aiutato ad ottenere il posto come custode del castello. Benchè non potessero lasciarsi andare a troppe effusioni sapevano che sarebbero stati felici, finchè sarebbero restati uniti.
 
 
L’ambiente era accogliente come Belle lo ricordava e la compagnia di Leroy le era mancata, soltanto se si volesse usare un eufemismo. Avevano preso il thè seduti ai piedi del camino che li avrebbe riscaldati in quella fredda sera di settembre. Avevano chiacchierato e Ruby si era persino divertita, dimenticandosi in fretta di tutte le lamentele che aveva espresso nella foresta.
-Non dovreste essere al castello a quest’ora?- chiese sorpreso Leroy
Belle osservò attentamente l’orologio appeso alla parete era molto più tardi di quanto avesse creduto.
-Hai ragione, forse faremmo meglio ad andare.- e lanciò all’amica un’occhiata colpevole, consapevole che il perdono dell’altra era già arrivato dalla sua faccia divertita dai momenti appena trascorsi.
Quando si fermarono fuori la porta a salutare Leroy lui disse loro ciò che avrebbe voluto chiedere sin dal primo istante ma gli era parso scortese. –E Astrid? Come sta?-
Belle non potè fare a meno di arrossire tutti erano a conoscenza del debole che il guadiacaccia aveva per la professoressa, poco chiari erano invece i sentimenti di lei. –Sta bene, le dirò di venire a farti visita.-
Gli occhi dell’uomo si illuminarono di speranza e la scintilla dell’amore si riaccese in lui, Belle potè vederlo.
-Grazie Belle, grazie di tutto.- si scambiarono una serie di sorrisi, poi le due amiche si allontanarono.
“Lumos” La foresta era fitta, e la luce della luna piena fioca, erano costrette ad avanzare con le bacchette alla mano. –Leroy si era accorto ci fossi anch’io? Non ha fatto altro che guardarti con occhi sognanti.-
Le parole di Ruby scatenarono nell’altra una risata spontanea e genuina. –Non essere stupida, è che io mi interesso a lui. E credo nella loro storia d’amore. Tu per i primi dieci minuti non hai pronunciato una sillaba.-
-Credevo che saremmo tornate subito, quando ho visto l’orario mi sono accorta che ci avrebbero ucciso comunque e ho deciso di rilassarmi.-
Belle decise che si era meritata un affettuoso pugno sul braccio “Ahia!”, entrambe scoppiarono a ridere sonoramente. Dopo che ebbero fatto vari passi, un ululato in lontananza squarciò il silenzio. Brividi freddi percorsero le schiene delle due giovani streghe.
-Questa non è stata affatto una buona idea.- rifletté Ruby, l’altra dovette darle ragione.
Riuscivano quasi ad intravedere le luci che illuminavano il castello quando un urlo di dolore atterrì la Tassorosso. Belle si sentì trascinata per una gamba, un dolore lancinante al polpaccio. Zanne che le laceravano i vestiti, carne che veniva strappata, il lupo che la dilaniava. Poi, fu tutto buio.
 
 
“Grifondoro!” il cappello parlante aveva parlato ed Henry era stato investito dagli applausi e dalla gioia proveniente dal tavolo di quella che sarebbe stata la sua Casa. La sua nuova casa.


Il cuore di Regina sussultò mancando un battito, il respiro le mancò. Non era quello che si sarebbe aspettato per il suo bambino, un’ondata di sentimenti contrastanti la invase. Era visibilmente turbata. Emma, che era al suo fianco, le strinse la mano poggiata sul tavolo. Regina la ritrasse.
 
 
Robert Gold si allontanò a metà della cena, non facendosi notare. Zoppicante si avviò ai suoi alloggi quando una concitata richiesta d’aiuto attraversò le pareti.
Ruby Lucas trascinava stanca una compagna sanguinante. L’uomo si affrettò a prestare soccorso controvoglia. Da vicino la ferita era molto più profonda e grave di quanto potesse apparire. Lo squarcio si estendeva lungo tutta la gamba sinistra di… Belle French. L’uomo sgranò gli occhi, assicurandosi fosse lei.
-La dia a me, signorina Lucas.- la ragazza lasciò andare l’amica che Robert Gold prese tra le braccia.
Sofferente e priva di conoscenza Belle aprì gli occhi a poco a poco. Davanti ai suoi occhi le si parò una faccia conosciuta. – P-professor Gold… - poi risprofondò nell’oblio.
La osservò svenire di nuovo tra le sue braccia, letteralmente. Poi ignorando le fitte al ginocchio, si avviò deciso a condurla in infermeria. 









N.A. Non sono molto soddisfatta di tutto ciò, chiedo venia per l'improponibile ritardo e per l'immancabile scadenza del capitolo. Spero comunque lascerete una recensione, anche per farmi sapere come state. Insomma, sono disperata è dire poco! Ringrazio tutti quelli che hanno inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate e soprattutto quelli che hanno recensito il capitolo precedente.
Ci si legge, bellezze! 

 
  
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