Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Sunny    07/01/2005    24 recensioni
I missing moments della saga di BAWM! Ormai sono diventati troppi...meglio farne una raccolta! E si comincia con...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
E finalmente è arrivato anche il turno della mia amica Vega

E finalmente è arrivato anche il turno della mia amica Vega!!! ^_____^  Povera anima che mi sta chiedendo qualcosa su Charlie e Tennessee da mesi, ormai… e stavolta ti ho accontentata, anche se ti devo chiedere umilmente perdono per il mostruoso ritardo… speriamo almeno che ne sia valsa la pena! ^___^

Prima di proseguire: per la realizzazzione di questa shotty mi sono documentata un po’ sulle usanze in questione, ma dato che non sono molto esaustivi sulle abitudini matrimoniali in Vietnam, ho chiesto in prestito qualcosina ai paesi limitrofi di cui parlano di più, perciò non vi meravigliate se c’è un po’ un misto… ^^ Devo ammettere che sono costumi molto, molto pittoreschi e affascinanti… mi hanno fatto venire voglia di assistere a un matrimonio in oriente! ^___^

P.S.: Guest Star… l’omino della nota pubblicità che riconoscerete senza dubbio! ^_-

 

 

 

 

 

 

IL MIO GROSSO GRASSO MATRIMONIO VIETNAMITA

 

 

 

Charlie sbadigliò largamente e si sfregò gli occhi, lasciando che le prime luci del mattino lo svegliassero per bene. Aprì un occhio solo, tanto per capire che ore erano… e la sveglia segnava implacabile le sei in punto, l’ora della levataccia.

 

“…mmh…’more?”

 

“Si, sono già sveglia.”

 

Charlie aprì entrambi gli occhi; Tennessee era seduta in mezzo al loro lettone, con i capelli ancora un po’ in disordine per la notte e gli occhi a mandorla apparentemente del tutto svegli. Aveva un’aria incredibilmente sexy, e magari nemmeno lo sapeva…

 

“Ehi, pantera.”

 

Tennessee rise allegramente e gli pizzicò il naso fra due dita. “Il dragone che dorme e non si accorge delle luci dell’alba deve preoccuparsi per i suoi sensi troppo assopiti.”

 

Charlie fece un sorrisetto, ancora non completamente sveglio. “Ma quanto mi piace svegliarmi all’insegna di questi proverbi cinesi…ohi!”

 

Tennessee gli rifilò un piccolo calcio. “Vietnamiti, prego. C’è una bella differenza.”

 

Charlie si morse la lingua… normalmente avrebbe fatto notare alla sua interlocutrice che cinesi o vietnamiti, sempre più o meno della stessa razza orientale si parlava, ma la sua compagna era sempre… un tantino suscettibile

 

“Devi lavorare tutto il giorno oggi?”

 

Lui annuì e le passò una mano sulla gamba, accarezzandogliela lentamente. “Mh-mh… perché?”

 

Tennessee arricciò amabilmente il naso. “No, sai… oggi è un giorno importante per me. Inizia Ottobre.

 

Charlie inarcò un sopracciglio. “Si, è il primo di Ottobre… cos’è, l’anniversario della tua prima volta? Ahia! Ehi, quelle zampe tienile a freno!”

 

Tennessee gli lanciò un’occhiataccia. “Ignorante che non sei altro, Ottobre è il mese più importante dell’anno per noi in Vietnam… è il mese della Grande Lotta e della Grande Vittoria.

 

“Non mi dire che il Vietnam ha una squadra di Quidditch.

 

Ma ci sei nato così stronzo, o ci sei diventato col tempo?”

 

“Andiamo, Liso Flitto… ti stavo prendendo in giro. Charlie provò a scoprirle un po’ di più le gambe, ma si beccò una sberla sulla mano. “Amore, hai la luna storta stamattina?”

 

Tennessee lo guardò malissimo, e si sedette sulle ginocchia per sfuggire completamente alle sue mani. “Quanto ti detesto quando fai così, non ne hai idea.

 

Charlie abbandonò il suo irritante sorrisetto e le prese la mano. “Ok, ok… chiedo umilmente perdono. Chiedo molto umilmente perdono… come si dice nella tua lingua che ti amo e che imploro la tua pietà?”

 

Tennessee esitò, poi alla fine fece un sorrisetto. “Certe volte mi chiedo se non apparteniamo a due mondi troppo differenti, io e te.

 

Infatti è vero.” Charlie le fece un sorrisetto. “Ma è questo che mette il pepe, no?”

 

“Si.” Tennessee sembrò seppellire l’ascia di guerra, e si chinò a dargli un piccolo bacio.

 

“Allora.” Charlie riprese ad accarezzarle la gamba. “Che cos’è questa storia del bene e del male?”

 

“E’ un’antichissima leggenda induista, se la tramandano di generazione in generazione da secoli. A Tennessee sfuggì un sorriso divertito. “Talmente tanti che nessuno sa con precisione che cosa sia successo mai ad Ottobre.

 

Charlie rise. “E meno male che è una leggenda a cui tenete!”

 

La giovane asiatica scrollò le spalle. “Posso solo dirti che questo è un mese sacro per noi… non si sa come sia avvenuta questa lotta, ma il Bene tanti secoli fa ha trionfato sul Male una volta e per tutte, e da allora Ottobre è stato definito il mese sacro per eccellenza… ed è provato che chiunque si sposa durante questo mese ha una famiglia felice e numerosa.

 

“Mh, però.” Charlie fece una smorfia divertita. “Faranno la fila per farsi sposare tutti questo mese, eh?”

 

“Si celebrano fino a dieci matrimoni al giorno.”

 

“Ci avrei scommesso.” Charlie ridacchiò. “Tanti auguri alle dieci coppie che si sposano oggi, allora.

 

Tennessee sospirò e lo guardò a lungo negli occhi, tanto da farlo accigliare… poi annuì e distolse lo sguardo. “Si. Tanti auguri agli sposi.”

 

 

***************

 

 

Charlie osservò con la coda dell’occhio Tennessee mentre camminava al suo fianco, lungo il corridoio centrale del quartier generale. Aveva avuto la sensazione che fosse un po’ strana quella mattina, ma poi dopo quell’iniziale silenzio che aveva mantenuto per una buona mezzoretta era tornata ad essere la solita meravigliosa testa di legno di cui era innamorato. Comunque, tanto per essere sicuri…

 

“Ehi, pantera? Che ne dici se stamattina andiamo a pranzo fuori? Ti porto a gustare il pudding inglese…”

 

Tennessee arricciò il naso. “Per carità, quelle porcherie che preparate voi inglesi non le voglio vedere neanche in fotografia.”

 

Perfetto, è tutto a posto.

 

A un certo punto Tennessee rallentò fino a fermarsi, facendo fermare anche lui. Quando Charlie si voltò a guardarla, lei gli fece cenno di stare zitto e ascoltare… dallo spogliatoio provenivano voci allegre e gioiose… e molto familiari.

 

“Ehi, che sta succedendo qui?” Charlie fece capolino dalla porta della piccola stanza. “C’è una festa e non sono stato invitato?”

 

“E’ una festa per davvero!” Ginny, vestita di tutto punto e con tanto di camice addosso, aveva un sorriso enorme e disteso. “Fate gli auguri a Ron e Hermione… diventeranno papà e mamma per la seconda volta!”

 

Tennessee subito sorrise e abbracciò una quanto mai allegra Hermione. “Tantissime congratulazioni!”

 

Charlie attirò a sé il fratello minore per un rude e affettuoso abbraccio tutto fraterno. “Questa sì che è una bella notizia!”

 

Harry annuì soddisfatto, incrociando le braccia sul petto. “Bella davvero! Decisamente un bel modo di incominciare la settimana e il mese.”

 

E Jack che ne dice, è contento?”

 

Hermione sorrise. “Per il momento pare di si, ringraziando il cielo.”

 

Ron le passò un braccio attorno ai fianchi, per tenerla più vicina a sé. “Volendo essere precisi, vuole un fratello… l’idea di una sorella non lo attira per niente.

 

“Anche se con una sorella litigherebbe di meno. Fece Ginny. “O almeno così è con Danny e Julie.”

 

Tennessee guardò Hermione con aria dolce e assorta, e un momento dopo le appoggiò una mano sulla pancia. “E’ talmente bello quando c’è un bambino in viaggio… sei felice, vero?”

 

Hermione annuì, sorridendo. “Moltissimo. Non vedo l’ora di poter abbracciare anche questo piccolino.

 

Tennessee sorrise sognante e si morsicò il labbro… Ginny lo notò e lanciò uno sguardo eloquente a Charlie… che naturalmente era perso nel suo discorso con Harry e Ron.

 

“La famiglia Weasley si allarga a macchia d’olio, stiamo invadendo l’Inghilterra. Fece ridendo Harry.

 

“Presto avremo il nostro squadrone di quidditch fatto solo da membri di famiglia. Fece orgoglioso Charlie.

 

Ron annuì, ridacchiando. “Sono d’accordo, ormai ci mancano pochi elementi e siamo al completo.

 

Scusate, io sono in ritardo.” Tennessee salutò con un cenno della mano tutti i presenti. “Devo scappare, mi aspetta un lungo inventario di nuove pozioni.

 

“Ci vediamo dopo.” Charlie si sporse per ricevere un bacio… ne ottenne uno molto piccolo, dato che lei era impegnata a salutare anche gli altri.

 

Ginny la guardò andare via… e poi si voltò verso suo fratello maggiore, stringendo gli occhi in due fessure. “Tu fai schifo, lo sai, vero?”

 

Charlie si accigliò, guardandosi alle spalle prima a destra e poi a sinistra. “…scusa, ma ce l’hai con me?”

 

“Esattamente.” Ginny appoggiò le mani sui fianchi, ricordando a tutti per un momento Molly Weasley quando s’infuriava. “Sei senza cuore… come fai a non accorgerti dei sentimenti della donna che ami? L’abbiamo capito tutti tranne te, possibile?”

 

“Scusa, non ti seguo… capire che cosa?”

 

Hermione fece una piccola smorfia. “Proprio non ci arrivi, Charlie? Tennessee vorrebbe di più da te.”

 

Charlie inarcò le sopracciglia. “E’ questo che vi viene a dire, che è insoddisfatta di me? Ooh, andiamo benone… e adesso cos’ho fatto, sentiamo?”

 

“E’ piuttosto quello che non hai fatto.” Replicò acida la sorella.

 

Charlie la guardò molto confuso… ma poi la sua attenzione fu attirata da Ron, che fischiettava in modo losco e si indicava l’anulare della mano sinistra… il dito su cui stava in bella mostra la sua fede matrimoniale. Harry, accanto a lui, annuì sornione.

 

“…voi vorreste dire…” Charlie sbattè gli occhi. “Volete dire che Tennessee vuole sposarsi?”

 

Visto che riesci a capire le cose anche da solo, e senza nessun suggerimento?” mormorò divertito Ron.

 

“Questa è follia pura.” Charlie scosse la testa. “Evidentemente non conoscete affatto Tennessee… lei è anticonformista per eccellenza, il matrimonio e tutte le altre convenzioni sociali non la interessano affatto…”

 

“Prima di ogni altra cosa, mio povero stupido fratello, Tennessee è una donna.” Ginny scosse la testa, esasperata. “Una donna di trent’anni che desidera farsi una famiglia in modo serio.

 

E poi considera le sue origini.” Hermione si strinse nelle spalle. “Lei non ha i nostri stessi costumi… probabilmente in Vietnam il matrimonio è ancora più sacro di quanto pensiamo noi.

 

Charlie ci pensò un attimo su… questo forse era vero, se ripensava alle parole della sua compagna solo poche ore prima… il matrimonio aveva davvero un ruolo fondamentale per la sua gente, ma questo non voleva dire che valesse lo stesso per lei.

 

Ron si accigliò. “Ma tu glielo chiederesti?”

 

“Di sposarmi?” Charlie ci riflettè un attimo su, poi gli sfuggì un sorriso. “Si, perché no… in fondo ho fatto l’uccello di bosco abbastanza, no? L’età ci sta tutta… la testa è meno calda… sono innamorato di lei… che mi manca per sposarmi?”

 

“Spirito di sacrificio.” Fece Hermione, con una inesorabile calma. “E di adattamento.”

 

Charlie scrollò le spalle. “In ogni caso, se Tennessee vuole che la sposi deve darmi un segnale più chiaro… voi non la conoscete come me… con quella testa di legno se fai un passo falso sei morto.”

 

“Fai come ti pare.” Ginny fece una smorfia. “Non sono convinta che tu sia nel giusto, ma la vita è tua, no?”

 

“Ed è anche perfetta così com’è, perciò procediamo coi piedi di piombo e tutto andrà a gonfie vele.”

 

Hermione storse la bocca, ma non disse niente.

 

 

***************

 

 

Charlie non si sorprese di trovare Tennessee sdraiata sul divano e molto presa da un libro… la sera trovava la lettura molto rilassante, e ultimamente aveva divorato più di un libro. Alcune volte l’aveva punzecchiata anche con dei volumi scritti in viatnamita, e come un’idiota aveva fatto battutine sulla scarsissima possibilità di distinguere quel tipo di scrittura da quello dei suoi nipotini di tre anni, meritandosi consapevolmente quei ceffoni che si era guadagnato. Eppure, nonostante tutto, a Charlie quella donna faceva perdere la testa, anche se aveva uno stranissimo senso dell’umorismo.

 

“Amore?”

 

Tennessee alzò gli occhi e gli sorrise. “Già a casa, fustaccio?”

 

“Si, per passare un po’ di tempo con la mia donna dagli occhi a mandorla. Charlie le sfilò il libro di mano, appoggiandolo distrattamente sul tavolino, e le sedette accanto. “Che ti stavi leggendo di bello?”

 

“Un saggio sugli utilizzi benefici che può avere una foglia di Oleandro se conservata in un vasetto pieno di olio al mallo per sei mesi di fila.”

 

Charlie ridacchiò. “E poi dicono che Erbologia è una materia da poco… tu l’hai presa molto sul serio, eh?”

 

Tennessee inarcò un sopracciglio. “Scemo, è per curare le ferite da ustione.

 

Charlie fece un irritante sorrisetto. “Adesso ti faccio anche questo effetto? Eh, che ci posso fare… è una vita che le donne bruciano per me.

 

“Hai il senso dell’umorismo di un guru con le chiappe in fiamme. Mormorò divertita lei.

 

Lui rise e si chinò a baciarla. “Che metafora indicativa.” Le sussurrò contro le labbra.

 

Tennessee si lasciò baciare languidamente in quel modo tutto adorabile e sensuale che il suo uomo conosceva tanto bene, e rispose con lo stesso desiderio… ma si fermò prima di spingersi troppo oltre. “Charlie?”

 

“Si, pantera?” le domandò pigramente lui, mentre le dispensava qua e là bacetti lungo il collo.

 

“Stavo pensando… mi chiedevo se… insomma, tu non vorresti… sposarti?”

 

Charlie si fece indietro e la guardò per un lungo momento negli occhi, dandole i brividi… e poi alla fine il suo viso si sciolse in un sorrisetto furbastro. “Allora avevano ragione gli altri che vuoi sposarmi!”

 

Tennessee avvampò furiosamente e sentì le lacrime pungerle insistentemente gli occhi. Ecco, ecco che cosa ci aveva guadagnato a provare ad aprirsi e a fare le cose a modo suo… ci aveva perso la faccia. “T-tu sei andato a chiedere in giro se io volevo sposarti?”

 

Dal tono gelido e tremolante allo stesso tempo della sua voce, Charlie capì di aver fatto un passo falso. “Tesoro?”

 

“Hai preso i nostri affari personali e li hai sbattuti in piazza, davanti a tutti?” Tennesse lo incenerì con lo sguardo. “Ti sei vantato del fatto che sarei stata io a proporti di sposarmi?!”

 

Charlie la guardò sorpreso. “A parte il fatto che con altri intendevo i nostri stessi amici e parenti, prima cosa non mi sono vantato proprio di niente, e secondo… che significa questo? Che hai, ti vergogni di avermi chiesto di sposarti?”

 

Tennessee si alzò in piedi. “E’ evidente che se non lo avessi fatto io, potevamo andare avanti così a vita! Tanto tu non senti il bisogno di impegnarti a tutti gli effetti, non è così?”

 

“Questa è una stronzata grande quanto tutta Hogwarts!” anche Charlie schizzò in piedi. “E poi continuo a non capire qual è il problema… siamo due persone adulte e perfettamente emancipate, siano innamorati l’uno dell’altra e stiamo benissimo insieme, giusto? Oggi ti sei svegliata e hai deciso che vuoi consolidare il tutto con il matrimonio, e allora va bene, facciamolo… ma perché prima lo metti in mezzo e poi ti dà fastidio di averlo fatto?”

 

“Mi dà fastidio di averlo fatto per prima! E mi dà fastidio che la cosa sia fonte di orgoglio maschile per te, che sei un gran montato!”

 

Charlie, ai limiti della pazienza che possedeva, si strinse i capelli fra le mani e scosse la testa. “No, senti… Tennessee, io capisco tutto, i tuoi sbalzi di umore, ma questo…”

 

“ I miei sbalzi di umore?!” Tennessee fece una smorfia incredula. “Io sopporto il tuo machismo e il tuo maschilismo, il tuo disordine, la tua chiusura mentale…”

 

“Wow, si direbbe che ne hai di motivi per sposarmi, eh?”

 

“Tutto questo è ridicolo.” Tennessee si sforzò di calmarsi, e abbassò la voce. “Ascolta, io ho trent’anni, non sono più una ragazzina… ti amo e lo sai, ma ho bisogno di un uomo che oltre a essere brillante ed esuberante sia anche responsabile, maturo… non me la sento più di scherzare, capisci? Voglio un uomo che mi prometta amore eterno a tutti gli effetti.”

 

“Va bene, ho capito e sono convinto di darti già quello che vuoi… ma mi sta benissimo sposarti se è questo che ti rassicura di più. Ma mi puoi spiegare qual è il problema adesso, perché amore mio…” Charlie fece un piccolo sorriso. “Io non ho capito perché stiamo litigando.

 

Perché tu non mi rispetti.”

 

“Questo non è vero!”

 

“E’ verissimo.” Tennessee fece una smorfia. “Per te vengono sempre prima le tue esigenze, e poi le mie… non sei mai disposto a fare un sacrificio per me, non ascolti quello che ti chiedo, e tutto il mondo ruota attorno a te e alle tue abitudini.

 

Charlie scosse la testa e la guardò male. “Questa è bella, mi stai dando dell’egocentrico! Sai, bellezza, se davvero fossi egocentrico non te le farei passare tutte così…”

 

E quali mi fai passare?” Tennessee lo guardò con aria di sfida. “Quali, Charlie?”

 

“Intanto per cominciare, cerco sempre di accontentarti in tutto.

 

“Ah si?” Tennessee gli indicò la porta di casa. “Guarda lì, per esempio… gli stivali sporchi di fango all’ingresso. Quante volte ti ho chiesto di non lasciarli lì? E le riviste sul divano? E la tavoletta del gabinetto perennemente alzata? Ma tu mi ascolti mai?”

 

Charlie era incredulo. “Amore, ma queste sono stronzate! Problemi all’ordine del giorno in una casa!”

 

“Si, beh, io ho la sensazione che tu non sia più disposto a fare il pazzo per me. Che la nostra storia si sia appiattita.”

 

Charlie l’attirò a sé. “No, no… questo non dirlo, non dirlo mai. Io ti amo alla follia.”

 

Tennessee lo guardò con i suoi grandi occhi a mandorla stanchi e avviliti. “Ti amo anch’io, dragone… ma forse tutto questo non è più abbastanza.

 

E allora cerchiamo insieme una soluzione!” Charlie cercò il suo sguardo. “Le crisi sono passeggere, vanno via così come sono venute.”

 

“Forse hai ragione tu.” Tennessee si districò dolcemente dal suo abbraccio. “Ma per stanotte almeno ho bisogno di stare un po’ da sola. Ho bisogno di pensare chiaramente.”

 

Conoscendola e conoscendo il suo caratterino pepato, Charlie non insistette oltre e si limitò ad annuire, anche se quello non era assolutamente il modo in cui era abituato a risolvere i problemi… c’era così tanto da dire, da spiegare, da capire insieme… eppure ora si stava mordendo la lingua proprio per non darle fastidio, per lasciarle i suoi spazi. E tu dici che io sono egocentrico…

 

 

***************

 

 

“Finalmente si è addormentato.” Hermione raggiunse Ron sul divano e si accoccolò sulle sue gambe, mentre lui metteva via il giornale che stava leggendo. “Non sta nella pelle all’idea di avere un fratellino.

 

Ron sorrise largamente e le passò le braccia attorno ai fianchi. “Beh, è chiaro, no? Noi Weasley siamo abituati alle famiglie numerose.

 

“Speriamo solo che sia davvero un maschietto. Hermione si accarezzò la pancia, pensierosa. “A quanto mi ha detto, Jack non ne vuole sapere di una sorella…”

 

“Nah, andrà bene qualsiasi cosa…” Ron le mordicchiò l’orecchio. “Noi maschietti siamo sempre così, ma poi alla fine cediamo.”

 

Hermione lo scansò. “Secondo te avremo un bimbo o una bimba?”

 

Ron sorrise e la osservò… aveva gli occhi vispi e gioiosi, le guance rosate e i morbidi capelli più spettinati del solito… ed era più bella che mai. “Va bene qualsiasi cosa.” Le disse, attirandola giù per baciarla.

 

Hermione non ebbe la forza di respingerlo, non mentre la stava baciando in quel modo… ma poi gli appoggiò le mani sul petto e lo spinse dolcemente indietro. “…no, frena…” mormorò, senza fiato.

 

Perché?” Ron le rivolse il suo tipico sorrisetto furbastro e vispo, quel sorriso a cui lei non era stata mai capace di dire di no.

 

“…aspetta ancora un po’, Jack si è appena addormentato, lo sai che ci mette sempre un po’, va a finire che si sve…” prima che potesse rendersi conto di come e quando fosse successo, Hermione si ritrovò supina sul divano, con un braccio di Ron attorno ai fianchi e il suo viso più sorridente che mai a pochi centimetri di distanza. “Ron, che diav…”

 

…oh, beh… magari Jack si è addormentato più profondamente del solito stasera…si, Jack si è SICURAMENTE addormentato più profondamente del solito stasera…

 

 

Fu Ron a sentire per primo il campanello, e la sfilata di imprecazioni e parolacce che gli sfuggì per sua fortuna non fu udita da Hermione, troppo stordita da quel bacio mozzafiato e dai movimenti dei loro corpi stretti l’uno all’altro. Il campanello tornò a suonare, e Ron sbuffò sonoramente… se fosse stato per lui, avrebbe continuato a baciare Hermione per dodici ore di fila…

 

Hermione sbattè gli occhi e finalmente sembrò sentire il campanello. “…chi è a quest’ora?”

 

Ma chi se ne frega…” Ron si chinò per baciarla di nuovo, ma il campanello suonò per la terza volta e un’espressione omicida gli si dipinse sul viso. “Non ti muovere da qui, uccido chiunque sia e torno da te.”

 

Hermione ridacchiò. “Va bene, ma non metterci molto…perché mi guardi così?” lui le sussurrò qualcosa all’orecchio, e lei rise e gli diede una piccola sberla sulla nuca. “Ma sei osceno!”

 

Ron arrivò davanti alla porta a tempo di record. “Chi diavolo è?!”

 

“Ron?”

 

Tu??” Ron aprì la porta e guardò con una strana smorfia incredula l’ultima delle persone che si sarebbe aspettato di trovare davanti alla sua porta a quell’ora di notte. “Ma che ci fai qui?”

 

Charlie squadrò in lungo e in largo il fratello. “…ho interrotto qualcosa?”

 

“Noo, ma diciamo che se entro quindici secondi non ti sarai levato dalle scatole mi procurerai dei grossi, grossissimi problemi.

 

Charlie colse l’allusione, e nonostante non fosse dell’umore giusto gli scappò da ridere. “Ohi ohi, scusami fratellino… brutto momento, eh?”

 

“Si, decisamente!” sembrava quasi che Ron saltellasse sui piedi. “Avanti, dimmi in dieci secondi che diavolo ti serve.

 

“Uhm… nah, lascia perdere. Non fa niente, torna pure dalla tua mogliettina.

 

“Benissimo, grazie!”

 

“Ron? Chi è?”

 

Hermione bloccò in tempo il marito prima che chiudesse la porta, e rimase altrettanto sorpresa nel vedere Charlie. “Ehi! Va tutto bene? Come mai sei qui a quest’ora?”

 

Charlie si sentì ancora più un verme nel vedere che Hermione era più o meno nello stesso stato di Ron… spettinata, coi vestiti poco in ordine e le labbra gonfie. “Aah… no, non è niente, ragazzi. Scusate l’interruzione, riprendete pure da dove avete interrotto.

 

Hermione lo trattenne per un braccio. “No, no! Vieni dentro, Charlie... che è successo, perché quella faccia cupa?”

 

Charlie fece una smorfia e si grattò la nuca. “Non vorrei disturbare…”

 

“E non ci potevi pensare due minuti prima?” brontolò Ron.

 

“Ron, smettila.” Hermione prese per mano il cognato. “Andiamo, una buona burrobirra calda è quello che ci vuole per metterti a tuo agio e spiegarci.

 

Ron supplicò in tutte le lingue Hermione di lasciar perdere, facendole segnali e gesti per impedirle di far entrare il fratello e interrompere il loro momento magico, ma per tutta risposta Hermione gli fece una smorfia di rimprovero e tornò a tranquillizzare Charlie che la sua presenza non era affatto un disturbo. Ron li guardò avviarsi verso la cucina con una smorfia avvilita, quindi si lasciò andare con la fronte contro la porta ed emise un sospiro frustrato, abbassando lo sguardo.

 

“E’ inutile, amico, meglio che ti arrendi… faciliti le cose a me e a te.

 

 

 

“Ecco, prendi.” Hermione sorrise a Charlie mentre gli passava il suo bicchierone di burrobirra, sedendosi di fronte a lui.

 

“Grazie, sei veramente un angelo.” Charlie ne bevve un sorso. “Jack dorme?”

 

“Si, si è addormentato poco fa.” Hermione afferrò la mano di Ron, che stava entrando in quel momento con un’aria decisamente afflitta, e lo fece sedere sulla sedia accanto alla sua.

 

“Si può sapere che guaio hai passato?” brontolò Ron.

 

“Il mio guaio è anche la mia gioia, dipende da che lato guardi la medaglia.

 

Hermione si accigliò. “E’ successo qualcosa con Tennessee?”

 

“Si.” Charlie fece una smorfia. “E la cosa più bella è che non so neanche io cos’ho fatto stavolta!”

 

Ron fece un sorrisetto. “Beh, diciamo che è difficile stabilire se sei peggio tu con quell’atteggiamento da idiota, o lei con quel carattere da bisbetica.

 

“Ron.” Hermione lo guardò male, poi si voltò di nuovo. “Spiegami bene come sono andate le cose.”

 

“Ti ha sbattuto fuori di casa, per curiosità?” Ron ricevette un pestone da sua moglie, e preferì non insistere.

 

“Stavamo parlando come al solito, cioè… tranquillamente.” Charlie scrollò le spalle. “Lei ha messo in mezzo il discorso del matrimonio, e io ho detto che la sposerei volentieri.

 

E allora è chiaro perché si è incazzata, è rinsavita in tempo!”

 

Ron!

 

“Ok, sto zitto.”

 

Hermione si accigliò. “Non è possibile che Tennessee si sia arrabbiata perché le hai detto che vuoi sposarla… ci deve essere qualcosa che l’ha fatta innervosire. Forse la proposta ti è venuta male, sai, noi donne ci teniamo molto e se qualcosa va storto…”

 

Charlie si grattò la nuca. “Veramente non le ho fatto la proposta.”

 

Hermione rimase basita, e Ron ridacchiò. “Cioè non le hai chiesto di sposarti?”

 

“Non per esteso…” Charlie si strinse nelle spalle. “In pratica lei mi ha proposto la cosa e io ho detto che mi andava bene.

 

Hermione arricciò vistosamente il naso, mentre Ron nascondeva la bocca dietro una mano. “Ehm… le hai detto proprio così? Che ti va bene?”

 

“Si.”

 

Ron non si trattenne più e scoppiò a ridere forte, e Hermione scosse la testa.

 

“Beh?” Charlie inarcò le sopracciglia. “Che c’è da ridere?”

 

Ron si riprese a fatica dalla risata. “Non ci posso credere, e dire che fino a una decina di anni fa era il mio mito!”

 

“Charlie, non voglio immischiarmi né giudicare…” Hermione fece una piccola smorfia. “Ma sinceramente è il modo più orribile che potessi trovare per dire a Tennessee che la sposi.”

 

“A parte il fatto che non è vero, ma poi voi non la conoscete come la conosco io… lei è anticonformista in tutto, non le piacciono le cose tradizionali, figurati se la proposta la vuole nella nostra squallida maniera inglese!”

 

“Tutte le ragazze, per quanto ribelli possano essere, sognano il loro matrimonio fin da bambine… è un sogno che tutte vogliamo realizzare, inclusa Tennessee.”

 

E che dovevo fare?” Charlie li guardò incredulo. “Prevedere che le sarebbe venuta la voglia dalla sera alla mattina e fare un salto a comprare un anello per dichiararmi? Il tutto in meno di ventiquattro dannatissime ore?”

 

“Sempre meglio che dire che la sua proposta ti va bene. Mormorò disgustata Hermione.

 

Ron ridacchiò. “Tanto valeva dirle che te l’abbiamo suggerito noi. L’espressione di Charlie fu chiarissima… e Ron si trattenne a fatica. “…non l’hai fatto, vero?”

 

“…uhm…”

 

Ron scoppiò in una risata esplosiva, e Hermione si coprì la faccia con le mani.

 

Andiamo, dai! Ma che avrò detto mai di così tremendo?!”

 

“Charlie! Credevo ci sapessi fare con le donne!”

 

Il fratello lo guardò storto. “Ci so fare molto più di te, fratellino, il problema è che non è di una donna qualunque che stiamo parlando, io ho avuto la gran fortuna di innamorarmi della ragazza più complicata e strana e fuori di testa che esista in tutto il paese! Non è facile capire come comportarsi con lei… tutto quello che so è che la amo, a dispetto di tutto e di tutte le differenze fra i nostri due mondi, ma a quanto pare per lei questo non è abbastanza.

 

“Hai centrato il punto.” Fece Hermione, molto riflessiva. “E se il problema fosse proprio la differenza di abitudini? Noi abbiamo le nostre consuetudini qui, no? Chi ci dice che in Vietnam le cose non sono completamente diverse?”

 

Ron inarcò un sopracciglio. “Come fai a dirlo?”

 

“Tralasciando la disgustosa e mancata proposta di tuo fratello, Tennessee è andata in crisi perché è stata lei a chiedere a Charlie di sposarla… e se questo fosse una sorta di… segno di debolezza o disonore nel suo paese? Magari è così e noi nemmeno lo sappiamo.”

 

Ron annuì. “Perché no, potrebbe anche essere.”

 

Charlie scrollò le spalle. “Io non le conosco le sue abitudini, ma francamente penso che sia assurdo ritenersi disonorati per una cosa così stupida. La mia donna è intelligente, arriverebbe a questo?”

 

Hermione annuì. “Io credo di si. Perché non consultiamo quell’amico di Ginny, come si chiama… si, Raja qualcosa…”

 

Ron ridacchiò. “Chi, il bonzo ispirato?”

 

“Nah, grazie tante.” Charlie scosse la testa, tutto a un tratto molto più sicuro di sé. “Adesso ho capito, voleva la proposta in grande stile e io l’ho delusa… ma domani organizzerò una dichiarazione in piena regola e in grandissimo stile… vedrete che sarà contentissima.”

 

Ron gli diede una pacca sulle spalle. “Così si fa, vai e spacca tutto.”

 

“Diamine, le farò girare la testa come si conviene stavolta. Altro che bonzo e disonore.” Fece Charlie, orgoglioso e sicuro.

 

Hermione arricciò il naso. “Io non ne sarei così convinta, comunque fai come credi sia meglio.”

 

 

***************

 

 

E anche per oggi abbiamo finito.” Ginny chiuse l’armadietto delle pozioni e si sfilò il camice, appendendolo all’attaccapanni. “Adesso l’unica cosa che desidero è il mio comodissimo divano.

 

“A me basta anche una sedia, purchè sia lontano da questo armadietto malefico.” Tennessee ridacchiò. “Anche se, a ben pensarci, il leone che non corre non procaccia e quindi non si nutre.

 

“E questo è un modo molto delicato per ricordarmi che se non si lavora non si mangia. Ginny prese la sua borsa e insieme alla sua amica uscì dall’infermeria del quartier generale e si chiuse la porta alle spalle. “Senti, come vanno le cose con quello zoticone di mio fratello? Mi sbaglierò, ma ultimamente ti vedo un po’ tesa…”

 

“Non sbagli quando lo definisci uno zotico, Gin.” Tennessee sospirò. “Niente, i soliti alti e bassi… un minuto stiamo benissimo e lui è l’essere più dolce della terra, e un minuto dopo è insopportabilmente presuntuoso ed egoista, fai un po’ tu.”

 

“Abbi pazienza con lui, tesoro… lo so che può essere molto irritante, ma ti posso assicurare che non l’ho mai visto amare qualcuna come ama te. E’ solo un po’…”

 

Tennessee scosse la testa. “Se io non l’amassi, ti assicuro che a quest’ora sarebbe già a mile miglia da me.”

 

Ginny le appoggiò una mano su un braccio. “Scommettiamo che per amore tuo si ravvederà in tempo e comincerà a rigare dritto?”

 

Tennessee fece un sorrisetto avvilito, guardando dritto davanti a sé… poi inarcò un sopracciglio e rallentò la sua andatura. “Ginny, credo che ti convenga annullare la scommessa finchè sei in tempo.

 

Ginny si accigliò e seguì la traiettoria dello sguardo di Tennessee… in fondo alla rampa di scale che stavano per scendere, con tanto di smoking super-elegante, mazzo di rose rosse, sorrisetto furbo e fascinoso, striscione con su scritto ‘Sposami Pantera’ e folla di curiosi War Mage in assetto da sostegno morale maschile, Charlie Weasley stava aspettando la sua donna. “Non ci posso credere.” Mormorò sconvolta Ginny.

 

“Ehi, amore!” esclamò a gran voce Charlie. “Ci sposiamo?” un’ovazione di applausi, ululati di incoraggiamento e complimenti allo sposo esplosero nella grande sala.

 

Tennessee fece una smorfia disgustata e si passò una mano in faccia. “Niente, non c’è proprio niente da fare. Egocentrico fino in fondo.” Sbuffando scosse la testa. “No, Maggiore Weasley, francamente non mi va proprio.

 

Un coro di “uuh” delusi e in parte divertiti accompagnò la ritirata di Tennessee, che senza perdere tempo a guardare la faccia incredula di Charlie si allontanò il più possibile da quello spettacolo pietoso. Ginny inarcò pericolosamente un sopracciglio, e scese le scale per raggiungere il fratello mentre la folla di curiosi si dileguava.

 

Charlie scosse la testa, incredulo. “No, tu adesso devi dirmi cos’ho sbagliato!”

 

Ginny fece una smorfia. “Da dove vuoi che cominci?”

 

Charlie avrebbe replicato, ma il rumore di risatine soffocate lo fece voltare… Hermione stava spingendo in malo modo Harry e Ron, che avevano trovato evidentemente molto divertente lo spettacolo. “Bene, mi fa piacere che qualcuno si diverta qui!”

 

Harry provò a tornare sobrio. “No, uhm… scusa, amico, ma la tua faccia era veramente spettacolare.

 

Charlie si passò una mano fra i capelli, al massimo della frustrazione. “Ragazzi, io veramente non riesco a capire… ho organizzato tutto questo per lei, perché l’amo e volevo farle una dichiarazione in grande stile come voleva lei, visto che la prima volta ho fatto fiasco… e nemmeno adesso va bene?! Che diavolo ho sbagliato?!?”

 

Ron scrollò le spalle. “A me sei piaciuto molto.”

 

Harry annuì. “Vero, decisamente romantico.”

 

Hermione storse il naso. “Le tue buone intenzioni non sono in discussione, Charlie, ma forse hai sbagliato la dichiarazione… non mi guardare così! Ti interessa capire cosa ne pensa la donna che ami? Beh, io credo che dovremmo entrare nella testa di Tennessee per un momento.

 

Charlie fece una smorfia ironica. “Attenzione a dove metti i piedi, allora, ci sarà filo spinato da tutte le parti là dentro.

 

Hermione lo ignorò. “Una ragazza vietnamita di trent’anni che ti parla del mese ideale per un matrimonio nel suo paese… a mio parere ti sta facendo capire che le piacerebbe fare le cose a modo suo, stavolta. Seguire le sue tradizioni nel giorno più importante della sua vita.

 

Ginny annuì. “E per questo ha trovato questa tua plateale dichiarazione di matrimonio un po’ troppo inglese… e soprattutto un tantino appariscente.

 

Harry trattenne a fatica una risatina. “Beh, in effetti un po’ appariscente sei stato…”

 

Charlie gli lanciò un’occhiataccia, poi tornò a concentrarsi sulle due donne. “Cioè voi mi state dicendo che Tennessee vorrebbe sposarsi alla maniera vietnamita?” le due annuirono. “Facendo tutte quelle… cose strane che si fanno laggiù?”

 

“Non sono cose strane, sono i costumi di un paese e tu devi rispettarli. Hermione incrociò le braccia sul petto, recuperando il suo tipico tono autoritario. “Il fatto che le sue usanze siano diverse dalle nostre non ti autorizza a mettere le nostre abitudini su un piano di superiorità. E se vuoi proprio saperlo, le usanze orientali sono molto ma molto più affascinanti delle nostre.

 

Ron la guardò intensamente. “Sei maledettamente eccitante quando metti gli altri al loro posto, lo sai, amore?”

 

Harry gli diede un piccolo buffetto sulla nuca. “Ce lo diamo un po’ di contegno?”

 

“Numero uno, io non penso affatto che le abitudini di Tennessee siano ridicole o inferiori.” Protestò Charlie. “E numero due, se quella testa di legno non mi spiega le cose, come diavolo faccio a indovinare cosa le frulla nella zucca, devo leggerle la mente nei fondi di caffè?!”

 

Harry inarcò un sopracciglio. “Beh, oddio…”

 

Ron si strinse nelle spalle. “In teoria potresti anche, sei un mago…”

 

VE LA TAPPATE QUELLA BOCCACCIA INUTILE?!?

 

Ron fece una smorfia disgustata. “Quest’uomo è disperato, è meglio se gli diamo una mano a sposare quell’altra spostata della sua ragazza, almeno sfogano e non rompono a noi.

 

Ginny lo fulminò con un’occhiataccia, ma attirò dolcemente l’attenzione del fratello maggiore su di lei. “Hai ragione, non è facile stare dietro a Tennessee…ma lei ti ama, e anche tu la ami molto, no? Quindi vale la pena fare  un piccolo sacrificio…dico bene?”

 

Charlie sospirò. “Se serve a vederla felice, certamente.”

 

Hermione sorrise largamente. “Questo è lo spirito giusto! Vedrai che andrà benissimo!”

 

Harry inarcò un sopracciglio. “Uhm… scusate, io ancora non ho capito che idea avete in mente…”

 

“Ora ci concentreremo sulla nuova proposta di Charlie. Spiegò Ginny. “Tutta in perfetto stile vietnamita, e in previsione di un matrimonio proprio come vuole lei.

 

“Vedrai come sarà contenta.” Gli disse sorridente Hermione.

 

“Questo è l’unico motivo per cui mi presto a tutto questo.” Charlie fece una smorfia rassegnata. “Allora, come si comporta uno sposo in Vietnam?”

 

Ginny scosse la testa. “Non ne ho la più pallida idea, ma posso aiutarti. Ho un amico tibetano…”

 

Charlie inarcò le sopracciglia. “E dove te lo sei fatto un amico tibetano, Gin?”

 

“E’ un nostro corrispondente al San Mungo, uno stimato medico che si occupa di misture e pozioni curative. Si chiama Rajah Tum-Pat-Nee.” Ginny fece un breve sorrisino. “E’ un tipo un po’ particolare, a dire il vero…”

 

“Particolare?” Ron si finse serio. “Uno con un cognome così? Nooo, non ci credo.” Harry rise.

 

“Ignorali.” Fece secca Hermione. “Comunque, questo simpatico signore ti aiuterà a capire come devi comportarti  per sembrare un perfetto sposo orientale.”

 

“Oggi pomeriggio lo chiamo e gli spiego la situazione. Ginny diede un’occhiata all’orologio. “E domani mattina ti presenterai da lui.”

 

Charlie scosse la testa, incredulo. “Io non posso credere che sto facendo tutto questo per una donna.

 

“Non è una donna qualsiasi, è la tua futura moglie. Hermione gli sorrise largamente. “E poi non ci andrai da solo… Harry e Ron verranno con te.

 

Cosa??

 

Che??

 

E state zitti, non volete proprio dare una mano a questo pover’uomo?” protestò Ginny.

 

Hermione appoggiò le mani sui fianchi. “La mia non era una domanda, era un’affermazione… con relativa contro-minaccia in caso di risposta negativa. Sono stata abbastanza chiara?”

 

“Allora era una minaccia, altro che affermazione!” ribbattè Ron.

 

“Lui si sposa e noi dobbiamo andare dal bonzo!” annuì Harry.

 

“Avanti, che un po’ di sana spiritualità non fa male a nessuno qua dentro!” insistette Ginny. “E badate che faccio sul serio!”

 

 

***************

 

 

“Pensaci bene pima di sposarti, vedi poi come finisci?” fece Harry, mentre la piccola combriccola arrivava fuori da una palazzina di tre piani poco lontano dal Paiolo Magico. “Loro ordinano e tu, mentecatto, obbedisci pure.

 

Charlie ridacchiò. “Non mi invogliare ancora di più, Harry, qui già è una situazione molto precaria…”

 

“Avanti, zucca vuota, il cerimoniale matrimoniale del Vietnam non può essere poi così assurdo…” Ron gli diede un’amichevole botta sulle spalle. “…mai più assurdo della tua donna, comunque.”

 

Anche questo è vero.” Ridacchiando, Charlie bussò alla porta.

 

Uno strano rumore di campanelli e alcune note di flauto irruppero nell’aria, e la porta si aprì con una lentezza esasperante. Con lo sfondo di una musichetta arabica pacata e poco ritmica, davanti a dei quanto mai increduli Harry, Ron e Charlie si rivelò un lungo corridoio pieno di tappeti e veli.

 

“Bene.” Ron annuì lentamente. “Adesso possiamo anche cominciare a preoccuparci.

 

Harry fece una smorfia e fu il primo ad avanzare. “Andiamo, togliamoci il pensiero.”

 

I tre uomini proseguirono lungo il corridoio finchè non furono arrivati in una grande stanza molto colorata… c’erano tappeti, piante di bambù, incensiere e lampade ad olio che svolazzavano nell’aria, e in sottofondo continuava la musichetta indiana. Ma la cosa probabilmente più assurda era l’uomo seduto a gambe incrociate su un cuscino a terra, tutto vestito di bianco e con un turbante in testa, ad occhi chiusi e in una posizione decisamente innaturale.

 

Harry lanciò un’occhiata insicura agli altri due, poi si schiarì la gola e si avvicinò. “Ehm…buon uomo? E’ lei il signor… Tum-Pat-Nee?”

 

L’uomo rimase immobile nella sua posizione, semplicemente mosse gli indici delle mani (che teneva appoggiate alle ginocchia) e li strinse fino a farli combaciare con i pollici.

 

“Questo sarebbe un si?” bisbigliò Ron al fratello.

 

E che ne so io?”

 

“Sei tu che hai la fidanzata indiana!”

 

“Vietnamita, prego!”

 

Sul viso del bonzo comparve un sorriso lento e alquanto divertito. “Voi amici di Mem Ginny, immagino.”

 

“Si, in teoria siamo parenti, ma il senso è quello. Rispose Ron.

 

“Io mi chiamo Charlie Weasley, sono qui per…”

 

“Conoscere nostre tardizioni di unione.” Il bonzo aprì gli occhi. “So bene, Sahib. Tu deciso a fare cosa più grande di te.”

 

Harry si accigliò. “Ma che fa, lo scoraggia?”

 

“Voi inglesi uomini di carattere molto focoso. Commentò quasi divertito l’ometto. “Shiva ama coraggio e sacrificio, quindi tu può riuscire se veramente desidera di fare ciò.

 

Charlie annuì. “Senti, amico…io non ne capisco molto delle vostre cose qui, e non metto in dubbio che siano degne di grande rispetto perché sono le vostre tradizioni, però sono qui perché voglio rendere felice la mia futura moglie. E voglio sposarla alla vostra maniera, so che lei ci tiene. Perciò farò qualunque cosa.”

 

Il bonzo lo guardò ammirato. “Tu uomo molto innamorato, Sahib. Amore viene da Shiva, dunque è sacro.” Con un’agilità che lasciò letteralmente di sasso i tre uomini, l’indiano si mise in piedi senza spostare le gambe intrecciate, sollevandosi sui talloni con un movimento elastico e quasi innaturale. “Segui me.”

 

Ron inarcò un sopracciglio e si voltò verso Harry. “Dici che alla fine della giornata ci avrà insegnato a fare anche questo?”

 

Harry sembrava scettico. “Non lo so, non lo vedo tanto bene questo benedetto…”

 

Charlie diede una botta sulla nuca a entrambi e si avviò rapidamente verso la direzione che aveva appena preso il bonzo. Dopo un’interminabile scalinata di buoni cinque piani, i quattro uomini giunsero in una stanza stranissima… e bellissima. Sembrava parte di un giardino di Kyoto, con tanto di laghetti e ninfee, piccoli ponticelli in legno, canne di bambù e uccellini cinguettanti.

 

“Wow.” Mormorò stupito Harry. “Ma come…”

 

“Voi non è unici a saper usare magia, Sahib.” Commentò serenamente l’indiano, facendo cenno di sedersi sotto l’albero più grande. “Prego, sedere.”

 

“…certo che un cazzo di cuscino no, eh…” borbottò a bassa voce Ron, quando si sedette direttamente su una fastidiosissima radice.

 

Il bonzo si sedette con la stessa elegante elasticità con cui si era alzato, prendendo posto davanti agli altri tre. “Benvenuti in stanza di riflessione.”

 

Charlie si guardò in giro e fece una smorfia. “Però, non ti tratti male…”

 

L’indiano sollevò leggermente le mani. “Adesso, Sahib, saprai come funziona cerimoniale di unione in nostra bellissima terra d’Oriente. Poi ascolteremo la voce di Shiva.”

 

Sono pronto, spara.” Fece subito Charlie.

 

Il bonzo trasse un profondo sospiro. “In religione indù questo è mese di prosperità e salute, quindi migliore momento dell’anno per unirsi in matrimonio. Cerimonie durano per una settimana o due, e alla fine sposo e sposa sono veramente marito e moglie.”

 

Harry si accigliò. “Due settimane di festeggiamenti?!”

 

“Aspetta, aspetta che ho fiutato la trappola…” Charlie lo guardò storto. “…alla fine? Cioè vuol dire che finchè non sono chiusi i festeggiamenti, la mia donna e io non possiamo…non possiamo concludere un fico secco?”

 

“Shiva non benedice coppie che non rispettano suo volere. E suo volere è bene per tutti, Sahib.”

 

Charlie si passò le mani in faccia, e Ron lo guardò con un misto di pena e misericordia. “Ma non si può corrompere questo Shiva? Tutti chiudono un occhio oggigiorno…”

 

Harry gli rifilò una gomitata. “Idiota, sta parlando del loro Dio.”

 

L’indiano osservò divertito la scenetta, quindi continuò il suo racconto. “Tu e tua sposa siederete su troni d’oro con corone di fiori su vostre teste, e bambine cospargeranno di petali vostri piedi. Secondo cerimoniale, anche parenti e amici devono gettare fiori su nuova famiglia, ma prima bambine piccole perché segno di purezza e longevità. Tutti buoni auspici per nuova unione.”

 

“E dobbiamo fare questo per due settimane. Commentò avvilito Charlie.

 

“No, Sahib. Pranzo molto importante nella vita di nuovi sposi. Tutti portano cose preparate in casa durante settimane di nozze.

 

“Qua è già meglio.” Fece solidale Harry.

 

“E naturalmente tu deve avere sacra mucca a fianco quando sposa.”

 

Charlie inarcò le sopracciglia. “Devo sposarmi con una mucca al mio fianco?”

 

“Mucca è animale sacro, Sahib, presente a tutte cerimonie importanti in nostro paese.

 

Ron fece una smorfia. “E ti è andata bene che è solo una vacca, Charlie, pensa se era un toro.”

 

Charlie annuì. “Ok, va bene… mi sono arreso a questa parte tragica. Adesso vorrei capire… per il resto è tutto uguale a noi? Cioè, lei vestita di bianco col velo, io…”

 

“Oh, no no, Sahib! Bianco è colore di morte da noi.”

 

“Ecco, perfetto.” Commentò sarcastico Charlie.

 

L’indiano fece un sorriso pacifico. “Rosso è colore di sposa. Di sposa e di addobbi e regali di parenti più stretti. E niente velo, ma corona di fiori gialli. Giallo come il sole, il simbolo del nostro grande padre Shiva.”

 

E io?”

 

“Tu può scegliere, ma oro è colore benaugurante.”

 

Ron trattenne a fatica un sorrisetto. “Quindi tu non può scegliere, ma può prenderla in quel posto e…”

 

Charlie lo incenerì con lo sguardo e tornò a guardare l’indiano. “Tiro a indovinare… il modello del vestito è come il tuo, giusto?”

 

“Si, Sahib.”

 

L’espressione di Charlie era a metà fra l’avvilito e l’incredulo. “Santa pace, tu guarda quanta roba mi tocca fare per quella cocciutissima, legnuta donna.

 

L’indiano sorrise largamente. “Tu uomo molto coraggioso, Sahib. Ci vuole molto amore e molto coraggio per fare cose di paese non tuo. Shiva protegge uomini coraggiosi come te.

 

“Si, beh… tutto il mio coraggio e il mio amore mi fanno solo vedere un casino di colori e veli e fiori… vedrai che qualcosa la sbaglio!”

 

“No, Sahib, non sbaglierai.”

 

E come fai a dirlo, scusa? Hai un suggerimento?”

 

Il sorriso dell’indiano si fece ancora più largo, e le sue mani si andarono a congiungere in una posa simile a quella di un uomo in preghiera. “Segui voce di tuo spirito.” Cantilenò.

 

Ron fece una smorfia. “Ecco, adesso sì che è tutto chiaro.”

 

“Adesso, Sahib, cominceremo percorso per chiedere a Shiva sua benedizione su sposo. Il bonzo indicò le sue gambe incrociate. “Voi sedete come me.”

 

Harry arricciò il naso. “Non so perché, ma non mi piace…”

 

Quando vedo Hermione la strangolo.” Ringhiò Ron a denti stretti.

 

“Adesso voi mette mani su ginocchia…ecco, così… aprite palmi, prego… ora chiudete occhi e meditate.”

 

“Meditiamo…su cosa?”

 

“Su vostra essenza.”

 

Charlie si accigliò. “…in parole povere?”

 

“Voi sentite vostra anima lasciare vostro corpo per unirsi con immenso universo che vi circonda. Ed entrate in contatto con divino Vishnu.

 

Ron inarcò le sopracciglia. “Ma non era Shiva?”

 

Harry scrollò le spalle. “Sarà il segretario.”

 

L’indiano sorrise beatamente. “Divino Vishnu benedirà vostri spiriti e permetterà incontro con grande padre Shiva.”

 

Ron fece una smorfia. “Alla faccia, là sopra hanno tutta questa organizzazione burocratica?”

 

Charlie ridacchiò, ma si ricompose subito. “Ok, va bene… meditiamo.”

 

Alquanto confusi, i tre obbedirono e chiusero gli occhi. “Ricordate… segui voce di tuo spirito.”

 

 

 

 

Charlie aprì un occhio e poi l’altro… lanciò un’occhiata all’orologio, e quasi si stupì di essere riuscito a rimanere immobile (e a occhi chiusi) a fare niente per quaranta minuti senza aver dato di matto. Con suo immenso piacere, anche il bonzo aprì gli occhi a sua volta e gli sorrise amabilmente. “Divino Vishnu sarà molto soddisfatto, Sahib.

 

Harry si stiracchiò. “Mamma mia, ho la schiena a pezzi… ehi Ron, puoi anche smettere di meditare.”

 

Charlie ridacchiò. “Ci ha preso gusto.”

 

Harry rise. “Oh, ci sei?”

 

Charlie per poco non scoppiò a ridere quando sentì che suo fratello stava russando beatamente e rumorosamente.

 

 

 

 

 

 

“Scusa, amico…non è che mi potresti spiegare in quale modo questa posizione da mentecatto mi aiuterà a prepararmi per il matrimonio?!”

 

Ron, nonostante tutto, trovò la forza di ridacchiare. “E te lo chiedi? Ti rende inagibile giusto per le due settimane di astinenza forzata.” Harry rise e quasi cadde.

 

Erano tutti e quattro in una posizione che definire assurda sarebbe stato un complimento. Il buon indiano aveva suggerito a Charlie di ingraziarsi il favore dei suoi dei pregando per una buona ora nella posizione in cui erano soliti pregare i sacerdoti indù quando facevano atto di devozione… con la schiena contro la parete, la testa all’ingiù e le gambe incrociate in alto.

 

“Voi anime molto pure adesso!” li rinfrancò il bonzo. “Shiva benedice puri!”

 

Ron lo guardò molto male. “Vai al diavolo tu, il tuo amico puro, i tuoi preti strani, le tue assurdità…”

 

“Ron!” Charlie gli lanciò un’occhiataccia. “Scusalo tanto, è il solito bufalo senza grazia…”

 

L’indiano sorrise largamente. “Spirito di voi molto vivo e audace, benedetto da Vishnu. Vishnu ama vita.”

 

Harry tentò di sistemare un po’ la testa dolorante sul cuscino che aveva sotto la nuca. “Visto che quest’altro è più malleabile e ama la vita, possiamo fare uno strappo alla regola e finirlo ora questo…esercizio?”

 

“Tu ha pregato, Sahib?”

 

“Molto!”

 

“In mia terra molto vuol dire poco… immenso è vostro molto.

 

Ron riuscì a svincolare una mano per poter fare un gestaccio al suo amico. “Ma perché non impari a usare le parole giuste, eh?!”

 

 

 

 

 

“…uhm… in che modo esattamente osservare il movimento delle api dovrebbe essere utile al mio matrimonio, amico?”

 

“Tu ancora non concentra abbastanza.” Il bonzo gli indicò ancora una volta lo sciame di api che svolazzava attorno a uno degli alberi presenti nella stanza della meditazione – per fortuna di tutti, questo era circondato da una barriera di vetro per evitare alle api di uscire. “Se tu guarda bene, vede che ape regina fa danza e fuchi attorno a lei…”

 

Ron inarcò un sopracciglio. “Fuchi?”

 

“Api maschio, Sahib.”

 

“Esistono api maschio? Ma non sono tutte femmine?”

 

“Scusa, ma se sono tutte femmine mi dici come fanno a riprodursi?”

 

“E che vuoi che ne sappia io, non mi sono mai posto il problema di stare a guardare un alveare per un’ora!”

 

“Se tua moglie sapesse che non sai cos’è un fuco…”

 

Charlie si schiarì rumorosamente la gola, sperando che questo fosse sufficiente a far tacere Harry e Ron. “Dicevi?”

 

“Fuchi e ape regina formano disegno che Sahib può vedere chiaramente se concentra mente… se tu vede disegno, tu pronto a vedere al di là di tuo naso… e dunque pronto per bere sacra acqua di Gange.”

 

Charlie aveva un po’ di difficoltà a vedere un’immagine in quel turbinio di corpi gialli e neri, e certo il continuo brontolare di Harry e Ron non era di grosso aiuto. All’inizio anche lui aveva preso a ridere su tutto, ma poi… mentre meditava, pregava a testa in giù e anche ora, mentre cercava per lo meno di capire quale fosse l’ape regina in quel macello di insetti… gli era venuta in mente Tennessee. Lei era di un mondo che in queste cose ci credeva, ed era una persona intelligente e preparata, dunque… dunque forse non c’era proprio niente da ridere. Era tutto molto diverso, estremamente strano… ma non per questo era follia pura. E se la donna che amava credeva tanto in queste cose… perché non fare uno sforzo per avvicinarsi almeno di un passo alle sue credenze?

 

Ron sbadigliò. “Ok, ho visto l’ape regina che sculettava in mezzo a un’orda di…fuchi eccitati. Va bene? Possiamo andare avanti?”

 

L’indiano sorrise. “Immagine divertente, Sahib, ma non reale.

 

Perché non reale?”

 

“Perché ape non ha culo.”

 

“Ah no?”

 

“No, Sahib.”

 

Harry scosse la testa. “Onestamente io non riesco a vedere proprio niente, perché non…”

 

“Un fiore.”

 

Tutti si voltarono a guardare Charlie. “Un…fiore?” domandò incredulo Ron.

 

Charlie annuì. “L’ape regina disegna il pistillo, e i fuchi tutto intorno ricamano i petali.

 

Harry inarcò un sopracciglio. “Complimenti, fratello, se sei riuscito a vedere tutto questo in quel casino…”

 

“Lui non ha visto, Sahib.” L’indiano stava sorridendo largamente. “Lui ha immaginato con occhi interiori…disegno di fiore era quello che Sahib voleva che api disegnassero. Molto bene, Sahib… tu comincia a seguire voce di tuoi spirito. Molto, molto bene.”

 

Charlie sorrise. “Grazie, amico.”

 

Ron si voltò a guardare lo sciame di api veloci e lo fissò per un lungo momento, quindi fece un mezzo sorrisetto. “La testolina rotonda di un bambino piccolo. Disse allegramente, voltando a guardare gli altri. “Il mio bambino che sta per nascere.”

 

L’indiano sorrise ancora più di quanto non avesse fatto per tutta la giornata. “I migliori auguri per te e Mem moglie, Sahib! Shiva sorride sempre a vita nuova e benedice bambini.

 

Ron gli fece una buffa imitazione del saluto militare. “Grazie, amico.”

 

Harry smise di fissare le api e assunse un’espressione contenta… soddisfatta.. “Una colomba bianca… e un arcobaleno. Ecco cosa ci vedo io.”

 

“Spirito puro vede pace e desidera pace.” Il bonzo sorrise anche a Harry. “Ora voi spiritualmente pronti per avvicinare voi stessi a grande padre Shiva.”

 

Charlie osservò con una certa curiosità l’indiano mentre sollevava da terra un vassoio e lo scopriva dal velo… rivelando tre ciotole piene di acqua. “Quella sarebbe…”

 

“Acqua di Gange, sacro fiume indiano che purifica spirito e conduce a Shiva. L’indiano distribuì le tre scodelle. “Ecco, ora voi potete.”

 

“Alla salute.” Harry fu il primo a bere l’acqua… e come gli altri due fece una faccia alquanto strana. “Uhm… senti, come mai ha un sapore così strano?”

 

Charlie annuì. “Vero, sa di… non lo so, di…cose.”

 

Ron scrollò le spalle. “Forse ha questo sapore perché è stata a bollire… è acqua di fiume, è chiaro che si deve bollire…”

 

Ma l’acqua bollita non cambia il sapore…”

 

“No, Sahib, acqua non bollita.”

 

Charlie, Harry e Ron guardarono il bonzo ad occhi spalancati. “Acqua non bollita?”

 

L’indiano scosse la testa e sorrise allegramente. “Certo che no…acqua di Gange deve mantenere sapore di Shiva, e di purificazione di corpi di tutti quelli che si sono immersi in essa per purificarsi.”

 

Ron aveva un’espressione di disgusto stampata sul viso. “…la gente che fa il bagno in questo caspita di fiume… ce li ha i vestiti addosso?”

 

“Ovviamente no, Sahib.”

 

Harry, Ron e Charlie sputarono fuori l’acqua praticamente nello stesso istante.

 

 

***************

 

 

Adesso Tennessee aveva veramente un diavolo per capello. Vero, era stata lei a chiedere a Charlie un po’ di tempo per starsene per conto suo, ma da una notte a tre giorni c’era una bella differenza! Quel mascalzone si era praticamente dileguato! Decisa ad agguantarlo per il collo e dirgli tutto quello che si meritava di sentirsi dire, Tennessee salì in fretta le scale che portavano al piano di sopra del quartier generale dei War Mage e si diresse a passi decisi verso la palestra… ma delle risatine attirarono la sua attenzione. C’erano due infermiere che stavano scendendo le scale.

 

“…completamente fuori di testa, però è divertentissimo.”

 

“Chissà se anche stavolta lei gli rifila il palo.

 

“Beh, oddio…per come si è conciato… me lo ricordavo più normale, sai?”

 

Che vuoi farci, anche per Charlie passano gli anni…”

 

Tennessee si accigliò, e senza esitare osservò le scale da cui erano appena scese le due ragazze. Erano quelle che portavano all’infermeria… da dove, oltretutto, provenivano delle robuste risate maschili. Decisa a capire cosa stesse succedendo, Tennessee salì di corsa e si ritrovò su un  pianerottolo pieno di War Mage ridacchianti che si affollavano attorno alla stanza dell’infermeria. Vicino alla porta Harry, Hermione, Ron e Ginny sorridevano divertiti a loro volta ma cercavano di allontanare gli altri.

 

“Si può sapere cosa succede qui?!” Tennessee si fece largo fra la folla a suon di gomitate. “Insomma, che state facendo tutti quanti?!”

 

“Abbi pietà di lui, Tennessee, quell’uomo è completamente andato!” rise Josh.

 

Natan annuì, ridacchiando. “Vacci piano coi rifiuti stavolta.”

 

Ginny la prese affettuosamente per un braccio e la condusse sulla soglia della porta. “C’è qualcuno che vorrebbe chiederti qualcosa…”

 

Tennessee rimase senza parole. In piedi al centro dello stanzone c’era Charlie, sorridente più che mai… e conciato come mai avrebbe creduto di poterlo vedere. Indossava un completo indiano tutto verde, con tanto di turbante e cintura dorata e scarpe dello stesso colore e a punta. E la cosa più assurda era la mucca accanto a lui, che continuava a mordicchiargli il turbante indisturbata.

 

“…ma che…” Tennessee si coprì le labbra con le mani… conosceva quel tipo di abbigliamento, e nel suo paese voleva dire una sola cosa…

 

Charlie le fece il suo solito bellissimo sorriso fascinoso. “Adesso sono abbastanza pazzo per te?”

 

Tennessee rise fra le lacrime che cominciavano già ad uscirle. Aveva fatto veramente tutto questo per lei… rinunciando al solito esibizionismo da macho, si era perfino lasciato prendere in giro dai suoi colleghi pur di farla felice…

 

Charlie sorridendo le si avvicinò e le prese le mani. “Se accetterai, pantera, domani stesso partiamo per il Vietnam… possono sposarci quando vogliamo, ho parlato già col bonzo. Mi sono anche fatto il bagno nel Gange ieri…l’acqua era un po’ sporchina, ma dicono che adesso sono più puro agli occhi di Shiva.”

 

Tennessee non soppresse un singhiozzo e sorrise, accarezzandogli le mani. “Hai fatto tutto questo per me?”

 

Charlie annuì allegramente… ma si voltò per riprendersi il turbante che la mucca gli aveva sfilato dalla testa con l’intenzione di fare merenda. “Ehi, Brunilde, questo affare fa parte del mio completo di nozze… dammi qua.”

 

Tennessee rise. “Tu sei tutto pazzo.”

 

“Si, ma sono un pazzo innamorato.” Charlie le fece l’occhiolino. “Allora, pantera… che mi dici? Andiamo a farcelo un bel viaggio di nozze nel tuo paese?”

 

“Si, si, si!!” con uno strillino di gioia, Tennessee si gettò al collo di Charlie e lo baciò, mentre un coro di applausi e strilli d’incoraggiamento esplodeva nell’aria.

 

Hermione sorrise commossa ancora una volta vedendo con quanto amore e quanta gioia si stavano baciando i futuri sposini, e per discrezione decise di chiudere la porta mentre Ginny suggeriva a tutti di allontanarsi.

 

 

 

“Bene, e così adesso andiamo a farci una bella vacanza in oriente. Disse allegramente Harry, prendendo per mano Ginny mentre s’incamminavano lungo il corridoio.

 

“Beh, vacanza… quanto possiamo trattenerci, un paio di giorni… giusto il tempo della cerimonia e…”

 

Ron rise e le passò un braccio attorno ai fianchi. “E qui casca l’asino… amore, nel paese di Tennessee i matrimoni durano un buon paio di settimane.

 

Ginny spalancò gli occhi. “Wow, così tanto?”

 

Harry le baciò la tempia e ridacchiò. “Quanto mi piace sapere una cosa che tu non sai.

 

“Tu pensa nel caso mio, quanta soddisfazione disumana e immensa…” fece Ron con aria sognante, facendo ridere tutti.

 

Hermione arricciò il naso. “Beh, si direbbe che vi ha fatto bene la giornata della spiritualità, avete imparato un sacco di cose.

 

“Vero, abbiamo fatto un po’ di tutto: ci siamo stesi sui chiodi – e ci siamo veramente distrutti la schiena – poi abbiamo bevuto una roba strana che non mi ricordo il nome… abbiamo imparato a mettere le mani sul fuoco senza bruciarci – molti, ma molti tentativi dopo….” Ron annuì ridacchiando. “Ma meno male che domani si parte per l’oriente, perché l’unica cosa che Harry e io volevamo veramente imparare, l’amico di Gin non la sapeva spiegare.”

 

Harry annuì con lo stesso sorrisetto furbastro. “Già, ha detto di essere un po’ impreparato sull’argomento.

 

Hermione lanciò uno sguardo insospettito a Ginny e si voltò verso il marito. “Che argomento?”

 

“Quel piccolo diavolo di bonzo non aveva neanche uno straccio di libro sul Kamasutra.

 

RON!!!!!

 

 

** THE END **

 

 

 

^________-  Bene, e se vi siete fatti due genuine risate… che ne dite anche di completare l’opera e recensire? ^_- 

 

E con questa shotty tutta da ridere vi annuncio che almeno per un po’ non mi vedrete pubblicare storie da un solo chap… perché incredibile ma vero, credo proprio che quanto prima mi vedrete ricomparire con una sorpresa speriamo bella…no, speriamo bellissima! (…e quando riuscirete a liberarvi di me voi, povere anime… @_______@) Un bacio speciale a tutti quelli che mi hanno recensito nelle ultime shotty… vi adoro tutti! Uno smack gigante a testa e ancora auguroni a tutti! ^____________^

 

 

Sunny

  
Leggi le 24 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Sunny