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Autore: Crystal eye    23/07/2014    1 recensioni
"Ma non successe nulla per molti, lunghi minuti, tanto che Harry abbassò leggermente la guardia. In quel preciso momento, la sensazione triplicò e si alzò un forte vento nel parco.
“Sarai mio!”.
Quelle due parole portate dal vento erano state pronunciate da una voce così calda e suadente che al giovane sembrò terribilmente familiare."
Una guerra che rischia di sconvolgere tutto il Mondo Magico, una tregua forzata, nuovi amori e nuovi amici.
Abbiate pietà è la prima storia che pubblico e spero vi piaccia. è dedicata alla mia migliore amica Averyn, che mi ha incoraggiato a pubblicare. Crystal
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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NOTE DELL’AUTRICE: allora, eccomi di ritorno con un altro capitolo!!! Scusate l’assenza prolungata, ma ho avuto molto da studiare e poco tempo per scrivere!!!
Buona lettura
Crystal
 
 
Capitolo 22
 
Il giorno dopo, Harry si svegliò avvolto dal calore dell’abbraccio di Adrian, ancora addormentato.
Il giovane lo osservò meravigliato, non credeva che i vampiri dormissero, ma soprattutto non credeva sembrassero angeli mentre lo facevano.
Desiderava carezzare quel bellissimo viso, che, nella tranquillità del sonno, non dava la sensazione di appartenere a una creatura centenaria. Alzò la mano per compiere quel gesto, ma rimase incantato a fissare due occhi blu cobalto che lo osservavano di rimando.
“Stavi fingendo?” gli chiese Harry con un dolce broncio.
“Se fingevo probabilmente avrei aspettato che la tua mano facesse quello che volevi, invece di aprire gli occhi.” Si schernì il vampiro, dando un buffetto sulla guancia al giovane, che, con ancora un adorabile broncio, gli aveva lanciato un’occhiata a metà tra l’offeso, il lusingato e l’assonnato.
Ridacchiando, Adrian si accorse che il mago tra le sue braccia si aprì in un paio di volte e aveva ancora uno sguardo assonnato.
“Ehy, piccolo, hai ancora sonno?” Gli domandò dolcemente.
“No... ahh... mmh... ok, forse.” Rispose, sbadigliando nuovamente.
“Riposati ancora un po’, ti farà bene!” gli disse l’altro, quasi facendo le fusa per le lievi carezze che Harry aveva iniziato a fargli lungo l’addome, provocandogli una serie infinita di brividi che gli scorrevano sulla schiena, portando tutti i suoi muscoli a tremare leggermente nello sforzo di non girarsi e prenderlo, in tutti i sensi.
“Mmh... Harry...” miagolò letteralmente il vampiro nel momento in cui le sue carezze si fecero più audaci.
La sua mano, che in quel momento ad Adrian sembrava infernale, scendeva sempre più in basso nei suoi movimenti, dando al vampiro gran filo da torcere nel cercare di mantenere un certo autocontrollo.
Comunque, riuscì nell’impresa, almeno fino a quando il piccolo Harry non si alzò, facendosi sempre più vicino e andando, alla fine, a mettersi a cavalcioni sul suo basso ventre.
Due occhi blu si spalancarono improvvisamente, non appena il loro proprietario sentì un peso su di sé. Guardò con sorpresa il giovane che tracciava con la punta delle dita i pettorali leggermente scolpiti da anni, o secoli, di allenamenti, poi fino agli addominali definiti, ma non troppo pronunciati, e di nuovo su, sui muscoli delle spalle, sulle braccia per ritornare indietro e rifare il percorso da capo, andando ogni volta un pochino più in giù, verso il punto dove lui si era accomodato.
Ad ogni tocco delicato di quelle mani, il vampiro si sentiva sempre più rilassato, arrivando a lasciarsi quasi completamente andare, pur mantenendo un certo grado di lucidità per evitare di fargli del male.
“Harry....” sospirò, provando ad alzare una mano per fermare quelle dell’altro, che non si lasciò distrarre dal suo movimento.
“Ehi, piccolo? Fermati... dobbiamo andare...” disse nuovamente, sperando di sortire un qualche effetto.
Dopo un altro paio di tentativi andati a vuoto, decise di ribaltare la situazione.
Con un piccolo colpo di reni, riuscì a portarsi sopra Harry, in una posizione simile a quella della sera precedente.
Gli afferrò i polsi e glieli mise sopra la testa, tenendoli entrambi con una mano.
“Ora stai fermo e buono.” Gli disse serio.
Sul viso dell’altro comparve, tuttavia, un sorriso birichino a cui seguì un leggero mordersi del labbro inferiore per l’imbarazzo causato dallo sguardo fisso che stava ricevendo.
Gli occhi ardenti furono calamitati su quelle dolci e succose strisce di carne, che ricordava essere morbide e assolutamente intossicanti.
Senza pensarci due volte, si abbassò velocemente per poterlo baciare, perdendosi nel sapore paradisiaco del giovane uomo, il quale ricambiava il bacio con la passione che lo accompagnava in ogni cosa che faceva.
Quando si staccarono, Harry ansimava pesantemente, ma riuscì a trovare fiato per ridacchiare.
“Pensavo che non mi avresti più baciato, dopo ieri sera” disse con un filo di voce, da cui traspariva tutta la felicità per il fatto che il vampiro l’avesse accontentato.
“Piccolo, subdolo maghetto, sicuro di essere un Grifondoro? Questo è più un comportamento da Serpe.” Scherzò Adrian, poi aggiunse serio. “E poi, perché non avrei più dovuto baciarti? Perché qualcuno si è introdotto nella tua mente? Se dovesse succedere ancora, chiunque sia stato pregherà per avere una morte veloce e indolore!” esclamò, con occhi gelidi di rabbia, poi si addolcì, sentendo una mano carezzargli delicatamente una guancia. “Tesoro, non devi mai dubitare di quello che provo per te, o di noi.”
Detto ciò, tentò di sciogliersi dall’abbraccio in cui il giovane umano lo teneva avvinto, fallendo miseramente, dato che non voleva fargli del male.
“Harry! Purtroppo dobbiamo proprio alzarci.” Gli comunicò, applicando una leggera pressione sulle sue braccia affinché lo lasciassero andare.
“Dobbiamo per forza?” domandò il diretto interessato con il tono di un bambino.
“Temo proprio di sì. Sono in un clamoroso ritardo per una riunione e se tu non ti fai vedere a colazione, i tuoi amici potrebbero pensare che ti abbia sequestrato. Ah ah ah!” rispose il vampiro. “Non sei neanche andato a cena, non vedendoti si preoccuperebbero.” Aggiunse, sapendo che in quel modo l’avrebbe convinto.
Infatti, dopo pochi attimi di riflessione, questi annuì mesto, alzandosi lentamente.
“Va bene, andiamo.” Disse una volta pronto, con un broncio adorabile.
“Oh, andiamo. Non fare il bambino adesso. Avremo tanto tempo a disposizione per divertirci e stare insieme.” Lo consolò scherzosamente, convincendolo con quelle parole ad alzarsi dal letto e uscire dal bozzolo di tranquillità che si era creato.
Si diressero insieme verso la sala da pranzo e Adrian si diresse subito dopo verso lo studio di suo padre, dove avrebbero dovuto sistemare alcune questioni e doveva dirgli del ritorno di suo zio.
Arrivato nella stanza privata del Re, questi lo accolse con un sorriso malizioso.
“Allora, quel ragazzino non ti ha sequestrato... credevo di dover rimandare la nostra riunione...!” lo prese in giro, facendolo arrossire.
“Non è così, padre. Adesso sono qui, vogliamo iniziare?” domandò, leggermente imbarazzato, sedendosi facendo finta di niente.
“Dobbiamo discutere di come procedere con questa guerra... è necessario che tu organizzi le squadre di difesa e attacco, sia fra le nostre file che con i ragazzi che hanno deciso di rimanere e combattere. Chiedi ai tuoi fratelli e a chi vuoi di aiutarti, se ne avrai bisogno per addestrarli.” Gli espose il Re.
“Si, signore! Me ne inizierò ad occupare oggi stesso! Organizzerò le truppe e gli allenamenti. Ma c’è un’altra questione di cui ti devo parlare.” Assicurò, aggiungendo con tono greve, che impensierì suo padre.
“Cosa sta succedendo? Hai scoperto qualcosa sul capo dei ribelli? Sai chi è?” chiese, calmo e pacato, nascondendo dietro l’austera compostezza che lo contraddistingueva il dubbio che lo tormentava da un po’.
“Ha cercato di prendersi Harry! Non gli ho detto che sono molto preoccupato per questo, ma... ho dovuto fare ricorso ai miei poteri per farlo svegliare. L’unica persona in grado di fare una cosa del genere è...” spiegò Adrian.
“Stai dicendo che tuo zio è veramente tornato? Ne sei certo?” domandò solo per essere sicuro di aver capito bene, pur sapendo che suo figlio non gli avrebbe mai detto cose così importanti, come quella del ritorno alla vita di suo cognato. Non senza esserne assolutamente certo.
“È necessario intervenire per evitare che riesca a prendere il controllo di Harry o di uno degli altri umani qui con noi.” fece preoccupato per i suoi amici e in particolare per il suo piccolo.
“Stai tranquillo, mobiliterò il Gran Consiglio per cercare di fermare l’influenza dei suoi poteri entro le nostre mura.” Assicurò il Re, alzandosi e posando una mano sulla spalla del figlio, che teneva gli occhi bassi e i pugni serrati, con i muscoli che tremavano incontrollabilmente.
“Non preoccuparti, figlio mio. Lo sconfiggeremo anche questa volta!” lo consolò.
 
°°°
 
Da fuori alla porta, una giovane donna ascoltò l’ultima parte della conversazione e si ritirò lentamente, con espressione preoccupata. Sapeva che non tutti i consiglieri avrebbero accettato, anzi, si sarebbero opposti e avrebbero appoggiato l’idea di lasciare gli umani in pasto al capo ribelle.
Giravano voci strane sui ribelli, alcuni iniziavano ad avere dei dubbi sul non bere sangue umano a meno che non fosse donato spontaneamente. Sospirò, il principe avrebbe dovuto fare molti più sacrifici, questa volta. Fare molto di più...
Sperava non si arrivasse alla conclusione che la veggente aveva predetto.
“Katalina! Cosa dovevi dirmi?” la voce del principe la fece sobbalzare.
“Principe Adrian! Io... io vorrei parlarvi di una cosa, ma preferirei farlo in privato...” rispose, in soggezione.
“Kat non devi darmi del voi, non c’è bisogno.” Le disse dolcemente. “Sei un’amica, per me.” Aggiunse.
-Principe vogliono farvi del male! Vogliono costringervi ad uccidere la vostra anima gemella! Alcuni consiglieri sono d’accordo con vostro zio!- pensò la giovane.
“Generale! Ci dobbiamo preparare per iniziare gli allenamenti delle nuove leve umane!” disse un altro vampiro, vestito da militare, accompagnato da una donna molto bella in armatura.
“Si! Arrivo subito, voi andate e iniziate a verificare le loro capacità!” ordinò, per poi rivolgersi a Katalina. “Sei certa di quello che dici? Sono accuse pesanti!” le disse, guardandola indagatore, in attesa di una risposta.
“Si, signore. Sono sicura... ma... ho paura di ciò che potrebbero farmi se scoprissero che vi ho avvertito...” rispose con voce bassissima, con le lacrime che le rendevano lucidi gli occhi colmi di terrore.
“Non preoccuparti... chiudi gli occhi” le disse, posandole una mano sugli occhi, concentrandosi per alcuni secondi sui suoi ricordi e pensieri, cercando quelli che potevano incriminarla e creò degli scudi che la proteggessero da tutte le intrusioni e le impose diversi incantesimi che lo avvertissero e la tenessero al sicuro. “Ora dovrebbe andare bene. Questo dovrebbe tenerti lontana da ogni possibile pericolo.” La rassicurò. Poi si avviò in direzione del salottino dove si trovavano i ragazzi.
Li trovò che ridevano e scherzavano tutti insieme, mentre i suoi ufficiali fidati attendevano.
“Cosa hai fatto fino ad ora?” domandò colloquiale Theo, con conseguente attacco di gelosia di Harry, che strinse i pugni e gli occhi si ridussero a fessure.
“Ho organizzato la vostra permanenza qui!” rispose con un sorriso malefico, che spaventò tutti quanti.
Dopo qualche momento, durante i quali tutti tennero d’occhi Adrian, quasi in attesa che comunicasse il destino che aveva scelto per loro.
“Ok! Adesso basta! Cosa dobbiamo fare?” sbottò Hermione.
“Ah ah ah! Dovreste vedere le vostre facce!” li prese in giro. “Non dovete preoccuparvi, abbiamo solo organizzato una piccola prova per misurare il vostro livello di preparazione, ci permetterà di insegnarvi correttamente. La prova sarà presieduta da...” passando poi a spiegare la decisione che aveva preso per il loro addestramento, venne interrotto dall’entrata di un bambino di circa 10 anni, che portava con sé un biglietto. Adrian lo lesse con attenzione, poi con faccia seria andò verso una delle donne in piedi in un angolo del salotto e le disse qualcosa che nessuno degli umani riuscì a capire, ma videro tutti chiaramente l’espressione dei vampiri cambiare radicalmente, come se gli fosse stata tolta una maschera.
Si allontanò di corsa. “La prova verrà presieduta da loro!” disse indicando i vampiri accanto a lui, poi se ne andò, correndo fuori dalla stanza.
 
 
 
 
  
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