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Sogni
ad occhi aperti
Mentre il caffè
scendeva caldo nella tazzina spargendo così il suo aroma,
Elle pensava alle
sensazioni che aveva provato stando vicino a lui, lui così
sicuro di sé, a
volte così arrogante, mentre altre così
assurdamente dolce; si doveva
ammetterlo le faceva girare la testa oltre che farla arrossire in modo
spropositato: infatti ormai lui aveva capito che i
“saluti” e i “sorrisi” della
ragazza celavano un motivo, e confermate le sue supposizioni grazie ai
frequenti cambiamenti di colore sul viso di Elle, si divertiva anche un
po’ a
far andare in fiamme quelle guance rosate.
Mentre con
la testa Elle riviveva ogni secondo di quella chiacchierata,
arrivò dalle scale
Michelle che, con aria ancora assonnata, salutò la distratta
sorella e si
diresse verso la sua colazione prendendo anche i biscotti che erano
stati
lasciati sulla mensola.
La mamma
raggiunse un istante dopo le figlie in cucina e diede ad entrambe il
buongiorno
senza manifestare un particolare buon umore, anzi iniziò a
parlare ad Elle e
Michelle della scuola, della fine delle vacanze e del fatto che
entrambe
avrebbero dovuto ricominciare a studiare anche quella mattina stessa;
Michelle
mentre sorseggiava la cioccolata provò a ribattere ma con
scarsi risultati;
Elle dal canto suo, era persa totalmente nei suoi pensieri,
tantoché sua mamma
iniziò ad agitarle le mani davanti agli occhi per riportarla
con la testa in
quella stanza. “Signorina sto parlando anche per
te!”, esclamò “Hai sentito
quello che ho detto a proposito dei compiti?”
“Ovviamente” rispose Elle con tono
piatto cercando di trattenere le risate, cosa che non riuscì
a Michelle poiché
davanti aveva un vero e proprio spettacolo: sua mamma un pochino
nervosetta ed
Elle che per qualche arcano motivo era totalmente immersa a farsi gli
affari
suoi e sul volto aveva dipinta un’ espressione di totale
beatitudine. Elle
lasciò la cucina per andare nel salotto dove c’era
il suo micione che aveva
deciso di farsi una pennichella sotto il divano, e prese un libro dalla
libreria fatta di noce, tutta scura che contrastava col chiaro parquet
di
tasso; la sua mano aveva estratto “Twilight” uno
dei libri preferiti dalla
ragazza “Un giorno chissà magari
troverò il mio Edward..” pensò tra
sé e sé e
iniziò a leggere, per l’ennesima volta, il romanzo
che per lei era uno tra i più
belli che potessero aver mai scritto.
Trascorsero
così due ore che lei non se ne accorse; quando
s’immergeva tra quelle righe,
dimenticava tutto ciò che aveva intorno ritrovandosi a
Forks, la piovosa e
umida cittadina che faceva da scenario principale alla storia, e con il
libro
nelle mani tutto chiazzato dalle sue lacrime dovute alle parole e
emozioni che
quelle pagine ogni volta le regalavano.
Michelle
entrò nella stanza e guardando la faccia della sorella,
intuì quale potesse
essere il libro che aveva fra le mani; decise comunque di interromperla
per
farle una domanda: “Elle scusa se t’interrompo, ma
verresti con me a studiare?”
, gli occhi azzurri della ragazza incontrarono quelli verdi della
sorellina
“Mmh va bene, studiamo in cucina o qui?” chiese con
voce mista tra l’annoiata e
l’accondiscendente ; Michelle rispose raggiante
“Veramente vorrei andare o nel
giardino o al parco se non ti dispiace”. Dopo
quest’ultima battuta, Elle guardò
l’ora e spiegò a Michelle che ormai era troppo
tardi per andare fuori, ma che
nel pomeriggio sicuramente non avrebbe esitato a portarla; Michelle le
fece un
gran sorriso e se ne andò saltellando, prima però
di superare la soglia della
stanza Elle la fermò “Perché proprio al
parco?” Michelle si bloccò di colpo e
iniziò a ingarbugliarsi con le parole “Mah, mi
sembra una così bella giornata…”
di colpo si sentì un tuono “ehm, forse non la
è..” continuò lei
“Però magari
migliora..” Elle le fece l’occhiolino “Tu
non me la conti giusta, sai?” e
sorrise; Michelle ricambiò uscendo frettolosamente dal
salotto.
Elle chiuse
il libro che teneva fra le mani e se lo portò in camera
poggiandolo sul letto,
si diresse verso la finestra e quello che ebbe davanti fu un vero e
proprio
spettacolo: il cielo era tutto venato dalle luci dei lampi che non
promettevano
nulla di buono, ma era così bello le ricordava il mare
quando era mosso, con le
onde che si increspavano contro gli scogli e il cielo grigio e azzurro
che si
accostava perfettamente al colore di quelle acque burrascose rendendo
più cupo
lo scenario; “Sembra Forks” pensò Elle
appoggiando i gomiti al davanzale e
rimanendo a contemplare lo scenario sino a quando non sentì
una testolina
morbida che tentava di farsi spazio sul davanzale per mettersi tra le
sue mani;
“Ci sei anche tu” disse Elle al gatto che, per
tutta risposta, miagolò
fissandola con le sue iridi di ghiaccio “Lo senti
quest’odore?E’ il profumo
della pioggia..” continuò la ragazza, “a
me non dispiace, è particolare non
comune a tutti gli altri profumi, e inoltre lo senti solo se piove o ha
piovuto” finì Elle guardando i due zaffiri che la
fissavano, riportando poi la
sua attenzione verso il panorama. “Sarebbe bello tornare in
quel posto” disse
poi “nel parco intendo, magari questa volta potrei portarmi
un k-way e il
telefono..così non farei preoccupare nessuno..”
continuò “Se potessi porterei
anche te, magari ti va una passeggiatina nel verde” concluse
con tono
scherzoso, come se si aspettasse una risposta diversa dal solito
miagolio
squillante del soffice siamese.
Si alzò un
po’ di vento e mentre fuori i tuoni continuavano a rimbombare
e i lampi a
dipingere disegni astratti sul cupo aere, Elle scese le scale per
dirigersi in
cucina, dov’era stata appena chiamata da sua madre e sua
sorella per farla
scendere per il pranzo.
“Oggi
sembra di stare nel tuo libro” rise Michelle “Sai
quello dei vampiri ecc”
continuò “Mamma, oggi possiamo andare al
parco?” a questa domanda Marie storse
il naso “Non mi pare una giornata adatta, ma fate pure come
vol..” “GRAZIE!”
esclamò Michelle “Bene alle quattro Elle si va al
parco, tu preparati per
tempo, che sei sempre in ritardo!” e chiuse così
la conversazione, facendo
sorridere la sorella maggiore.
Alle
quattro erano finalmente pronte per uscire ed Elle, come aveva pensato
prima,
si era messa un k-way e si era presa il cellulare, sicura che con quei
due
oggetti non avrebbe avuto problemi; prima di chiudersi la porta alle
spalle
però, sentì dei leggeri balzi provenire dalle
scale e, nel giro di 20 secondi,
si ritrovò davanti il siamese che con aria di rimprovero la
stava fissando
“Cosa c’è?” provò a
domandargli “Vuoi venire anche tu?” ; per tutta
risposta
quell’arguta palla di pelo fece capolino tra le sue gambe
seguendola e
facendole le fusa “Sì, sì fai ron ron
solo quando si fa come vuoi” replicò Elle
con aria ironica “Vedi di non perderti o nel parco,
perché lo faccio già da
sola” continuò sorridendo. Michelle assistette
alla scena e con un’espressione
sbigottita e di scherno chiese “Ma parli col
gatto??” ed Elle “Perché, tu
no^^?” replicò
Elle facendo ammutolire
la sorellina, che la prese per mano per avviarsi verso la zona verde
della
città.
Il cielo
continuava a tuonare imperterrito mentre le nuvole si facevano sempre
più cupe;
questo però non spaventava Elle né Michelle che
era ferma nella sua decisione
di voler recarsi al parco, e neppure il felino che come un segugio
camminava
accanto a loro; in venti minuti circa arrivarono all’entrata
dell’isola verde,
attraversarono la soglia e passarono nel sentierino situato in mezzo
alle
piante e ai cespugli; tutto taceva e gli unici rumori presenti erano
quelli del
cielo che si era molto oscurato nel frattempo.
Michelle si
diresse verso uno spiazzo dove vi erano dei tavolini di legno con le
panche e
si sedette lì, iniziando a leggere e a fare i suoi compiti,
Elle si mise vicino a lei per aiutarla, ma questa si voltò e
le disse con tono molto serio "No Elle, tu devi andare là,
lo sai" la sorella maggiore attonita le chiese il motivo delle sue
parole, ma non ottenne alcuna risposta soddisfacente se non "Sai che
è così, oggi la giornata è propizia"
Elle iniziò ad agitarsi "Propizia??Propizia per
cosa?Michelle ma perpiacere non scherzare, mi hai chiesto tu di
aiutarti e portarti qui!". Michelle non replicò neppure e
ripose il suo sguardo sul quaderno che aveva davanti; Elle stupita dal
comportamento della sorella decise di seguire le sue parole,
poichè nel pronunicarle aveva usato una voce diversa dal
solito, profonda convinta e seria: era come se avesse voluto
trasmetterle totalmente la sua sicurezza mediante quelle frasi; "Va
bene andrò" decise la ragazza dagli occhi cristallini, "Tu
non muoverti da qui se inizia a piovere va' a casa, intesi?" "Intesi"
rispose Michelle con un unico suono "A dopo, fai attenzione". Dopo
queste parole Elle si incamminò per il sentierino, fino a
diventare solo un punto tra gli alberi.