Nei
giorni successivi non visitai Severus poiché, da vigliacca quale ero, pur di
non affrontarlo come avrei dovuto, chiesi ad una mia collega di curarlo al
posto mio.
Avevo appena finito la mia giornata lavorativa, ma
invece di andare a casa, Beth aveva deciso per un fuori programma ed ora mi
aspettava sulla porta d’ingresso con un’espressione tesa.
-Lo hanno dimesso, l’ ho visto andare sul retro
accompagnato da un infermiere!-
-Di chi parli?- Domandai presa contropiede. Lei indispettita mi prese per le
spalle e con forza mi spinse di nuovo dentro l’atrio del San Mungo.
- Hei Beth smettila!-
-Adesso basta Morgan! Non credo che riuscirò mai a comprendere come sia
possibile, ma lo capisco quando non stai bene. Riuscirai ad ingannare gli
altri, ma io ti conosco! Ora vai da lui e spera che non sia già partito,
corri!-
Senza pensarci due volte scattai verso la parte opposta della struttura
ospedaliera con il cuore che mi batteva a mille. Mi sembrava di metterci un’
eternità, ma finalmente raggiunsi l’ambulanza. Un inserviente aveva appena
piegato la sedia a rotelle con cui lo avevano accompagnato e stava per chiudere
la portiera posteriore.
-Hei…Heei!!- strillai.
-Tu! Spostati lo accompagno io!- Dissi brusca all’assistente
che mi riconobbe e mi lasciò fare. Un attimo dopo essere montata a bordo il
veicolo partì.
Durante il viaggio, silenzioso e carico di
tensione, mi guardavo intorno lanciando qualche sguardo furtivo verso Severus
che invece mantenne i suoi occhi fissi sulla parete.
Riuscii a raccogliere le forze e a parlargli solo
dopo averlo sistemato nel letto a Spinner’s End.
-No-
In quel momento mi guardò con un’espressione
interrogativa. Allora mi resi conto che con una semplice negazione ero stata
piuttosto criptica, così presi un bel respiro e mi spiegai.
-Al terzo anno ho avuto una cotta per un ragazzo del settimo, ma quella, come
dici tu era la solita esperienza da ragazzine…Con te è sempre stato diverso, è
sempre stato molto di più e non…mi è mai passata. -
Non ero sicura avesse compreso tutte le mie parole, dato che erano appena
sussurrate e quando la sua mano mi sfiorò delicatamente la guancia rimasi
pietrificata.
Il bacio, seppur a fior di labbra fu il momento
più intenso di tutta la mia vita e bastò quell’attimo per capire che niente
avrebbe potuto separarmi da lui, men che meno la sua malattia.
Presto l’impulso di dare ascolto alla mia natura
Serpeverde e il senso del dovere prese il posto dei miei sentimenti e facendomi
forza interruppi il momento magico.
-Ehm…io avrei con me quella crema, mi chiedevo se
adesso potevamo provarla -
Questa volta sospirò ed annuì.
-Ma ti avverto Morgan, non sarà una visione a cui
sei abituata -
-Sono una medimaga; non mi impressiono facilmente-
“Inoltre” aggiunsi mentalmente, “ è la prima volta che mi chiama per nome” e
questo mi convinse che stavo facendo la cosa giusta.
La gamba era effettivamente in condizioni pessime:
i capillari erano in superficie e coloravano la cute di una tinta violacea,
tranne in alcuni punti in cui i tessuti si staccavano lasciando visibile la
pelle viva sottostante che non essendo disinfettata aveva chiari segni di
infezione.
Sapevo che Severus mi stava osservando
attentamente in attesa di un segno di debolezza da parte mia, ma non mi persi
d’animo e con tutta la delicatezza che possedevo cominciai a spalmare la crema
e poi ricoprii lo strato con una soffice benda.
Severus, che doveva ancora recuperare le forze
dopo l’incidente, si era addormentato e dato che anche io ero stremata, mi
avviai in soggiorno e mi addormentai distesa sulla poltrona solitamente
occupata dall’uomo che amavo.
Il suo odore fu l’ultima cosa che percepii prima
di addormentarmi profondamente.
Note:
Ciao!Grazie per i commenti! Spero che i risvolti
di questo capitolo vi siano piaciuti, comunque la storia non è finita e nei
prossimi capitoli ci saranno delle novità.
Spero che la descrizione della ferita non sia
troppo forte, ma dovevo rendere l’idea di quale sofferenza stava affrontando
Severus.
Grazie ancora e al prossimo capitolo!
Un abbraccio,
Morgan