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Autore: NotFadeAway    24/07/2014    6 recensioni
Antiche leggende narrano che le persone quando muoiono ritornano sulla terra, l'anima è la stessa, il corpo non più. Ma su sette miliardi di persone, che speranza c'è di ritrovarle?
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sherlock aveva insistito perché si sposassero a Melbourne, lì c’erano tutti i parenti e gli amici di Owen e per lui non fu difficile far volare dall’altra parte del mondo la sua famiglia: Lestrade, Mycroft e Molly.
Erano tutti lì, disposti in un parco nella primavera calda del sud dell’Australia, due file di sedie che costeggiavano una simbolica navata centrale.
Sherlock e Owen camminarono assieme in direzione del giudice di pace, tenendosi per mano. Tutti e due avevano ingaggiato una severa lotta contro le proprie ghiandole lacrimali e vedevano i contorni un po’ sfocati.
Era passato poco più di un anno dal loro primo incontro.

-E ora se volete scambiarvi delle promesse… - invitò il giudice, completando la frase con un gesto del braccio.
Sherlock stava per dire al tale che avevano deciso di non farlo, ma Owen lo precedette.  Aveva infilato una mano nella giacca e ne aveva tirato fuori un foglietto, era vecchio e ingiallito, avrà avuto sì e no vent’anni.
Con una mano strinse quella di Sherlock, con l’altra teneva quella pagina.
Senza guardare quelle righe, ma il suo sposo, incominciò:
-Idiota, ti prometto di non cercare di ucciderti nel sonno quando userai i miei maglioni per pulire i residui di sangue nel frigo e ti prometto di non darti fuoco quando userai la fiamma ossidrica su oggetti che in un’abitazione non dovrebbero mai esserci. Ti prometto che sarò gentile e che non ti taglierò più le corde del violino, se mi avvelenerai il tè. Ti prometto di non buttarti più giù dal letto quando ti prendi il mio cuscino, o almeno di non cercare di soffocarti subito dopo. Hai la mia parola che terrò sempre l’uniforme nell’armadio e la pistola ben lontana dalla tua portata. Ti prometto che la userò contro di tè, se sparerai di nuovo dentro casa. Ti prometto che non disordinerò più la tua collezione di peli di cane, quando entri senza permesso nel mio computer.
Ma soprattutto ti prometto che sarò sempre il tuo collega, il tuo blogger, il tuo dottore, il tuo migliore amico e tuo marito, da oggi fino a quando i criminali di Londra ci concederanno di rimanere in vita.
Ti prometto che ci compreremo un cottage e che ci alleveremo le api e che faremo il miele, quando saremo troppo vecchi per questo lavoro.
Ti prometto che John Holmes-Watson rimarrà sempre un nome da femmina.
Ti prometto che resterò sempre al tuo fianco e che cercherò di rimanere sempre la persona più coraggiosa, gentile e saggia per l’essere umano più umano che abbia mai conosciuto-



Qualche ora più tardi, nel cuore della notte, da una lussuosa stanza d’albergo provenivano delle voci.
Sherlock e Owen erano seduti sul pavimento, nudi, appoggiati sul bordo del letto.  Da dov’erano, potevano guardare il cielo nero e le stelle.
I loro corpi erano vicini, in netto contrasto l’uno con l’altro, avevano le braccia intrecciate dietro la schiena e la testa di Sherlock era poggiata sulla spalla di Owen.
-Compreremo un cottage, in Inghilterra se vorrai, e ci alleveremo api. Lo faremo davvero -
Sherlock sorrise, anche se lui non poteva vederlo.
-E poi un giorno, ti prometto che io verrò a cercare te. Con una testa come la tua, ti ritroverò subito! E allora staremo ancora assieme, per un’altra vita -
-C’è una cosa che potremmo fare – Sherlock si raddrizzò per incontrare gli occhi di Owen.
-Tornare in quel letto e sfruttare i pochi anni che ti restano per fare l’amore, prima che non ti si alzi più? -
Sherlock si ritrovò interdetto. Sbatté le palpebre, arrossendo.
-Si tratta… Si tratta di una questione di preservazione della specie! Invecchiando la spermatogenesi va incontro ad un tasso di errore più alto e il rischio di insorgenza di malattie genetiche sale drasticamente, dunque, impedendo di contrarre rapporti sessuali al maschio anziano, si ha…
Owen lo zittì con un bacio, - Hai finito, Super Quark? -
-No. Ma comunque non era quello il punto. Il punto è che c’è un modo in cui potresti non essere costretto a cercarmi, dopo che morirò -
-Sono argomenti adatti ad una prima notte di nozze! Ma vai avanti – aveva una mano dietro la nuca di Sherlock, si stava attorcigliando i riccioli di lui attorno alla dita.
-L’uomo che mi ha invitato a cercarti, mi ha detto che è possibile unire due anime, in modo che, dopo la morte, ritornino sulla terra nello stesso posto e nello stesso tempo -
-Perché sento arrivare un ‘ma’? -
-Perché se decidiamo di unire le nostre anime, dovremo morire insieme. Il primo che muore, essenzialmente, si porta dietro l’altro -
-Due uomini, una corda e un dirupo – aggiunse Owen, completando il pensiero di Sherlock.
-Esattamente. Questo significa che io ti costringerei a morire molto prima del tempo, dato che sono molto più vecchio di te ed è più probabile che sia io il primo a dover andare -
-Potremmo schiantarci con la moto domani, per quel che ne sappiamo! Non mi interessa -
Sherlock registrò l’informazione, con gli occhi sbarrati.
-Credo che tu non debba prendere sottogamba la cosa, Owen. Non si tratta di una decisione che dovresti fare con un tasso alcolico nel sangue così elevato -
Ma Owen si era avvicinato, per baciargli la spalla, poi il collo.
-Oggi ho fatto una promessa, Sherlock, “Finché morte non ci separi”- gli posò una mano sulla guancia, guardandolo negli occhi, - E noi staremo a vedere quando la morte riuscirà a separarci-
Il tempo si perse per qualche istante. Nessun suono, nessun respiro.
-Fino ad allora mi ritrovo a stare con un insopportabile detective, che sarebbe perso senza il suo blogger. Adesso torna in quel letto, prima che venga il mio vecchio amico capitano e ti ci spedisca lui!-

 
 
2 Dicembre 2070, Melbourne - Australia
Sherlock Holmes-Kelly= 89 anni
Owen Holmes-Kelly= 53 anni

Era piena estate in Australia, il sole scioglieva le pietre e spopolava le strade per riempire le spiagge, ma Sherlock e Owen erano rimasti a casa, con la serranda semiabbassata e le tende serrate, entrava poca aria e poco sole, la stanza era nella penombra. Erano avvolti tra le lenzuola e stavano stesi l’uno accanto all’altro, molto vicini.
-Mi dispiace – mormorò Sherlock.
-Doveva succedere prima o poi – rispose Owen, in un sussurro, -Meglio che sia stato poi… Siamo riusciti a scampare ad una decina di tentati omicidi nei tuoi confronti… E’ un buon risultato… -
Sherlock prese aria a fatica, - Sei ancora… Troppo giovane -
Owen fece un piccolo sorriso triste, era pallido in volto e tremava, - Abbiamo discusso di questa cosa… Tante volte… Ho fatto la mia scelta… Sono pronto… -
-No… Non lo sei… Io… Mi dispiace -
Owen fece uno sforzo enorme per girarsi a guardare il marito: solo gli occhi erano rimasti immutati dalla prima volta che si erano incontrati, i capelli ora erano completamente bianchi, più radi sulla fronte, ma sempre tutti lì, a formare piccole, soffici onde, come la prima neve su una distesa di boschi. No, troppo smielato! Era tutta colpa della debolezza, si disse Owen, che faceva andare il suo cervello a ruota libera.
-Ehi… Stiamo andando assieme… Va bene così -
Sherlock sorrise.
-E poi così potremo ricominciare tutto veramente daccapo… Tu non saprai nulla di me… Avremo gli stessi ricordi… Tutto nuovo… Sarà divertente… -
-Io saprò comunque già tutto di te… - rispose Sherlock, in sussurro provocatorio.
-E mi abbindolerai con… Le tue capacità deduttive ancora una volta… - rise Owen.
-Probabile… -
Assieme fecero un lungo respiro, si guardarono, facevano fatica a tenere gli occhi aperti. Non fu necessario dire più niente. Si scambiarono un rapido bacio sulle labbra.
-Ci si vede… Dall’altra parte… Idiota – sussurrò Owen.
Intrecciarono le dita e lasciarono che lentamente la coscienza scivolasse via dalle loro mani.
 

5 ottobre 2075, Pechino – Cina
Liu = 4 anni
Huan = 4 anni


Liu stava accovacciato in un angolo del cortile a scrutare una fila di formiche. Di tanto in tanto toccava la terra tra una formica e l’altra e ne osservava la reazione.
-Sono formiche rosse quelle. Ti pizzicheranno! -
Un bambino con i capelli molto corti si era avvicinato, senza che Liu se ne accorgesse.
-E’ un esperimento. Guarda, se faccio così, - e toccò con leggerezza una formica, - Tutte le altre formiche non si avvicinano per un po’… Devo capire perché -
L’altro bambino si accovacciò incuriosito, fece anche lui un tentativo, - Wow, è vero! -
-Può essere che le schiacciamo un po’, quindi diventano più piatte e le altre formiche le vedono strane e si allontanano! -
-Sì, e poi dopo ritornano alla loro forma normale, come nei cartoni animati! – aggiunse l’altro.
Liu agitò il dito indice in segno di approvazione, - Giusto! Caso risolto, collega! -
-Mi chiamo Huan-
-Liu - si presentò, -Hai litigato con la tua sorellina? -
-Sì, piange sempre! – rispose l’altro, poi si accorse che qualcosa non tornava, - E tu come fai a saperlo?-
-Il segno del morso sul braccio. Il denti sono piccoli e poi solo le femmine mordono. Se era tuo fratello ti dava un pizzico – spiegò.
Huan spalancò la bocca, - E’ vero! Mio fratello più grande mi dà sempre i pizzichi! E io li do a lui! Sei un genio! -
Liu sorrise e arrossì sulla punta delle orecchie, - Vuoi un po’ della mia merendina? -
-Sì! - Huan sorrise in ricambio, - Muoio di fame! -










 
   
 
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