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Autore: Lettera Scarlatta    25/07/2014    1 recensioni
Sono Alexander Story, classico sfigatello di diciassette anni. La vita poteva essere un po' più originale.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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♫ So wake me up when it's all over...♫ 
« 'Cause I'm wild and love my older... »
Forse non era proprio così.
Allungai la mano per spegnere la sveglia la quale si ruppe sotto il suo peso.
Perplesso osservai i pezzi sparsi sul comodino.
« Pure la sveglia adesso? »
La giornata non prometteva nulla di buono.
Provai un paio di magliette ma erano tutte strette, ne presi una bianca ma infilandola la ruppi. Optai per l'unica maglietta che mi stava, una di Lanterna Verde fosforescente regalatami da mio zio il quale aveva sbagliato taglia. Prima di uscire mi guardai allo specchio insoddisfatto per la maglietta ma fiero per i muscoli. Avevo sentimenti contrastanti a riguardo, feci spallucce ed uscii.
L'autobus era come al solito in ritardo e per ammazzare il tempo giocavo a togliere e rimettere le chiavi nel portachiavi. Vidi in lontananza il ragazzo di Cloudy avvicinarsi alla fermata e cominciai a sudare freddo. Sapevo che voleva concludere l'incontro dell'altro giorno in cui scappai a gambe levate.
Avanzava con passo fiero scocchiandosi le nocche con aria truce.
Il suo viso era squadrato e la mascella prorompente, non era molto più alto di me ma la sua figura era imponente.
« Coglioncello, che cazzo vuoi dalla mia ragazza? » urlò con tono minaccioso.
Mi spinse ma mi limitai a fare un passo indietro rimanendo in piedi.
Fece per darmi un pugno ma d'istinto lo evitai.

La rabbia mi travolse e senza nemmeno rendermene conto lo sollevai da terra e lo scaraventai nel marciapiede di fronte. 
Che cazzo ho appena fatto? 
L'autobus passò giusto in tempo ed io lo presi al volo. 
« Me la pagherai, figlio di puttana! » sentii urlare al di fuori del veicolo, prontamente mi nascosi dietro a un sedile sperando non mi vedesse.
Merda, ho perso il portachiavi!
Pensai quando mi accorsi che nelle tasche le chiavi erano sparse.

« Lo sapevi che il Melanoceto, più comunemente conosciuto come Diavolo Nero, usufruisce della lucina di cui è dotato al di sopra degli occhi per attirare i pesci nel buio degli abissi? Successivamente li intrappola nei suoi denti lunghi e acuminati per poterli ingerire. E' così affascinante, non trovi? » 
Gli occhi di Freaky brillavano mentre teneva le mani unite vicino al petto fiero di quanto appena detto. Appoggiavo la testa sul muro roteando gli occhi annoiato dalle sue parole. Presi la bottiglietta d'acqua e ne bevvi un sorso ma mi venne da tossire e ne sputacchiai un po'.
« Allora sei stato tu a rovesciare l'acqua sul banco. Il mio libro era bagnato, si sarebbe potuto rovinare. Sai quanto ci tengo ai libri e poi ogni anno miriadi di alberi... »
Basta, non lo reggo più!
A volte mi chiedevo per quale motivo fossimo amici, anche se alla fine, tolti i suoi monologhi pallosi, era simpatico e gli volevo bene.
Cloudy mi passò davanti e non mi dovetti più sforzare per non ascoltare Freaky.
Lei Indossava una minigonna nera.
Che culo meraviglioso!
« Hei, aspetta, dove vai? » chiese Freaky confuso.
La seguii lasciandolo da solo nel corridoio.
Sono cambiato, ho un aspetto più maturo, forse ora avrò una speranza.
Appena le fui vicino lei si girò improvvisamente.
Che cazzo dico adesso? 
Rimasi a bocca aperta come un coglione, senza pensare aprii la porta del bagno alla mia sinistra per evitare un'altra figuraccia. Una volta dentro appoggiai la schiena al muro e tirai un sospiro di sollievo ma sbarrai gli occhi appena vidi una ragazza avvicinarsi a me. Era il bagno delle donne. Uscii di corsa e andai in classe.

Pasticciavo il quaderno di fisica ignorando la lezione.
♫ Get out get out get out of my head and fall into my arms instead♫ 
La canzone dei one direction si sentii in tutta la classe. Dopo aver rotto il mio, fui costretto ad utilizzare un vecchio telefono rosa di mia sorella. 
Avrei almeno potuto cambiare la suoneria.
I miei compagni scoppiarono a ridere e il mio insegnante mi squadrò. 
Corsi in bagno, quello giusto stavolta, e risposi.
« Pronto? »
« Ciao piccolo Story, sono Julia. Disturbo? »
Ovviamente si.
« No, tranquilla... » mentii.
« Stasera vieni in facoltà? Ti dobbiamo far vedere una cosa. Ti passiamo a prendere alle 18. » mi rispose lei entusiasta.
« Solo se mi presentate ragazze carine. » dissi io facendo il simpaticone.
Mi chiuse il telefono in faccia: era un no.
   
 
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