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Autore: SamWeasley    25/07/2014    5 recensioni
IV anno, anno del Torneo Tremaghi
Dal secondo capitolo:
“Herm, posso farti una domanda?”
“Certo”
“Prometti che non mi mentirai?”
“Prometto”
“Cosa c’è tra te e i gemelli?”
“Niente, siamo solo amici. Perché?”
Ad Hogwarts il Torneo Tremaghi sconvolge non solo le vite dei Campioni, ma inconsapevolmente anche di tutti gli altri...
Si creano nuove amicizie, mentre quelle consolidate sembrano disciogliersi. Ci sarà spazio anche per un nuovo amore, tanto coinvolgente quando inaspettato?
Pairing: HermionexGeorge
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Hermione Granger, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Riassunto delle puntate precedenti

 

La storia è narrata dal punto di vista di Hermione e inizia dal Ballo del Ceppo.

 

Dopo aver litigato con Ron e respinto Krum, Hermione si ritrova a piangere in Sala Comune, dove George la consola. La mattina dopo la ragazza si sveglia nel letto del gemello che, prendendola in giro, le fa credere che tra loro sia successo qualcosa.

Anche Fred si prodiga nel rassicurare la ragazza, dando inizio a una fantastica amicizia.

Dopo una litigata con Ron e una discussione con Harry, Hermione e George si ritrovano a parlare nel cuore della notte, mettendo le basi per qualcosa di più.

Dopo una scommessa tra Lee e Fred, Ron scopre quello che c’è tra Hermione e George e litiga pesantemente con la ragazza. Questo la spinge ancora di più tra le braccia del rosso e i due finiscono per baciarsi.

Una notte Hermione e Fred si incontrano in Sala Comune e, dopo qualche chiacchiera, scoppiano a ridere svegliando Ron, che finisce col litigare di nuovo con Hermione.

Circa un mese dopo Ron decide di sotterrare l’ascia di guerra tra la gioia generale, ma niente è tornato come prima.

Il giorno prima del compleanno dei gemelli, Hermione e Lee vanno insieme a Hogsmeade a comprargli il regalo, scatenando la gelosia di George, che fa una scenata a entrambi.

A mezzanotte Hermione incontra George per dargli il suo regalo e per la prima volta ammettono di amarsi.

George prova ad andare oltre il bacio, ma Hermione gli dice di non essere ancora pronta. Lui la porta comunque in una stanza segreta al quarto piano, una sorta di Stanza delle Necessità, e Hermione si lascia andare. Vanno un po’ oltre, ma alla fine la ragazza lo manda in bianco.

La mattina dopo Hermione va a svegliare Fred per dargli il suo regalo e poi si addormenta fra le braccia dell’amico. La scena non è gradita da Ron, entrato nella stanza per fare gli auguri ai fratelli, che finisce per litigare con tutti e tre.

Quello stesso pomeriggio Molly si presenta a Hogwarts per parlare con Harry a proposito del Torneo Tremaghi. Incontra però Hermione e i gemelli e gli fa una lavata di capo a causa di una lettera che Ron le ha inviato quella mattina. 

I tre ragazzi cercano di discolparsi e alla fine Molly va a chiarire col figlio minore, che chiederà scusa ai fratelli e all’amica.

Quella sera, alla festa, George si ubriaca e Hermione lo porta a letto. La mattina dopo si ripresenta la scena della prima volta che avevano dormito insieme, ma questa volta è Hermione che fa credere a George di aver fatto sesso, rivelando un lato più spigliato della ragazza.

Alla fine del mese George prepara una giornata di sorprese per Hermione, portandola fuori per un picnic, regalandole un vestito e mostrandole una grotta nel parco di Hogwarts.

Hermione viene assalita da mille dubbi sulla sua storia con George, specialmente legati al sesso. Dopo che George l’ha rassicurata, i due finiscono per fare l’amore.

Di lì a poco si svolge la terza prova del Torneo Tremaghi, con l’annesso ritorno di Voldemort e la morte di Cedric.

Alla fine della scuola Hermione decide di passare le vacanze dai Weasley, ma prima trascorre due settimane a casa, dove sua madre capisce che la figlia le nasconde qualcosa.

Dopo un incidente con un diario e una foto, Hermione è costretta a confessarle la sua storia con George. La madre la riempie di discorsi sul sesso sicuro perché non vuole una figlia incinta a 16 anni!

Una volta a Grimmauld Place, la ragazza deve convivere con le battute di Fred e Sirius, che shoccano non poco Ron, che toglie di nuovo il saluto a tutti quanti per più di un mese.

Poco dopo la rappacificazione anche Harry arriva a Grimmauld Place, arrabbiato con gli amici che non si erano fatti sentire. Dopo aver chiarito anche Harry viene informato delle attività di Hermione e George e rimane shoccato dalla spigliatezza dell’amica, alla quale confessa di essere innamorato di Ginny.

Harry e Ginny, soprattutto per merito degli altri, si avvicinano sempre di più e decidono di uscire insieme.

Ron, che aveva appena digerito la storia fra Hermione e George, non la prende bene e fa il geloso.

Una volta a Hogwarts i ragazzi fanno la conoscenza della Umbridge e ne rimangono sconvolti. In più metà scuola dà contro a Harry, accusandolo di essere un bugiardo.

Col passare delle settimane la situazione si fa peggiore e molti iniziano a credere a ciò che dice Harry. Così nasce l’Esercito di Silente.

Durante la prima uscita annuale a Hogsmeade Harry e Ginny si baciano, Ron si avvicina a Luna e soprattutto difende Hermione e George con Lavanda, colpevole di avergli suggerito di cercarsi una stanza. Così facendo però mette al corrente la più pettegola di Hogwarts del pettegolezzo più succulento dell’anno…

 

La mattina dopo mi alzai presto, come sempre, e scesi a fare colazione da sola, come sempre.

A differenza del solito, però, trovai ad aspettarmi un gufo, arrivato ben prima della solita consegna di posta mattutina.

Mi avvicinai e presi il biglietto che aveva legato alla zampa.

 

“Granger,

voci di corridoio mi hanno riferito che non sei tanto frigida come vuoi apparire. Se ti va di fare un salto nel mio letto ci troviamo alla Torre di Astronomia alla 21”

 

Non c’era il mittente, e questo mi fece innervosire più della lettera stessa. Se avevi il coraggio di mandare un messaggio del genere dovevi essere anche abbastanza uomo da firmarti.

Presi il biglietto e lo nascosi nella tasca della giacca, indecisa se buttarlo o se farlo vedere a chi di dovere.

Ci avrei pensato più tardi, al momento volevo solo mangiare e finire di ripassare per il test di pozioni.

Ma il peggio per quella mattina sembrava non avere fine.

Ero proprio a metà della mia tazza di cereali quando quelle oche giulive delle mie compagne di dormitorio entrarono in Sala Grande, fresche di spettegolamenti.

“Buongiorno Hermione” dissero, in coro, con voce melliflua.

“Lavanda, Calì” risposi, inghiottendo un boccone.

Mi guadagnai un’occhiataccia, ma Lavanda non demorse:

“Che ne dici se oggi pomeriggio ci chiudessimo in camera e ci rifacessimo il look?”

“Non so voi, ma io ho lezione”

“Oh, anche noi. Ma per una cosa così importante si può saltare. Il buon Hagrid non se la prenderà”

“Sentite, insieme alla verginità non ho perso anche il cervello. Quindi, se mi scusate, andrei in biblioteca a studiare” dissi, alzandomi.

Presi la cartella e, con un finto sorriso sulle labbra, me ne andai.

Purtroppo però le sfighe non vengono mai da sole.

Per questo il mio cammino verso la biblioteca fu tutt’altro che tranquillo. Ogni ragazzo che incrociavo o mi faceva l’occhiolino o mi lanciava uno sguardo lascivo. Entro sera avrei messo fine a quella storia.

 

A lezione di Pozioni, quel pomeriggio, arrivai al massimo della sopportazione.

“Ho sentito che sei diventata la puttanella di Weasley. E brava la nostra Mezzosangue” ridacchiò Pansy Parkinson.

Da dietro spuntarono Calì e Lavanda che, spalleggiandola, continuavano a ridacchiare.

“Che avete da ridere voi due?” sbottai.

Da quando facevano comunella con la Parkinson? Forse avevano trovato in lei una compagna di deficienza.

“Ahia, qui qualcuno si sta alterando! Non è forse vero?” continuò la Parkinson.

“Io non sono la puttanella di nessuno, non mi chiamo Pansy-mi-sbatto-Malfoy-e-tutta-Serpeverde-Parkinson!”la attaccai.

“E voi due finitela, che spifferando al mondo i fatti miei avete già fatto abbastanza” aggiunsi, rivolta alle due Serpi mancate.

“Herm, tutto bene?” chiese Harry, sedendosi vicino a me.

“Benissimo” risposi, alterata.

Harry stava per chiedermi di più, ma entrò il professor Piton che dette inizio al test.

Risposi come sempre a tutte le domande e finii per prima insieme a Malfoy.

Ci alzammo in contemporanea, ma lui consegnò il compito per primo.

Mentre porgevo il mio test al professore notai la scrittura dell’algido Serpeverde: ordinata e curata, quasi quanto quella di una donna. Pensai che fosse strano, ma soprattutto mi ricordò qualcosa.

Ma certo! Il biglietto di quella mattina! Che l’avesse scritto proprio Malfoy?

Se lo sapeva la Parkinson lo sapeva sicuramente anche lui. Ed era chiaramente una trappola, perché mai e poi mai Mr Purosangue avrebbe insozzato il suo regale letto con una Sanguesporco come me.

Di certo non gli avrei lasciato una facile vittoria.

 

Rientrai in Sala Comune distrutta e allo stesso tempo combattiva e trovai i gemelli intenti a vendere le loro “invenzioni” a dei poveri bambini del primo e del secondo anno.

“Quante volte vi ho detto che non voglio che vendiate queste porcherie?” sbottai, furente.

“Amore, scusaci, ma dobbiamo pur far girare gli affari!” cercò di calmarmi George.

“Ma non mettendo in pericolo la vita di questi poveri bambini!”

“Sono consenzienti!” si giustificò Fred.

“E niente di tutto ciò è pericoloso!” aggiunse George.

“Come fate a saperlo?”

“Li abbiamo provati noi!”

“Cosa? Siete pazzi!”

“Sta tranquilla, sappiamo quel che facciamo”

“Voi non state bene. Io me ne vado.”

Così dicendo mi voltai di scatto per salire nel mio dormitorio. Ma il movimento brusco fece volare dalla tasca il biglietto di quella mattina che finì, traditore, sui piedi di George.

“E questo cos’è?” chiese, nero di rabbia.

“Niente”

“Tu lo chiami niente?”

“Sì”

“Cos’è?” chiese Fred, sporgendosi a leggere da sopra la spalla del fratello.

“È solo uno stupido scherzo”

“No, non lo è! È una provocazione. E un’offesa” disse George.

“È colpa della Brown, vero?” chiese Fred.

“Sì. Tutta la scuola lo sa” risposi.

“Anche se lo sanno non vuol dire che devono inviarti cose del genere!” sbottò George.

“Ma non è niente! Dimostrati superiore!”

“Per questo l’hai conservato? Per dimostrarti superiore?”

“Me l’ero dimenticato”
“Sì, certo. Come no!”

“Io me ne vado” disse Fred, palesemente ignorato dagli altri due.

“Merlino, George! È tanto difficile fidarti di me?”
“E cosa c’entra la fiducia adesso?”

“C’entra sempre la fiducia!”

“No! Io non sono arrabbiato con te, so che non ci andresti mai. Almeno non per il motivo che c’è scritto. Sono arrabbiato con quella pettegola! E con il maiale che ha scritto questo!”

“Ci penso io, non ti preoccupare. Le voci spariranno e stasera nessuno andrà alla Torre di Astronomia. Se queste lettere continueranno andrò dalla McGranitt, per ora non ce n’è bisogno”
“Nessuno si deve permettere di trattarti così. Tu non sei come loro” disse George, più tranquillo.

“Lo so. E non mi interessa quel che dicono, né quel che pensano o fanno. A me interessa quel che pensi tu e basta. Se per loro sono una puttanella lasciali fare. Io so di non esserlo e tu sai che non lo sono. Non mi interessa di nessun altro”

“Ti amo”
“Anch’io ti amo”



ANGOLO AUTRICE:

Come ho già fatto nell'avviso postato prima di questo capitolo, vi chiedo ancora scusa per l'immenso e imperdonabile ritardo nella pubblicazione di questo capitolo!

Mi dispiace tantissimo aver abbandonato la storia per così tanto tempo, ma mi ero ripromessa di portarla a termine, quindi eccomi qui!

Spero che questo capitolo vi ripaghi dell'attesa!

Una domanda: preferite che il prossimo capitolo sia ambientato più avanti o che sia il seguito immediato di questo e che continui a parlare della storia del biglietto?
Fatemi sapere cosa ne pensate,

Baci,

Sam_
   
 
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