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Autore: Betta3x9    05/09/2008    8 recensioni
(M come Mihael)
"Mihael"
Solo questo – Mihael – sussurra Matt, vedendolo.
Mi-ha-el. Punto.
E poi rimane lì, fermo, guardandolo come si guarda un quadro, o una statua.
[E' una cosa strana da pensare, ora che Matt – Matt – è lì davanti a lui, è strano pensare che lui, il suo nome, l'aveva quasi dimenticato]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I come Incubo

Mello urla, mentre le fiamme gli divorano il corpo – il viso, la spalla, il braccio, la mente- un brandello alla volta; potrebbe quasi sentire la plastica fondersi con la sua stessa carne e...
Dio! Che qualcuno lo salvi!

E si volta -gli occhi sgranati e pieni di lacrime- , si volta, per vedere quel fuoco mangiargli la pelle, ma... Non c'è nessun fuoco.

Riesce soltanto a sentire un dolore pulsante al viso e maschera antigas sciolta fra le sue dita, ma non c'è nessun fuoco: non c'è assolutamente nulla che non vada nel suo braccio.

Si tasta piano il viso, confuso. E' liscio e senza segni di bruciature.

E Mello si accorge che, effettivamente, non sente nessun dolore: come ha fatto a non rendersene conto prima?

E' ancora confuso, e non riesce a pensare proprio a nulla, se non al suo viso intatto -la pelle è liscia e morbida sotto le sue dita tremanti- quando sente una risata soffocata alle sue spalle.

Si volta, immobilizzandosi nel vedere Elle.

Mello, notando il sorriso appena accennato dell'investigatore, sussulta, ricordandosi qualcosa di vitale... Dio! Doveva assolutamente chiederglielo! Doveva domandargli come...

“Elle, ma...?”
“Oh! Ciao, Mello. Vuoi una fetta di torta? E' al cioccolato”

Mello abbassa lo sguardo sul piatto che gli sta offrendo l'altro: è vuoto.
Rifiuta con un cenno del capo.

“Cosa sei venuto a fare?” Chiede l'investigatore, portandosi alla bocca un cucchiaio vuoto.
“Ecco, io...”
“E il fuoco? Ti ha bruciato, il fuoco?”

Mello vorrebbe chiedergli di che fuoco sta parlando, perché lui non ricorda nessun fuoco, proprio nessuno!

Ma rimane in silenzio, gli occhi fissi sul quel cucchiaio tra le dita pallide di Elle, sussultando appena quando il metallo cozza sul piatto vuoto.

“Dovevi chiedermi qualcosa, Mello?”

Sì vorrebbe chiedergli qualcosa, ma non ci riesce: la voce non vuole uscirgli!
E può solo fissare Elle dissolversi in un attimo, quasi fosse fatto di tanti pixel, come la lettera nera e familiare a cui pensa sempre.

“Perché sei morto?”. Urla Mello, ma Elle già non può più sentirlo.

“Shh! Fa silenzio: lo sveglierai!”

Mello si volta, guardando Near portarsi un indice alle labbra, facendogli cenno di tacere.

“Sveglierò chi?”. Sussurra Mello, trovando perfettamente plausibile la presenza dell'altro.
“Sveglierai Kira, no?”. La voce è seccata, quasi avesse chiesto qualcosa di assolutamente ovvio.
Kira?”
“Sì, sta dormendo. Guarda”. Così dicendo, Near indica all'altro un bambino di circa quattro anni raggomitolato su un enorme letto matrimoniale, profondamente addormentato.

Ai piedi del letto ci sono decine di candele accese, offerte ad un dio non meno umano dei suoi fedeli.

“Lui è Kira?”. Sussurra Mello, sorpreso.
“Sì”

Il biondo si avvicina, per cercare di vedere meglio il volto del bambino addormentato.
Si china sul letto lentamente, spaventato da tutte quelle candele accese. (Perché ha paura del fuoco? La risposta è lì da qualche parte, ma non riesce proprio a trovarla).

Mello scosta i capelli dorati del bimbo (sono il velo della dea Maia, quei capelli), e vede se stesso.

E non può fare a meno di urlare, urlare con tutta la voce che ha, trovano quel viso angelico e fanciullesco semplicemente raccapricciante (è il suo viso, quello!), mentre Near si aggrappa a lui, singhiozzando, pregandolo di tacere, perché altrimenti avrebbe svegliato Dio, avrebbe svegliato... Ma non se lo ricorda già più.

“Cazzo, Mel, piantala di strillare!”

Matt lo osserva piuttosto scocciato, mettendo in pausa la PSP.

Mello vorrebbe domandargli cosa ci fa lì, cosa ci fa... Ma, esattamente, dove si trova? Ah, sì, lo sa, solo che non riesce a ricordare bene... E' la sua cameretta della Wammy's House, quella?
Forse; anche se non se la ricordava così piccola e soffocante, quasi le pareti si stessero stringendo attorno a loro.

“Che ci fai qui, Matt?”
“Non vedi che sto facendo?”. La voce è scocciata, e gli occhi rimangono incollati al display.
“Non dovresti sorvegliare Amane?”
“Sto giocando ora”
“Ed il test di fisica quantistica l'hai fatto? Roger ha detto i risultati?”

Ma Matt non l'ascolta più, interamente assorbito dalla PSP.

“Matt? Mi stai ascoltando, Matt?”. Mello si sta arrabbiando: tutta colpa di Matt che non vuole rispondergli. Sta per urlargli contro ciò che pensa di lui, anche se non sa ancora bene che parole userà, quando viene interrotto da un'irritante musichetta che proviene dalla PSP.

“Oh! Ho perso!”. La voce afflitta di Matt gli fa dimenticare la sua rabbia.
“Bhè? Avrai qualche altra vita no? Ricomincia il gioco”
“Perché non mi hai mai detto grazie?”. Mello si scorda ogni cosa, nel sentire le parole di Matt, che sembrano creare un'eco infinito ed assordante.

“Eh, Mel? Che ti costava dirmi grazie?”.

Mello non sa che rispondergli, davvero, ci prova, ma non sa la risposta!
Non ha senso tutto questo!

E, inseguendo la risposta, smarrisce la domanda, disorientato dal silenzio. (Perché Matt non sta giocando con la sua stupida e chiassosa PSP?! Quel silenzio gli fa più paura del fuoco!)

Eppure, pensando a delle candele accese (quando aveva visto tutte quelle candele accese? L'ha scordato.), capisce di non aver più paura del fuoco, perché c'è Matt lì con lui, ed il fuoco sembra bruciare un pò meno.

E ricordandosi la domanda, Mello capisce che la sua risposta non ha nessun significato, e spalanca la bocca per dire quel grazie negato così a lungo.
Ma il grazie non vuole farsi pronunciare, e gli rimane conficcato nella gola, soffocandolo.

Mello fissa Matt, sperando che sia sufficiente, che Matt capisca, che vada bene così.
Prega che basti, perché non potrebbe esistere nessun'altra alternativa.

Matt annuisce appena, prima chinarsi nuovamente sulla sua PSP spenta.

“Perché non giochi ancora, Matt?”
“Mi ami, Mello?”. E' la voce di un pazzo, quella di Matt, che sorride appena.

Mello, non risponde, terrorizzato dalla risposta che conosce perfettamente.

“Mi ami, Mel?”.
“Perché non giochi, eh, Matt? Perché?”
“Perché sono morto”. Sussurra Matt, come se confessasse di essere colpevole di qualche atroce delitto. In realtà è la vittima, ma ancora non lo sa.

“Che vuol dire che sei morto, eh, Matt? Stai scherzando, vero?”
“No. E mi hai ucciso tu”.

Matt si volta lentamente e Mello urla fissando gli occhi bianchi e ciechi dell'altro, che lo accusano.
Urla, ed urla ancora, senza riuscire a dimenticare quegli occhi che lo scrutano senza pietà – I morti la provano la pietà?, si chiede Mello, ma sta attento a non cercare nessuna risposta.

Mello urla ancora, fino a perdere la voce: la bocca, ora muta, rimane spalancata e tremante.

E riesce soltanto a chiedersi se tutto questo non sia solo un incubo terribile e raccapricciante: prega che lo sia.

Mello è stanco di tutte quelle domande, e apre piano gli occhi – quando li aveva chiusi?- per guardare Matt.
Ma l'altro già non c'è più; rimane solo la sua PSP a terra, ora accesa.

Sullo schermo colorato Mello trova scritto “Game over”.
E vorrebbe spaccare quello schermo, gettare via quel gioco, quando i pixel si mescolano sotto i suoi occhi, come tante formiche frenetiche.

Mi ami, Mel?”, chiede ora lo schermo, ma Mello rimane in silenzio.

E la PSP si sgretola tra le sue mani, quasi fosse sabbia.
Resta solo la domanda, ma Mello non la vuole ascoltare.

Dev'essere un incubo.
E la cameretta soffocante svanisce attorno a lui.







Mello spalanca gli occhi, ansimando.
Fissa il soffitto immerso nella penombra, mentre cerca di ricordarsi il sogno che ha fatto, ma l'ha già dimenticato.

Si porta una mano al viso, che gli brucia terribilmente, ma riesce a sentire soltanto la ruvidezza delle bende tra le dita. Ritira la mano di scatto.

Sente dei rumori attutiti provenire dal salotto, e rimane ad ascoltarli per qualche minuto, gli occhi fissi sui bagliori colorati che lo schermo della tv proietta sulla porta aperta della camera.
Forse Matt sta guardando un film o, più probabilmente, sta giocando con la playstation.

Rimane ad ascoltare quei suoni attutiti per un tempo che gli pare interminabile, combattuto tra la voglia cercare di dormire un altro po', e il desiderio pressante di affacciarsi in salotto per controllare che vada tutto bene.

Quasi non riesce a credere che Matt sia di là, a pochi passi da lui, dopo... quanto tempo era passato, esattamente? Un paio d'anni?
E non sa bene se essere felice che l'altro sia lì e gli abbia salvato la vita, o se dispiacersi che ci sia anche lui in quella guerra pericolosa ed insensata contro un pazzo e contro il mondo.

Improvvisamente gli ritornano in mente alcune immagini del suo sogno, ma sono confuse, e scorrono via come acqua... Nulla, pochi secondi e sono già dimenticate.

Eppure giurerebbe di aver sentito un “Mi ami?” disperato pronunciato da una voce familiare.
Chissà se nel sogno ha risposto. Forse no.

Mello chiude gli occhi: non vuole più vedere quei bagliori colorati che illuminano la porta aperta; e per un attimo finge che Matt sia ancora al sicuro, lontano da lui.
Ma non può non sentire i suoni attutiti della playstation.

E si ritrova a chiedere perdono per una risposta taciuta, ma che conosce perfettamente.

Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati...”

FINE


Ok, 'sta volta il capitolo è delirante forte! xD

Bhè, tornando seri, vorrei chiarire che quando Mello sogna che Matt è morto, non è una sorta di premonizione, bensì una sua paura che si manifesta attraverso il sogno.

Mi dispiace per coloro che chi aspettavano la dichiarazione in questo capitolo (praticamente tutti! xD), ma probabilmente sarà alla N. ^_^'''

Ringrazio come sempre chi ha commentato il capitolo precedente, ovvero: Soleya, Elly_Mello, beat, Ardenspuffy, MellosBarOfChocolate, RedFraction, MiyuNamikaze, strana90, alice0000 e reidina (sono una ragazza! xD).
<3



   
 
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