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Autore: ladymisteria    26/07/2014    1 recensioni
Siria ha sempre voluto "scendere in campo" al fianco dei genitori, e quando Jack Harkness chiama il Dottore per proporre a lui e a River una spedizione su Dubhe sembra finalmente che il momento tanto atteso sia giunto.
Ma basterà la sua testardaggine a convincere il Dottore che la bambina è davvero pronta?
Versione riveduta e corretta.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 11, Jack Harkness, Nuovo personaggio, River Song
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Baby Time for Doctor and River'
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River Song rimboccò con cura le coperte a Siria.

Lei e la bambina avevano fatto ritorno al TARDIS da poco più di due ore, lasciando il Dottore e Jack proprio mentre iniziavano a comparire i primi agenti della polizia intergalattica.

Siria avrebbe voluto rimanere, ma secondo i genitori non sarebbe stata una buona idea.

Già fin troppi sanno di te”, avevano detto…

La bambina guardò la madre per un po’, in silenzio.

La donna se ne accorse e sorrise.

«Qualcosa non va, Siria?» le domandò, sedendosi sul letto, al suo fianco.

Siria scosse la testa, e un ciuffetto di paglia cadde da uno dei suoi ricci.

River sbuffò con finta rassegnazione, raccogliendolo nella mano.

«Proprio una bella idea, quella di schiantarsi in un fienile» mormorò.

La bambina sgranò gli occhi.

«Oh, ma è stato un incidente! Papà non aveva alcuna intenzione di…».

River rise.

«Stai tranquilla, tesoro. Lo so. Non c’è bisogno di scusarlo. E’ un po’ goffo, è vero. Ma che possiamo farci, in fondo?» disse, una nota affettuosa nella voce.

Studiò la figlia.

«Allora… Ora hai visto come viviamo io e tuo padre. Che ne pensi?».

Siria rifletté a lungo.

«E’ sempre così? Ogni volta?».

River annuì, complice.

«A volte è anche peggio» le rivelò, sinceramente.

Siria sbadigliò, arrotolandosi nelle calde e comode coperte del suo letto.

«Potrebbe anche piacermi» ammise.

«Ma per esserne sicura dovrei provare a vivere una seconda avventura, magari due. O forse anche di più» continuò, la voce impastata dal sonno.

River si lasciò sfuggire un sorrisetto, posò un bacio sulla guancia della figlia e sia alzò, dirigendosi verso la porta.

«Mamma?».

La donna si voltò.

«Sì?»

«Perché papà non è partito con noi?».

River sorrise un’ultima volta.

«Doveva parlare con un vecchio amico».

*

Dorium Maldovar sbadigliò vistosamente.

Si guardò intorno placidamente, chiedendosi il perché si fosse svegliato.

Non gli era sembrato di aver dormito molto, infatti…

Gli occhi di Dorium passarono in rassegna l’ambiente circostante, inquieti.

Non sapeva spiegarsi il perché, ma improvvisamente non si sentiva tranquillo.

Provava la medesima sensazione che avrebbe provato nel trovarsi in una stanza buia insieme a un Vashta Nerada.

Consapevole del pericolo, eppure in costante e dolorosa attesa della morte.

Uno scricchiolio provenne da sinistra, costringendo Dorium a guardare da quella parte.

Ma qualunque cosa l’avesse provocato, si trovava fuori dal suo campo visivo.

L’uomo deglutì.

Un nuovo scricchiolio, stavolta proveniente dalla sua destra.

Nuovamente, gli occhi di Dorium saettarono in quella direzione, ma di nuovo non riuscì a scorgere nulla di strano.

Dorium chiuse gli occhi, sospirando.

Stava diventando paranoico…

«Ciao, Dorium».

L’uomo sgranò gli occhi con un sussulto violento, che per poco non fece cadere a terra la sua scatola.

Al suo fianco si era improvvisamente materializzato il Dottore.

L’espressione sul suo viso non gli piacque affatto…

«Vuoi farmi venire un infarto, Dottore?!» sibilò.

L’uomo ghignò, girando intorno alla testa dell’amico.

«Dubito ci riuscirei, non avendo tu più un cuore» replicò, in tono soave.

Dorium si scoprì ad essere nervoso.

Ricordava di aver udito il Dottore utilizzare quel tono solo in un’occasione: Demons Run.

«Cosa ti porta qui? Il generatore di campi di stasi non soddisfa le vostre aspettative?» chiese, cercando di mantenere una voce ferma.

Il Dottore scosse il capo, continuando a girare intorno all’amico.

Sembrava uno squalo intento a studiare la propria preda.

«Oh, no... L’acquisto ci ha completamente soddisfatti. Un vero gioiello di tecnologia, devo proprio ammetterlo. No, sono qui per un altro motivo, in realtà. Sono certo tu sappia a cosa mi riferisco, non è forse così?» chiese, fermandosi di fronte alla scatola aperta.

Dorium annuì lentamente.

«Le voci» mormorò.

A che sarebbe servito negare, se non a farlo innervosire ulteriormente?

Il Gallifreyano si esibì in un sorriso che a Dorium sembrò più una smorfia.

«Esattamente. Le voci. River mi ha raccontato una buffa storia, Dorium… Mi ha detto di come tu le abbia rivelato l’esistenza di voci su una bambina».

Il Dottore ghignò.

«Ma penso che tu le abbia voluto fare un piccolo scherzo. Lo spero, almeno. Perché se non dovesse trattarsi di uno scherzo, mi sorgerebbe spontaneo chiederti per quale motivo io non ne sappia nulla. Di nuovo. Penserei che qualcuno si stia prendendo gioco di me. E sai una cosa, Dorium?» chiese, fissandolo con uno sguardo glaciale.

«Questo non mi piacerebbe».

Dorium deglutì.

Aveva avuto ragione a sentirsi minacciato.

Avere a che fare con il Dottore in quello stato poteva significare solo una cosa: una conversazione sul filo del rasoio.

Una parola sbagliata, e avrebbe potuto dire addio al suo “riposo eterno”.

Se fosse stato fortunato, il Dottore l’avrebbe sigillato nella sua scatola, per poi lanciarlo in un buco nero.

L’uomo deglutì nuovamente.

«Che cosa vuoi sapere?»

«Se quello che hai detto a River è vero».

«Dubiti di lei?».

Il Dottore rise.

«Assolutamente no. Non più. Dico solo che potresti esserti divertito un po’ alle sue spalle».

Dorium si schiarì la voce, imbarazzato.

Oh, ma perché non potevano lasciarlo in pace?

«E’ vero. Ogni cosa che le ho detto» ammise, alla fine.

Il Dottore si accigliò.

«E… Per quale motivo non me ne hai parlato? Può darsi che tu non potessi farlo personalmente, ma non si può certo dire che ti manchino le risorse».

«Non è che tu sia stato molto reperibile, negli ultimi 900 anni, Dottore» gli fece notare l’uomo.

«Ma da quanto ho capito, le voci circolavano già prima di Trenzalore» replicò il Gallifreyano, mellifluo.

«Sì, beh…».

Dorium sospirò nuovamente.

«Se ti avessi avvertito… Se qualcuno avesse scoperto che l’avevo fatto… Sarebbe stato come ammettere che le voci sono vere».

Il Dottore sembrò convincersi.

«Capisco…» mormorò.

Dorium lo fissò, cauto.

Poteva davvero essersela cavata così?

«Non sei più in collera con me, dunque?» tentò.

Il Dottore ghignò.

«Io? In collera con te? E perché mai dovrei? Insomma, non ne ho motivo, vero?».

Dorium scosse la testa, attento a non far cadere a terra la propria scatola.

«L’ho già detto più volte, persino alla professoressa Song: i tuoi segreti sono al sicuro, con me. Sarò muto come un pesce. E come me, anche gli altri».

L’altro uomo si finse pensieroso.

«Oh, ma sarebbe incredibilmente scortese negare una risposta a chi ha rischiato la propria incolumità per arrivare sin qui. Non credi anche tu?».

Dorium non riuscì a mascherare la propria sorpresa.

«E che dovrei dire a questo qualcuno?».

Il Dottore fece un sorrisetto.

«Ma la verità, è ovvio! Digli che quella bambina è preziosa; molto più preziosa dell’universo. Digli che è protetta meglio di qualsiasi altro tesoro esistente. Ma soprattutto, digli che avvicinarsi a lei significa infastidire non uno, ma bensì due psicopatici. E se questo non dovesse bastare, digli di ricordarsi dei Dalek, dei Cybermen, dei Sontaran e di qualsiasi altra creatura abbia combattuto su Trenzalore. Perché quello che è accaduto a loro non è nulla in confronto a quello che accadrà a lui, se oserà toccare mia figlia».

Dorium non replicò subito, colpito dalle parole dell’uomo.

Le aveva pronunciate con una serietà e una tranquillità che gli aveva fatto letteralmente gelare il sangue nelle poche vene rimastagli.

«Sii sincero, Dottore… Pensi davvero che questo basterà a fermarlo?».

Il Dottore ghignò nuovamente.

«Oh, spero proprio di no. E sai perché, Dorium? Perché ho scoperto che è incredibilmente rilassante “dimenticare” le mie regole, ogni tanto».

Si voltò, avviandosi verso l’uscita del Transetto.

«Inoltre, amo vedere River furiosa con qualcuno che non sono io. Addio Dorium. Spero di non aver più bisogno di fare questo tipo di conversazione con te».

Qualche istante dopo si sentì il suono tipico di un Manipolatore del Vortice che veniva azionato.

Dorium si lasciò finalmente andare ad un sospiro di sollievo.

Il Dottore e la professoressa Song…

Insieme avrebbero potuto proteggere e difendere l’intero universo.

O distruggerlo.

 
 
 
 

 


Bene, ringrazio tutti quelli che hanno letto e recensito questa mia fanfiction.
Soprattutto per aver avuto la pazienza di aspettare questi ultimi capitoli che - lo so ç_ç - sono arrivati con un notevole ritardo :)
Davvero grazie mille a tutti ^w^

   
 
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