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Autore: LilyLunaWhite    27/07/2014    1 recensioni
Due ragazzi apparentemente diversi, ma con un lato in comune: entrambi, indossano una maschera.
Due famiglie diverse.
L'odio di entrambi verso l'amore.
Però, cosa accadrebbe se i loro cuori cominciassero a battere?
Riusciranno, i due protagonisti, a imparare ad amare?
-Dalla storia.-
"Come ogni volta, quando incontravo il suo sguardo, notavo che erano privi di luce, spenti e questo mi metteva addosso un’inspiegabile tristezza.
Agii d’impulso, mi chinai e posai le mie labbra sulle sue. Constatai che erano fredde ma, allo stesso tempo, dolci.
Fu a quel contatto che riuscii a rispondere alla maggior parte delle mie domande.
"
Storia in fase di modifiche e sistemazioni.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Titolo Storia: I'm in love now.
Titolo Capitolo: 10. Sentimenti.
Autrice: Lily Luna White
Beta: Lucia.



Capitolo dieci: Sentimenti.
 
P.O.V. Jenny
 
Quella mattina presto, quando mi svegliai, mi sentivo più stanca del solito. La sera precedente, dopo che Raffaele mi aveva accompagnata a casa, mi ero dovuta sorbire la felicità dei miei genitori, i quali erano entusiasti di vedermi uscire di nuovo. Inoltre, mi avevano fatto molteplici domande su Raffaele accorgendomi in questo modo di non conoscerlo davvero, così li liquidai con un “Lo sto conoscendo e siamo solo amici”. Alla parola amici, mio padre si rilassò visibilmente e mia madre si imbronciò leggermente, proprio come una bambina piccola. Al ricordo di quella scena, scoppiai silenziosamente a ridere. Preparai la borsa con i libri che mi servivano per quel giorno, mi vestii con i primi abiti che trovai nell’armadio e mi diressi in cucina per fare colazione, ove trovai mia padre e mia madre seduti a tavola.
«Ti stavamo aspettando. È da tanto tempo che non facciamo colazione assieme.», mi disse mia madre con un sorriso, mentre mio padre poggiava il giornale del giorno.
«Manca Clary. Dov’è?», domandai con curiosità, sedendomi a tavola.
«Tua sorella è uscita mezz’ora fa con i suoi amici.», mi spiegò mio padre, riempiendosi una tazza con latte e caffè.
«Quindi oggi facciamo colazione noi tre.», aggiunse mia madre.
Annuii leggermente e presi i miei biscotti preferiti per inzupparli nel latte. Era da tempo che non mi sentivo così felice di alzarmi la mattina. Repressi un sorriso e finsi indifferenza quando notai lo sguardo di mia madre puntato su di me. Piegai di lato la testa non riuscendo a capire cosa non andasse in me, per poi guardarmi senza tuttavia comprendere cosa stesse guardando mia madre.
«Jenny, hai davvero intenzione di uscire in quel modo?», spiegò mia madre.
Indossavo una felpa nera e dei jeans stretti e scuri, dunque non comprendevo cosa non approvasse del mio vestiario.
«Si, perché? In fondo devo solo studiare.»
«Però sarai con Raffaele e quel suo amico, Walter… Per una volta vestiti in modo più femminile…», sospirò mia madre scatenando una risata da parte di mio padre.
«Stai istigando mia figlia a mettersi in mostra?», disse mio padre guardando mia madre con affetto.
Mia madre lo guardò con un sorriso carico di sentimento e io abbassai lo sguardo non riuscendo a reggere tutto quell’amore che i miei genitori riuscivano a trasmettersi con uno sguardo.
L’amore e i sentimenti, in generale, mi facevano ancora troppo male e preferivo tenerli alla larga, anche se con Raffaele stavo ridimensionando la mia prospettiva riguardante essi.
Terminai in fretta la colazione e mi diressi in bagno per lavarmi i denti e quando posai lo sguardo sullo specchio stentai a riconoscermi. La mia pelle, solitamente pallida, era leggermente arrossata sulle guance, cosa che non mi era mai capitata prima. Sbuffai ripetutamente e infine uscii di casa e lo attesi pazientemente.
Posai nuovamente lo sguardo sull’orologio, constatando che Raffaele era in ritardo di ben quindici minuti. Più passava il tempo e più temevo che egli mi avesse solo presa in giro. Stavo cominciando ad andare in iperventilazione e avevo paura di essermi fidata nuovamente della persona sbagliata. Le mie paure cessarono nell’istante esatto in cui una piccola auto blu si fermò davanti a me e abbassò il finestrino.
«Jenny, sali in macchina.»
 
P.O.V. Walter
 
Ero stato in ospedale con Raffaele perdendo con egli la concezione del tempo. Quando entrambi notammo l’ora, diedi una pacca al mio amico e decisi che sarei andato a prendere io Jenny con una scusa.
Quando notai il suo sguardo mi preoccupai. Vi lessi paura e dolore e compresi cosa più o meno quella ragazza avesse pensato in quel momento e fui felice quando incrociando il mio sguardo si tranquillizzò e riprese a nascondere le sue emozioni.
Attesi che salisse in macchina e, dopo averle rivolto un sorriso rassicurante, la accompagnai a casa mia.
«Buongiorno Jenny e scusa il ritardo. Raffaele mi ha avvertito questa mattina che la sua moto non partiva e quindi ora è bloccato in officina a sistemarla. Così, sono venuto io. Spero non ti dispiaccia.», trovai una scusa plausibile per non dirle che in realtà Raffaele era in ospedale. Ancora non riuscivo a comprendere il motivo per il quale lui non le avesse ancora parlato di quella situazione.
Mi lasciai sfuggire un debole sospiro.
«Buongiorno anche a te e grazie per essere venuto. Cosa è successo alla moto di Raffaele?»
«Non ti saprei dire. Io a differenza sua non ci capisco molto di meccanica. Comunque mi ha detto che ci avrebbe raggiunti più tardi.», risi dolcemente e parcheggiai davanti alla mia abitazione, notando con la coda dell’occhio un piccolo sorriso sorgere sul viso di Jenny.
Una volta entrati in casa, constatai che i miei erano già usciti per andare a lavoro, così accompagnai Jenny in camera mia e le passai una sedia per accomodarsi alla scrivania che il giorno precedente avevo liberato da tutti i miei libri.
Dopo qualche chiacchiera piacevole, entrambi ci immergemmo nello studio, lasciando che un piacevole silenzio calasse tra di noi.
Fu verso le undici che il rumore delle chiavi e i passi spediti di qualcuno, disturbò quella quiete. Quando vidi Raffaele entrare in camera e abbracciare Jenny però mi tranquillizzai e mi lasciai scappare un sorriso.
Nel guardarli compresi che anche due persone che hanno smesso di amare, che non credono più nei sentimenti e che per anni non hanno fatto altro che sopprimerli prendendosi gioco di essi, alla fine sono costrette a piegarsi davanti alla forza delle emozioni.
Raffaele non era mai stato così dipendente da una ragazza. Non aveva mai mostrato così tanto entusiasmo nel vederla. Non era mai stato così delicato con nessuna di esse. Non aveva mai sorriso realmente come in quel momento.
Jenny la conoscevo poco, eppure era facile da capire. Il suo cuore doveva essere stato calpestato in passato e per paura di morire lo aveva rinchiuso in una gabbia dietro una moltitudine di muri. Purtroppo il dolore causato dalle persone di cui ci siamo fidati in passato è il più difficile da guarire. Molti dicono che sia il tempo a guarire ferite simili, ma sono stato abbastanza a contatto con le persone da aver capito che il tempo non fa che scorrere, chi guarisce le ferite sono le altre persone che con mano gentile curano quel cuore dilaniato. Nello sguardo di Jenny scorgevo questo e nel suo animo vi avevo letto il bisogno di essere guarita, di non essere abbandonata e ferita nuovamente. Il bisogno che lei aveva di Raffaele.
Trattenni una piccola risata, per non interrompere quel loro momento. Quella situazione era nata da un gioco e invece ora era diventata una corsa ai sentimenti, alla fiducia reciproca… All’amore.
In quel momento mi domandai quando, quei due, sarebbero arrivati a capire che il loro era un legame più forte dell’amicizia. D’altra parte però, ero contento che avessero deciso di proseguire con cautela, in fondo “le gioie violente hanno violenta fine1.
«Cosa hai da ridere?», mi domandò Raffaele distraendomi dai miei pensieri.
Lo guardai per qualche secondo mentre lui con un sorriso continuava a stringere tra le braccia una Jenny imbarazzata e sorpresa quanto me dal comportamento del mio amico.
«Nulla. Ora mi è proibito anche ridere?», gli risposi in seguito.
«Torna a studiare la tua amata psicologia che io ho altro da studiare.», mi rispose posando lo sguardo sulla ragazza che, se posso dire, divenne ancora più imbarazzata.
«Vedi che se non la finisci di guardarla me la consumi.», dissi nel vano tentativo di salvare Jenny.
Osservai Raffaele posare lo sguardo su Jenny e poi, lentamente, lasciarla andare, cercando di nascondere invano l’imbarazzo che anche lui stava provando.
Nel vedere quella scena, non resistetti e scattai una foto ai due per poi scoppiare a ridere.
Ero felice di vedere il mio migliore amico con quel sorriso. Lo avevo da sempre considerato mio fratello ed ero contento che, finalmente, fosse arrivata una ragazza come Jenny nella sua vita. La seconda cosa migliore della sua vita dopo aver incontrato me, stando alle sue parole.
Fu con quelle risate che trascorremmo la mattinata a studiare. Pian piano Jenny cominciò a sbloccarsi anche in mia presenza e il sorriso che Raffaele mi aveva descritto dopo la loro prima uscita al mare, riuscii a vederlo di persona e solo allora compresi per cosa Raffaele stava lottando.
 
1. La frase è tratta da una citazione di William Shakespeare, tratta dall’opera teatrale di “Romeo e Giulietta”. La citazione completa è la seguente:
“Le gioie violente hanno violenta fine, e muoiono nel loro trionfo, come il fuoco e la polvere da sparo, che si distruggono al primo bacio. Il più squisito miele diviene stucchevole per la sua stessa dolcezza, e basta assaggiarlo per levarsene la voglia. Perciò ama moderatamente: l'amore che dura fa così.”

[William Shakespeare, dall’opera teatrale di Romeo e Giulietta.]

~Angolo autrice.~
Rieccomi miei cari lettori. So di essere in ritardo ma non stando mai a casa e dopo aver avuto anche una serie di problemi alla connessione, non sono riuscita ad aggiornare prima di oggi questa storia. Premesso ciò vorrei darvi due avvisi importanti.
Il primo riguarda i periodi di aggiornamento che non saranno più regolari, ma appena potrò aggiornerò questa storia cercando comunque di farlo almeno una volta a settimana. Prometto di provarci. Per qualsiasi avviso, informazioni sullo stato della storia o per avere qualche piccolo spoiler, potete contattarmi su facebook.
Il secondo avviso, invece, riguarda la mia partenza all'estero verso metà o fine agosto. Non so ancora di preciso per quanto tempo starò via, però posso già avvisarvi che all'estero non potrò aggiornare la storia, ma al massimo potrò continuare a scriverla in modo da accelerare gli aggiornamenti una volta ritornata in Italia.

Terminati gli avvisi, passiamo al capitolo. Come avevo annunciato ad alcuni lettori su facebook, questo decimo capitolo è totalmente impostato su un livello riflessivo piuttosto che narrativo, nonostante abbia inserito di tanto in tanto qualche elemento rivelatorio sui personaggi principali della storia. Inizialmente, quando stavo impostando nella mia testa la tipologia di questa narrazione, avevo deciso di dare più importanza ai sentimenti visti dal punto di vista psicologico, piuttosto che dare importanza alla narrazione in sè. Di storie d'amore ne esistono tantissime e sicuramente alcune sono migliori della mia, per cui avevo deciso di innalzare il livello della storia sul psicologico, cosa che mi riesce meglio. Ecco il motivo, tra l'altro, della varietà dei personaggi e della perenne presenza dei pensieri riflessivi di ogni personaggio. Non a caso, ho deciso di creare una storia con più punti di vista in modo tale da mostrare ai lettori come in una stessa situazione, diverse persone ci si pongono davanti in maniera differente. Questo perché sono convinta che quello che noi diventiamo, lo dobbiamo in primis al contesto della famiglia in cui cresciamo, ma anche e soprattutto dalle relazioni e dagli eventi che incontriamo nel nostro cammino. Infatti in questa storia, oltre al rapporto d'amore tra i personaggi principali, narrerò le loro varie situazioni all'interno del contesto famiglia e amicizia

Dopo aver precisato e riassunto un po' a grandi linee l'idea che ho di questa storia, concludo con i vari ringraziamenti.
Prima di tutto volevo ringraziare Lucia che, oltre a correggere i capitoli, si accinge a recensirli e a darmi sia il parere oggettivo che il suo parere soggettivo. È colei che per prima mi aiuta e mi sprona a continuare a scrivere e senza di lei non sarei mai arrivata a questo decimo capitolo. 
Poi volevo ringraziare Alys93 che segue le mie storie e ascolta le mie trame folli da ben due anni. Inoltre la ringrazio per tutte le recensioni che lascia in ogni mio capitolo. 
In seguito passo con il ringraziare due persone in particolare che mi seguono su Facebook e che non fanno che elogiarmi e dire che amano questa storia. Dunque questo mio ringraziamento va ad Amy e Alessandro per il sostegno e i complimenti. Grazie ragazzi. 
Inoltre volevo ringraziare Ichiro_TakahashiMarty_0202Alys93, Cande_e_TiniDubhe_DB_RedRubin, _SaveMe_, per aver messo la mia storia tra le preferite o le seguite. Grazie di cuore anche a voi. 
Infine ringrazio tutti i lettori silenziosi che leggono la mia storia. 

Concludo chiedendo venia per le note d'autrice molto lunghe e spero che mi lasciate qualche recensione per dirmi cosa ne pensate di questa storia. Mi farebbe molto piacere.
Alla prossima.

Lily
   
 
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