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Autore: giascali    27/07/2014    5 recensioni
Angela: vive in Texas, più precisamente in un riformatorio.
Satoshi: cresciuto in Giappone, dove è oggetto di desiderio delle coetanee, ha una madre "diversa".
Luz: brasiliana, ha una cotta per Alex. Progetta già il suo matrimonio con lui.
Micheal: la sua casa è l'Australia, ama fare a botte e tendono a giudicarlo un ragazzo difficile.
Serena: normale ragazza italiana che venera la musica.
Questi cinque ragazzi non hanno niente in comune, a parte il fatto che hanno sedici anni, che sono stati tutti adottati e che sono capaci di dominare i sei Elementi...
* dalla storia *
-Allora? Mi credi? – sembra ansia quella che ha nella voce.
Derek mi guarda leggermente in ansia.
Sembra strano per uno come lui. Ancora non parla. Devo capire bene la situazione. Ci siamo riseduti sulla panchina su cui ero quando l’ho visto stamattina. Derek si passa una mano tra i suoi capelli neri e poi sulla faccia pallida. La cosa è leggermente ironica, visto che non è lui la persona a cui hanno raccontato la storia che, se vera, sarebbe quella della sua vita prima di essere adottato.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eracl.
 
 Prima che la lama oltrepassi il suo petto, Rendak ha un fremito. È come se prendesse una piccola scossa. Assisto alla scena con distacco, ne sono solo lo spettatore, non colui che ne ha pieno controllo.
Chissà se anche per gli altri è lo stesso.
Quando il corpo cade in avanti sul pavimento, con un rumore sordo, sussulto. Mi aspettavo quasi che non producesse suoni. Facendone, è come se fosse umano.
Non voglio che Rendak mi appaia umano.
Ritiro la spada dal cadavere, incredulo.
Possibile che sia veramente lui, quello che abbiamo ucciso?
Rimaniamo tutti e sette in silenzio per un po’, a fissare quello che è stato Rendak del Buio, poi io lo spezzo. – Sono io il solo a credere che sia stato tutto troppo facile? – apro e chiudo le dita attorno all’elsa dell’arma. Tra le mie mani, non sembra così imponente. Ma dove l’ha trovata Shade?
Kori aggrotta la fronte. – No, ma spero che non ci siano altre sorprese, in realtà. –
Accanto a lui, Iris annuisce. Si appoggia a lui con lo sguardo fisso ancora sullo zio morto.
Una parte di me non può fare a meno di invidiarla: Iris ha Shade ed Elias. I suoi ultimi parenti. Certo, io ho Gene ma è come se non ne avessi nessuno.
Come se avesse percepito i miei pensieri, Tia mi prende la mano, lo sguardo rivolto nella stessa direzione di quello della Discendente del Buio e della Luce.
Ovvio che li ho sentiti, Einstein. Siamo ancora collegati. Mi rimprovera con non molta energia.
Guardo per qualche secondo di troppo, insomma, abbastanza tempo per fare la figura del rimbambito, le nostre mani intrecciate. Non eri contraria alle manifestazioni d’affetto?
Tia sbuffa, assumendo un’adorabile espressione seccata. Oh, sta’ un po’ zitto.
 Ma non posso proprio prenderla sul serio, visto che poi si appoggia a me.
 
Copriamo Rendak con un telo che troviamo fuori dalla stanza. Il palazzo è tornato normale. Niente corridoi con cugini che vogliono soffiarti la ragazza.
Non appena Elias copre anche il viso del padre, i Pezzi di luna iniziano a brillare. Con sguardo attonito osservo il mio sollevarsi, fino ad arrivare all’altezza dei miei occhi.
Faccio per toccarlo ma quello schizza subito via. Verso l’altare. Il Pezzo viene presto raggiunto dai suoi fratelli che iniziano ad avvicinarsi sempre di più l’uno all’altro.
Presto tutti e sei smettono di emanare luci dei colori delle loro Discendenze e cominciano a brillare di candidi raggi bianchi.
Man mano che si intensificano, i Pezzi sembrano sprofondare nell’altare, fino a che non vediamo più la luce lattea. Poi, odo un rumore, una piccola esplosione a mala pena udibile.
- Ma cosa… - faccio per dire, poco prima che l’onda d’urto ci investa e tutto intorno a me esploda.
Vengo sbattuto all’indietro e, mentre sono in aria, attiro Tia contro il mio petto, nel tentativo di proteggerla con il mio corpo. Finiamo contro una parete o almeno credo, perché sono certo di essere finito dall’altra parte della stanza, ma, sinceramente, non ci giurerei, siccome non sento alcuno schianto con il muro di pietra.
Solo in un secondo momento mi rendo conto di aver chiuso gli occhi e, con non poca esitazione, ne apro uno alla volta.
Sono sospeso in aria, circondato da quella che sembra una luminosa aura bianca.
Ma cosa…?
-Allora ce l’avete fatta. – dice una voce che in questi mesi mi è diventata fin troppo familiare. Non posso fare a meno di sorridere. Eiran.
Sento uno schiocco di dita e il pavimento inizia ad avvicinarsi sempre di più a me, troppo velocemente per i miei gusti. Con facilità, manipolo una corrente e, invece di cadere, scendo delicatamente a terra, lasciando gli altri al loro destino.
Non moriranno mica per una caduta di tre metri. Non dopo quello che abbiamo appena passato.
Mi guardo attorno. Siamo fuori dal Palazzo e attorno a noi ci sono macerie. Il muro che circondava l’edificio è crollato, come l’edificio stesso, del resto.
-Avevi qualche dubbio? – replica Ilio con un  sorriso sghembo. Elias è appoggiato a lei ma non saprei dire se per la gamba, che già da prima gli doleva, o per altro.
Eiran inarca un sopraciglio. – Alcuni, siccome tra di voi ci sono certi individui. – per un momento penso che si riferisca a Elias e Shade, poi mi accorgo che sta rivolgendo il suo sguardo su me e Kori.
Che bello sentirsi amati.
Gli dedico un sorriso strafottente, mentre mi gratto la testa. – Grazie a queste tue parole, so che potrò sempre contare su di te. Grazie davvero. -   
Il Custode si limita ad ignorarmi e a volgere la sua attenzione su Shade ed Elias. Fa qualche passo verso di loro e si ferma quando li distanziano circa due metri. Non sembra fare caso al braccio del maggiore adagiato sulle spalle di Ilio. –Il vostro è stato un atto di grande coraggio. Sappiate che le vostre madri sarebbero fiere di voi. – dice con voce incolore, come se stesse dicendo queste parole a pappagallo. Il suo sguardo verde si sofferma un po’ di più su Shade, che se sta fermo, i pugni ai fianchi e gli occhi fissi su quelli del Custode.
-Perché? L’hai forse conosciuta? – gli domanda con voce dura.
Eiran non fa una piega al commento di Shade e non replica. Il che non è poi così strano, siccome sono abituato al suo comportamento ma diciamo che il fatto che sorrida mi sorprende non poco.
-A proposito di madri, - si intromette Iris, attirando quindi l’attenzione del Custode. – le… le abbiamo incontrate. – stringe la mano attorno al suo medaglione. – Su concessione delle Lune. –
Eiran annuisce debolmente. – Lo so. –
Kori lo guarda con un misto di stupore e diffidenza negli occhi rossi. – E come? –
-Me lo ha detto Ambra. –
Okay, ora sono davvero sorpreso.
 
-Che fine hanno fatto i Discendenti della Luce? E Gene? E Nidar? – chiede, dopo un po’ di stupefatto silenzio, Tia.
Eiran evita con maestria il suo sguardo ma risponde lo stesso. – Tutti gli altri nel Palazzo… beh, non hanno fatto una fine proprio bella. –
Spalanco gli occhi. – Cosa?! – esclamo.
Eiran mi guarda come se fossi un bambino particolarmente stupido. – Non ci sono più. Questo lo capisci? –
-Ma… perché? E cos’è stata quell’esplosione? – lo incalzo.
Prima di darmi una risposta, chiude gli occhi e si stringe il dorso del naso tra il pollice e l’indice, quasi fosse tremendamente annoiato e infastidito, e sono sicuro che sia così, dalle mie domande assillanti. – Le Lune ne sono le responsabili. Hanno adempito al loro compito: prendersi cura dei loro Discendenti. –
-Uccidendoli? – replica con diffidenza nella voce Iris. Ha le mani strette a pugno. – Sono davvero caritatevoli! –
Eiran solleva gli occhi al cielo. – Sì, perché tutti quei Discendenti della Luce avrebbero avuto una gran vita qui. La metà di loro era malata e prossima alla morte, l’altra era impazzita. Le Lune non li hanno uccisi. Li hanno prelevati da questo mondo, – dà un calcio ad un detrito. – che ci metterà tempo per risanarsi. – lo osserva rotolare fino a che non si scontra con ciò che rimane di un muro ancora in piedi. Rivolge di nuovo il suo sguardo su di noi e, vedendo le nostre espressioni scettiche, sbuffa. – Se questo può rincuorarvi, non erano gli ultimi Discendenti della Luce di Alias. – si lascia scappare un sorriso sornione. – Oh, certo che no. Non tutti sono così stupidi da farsi prendere. E, beh, altri nascono da coppie inaspettate. –
Inclino la testa di lato. – Che intendi dire? –
Il suo sorriso da stregatto si allarga. – Ci sono anche i figli dei Custodi. La prole nata da una coppia formata da due Custodi, è molto imprevedibile. Può essere di tutto. Credo di avervelo detto, una volta. Ma ovviamente ciò che vi dico vi entra in un orecchio e vi esce dall’altro. –
-Insomma, vuoi dire che ad Alias ci sono altri Discendenti della Luce? Che sono scappati? –
Il Custode annuisce. – Ovvio. In questi sedici anni, alcuni nuclei sono riusciti a nascondersi dove era più difficile per Rendak raggiungerli. –
-E lo Spirito? Come hanno fatto ad aggirare anche lui? – gli domanda Kori.
Eiran fa spallucce. – Tra di loro ci sono anche dei Custodi. Hanno creato delle difese che impedissero allo Spirito di venire a sapere della loro esistenza. E, prima che tu possa domandarmelo, no, non so dove sia finito. – la sua espressione si fa torva. – Né cos’abbia in mente. – mormora poi a bassa voce.
-Cosa intendi dire? – lo sollecita a parlare Ilio, con voce curiosa e allo stesso tempo insicura.
Eiran incontra il suo sguardo. – È stato lui a permettervi di uccidere Rendak. –
-Cosa?! – esclamo per la seconda volta, guadagnandomi anche questa un’occhiataccia da parte del Custode.
-Rendak è stato sempre, fin dall’infanzia, un individuo schivo, era quasi impossibile capire cosa pensasse. Per tutti questi anni ho creduto che non nutrisse rimorsi per la morte di Talia ma… ecco, credo, che tu, Shade, glieli abbia fatti nascere. –
-Ma hai appena detto… - fa per dire Iris.
-So, cos’ho appena affermato. Ma, se foste così gentili da non interrompermi, forse riuscirei a finire la mia spiegazione. – si ferma un attimo per guardarci uno ad uno, poi, quando si ritiene soddisfatto, continua a spiegare: - Io… penso che le tue parole lo abbiano colpito, Shade del Buio, - l’espressione dell’interpellato non fa una piega. Per questo, mi ricorda un po’ Eiran. E suo padre. –ma non so cosa avrebbe fatto se lo Spirito non lo avesse manipolato. –
-In che senso? – si acciglia Kori.
-Nel senso che lo Spirito ha fatto sì che non cercasse di resistervi, alla fine. Credo che abbia percepito ciò che sentiva. Ha capito che non gli era più utile e lo ha sacrificato. –
-Stai dicendo che mio padre è stato per tutto questo tempo una marionetta nelle mani di un Custode morto? – domanda Shade con tono cinico. Lo guardo con la coda dell’occhio: in volta ha un’aria truce e tiene le braccia incrociate al petto.
Eiran scuote la testa, serio. - È difficile dire chi si fidasse di meno tra quei due. E no, Rendak non è mai stato manipolato dallo Spirito e non lo ha mai manipolato. Diciamo che si sono alleati per interessi in comune. –
-E quali sarebbero? – lo incalza Tia, un sopraciglio alzato.
-Credo che ce li possiamo solo immaginare. –
 
 
 
Il giorno dopo…
 
-Oh, andiamo! Non ci vedremo per un mese, mica per dieci anni! – cerco di protestare, tentando, allo stesso tempo, di scollarmi Ilio di dosso.
-Non fare l’insensibile. – brontola lei contro il mio petto, facendo così ridere Kori, che sta tenendo per mano Iris. Ilio si volta verso di lui. – Guarda che tra un po’ ritorno da te, eh! –
Kori impallidisce all’istante. C’è stato bisogno di me, Iris ed Elias per staccare Ilio da Kori. Tia si è limitata a ridere per tutto il tempo, cosa che sta facendo pure ora, tra l’altro.
Che piccola bellissima nana infame.
Lentamente, porto le mani alle spalle della mia amica e la spingo via delicatamente. Non sono il primo che dovrà partire per la capitale della propria Discendenza, bensì Ilio, ecco perché sembra essere diventata una cozza umana, ma voglio lo stesso salutare Kori, siccome lui sarà il secondo.
La Discendente dell’Acqua fa un passo indietro e mi dedica un sorriso un po’ triste. Sospira. – Non fare casini troppo irreparabili in questi giorni, okay? –
Annuisco. – Ci proverò. –
-Questo vuol dire che tra una settimana l’intera Città dell’Aria si rivolterà contro di lui, lo sai, vero? - si intromette Tia con voce squillante.
Ilio ride. – Sarei sorpresa del contrario. – afferma prima di prendere la mano di Elias e scomparire nel portale. Shade lancia un’occhiata a tutti quanti, si sofferma di più su Iris, prima di seguirli.
Quando, ieri, Eiran ci ha informato che saremmo dovuti andare a vivere nelle capitali delle nostre Discendenze, rivendicando così le nostre cariche che ci spettano di diritto eccetera, per non vederci quindi per un mese, Elias ha subito deciso che sarebbe andato con Ilio. E, beh, dove va Elias, va anche Shade, vista la promessa che il primo ha fatto a quest’ultimo. Non so se Shade sia contento o no di andare alla Città della Sorgente ma non ha protestato, il che dovrebbe suggerirci che forse non è poi così contrario alla cosa.
Dopo Ilio, è il turno di Kori per attraversare il portale. Lo saluto esattamente come ho fatto quando è andato a prendere il suo Pezzo di Luna: gli do una pacca sulla spalla. Poi gli sorrido.
-Oh, guarda che puoi anche abbracciarlo senza sembrare troppo sentimentale! – esclama ironica Tia.
La ignoro.
Iris, ovviamente, non deve attraversare alcun portale, siccome siamo già nella Città del Buio e della Luce. O della Luce e del Buio. Non ho mai capito veramente quale venisse prima.
Circondo le sue spalle, quando noto che ha gli occhi lucidi di lacrime mentre Kori scompare.
Iris mi ringrazia sorridendomi.
Si discosta da me per abbracciare Tia. Le sento sussurrarsi qualcosa sottovoce ma non capisco cosa. Io mi limito a starmene un po’ a distanza da loro, con Eiran al mio fianco.
Deve fargli strano non vederci dopo aver passato praticamente ogni giorno con noi.
-Ehi, brezza estiva! Non mi saluti? – richiama la mia attenzione Tia. o dovrei dire “la mia ragazza”?       
Le sorrido e la raggiungo con poche ed ampie falcate. – Non oserei mai, nana. –
Mi dà un leggero pugno sulla spalla, giusto per ricordarmi che odia farsi chiamare così tanto quanto io adoro farlo. – Vedi di non rischiare di farti tagliare la mano. –
Ridacchia. – La parte della mammina che si preoccupa non ti si addice, Einstein. Quella ormai è stata rivendicata da Ilio. – scherza, mentre le cingo la vita con un braccio.
Mi chino su di lei e sento l’aria che le esce dalla bocca sfiorarmi le labbra. Sono a tanto così dal baciarla che Eiran ci interrompe. – Bando alle ciance, non posso tenere aperto il portale per tutto il giorno. Se non vi muovete, farete la strada a piedi! –
Tia si sporge oltre la mia spalla per parlare col Custode, lasciandomi leggermente interdetto. – E… quanto dista la Città della Foglia da qui? –
-Qualcosa come 2000 chilometri. – alla sua risposta, la ragazza trasale, mi scocca un veloce bacio sulle labbra e corre verso il portale. Però, prima di attraversarlo, si gira ed incatena il suo sguardo al mio.
-Spiacente, brezza estiva! Sono troppo pigra per rischiare di far incavolare quella vecchietta scorbutica. Magari approfondiremo il discorso tra un mese, eh? –
Pigra.


Note dell'autrice:
Umh... spero che l'ultimo capitolo di Eracl vi sia piaciuto, ci ho messo giusto anche un po' di Tiacl, tanto per non deludere quelli che li shippano ^-^
In questo capitolo... beh, è parecchio di passaggio ma io penso che sia parecchio utile, visto che qui si spiegano un po' di cose... Ammetto che è da quando ho pubblicato il capitolo precedente che penso alla questione Rendak/Custode eccetera. Vi dico solo che, se le cose vanno bene, potrei spiegarla meglio ma non in questa storia. Umh, sì, sto pensando ad un sequel. Ma non so se farlo o meno, siccome ho un'altra storia in corso e, beh, vorrei iniziare a pubblicarne un'altra, una volta che avrò scritto gli altri capitoli.
Boh, devo decidere.
Anche gli accenni ai Discendenti della Luce che sono scappati non sono casuali. Credo che nel prossimo capitolo si capirà il perché. Cioè, io credo che lo si capisca poi non so se sia così ovvio. 
Ad ogni modo, scusate se non ho risposto alle recensioni provvederò a farlo al più presto.
p.s. Nel prossimo ci sarà una sorpresa che, spero, sarà gradita.

 
   
 
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