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Autore: fly90    27/07/2014    4 recensioni
Tratto da un sogno che ho fatto qualche tempo fa e che mi ha decisamente angosciata...Cosa fareste se un gruppo di pazzi sanguinari mettesse a soqquadro un supermercato e poi decidesse di inseguirvi per uccidervi?
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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IL MASSACRO.


PARTE SETTIMA.


Greg e Lena scattarono verso le scale del secondo piano mentre alle loro calcagna l'indiano menava colpi d'ascia spaccando porte e rompendo mobili nel tragitto.

Lena correva vicinissima al ragazzo come se fossero una cosa sola.

Greg non poteva sparare perché se si fosse fermato per prendere la mira probabilmente sarebbe rimasto ferito vista la vicinanza dell'uomo.

Erano in trappola e l'unico modo era cercare di guadagnare più terreno possibile sull'indiano.

Nella corsa gettavano oggetti dietro di loro, sedie, quadri, specchi, quello che trovavano ma con scarso risultato finché Lena gettò indietro la mazza da baseball nel disperato tentativo di rallentarlo.

Per fortuna funzionò perché l'uomo venne colpito al viso perdendo la presa sull'arma e, obbligato a fermarsi per riprenderla, perse terreno permettendo ai ragazzi di svoltare l'angolo del corridoio.

A capofitto si diressero nel bagno dove si barricarono.

Da lì si poteva accedere al tetto facendo attenzione a non cadere di sotto.

Greg fece segno a Lena di non fare rumore e si accasciarono con la schiena appoggiata alla vasca da bagno.

I passi nel corridoio si avvicinavano velocemente.

Il corpo di Lena ebbe un sussulto quando un rumore giunse proprio fuori dalla loro porta.

Trattennero il fiato finché i passi dell'uomo parvero allontanarsi in direzione delle altre porte.

Era una grossa casa e Greg benedisse le molteplici stanze che componevano il secondo piano.

Se l'indiano avesse controllato in ognuna di esse probabilmente sarebbero riusciti a scappare.

Il singulto di Lena lo bloccò nel tentativo di rialzarsi.

Che ti succede?” Le sussurrò guardandola.

J-joanna. È rimasta da sola.” Disse tra le lacrime.

A Greg si fermò il cuore.

Preso dalla foga di scappare non si era accorto dell'assenza della ragazza.

Se l'indiano ha seguito noi vuol dire che Joanna è riuscita a scappare e forse a nascondersi o addirittura ad uscire.” Cercò di farle coraggio mentre osservava le lacrime rigare il volto bellissimo della ragazza.

Colta di sorpresa Lena alzò il capo trovando lo sguardo dolce del ragazzo su di sé.

In quel momento si ritrovò a pensare che il ragazzo fosse davvero carino ma il senso di colpa la prese allo stomaco.

Come poteva pensare a quello quando la sua migliore amica era in pericolo?

Eppure sembrava che Greg pensasse lo stesso mentre la guardava con desiderio.

Non si accorse nemmeno di avanzare con il corpo verso il ragazzo prima che le loro labbra si posassero l'una sull'altra perdendosi in un bacio carico di passione e disperazione.

Chiuse gli occhi sentendo le mani del ragazzo posarsi sul viso mentre le prendeva le labbra e la spingeva contro la vasca sovrastandola con il dolce peso del suo corpo caldo.

Si persero così l'uno nell'altra scambiandosi baci disperati in una situazione in cui mai avrebbero immaginato di trovarsi.


Joanna pietrificata dalla visione di Deanna trucidata non era stata in grado di far altro se non retrocedere nel corridoio verso la cucina, lontana da quel pazzo assassino.

Purtroppo si rese conto solo in seguito di essere rimasta sola.

Dell'indiano però nessuna traccia, doveva aver scelto di seguire Lena e Greg.

Il panico le attanagliava lo stomaco al pensiero di Lena in pericolo.

Con lei però c'era Greg, forse il suo fucile avrebbe colpito ancora difendendoli.

Si guardò intorno cercando qualcosa di utile come ad esempio la mannaia appoggiata sul bancone di fronte a lei.

La prese sorridendo incerta.

La mannaia sembrava meglio dell'arnese per il camino ma decise di tenerlo comunque nell'altra mano in caso di pericolo.

Guardinga mosse qualche passo verso la grossa finestra accanto al lavandino.

Sbirciando fuori lo sguardo le cadde sul corpo esanime di Adam e le lacrime le salirono agli occhi.

Quali mostri potevano fare questo?

Perché?

A quelle domande sembravano non esserci risposte adatte.

Si fermò a valutare le opzioni: avrebbe potuto spaccare la finestra ed uscire oppure tornare all'ingresso e con meno rumore uscire dalla porta.

Optò per la seconda ipotesi nonostante il ribrezzo di ritrovarsi a guardare il cadavere straziato della povera Deanna.

Con passo felpato mosse qualche passo verso il corridoio brandendo la mannaia.

Si ritrovò ben presto nel salotto accanto al braccio amputato della ragazza.

Quel cadavere senza testa zampillava ancora sangue che ora sporcava buona parte del pavimento intorno a sé.

Per il suo stomaco fu troppo e si ritrovò a rigettare davanti a sé.

Quando si riprese il suo sguardo si fermò su un ombra proveniente dalla stanza adiacente.

Le orecchie colsero un rumore di passi e senza attendere oltre si gettò verso la porta d'ingresso trovandola chiusa.

Accidenti!” Imprecò cercando di far leva sulla porta senza risultato.

L'ombra si avvicinava, tra poco avrebbe fatto il suo ingresso in salotto.

Mandando al diavolo ogni precauzione si gettò di corsa verso le scale del secondo piano.

L'indiano dietro di sé si lanciò all'inseguimento riuscendo a prenderle una caviglia prima che giungesse sul pianerottolo e tirandola indietro verso di sé.

Ad accoglierla ci fu la lama del coltello che le trapassò un fianco.

Nonostante questo riuscì a divincolarsi menando un colpo di mannaia alla mano dell'uomo e tranciandogli tre dita di netto che caddero oltre la balaustra.

L'uomo urlò prendendosi la mano ferita e stringendola con quella sana, nel far questo il coltello gli cadde.

Il cuore di Joanna era lanciato al galoppo e lei si sentì mancare ma strinse i denti nonostante il dolore al fianco e colpì alla testa l'indiano con l'arnese uncinato.

La testa dell'uomo venne trafitta da esso e cadde a terra con un tonfo sordo.

Joanna si avvicinò cautamente.

L'uncino entrava da una tempia e usciva più o meno al centro della fronte.

Sulla punta vi era del sangue raggrumato.

Inorridita e tremante in preda al dolore sempre più forte al fianco si diresse verso la prima porta vicino a sé.

Doveva cercare qualcosa per tamponare la ferita e trovare i ragazzi prima che fosse troppo tardi.

Mancava uno solo di quei pazzi e loro erano tre, potevano farcela.


ANGOLINO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti ragazzi!

Eccomi con un altro capitolo:-)

Spero vi sia piaciuto.

Come avete visto i ragazzi si sono divisi e ciò rende le cose ancor meno rosee per loro.

Tra colpi di scena e orribili morti la storia prosegue.

Che ne dite?

Vi piace ancora?

Un saluto dalla vostra Fly90



  
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