Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    28/07/2014    1 recensioni
Due Regni
Due Re
Due Eredi
Un Solo Destino
Ewan è un giovane principe destinato a diventare, un giorno, sovrano di Avalon. Lyra è solo una pastorella, sognatrice e ribelle. Insieme dovranno affrontare il viaggio più difficile della loro vita per impedire che una sanguinosa guerra distrugga per sempre i loro sogni.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Due cavalieri lanciati al galoppo attraversano la campagna. La Luna alta in cielo è l'unica luce che rischiara il sentiero che stanno seguendo.
Uno dei cavalieri è Andrev. Indossa gli abiti militari sotto una mantellina scura.
Al suo fianco galoppa Ewan. Lo sguardo del ragazzo è puntato verso l'orizzonte, dove si intravede un leggero chiarore. ― Quanto ci vuole ancora?
Andrev tira le redini del cavallo. ― Ormai dovremmo quasi esserci.
Superata una collina di fronte ai due si estende una valle occupata da una città protetta da mura. Un porto affollato di navi sorge nella baia vicina.
Ewan e Andrev si fermano sul fianco della collina.
― È la capitale?
Andrev annuisce.
Ewan prende un sacco legato al fianco del cavallo e salta giù.
― Cosa stai facendo? ― chiede Andrev guardandolo incuriosito mentre fruga nel sacco.
Ewan ne tra fuori un pantalone di cotone dal taglio grossolano, una casacca scura e un cappello sbrindellato. ― Devo potermi mescolare agli altri abitanti ― spiega il ragazzo infilandosi i pantaloni di cotone su quelli di  tessuto prezioso.
Andrev smonta da cavallo. ― È questo il tuo piano? Ti vesti da straccione per passare inosservato?
― Tu hai un'idea migliore?
― A parte tornare indietro?
Ewan infila la casacca. ― Ho un abito anche per te ― dice infilando un braccio nel sacco.
― Non ho intenzione di vestirmi come un mendicante.
Ewan gli lancia addosso una specie di saio marrone.
― Dove hai preso questa roba?
Ewan sorride. ― L'ho scambiata con un servo in cambio di un paio di vecchie spade d'argento.
― Hai barattato dei cimeli di famiglia per questi stracci?
― Vestiti ― dice Ewan rimontando a cavallo. ― Un mendicante scortato da un soldato di alto rango sarebbe sospetto.
Andrev sospira. ― Il nostro accordo non prevedeva questo.
***
Lyra raggiunge il fiume e si siede su una roccia, le braccia intorno ai fianchi sottili. I piedi nudi affondano nell'erba che cresce lì attorno.
Quando alza la testa, i suoi occhi incrociano le stelle che da quel punto si intravedono tra le chiome degli alberi.
La capretta di prima sta pascolando nell'erba. Quando si accorge di Lyra, sembra scrutarla con sospetto.
Lyra la ignora e continua a guardare le stelle. ― Non posso fare questo, non posso fare quello ― dice sbuffando.
La capretta lancia un belato.
Lyra volta la testa di scatto. ― Ah, sei qui tu. Sei contenta della figura che mi hai fatto fare?
La capretta si limita ad annusare l'erba.
Lyra le si avvicina e le accarezza un punto della testa dietro le orecchie. ― Nemmeno a te piace stare in un recinto, vero?
Belato di approvazione.
Dall'altro lato del fiume giungono delle voci.
Lyra guarda nella stessa direzione e scorge due ombra che si muovono sullo sfondo di alberi.
― Leghiamo qui i cavalli ― dice una voce. ― Li riprenderemo al ritorno.
Lyra esce dal nascondiglio e corre verso una pietra dalla forma a patata per metà immersa nell'acqua limacciosa del fiume. Dietro di lei, la capretta Berthé la guarda incuriosita.
In quel punto le due sponde del fiume sono unite da una serie di pietre che spuntano dall'acqua. Lyra salta sulla prima pietra, poi allunga la gamba e salta su quella successiva. Giunta all'ultima scivola, agita le braccia e rimane in equilibrio su un solo piede. Col salto successivo atterra sulla sponda opposta.
***
Andrev lega le briglie del cavallo a un albero.
Ewan si allontana saltellando da un piede all'altro, l'espressione felice. ― Non ci posso credere. Siamo proprio vicini. Posso quasi sentire i rumori della festa da qui.
Dietro di lui, Andrev si muove con fare circospetto. ― Prudenza Ewan ― dice a bassa voce, il cappuccio calato sul viso. Sotto gli stracci si intravede l'elsa della spada.
― Ora sono Kalan.
Andrev gli rivolge un'occhiataccia. ― Kalan?
Ewan annuisce. ― E tu sei Drev.
― Drev.
― Esatto. Nomi falsi. Non è una magnifica idea?
― È la prima cosa giusta che ti sento dire da quanto sono tornato.
***
Nascosta dietro un cespuglio, Lyra osserva i due camminare a passo spedito lungo il sentiero. Vicino a lei la capretta Berthé la osserva con fare distratto.
Lyra le fa cenno di stare zitta, Berthé la fissa per qualche istante, quindi lancia un belato acuto che la fa trasalire.
***
Andrev si volta di scatto, la mano sull'elsa della spada. ― Hai sentito?
Ewan si acquatta guardandosi attorno. ― Sì ― dice indicando un punto nella boscaglia. ― Veniva da quella parte.
― Aspetta qui. Non ti muovere ― dice Andrev avvicinandosi agli alberi, la mano pronta a sguainare la spada.
***
Lyra tappa il muso di Berthé con la mano e si sposta verso un albero lì vicino, tenendosi al coperto tra gli arbusti.
Sopra di lei un'ombra si protende tra gli alberi e prende la forma di un uomo incappucciato.
Lyra si appiattisce contro l'albero, la capretta stretta tra le mani.
Tra le fronde si scorge uno scintillio un attimo prima che un ramo si stacchi dall'albero. Quando cade Lyra nota che è stato tagliato di netto.
― Lo so che sei qui ― dice una voce. ― È meglio per te se esci e ti fai vedere. Non ti farò niente se non mi costringi a venirti a prendere.
Lyra striscia tra gli arbusti accovacciata sulle ginocchia e raggiunge un altro albero.
L'ombra dell'incappucciato la segue. Altri rami vengono tagliati. Lyra la vede incombere su di lei e perde la presa su Berthé, che scappa via sparendo nella boscaglia.
― Mia ― grida l'incappucciato gettandosi all'inseguimento della capretta.
Lyra ne approfitta per uscire dalla boscaglia, per finire contro un ostacolo inatteso.
― Ah ― esclama Ewan per la sorpresa di ritrovarsela all'improvviso addosso. I due rotolano per qualche metro.
― Ewan ― grida Andrev precipitandosi con la spada sguainata.
Lyra si rialza e tenta di fuggire, ma il vestito le rimane impigliato in un ramo e finisce gambe all'aria urtando con la schiena sul sentiero di terra battuta. ― Ahi ― grida.
― Aspetta ― dice Ewan facendo cenno a Andrev di fermarsi. ― È soltanto una ragazza.
Andrev, la spada ancora nella mano, la nasconde tra le pieghe del vestito.
Ancora a terra, Lyra si mette a sedere mentre si massaggia la schiena.
Ewan l'aiuta ad alzarsi. ― Ti sei fatta male?
Lyra si aggrappa al suo braccio, ma appena in piedi si ritrae spaventata.
― Perché ci stavi seguendo? ― chiede Andrev con tono ruvido.
― Non vi stavo seguendo ― risponde Lyra con una smorfia di dolore.
― Se non ci seguivi, perché ti nascondevi nella boscaglia? ― la incalza Andrev.
Lyra scrolla le spalle. ― Volevo solo vedere dove andavate a quest'ora.
― Noi ― inizia a dire Andrev.
Ewan gli tappa la bocca. ― Siamo mendicanti ― dice completando la frase dell'altro. ― Siamo diretti in città per la festa di inizio anno.
Lyra lo guarda sospettosa. ― Mendicanti? ― I suoi occhi scivolano sugli stivali che Ewan indossa sotto i pantaloni cenciosi. ― Avete dei bei stivali per un mendicante.
Ewan si morde il labbro. ― Dono di un ricco mercante che non sapeva più che farsene.
― Oh ― fa lei sorpresa. ― E la spada?
Andrev la guarda in cagnesco.
― Un altro dono ― dice Ewan. ― Io sono Kalan. Lui è Drev ― dice indicando Andrev. ― Tu come ti chiami?
― Lyra.
― È un bel nome ― dice Ewan con un sorriso sulle labbra. ― Anche mia madre si chiamava...
Andrev gli da una gomitata nel fianco, interrompendolo.
Ewan si tocca il fianco con una smorfia di dolore. ― Senti Lyra, noi stiamo andando in città. Ti andrebbe di venire con noi?
Andrev lo guarda stupito.
― Con voi? ― chiede la ragazza sorpresa.
Ewan annuisce. ― Potremmo fare la strada insieme.
Lyra guarda la sponda opposta del fiume, dove si vedono i bagliori dei fuochi accesi dai pastori. ― Io non so se...
― Se non te la senti proseguiamo da soli ― dice Ewan voltandosi.
― No, no ― dice Lyra con tono urgente. ― Vengo con voi.
Ewan sorride. ― Meraviglioso. Sei mai stata alla festa di inizio anno?
Lyra scuote la testa. ― Mio padre non mi lascia andare in città. Dice che è troppo pericoloso per me.
― Ti capisco.
Lyra lo guarda incuriosita.
Andrev li raggiunge e tira Ewan da parte. ― Perché la portiamo con noi? ― sussurra.
― Ma non la vedi? È solo una pastorella. Ci aiuterà a confonderci meglio con la folla.
― Mi sembra una pessima idea.
Ewan sbuffa e torna da Lyra. Nel frattempo anche Berthé si è rifatta viva. Si unisce al gruppo tenendosi lontana da Andrev, che la guarda in cagnesco.
― L'hai spaventata ― dice Lyra con tono di rimprovero.
Andrev scuote la testa. ― Questa poi.
***
La capitale è una ragnatela di palazzi di due o tre piani addossati l'uno all'altro, vicoli affollati e piazze dove la folla si raduna per chiacchierare e ballare.
Ewan si muove saltellando da un piede all'altro, gli occhi spalancati. ― Ma è meraviglioso ― dice con un largo sorriso sulle labbra.
Accanto a lui, Lyra osserva la città con sguardo estasiato, le mani giunte all'altezza del petto.
Andrev si guarda attorno con circospezione. ― Attenti a dove mettete i piedi. Qui ci sono pericoli dietro ogni angolo.
Ewan sbuffa. ― Non puoi solo rilassarti e goderti la festa? Questo posto è fantastico.
Attorno a loro si muovono uomini e donne con vestiti colorati. Bambini giocano a rincorrersi lungo le strade. A ogni angolo i commercianti espongono sui banchetti le loro mercanzie.
Ewan annusa l'aria. ― Cos'è questo profumo delizioso?
Andrev si guarda attorno disgustato. ― Non oso immaginarlo.
― Pasticcini ― esclama Ewan indicando un banchetto che espone dei dolci. Un attimo dopo si sta già dirigendo a lunghe falcate verso di esso. Lyra lo segue insieme a Berthé.
Un attimo prima che Ewan lo raggiunga, Andrev lo afferra per la spalla e lo trascina via.
― Che cosa fai?
― Ti evito dei guai ― dice Andrev a bassa voce. ― Hai scordato che sei un povero mendicante senza un soldo?
― Io...
― Cosa penserebbe la gente se ti vedesse tirare fuori delle monete?
Ewan si morde il labbro. ― Non ci avevo pensato.
― Dovresti.
― E ora?
― Diamo un'occhiata in giro e poi a casa.
Ewan sbuffa esasperato.
Lyra li raggiunge di corsa. ― Avete visto?
― Cosa? ― chiede Ewan.
Lyra indica un gruppo di uomini armati di picche e balestre farsi strada tra la folla. ― I soldati.
― Voi ― dice uno degli armigeri avvicinandosi a un gruppo di uomini e donne vestiti di stracci riuniti attorno a un forno. ― Non potete stare qui.
― Aspettiamo la distribuzione del pane ― dice uno dei mendicanti.
Il soldato gli punta contro la picca. ― Non ci sarà nessuna distribuzione pane.
― Ma c'è tutti gli anni.
― Da quest'anno è sospesa. Ordini del re.
Ewan fa un passo avanti, ma Andrev lo trattiene per il braccio.
I mendicanti si scambiano occhiate perplesse. ― Ma non è giusto ― grida uno di essi.
― Giusto o no ― dice il soldato agitando la picca. ― Questi sono gli ordini. Ora sgombrate la piazza se non volete guai peggiori.
Ewan si volta. ― Lyra, ti assicuro che il re non... Lyra?
La ragazza è scomparsa.
Andrev indica il gruppo di mendicanti. Lyra si sta avvicinando ai soldati con sguardo deciso, i pugni chiusi.
― Voi ― dice all'indirizzo degli uomini armati. ― Non avete alcun diritto di affamare queste persone.
I soldati si scambiano occhiate perplesse. ― Sparisci ragazzina ― dice uno di loro.
― Solo se darete il pane a queste persone ― dice Lyra piazzandosi davanti al soldato armato di picca.
Ewan guarda la scena stupito. Andrev gli fa cenno di arretrare. ― Ci penso io ― dice andando incontro ai soldati.
Quando lo vedono arrivare gli armigeri gli puntano contro le armi.
Andrev alza le braccia. ― Calma, calma ― dice sorridendo. ― Non c'è bisogno di arrabbiarsi tanto. La ragazza è chiaramente pazza, non la vedete? È solo una povera pastorella che viene da fuori. Non conosce le leggi.
Lyra incrocia le braccia sul petto. ― Io non sono una stupida pastorella ― dice imbronciata.
Ai suoi piedi, Berthé lancia un beato indignato.
― E tu chi sei? ― domanda un soldato.
― Io? ― Andrev si porta la mano al petto. ― Nessuno. Passavo di qui per caso e vi ho sentiti litigare.
Uno dei soldati nota un luccichio. ― È armato ― grida agli altri.
Le picche vengono puntate contro Andrev, che si immobilizza all'istante. ― Aspettate. C'è un malinteso. Io non...
― È vietato entrare in città armati ― grida uno dei soldati.
Andrev si volta verso Ewan. ― Prendi la pastorella ― grida al ragazzo.
― Io non sono ― dice Lyra mentre Ewan l'afferra per il braccio e la trascina via. ― Una pastorella.
Andrev estrae la spada e fronteggia i soldati. ― Mi riconoscete? ― dice togliendosi il cappuccio e mostrando il viso. ― Sono il capitano Andrev.
I soldati lo guardano in cagnesco. ― Certo. E io sono l'erede al trono.
Due soldati si lanciano contro Andrev. Lui scarta di lato e afferra con la mano la picca più vicina, strappandola di mano al suo proprietario.
L'altro manca il bersaglio e prosegue nella sua corsa. Andrev gli fa lo sgambetto mandandolo a rotolare sull'acciottolato.
I due soldati armati di balestra puntano l'arma verso Andrev, ma questi usando la picca appena conquistata li disarma facendo saltare via le armi dalle loro mani.
I soldati si guardano con espressione incerta.
Andrev rinfodera la spada e si volta, gli occhi che vagano per la piazza.
Nell'angolo opposto vede Ewan e Lyra di schiena sparire in un vicolo.
― Dannazione ― esclama prima di mettersi a correre nella loro direzione.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: heliodor