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Autore: heliodor    30/07/2014    1 recensioni
Due Regni
Due Re
Due Eredi
Un Solo Destino
Ewan è un giovane principe destinato a diventare, un giorno, sovrano di Avalon. Lyra è solo una pastorella, sognatrice e ribelle. Insieme dovranno affrontare il viaggio più difficile della loro vita per impedire che una sanguinosa guerra distrugga per sempre i loro sogni.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ewan trascina Lyra nel vicolo, seguiti da Berthé che trotterella tra le gambe dei passanti. ― Corri, svelta.
La ragazza si volta indietro. ― Forse li abbiamo seminati.
― Forse ― dice Ewan imboccando un vicolo alla sua destra. Quindi i due svoltano a sinistra e poi di nuovo a destra, sbucando in una piazza ottagonale.
Solo allora si fermano piegati in due e col fiatone.
― Seminati ― dice Ewan tra un ansito e l'altro.
Lyra si guarda indietro. ― Il tuo amico?
― Se la caverà. ― Ewan sorride. ― Sei stata molto coraggiosa.
Lyra ricambia il sorriso e si sistema una ciocca di capelli scivolata sulla fronte. ― E adesso che facciamo?
Ewan allarga le braccia. ― Ci godiamo la festa di inizio anno, no? ― Prende Lyra per le mani e la trascina via di corsa.
***
Andrev arriva in una piazza ottagonale e si ferma vicino a una fontana per guardarsi attorno. I suoi occhi vagano tra la folla. ― Dove ti sei cacciato, Ewan?
***
Festoni colorati e ghirlande addobbano i palazzi che affacciano sulla strada. Lyra e Ewan ci passano sotto di corsa.
Uomini e donne vestiti con colori sgargianti danzano davanti ai portoni delle case. Dalle finestre aperte giungono i suoni dei festeggiamenti, mentre chi si trova sui balconi assiste alla parata che si svolge per la strada.
Ghirlande di fiori multicolori adornano le facciate delle case più grandi, mentre quelle più modeste hanno dei motivi floreali dipinti sui muri.
Lyra si ferma a osservarne uno che riproduce un mazzo di rose nell'atto di sbocciare. ― Posso quasi sentirne il profumo ― dice accostando il naso al disegno.
Ewan la tira e indica un carretto di dolci in fondo alla strada. ― Rifatti il naso con quelli.
― Cosa sono?
Ewan la guarda stupito. ― Non hai mai visto i dolcetti al cioccolato? Sono una specialità di Avalon.
― Dall'odore sembrano buoni.
I due ragazzi si avvicinano al carretto, dove un mercante indaffarato serve i clienti ricevendo una moneta in cambio di ogni dolcetto arrotolato nella carta. ― Una moneta da un quarto ― grida l'uomo per richiamare i passanti. ― Prezzo speciale per la festa di inizio anno.
Ewan e Lyra si fermano davanti al carretto, incerti.
― Tu hai dei soldi? ― domanda la ragazza.
Ewan si tocca la tasca. ― Uh... no. Sono un mendicante, lo hai scordato?
Lyra ridacchia. ― Nemmeno io. Mi sa che dobbiamo rinunciare.
― Voi due ― grida il mercante.
― Forse ce li regala ― esclama Ewan felice.
― Andate da un'altra parte ― prosegue l'uomo. ― Mi fate scappar via tutti i clienti.
Ewan lo guarda deluso. ― No. Niente regalo.
Lyra scrolla le spalle. ― Li proverò la prossima volta.
― Potremmo rubarli ― dice Ewan a bassa voce.
Lyra lo guarda dall'alto in basso. ― Che cosa?
― Tu lo distrai e io prendo due dolcetti. Sarà divertente.
Ewan fa per avvicinarsi, ma Lyra lo trattiene per il braccio. ― Aspetta un momento. Io non rubo.
― Davvero? Pensavo che tutti i pastori lo facessero.
Lyra gli rivolge un'occhiata indignata, le mani nei fianchi. ― Noi pastori non siamo ladri.
― Scusa ― dice Ewan stringendosi nelle spalle. ― Pensavo... insomma, lo dice... lo diceva sempre mio padre.
― Che ne sa tuo padre di noi pastori?
Ewan la fissa in silenzio per qualche istante, poi annuisce deciso. ― Niente. Non ne sa proprio niente. Lui non sa proprio niente di niente dei pastori e di tutto il resto. Se ne sta sempre chiuso nel... nel suo... fosso.
― Fosso?
Ewan la tira via di corsa.
― Tuo padre vive in un fosso?
― Viveva ― dice lui fendendo la folla.
― E adesso dove vive?
― Da qualche parte.
La folla si apre rivelando una grande piazza rotonda. La gente si sistema sui lati mentre dei suonatori intonano una melodia veloce e ritmata.
― Conosco questa musica ― dice Lyra voltandosi.
Coppie di danzatori si formano e si lanciano nella piazza ballando al ritmo della musica.
Lyra trascina Ewan per le braccia.
― Aspetta ― dice il ragazzo puntando i piedi. ― Non so ballare.
― Ti insegno io ― dice Lyra afferrandogli le braccia.
Ewan si aggrappa alla ragazza cercando di tenersi in equilibrio.
― Metti la mano sul fianco ― dice Lyra prendendogli l'altra con la sua.
― Così?
Lyra ridacchia. ― No. Più giù e più indietro.
― Qui?
Lyra lo schiaffeggia.
― Ahi ― esclama Ewan massaggiandosi la guancia. ― Scusa.
Lyra lo guarda sottecchi, quindi sorride.
― Come sto andando? ― domanda Ewan imbarazzato.
― Molto bene ― risponde lei divertita.
I due volteggiano per la piazza insieme alle altre coppie, finché la musica si interrompe all'improvviso al suono di un corno.
― I fuochi ― grida un ragazzo.
― I fuochi ― gli fa eco una donna da un balcone, il braccio che indica il cielo.
Ewan e Lyra sollevano la testa nel momento in cui in cielo si accendono i bagliori di un'esplosione colorata.
― Guarda ― dice Ewan indicandoli con il dito.
Lyra li guarda estasiata. ― Non li avevo mai visti prima d'ora.
― Io sì ― dice Ewan con tono superiore.
― Dove? Dal fosso in cui vivi?
― Fosso?
Lyra gli rivolge un'occhiataccia.
― Sì, certo ― risponde Ewan arrossendo. ― Qualche volta si vedono anche da lì.
***
Perduto in mezzo alla folla, spingendo e sgomitando per farsi strada, Andrev rivolge un'occhiata veloce al cielo quando i primi fuochi esplodono.
― E ora da che parte vado?
La piazza ha tre diramazioni. Andrev prende quella di destra.
***
All'affievolirsi dei fuochi, la folla applaude e inizia a disperdersi.
― Che succede? ― chiede Ewan a un passante che si sta allontanando.
― Per il momento niente ― risponde questi. ― Si torna a casa e si cena con la famiglia, come da tradizione. Domani ci saranno altri festeggiamenti, ma per ora è tutto.
Lyra guarda delusa il cielo. ― È stato così bello.
― A chi lo dici.
La ragazza sospira. ― A casa ― dice. ― Devo tornare a casa.
Ewan la guarda perplesso.
Il viso di Lyra si illumina. ― Mi accompagni? È più o meno dove ci siamo incontrati.
Ewan scrolla le spalle. ― Certo. Perché no?
― Mamma e papà saranno preoccupati ― dice la ragazza. ― Sono via da ore.
― Ma no ― risponde Ewan. ― Vedrai che nemmeno se ne sono accorti.
― Davvero?
― Ne sono certo.
***
― Lyrael ― grida Stefan, le mani a coppa vicino alla bocca. ― Dove sei?
― Lyrael ― grida un altro pastore.
Insieme a loro una ventina tra uomini, donne e anche qualche ragazzo, avanzano tra l'erba alta gridando il nome della ragazza.
In piedi accanto al marito, Nadira si guarda attorno spaventata. ― Povera piccola... e se le è successo qualcosa?
― La troveremo ― dice Stefan reggendosi al bastone. ― Sana e salva, vedrai.
 Nadira chiude gli occhi e non riesce a trattenere le lacrime.
***
Lyra e Ewan seguono il sentiero che costeggia il fiume. Sopra di loro il cielo è sereno, la Luna è calata lasciando spazio alle stelle. Dal fiume arrivano i suoni degli animali del sottobosco e il frusciare delle foglie agitate dal vento.
Lyra cammina con le mani incrociate dietro la schiena. ― E così siete una famiglia di mendicanti?
Ewan si stringe nelle spalle. ― Sì... certo. ― Deglutisce a vuoto. ― Lo siamo da generazioni.
― Davvero?
― Mio nonno, mio padre, mio zio ― dice Ewan contandoli con le dita di una mano.
― Hai sempre vissuto per strada?
― Certo ― risponde lui sicuro. ― A noi piace. È bello essere dei mendicanti.
Lyra lo guarda di traverso.
― Puoi andare dove vuoi ― dice Ewan muovendo il braccio a indicare tutto ciò che lo circonda. ― Senza che qualcuno ti dica cosa devi fare o non fare. E senza che nessuno ti imponga di sposare chi non conosci.
Lyra lo guarda con stupore. ― Tu sei... sposato?
― No. Certo che no ― esclama Ewan. ― Mai pensato di sposarmi, io.
― E la tua famiglia? Hai fratelli, sorelle?
― Solo mio padre ― dice Ewan scuotendo la testa. ― Mia madre è morta quando ero molto piccolo.
― Mi dispiace. Deve essere stato duro.
Lui annuisce. ― Sì. Mi manca molto.
― Intendevo per tuo padre.
Ewan la guarda accigliato. ― Cosa c'entra mio padre?
― Ti ha cresciuto tutto da solo, senza l'aiuto di nessuno ― risponde Lyra stringendosi nelle spalle.
Ewan abbassa gli occhi. ― È vero. Non ci avevo mai pensato. ― Quando li risolleva, incrocia lo sguardo di Lyra. ― E i tuoi? Dimmi della tua famiglia.
Lyra sorride. ― Oh. Non c'è molto da dire. Ho quattro fratelli più grandi e abbiamo un gregge. E mamma e papà ovviamente. ― Il volto si rabbuia. ― Chissà come saranno in pensiero.
― Non ti preoccupare. Dì che ti sei persa nel bosco e non riuscivi a ritrovare la strada.
Lyra lo guarda stupita. ― È una bugia.
Ewan scrolla le spalle. ― È allora?
― Io non dico bugie ― dice lei solenne. ― Gli dirò la verità, costi quel che costi.
Ewan la guarda divertito. ― Tu dici sempre la verità?
― Certo ― risponde lei con voce squillante.
I due ragazzi si fermano davanti alle pietre che formano un passaggio verso la sponda opposta.
― Io sarei arrivata ― dice Lyra indicando le pietre.
― È qui che abiti?
Lyra annuisce. ― Perché non vieni? ― dice indicando l'altra sponda. ― C'è da mangiare e da bere. Sarai affamato.
Ewan guarda nella stessa direzione e scuote la testa. ― Magari un'altra volta.
Lyra gli prende il braccio. ― Dai. Sarà divertente. I mie fratelli ti insegneranno a ballare e...
Ewan si tira indietro. ― No ― dice brusco. ― Davvero ― aggiunge con tono più dolce. ― E poi devo trovare And... voglio dire, Drev. Sai, lui si preoccupa sempre tanto per me. È un vero amico.
Lyra lo guarda con sguardo supplice.
Ewan alza le mani. ― D'accordo, verrò. Ma prima devo trovare Drev. È importante.
― E ti troverò qui quando torno?
― Hai la mia parola.
Lyra annuisce. ― Allora io vado. ― La ragazza saltella di pietra in pietra fino alla sponda opposta. Un attimo dopo scompare tra le fronde.
Rimasto solo, Ewan sta per voltarsi quando una mano sbuca dall'oscurità afferrandolo al braccio.
― Trovato ― dice Andrev a denti stretti.
― Andrev ― esclama Ewan. ― Ce l'hai fatta a seminare le guardie.
Andrev lo trascina via. ― Torniamo al castello. Ora.
Ewan punta i piedi. ― Aspetta.
― Forse siamo ancora in tempo.
― Andrev.
― Il re non saprà quello che abbiamo fatto.
― Almeno mi stai ascoltando?
― Con un po' di fortuna, sarà come se non fosse mai successo niente.
Ewan si libera della presa. ― Ho detto aspetta.
Andrev lo guarda con sguardo feroce. ― Basta Ewan.
― Io non mi muovo di qui ― dice il ragazzo indicando il terreno.
― Cosa?
― Devo aspettare Lyra. Gliel'ho promesso.
Andrev si lascia sfuggire una risata. ― Dici sul serio?
Ewan annuisce. ― Le ho dato la mia parola ― dice solenne.
Andrev ride di nuovo e lo prende per il braccio. ― Andiamo via. Adesso.
― No ― dice Ewan divincolandosi. ― Non capisci?
― Cosa? ― Andrev gli urla in faccia. ― Cosa dovrei capire? Che hai promesso a una pastorella qualsiasi che l'avresti aspettata?
― Sì.
― Ma ti ascolti quando parli? Tu sei un principe, Ewan. Quando crescerai?
Ewan lo guarda imbronciato. ― Io...
Due guardie sbucano da dietro una curva, le picche puntate nella loro direzione.
Sorpreso, Andrev estrae la spada e si posiziona davanti a Ewan per difenderlo. ― Stai indietro.
Altri due uomini armati compaiono alle loro spalle.
Andrev si volta per fronteggiarli.
Un quinto uomo sbuca dal folto degli arbusti, la spada sguainata. ― Eccovi qui ― dice mostrando i denti. ― Nessuno sfugge al comandante Gurgal ― dice battendosi orgoglioso il petto con la mano libera.
― Possiamo spiegare ― dice Ewan sporgendosi sopra la spalla di Andrev.
― Prendeteli ― dice Gurgal.
I quattro soldati si stringono su Andrev e Ewan.
― Aspettate ― grida il ragazzo facendosi avanti. ― Io sono il principe...
Una picca scatta in avanti. Andrev lo afferra per le spalle e lo tira indietro. La punta sfiora la guancia del ragazzo.
Andrev butta a terra la spada. ― Avete vinto. Ci arrendiamo ― dice alzando le mani.
Ewan lo guarda spaventato. ― Non possiamo.
― È finita ― dice Andrev. ― Spiegheremo il malinteso non appena ne avremo l'occasione.
Ewan si volta indietro. ― Lyra. ― Fa per allontanarsi, ma uno dei soldati lo colpisce alla testa con la lancia. Il ragazzo cade a terra privo di sensi.
― No ― grida Andrev cercando di raggiungerlo, ma gli altri lo immobilizzano afferrandogli le braccia. Lui tenta di divincolarsi ma senza riuscirci. ― Non era necessario colpirlo. È solo un ragazzo.
Gurgal scrolla le spalle. ― Se l'è cercata. ― Fa un cenno con la mano alle guardie. ― Portateli alle celle. Domani decideremo che cosa farne.
  
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