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Autore: leila91    01/08/2014    11 recensioni
Con questa piccola fanfiction, volevo provare a raccontare la mia versione della storia d'amore tra Faramir Tuc e Cioccadoro Gamgee.
Ho sempre amato questa idea di Tolkien di unire le famiglie di Sam e Pipino, ed ecco cos'è saltato fuori :)
Enjoy!
[Eventi Post LOTR | New Generation Hobbit | Old!Faramir | Old!Eowyn]
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cioccadoro Gamgee, Eowyn, Faramir, Faramir Tuc, Sam
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Shire Folk'
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Ѐ TEMPO DI TORNARE
 
I mesi passarono veloci, come mai prima d’ora era sembrato a Faramir.
Quando era piccolo non riusciva a capacitarsi del perché, un medesimo lasso di tempo, potesse essere percepito in maniera così diversa. Com’era possibile, si chiedeva, che dieci minuti a volte sembrassero un’eternità ed altre invece, volassero via rapidi come un battito di ciglia?
 
“Dipende da come abbiamo passato quel tempo, tesoro” , gli aveva spiegato un giorno sua madre. “Quando lo impieghiamo divertendoci, facendo le cose che amiamo, ci sembra che passi veloce… troppo veloce, quasi senza che ci permetta di gustarcele. Se invece stiamo svolgendo dei compiti noiosi o ingrati, che vorremmo volentieri evitare… ecco in quel caso persino cinque minuti possono diventare infiniti.”
Sagge parole. La sua mamma era sempre saggia. A Faramir però, non era mai piaciuta questa storia del tempo. Gli era sempre sembrata una fregatura in entrambi i casi. Una via di mezzo non esisteva? Perché ogni momento con Gold gli veniva sottratto con una rapidità sconvolgente, e le faccende di casa non sembravano avere mai termine?
Ed ecco che ancora una volta, questo famelico e maledetto tempo tornava a fregarlo. Non era possibile che fosse già arrivato Settembre! Doveva esserci un errore, doveva per forza! Non poteva essere già trascorso quasi un anno dal suo arrivo in Città.
Eppure era così, lo sapeva bene, inutile illudersi.
 
“Un anno Faramir.”
Ma padre!”
“ Ho detto un anno figliolo. Ne più ne meno di quanto sia stato via io.”
Peregrino era stato irremovibile: “Tu sei il mio erede, e per quanto capisca la tua sete di avventure e la tua voglia di vedere il mondo, credo che questo sia un compromesso più che accettabile.”
Quella volta Diamante si era detta stranamente d’accordo con suo marito. Non era facile avere a che fare con ben due Tuc: molto spesso non riusciva a distinguere chi dei due fosse l’adulto, e chi invece il ragazzo! Ma doveva riconoscere che in questa occasione, suo marito aveva gestito la faccenda magistralmente. Faramir aveva espresso da sempre il desiderio di diventare un soldato di Gondor, e chi lo sa, forse se avesse avuto dei fratelli la cosa sarebbe anche stata possibile. Ma il giovane era rimasto figlio unico, e sarebbe passato a lui un giorno, il titolo di Conte. Un semplice anno di addestramento a Minas Tirith avrebbe messo tutti d’accordo: suo figlio avrebbe vissuto la sua personale avventura e visitato questo vasto mondo, di cui Peregrino parlava sempre; suo marito avrebbe avuto la coscienza pulita, rispettando la promessa fatta a Faramir quand’era bambino,  e lei… beh Diamante di Lungo Squarcio ora Tuc si sarebbe goduta un meritatissimo anno di pace!
 
La pace stava per finire, pensò Faramir. Molto presto avrebbe dovuto dire arrivederci ad Eldarion, Elboron, Bergil… a tutti i suoi compagni della guardia! E alla piccola Ederwen! Quanto avrebbe pianto, senza più poter vedere il suo Forhain!
Basta allenamenti, basta sveglie alle prime luci dell’alba per il cambio della guardia. Non avrebbe più riso agli scherzi di Elboron, non avrebbe più potuto godere della splendente bellezza di Arwen, della squisita compagnia del Sovrintendente e di Eowyn…Eowyn! Solo ora realizzava quanto gli sarebbe mancata! Più di chiunque altro avesse conosciuto in Città. Doveva lasciare il posto più bello in cui fosse mai stato e gli amici più cari che avesse mai avuto, e per cosa poi? Un’eredità che non aveva mai chiesto, un titolo che non aveva mai voluto!
 
Gold.
La voce ormai ben nota, di quella che sospettava essere la sua coscienza, s’insinuò tra i suoi pensieri.
Gold ti sta aspettando ricordi? Le hai promesso che saresti tornato, le hai lasciato la spilla di tuo padre. La spilla di Dama Galadriel. Ti eri ripromesso di custodirla come se se fosse il più prezioso dei tesori. Eri così fiero, così emozionato, quando tuo padre te ne ha fatto dono. E hai scelto di darla a lei. Questo vorrà pur dire qualcosa no?
Un tempo forse… ora non ne era più tanto sicuro. Ma no, chi voleva prendere in giro? Quando mai era stato sicuro? Non si era mai permesso di pensare a Gold come a qualcosa di più di un’amica; una cara amica, una sorella… per paura probabilmente, sì, paura di cambiare le cose. Goldilocks invece, era senza dubbio molto più coraggiosa di lui! Faramir avrebbe mentito, se avesse detto di non essersi reso conto del nuovo modo in cui lei aveva preso a guardarlo da un po’ di tempo a questa parte. Con testardaggine, e probabilmente stupidità, aveva finto di non essersi accorto di nulla, pur sapendo che probabilmente la giovane stava soffrendo. Idiota di un Tuc! Codardo e immeritevole, ecco cos’era! A lungo era stato tormentato dal dilemma di aprirle il suo cuore e dichiararle i suoi sentimenti. Lei lo avrebbe accettato, di questo non ne dubitava, nemmeno per un istante. Ma legarsi a Gold avrebbe voluto dire accettare il suo titolo. Formare una famiglia, rimanere per sempre nella Contea, senza più la possibilità di vivere un’avventura. Non poteva permetterlo, non ancora. C’erano così tante cose che avrebbe voluto fare, tanti posti che avrebbe voluto visitare. E così era partito inseguendo il suo sogno. Allontanandosi da tutto e da tutti, fuggendo dall’amica più sincera che avesse mai avuto, dalla persona che, dopo i suoi genitori, più lo amava al mondo. L’aveva lasciata con una promessa, ma all’improvviso era come se preferisse non averlo fatto.
 
Non sono ancora pronto, ho bisogno di più tempo! Pensava il giovane. Tempo, tempo, tempo… sempre e inesorabilmente contro di lui!
 
 
                                        ********
 
“Faramir! Che sorpresa! Entra! A cosa dobbiamo questa visita?”
La giovane Finduilas lo fece accomodare, offrendogli da bere e quel che restava di una torta alle mele.
“Oggi non sono di turno e ho pensato di venire a trovarvi. Avrei bisogno di parlare con tuo padre Finduilas. Ѐ in casa?”
La giovane annuì: “Sei fortunato è rientrato da poco. Ora vado a chiamarlo.” E si alzò avviandosi verso il retro della casa.
Faramir ne approfittò per dare un’occhiata intorno. Aveva preso ad amare la bella dimora del Sovrintendente. Una casa grande e accogliente, situata nella verde terra d’Ithilien, non molto distante da Minas Tirith. La circondava un ampio giardino ricolmo di piante e di fiori dai nomi più strani. Era un luogo riparato, ed emanava un senso di pace e serenità, che contrastava alquanto col clima caotico della Città Bianca. Sotto certi aspetti, quella regione rigogliosa gli ricordava la Contea, nonostante fosse popolata esclusivamente dalla Gente Alta.
“Faramir!”, si sentì chiamare l’Hobbit.
Il Sovrintendente era appena entrato e gli si avvicinò porgendogli il braccio: “Credevo fossi via come di consueto nel tuo giorno di riposo. Cosa ti ha trattenuto stavolta?”
 
Era vero: spesso, non appena si presentava l’occasione, il giovane Hobbit assieme ai principi e a qualche altro ragazzo, amava avventurarsi oltre i confini di Gondor. Durante i suoi primi mesi, in realtà, i confini non li avevano mai oltrepassati. Tutto era nuovo a quel tempo per l’Hobbit, e i suoi amici erano stati ben lieti di fargli da guida. In meno di tre mesi lo avevano portato a visitare i luoghi più belli e suggestivi del Regno. Da Osgiliath, ricostruita alla fine della Guerra, sebbene mai tornata al suo primitivo splendore; alla roccia di Erech, dove si diceva che il Re della Montagna avesse giurato alleanza ad Isildur, un giuramento rispettato solo pochi anni prima. Insieme, i giovani erano stati fino a  giù nel Lebennin, tra gli Ered Nimrais e i suoi ghiacci perenni. Infine avevano portato l’Hobbit a Dol Amroth, capitale del feudo di Belfalas, e qui Faramir aveva potuto mirare per la prima volta quello sconvolgente spettacolo che è il Mare. Ancora adesso, il giovane non aveva parole per descrivere la profonda emozione che gli era sgorgata nel petto di fronte a quella sconfinata distesa d’acqua. Non era preparato a una vista del genere. Nulla, assolutamente nulla di tutto ciò che avesse visto finora, era paragonabile a quella meraviglia: i richiami dei gabbiani, il continuo infrangersi delle onde sugli scogli con la loro bianca spuma, l’odore salmastro delle alghe… Faramir si era sentito così piccolo, ma allo stesso tempo aveva desiderato poter salpare verso l’orizzonte per vedere cosa ci fosse sull’altra invisibile sponda.
Più tardi, quello stesso giorno, erano stati ospiti del principe Elphir. Costui era il figlio maggiore di Imrahil, zio del Sovrintendente, morto qualche anno prima. Elphir era stato molto felice di conoscere Faramir. Suo padre gli aveva parlato spesso e con ammirazione dei famosi Perian, a causa del ruolo da loro ricoperto durante la Guerra. Aveva intrattenuto a lungo i giovani, raccontando loro la storia della sua città e le leggende ad essa connesse.
 
Era stato forse il giorno più bello che Faramir avesse mai trascorso a Gondor.
Come poteva ora tornarsene a casa, in quella pacifica e isolata terra che era la Contea, dopo aver visto tante meraviglie? Come avrebbe potuto riabituarsi alla sua vecchia vita, in mezzo a gente così… così banale! Sì, banale e ordinaria! Lui era diverso ora, poteva aspirare a qualcosa di meglio!
 
“Voglio restare qui”, si sentì chiedere al Sovrintendente.
Faramir lo guardò, i suoi profondi occhi grigi sgranati dallo stupore: “Che cosa hai detto?!”
L’Hobbit ripetè la frase, con un tono più spavaldo del solito: “So che quando avete accettato la richiesta di mio padre, gli accordi prevedevano un anno di addestramento e nulla di più. Tuttavia sono sicuro che se voi gli parlaste-”
“Faramir” lo interruppe l’uomo. “Si può sapere cosa sono questi discorsi? Perché mai dovresti voler restare qui?”
“Beh, perché non dovrei? Credevo di avervi dimostrato il mio valore in tutto questo tempo. Sono resistente e tenace quanto chiunque altro fra i soldati, e so tirare con l’arco meglio di chiunque nella mia divisione. Potrei esservi utile se-”
“Basta così!”. La voce di Faramir, più severa del solito, lo interruppe di nuovo. “Nessuno qui ha mai messo in dubbio il tuo valore. Avevamo tutti la massima fiducia in te fin dall’inizio e di certo non ti stiamo cacciando. Ma casa tua è la Contea Faramir. So che hai delle responsabilità lì, e che tuo padre ha bisogno di te.”
Il giovane abbassò lo sguardo e ammise a voce più bassa: “Non sono pronto a tornare a casa mio signore..”
Faramir lo guardò a lungo prima di rispondere. Che cosa gli era preso oggi a quel giovanotto? Fino al giorno prima gli era parso così allegro, spensierato e vivace, ed ora… ora sembrava quasi che avesse paura. Si paura, era di questo che si trattava! Ma di cosa? Cosa mai poteva avere da temere quell’Hobbit in una terra come la Contea? Faramir era pronto a scommettere che in quanto a forza e ad altezza, nessuno lassù fosse superiore al giovane Tuc. E aveva una famiglia meravigliosa, che lo aveva aiutato e incoraggiato finora.
Una famiglia che lui non aveva mai avuto, non fino a prima di conoscere Eowyn.
Perché allora tanta reticenza? Timore di perdere i suoi nuovi amici forse? La distanza effettivamente era molta ma...
“Potrai tornare quando vorrai, lo sai questo vero?” gli disse cercando di rassicurarlo, “La mia casa sarà sempre aperta per te, e sono sicuro che tutti gli altri verranno volentieri a trovarti su al Nord, e faranno di tutto per restare in contatto.”
L’Hobbit sospirò, alzandosi e avviandosi verso la porta: “Non ne dubito capitano. Vi ringrazio per il vostro tempo”.
E se ne andò senza lasciare all’altro la possibilità di ribattere.
 
 
                                          *******
“Manca molto?”
“Non fare domande e cammina”
“Ma dove diamine stiamo andand-ahi! Perché non guardi dove vai tu che puoi?!”
 
La scena era alquanto ridicola: un Mezzuomo bendato, trascinato a forza da un uomo alto il doppio di lui attraverso i corridoi del palazzo reale.
“Scusa amico, siamo quasi arrivati. Ancora un attimo di pazienza e…”
“Sorpresa!” urlarono all’unisono decine di voci.
Elboron tolse in fretta la benda dagli occhi di Faramir, che si guardò attorno leggermente frastornato. L’amico si era presentato poco prima nella sua stanza intimandogli di seguirlo, non prima  però di avergli bendato gli occhi. Faramir un pò sconcertato, si era lasciato condurre, anzi sballottare, in giro per la reggia, finchè non si erano fermati davanti all’ingresso di una grande sala.
“Beh, non dici nulla?” gli chiese Elboron.
Ad aspettarli sorridendo, assieme ad Eldarion e alla sua famiglia, c’erano tutti i loro compagni di divisione e i loro comandanti, alcune dame di corte, Bergil con Elarin e la piccola Ederwen, e naturalmente Eowyn e suo marito.
“Io… beh, devo dire che la sorpresa vi è decisamente riuscita!” esclamò il Mezzuomo scoppiando a ridere, e correndo ad abbracciare gli amici.
“Grazie, grazie, grazie!” continuava a ripetere a destra e a manca.
“Credevi davvero che ti avremmo lasciato andare via come se niente fosse?” ridacchiò Eldarion, mentre gli batteva una mano sulla spalla.
“Sarai al centro dell’attenzione per tutta la sera” ghignò Garreth, un suo compagno di camerata.
Ben presto tutti fecero a gara per monopolizzare l’attenzione del giovane Hobbit, che ricevette abbracci e pacche amichevoli da chiunque gli fosse vicino. A un cenno di Aragorn, un gruppo di suonatori in fondo alla sala attaccò un motivetto vivace e tutti iniziarono a ballare.
Faramir si trovò ben presto conteso dalle due principesse, che durante quell’anno avevano preso a considerarlo una specie di fratellino, e da Finduilas, che invece lo vedeva come un fratello maggiore. La cosa lo divertì alquanto, ma si riservò di concedere il primo ballo, ebbene sì, alla piccola Ederwen!
Elboron lo guardò stralunato e approfittando della situazione corse a invitare Isilme.
Garreth puntò alla sorella rimasta libera, ed Eldarion si affrettò a ‘consolare’ Finduilas. Aragorn ed Arwen volteggiavano con grazia un poco distanti dalla folla, quasi persi in un mondo tutto loro… un mondo lontano, fatto esclusivamente di ricordi. Il Sovrintendente e sua moglie dondolavano sul posto, stringendosi forte, finchè lei non fu reclamata da Anborn, uno dei comandanti di Compagnia.
 
“Faramir, è successo qualcosa tra te e mio marito?”
L’Hobbit s’irrigidì a quelle parole. Aveva ballato con quasi tutte le donne presenti, e ora che finalmente si stava godendo alcuni minuti con Eowyn, non si aspettava di certo quella domanda.
“Non capisco. Cosa volete dire?” rispose.
Eowyn sbuffò lievemente: “Non sono una sciocca mastro Hobbit. Credo che tu abbia parlato praticamente con qualunque persona presente in questa sala, a parte lui. Ѐ tutta la sera che vi state evitando, perciò te lo domando di nuovo: è successo qualcosa?”
“Nulla..” borbottò lui.
“So che l’altro giorno sei passato a trovarci”, continuò lei imperterrita, “Me ne ha parlato Finduilas. Mi dispiace non essere stata in casa al momento. Di che cosa avevi bisogno amico mio?”
Ma prima che l’Hobbit potesse rispondere, Aragorn fermò la musica e chiese a tutti, con un cenno, il silenzio.
“Vorrei proporre un brindisi!”, esclamò, “A un nostro caro amico, che presto ci lascerà per ritornare alla sua terra: la Contea, dimora dei Mezzuomini.”
“Ѐ stato il migliore dei compagni per mio figlio Eldarion, un amico fedele per tutti noi e un valoroso soldato della guardia. A Faramir!”
“A Faramir!” esclamarono tutti levando i boccali.
Nuovamente, l’Hobbit si ritrovò circondato da tutti i suoi amici, e non ebbe più occasione di finire il discorso lasciato in sospeso con Eowyn.
 
 
 
                   ********
 
Tutto era pronto per la partenza. Forhain, già sellato, attendeva il suo padrone al cancello principale. Il fido destriero aveva dei finimenti nuovi di zecca, un dono del Re e di suo figlio. Faramir gli si avvicinò accompagnato da Bergil. L’uomo era stato il primo ad ‘accoglierlo’ in Città, e adesso sembrava tenerci ad essere l’ultimo a salutarlo. Si abbracciarono forte prima che l’Hobbit montasse a cavallo.
 “Prometti di scrivere. E torna a trovarci appena potrai” disse Bergil.
“Promesso” rispose il giovane.
“Faramir!”
Era stato il Sovrintendente a chiamarlo. Lo fissava appoggiato a un muro assolato sottostante a un arco, quasi incerto se avvicinarsi o meno. L’Hobbit si avviò verso di lui.
“Mi dispiace per l’altro giorno, io-“ iniziò il giovane.
“Sarai sempre il benvenuto in Città, non dimenticartelo. Ma in questo momento hanno bisogno di te altrove.”
Faramir annuì. Non era del tutto convinto, ma cercò di non darlo a vedere. Voleva separarsi in amicizia da uno degli uomini che più ammirava sulla terra.
“Ѐ stato davvero un onore servire ai vostri ordini. Ѐ più di quanto abbia mai meritato o potuto sognare” disse.
“Ѐ stato un onore per me averti ai miei comandi Faramir Tuc, futuro Conte della Contea” replicò l’uomo, stringendogli la mano.
 
“Faramir! Faramir, quassù!”
Il giovane alzò la testa verso l’arco di pietra sotto cui si trovavano poco prima lui e il Sovrintendente.
Sul ponte sovrastante l’arco, i due giovani principi assieme a Garreth, Beradan, Galdor e molti altri soldati di cui Faramir non ricordava il nome, si stavano letteralmente sbracciando per salutarlo.
Faramir rispose al saluto ridendo di gusto, prima di montare finalmente in groppa a Forhain e di allontanarsi al galoppo.
L’ultimo pensiero fu per Eowyn, che quella mattina era passata al suo alloggio assieme a Finduilas, portandogli alcune provviste per il viaggio.
 
 
 
 
                                       **********
 
“Non è niente di preoccupante Ortensia, solo una comune allergia. Se ne andrà con l’arrivo del freddo. Nel frattempo puoi provare a prepararti quell’infuso di cui ti ho parlato”.
Ortensia Paffuti annuì sorridendo e stringendo la mano di Goldilocks fra le sue.
“Grazie mia cara. Questo sciocco raffreddore mi ha tormentato per anni, ma solo d’Estate e non ero mai riuscita a capire di cosa si trattasse”.
Goldilocks fece un piccolo cenno in risposta. Aveva visto parecchie persone nello stato di Ortensia, tra cui sua sorella Primrose e il piccolo Tolman. Le c’era voluto un po’ per capire a cosa fosse dovuto e a trovare il giusto rimedio, ma ora vi era riuscita e poteva dirsi piuttosto soddisfatta.
“Sarà meglio che vada ora. Ho alcune faccende da sbrigare a casa” disse.
“Ma certo mia cara! Sei una giovane ammodo, l’ho sempre detto. Non so cosa faremmo qui ad Hobbiville senza di te. Ti prego, accetta almeno questa confezione di marmellata, l’ho fatta con le mie mani!”
 
Gold sorrise rassegnata: sapeva bene che Ortensia non poteva permettersi di pagarla, ma la povera Hobbit non voleva accettarlo ed era pronta ad usare i suoi pochi risparmi per ricompensare la giovane. Gold si era opposta con forza, ripetendo più e più volte che non era necessario, ma non se la sentì di rifiutare quell’ultima offerta che le veniva fatta davvero col cuore. Ortensia viveva sola da quando aveva perso il marito, e non avendo figli, tendeva a viziare tutti i piccoli del circondario, trascurando spesso la sua salute.
“Molto bene, ma permettimi di portarti uno scialle la prossima volta che passerò a trovarti” le disse. “Mia sorella Rosie sta diventando davvero brava nel lavoro a maglia e te ne cucirà volentieri uno” aggiunse, allontanandosi prima che l’anziana Hobbit potesse ribattere.
“Che ragazza d’oro” pensò Ortensia mentre la guardava andare via, “Degna figlia di suo padre. Fortunato l’Hobbit che conquisterà il suo cuore.”
 
“Sono tornata! Ehi c’è nessuno?”
“Gold sei tu?”
Rosie le corse incontro ridendo. Sembrava scoppiare dalla voglia di dirle qualcosa.
“Finalmente sei arrivata sorellona! Hai già sentito la novità? Faramir è tornato!”
 
 
 
 
 
 
Note:

Ciao a tutti amici e amiche!
Scusatemi se sarò breve, ma devo correre a fare il cambio di valigia che domani riparto per la Toscana, e direi che no, gli scarponi non mi servono xD.
Eccovi un nuovo capitolo per tenervi compagnia la prossima settimana ^^, spero davvero vi piaccia.
So che Faramir potrà magari risultare un po’ antipatico a un certo punto, ma tutto ha un suo senso =) (ehm almeno credo xD).
E così vi ho lasciati sul più bello! Che succederà ora che è tornato?? Boh non lo so ancora nemmeno io xD. No scherzo, lo so, ma devo come al solito riuscire a dargli la forma che voglio =).
Bom è tutto!
Grazie mille a Melianar, Evelyn80, Xingchan, Anuen, Missing23, Mirime8 e Aven90 per aver recensito.
Grazie mille alle ragazze delle preferite, seguite, ricordate e come sempre a Marta per il suo preziosissimo aiuto ^^
Un abbracccio!


Benni
 
 
   
 
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