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Autore: Kade    10/09/2008    4 recensioni
Corre l'anno 1855. Londra, città più importante del mondo e patria di grandi artisti, fa da sfondo all'amore di Inuyasha, pittore, verso una fanciulla incontrata per caso.
Possono una tela e dei colori unire due persone in un legame d'amore?
La storia è dedicata completamente a Roro, mia amica e Sensei.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 8

Il massimo della stupidità si raggiunge non tanto ingannando gli altri, ma sé stessi, sapendolo.

[John Fitzgerald Kennedy]









Un lungo e assordante fischio la scosse dal torpore. Il treno per Liverpool stava per partire.
Era un pomeriggio caldo e soleggiato e Kagome Russell osservava il grande mezzo di trasporto, pronto per accogliere centinaia di persone. Con la mano destra teneva una valigia carica di vestiti e con la sinistra un biglietto ferroviario. Aveva speso i suoi ultimi risparmi per comprarlo. Una sterlina. Sola andata. Non sapeva quello che l'aspettava, in futuro, ma aveva preso una decisione.
Sei davvero sicura, Kagome?
Le sussurrò una vocina incolore nella sua testa. Una lacrima solcò la sua guancia arrossata per il caldo, mentre il controllore, impeccabile nella sua divisa blu, incitava la gente a salire in fretta. Un facchino dalla faccia chiazzata di nero stava caricando la valigia di una signora vestita di pizzi, che lo squadrava da capo a piedi, il naso storto. Un ragazzetto, che poteva avere non più di quindici anni, cercava di corrompere una guardia per farlo salire sul treno senza biglietto.



"Qualcosa non va, signorina?"



Le domandò una vecchietta, che l'aveva affiancata. Aveva radi capelli, bianchi, tirati all'indietro. Nonostante le rughe le solcassero profonde il volto, Kagome poté riconoscere un'antica traccia di bellezza. Gli occhi azzurri erano vispi e osservavano attenti il volto della giovane.


"No... ma grazie per l'interessamento."



"Oh, cara! Riconoscerei quello sguardo spaurito anche a chilometri di distanza. Non vorrei essere indiscreta, ma... vi vorrei dare un consiglio. Seguite il vostro cuore. Non fermatevi davanti a niente. Rimuginare non serve a nulla. Bisogna agire, prima che quello che desideriamo ci sfugga di mano."



Gli occhi di Kagome vennero attraversati da un lampo. Quell'anziana signora era così piena di vitalità. Chissà se, da vecchia, sarebbe stata come quella strana personcina ricurva e piena di rughe.
Segui il suo consiglio, Kagome.
Ancora quella dannatissima vocina. Doveva farsi viva proprio in quel momento? Nel momento in cui lei aveva preso una decisione, per la prima volta nella sua vita? Una decisione che non avrebbe comportato dolore, a coloro che la conoscevano. Dopo aver saputo da Kaede che Inuyasha era passato a casa sua e che la domestica gli aveva detto tutta la verità, aveva preparato in fretta e furia la valigia, conscia del fatto che il pittore era molto probabilmente accecato dalla furia. Gli aveva mentito, dopotutto. Gli aveva detto una grossa menzogna.



"Non posso... io...-"


"Sì che potete! Noi possiamo fare tutto, se lo vogliamo veramente."


Kagome era ancora scettica. Non poteva, non doveva credere alle parole di quella donna. Se lo avesse fatto, tutte le sue convinzioni e i suoi propositi sarebbero andati in fumo. Ma...
Tu provi qualcosa per Inuyasha. Non puoi negarlo.
Non è vero...  
Non puoi ripudiare i sentimenti che provi verso di lui. Non fai che del male a te stessa.
ZITTA!


"Parlo per esperienza personale. Anche io, tempo fa, sprecai l'occasione di stare con la persona che amavo. E, credetemi... non è passato giorno in cui non ripensassi alla carta che male avevo giocato. Poi il mio amato morì. In guerra. Piansi per mesi. Non fate il mio stesso errore, ve ne prego. Se lui vi ama, allora andate da lui."


Lacrime scesero copiose sul volto di Kagome. Non poteva cedere proprio in quel momento. Nel momento in cui aveva finalmente deciso di andare via da tutto e da tutti. Dopo aver raggiunto Liverpool, avrebbe avuto l'occasione di rifarsi una vita. L'opportunità di ricostruire il suo piccolo mondo. In tranquillità.
Ma il buonsenso prese il sopravvento. Raccolse la valigia, che aveva precedentemente posato a terra, mentre il controllore faceva segno ad alcuni uomini di chiudere le portiere. Quel treno stava per partire. Kagome fissò il mezzo per l'ultima volta, per poi voltarsi verso la vecchia signora.


"Grazie. Mi avete aperto gli occhi. Non vi dimenticherò mai."


La vecchia sorrise bonaria. Beata gioventù. Era troppo facile fuggire davanti alle difficoltà. Affrontarle era una sfida forse troppo grande, per quei piccoli uomini e per quelle piccole donne, che tanto dovevano ancora imparare.


"La vita è solo una. Non si deve sprecare. Andate, presto!"


Kagome sorrise felice e si allontanò di corsa. Fissò nella memoria il ricordo di quella donna. Non l'avrebbe mai dimenticata, negli anni a venire. Ne avrebbe conservato l'immagine in un angolo del suo cuore.


Lasciò la stazione. Non aveva altri soldi con sé. E doveva raggiungere la campagna. Guardò l'orologio da taschino. Le cinque del pomeriggio.
Ma certo!
Quell'orologio poteva valere oro. Era stato fabbricato all'estero. Olanda, forse. Lady Kikyou, qualche anno prima di morire, dopo essere tornata da un viaggio, lo aveva regalato a Kagome. L'oggetto era in oro giallo. Doveva avere un valore inestimabile. Era, oltretutto, un pezzo raro di una collezione speciale. O, almeno, così le aveva detto la sua tutrice.
Riprese la sua corsa, rallentata dal peso della valigia, ma non vi badò. Aveva avuto un'idea per procurarsi soldi. Sapeva benissimo dove andare, per racimolare denaro.
Le strade di Londra erano poco trafficate. A quell'ora, i servi preparavano la cena per i loro padroni, mentre questi ultimi si riunivano nelle sale da thé. Gli uomini giocavano a Whist e le donne spettegolavano su tradimenti e bevevano come spugne. Kagome, perciò, non perse tempo prezioso e raggiunse la sua meta senza problemi.
Poggiò i palmi delle mani sulle ginocchia, cercando di riprendere fiato. Dopodichè levò lo sguardo in alto, un gran sorriso stampato sul volto. L'insegna del Monte dei Pegni era spenta, ma la ragazza sapeva che all'interno poteva trovare il proprietario, un uomo sulla quarantina dall'alito pestilenziale, ma con un grande talento per fregare la gente. Ovviamente, con lei, non poteva attaccare. Era molto brava nel capire quando qualcuno la imbrogliava. Entrò nel negozio, senza stupirsi per la grossa mole di oggetti di vario tipo che ormai stavano da tutte le parti. Quasi non c'era spazio per camminare. Raggiunse il bancone e scosse la campanellina dorata che vi era posata sopra.
Il proprietario, di nome Oscar, arrivò subito e fu con un ghigno sul volto che riconobbe Kagome, una delle sue clienti abituali.


"Che ci fai qui?"


"Ho deciso di passare una notte con te..."
Ironica, quando voleva. Quasi impertinente.


" Va bene, va bene... cosa ti serve? Vuoi comprare o vendere?"


" Vendere."



Kagome tirò fuori l'orologio da taschino e lo mise sul bancone. L'uomo guardò l'oggetto con occhio esperto e poi squadrò la donna.


"L'hai rubato, per caso?"


"No. E' un regalo della mia tutrice. Sai dirmi quanto vale?"


Oscar osservò ancora l'orologio. Poi prese una lente d'ingrandimento. Con un martelletto colpì il retro dell'oggetto. Si poteva denotare la sua esperienza nel maneggiare cose del genere. Era indubbiamente un uomo che se ne intendeva parecchio.


"Vale più di quanto io possa darti. Mai vista una cosa del genere..."


"Quindi?"


"Quindi non ho tanti soldi per pagarti. Se vuoi denaro, devi accontentarti della metà del valore."


"E sia."


Oscar la guardò indagatore. Quella donna nascondeva qualcosa, lo sapeva bene.


"Sei di fretta, per caso?"


"Sì. Quindi, se non ti dispiace, ti consiglio di darti una mossa."


L'uomo annuì, alzando le mani in segno di resa, e si diresse verso un piccolo ripostiglio accanto al bancone. Tornò dopo alcuni minuti, in mano quattro mazzi di banconote. I capelli mori erano arruffati e gli occhi mandavano lampi. Probabilmente aveva svuotato la cassaforte.


"Spero ti bastino. Sono £2,000. Al giorno d'oggi sono tantissimi soldi. Li spenderei bene, se fossi in te."


Kagome annuì e, dopo un breve cenno di saluto, uscì dal negozio. Ora poteva prendere un calesse. Poteva prendere il calesse per tutta la vita, e anche oltre, a pensarci bene. Era ricca, ora. Ricchissima. E tutto grazie a quel piccolo lampo di genio che, improvvisamente, l'aveva illuminata. Si avvicinò ad un calesse appostato all'angolo di una strada. Il conducente era un giovane, che quando la vide le fece l'occhiolino. Kagome lo ignorò e salì sul mezzo, dopo aver convinto il conducente a portarla in campagna. Gli diede l'indirizzo della casa di Inuyasha e lo pregò di fare presto.


Troppo presa dall'idea geniale che le era venuta in mente, si era quasi dimenticata dello scopo del suo ritorno nelle strade di Londra. Gli occhi brillavano ardenti. Preparò mentalmente un bel discorso da fare ad Inuyasha una volta che sarebbe arrivata a casa sua. Doveva confessargli i suoi sentimenti. Sentimenti repressi, che in quel momento, ora più che mai, volevano venire a galla. Sensazioni indefinibili. Conosceva l'artista da troppo poco tempo per poter affermare di esserne innamorata. Eppure...
Ma lo sei, alla fine.
Lo era? Era innamorata di Inuyasha? Non sapeva dirlo con certezza. Non era mai stata innamorata nella sua vita. Lady Kikyou era molto selettiva riguardo i ragazzi che la sua protetta poteva frequentare. Pretendeva che fossero nobili e forniti di una discreta cultura e di un sostanzioso patrimonio. La donna non approvava neanche l'amicizia che univa Kagome, Sango e Miroku. Li reputava due impertinenti coi fiocchi, nonostante loro non avessero mai fatto niente che potesse arrecare offesa alla Lady.
Kagome aveva discusso a lungo con la sua tutrice e si era sempre lamentata del fatto che nessuno dei ragazzi proposti per il fidanzamento fosse di suo gradimento. Ma sapeva bene che Kikyou faceva di tutto per farla stare bene. Il suo primo obbiettivo era renderla felice. Voleva soltanto una vita priva di pericoli per la sua protetta. Dopo averla trovata in quell'orfanotrofio, piena di lividi e graffi, desiderava con tutto il cuore proteggerla. Ma Kagome, in fondo, era un animo ribelle: aveva trovato il modo di stringere un'ancor più salda amicizia con Miroku e Sango. Li aveva sempre sostenuti, andando ai loro spettacoli a teatro. Era molto orgogliosa di loro e faceva di tutto per passarci del tempo assieme.
Quando, poi, Kikyou era morta, i due fidanzati erano sempre stati presenti per lei. L'avevano consolata, dimostrandole tutto l'affetto che provavano per lei. Erano due amici fidati. Voleva loro tanto bene.


Si riscosse dai suoi pensieri, quando arrivò a destinazione. Non aveva quasi fatto caso agli scatti che faceva il calesse ogni volta che incontrava una buca sul suo cammino. Il conducente, quando fermò i cavalli, si voltò verso di lei e tese la mano. La donna pagò e scese dalle vettura, quasi di corsa, la valigia stretta nella mano destra. Il sole era in parte coperto da nuvoloni grigi che veloci si spostavano ad est. Kagome corse ancora per qualche metro, affaticata. Piccole gocce di sudore le imperlavano la fronte. Il nervosismo aumentava. Tra poco avrebbe sostenuto un faccia a faccia con Inuyasha.
Ma quando superò il cancelletto di legno che qualcuno aveva lasciato aperto e giunse in giardino, si bloccò.


Koga era a terra, il naso che perdeva copiosamente sangue. Inuyasha stava davanti a lui, in piedi, lo sguardo ardente di collera. I due uomini si voltarono verso Kagome, stupiti. La ragazza aprì la bocca e, sopresa, parlò.


"Che succede, qui?!"


La valigia cadde a terra. Un tonfo sordo.








******




Salve a tutti!
Premetto che mi è piaciuto tantissimo scrivere questo capitolo. Ma proprio, proprio tanto. Strano. Solitamente non sono mai contenta di quello che faccio. Eppure questa volta mi sento proprio in vena di dire che sono felice di essermi messa d'impegno.
Spero vi sia piaciuto, come è piaciuto a me.

P.S.  Ho scoperto la magnifica e, ormai, indispensabile utilità di NVU. Grazie a Roro, ovviamente.




- Angolo Ringraziamenti


Helkamirie :  Ti ringrazio, cara, per aver lasciato un commento. Non importa la lunghezza, ma il contenuto. E questo contenuto mi è piaciuto davvero tanto. Devo essere sincera: non ho mai fatto caso al fatto di non aver utilizzato i termini "mezzodemone" o altro. Tutto quello che scrivo è spontaneo. Niente è premeditato. E questa è la mia croce.


Onigiri :  Ti ringrazio ancora una volta per i complimenti che ogni volta mi rivolgi. Mi fa piacere sapere che la storia ti ha conquistata. In effetti, andando avanti con i capitoli, mi ci sto appassionando anche io. E questo non è un bene, fidati. Da una grande scrittrice come te, non mi aspettavo affatto così tanti elogi. Sono onorata.


Roro :  Esattamente. Io amo torturare Kagome. Sono anche sadica, sappilo. Ma in questo capitolo la tua amata beniamina ha fatto la sua comparsa. Mentre scrivevo ho pensato a te. E a quanto ti piaccia questo personaggio. Perciò, oltre alla statua sul Lago di Ginevra, ne vorrei anche un'altra a Montreal. Sappi che Sesshomaru è "Minaccia di Morte Mode On". Perciò ti conviene eseguire...
Ma scherzo, carissima! Grazie per leggere sempre i miei scleri.





See ya! 






   
 
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