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Autore: Herm_Granger    06/08/2014    1 recensioni
Dopo la fine della guerra, gli studenti di Hogwarts devono ripetere l'anno, ma mentre il mondo magico si lecca le ferite, qualcosa per Hermione è cambiato...
Dal capitolo 7:
Osservò il Marchio Nero, ora visibile sul braccio nudo del ragazzo.
“Non se ne va via?”
“No, non c’è modo di toglierlo.”
“Perché allora non lo copri con una fasciatura, o qualcosa di simile?”
“Per lo stesso motivo per cui tu non nascondi la tua cicatrice. Non vado fiero di quello che ho fatto, ma non voglio e non posso nasconderlo. Io sono andato in guerra e non combattendo mi sono procurato questo marchio.”
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 6

“E’ tutta colpa tua, Malferret!”
“Sei un’insopportabile so-tutto-io!”
Hermione e Draco stavano litigando in mezzo al corridoio del secondo piano, mentre una folla di curiosi si stava radunando intorno a loro.
“E tu sei solo un arrogante furetto pieno di sé!”
“Fammi un favore, Granger, vai a chiuderti in biblioteca. Non ho tempo per le tue sciocchezze!”
“Neanche per idea! Ti comporti come se fossi migliore degli altri, ma non lo sei affatto!”
“Io sono migliore  degli altri, sudicia Mezzosangue!”
Fu come ricevere una botta in testa. Alla fine, Malfoy aveva ripreso a chiamarla Mezzosangue, dopo tutti quei discorsi che le aveva fatto su quanto avesse cambiato idea sullo stato di sangue. Era rimasto il solito razzista. Iniziarono a pizzicarle gli occhi per la rabbia e la delusione, e parlò senza pensare.
“Stupido Mangiamorte!”
Draco non poteva crederci: lei sapeva quanto si fosse pentito di essere diventato un seguace del Signore Oscuro, eppure lo considerava ancora feccia. Aveva detto che non lo odiava… Era una bugiarda… Si infuriò e le scagliò un incantesimo.
Stupeficium!
Petrificus Totalus!”
Hermione lo pietrificò, mandando l’incantesimo avversario ad infrangersi sul muro.
“Cosa sta succedendo qui?”
La professoressa Mc Granitt era stata attirata dal baccano. Liberò Malfoy mentre la folla si disperdeva immediatamente. Alcuni finsero di passare di lì per caso, altri si dileguarono.
“Granger! Malfoy! Mi meraviglio di voi! Siete Prefetti e dovreste dare il buon esempio, non attaccarvi in mezzo ai corridoi come due babbuini che si litigano un casco di banane!” La professoressa era fuori di sé per l’indignazione. “Siete in punizione, tutti e due! Nel mio ufficio alla fine delle lezioni. E ora andate in infermeria a farvi controllare, muovetevi!”
I due si incamminarono insieme, guardandosi in modo ostile e tenendosi ad un metro di distanza l’uno dall’altra. Girarono l’angolo e si ritrovarono in un corridoio vuoto. Controllarono che nessuno stesse per arrivare, e scoppiarono a ridere tutti e due.
“Ahahahahahah! Hai visto le loro facce? Ci guardavano come se fossimo due Sfingi!” Disse Malfoy tenendosi la pancia.
Era la prima volta che Hermione lo sentiva ridere spontaneamente, e pensò che avrebbe dovuto farlo più spesso… Improvvisamente si fermò e iniziò a guardarla come se avesse voluto dirle qualcosa, ma senza sapere come fare: capì che  il primo passo avrebbe dovuto farlo lei.
“Mi dispiace di averti chiamato Mangiamorte.”
Malfoy sorrise, sollevato.
“No, è stata colpa mia. Non avrei dovuto chiamarti Mezzosangue. Non avrei dovuto neanche lanciarti quello schiantesimo. Io…”
“No, no,  hai fatto bene. Ora nessuno penserà che stavamo fingendo. Era necessario.”
“Già, altrimenti quella palla al piede di Pix avrebbe sparso la voce che stiamo insieme. Te lo immagini? ‘Il Mangiamorte e l’eroina del mondo magico’. Ridicolo, no?”
“Già, ridicolo…  Però dovevamo stare più attenti: ora siamo in punizione.” Hermione fece una smorfia.
Lui si scrollò le spalle: “Bah, ne è valsa la pena.”
Di nuovo silenzio.
“Comunque hai una pessima mira.”
“Cosa?”
“Oh, andiamo. Non mi avresti schiantata neanche se mi fossi piazzata davanti alla tua bacchetta!”
“L’ho fatto di proposito. Se avessi veramente voluto farti del male, a quest’ora saresti ricoverata al San Mungo.”
“Si, come no, e  il cielo è viola e fatto di porcospini.”
“Tu, brutta insolente…”
Malfoy attaccò a farle il solletico, uno dei suo punti deboli, mentre lei iniziava a dimenarsi.
“Ahahahahah! Basta! Basta!”
“Solo se ti arrendi e dici che…”
Venne interrotto da una bacchetta puntata alla gola: Hermione era riuscita a sfilarla dalla divisa senza che se ne accorgesse, ed ora lo costringeva, spalle al muro, ad alzare le mani.
“Questo mai.”
Lui ghignò: “Sai, Granger, non sei così male, dopotutto.”
“Neanche tu, Malfoy.”
“Blaise mi sta aspettando. Secondo te posso andare senza avere paura che mi spunti una coda da macaco?”
“Certo che si. Preferisco di gran lunga le orecchie da gatto.” Aggiunse, vedendo che aveva abbassato le mani.
Lui rise sommessamente, poi iniziò a camminare. Arrivato in fondo al corridoio, si girò e le fece l’occhiolino: “Ci vediamo in punizione!”
 
Era arrivata l’ora di pranzo ed Hermione era stata travolta dall’uragano Ginny, che l’aveva costretta a sedersi fra lei e Neville al tavolo del Grifondoro.
“Hermione! Mi devi una spiegazione! Perché non mi hai detto che stai con Malfoy? E’ vero che avete litigato? Calì ha detto che Hanna le ha raccontato che Lavanda ha visto che l’hai schiantato! È vero che la Vector vi ha dato sei mesi di punizione?”
Come al solito le voci avevano distorto la situazione. “Ne parla tutta la scuola. Lo sapevo che ti sbagliavi, che non è cambiato! E’ rimasto il solito Purosangue con la puzza sotto il naso figlio di un Mangiamorte...”
“Ginny, calmati! Non è andata così!”
“Io ho sentito che la Mc Granitt vi ha espulso, ma non lo farebbe mai, vero?”
Era stato Neville a parlare. Si era girata per rispondergli, ma in quel momento si accorse che aveva i capelli tutti bruciacchiati.
“Oh mio dio, ma che ti è successo?”
Lui si portò istintivamente una mano sulla testa e fece una smorfia.
“È tutta colpa di quella maledetta ignis incensus. È una nuova pianta che ho travasato insieme alla professoressa Sprite. Madama Chips dice che preparerà un rimedio.”
Ginny le tirò la manica: “Ehi, non penserai mica di lasciarmi così? Voglio sapere com’è andata.”
Hermione le spiegò con molta pazienza cos’era successo, omettendo ovviamente le imbarazzanti sensazioni che aveva provato durante la ronda.
“Ti prego, non dirlo a nessuno, o tutto quello che abbiamo fatto diventerà inutile!”
“Ok, ok, come vuoi... però non sono ancora convinta.”
“Oh, grazie Ginny!”
L’abbracciò, fingendo di non aver sentito la seconda frase, e si alzò da tavola.
“E adesso dove stai andando?”
“In biblioteca, non ho ancora ripassato Aritmanzia.”
“Ma non hai pranzato! E poi la sai a memoria.” Disse Neville.
“Non preoccupatevi, mangerò stasera.”  Disse uscendo dalla Sala Grande a passo di marcia.
 
La Mc Granitt aveva fermato i ragazzi ancora prima che oltrepassassero il Gargouille, che vegliava sull’entrata dell’ufficio del preside, conducendoli invece in una stanza di un corridoio fuori uso e polveroso. E’ per questo che ora Hermione e Malfoy si trovavano lì, a fissare la pila di pergamene ammassate sulla scrivania.
“Queste carte documentano tutti gli studenti di Hogwarts degli ultimi trent’anni.” Spiegava la professoressa. “Il vostro compito è riordinarle e catalogarle per anno e ordine alfabetico.”
I volti dei due ragazzi erano qualcosa fra la disperazione e lo sgomento. Un sorrisetto divertito comparve sulle labbra della professoressa, mente diceva: “Buon lavoro, ragazzi.” E usciva dalla stanza.
Continuarono a guardare la montagna per un minuto buono, sperando che sparisse da sola. Quando capirono che non sarebbe successo, decisero di mettersi all’opera.
“Bene, Granger. Prima iniziamo, prima finiamo.”
Hermione annuì e posò la borsa.
Avevano iniziato il lavoro in un silenzio innaturale, e lo stomaco di Hermione si fece sentire, facendola arrossire.
Malfoy rise sotto i baffi.
“Che hai da ridere?”
“Niente. Come mai così tanta fame?”
“Non ho pranzato per ripassare Aritmanzia.”
Si aspettava che l’avrebbe presa in giro per la sua secchionaggine, invece lui si alzò, estrasse la bacchetta e appellò una scatola di cioccocalderoni.
“Tieni.” Disse porgendole la scatola.
Hermione ringraziò sconcertata e ripresero a lavorare.
“Sono davvero ottimi! Dove li hai presi?”
Malfoy continuò a guardare le pergamene: “Me li ha inviati mia madre.”
Evidentemente gli Auror avevano giudicato la scatola di dolci innocua. Malfoy cambiò discorso.
“Ti piace molto Aritmanzia?”
“E’ una materia molto interessante, la mia preferita.”
“Davvero? Io preferisco Pozioni…”
Trascorsero l’intero pomeriggio tra piacevoli chiacchiere, cioccocalderoni e scartoffie, finché, dopo ore, non finirono di catalogare e impilare.
“ … E questo è l’ultimo! Finalmente è finita.” Malfoy posò l’ultimo fascicolo insieme agli altri.”
“Già, ci è voluta un’eternità… a proposito, sai che ore sono?”
“Vediamo… per Morgana, è già l’ora di cena! Siamo stati qui tutto il pomeriggio.”
“Bè, c’era da aspettarselo, vista montagna di carta che ci ha lasciato la Mc Granitt.”
“Hai ragione, è solo che… non so… sembrava meno tempo.”
“Sì, è vero.”
“Tutto sommato… è stato un pomeriggio piacevole, Granger.”
“Anche per me, Malfoy. Dovremmo farci mettere in punizione più spesso.”
“Mi inventerò qualcosa. Ora andiamo, prima che Weasley si mangi anche i tavoli.”
Contrariamente a quanto Malfoy si aspettava, ad Hermione prese un attacco di risa talmente forte da essere contagioso. Ridendo insieme come due pazzi, si incamminarono verso la Sala Grande.
 

Dite la verità, pensavate che avessero litigato sul serio, eh?

Si, sono di nuovo qua!
Scusate il ritardo ma sono appena tornata da un campo scuola di teatro...
Ringrazio ancora chi segue la storia e mi scuso con CloveRavenclaw se non ho risposto alla recensione ma l'ho vista solo ora. Sono contenta che la storia ti sia piaciuta :)

Recensite
, please!

Mizpah.

 
  
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