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Autore: heliodor    06/08/2014    2 recensioni
Due Regni
Due Re
Due Eredi
Un Solo Destino
Ewan è un giovane principe destinato a diventare, un giorno, sovrano di Avalon. Lyra è solo una pastorella, sognatrice e ribelle. Insieme dovranno affrontare il viaggio più difficile della loro vita per impedire che una sanguinosa guerra distrugga per sempre i loro sogni.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un piccione atterra sul davanzale di pietra di una finestra. Mani emergono dal buio e artigliano il volatile, portandolo dentro.
La debole fiammelle di una candela posta su di una mensola illumina la stanza. Vortiger, gli occhi spalancati e il sorriso rattrappito, esamina la zampa del piccione.
― Che notizie mi porti mio pennuto amico? ― dice sfilando il biglietto legato alla zampa.
Con dita tremanti apre il foglietto vergato con scrittura minuta ma chiara. Gli occhi virano da destra a sinistra mentre il sorriso si allarga, mostrando numerosi vuoti nella dentatura.
― Bene. Bene ― sussurra Vortiger mentre passa il foglio sulla candela. Le fiamme consumano la carta in pochi istanti. ― Sta arrivando un ospite importante. Sarà meglio prepararsi ad accoglierlo.
***
Re Philip è in attesa sotto le mura della prigione quando un cavaliere lanciato al galoppo lo raggiunge. Il soldato smonta con un gesto agile, si ferma davanti al sovrano e si inginocchia.
― Mio figlio?
Il cavaliere resta col capo chino. ― Mi spiace Maestà. Spie di Lyonesse lo hanno rapito e portato su una nave.
Philip sgrana gli occhi. ― Non è possibile. Voi dove eravate?
― Siamo arrivati troppo tardi.
Philip passeggia aventi e indietro, il pugno alzato. ― Leonida ― grida. ― C'è sicuramente lui dietro tutto questo. ― Poi, guardando gli altri cavalieri e i soldati in attesa aggiunge: ― Convocate il consiglio dei nobili. Richiamate tutti i lord fedeli al regno. Armate la flotta. Leonida avrà la guerra che voleva.
***
Lyra siede in un angolo, la testa china. Con una mano tiene ferma una patata e con l'altra usa il coltello per sbucciarla. Ogni tanto si ferma, sospira e si passa il braccio sugli occhi per asciugare le lacrime.
Vilna si siede di fronte a lei, l'espressione addolorata. ― Lo so come ti senti ― dice con voce calma e profonda. ― Ci siamo passate tutte, credimi.
Lyra tira su col naso.
― Pensi di avere incontrato il tuo principe azzurro e poi scopri che è un gran mascalzone e un bugiardo.
― Ma lui è un principe ― dice Lyra tra i singhiozzi.
Vilna fa spallucce. ― Principi, cavalieri o pirati non ha importanza. Sono tutti uguali. ― Toglie il coltello dalla mano di Lyra con delicatezza. ― Per oggi hai lavorato abbastanza. Vai a riposarti ora. Clamus ti ha preparato una branda nella mia cabina. ― Sorride. ― È stretta e puzzolente, ma è calda e sicura. Nessuno ti ti darà fastidio.
― Grazie ― dice Lyra alzandosi. A capo chino esce dalla cambusa.
Vilna la guarda allontanarsi e tira su col naso.
***
Lyra raggiunge la cabina, appoggia la mano sulla porta, esita, si volta e torna sui suoi passi. Si ferma davanti a una scala che porta di sopra e sale i gradini due a due per ritrovarsi sul ponte. È buio e si vedono le stelle.
Un paio di marinai di guardia non le badano mentre si avvicina alla murata. Lyra stringe il medaglione che porta al collo.
― Se fossi in te non lo farei ― dice una voce alle sue spalle.
Quando si volta, i suoi occhi incrociano quelli di Valek.
― Siamo in mezzo allo stretto che divide Avalon da Lyonesse ― dice l'uomo appoggiandosi con la schiena al parapetto di legno. ― La corrente è così forte che ti trascinerebbe in mare aperto.
― Non volevo scappare ― dice Lyra senza guardarlo. ― E comunque non so nuotare.
Valek solleva un sopracciglio. ― Lo immaginavo. Voi pecorai non passate molto tempo vicini all'acqua.
Lyra gli rivolge un'occhiataccia. ― Che ne sai tu di come viviamo noi?
― Una volta avevo una fattoria. ― Gli occhi di Valek guardano le stelle. ― Era piccola, ma con un focolare bello e accogliente. Avevo anche dei contadini al mio servizio. Tutto andava per il meglio, fino a che non ci furono un paio di annate storte e mi indebitai. ― Sospira. ― Persi tutto. E devo ancora pagare parte di quel debito. Se non lo farò, mi sbatteranno ai lavori forzati. O peggio. È per questo che mi sono unito a Stevir e la sua ciurma.
― Lo fai solo per i soldi?
Valek si stringe nelle spalle. ― Chi farebbe cose talmente orribili, se non per quello? Non ci provo alcun gusto nel rapire le persone e strapparle alle loro famiglie.
― E allora tu non farlo.
― Non è così semplice. Ti ho già spiegato che...
― Non puoi trovare un lavoro onesto? ― chiede Lyra guardandolo dritto negli occhi. ― Potresti fare il contadino o l'allevatore e pagare il tuo debito.
― Nessuno mi vorrebbe...
― Perché no?
Valek scuote la testa. ― Non puoi capire.
― Voglio vederlo ― dice Lyra dopo qualche secondo di silenzio.
― È impossibile.
― Per piacere ― dice la ragazza in tono supplice.
― Steon si arrabbierebbe e io non voglio irritarlo.
― Lui non lo saprà se tu non glielo dirai. Ti prego. Solo per cinque minuti ma... devo parlargli.
Valek sospira esasperato. ― Sai perché ti ho salvata?
Lyra scuote la testa.
― Ero tra quei mendicanti che le guardie volevano disperdere, quando sei arrivata tu. Non avrei scommesso una moneta falsa su di te, ma tu hai tenuto testa a quei tizi armati di spade e lance. Tu, una pecoraia scalza. ― Sorride. ― D'accordo, ti porterò dal tuo fidanzato, contenta?
Lyra arrossisce. ― Lui non è... noi non siamo... e poi lui è un principe e io una pastorella...
Valek ride e scuote la testa.
***
Ewan è disteso su una panca di legno, i polsi incatenati. In un angolo giace un secchio e vicino alle sbarre della cella un piatto pieno di una brodaglia verde.
Un rumore di passi che si avvicinano lo fa trasalire e scattare in piedi. Due figure umane appaiono e si fermano davanti alle sbarre. Nella tenue luce della luna, l'unica che filtra dalla finestrella che si apre verso l'esterno, riconosce il viso di Valek.
― Tu ― grida scattando verso le sbarre. Poi vede Lyra e si calma, indietreggiando.
― Cinque minuti ― dice Valek allontanandosi.
Quando i passi si affievoliscono, Lyra appoggia una mano alla sbarra. ― Come stai?
Ewan scuote le catene producendo un suono metallico. ― A parte queste, bene. Mi hanno anche dato da bere e da mangiare.
Lyra guarda il piatto. ― Non hai toccato il cibo. Ti indebolirai.
― E allora? Tanto il mio destino è segnato. Cosa credi che mi farà re Leonida quando mi porteranno da lui?
― Forse sarà clemente con te.
Ewan solleva gli occhi al cielo. ― Lui odia mio padre da anni. Non so il perché, ma è così da quando sono nato. Non si lascerà sfuggire la possibilità di fargli del male.
Lyra abbassa gli occhi. ― Mi dispiace tanto ― dice asciugandosi le lacrime col dorso della mano.
Ewan si avvicina alle sbarre. ― No, dai. È solo colpa mia. Non dovevi essere qui. Tu non c'entri niente con tutto questo.
― Perché mi hai detto tutte quelle bugie?
Ewan scuote la testa.
― È perché sono una pecoraia che non si lava mai?
― Io non...
― Perché vesto di stracci e vado in giro a piedi nudi a elemosinare?
― Lyra...
― Perché?
― Io sono il principe di Avalon ― dice Ewan con voce rotta dal pianto. ― Sono l'erede al trono. Ho delle responsabilità. Non posso andare per le fiere cittadine come se niente fosse. Ho commesso un errore e guarda che cosa è successo? Mi spiace di aver deluso mio padre e soprattutto mi dispiace di avere deluso te, ma in quel momento mi sembrava una buona idea.
Lyra si asciuga le lacrime. ― Sei pentito?
Ewan, il capo chino, annuisce.
― Allora io ti perdono. Ma da questo momento in poi non devi più dirmi bugie. Intesi?
Ewan si avvicina alle sbarre. ― Te lo prometto. Mai più bugie.
― Dammi la tua parola di principe.
Ewan si tocca il cuore col palmo della mano destra. ― Sul mio onore. Non ti mentirò mai più.
Lyra sorride e gli mostra il medaglione. ― Forse c'è un modo per farti uscire.
Ewan la guarda stupito. ― Sul serio?
La ragazza annuisce.
― Lyra, ti prego. Non correre rischi inutili per me.
― Ewan...
― Dico sul serio. Ci tengo troppo a te. Se ne avrai l'occasione, scappa e torna dai tuoi genitori.
― Andremo via insieme ― dice lei appoggiando la testa alle sbarre.
Ewan, dall'altra parte, la imita.
― Tempo scaduto ― dice Valek riapparendo. ― Ora dobbiamo proprio andare.
Lyra fa un cenno di saluto a Ewan, che le sorride.
***
Valek accompagna Lyra alla cabina di Vilna. ― Sei silenziosa ― dice l'uomo fermandosi davanti alla porta. ― Non hai smesso di parlare un attimo da quando sei salita a bordo. A che stai pensando, ragazzina?
Lyra gli mostra il medaglione che porta al collo, fino a quel momento nascosto sotto la tunica.
Valek lo esamina alla luce di una torcia. Il luccichio della stella si riflette nei suoi occhi. ― È molto bello. Dove l'hai preso?
― È mio da quando sono nata.
― Bugiarda ― dice Valek ridandoglielo.
― Io non dico bugie ― dice Lyra imbronciata. ― È mio. Ma sarà tuo se ci aiuti a scappare.
Valek la fissa stupito. ― Come, prego?
― A te interessano i soldi, no? Questo vale molte monete. Te lo darò se ci farai scappare.
― E come? Siamo in mezzo al mare. Se prendessi una lancia i marinai di Steon se ne accorgerebbero.
Lyra si stringe nelle spalle. ― Te lo chiedo per favore...
Valek scuote la testa e sorride. ― Non funziona così, ragazzina. Ho dato la mia parola a Steon e non lo tradirò. Io mantengo sempre la parola data.
Lyra sospira e abbassa gli occhi. ― Allora non ci vuoi aiutare?
― Farò in modo che il tuo principe venga trattato bene, ma solo perché mi siete simpatici. ― Valek scrolla le spalle. ― Non posso fare di più per voi.
Lyra annuisce e si infila nella cabina di Vilna, sbattendogli la porta in faccia.
Valek fissa la porta chiusa per qualche istante, poi si gira e torna sui suoi passi.
***
Lyra si sveglia al suono di una campana. Vilna, in piedi al centro della cabina, è già vestita.
― Fai con calma. Siamo arrivati a Lyonesse.
― Di già? ― domanda Lyra sorpresa. La ragazza balza giù dal giaciglio e sgattaiola fuori dalla cabina. Vilna scuote la testa e si lascia sfuggire un mezzo sorriso.
Lyra raggiunge il ponte. Il sole ancora basso sull'orizzonte illumina una striscia di terra brulla e grigia. In lontananza si vedono il profilo di una città aggrappata a delle colline che degradano verso il mare. Ancora più lontano, persa tra le brume del primo mattino, si intravede l'ombra di una fortezza.
― Bello, vero? ― dice Valek raggiungendola. ― Il Castello del Leone ha mura alte come palazzi e spesse trenta metri. Un vero capolavoro.
Lyra storce la bocca. ― Non vedo alberi o prati.
Valek fa spallucce. ― I prati si sono inariditi anni fa e gli alberi li hanno tagliati per costruire navi e fortini. In compenso abbiamo le miniere più ricche del mondo. O almeno lo erano una volta.
― Che posto orribile.
― Questione di abitudine.
La nave si avvicina al molo, i marinai lanciano le funi che vengono legate per assicurarla. Una passerella viene tesa per consentire a due uomini di salire a bordo.
Uno di essi porta un forziere che depone sul ponte, mentre l'altro aspetta con aria impettita.
― Angus ― esclama Steon gioviale emergendo dalle viscere della nave. ― Che piacere vederti ― aggiunge con un sorriso forzato.
Al suo fianco, Vilna sbuffa.
Angus li guarda disgustati. ― Spero tu abbia la merce.
― E tu il compenso.
Angus tira un calcio al forziere, che si spalanca.
Valek si sporge incuriosito.
All'interno si intravedono delle monete d'oro che luccicano.
Steon lancia un'occhiata attenta al contenuto. ― È meno di quanto pattuito ― dice con una smorfia.
― È tutto quello che avrete ― risponde Angus sprezzante. ― Ora dammi il principe.
― È di sotto ― dice Steon.
Valek si avvicina. ― Un momento ― esclama facendo voltare i due uomini. ― La mia parte non sarà abbastanza per pagare i miei debiti.
― E allora? ― domanda Angus con tono di sfida. ― Questo è un tuo problema.
― Diventerà tuo molto presto ― dice Valek estraendo la sciabola.
Angus fa un passo indietro. ― Come osi? Io vengo in nome del re. Ti farò punire.
Steon guarda Valek con sguardo duro. ― Mettila via. Ora ― dice afferrandogli il braccio. L'altro lo prende per il bavero.
I due si fissano in cagnesco per qualche istante.
Valek esita, lascia la presa su Steon e quindi rinfodera la spada. ― Non finisce qui ― dice allontanandosi a passo veloce.
Angus rivolge un'occhiataccia a Steon. ― Tieni a bada i tuoi uomini o la prossima volta verrai punito.
Valek afferra Lyra per un braccio e la trascina via.
― Dove mi porti?
Valek e la ragazza si infilano nel boccaporto e scendono le scale a due a due. ― È ancora valida l'offerta di ieri sera?
Lyra sfiora il medaglione con le dita e annuisce.
― Bene. Ce ne andiamo ― dice Valek spingendola lungo il corridoio.
― Quando?
― Subito.
  
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