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Autore: denna    07/08/2014    1 recensioni
Una giornata apparentemente normale dei maghi della gilda n°1 di fiore si trasformerà in un’avventura mozzafiato tanto pericolosa quanto inaspettata.Il loro destino si intreccerà con un gruppo di misteriosi stranieri in kimono nero. Due ragazzi con caratteri molto diversi, accomunati da un assurdo colore di capelli, saranno costretti a far squadra. Tra gilde oscure, dei della morte, draghi e fragole umane, riusciranno i nostri eroi a fidarsi gli uni degli altri e salvare il loro mondo e non solo?
Consigliato a chi non è bastata la saga di Edolas. ;)
Prima fan fiction, senza pretese, volta solo a regalarvi una piacevole (spero) lettura.
[Fairy Tail X Bleach]
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Erza Scarlet, Gray Fullbuster, Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Ehilà! Dopo questi mesi di silenzio, avevo intenzione di uscirmene con qualche frase/commento accattivante... ma, tanto per cambiare, non mi è venuto in mente nulla... Quindi, ho deciso di aggiornare così a freddo, per non farvi aspettare ulteriormente. Buona lettura!

Capitolo 14

Risvegli

 
Juvia aprì lentamente gli occhi. Faticò non poco nel mettere a fuoco le pareti della stanza nella quale si trovava. I muri erano tinteggiati di un pallido azzurro, che nei punti illuminati dai raggi del sole che riuscivano a filtrare attraverso le tende blu scuro, appariva quasi bianco. Pochi mobili dalla sagoma austera arredavano la  camera. Nell’insieme, l’ambiente sarebbe apparso freddo ai più, ma a Juvia quell’atmosfera non dispiaceva; anzi, la trovava piacevole. Tentò di alzarsi, ma si accorse di essere circondata da qualcosa che bloccava ogni suo movimento. Confusa, abbassò lo sguardo. 
Gray era sdraiato sul letto con lei, profondamente addormentato, le braccia avvinte attorno alla maga dell’acqua, il capo poggiato sul suo petto.
Il cervello di Juvia smise di funzionare per diversi minuti, ogni pensiero annientato da quella meravigliosa visione che superava qualsiasi sogno e fantasia mai fatta.
Gray continuò a dormire, totalmente ignaro del tumulto che stava provocando nell’animo della maga dell’acqua, agitato come un mare in tempesta. La ragazza fece del suo meglio per restare immobile. Non osò nemmeno respirare. I battiti del suo cuore impazzito le sembravano così forti che temette potessero svegliare il ragazzo e farle perdere irrimediabilmente quell’occasione unica che qualche divinità sconosciuta aveva misericordiosamente deciso di concederle. Appena riuscì a calmarsi un pochino, la ragazza ne approfittò per ammirare  ogni dettaglio del volto del mago del ghiaccio. I capelli spettinati, i lineamenti perfetti, l’insolita espressione serena che, a suo parere, lo rendeva ancora più bello. Un rumore inconfondibile la distolse dalla contemplazione. Non se n’era accorta prima, presa dall’agitazione e dalla sorpresa.
Il rumore del cuore di Gray che batteva vicino al suo, che rischiava di schizzarle fuori dal petto dalla felicità.
“questo è il cuore di Gray-sama!”- pensò, commossa.
Avrebbe dato qualsiasi cosa affinché quel momento durasse in eterno.
Juvia e Gray-sama
Gray-sama e Juvia
Gray-sama…
Gray-sama…
Gray-sama mi sta sbavando addosso!- Pensò, notando la scia di saliva che le scendeva oltre la spalla.
Ma andava bene lo stesso. Era ugualmente meraviglioso.
Tuttavia, il piccolo sobbalzo della maga dell’acqua bastò a svegliare il mago del ghiaccio.
«Uhm… Juvia» mugugnò Gray, aprendo gli occhi.
«B-buongiorno Gray-sama» disse la ragazza, con un filo di voce.
«Juvia!» strillò Gray terrorizzato, quando si rese conto di aver dormito abbracciato a lei, e di cosa avesse usato come cuscino. «Scusa! Non era mia intenzione!» disse, mentre si allontanava velocemente.
Dopo aver ceduto il letto alla maga dell’acqua, si era accontentato del tappeto e un paio di coperte. Purtroppo, il giaciglio di fortuna si era rivelato più scomodo di quanto pensasse, quindi aveva deciso di dormire al bordo del letto, il più distante possibile dalla ragazza, fermo e immobile.
O così credeva.
«Gray-sama non deve scusarsi! Gray-sama può dormire con Juvia ogni volta che vuole!» trillò allegra la maga dell’acqua.
Non sapendo cosa rispondere, il mago del ghiaccio abbassò lo sguardo, e si rese conto di essere nudo.
«Gray-sama, i tuoi vestiti.»
«Cavolo! Scusami ancora, Juvia!»
Due gaffe in un minuto. Aveva battuto il record di Natsu.
«Di cosa, Gray-sama?» disse la ragazza, che non sembrava per nulla turbata.
Gray si rese conto che il modo in cui lo stava guardando lo metteva molto a disagio. Raccattò i vestiti sul pavimento e si fiondò in bagno.
Juvia si sdraiò sul materasso e fece un sospiro soddisfatto.
 Quale modo migliore di iniziare la giornata, se non ammirando il corpo nudo di Gray-sama illuminato dal sole?
 
***
Aprì gli occhi. La testa gli faceva malissimo, come se qualcuno gli avesse conficcato una Heiling Pfeil in mezzo agli occhi. Nonostante il dolore pulsante, si mise a sedere. Una fitta traditrice gli attraversò il cranio, seguita da un senso di nausea. Represse un conato di vomito, mentre aspettava che la vista si abituasse alla poca luce che filtrava attraverso le tende.
Imprecò e si mise una mano sulla fronte.
Dove sono?- fu il suo primo pensiero coerente.
 Il suo sguardo disorientato si soffermò brevemente sui mobili modesti, sui cuscini sparpagliati sul pavimento, su un grosso specchio…
E su un peluche dalle fattezze di Gray. Il pupazzo giaceva a testa in giù, dal lato opposto della camera, e sembrava fissarlo con rimprovero.
Qualcosa si mosse accanto a lui, ma non ci badò.
Che cosa è successo?
La domanda non ricevette risposta.
 Provò a fare mente locale, intanto che tornava ad osservare la camera e il mini-Gray.
Sono in una stanza femminile-constatò dopo qualche minuto di attenta osservazione.
“Perché?”
Strinse gli occhi e si massaggiò le tempie, sforzandosi di ricordare, facendosi strada atteraverso le tenebre che avevano preso residenza nella sua mente. Due parole emersero dall’oscurità, accecandolo come fari nel buio.
Fairy Hills
Una scarica di immagini lo folgorò: Le terme, le ragazze, le spade, la festa in gilda, il barrel surfing….
Avvertì un altro movimento vicino a lui.
Natsu e Lucy che si baciavano, la zuffa con Loki, la rissa in gilda, un fermaglio azzurro.
Sgranò gli occhi. La fitta di dolore alla testa arrivò puntuale.
Era andato a Fairy Hills per…
«Buongiorno, Kurosaki-kun!» trillò Orihime al suo fianco.
«UAAAAAAAAARGH!» strillò in risposta il ragazzo dai capelli arancioni, cadendo dal letto.
«Sei venuto a prendere me e Kuchiki-san? Siamo in ritardo?» domandò la fanciulla, che non sembrava turbata dalla sua reazione. «Ho dormito troppo! Lo sapevo!» esclamò, preoccupata.
«No, Inoue, non siamo in ritardo.» rispose automaticamente il dio della morte. «Almeno credo.» aggiunse.
Perché aveva la strana sensazione che quella conversazione fosse già avvenuta? E che si fosse conclusa in un modo che non riusciva a ricordare?
Meglio chiedere a Inoue- decise, mentre si rimetteva in piedi.
 Probabilmente, lei avrebbe potuto spiegargli cosa fosse successo e, magari, anche perché lui avesse passato la notte nel dormitorio delle ragazze.
La domanda gli morì in gola, non appena la vide: Orihime era seduta sul letto, il lenzuolo di seta azzurra le era scivolato di dosso, coprendola solo dall’ombelico in giù.
Se lo spavento di un minuto fa non lo aveva ucciso, ci mancò poco che ci riuscisse l’imbarazzo.
Inoue sgranò gli occhi.
Ichigo  fece per voltarsi, ma lei lo anticipò con un urlo che, oltre a lacerargli i timpani, ebbe lo stesso effetto di un trapano che si faceva strada attraverso il suo lobo frontale.
«Aspetta, aspetta!» gridò lui, in preda al panico e al dolore, mentre si  copriva gli occhi.
«Kurosaki-kun, sei nudo!» strillò ancora più forte la fullbringer, mentre il viso le diventava color porpora.
Ichigo sbirciò tra le dita e si rese conto che aveva ragione: non indossava nemmeno i boxer.
«Anche tu sei nuda!» gridò, prima di girarsi e darle le spalle, non avendo nulla a portata di mano con cui coprirsi.
Orihime arrossì ancora di più e si tirò le lenzuola fin sopra la testa, nascondendosi alla sua vista.
Rimasero qualche minuto in silenzio, sconvolti. Una singola domanda albergava nella loro mente, ma nessuno dei due osò proferir parola.
 Come avevano fatto a finire in una simile situazione?
I ricordi presero pian piano forma nella mente di Ichigo: incastrandosi tra loro come le tessere di un puzzle, ricomposero gli eventi della sera precedente. Ma la parte finale era reale, o si era trattato di un sogno? Non era tanto certo di volerlo scoprire, anche se la situazione lasciava poco spazio ai dubbi.
Orihime abbassò il lenzuolo.
«Kurosaki-kun, è possibile che noi…» disse piano, prendendo coraggio. Lasciò in sospeso il resto della frase e guardò la schiena del ragazzo.
«Io…» esordì il dio della morte.
Delle voci provenienti da dietro la porta lo interruppero. Orihime trasalì e premette contro di sé le coperte.
«Levati di mezzo!»
«Ho detto che non puoi entrare! Il ghiaccio ti ha otturato le orecchie?»
«Juvia ha il diritto di entrare nella sua camera quando vuole, quindi…»
Sentirono il rumore di qualcosa che veniva spinto da parte, poi un tonfo e un insulto, seguito da una serie di colpi contro la porta.
L’uscio si spalancò con violenza e due ragazzi rotolarono oltre la soglia, scambiandosi pugni, calci, morsi e altro, tentando di raggiungere ogni centimetro possibile dell’avversario, finché non notarono la presenza di Ichigo e Orihime, che li stavano osservando attoniti.
 Natsu si fermò a guardarli, il pugno sospeso in aria. Gray, schiacciato sotto di lui, trasalì e mollò la presa sulla giacca del rosato.
«Gray-sama…Oh!» disse Juvia, raggiungendo i suoi compagni di gilda. Si fermò, gli occhi spalancati dallo stupore fissi sul sostituto shinigami al centro della stanza.
Un silenzio carico di stupore ed imbarazzo scese sulla camera.  I ragazzi continuarono a fissarsi tra loro, senza azzardarsi a muovere un muscolo. Fu Orihime, lanciando un urlo acuto e rotolando oltre il bordo del letto, a dissolvere l’atmosfera surreale che aveva avvolto tutti i presenti.
«Ma cosa fai? Rivestiti!» gridò Gray, puntando il dito contro Ichigo. Natsu notò quanto quelle parole suonassero strane, pronunciate dal mago del ghiaccio.
«Wow…» commentò sottovoce la maga dell’acqua, mentre lo sguardo scendeva lungo il corpo di un imbarazzatissimo Ichigo. Lo shinigami fece per voltarsi, ma si ricordò che Inoue era dietro di lui. La fullbringer gli lanciò un cuscino che il ragazzo  afferrò al volo ed usò per coprire le vergogne.
«Natsu!» strillò, pregando che il Dragon Slayer potesse dargli qualche risposta. «Che cosa è successo ieri notte? Perché siamo ancora qui?»
«E lo chiedi a me? » replicò il rosato, inclinando il capo da un lato. «Avevi detto che le avresti riportato il fermaglio e poi saremmo tornati indietro. Perché sei rimasto in camera con lei?» domandò.
Il sostituto shinigami deglutì nervosamente e scambiò una fugace occhiata con Inoue, che lo aveva raggiunto, drappeggiata nel lenzuolo azzurro.
« E tu, scusa? Non potevi chiamarmi, o bussare?» ribatté lo shinigami, evitando con cura di dargli spiegazioni.
«Ehm..» disse il drago,  a sua volta in difficoltà.
Non che non ci avesse provato: chiedendosi perché ci stesse mettendo così tanto, aveva raggiunto la porta della stanza con l’intenzione di recuperare l’amico. Ma, appena girato la maniglia, i rumori di tonfi, risatine e fruscii, accompagnati ogni tanto da un gemito, lo avevano raggiunto dall’altro lato della porta.
Il suo infallibile istinto di drago gli aveva suggerito di non entrare, nonostante avesse notato che la porta non era chiusa a chiave.
Quindi, rassegnato, si era seduto accanto all’ingresso ad aspettare.
Tanto, quanto ci vorrà?
Ma aveva finito per addormentarsi, finché la granita ambulante e Juvia non l’avevano svegliato.
«Chi è che urla di prima mattina?» ruggì una voce dall’altro capo del corridoio che fece sobbalzare tutti i ragazzi.
 L’atmosfera di imbarazzo svanì, veloce come i vestiti di Gray, e fu sostituita da puro terrore. Natsu avvertì la paura impossessarsi di lui e contagiare gli altri come un virus letale.
«Scappiamo!» strillò Gray.
«E’ troppo tardi.» disse il Natsu, con una voce che sembrava provenire direttamente dall’oltretomba. «Lei è qui.»
Orihime tremava. Ichigo si sentiva stordito e terrorizzato come la volta in cui Ulquiorra gli aveva rivelato di essere solo il numero quattro.
«Che fate voi qui?» ringhiò Erza Scarlet, raggiungendo a passo di marcia la soglia. «Sapete benissimo che non vi è permesso stare qui!»  
«S-si, ma…» balbettò Gray.
«Possiamo spiegare…» osò intervenire Natsu, lottando contro il tremore.
«Cosa?» lo fermò la rossa con un’ombra sul volto che fece accapponare la pelle dei due ragazzi. «Risparmiate il fiato. Nessuna spiegazione cambia il fatto che vi siete introdotti nel dormitorio femminile, violando le regole…»  Lo sguardo furibondo di Erza andò oltre i due maghi.
«Ichigo, perché ci sei anche tu?» domandò sorpresa, abbandonando momentaneamente il suo stato di collera.
«Ecco…» esordì il ragazzo, per la terza volta. Non riuscì a terminare la frase, poiché si rese conto che nessuna scusa poteva reggere con l’evidenza dei fatti.
«E’ una storia complicata…» provò ad aiutarlo Orihime. I ragazzi furono quasi commossi dal suo altruismo, se avessero potuto provare qualcos’altro oltre al terrore.
La maga con l’armatura notò solo in quel momento la presenza della ragazza.
«Orihime?» disse incredula, sgranando gli occhi.
La fullbringer arrossi e abbassò lo sguardo.
«B-buongiorno, Erza-san»
Erza guardò la fullbringer, poi guardò il dio della morte, poi la stanza a soqquadro; infine, di nuovo i due ragazzi.
Spalancò la bocca, ma non ne uscì alcun suono.
Natsu, Gray e Juvia sbiancarono, intuendo cosa stava per abbattersi su di loro.
Ichigo, che non conosceva Erza, temette ingenuamente che la rossa stesse per avere un mancamento.
«Erza, ti senti be…»
«SIETE TUTTI IMPAZZITI?» strillò la maga più forte di Fairy Tail, con una tale potenza che a confronto il ruggito di Grimmjow Jaegerjaques sembrava poco più di un semplice miagolio.
L’urlo sconquassò il dormitorio fino alle fondamenta. Ad Ichigo sembrò quasi di essere investito da un’onda d’urto. Juvia arretrò fino al muro. Natsu e Gray si abbracciarono.
«Come vi è saltato in mente di fare una cosa del genere? Qui! Dove la sola presenza di un ragazzo è intollerabile!»  ruggì Titania, traboccante di furia.
«Siamo mortificati» pigolò Orihime, facendosi piccola piccola sotto lo sguardo irato di Erza.
Natsu, Juvia e Gray avrebbero potuto sfruttare il fatto che la rossa si fosse momentaneamente dimenticata di loro, ma non tentarono la fuga.
Quando Titania era in collera, nessun luogo poteva definirsi sicuro.
Dall’altra parte del corridoio, una porta si aprì lentamente. Mira Jane si affacciò, guardò brevemente a destra e a sinistra ed uscì circospetta, camminando sulla punta dei piedi scalzi. Dopo pochi passi, si voltò e fece cenno di seguirla. Laxus uscì, tenendo le scarpe in mano, e raggiunse la diavolessa. Si scambiarono un breve cenno d’intesa e si diressero verso le scale. Mira si fermò, attirata dalla voce che riecheggiava attraverso il corridoio. Diede qualche colpetto sulla spalla del Dragon Slayer e indicò la porta aperta. Il dio del tuono aggrottò le sopracciglia e rimase qualche secondo in ascolto; poi, un sorriso divertito si dipinse sul suo volto. Anche l’albina sorrise, nonostante Laxus le avesse letto negli occhi lo spasmodico desiderio di conoscere ulteriori dettagli. I due maghi di classe S scesero silenziosamente le scale, approfittando che Titania fosse impegnata a strigliare i malcapitati. Non che a Laxus occorressero simili diversivi per svignarsela senza essere scoperto: nonostante le sue numerose visite al dormitorio femminile,Erza non era mai riuscita a coglierlo sul fatto.
Il drago del fulmine ghignò.
Quei polli avevano ancora molto da imparare.
E se un giorno Erza fosse stata così abile da beccarlo, avrebbe sempre potuto sfruttare a suo vantaggio l’incontro casuale avvenuto proprio quella notte.
***
Il dio del tuono salì gli ultimi gradini e imboccò il corridoio. A pochi passi dalla porta si fermò, fiutando un’odore familiare. Nonostante fosse buio, riuscì a distinguere la figura che, a qualche metro da lui, percorreva il corridoio nella direzione opposta. Anche lo sconosciuto avvertì la sua presenza e si voltò. I due si studiarono circospetti per una manciata di secondi. Laxus sorrise divertito e gli rivolse un veloce cenno di saluto, prima di voltarsi e dirigersi verso la camera della diavolessa, abbandonando il perplesso visitatore nelle tenebre.
***
«Spero che abbiate almeno fatto attenzione.» commentò freddamente, Erza, dopo aver terminato la ramanzina, lanciando ai due ragazzi un’occhiata al vetriolo.
Sentì sulla schiena lo sguardo sorpreso dei suoi nakama, ma non si scompose.
Avrebbe preferito farsi gli affari propri, ma il ruolo di “capo” del dormitorio le imponeva anche questi oneri, nei rari casi in cui una situazione simile si verificasse. L’anziana custode le aveva accennato che era successo una volta sola, anni fa, e da quell’episodio era nata la regola che proibiva ai ragazzi l’ingresso a Fairy Hills.
In più, quei due le sembravano abbastanza ingenui sull’argomento. Il fatto che fossero arrivati fino a quel punto le appariva inverosimile.
«In che senso?» domandò Ichigo, inarcando un sopracciglio.
Ecco, appunto.
«Vi ho chiesto se siete stati, insomma… attenti.» ripeté, in difficoltà. Il ragazzo continuò a guardarla come se stesse parlando in aramaico.
Ma come hanno fatto?- pensò , mentre scuoteva la testa, esasperata.
«OH!» capì finalmente Orihime. «Si, non preoccuparti, Erza-san. Per fortuna, Juvia-chan ne aveva un cassetto stracolmo!»
Erza e Gray guardarono basiti la maga dell’acqua.
«Di cosa?» domandò Natsu.
«G-gray-sama, non pensar male» balbettò Juvia, con il volto rosso pomodoro. Fu tentata di sciogliersi e scivolare via, verso il fiume più vicino. Poi abbassò lo sguardo sul pavimento, incapace di guardare negli occhi il suo amato. Notò il suo baby doll nuovo fiammante, o ciò che ne restava, ed emise un piccolo singhiozzo.
«EEEEERZAAA!» strillò qualcuno dal corridoio.
Un ragazzo apparve sulla soglia.
«Va tutto bene? Ti ho sentita gridare!» disse trafelato, rivolto alla maga con l’armatura.
Ichigo osservò il nuovo arrivato: aveva un aspetto piuttosto singolare; non tanto per i capelli blu, o i vestiti fuori posto, quanto per il tatuaggio che gli attraversava la metà destra del volto, dalla fronte alla mascella.
«G-gerard» disse a fatica la maga con l’armatura «Ti avevo detto di non uscire!» lo rimproverò.
«E tu che ci fai qui?» chiese Natsu.
«Ecco, io…» disse il mago ricercato, preso alla sprovvista.
Il volto di Erza diventò scarlatto, nonostante cercasse di mantenere un contegno.
Ichigo sgranò gli occhi.
Juvia si coprì la bocca con una mano, Orihime anche, Natsu e Gray spalancarono la loro così tanto da somigliare al celebre quadro di Munch; poi, iniziarono a ridacchiare come due idioti.
«Finitela, o vi massacro!» li minacciò la rossa.
«Tsk. Predichi bene e razzoli male» commentò imbronciato il sostituto shinigami, incrociando le braccia e lasciando cadere il cuscino.
«Kurosaki-kun!»
«Cavolo…» si lasciò inavvertitamente sfuggire la Scarlet, prima di gridargli nuovamente di coprirsi.
Si voltò verso Natsu e Gray. « Stavolta avete davvero passato il limite. Vi infliggerò una punizione così severa che rimpiangerete di essere sopravvissuti ad Acnologia!» affermò, mentre veniva avvolta da un’aura sinistra. «E tu...»
Guardò Ichigo. Il sostituto shinigami si mise istintivamente davanti a Inoue, nonostante fosse lui il bersaglio.
«Non credere di passarla liscia solo perché non fai parte di Fairy Tail! Sei colpevole tanto quanto loro due!» berciò Erza.
«Tre» disse una voce alle sue spalle.
La rossa si voltò.
«Come?» disse, lievemente confusa.
«Tre.» ripeté Natsu. «C’è anche Gerard.»
La maga con l’armatura sembrò ricordarsi solo in quel momento della presenza del ragazzo con i capelli blu.
«Giusto!» intervenne Gray, riprendendo coraggio. «Se la punizione vale per tutti i ragazzi, che appartengano o meno alla gilda, anche Gerard deve essere punito!»
«Ma non possiamo! Vi siete dimenticati che è ricercato? Non può andarsene in giro come se nulla fosse!» esclamò la maga con l’armatura.
«Si travestirà da Mystogan, come ai Giochi.» replicò il mago del ghiaccio.
Erza si morse un labbro. Squadrò il ragazzo, chiedendosi cosa stesse architettando. Perché quell’improvvisa resa? Avrebbero dovuto essere terrorizzati da cosa li attendeva, avrebbero dovuto gettarsi a terra ed implorare pietà.
 «In questo caso, penso si possa fare…»  disse lentamente, conscia di muoversi su un terreno infido.
Gray incrociò le braccia e sorrise soddisfatto.
« Bene. Ora possiamo andare?»
«Si.» rispose la rossa, tentando di apparire risoluta, sebbene avesse un cattivo presentimento.
 «Sono certo che Mira e gli altri saranno molto curiosi di sapere perché Gerard, o Mystogan, si trovasse a Fairy Hills questa notte.» disse con noncuranza il mago del ghiaccio, mentre la rossa si avvicinava porta.
Erza si fermò di colpo, come se tra lei e l’uscio fosse comparsa una barriera invisibile.
«COSA?» proruppe, voltandosi verso Gray. «Non osereste!»
«Invece si.» ribatté deciso il mago del ghiaccio. «Se decidi di punirci, noi racconteremo tutto a Mira Jane.» Sorrise sornione, consapevole di averla in pugno.
La rossa trasalì alla sola prospettiva degli effetti catastrofici che avrebbe avuto quella soffiata sulla sua vita di maga.
Se si venisse a sapere, perderei la faccia. E Mira non mi lascerebbe più in pace.
Trattenne un brivido ed incociò lo sguardo del mago del ghiaccio che ammiccò.
Lo avrebbe ucciso
Si schiarì la voce.
«Va bene» disse sconfitta. «Per questa volta lascerò perdere. Nessuno deve sapere nulla di quello che è accaduto qui. Quello che è successo a Fairy Hills, resta a Fairy Hills. Mi sono spiegata?» domandò, lanciando un’occhiata eloquente ai ragazzi.
Tutti i presenti annuirono.
«Andiamo. Gli altri ci staranno aspettando.» disse Erza con voce atona, uscendo dalla camera. Gerard fece un veloce cenno di saluto e seguì la rossa.
«Wow, questa è la prima volta che abbiamo sconfitto Titania!» disse Natsu, entusiasta.
Non è stata una vera battaglia- pensò Gray, ma evitò di farglielo notare, visto che era anche merito del Dragon Slayer se erano riusciti a farla franca. E, in verità, anche lui era piuttosto soddisfatto.
Prima o poi Erza si sarebbe vendicata, ma per ora potevano accontentarsi.
Orihime tirò un sospiro di sollievo. Ichigo la imitò. Si sentì molto più leggero, ora che  l’aura terrificante emessa dalla maga con l’armatura era svanita.
Un familiare senso di nausea lo colse alla sprovvista, risalendogli prepotentemente lo stomaco.
Juvia sembrava caduta in trance.
Come era possibile che una giornata iniziata in maniera tanto perfetta si fosse trasformata in un simile incubo? La stanza messa a soqquadro, la scoperta della sua “scorta”, il letto che aveva segretamente sperato di dividere con Gray-sama irrimediabilmente profanato e un costosissimo capo di lingerie ridotto a brandelli.
Poteva andare peggio?
La risposta arrivò quando Kurosaki Ichigo vomitò sul tappeto.
***
O. Mio. Dio.
Fu il primo pensiero di Macao Conbolt, appena i suoi occhi incontrarono lo sfacelo che regnava sovrano nel salone della gilda. I tavoli, gli sgabelli e le sedie erano ammassati in due mucchi ai due capi della stanza, in una rozza imitazione di due mura di cinta. I resti dei barili vittime del barrel surfing erano disseminati per tutto il pavimento, insieme ai frammenti di vetro che una volta erano bottiglie e bicchieri. Una sedia, incastrata in uno dei lampadari, cadde con uno schianto sul pavimento, svegliando la maggior parte dei maghi.
«Stavolta ci siamo superati!» commentò compiaciuto Wakaba, mentre  si rialzava. «Era da sette anni che non facevamo baldoria come si deve!»
Macao si coprì le orecchie, mentre avvertiva una stilettata attraverso la tempia.
« Ti sembra questo il momento di scherzare?» lo rimbrottò. «Dobbiamo rimettere tutto a posto prima che arrivi il Master!»
Entriamo, beviamo qualcosa, e ce ne andiamo via senza lasciar traccia. Come no- pensò furibondo.
Mai fidarsi dei maghi di Fairy Tail.
 Dietro di lui, Elfman ed Evergreen scesero le scale che portavano al piano di sopra e sgattaiolarono verso il gruppo di ragazzi assonnati che, barcollando e arrancando, iniziava a radunarsi al centro della sala.
«Master Makarov arriverà presto, quindi deve tornare tutto come era prima!» gridò, suscitando diversi lamenti di dolore ed imprecazioni.
«Dov’è Laki? E’ l’unica che può aiutarci!» domandò, guardando il gruppetto con apprensione.
«Qualcuno mi ha chiamato?» trillò la fanciulla dai capelli lilla, spuntando da sotto il bancone, con l’elmo di Bixlow in testa.
«Ehm, si.» disse il mago, spiazzato.
«E’ stata una notte leggendaria!» esclamò Bixlow, sbucando a sua volta da sotto il bancone e cingendo la ragazza. «Fenomenale!»
 «Fenomenale! Fenomenale! Fenomenale!» ripeterono le bambole.
I due ragazzi risero sguaiatamente, sotto lo sguardo attonito di Macao.
«Oh, cielo…» lo sgomento gli fece dimenticare per qualche istante il problema principale, poi gridò ad entrambi di unirsi agli altri e darsi da fare.
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Note:
Spero che il capitolo (che non ho tagliato, perché mi sento troppo in colpa :( ) vi sia piaciuto. Ringrazio di cuore chiunque continui a seguirmi per l'immensa pazienza e ringrazio chi di recente ha deciso di mettere la storia tra le seguite e/o preferiti. Ci vediamo al prossimo capitolo!
Ciao! :)
  
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