Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: viktoris    11/08/2014    3 recensioni
Sono passati dodici anni dalla fine della guerra magica. Hermione, stanca di combattere e ferire, ha intrapreso la strada opposta: è diventata una famosa Guaritrice al San Mungo. La sua vita attiva e laboriosa è turbata solo dal peso della celebrità..e da quello della solitudine. L'amicizia, il lavoro, i libri sono belle cose, ma le basteranno per sempre? Un'emergenza sul lavoro darà una svolta nella sua esistenza, portando a galla ricordi, esperienze passate e mostrandole una nuova strada.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Malfoy si girò distrattamente la bacchetta tra le dita, nervoso. La domenica mattina dopo la festa si era alzato con un lieve mal di testa, ma nessun vuoto di memoria: il sorriso allegro della Granger splendeva nella sua testa, sereno e tentatore. Non avendo nessuna voglia di rimuginare sulle sensazioni che provava, si era semplicemente dedicato alla preparazione di una breve missione in un antico monastero gallese in rovina, che aveva svolto nei due giorni successivi. Ora, tornato a Londra illeso, dopo aver portato alla Gringott l'artefatto magico recuperato in missione si era ritrovato a passeggiare nei dintori di Purge&Dowse Ltd. Non aveva idea di che ore fossero, nè era intenzionato a stare lì per molto tempo, o almeno così si ripeteva in testa mentre camminava senza meta con fare noncurante, cercando di convincersi di essere lì per puro caso a sgranchire le gambe. Solo gli occhi chiari che dardeggiavano continuamente verso la vecchia vetrina polverosa tradivano i suoi reali intenti.
Certo, aveva chiesto alla Granger di uscire, e lei aveva accettato in modo carino, ma poteva essersene pentita. Dopotutto aveva bevuto un po', era su di giri, frustrata dal comportamento degli altri invitati. Probabilmente una volta tornata nella tranquillità di casa propria la sua ragione d'acciaio le aveva fatto notare che si era comportata in modo stupido e avventato. Ecco, il pensiero della ragione della Granger che le faceva una ramanzina e le ricordava cosa era giusto e cosa no lo bloccava. Perciò si limitava a percorrere quei pochi metri di marciapiede avanti e indietro, sperando intimamente in una specie di colpo di fort... "Ehi! Ehi, Granger!" chiamò di scatto, vedendo il familiare cespuglio di capelli sbucare dalla vetrina. La donna si voltò, stupita, e lo salutò con un cenno compassato.
"Ciao, Malfoy. Hai bisogno di qualcosa? Non ti senti bene?" gli chiese, con un filo di malizia che non sapeva da dove le venisse. Sentiva che lui era lì per chiederle di uscire insieme, ma quella parte di lei così poco allenata e addormentata da tanto tempo desiderava sentirglielo dire apertamente, sentirsi voluta.
"N-no." replicò lui, interdetto. Che lei non ricordasse bene la serata per via dell'alcol?
"No, volevo solo chiederti di uscire a bere qualcosa, se ti va, naturalmente." le lanciò un mezzo sorriso un po' imbarazzato, più adatto a un sedicenne che a un uomo di trent'anni, che comunque colpì nel segno: Hermione mollò all'istante la finta indifferenza di fronte a quell'espressione e gli sorrise di rimando.

"Ma certo che mi va, non ho mai niente da fare la sera se non esco con Ginny. C'è un locale babbano molto carino a dieci minuti da qui." buttò lì, per saggiare la reazione di Malfoy all'idea di un posto non magico.
La reazione fu senza dubbio positiva, visto che poco dopo sedevano rilassati a un tavolino di legno in una piccola birreria, con davanti due Guinness schiumose. L'uomo non sembrava minimamente a disagio, anzi era stato lui a scegliere il tavolo e consigliare cosa bere.
"Quindi con Weasley non è andata bene?" le stava chiedendo sorseggiando la birra. Hermione scosse la testa. "Ci siamo lasciati più di dieci anni fa, Ron tra poche settimane sposerà Camille Lagraine, una collega Auror. Ora è in Francia per conoscere bene la famiglia di lei, per questo non c'era alla festa l'altra sera. Tu, piuttosto? Niente donzelle Purosangue?" le sembrava scortese chiedergli direttamente del pettegolezzo riferitole da Michael.
"Pare che gli ex galeotti non facciano gola alle spocchiose e antiche famiglie magiche. Avevo un contratto con i Greengrass, ma lo hanno annullato mentre ero ad Azkaban." Hermione annuì. Niente di nuovo.
"E poi? Non ci credo che nessuna donna si è mai fatta avanti per te." Io mi farei avanti? Scacciò con un movimento del capo quel pensiero sciocco. Stavano solo bevendo una birra per non passare la serata soli a casa, che cosa le saltava in mente?
"Non sono molto quotato sul mercato matrimoniale magico, e non mi piace imporre la mia presenza con corteggiamenti che so non essere graditi. Ma..." si grattò il naso, di colpo imbarazzato. Hermione lo esortò a continuare, curiosa.
"Non ridere di me. C'è stata una ragazza, conosciuta cinque o sei anni fa. Siamo stati insieme parecchio tempo, facevamo sul serio. Quando le ho detto tutto -tutto- però non ha retto, ha deciso di lasciarmi. Era una Babbana di Brighton." aggiunse quasi sottovoce. Alla Guaritrice veniva davvero da ridere,nonostante la raccomandazione, non perchè Malfoy fosse stato innamorato di una Babbana (anche se c'era una certa ironia nella cosa), ma semplicemente perchè era dannatamente a disagio e buffo mentre ne parlava. Non in modo negativo, non come se la colpa del disagio fosse la ragazza non magica, anzi. Parlava come se la colpa di tutto fosse comunque sua, mortificato. "Si chiamava Susan. Lei non aveva idea di chi fossi, non aveva mai visto la mia faccia sui giornali con altri condannati, non sapeva nulla di Mangiamorte e Oscuro Signore, vedeva solo me. Ero davvero innamorato di lei. Dopo che le ho detto che ero un mago ha provato a gestire l'idea per un po', ma andava oltre le sue capacità e così è finita." scrollò le spalle, simulando indifferenza, ma in realtà il pensiero di quella relazione così dolce e naturale ancora lo amareggiava non poco.

"Mi dispiace molto." disse alla fine Hermione, sfiorandogli la mano. Perchè tutti i problemi riportavano alla fine proprio lì, al fatto di non poter mai essere accettati interamente per ciò che si è? Cambiò rapidamente argomento, e la serata trascorse limpida attraverso racconti emozionanti sui rispettivi lavori e studi. Lasciarono il locale con due birre in corpo a mezzanotte passata.

E così si sviluppò uno schema: ogni due o tre giorni Malfoy si presentava fuori dal San Mungo e la portava a bere qualcosa. Una volta erano anche stati al cinema (mai nella vita Hermione avrebbe potuto pensare che Malfoy sapesse cosa fosse un cinema, posto di cui lei aveva quasi scordato l'esistenza) e un'altra a passeggiare in un parco. Si limitavano a farsi compagnia, a volte non parlavano molto, altre non tacevano un istante. Continuavano a ignorare imperterriti gli strappi allo stomaco che sentivano, gli stupidi sorrisi che aleggiavano immotivatamente sui loro visi, ma non si poteva non notare che entrambi erano un po' più curati e ben vestiti ad ogni nuovo incontro. Hermione si ripeteva che desiderava solo fare buona impressione, come sempre, anche se perfino alle sue stesse orecchie la frase aveva poco senso, Malfoy si diceva che doveva riscattarsi dalla miserabile immagine di sè data quando stava male. Ignoravano i piccoli segnali, sapendo solo che erano soli, frustrati dal comportamento del mondo magico nei loro confronti, stanchi e annoiati, e passare qualche ora insieme li faceva invece sentire meglio. Era come se fossero amici.
"Sabato Ron si sposa." esordì Hermione una sera, mentre erano a bere qualcosa al solito locale Babbano.
"Congratulazioni."
"Già, sì. Ecco. Mi chiedevo..." portò il boccale di birra alle labbra per guadagnare tempo. Era un'idea che le ronzava in testa da qualche giorno, ma che non riusciva a chiarire nemmeno a sè stessa. "Ti va di accompagnarmi?" chiese infine. Malfoy stava per sorriderle, quando un dubbio gli oscurò il volto.
"Perchè me lo chiedi?" Hermione si torse le mani, all'improvviso molto nervosa.
"Perchè sarà un evento enorme, pieno di gente stupida che mi darebbe fastidio se fossi sola. Con te vicino invece non si avvicinerebbe nessuno." NO! Urlò una vocina nella tua testa. È perchè ti piace, ti piace stare con lui, ammettilo stupida, non insultarlo così...
"Cioè devo venire per fare lo spaventapasseri?" sbottò l'altro, trattenendo a stento il volume della voce. "Per tenerti lontano l'uomo nero con la mia presenza schifosa? Sicura che non rovinerò la tua splendida reputazione con la mia?"
"N-no, non volevo dire questo..." balbettò Hermione. Non voleva dire quello, non voleva, non voleva.
"Volevi dire esattamente quello che hai detto, Granger! Non mentire, sono solo questo per te? Un passatempo per non marcire da sola la sera, un mostro da compagnia da portare alle feste per spaventare gli altri? Credevo che tutto questo volesse dire qualcosa anche per te!"
Anche anche anche ha detto anche! Per lui voleva dire qualcosa allora. Ma ora lei aveva rovinato tutto con la sua sciocca bugia per non compromettersi.
"Sai che ti dico Granger, vacci da sola al matrimonio di Weasley! Ti sei solo approfittata di me e io sono stato così scemo da non accorgermene subito!" Malfoy sapeva di stare esagerando volutamente, non credeva davvero a tutto quello che le diceva, ma era veramente arrabbiato. Perchè anche la Granger, che sembrava credere in lui, alla fine non aveva visto altro che l'ex Mangiamorte odiato da tutti. Senza darle il tempo di replicare gettò dieci sterline sul bancone e uscì come un turbine dal locale, lasciandola sola a quel tavolo. Sola, ancora una volta, a riflettere su quanto anche le persone più intelligenti potessero diventare stupide in materia di sentimenti. 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: viktoris