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Autore: jharad17    12/09/2008    10 recensioni
Al primo anno, Harry è smistato a Serpeverde invece che a Grifondoro, e nessuno è più sorpreso del suo nuovo capocasa. Fanfiction in cui Severus è il mentore di Harry
Genere: Drammatico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: Traduzione, Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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better be slytherin cap.3

Quando l'ultimo dei Serpenti se ne fu andato dalla sala comune, lui si congedò. Non male, decise come entrò nei propri appartamenti e colò due dita di FireWhiskey da godersi insieme alla sua ultima lettera dal' Alleanza Europea dei Padroni di Pozioni.

Sarebbe andata perfettamente se solo non gli fosse stato appioppato il Moccioso Che Continuava a SorprenderLo.

Severus non fu sorpreso di sentir suonare il suo allarme di monitoraggio. Gemette, si rivoltò, cancellò l'incantesimo e si lanciò fuori dal letto, ancora solo sveglio a metà. La sua bocca era appiccicosa dal firewhiskey, e lui si protese nella luce brillante delle sue stanze mentre indossava il suo mantello. Ci erano volute due ore questa volta? Tre? Davvero, durante la prima notte, avrebbe dovuto proprio evitare di dormire, del tutto. Ogni anno era lo stesso; uno dei suoi monelli decideva di essere al di sopra delle regole e tentava di sfidare la sua pazienza e il suo "Dappertutto subito," non aderendo agli orari che lui aveva scrupolosamente escogitato.

L'unica domanda, ogni anno, era chi fosse pazzo abbastanza da affrontare la sua ira.

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Harry strisciò nel bagno con la sua borsa con le cose per lavarsi e prese un asciugamano dall'angolino proprio accanto alla porta. Doveva assolutamente farsi la doccia prima che tutti gli altri si svegliassero. Farlo era tentare il Fato, sapeva, ma non avrebbe potuto sopportare l'inevitabile risata e gli sguardi se i suoi compagni di dormitorio l'avessero visto nudo. E ancora peggio, non avrebbe potuto affrontare il pensiero di avere delle punizioni così presto nell'anno scolastico per non avere dei vestiti appropriati.

Era rimasto sveglio per la maggior parte della notte a pensare allo smistamento, e alle nuove regole che dovevano memorizzare, e a provare disperatamente a trovare un modo per evitare di prendersi una punizione per il resto della vita prima di poter fare qualcosa a riguardo dei suoi malandati, troppo larghi vestiti. Desiderò di aver avuto più tempo al negozio di Madam Malkin quando stava comprando il resto dei suoi vestiti di scuola -- il mantello, il mantello, i pantaloni, la cravatta ed erano tutti nuovi -- ma Hagrid stava facendo tardi, aveva detto, ed erano arrivati dalla sarta solo poco prima della chiusura del negozio. Fortunatamente, la proprietaria aveva solo loro come clienti, così erano stati in grado di prendere tutte le cose velocemente. Purtroppo, nessuno aveva pensato di menzionare le mutande.

Il professor Snape non era il tipo di persona che gli sarebbe piaciuto contraddire. Aveva intravisto gli sguardi che Snape gli aveva mandato durante la riunione prima,, e si chiedeva cosa aveva fatto per aver già fatto arrabbiare l'uomo con lui. Era probabilmente solo per il fatto che Harry era stato smistato nella sua casa; nessuno ne era stato felice a cena. Harry non era sicuro di cosa avrebbe potuto fare per essere accettato qui, ma la prima cosa che doveva fare era essere presentabile. Non voleva essere un imbarazzo per i suoi compagni di Casa.

Dopo aver messo i vestiti di seconda mano di Dudley su una panca accanto alle docce, Harry aprì il rubinetto e fu immediatamente sorpreso di trovare l'acqua calda. Non troppo calda, ma piacevole per lo scopo di lavarsi. Era così abituato solo alle docce sotto l'acqua fredda che sembrava orribilmente stravagante, e lui si ripromise di lavarsi in fretta. Mise gli occhiali in un posto in cui sarebbe riuscito a prenderli facilmente dalla posizione della doccia, , ed entrò sotto il flusso dell'acqua. Era glorificante. Il calore dell'acqua placava i dolori dei lividi e dei muscoli tesi, come anche il quasi costante mal di testa  che era causato dagli occhiali che non andavano bene.

Si diede una veloce lavata con lo shampoo sui capelli disordinati che non poteva mai domare, non importa quanto provasse duramente, poi insaponò il suo scheletrico -nell'opinione dei Dursley- corpo, si risciacquò rapidamente e poi chiuse definitivamente l'acqua in meno di tre minuti. Stava per prendere il suo asciugamano quando qualcuno prese il suo braccio e lo trascinò, completamente nudo, fuori dalla doccia. Non aveva ancora addosso gli occhiali, ma avrebbe riconosciuto l'ondeggiante mantello del Capo di Serpeverde attraverso la nebbia fitta.

Oh, dei, no.

"Quanto sei deficiente, Potter?" ringhiò l'uomo. Era arruffato, probabilmente appena alzato, e i suoi capelli andavano in strane direzioni, quasi come i suoi. Ma Harry era troppo terrificato per fare qualcosa di più oltre a scuotere la testa. Come se non lo avesse notato, il Professor Snape andò avanti, "Potrebbe essere il tuo minuscolo cervello troppo insufficiente per seguire le più semplici delle istruzioni?"”

"N-no, signore," disse Harry. Allora lui deglutì la sua paura ed alzò un pochino il mento. Se doveva essere colpito, che fosse colpito. Poteva affrontarlo. Dudley e la sua gang non lo picchiavano praticamente ogni giorno? Ma lui non si sarebbe fatto piccolo per nessuno. "No, signore," disse ancora. "Non sono deficiente."


"Davvero?" disse lentamente il professore, ancora tenendo il suo braccio con una presa forte come una tenaglia. Dannazione, avrebbe lasciato un altro livido. "Allora come mai sei qui, quando dovresti essere ancora a letto?"

Cosa poteva dire? Non la verità, certamente. Avrebbe solo portato a più domande e all'arrabbiatura dei Dursley e probabilmente all'espulsione dalla scuola. Sapeva come questo funzionava. C'era stata un'infermiera una volte, alle elementari, che aveva chiesto un sacco di domande, e lui aveva anche risposto onestamente, su quanto mangiava, e quando, e quanto spesso era stato dal dottore, e allora qualcuno dai Servizi Sociali dei minori aveva visitato la casa dei Dursley e aveva chiesto -- di fronte a loro -- molte delle stesse domande. Bè, cosa avrebbe dovuto dire? Aveva mentito, ovviamente, e aveva sorriso e aveva detto che andava tutto alla grande, e l'infermiera lo aveva trattato come se fosse un mostro che cercava attenzione, dopo quell'avvenimento. A lui non piaceva ricordare qual era stata la reazione dello Zio.

Snape lo scosse tenendolo per il braccio e ringhiò, "Ti ho fatto una domanda, ragazzo!"

Nonostante la sua decisione di non farsi piccolo, non poté evitare di farsi indietro un pochino. "Sono spiacente, signore."

"Lo sarai di certo! Suppongo che tu senti di non dover rispondere ad una propria domanda, è così? E quelle regole sono per tutti gli altri ma non per i Potter? Ebbene, lascia che io ti dica una cosa, tu insopportabile moccioso, imparerai molto velocemente che quando Io do ordini, devono essere seguiti. E quando io decido che qualcosa è proibito, tu non lo devi fare!" Per la fine della sua ramanzina, aveva portato Harry molto vicino a sé ed alcuni sputi colpirono il viso e il busto nudo di Harry. Anche senza occhiali, Harry poteva vedere il disgusto e la rabbia chiaramente negli occhi dell'uomo.

"Sì, signore. Mi dispiace, signore. Seguirò gli orari."

"Certamente lo farai. E avrai una punizione stasera alle 19. Non. Fare. Tardi." Dando un'ultima strattonata al braccio di Harry, il professore scagliò Harry lontano da sé e camminò impettito fuori dal bagno in un ondulare di stoffa nera e minaccia.

 Harry prese il suo asciugamano e se lo lanciò addosso, poi si vestì, più velocemente possibile, scrollando il ricordo dell'incontro dalla sua mente. Le parole che il professore aveva urlato non erano peggio di cosa aveva sentito dai Dursley, dopotutto, e certamente le meritava.

Una volta che fu vestito, si trascinò fuori dalla sala comune di Serpeverde e fece un veloce -- o veloce quanto poteva -- viaggio a vedere Hedwig e a darle un ordinazione da portare a Gladrags, a Hogsmead. Fu felice del fatto che le direzioni per la guferia erano state parte delle informazioni che gli erano state date dal suo Prefetto, come anche una liste di negozi di vestiti che servivano la scuola.

Per l'ora in cui fece ritorno, gli altri studenti stavano appena iniziando a stirarsi, e ad andare lentamente alle docce, o alla sala comune. e Harry si occupò leggendo un capitolo dal suo libro di testo di Pozioni, volendo essere preparato quanto poteva quando avrebbe incontrato Snape in classe. Tirò fuori alcune pergamene, anche, e fece pratica prendendo appunti con la piuma d'oca e l'inchiostro. Era molto più bagnata della punta di una penna babbana, e dopo che ebbe macchiato il rotolo di pergamena così tanto che poteva appena leggere qualcosa, avrebbe venduto un centinaio di ciocorane per una penna. 

Mentre stava provando a raschiare l'eccesso di inchiostro, vide Malfoy scendere nella sala comune, affiancato da due larghi ragazzi che sembravano seguirlo dappertutto. Goyle e Crummm... no, Crabbe. Non era sicuro di sapere chi dei due fosse chi, però. Malfoy, d'altra parte. Non era difficile distinguerlo nella folla, con i suoi capelli bianchi-biondi e il suo permanente mezzo sorriso, come se sapesse che qualcuno ti avrebbe fatto uno scherzo, e per un certo prezzo, lui ti avrebbe detto quale sarebbe stato lo scherzo.

Harry lanciò loro un'occhiata come Malfoy girovagò e gli altri due arrivarono pesantemente ai divani e ci crollarono sopra, ma lui continuò con il suo lavoro. Malfoy non gli aveva detto niente a cena, ma era stato uno di quelli che lo avevano fissato.

"E' ridicolo, no?" disse il biondo, e coprì un piccolo sbadiglio con la mano. "Che dobbiamo alzarci così presto ogni giorno. Voglio dire, posso capire il primo giorno, con gli orari che devono essere consegnati e tutto. Ma nei fine settimana?"

Harry, non sicuro se Malfoy stesse parlando con uno dei suoi individui goffi, non disse nulla, anche se privatamente era d'accordo.

"Sei sordo, Potter?"

Assicurandosi di tenere la piuma lontana dalla pergamena, guardò in su per vedere Malfoy che ghignava verso di lui. "No. Non sapevo con chi tu stessi parlando."

Malfoy roteò gli occhi. "Come se io potessi fare conversazione con questi due, davvero."

Harry fece un mezzo sorriso. Anche Dudley si comportava così con i suoi seguaci. Non li fermava se loro davano pugni immorali su suo ordine, però. E Harry era orribilmente stanco di essere picchiato a scuola. Così scrollò le spalle. "Preferirei se ci fosse permesso riposare nei fine settimana. Non ha molto senso che ci svegliamo così presto. Io pensavo che la colazione non iniziasse fino alle 8."

"Esattamente." Malfoy si protese un pochino e allungò la sua mano. "Non penso che ci siamo conosciuti propriamente. Sono Malfoy. Draco Malfoy."

"Harry Potter," Harry disse e scosse la mano del ragazzo.

"Ho provato a trovarti sul treno--"
"Davvero?" chiese Harry. Aveva pensato di aver intercettato un lampo di capelli biondi alla fine del vagone, quando stava uscendo dal bagno una volta, ma Ron non aveva detto nulla a riguardo quando era tornato al loro scompartimento.

Malfoy gli lanciò una lunga occhiata. "Certamente. Sei piuttosto famoso in alcuni giri." Sorrise, con solo una traccia di altezzosità. "Volevo vedere cosa causasse tutto quello scalpore."

Harry rise. "Non c'è scalpore. Davvero. Io non sapevo nemmeno di essere un mago fino ad un mese fa."

Qualcosa nel viso di Malfoy si contorse. "Ma i tuoi genitori non sono babbani."

"No..." Hagrid gli aveva detto cos'erano i Babbani, e che alcuni ranghi nel mondo magico non apprezzavano quelli che non erano maghi, o nati da maghi. "Ma sono stato cresciuto da Babbani. Sai, dopo che i miei genitori sono morti."

Increspando il naso come se avesse annusato una cosa morta da una settimana o più, Malfoy si riappoggiò contro il divano "E'... orribile."

Bè, Malfoy non ne sapeva nemmeno la metà, ma Harry non glielo avrebbe detto. "A loro non piaceva la magia," offrì lo stesso. "Ma io ho continuato a farla comunque,
immagino."

"Ovviamente." Qualcosa nel tono di Malfoy suggerì che sarebbe stato impossibile che fosse accaduto diversamente.
----

La colazione fu una faccenda silenziosa per il tavolo di Serpeverde, dato che tutti gli studenti erano andati a letto tardi e allori si erano alzati presto, ma alcuni degli altri tavoli erano piuttosto chiassosi, particolarmente i Grifondoro, dove era stato smistato Ron Weasley. Harry era un po' triste a riguardo, ma sapeva che il ragazzo che aveva incontrato sul treno e che gli aveva detto della collezione di ciocorane era probabilmente più felice con la sua famiglia di quanto lui avrebbe mai potuto essere a Serpeverde.

Come doveva, Harry aspettò che tutti avessero i propri piatti pieni della colazione prima di prendere una fetta di toast, però lo lasciò quasi cadere sul vassoio quando Draco gli lanciò un brutto sguardo. Invece, lui mordicchio il bordi, proprio come il Professor Snape andò al loro tavolo con gli orari.

Harry tenne la testa bassa, le sue orecchie infiammate, al ricordo della scena del mattino in bagno, ma il Professor Snape non disse nulla a riguardo, non disse assolutamente niente, in effetti, gli lanciò solo uno sguardo cattivo quando lanciò il pezzo di pergamena a Harry.

Draco sbirciò sopra la sua spalla. "Abbiamo Trasfigurazione prima." Roteò gli occhi e mandò uno sguardo bieco al più rumoroso dei tavoli. "Poi Erbologia. Con i Grifondoro."

"Mi chiedo come possano sentire la loro CapoCasa, con tutto quel rumore," mormorò Harry.

Draco sbuffò con una risata. "Come dice mio padre, loro sono ruffiani ignoranti. Non possono evitarlo, davvero."

Harry increspò il naso, ma finì il suo toast e attese, come dicevano le nuove regole, che i suoi compagni finissero, e anche per qualunque annuncio, prima di andarsene con loro per la prima loro lezione. Nonostante lui si sentisse piuttosto nauseato perché sapeva di non conoscere alcuna magia e che sarebbe probabilmente rimasto indietro rispetto ai suoi compagni, fu ancora molto attento, mentre camminava vicino a Draco per arrivare alla loro prima lezione, per assicurarsi che nessuno dei suoi orribili vestiti uscisse da sotto la sua divisa. Era più difficile nascondere i suoi pantaloni, ma se faceva dei passi abbastanza cauti, la sua divisa non avrebbe svolazzato e avrebbe evitato che venissero visti. Questo sarebbe bastato, per il giorno.

La professoressa McGonagall sembrava dura ma giusta, e disse loro come prima cosa che il suo corso sarebbe stato circa il più difficile che avrebbero seguito a Hogwarts, e lei non avrebbe tollerato alcun disastro. Più tardi, a Erbologia, Harry ebbe la possibilità di dire "Ciao," a Ron per la prima volta dopo le barche che gli avevano fatto attraversare il lago, ma lasciandolo deluso, Ron gli lanciò uno sguardo disgustato e si voltò.

Vedendolo, Draco imprecò a voce bassa qualcosa riguardo a "traditori di sangue," che Harry non capì. Il resto del giorno andò abbastanza bene, e Harry era quasi abituato allo strano modo che le scale avevano di muoversi quando meno te lo aspettavi, e ai vari fantasmi che aleggiavano accanto a loro nei corridoi. Peeves era un'altro problema, ma dato che tutti sembravano equamente infastiditi dal poltergeist, quello andava bene, anche.
Mangiò a pranzo con "Teddy" Nott, come preferiva essere chiamato, mentre Draco sedette con un paio di ragazze del loro anno, che lui disse di aver conosciuto per anni e con cui voleva riallacciare i contatti. Teddy continuava a lanciare a Harry strani sguardi durante il pasto, e alla fine Harry disse, "Cosa c'è? Ho qualcosa sulla faccia?"
Le labbra di Teddy si piegarono nelle sembianze di un sorriso. "Eccetto per la tua cicatrice, no."

Harry si accigliò. Era ciò che restava della notte in cui i suoi genitori morirono, e preferiva non pensarci, ma Hagrid aveva detto che loro non erano morti in un incidente d'auto, invece erano stati uccisi da un mago di nome Voldemort. Ed era la cicatrice che lo aveva reso famoso. "E' solo una cicatrice," disse, e si appiattì i capelli per coprirla come meglio poteva. "Vorrei che le persone non la guardassero."

Con gli occhi che gli si spalancarono solo un pochino, Teddy annuì e si occupò con il pasto. Harry pensò che sembrava piuttosto... sospettoso, che fu un po' sconcertanti.

----

Dopo pranzo, ebbero più lezioni, e poi la cena, e allora Harry dovette andare all'ufficio del Professor Snape per la punizione. Bussò leggermente alla porta, il cuore in gola, ma determinato a non piangere, anche se avesse dovuto essere colpito con la canna, come Dudley diceva che facevano ai mostri nelle scuole come la sua.

"Entra."
Harry aprì la porta e guardò a bocca aperta le bottiglie e le fiale e i barattoli pieni di strane, malformate piante e molte parti di animali  che galleggiavano in liquidi di svariati colori. L'odore di disinfettante e qualcosa...  di terriccio sparso nell'aria.

"Chiudi la bocca, Potter, prima che un erba di doleshinkle ci faccia un nido." Il professore era curvato sulla sua scrivania, scrivendo rapidamente con un brillante inchiostro rosso  sul alcune pergamene, che doveva essere il compito di uno studente. Non aveva neanche alzato gli occhi! Mentre ancora non stava guardando Harry, indicò con un magro dito verso la porta che portava alla sua classe. "Troverai dei calderoni lì. Puliscili. Senza bacchetta. Vai ora."

Harry saltò per obbedire, e dopo essersi arrotolato le maniche della divisa, passò le seguenti due ore a strofinare calderoni. Era molto bravo a pulire, ma c'erano un paio di macchie che non potè proprio mandare via. Le strofinò per molto tempo, finché non gli fecero male le braccia, e le sue fita furono doloranti e piene di vesciche a forza di stringere lo strofinaccio. Gliene erano rimasti solo due, della dozzina che gli era stata assegnata, e ognuno di loro aveva un'ultima macchia inattaccabile su cui stava ancora lavorando, quando una voce dietro di lui lo fece saltare.

"Basta. Puoi andare."

Si girò per trovare Snape a solo un piede o due lontano da lui, e alzò lo sguardo fino alla faccia beffarda. "Ma, signore, non sono riuscito a--"
"Hai ancora problemi con le semplici istruzioni?" scattò il professore. "Posso darti un'altra punizione se è così."
"No, signore. Scusi, signore." Mise rapidamente via gli strumenti per pulire e si affrettò ad arrivare alla porta, non intercettando lo sguardo pensieroso di Snape gli lanciò.

Non ebbe tempo di fare molti compiti prima dell'orario del coprifuoco, ma iniziò una lettura per Trasfigurazione, in preparazione a un saggio che dovevano consegnare in due giorni. All'ora di andare a letto, ancora una volta, Harry non voleva spogliarsi di fronte ai suoi compagni di Casa, e così si arrampicò sul letto e chiuse le tende prima di indossare i suoi vestiti per la notte -- un enorme maglia di Dudley che era consumata abbastanza per essere più soffice della maggior parte degli altri suoi vestiti.

"Awww, il piccolo mezzo-sangue è timido?" venne una voce dalla stanza. Harry la riconobbe, nonostante il ragazzo non avesse mai parlato con lui. "Si nasconde dietro le sue tende così nessuno può vedere il suo brutto piccolo corpo mezzo-sangue?"

"Zitto, Zabini," disse un'altra, più fredda voce.

"E' il tuo ragazzo, Teddy?" Prese in giro Zabini.
"Ho detto stai zitto. E dico davvero," Teddy abbaiò. "Non sai di cosa stai parlando."

Con quello, Zabini lo lasciò stare, ma tutta la faccia di Harry stava bruciando, come strisciò fuori dalle tende e raggiunse il bagno per lavarsi i denti e usare il WC.

Avrebbe dovuto affrontarli prima o poi...  più prima che poi, si rese conto, dato che doveva fare la doccia con loro al mattino. Non poteva adirare di nuovo Snape, quello era certo. Quella notte, per la prima volta in molto tempo, sognò un uomo che somigliava a un serpente che rise nel mezzo di un flash di luce verde, e la sua cicatrice fece male ferocemente quando si svegliò al mattino.

TBC . . .

Dal prossimo capitolo l'autrice comincia ad alternare il POV di Harry con quello di Severus, mostrando come ognuno dei due vede lo stesso evento. Vi assicuro che il prossimo capitolo sarà bellissimo, ma ancora meglio sarà il 5° che io mi rileggo circa 20 volte alla settimana. Grazie delle recensioni! Jharad17 sarà felicissima!                                                                                                                    Vale Lovegood: Credo che dovrete aspettare prima che Severus attivi il cervello! Comunque, forse lo avrete già capito, ma Harry ha fatto la domanda sui gufi perché non aveva vestiti appropriati e Snape aveva detto che era una regola! Infatti presto il poverino si guadagnerà una bella punizione per la mancanza di pigiami adatti! Grazie mille per il commento!                                                               Piccola Vero: Credo che li chiamerò a volte Serpenti a volte Serpi, dato che lo traduco da Snakes. Grazie mille! Baci.
Zizela: Ciao!!!! Mi sei mancata! Riferirò i complimenti all'autrice. Grazie per aver recensito e spero di risentirti ancora. Kisses.
Kisa86: Grazie per avermi avvertito del problema, ma forse non ti sei accorta che ti ho inviato un e-mail. Rispondimi presto. Grazie per i complimenti. Bacioni.
parisienne: fai pure! Non ti negherei mai la lettura di una fanfiction così bella! Grazie per i complimenti, bacioni.
ragazzasilenziosa: Grazie della recensione! Comunque, forse lo avrete già capito, ma Harry ha fatto la domanda sui gufi perché non aveva vestiti appropriati e Snape aveva detto che era una regola! Infatti presto il poverino si guadagnerà una bella punizione per la mancanza di pigiami adatti! Commenta ancora!
Dogma: Grazie per i complimenti, ma ti ricordo che non l'ho scritta io. Io sono pikkola prongs e la traduco solo. Recensisci ancora, baci!
Lily Snape: Harry e Draco non diventeranno proprio amiconi, ci saranno alti e bassi,  ma non si odieranno. Grazie per la recensione! Bacioni.
clarissa parker: Tranquilla, non mi ero accorta della frase che avevo lasciato, perché per comodità copio il testo e traduco paragrafo per paragrafo cancellando un pezzo subito dopo averlo tradotto, ma a volte ne salto qualcuno. Grazie per il commento. Bacio.
piccola_puffola: Sono contenta che sarai una lettrice accanita, e spero che recensirai spessissimo! Riferirò i tuoi complimenti all'autrice.

Invito tutti quelli che leggono a recensire: renderete felicissima l'autrice che soffre di dolori cronici, e ci mette tanto impegno nella scrittura. 

Al prossimo capitolo,
Baci.

Madam Malkin: madama mcclan

Crabbe: Tiger

  
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