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Autore: bethrandall    12/08/2014    4 recensioni
Trama :I Geegenesgate, Creaporte, sono potenti quanto pericolosi , maghi capaci di viaggiare nello spazio-tempo incontrastati e portatori di sventura. Erya , città dei libri , deve fare i conti con tre di essi, tre maghe di infinito potere . A causa della loro comparsa è sparito l’unico artefatto capace di difendere la pace del loro mondo: Il Pantexterast, un libro che contiene tutte le storie di tutti i mondi.
Gli abitanti di Erya sono in pericolo e ora dovranno scampare a tale sfortuna mandando alla ricerca di questo libro sacro le persone più affidabili e forti del paese. Tali persone saranno coinvolte in tantissimi intrecci e quasi sempre le storie di ognuno vanno a combaciare con le storie di altri.
Storia nata da un fantasioso gruppo di Whatsapp , in cui gli iscritti ricoprono i ruoli di questa storia.
Buona lettura !!!
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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-Tanto non si scappa da Kinz !-
Uno scheletro tentò invano di risorgere dalla superficie bianca del Nulla. Merybeth lo cacciò con un piede , facendo volare il teschio oltre la nebbia fitta di quel posto maledetto. Doveva assicurarsi di chiudere i portali la prossima volta. Non voleva altri potenti maghi alle calcagna, soprattutto se quei maghi erano Mekinexac, capaci di far risorgere scheletri dal “Nulla”  e usare ogni tipo e forma di magia.
Li avevano trovati per caso , o per destino , qualsiasi cosa sia , in uno dei mercati della città di Helleland , centro di ogni commercio magico. E lì per sbaglio Merybeth aveva chiamato la maga più potente di tutti i tempi col suo nome maledettamente intero.
Kinzica.
E ora annaspavano nella nebbia del Nulla , nel vano tentativo di sfuggire alla Maledizione del nome.  Joker e Asdru , sue fedeli compagne cercavano di seminarli , ma quando ,dietro le spalle ti inseguono un invocatore di morti e una maga posseduta, che cerca di maledirti perché l’hai chiamata per nome , beh! Non era fra le situazioni  più piacevoli. Merybeth inciampò in una pozzanghera , cadendo sul morbido terriccio bianco del Nulla. Davanti a lei la collana fremeva per indicargli  la strada, ma quando cadi nel Nulla , non c’è niente che ti può salvare, solo se non hai molti assi nella manica, uno spago , una moneta da cinque centesimi e compagne abbastanza potenti.
- Sai di non potermi sfuggire, vero? -
Merybeth alzò lo sguardo mentre conficcava i cinque centesimi nel terriccio che pian piano li risucchiava.
- Mi spiace, a volte mamma e papà non sanno  che errore fanno a mettere nomi complicati ai figli –
- Poco astuto scherzare con me , non sarò clemente , e la mia fama deve essere arrivata fino a te , Geegenesgate. Quanto mi date fastidio! -
Kinzica alzò le mani  guantate verso Merybeth , le afferrò la casacca soffocandola e le parole magiche si insinuarono lente  , facendo fremere ogni fibra del corpo della Creaporte. Poi un coltello interrupe il momento decisivo. Kinzica lo afferrò al volo , ma gettò l’arma immediatamente a terra. Il suo guanto puzzava di bruciatura  e il Nulla risucchiò l’arma.
Nicco era imbavagliato, attorno alle sue mani violacee giravano ancora piccole ossa  , ma il suo potere era bloccato da qualcosa,meglio …  da Qualcuno.
Merybeth sfruttò quell’occasione per aprire un portale con la sua collana , un enorme porta si aprì sotto ai suoi piedi e indicò alle amiche la strada da prendere. Le sue compagne furono veloci. Scavalcarono i maghi  e si tuffarono dentro il passaggio. Ma ben presto i Mekinexac  le avrebbero raggiunte.
Alle maledizioni di Kinzica non si sfugge.

Frank era infangato dalla testa ai piedi. E per fortuna che quel giorno non doveva andare chissà dove , la sua vita da scudiero non era poi chissà che cosa ,e lì, ad Erya la sua figura poco importava. Si rimise in piedi con molta fatica.  Era un ragazzone semplice di diciotto anni , occhi scuri abbinati a capelli scuri e anche se era molto alto , il suo corpo robusto lo rendeva goffo , e alzarsi col peso del fango addosso era una maledizione. Con grosse manate si scrollava la terra dai vestiti, cercando di darsi un contegno di fronte ai cittadini.
Ben presto sarebbe diventato cavaliere. Non avrebbe avuto più paura degli sguardi divertiti dei paesani. Ma essendo povero e solo beh … diventare cavaliere sarebbe stato  solo il suo  unico orgoglio.
Afferrò la sua ascia e la assicurò dietro la schiena.  
Quel giorno il paese era molto movimentato. Grazie alla scomparsa dei Mekinexac  tutti gli abitanti potevano respirare tranquilli , senza avere terrore della presenza di Kinzica e Nicleyka.
Il paese volendo però rimaneva sempre tranquillo. I carri strisciavano le loro ruote sulle pietre ruvide dei camminamenti, e le botteghe sfornavano sempre merce nuova.
Ma qualcosa quel giorno non andava. Frank sentiva sulla pelle una sensazione di inquietudine , come se tutta la pace del paese potesse finire da un momento all’altro.
E certamente poteva finire. La situazione di calma e prosperità era dovuta alla presenza del Pantexerast, il libro di tutte le storie. La particolarità di questo libro era di contenere qualsiasi storia di qualsiasi mondo. E questo era il mezzo di comunicazione fra tutti i popoli , e le leggi di Erya erano fondate su di esso.
Dunque la pace si manteneva grazie alle culture pacifiche , rendendo Erya il posto più saggio e giusto. O così lo vedevano gli altri.
Il popolo non rasentava la fame , nè vi erano grosse presenze di malattie , ma la giustizia non era certo una peculiarità.
I soldi non erano mai abbastanza , e si arrivava sempre a pagare le tasse per il rotto della cuffia. Frank sicuramente ne sapeva qualcosa, mangiare radici commestibili da un mese e più garantivano un posto in cui dormire.
Frank camminava ai lati della strada facendo di tutto per non essere investito da una carrozza o carro , o finire addosso a un cavallo dei Sir.
I Sir, anche Cavalieri del Regno erano un'altra appendice malata di Erya. Severi nelle leggi , ma senza scrupoli, e per legge di Erya , Tu, popolano , non puoi inciampare sul cavallo di un Sir.
E quel giorno , lo scudiero maldestro non inciampò sul cavallo di un Sir. Ma direttamente investito dalla carrozza regale di un nobile.
Aveva deciso di attraversare per raggiungere il fabbro , ma una carrozza regale era sbucata da una via secondaria e preso di striscio.
Rifinire a terra a baciare il fango non era un aspettativa promettente, di certo Frank non desiderava ritornare a quel punto. Maledetta goffaggine e maledetta Kinzica , lei e la sua maledizione della malora.
Si rimise in ginocchio , sputacchiando il fango e questa volta sentì qualche risata sotto i baffi.
“Perfetto, l’orso goffo e rifinito faccia a terra, maledetti ricconi!Loro e le loro stupide carrozze sfarzose’’.
Gli capitava spesso di cadere , ma quel giorno due volte erano già troppe e poi davanti ai paesani, risultava ancora più goffo di come era, e ancora più pesante di quel che era. Una mano delicata si posò sulla sua spalla , sicuramente qualche bambino che voleva giocare o salire di sopra. “Piccole pesti , odio quando mi usano come parco giochi’’.
- Tutto bene? Ho visto che la mia carrozza l’aveva  presa , si sente bene, vuole che chiami qualcuno? -
- No grazie non ho bisogno di nessu … -
La bellezza non era il suo forte , delle ragazze non  amava le loro forme o la loro perfezione, ma  i loro sorrisi , i loro occhi , la loro dolcezza, tutte cose che non gli capitavano mai. Ma il mondo si era fermato. Frank lo sapeva. L ‘aria si era fossilizzata, il calore si espandeva per il corpo dallo stomaco fino al viso. La ragazza che aveva davanti superava i concetti di bellezza.
La Preoccupazione sul suo volto accentuava i suoi occhi castani, il modo ingenuo con cui si sistemava le ciocche ricce dietro l’orecchio , e le sue mani delicate , di un pallore nobile, puro.
I suoi occhi si soffermarono sul suo diadema diamantato e solo dopo si accorse di avere la principessa Sophya davanti.
- Mia Signora, mi scusi -
- E di cosa? Mi sono preoccupata, avevo detto al mio cocchiere di andare piano e queste sono le conseguenze -
Detto questo la principessa si avvicinò verso di lui così tanto che poté sentire il suo profumo delizioso , il suono della sua voce lo rilassava e il tocco delle sue mani delicate lo stordiva.
“E’ una principessa , sii civile’’ .
- Sicuro che vada bene? Sembra molto pallido.-
Frank avrebbe voluto dire che il suo malore era dovuto a un colpo di fulmine più che al colpo della carrozza , ma le sue labbra serrate non riuscirono che amalgamare una frase semplice.
- Sto … bene. -
La principessa sorrise – Meglio così !-
Frank per poco non morì, il suo sorriso gli prosciugò tutte le forze , costringendo la sua pesantezza a terra. Poi notò gli abiti sporchi di fango della ragazza. Tutto a causa sua .
- Mia Signora , i vostri abiti. -
La ragazza abbassò lo sguardo sulla gonna sporca. – Ti preoccupi dei miei abiti? Scherzi? Va tutto bene , ti aiuto ad alzarti -
- Si figuri , mia signora… -
- Insisto!- La principessa si issò e gli porse una mano. Frank accettò la sua proposta senza discutere e si fece risollevare con l’aiuto della nobile.
- Va meglio, ora!- la principessa si riaggiustò una ciocca dietro l’orecchio.
-Mia Signora , la regina non ha pazienza! – il cocchiere fece cenno con la testa verso il castello.
- Devo andare ora, mi spiace ancora. Spero che starete bene signor… -
-Frank ,mia signora. -
- Frank … Buona giornata -  detto questo la ragazza rientrò nella carrozza e lo congedò con un sorriso.
Frank stava per  svenire nuovamente ma una spada bloccò la sua caduta.
-Fai il cascamorto con le principesse ora? Ho un armatura da lucidare. E quella , non è merce per i mendicanti come te, scudiero.-
Frank represse il suo odio , ripensando al dolce sorriso della principessa. Allo stesso tempo una parte di lui concordava col Generale.
Essendo lo scudiero personale del capo dei Sir , era sottoposto a torture continue, Joseph era un bellissimo ragazzo, capelli rossi tendenti al castano ramato e occhi marroni , un  eccellente cavaliere , sempre disponibile , ma purtroppo dava filo da torcere a molti. Soprattutto a lui.
Frank sospirò e fece un inchino al suo cavaliere. – Come desidera generale!-
Joseph risalì sul suo cavallo bianco e rinfoderò la spada. – La trovi sempre al solito posto, e mi raccomando , mi serve entro pomeriggio. E non sporcarla coi tuoi vestiti , scudiero -
Con uno schiocco di redini ripartì inseguendo la carrozza della principessa. Frank si ritrovò a ripulire le sue vesti , vergognandosi degli ultimi episodi. Notò con la coda dell’occhio fermento in città , ma in quel momento la sua testa era altrove. Fra due occhi castani dolci e impossibili da rivedere.

Il Pantexterst era sparito. Ma come era possibile? Era una sua responsabilità , stava ore a guardarlo e poi era sparito. Sotto i suoi occhi. Un portale violaceo l’aveva risucchiato chissà dove , e lui non poteva far niente per recuperarlo. Jade, Julia , Mattia, Tsuna proteggevano altri testi , ma lui aveva il più grande compito. E aveva disonorato la sua intera generazione.
Stich è un libraio , e i librai di Erya non sono come tutti gli altri. Sono i più saggi combattenti mai esistiti , il loro sapere lo dimostrano anche a frasi di spade e archi. Essere librai a Erya significa avere onore , essere a pari con re e regine. Il loro sapere è oltre il tutto.
Stich era giovane , ma la sua carica lo portava ad essere il più anziano fra i librai. Custodiva il Pantexterast e dunque ne conosceva tutte le storie a memoria, perché un libraio diventa parte del libro una volta che danno il compito di custodirlo. Julia custodiva i vecchi saggi e i libri di profezie. Mattia i libri delle catastrofi. Tsuna i libri della creatività e dell’ingegno. Jade custodiva i testi di narrativa antichi, e molti altri librai di Erya proteggevano molti scritti.
Stich aveva già informato i suoi librai della grave scomparsa , toccava solo informare la regina del terribile accaduto.
Stava aspettando che i cavalieri si fermassero di chiacchierare , le loro armature argentee esposte al sole e il loro continuo muoversi li facevano saltare i nervi. Stich era pacato , amante del buon vestire e dei cani e se c’era qualcosa che non sopportava nel contesto di Erya era la presenza di quei soldati  in continuo movimento che lo distraevano parecchio dal trovare la concentrazione. Si passò una mano fra i capelli biondi e sbuffò. Odiava attendere quando era nervoso. Lo innervosiva maggiormente. E più veloce sarebbe stata la sua punizione , più in fretta sarebbe andato alla ricerca del Pantexterast. Un cavallo bianco giunse dalla folla , in sella svettava il generale nella sua armatura lucida. Joseph  scese da cavallo e raggiunse a passo di marcia il libraio.
- E’ vero quello che si dice in paese?-
-Già la notizia si è diffusa? -
Il generale si aggiustò il mantello. Cercando di assumere un espressione grave. – Dunque è vero?-
Il libraio non mosse ciglio –Seguitemi dentro , e tenete a bada le vostre mosche , non voglio che entrino nella Libreria. -
La libreria era enorme. Una volta entrati si desiderava non uscire più. Era un luogo umido e al chiuso , regnava implacabile l’odore di carta ed inchiostro, anche se il luogo era stracolmo di vegetazione. Gli scaffali illuminati a giorno erano ricoperti da tralci di vite , palme e molte altre piante rampicanti. Ma i libri erano intaccati. Spesso si intravedevano i librai chini sui loro “protetti’’ oltre le fessure della vegetazione, seduti in tavolini di rete e vimini, alcuni leggevano soltanto , altri contemplavano in silenzio le enormi pile di libri. Stich guardava il generale , esaminava sognante  tutto il luogo , Stich comprendeva quello che stava pensando , le armi non c’erano, i Librai preferivano il combattimento corpo a corpo , non esistevano particolari addestramenti, come nei cavalieri. Tutto ciò che c’era da sapere si trovava fra le pagine dei libri. Condusse il generale oltre un soppalco chiuso da una pesante tenda rossa. Al centro sorgeva un piedistallo consumato dalle fiamme.
-Qui si è aperto il portale , non so da cosa sia scaturito tutto questo , ma secondo le profezie di Julia , non è niente di buono, qualcosa in cambio di qualcosa , l’equilibrio della bilancia. Ci deve essere  un inspiegabile sparizione del Pantexterast. -
- Libraio , lei mi sta dicendo che qualcuno o cosa sia arrivato qui tramite portali , e che si sia preso il Pantexteras? Non crede che glielo abbiano rubato?-
-Qui dentro nessuno può rubare niente , i libri si dissolvono nel nulla quando è destino che scompaiano. -
Il generale si morse le labbra dal nervoso , ma Stich trattenne comunque un immagine calma. Anche se il suo cuore perdeva sempre più colpi , ripensando all’accaduto.
-Lei non capisce forse. Il libro sparito è tutto ciò che abbiamo per mantenere la pace nel mondo. Erya crollerà sotto le sue stesse macerie se le sue regole sono sparite. -
- E’ responsabilità  delle persone mantenere la pace, io più di tutti so cosa abbiamo perso. -
Il generale puntò lo sguardo sul libraio.
-E allora perché mantiene quella faccia da calmo , siamo nei guai fino al collo.-
- Non conviene dimostrarmi nervoso , Sir. Dobbiamo solo ritrovarlo.-
Joseph chiuse gli occhi,forse per non trascendere in un linguaggio scurrile visto che si trovava nel tempio delle parole.
il silenzio dei due fu interrotto da uno strascicare di passi. La tenda si spalancò mostrando la Libraia Julia , bendata e con un libro antichissimo fra le dita diafane.
- Coloro che non ci sono più da molto sono ritornate, i flagelli della città hanno ripreso il controllo su Erya , ma portano le cause della scomparsa del nostro libro sacro. -
Il generale si ricompose , ancora sorpreso della comparsa della ragazza. – Almeno Kinz è tornata, ma chi saranno … -
Stich prese parola prima di Julia. – Geegenesgate, le Creaporte.-
Julia annuì , Joseph guardò il piedistallo consumato dove poggiava il Libro.
-Come sai che non è andato distrutto?-
-Portami dalla regina. Sassa non pazienterà ancora per molto , Generale.-


Merybeth  comparve dentro una stalla, o almeno credeva fosse una stalla. Non puzzava come alcuni zoo , ma la paglia limacciosa sotto i vestiti si appiccicava e pungeva parecchio. Alzò di poco lo sguardo e inquadrò un ragazzo sui diciotto anni scioccato , mentre teneva in mano una luccicante armatura e una pezza piena di fango. Nemmeno il tempo di issarsi  si ritrovò le sue compagne di sopra. Joker e Asdru faticarono  a rimettersi in piedi e lo stesso fece Merybeth. Il ragazzo iniziò ad armeggiare con l’armatura per togliersela di sopra ,ma Joker , ancora stordita ,fece un incantesimo per immobilizzarlo.
-Posso almeno sapere chi siete? Prima di morire qui…-
Asdr per tutta risposta si strattonò i capelli e scomparì dentro un vortice rosa.
- Maledizione Asdr , ha fatto una domanda semplice! Perché ti sei nascosta fra i miei capelli?-
Merybeth frugò dentro il suo chignon prelevando una minuscola maghetta dai capelli lunghissimi e gli occhioni stracolmi di paura.
- Ho paura degli omaccioni grossi ! E ho fame , la corsa nel Nulla mi ha fatto salire l’appetito. -
-Non è ora di Pranzo , e lo stomaco non brontola solo a  te!-
- Comunque caro! Non ti interessa sapere chi siamo , ma dove possiamo nasconderci da una psicopatica !-
Joker giocherellava con la sua carta incantata fra le dita e puntò uno dei suoi sguardi severi dritti verso il ragazzo.
- Se parlate di Kinzica , beh non ci sono posti particolari per sopravvivere. Potete soltanto avere il permesso della Regina per non essere inseguiti , ma per caso … ha maledetto una di voi?-
- Me. Ma dimmi, come fai a chiamarla per nome senza che lei compaia?-
Il ragazzo fece spallucce – Non siete le prime a sbagliare ! Anche a  me è capitato!-
Merybeth si avvicinò al ragazzo. – E cosa , di preciso?-
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. – Storia lunga , ma ora se mi libererete prometto di trovarvi un posto, essendo uno degli scarti del paese conosco molti posti difficili da trovare!-
Joker si intromise fra Merybeth e il ragazzo , stringendo in pugno la carta.
- Cosa mi dice che possiamo fidarci di te?-
- Uno , siamo nella stessa barca, una maledizione di Kinzica è impossibile togliersela di sopra.
Due , da bravo Eryano so riconoscere un mio compaesano. E poi i favori vengono spesso ricambiati.-
Joker si tirò indietro. Mettendo una mano sulla spalla di Merybeth.
La Creaporte  fissò attentamente il ragazzo , come per cercare qualche traccia di menzogna,ma i suoi occhi erano limpidi. Il suo aiuto sincero.
- Bene , dunque , come facciamo a spostarci senza dare nell’occhio?-
Il ragazzo agitò le braccia segno che l’incantesimo stava per cedere.
- Benvenuti ad Erya, città dei Libri.-
-Questo lo sapevamo già , ed ora?-
Il ragazzo puntò lo sguardo su Asdru –Non avevi fame tu?-
-Vuoi che ti mangi?-
- No no , assolutamente , ma conosco un ottimo pasticcere e quando si visitano i posti , prima di ammirarne le particolarità , ci si concentra sul cibo-
L’incantesimo si ruppe totalmente e l’armatura scivolò per terra.
Il ragazzo tese una mano verso Merybeth – Mi chiamo Frank, e voi?-
- Merybeth , Joker e  Asdru. -
- Piacere, bene , seguitemi. Erya è grande, ma si distingue subito quando  gli stranieri vengono. -

Il paese era realmente enorme , ma in città vi era fermento e preoccupazione. Queste emozioni ronzavano nell’aria come scosse elettriche , Merybeth ne sentiva la tensione. La Bottega del pasticcere si fece sentire ancor prima dell’insegna rustica all’esterno. L’odore di pane , biscotti e pasta si infiltrava fra le narici , deliziando il corpo con quel dolcissimo profumo . Merybeth si passò la lingua fra le labbra, sentiva già il croccante del pane caldo in bocca. Fu Frank a pagare il tutto , non le lasciò avvicinare alla bottega, diceva che Kinzica avrebbe fiutato il loro potere ovunque e ovviamente non dovevano apparire esotiche  davanti ai cittadini. Soprattutto se avevano botteghe e desideravano soldi.
Merybeth aveva curiosato un po’ nella mente del loro nuovo accompagnatore, aveva trovato molte cose, sapeva qualche cosa sul suo passato , la voglia di diventare cavaliere, persino il volto di una ragazza , ma su Kinzica non aveva trovato quel che cercava, scorgeva spessi muri che la costringevano a retrocedere. Come se il ragazzo volesse nasconderlo anche a se stesso.
Essendo una Creaporte , Merybeth  poteva creare portali anche all’interno delle persone , ma questo significava trascendere nella magia nera, cosa che non desiderava visto che non portava mai  nulla di buono. Ma poteva leggere nel pensiero e capire che persona ti ritrovavi davanti.
Frank ritornò con molti pacchi, aveva il volto un po’ preoccupato, evidentemente per la spesa appena fatta, ma comunque cercò di non darlo a vedere. Joker intuì , e gli restituì i suoi soldi.
- Non dovevate, tranquille!-
- Rischi tantissimo , e poi a te mancano-
Il ragazzo arrossì , grande e grosso com’era sembrava innocuo sotto quel velo di rossore.
Asdru mangiava i suoi biscotti voracemente incurante se  riempiva di molliche il povero chignon della Creaporte.
Merybeth avverò il suo desiderio di pane.
Frank però sembrava inquieto , puntava spesso lo sguardo sulla folla accalcata verso un grande palazzo ricoperto di rampicanti.
- Ragazze, quella è la Libreria. Deve essere successo qualcosa di grave se tutto il paese è davanti alle sue porte. -
Merybeth si incuriosì dell’accaduto, quel posto non era una comune biblioteca, quel posto era pura Magia, un concentrato di potere immenso però sopito.
Joker al suo solito strinse la carta incantata, mentre Asdru continuava imperterrita a mangiare, indicò la folla , e con modo ingenuo e infantile strabuzzò gli occhi.
- Cosa può scomparire in una libreria? Libri no!-
- E fidati , se è quello che penso io , questo posto si distruggerà. -
Frank strinse lo sguardo , la sua espressione si incupì quando vide comparire sulle scale un cavallo bianco con in sella il suo cavaliere.
- Sarà meglio sbrigarsi, se quel zuccone mi vede mi fa ripulire la sua armatura per non so quante volte!-
Merybeth assaggiò un altro biscotto – Sei il suo scudiero?-
-Purtroppo sì!-
Il ragazzo girò verso una stradina e fece cenno alle ragazze di inseguirlo. Tra viottoli in penombra e cunicoli il ragazzo li portò in un quartiere abbandonato.
Le case avevano le finestre a pezzi ,al contrario di quelle decorate  verso il centro città , Merybeth notò  che mancavano le porte e che all’interno di ognuna di esse era buio pesto.
- Il quartiere malefico?-
- Questo posto dicono in molti che è magico , questa parte della città fu una tra le prime a essere costruita ma mai abitata, dicevano che la magia in questo posto attirasse molti spettri e creature.-
Joker si sistemò gli occhiali sul volto , e si passò una mano fra i capelli castani.
-Dunque ci hai portati  in pasto a loro?-
Il ragazzo scosse la testa-Tutto il contrario , qui il vostro potere si confonderà! E se siete venute tramite portali deduco che siete delle Geegenesgate, quindi il vostro potere e parecchio forte. Non avrete problemi.-
Frank continuò a fare strada e li condusse in una casa ancora più diroccata.
-Questa è la più forte di tutti , il suo potere spaventa persino gli spettri dicono. Credo sia perfetta per voi. -
Joker sorrise e Asdru guardava sognante la loro nuova casa.
Merybeth però non era tanto sicura, il loro potere era forte e dubitava che le dicerie dei paesani fossero vere, piuttosto erano superstizioni.
-Ti ringrazio! Ma come faremo a sdebitarci?-
Frank guardò in basso. –Non so ancora cosa posso chiedervi , ma per adesso voglio sapere se mi ripagherete!-
Joker sorrise. – Noi manteniamo le promesse. Quando vorrai ti basterà solo chiamare!-
Frank fu attratto da un rumore  proveniente dalla casa vicina.
- Credo che vi convenga entrare e di corsa , non credo che….-
Nemmeno completò la frase che zoccoli argentei racchiusero il grigio del vicolo maledetto.
-Scudiero, non metto le armature qui! E nemmeno gli stranieri. -

Kinzica  calpestò il fieno sporco. Quel luogo era saturo di potere, le Creaporte erano state evidentemente lì. Nicco cercava  fra i pezzi dell’armatura. Ma nulla, nessun trucco. Evidentemente si erano immerse nel caos della città. La strega avvertiva la scomparsa del Pantexterast, e sapeva che la colpa era solo loro. Aprire portali fra mondi e mondi era rischioso , e quasi sempre quelle maghe del teletrasporto portavano scompiglio.
Giustamente Erya doveva pagare , e il suo costo era parecchio salato.
- Dici che sono rimaste qui?-
- Le ho condotte io qui! Non possono teletrasportarsi. -
-Sì ma dici di aver perso le loro tracce!-
-Nicco, si sono nascoste , non abbiamo a che fare  con principianti, quelle sono maghe potentissime. -
Nicco  si asciugò il sudore dalla fronte.
-La prossima volta dimmi un totale di morti da resuscitare, sai che L’inferno ha debiti aperti con me !-
Kinzica strinse le mani a pugno.
-Credi che mi faccia piacere inseguire le persone per maledirle!-
Nicco sbuffò nervoso. – Non toccare questo discorso con me ! So che non è colpa tua al cento per cento. Il tuo nome però sì!-
Kinzica lo fulminò con lo sguardo.
-Piantala, prima che ti ci spedisca io all’Inferno!-
Nicco richiamò a sé piccole ossicina che volteggiavano intorno alle sue dita.
- Se ti fa piacere saperlo so come raggiungerle?- 
Kinzica sorrise malefica. – Ecco perché continui  a seguirmi!-
Nicco si aggiustò il mantello nero dietro le spalle. – Senza il mio aiuto saresti ancora bloccata nel Nulla. -
Nicco disintegrò la porta della stalla.
- Le ossa dicono … - molto teatralmente il mago avvicinò l’orecchio  ad esse e sorrise compiaciuto.
-Che posticino amichevole! Il vicolo dei morti. -
-Muoviamoci , prima che si spostino.-
Kinzica uscì a passo veloce fuori e si dissolse in un fumo denso  e nero. 

Joseph scese da cavallo e afferrò per il bavero della casacca il suo scudiero.
- Non puoi ancora fare l’eroe mi spiace! Torna a ripulire la mia armatura -
Frank gli rispose con uno sguardo colmo di rabbia , ma come sempre lo ignorò.
- Allora , ragazzine , uscite fuori prometto di non portarvi da nessuna parte.-
Nessuno ripose , e il generale fu costretto ad entrare dentro quella casa. Il buio e gli spettri non lo bloccavano ma sapeva delle leggende che riguardavano quel luogo e si ripromise di eclissarle in un angolo della sua mente.
Vide per prima una ragazzina dai capelli lunghissimi e tendenti sul biondo.
- Vedi non sono nemmeno armato, non preoccuparti, dove sono le tue ami… -
Gli occhi della ragazza si illuminarono di viola e a Joseph mancò il respiro , come se l’ossigeno non riuscisse ad entrare dentro ai suoi polmoni.  Il buio iniziò ad avvolgerlo e si maledisse per aver pensato anche per poco a quelle dicerie.
Poi l’aria si riversò  dentro i suoi polmoni. Alzò lo sguardo e notò altre due figure ai lati della ragazza dagli occhi viola.
- Dice il vero!-
-Portaci dalla regina !-
Joseph si alzò piano e mostrò un sorriso sghembo. – Sassa? Non vi consiglio , è peggio di chi vi insegue , lei e le sue maledette prigioni. -
Una ragazza bassina si avvicinò al cavaliere.
- Come fai a sapere che siamo inseguite?-
- Kinz ? Beh si capisce, lei si occupa di cose di cui io non posso prendermi la  responsabilità, è vero , entrambi portiamo ordine  in città ma … lei si occupa delle faccende … magiche. Per così dire!-
La ragazza continuò a fissarlo.
- Portaci dalla regina!-
- Perché dovre…-
Gli occhi della ragazza si illuminarono nuovamente ma questa volta di rosso, sentì il suo cuore affievolirsi quasi stesse smettendo di battere ,e poi riprendere con più foga come se avesse corso da troppo tempo.
- Asdru , Basta!-
Joseph ricadde a terra ansimante.
- Volete sfuggire a Kinz giusto? Avere il lasciapassare della regina , ho indovinato?-
La ragazza bassina annuì.
- D’accordo , per una volta mi sta bene che soffra per una perdita , quella strega! Seguitemi .-

Merybeth sapeva che poteva fidarsi . Leggere nella mente di quel ragazzo era facile , e più ancora anticipare le sue mosse. Il generale doveva essere molto perspicace per capire in quale tranello si stava inguaiando.
Asdru aveva svolto il suo dovere alla perfezione,  anche se rischiavano che i Mekinexac le rintracciassero .
La strada non era lunghissima volendo.
Si sarebbe già smaterializzata al palazzo , ma qualcosa bloccava la sua collana, non poteva spostarsi. E questo la preoccupò.  Sicuramente causa di Kinzica.
Joseph camminava in sella al suo cavallo bianco mentre accanto a lui lo scudiero Frank gli porgeva ogni tanto la sua borraccia d’acqua.
Il palazzo si erse in tutto il suo splendore. I marmi di diversi colori e sfumature balenavano al sole, gli splendidi giardini pensili straripavano da ogni balcone. Tutto quello che circondava il palazzo dava l’impressione di vita. Ma una vita fossile, bloccata. Più si avvicinavano al palazzo , più il silenzio riecheggiava fra i marmi. Lo scroscio dell’acqua delle fontane gemeva , i fiori e gli alberi danzavano cullati dal vento.
Erya era splendida. Ma solo quella, c’era un velo di falsità a cingere tutto, come un paesaggio splendido rinchiuso in una cornice macabra. Si rese conto solo dopo che entrò dentro il palazzo che quella era la causa della folla davanti alla Libreria. Merybeth cercò in tutti i modi di ricordare la storia di Erya , ma era come se quel posto gli risultasse nuovo. E la cosa non le piacque per niente.
Il generale legò il cavallo ad un traliccio di legno bianco, e si diresse spedito verso le scale che portavano sicuramente alla Sala del Trono.
Merybeth lo seguì e notò come ad ogni passo del generale i soldati semplici si inchinavano.
Dopo qualche minuto di corridoio scorse uno splendido tendaggio. Le tende si aprirono magicamente e la sala del trono fu visibile.
Enorme era un eufemismo.
Il trono era d’oro arricchito di decorazioni e scritte antiche. I marmi policromatici si estendevano come una pedana di scacchi e le venature formavano parole antiche, ma dal grande contenuto. 
tende e tappeti rossi nascondevano delle nicchie e un soppalco straripava di vegetazione .
Le pareti in fondo alla  stanza erano stracolmi di libri. La regina era seduta con aria seccata sul trono.
Ascoltava le parole di un ragazzo biondo accompagnato da un dalmata snello.
- Sassa, la questione è di vitale importanza.-
La regina si erse in tutto il suo splendore. I capelli vaporosi e scuri stretti da una corona elaborata, il viso contratto in un espressione nervosa, e gli occhi di un marrone cangiante rosso, guardava inferocita il povero ragazzo.
- Io qui sono la regina. La tua regina. Non sono Sassa, ma Regina Sassa.-
Il suo rimprovero tuonò in tutta la stanza. Merybeth capì che la ragazza che le stava davanti era abbastanza pericolosa.
Fu allora che ai suoi piedi comparvero due consiglieri  vestiti di rosso. Una ragazza dai capelli scuri e mossi e gli occhi grigi, e un ragazzo pressoché paffuto , portava un paio di occhiali e aveva lo sguardo sveglio.
Il generale si inchinò ai piedi della regina .- Vostra maestà! Porto cattive notizie- e con un gesto parecchio teatrale indicò le tre Creaporte.
La regina sorrise compiaciuta.
- Era da molto che Eigol non aveva ospiti.-
Merybeth strinse i pugni. Sapeva con cosa aveva a che fare ora.

(Questo è solo l’inizio di una lunga storia intrecciata !!! ringrazio tantissimo le persone che mi hanno sostenuto ! spero che un giorno questo non sia solo una piccola fiction , ma una vera storia finita e conosciuta, spero vi piaccia !! Beth.)











 
  
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