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Autore: La Dame Blanche    13/08/2014    4 recensioni
Allora, il titolo è da modificare, voglio prima vedere quante di voi ci arrivano leggendo il primo capitolo; seconda cosa, forse ci sarà un seguito, che sarà una vera Dramione.
E' una storia dal taglio un po' ironico, abbastanza breve; è già conclusa, quindi aggiornerò una volta a settimana. Spero che vi piaccia!!
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm a pottermaniac'
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Darcy!! Dobbiamo tutto a Darcy! La riabilitazione di Lydia, il matrimonio, la rispettabilità della famiglia! Come ha potuto cambiare così tanto, da anteporre la pietà all'onore?! Elizabeth e Hermione, erano talmente tanto in simbiosi nella testa di Hermione da non destreggiarsi più: l'una sapeva, eppure non riusciva a mettere a tacere i pensieri e i sentimenti dell'altra. Ormai Elizabeth era perdutamente ed inesorabilmente innamorata di Darcy, ed Hermione non riusciva più a distinguere Malfoy da Darcy; inoltre, le insinuazioni della zia la gettavano nella confusione del piacere per quei sospetti e l'ansia per l'effettiva incertezza della sua situazione.
Se esco viva da tutto questo, brevetterò questo incantesimo solo per vietarne l'utilizzo!, si disse disperata raggiungendo Lydia che stava partendo con suo marito. Il commiato del signor Bennet fu:
"E' proprio un bel tipo. Sorride, si inchina, ci fa la corte a tutti. Sono molto fiero di lui. Sfido perfino il signor Lucas a produrre un genero più decorativo".


                                                                                        ***


La signora Bennet non fece in tempo a lamentarsi della lontananza che le impediva di sfoggiare la figlia minore in tutto il vicinato, che si venne a sapere del ritorno del signor Bingley. Ginny non potè fare a meno di impallidire: Hermione ormai aveva rinunciato a cercare di metterle in testa che era solo l'idiozia di Bingley che aveva preso il sopravvento, e non Harry che aveva deciso di non amarla abbastanza.

"Bene, bene! E così il signor Bingley torna in campagna? Tanto meglio. Non che me ne importi. Per noi egli non è nulla, e non vorrei neppure rivederlo. Tuttavia, se ciò gli piace, venga pure a Netherfield. Vi ricordate che rimanemmo d'accordo, tempo fa, di non parlarne più. E così, è proprio sicuro che arriva?".

"Elizabeth, ho notato che mi guardavi. Sono rimasta confusa, sul momento, perchè sapevo che mi guardavano. Ma ti assicuro che questa notizia non mi dà nè gioia nè pena. Sono però contenta che venga solo, perché avremo meno occasioni per vederlo. Non che io abbia paura per me, ma temo le osservazioni della gente".

Merlino mi liberi da queste pazze!, ringhiò Hermione tra sè e sè trattenendosi dall'esorcizzare Ginny, che ormai non si ricordava neanche più di chiamarla Hermione. Per concludere in bellezza:

"Appena verrà il signor Bingley, caro, andrai a trovarlo", ricominciò la signora Bennet.
"No, no, mia cara, mi hai già obbligato a fargli visita l'anno scorso promettendomi che avrebbe sposato una delle mie figliole. Ma è finito tutto in fumo, e ora non voglio muovermi inutilmente; sa dove stiamo: se desidera la nostra compagnia, che venga a cercarla".

Ma la signora Bennet si consolò per questo sgarbo esprimendo la ferrea volontà di costringerlo ad accettare quell'invito a pranzo fatto ormai l'anno precedente. Il signor Bingley arrivò, e tramite il personale di servizio Molly Weasley riuscì a saperlo per prima; ma non fece in tempo a fare il calcolo dei giorni che avrebbe dovuto attendere prima di fargli visita, che comparve nel loro vialetto. Chiamò le figlie a raccolta attorno alla finestra, solo perchè Kitty scoprisse che arrivava insieme al signor Darcy, rendendo Hermione più agitata di Ginny: faceva sempre più fatica a tenere a bada le emozioni di Elizabeth, ormai innamorata di Darcy, fatica che, inoltre, era del tutto inutile, dato che sapeva come sarebbe andata a finire. Di questo passo finirò per innamorarmi di Malfoy, si disse.
L' incontro fu penoso: Harry, che proprio non riusciva a fingersi indifferente a Ginny in maniera decente, subiva imbarazzato l'importuna signora Weasley che pur di assicurarselo si rendeva più ridicola del solito; Malfoy, che col suo fare altero più che Darcy sembrava il vero Malfoy, non faceva altro che guardarsi intorno sprezzante; Ginny, che ormai era persa, cercava di ignorare Harry in maniera veramente pietosa, e arrossiva a ogni piè sospinto; Hermione non sapeva se mettersi a ridere o a piangere.
Nei giorni seguenti, la signora Weasley folleggiò per tutta la casa, pronta a ordinare il corredo per Jane dopo una sola breve visita; Ginny continuava a dire di essere perfettamente tranquilla, ed Elizabeth intralciava sempre di più Hermione preoccupandosi per Jane e per se stessa.
Durante il famoso pranzo, Harry si comportò in maniera impeccabile, e Ginny tornò a sperare; Malfoy invece fu taciturno e distaccato, avvalorando l'ipotesi di Elizabeth che fosse lì solo per verificare l'effettivo attaccamento di Jane. Ma il vero problema era Hermione: ormai non stava più recitando, seguiva il crescere dei sentimenti di Elizabeth in manira istintiva, naturale, e fu con un impulso profondamente spontaneo che cercò di attaccare bottone con Malfoy, mortificandosi quando la conversazione languì quasi subito.
Harry tornò qualche giorno dopo, solo, ormai allo stremo della pazienza ma anche insicuro, in piena modalità Bingley, dei sentimenti di Jane, e poi tornò ancora, e ogni volta la signora Bennet macchinò per cercare di lasciarli soli; i suoi sogni si realizzarono alla quarta visita, quando Elizabeth li scoprì vicini in salotto. Ginny la guardò trionfante, mentre Harry corse dal signor Bennet, borbottando a Hermione a mezza bocca:
"Chissà che sia finita..".

Hermione non fece in tempo a dire "Te l'avevo detto" a Ginny, che scappò ad avvisare la signora Bennet. Harry tornò in salotto:
"Sai Hermione, questa storia è stata un vero delirio, e sono proprio contento che sia finita, ma mi ha anche fatto vedere più chiaramente alcune cose.. Non posso stare senza Ginny neanche un giorno. Ci sposeremo finita Hogwarts; appena torniamo alla vita reale glielo chiederò".

"Harry!!! Dici davvero? Come sono contenta per te! E per Ginny! Oddio, allora considera vere tutte le congratulazioni che vi farò!!".

Ma tu guarda se anche io dovevo avere il colpo di scena.. rise tra sè Hermione.


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Una settimana dopo il fidanzamento, arrivò una carrozza sconosciuta. Hermione andò in panico: sapeva che era Bellatrix, e temeva le reazioni di Harry e Ginny, e il possibile "risveglio" dei signori Weasley; se fossero diventati coscienti di sè, sarebbe stato un disastro, e la storia si sarebbe di certo prolungata. Decisa a evitare problemi, Hermione mise a tacere il dubbioso stupore di Elizabeth e andò incontro a Lady Catherine de Bourgh.

"Non vi sarà certo difficile capire, signorina Bennet, il motivo del mio viaggio."

"Vi sbagliate davvero, signora. Non sono assolutamente riuscita a comprendere a che cosa debba l'onore della vostra visita."

"Miss Bennet," ribatté Sua Signoria in tono adirato, "dovreste sapere che con me non si scherza. Ma per quanto insincera vogliate mostrarvi voi, sappiate che io non vi imiterò. Il mio carattere è sempre andato famoso per la sua franchezza e sincerità, e non intendo certo smentirmi in una questione di così grande importanza. Due giorni or sono mi è giunta all'orecchio una notizia assai allarmante. Mi è stato riferito che non soltanto vostra sorella era sul punto di fare un vantaggiosissimo matrimonio ma che anche voi, Miss Elizabeth Bennet, con ogni probabilità vi sareste subito dopo unita in matrimonio con mio nipote, sì, mio nipote, Mr Darcy. Benché io sappia che si tratta di una scandalosa menzogna; benché non gli farei il torto di ritenere possibile una cosa simile, ho deciso immediatamente di venire qui, in modo da rendervi noti i miei sentimenti."

"Se lo avete ritenuto impossibile," rispose Elizabeth, arrossendo di stupore e di sdegno, "mi domando perché vi siate presa il disturbo di venire fin qui. E che cosa ha da proporre Vostra Signoria?"

"Insisto immediatamente perché questa notizia venga pubblicamente smentita."

"Il vostro viaggio a Longbourn, per vedere me e la mia famiglia," rispose freddamente Elizabeth, "sembrerà piuttosto una conferma; ammesso che una simile voce sia davvero esistita."

"Ammesso! Fingete forse di ignorarla? Non è stata messa apposta in circolazione dalla vostra famiglia? Non sapete che la notizia è già diffusa dappertutto?"

"Non l'ho mai sentito."

"E potete dichiarare altresì che è priva di fondamento?"

"Io non pretendo di possedere la franchezza di Vossignoria. Voi potete pormi delle domande a cui io preferisco non rispondere."

"Questo è inammissibile, Miss Bennet: insisto per avere soddisfazione. Vi ha forse egli, mio nipote, fatto una proposta di matrimonio?"

"Vossignoria lo ha dichiarato impossibile."

"E così dovrebbe essere: così dev'essere, finché egli con serva l'uso di ragione. Ma le vostre arti allettatrici possono avergli fatto dimenticare, in un momento di infatuazione, ciò che egli deve a se stesso e a tutta la sua famiglia. Può darsi che voi lo abbiate adescato."

"In tal caso, sarei la persona meno adatta a confessarlo."

"Miss Bennet, sapete chi sono io? Non sono abituata ad un linguaggio come il vostro. Sono quasi la parente più prossima ch'egli abbia al mondo, ed ho diritto di sapere ciò che lo riguarda più da vicino."

"Ma non ciò che riguarda da vicino me; e non sarà con questi modi che mi indurrete ad essere più esplicita."

"Cercate di capirmi. Questo matrimonio, a cui voi avete la presunzione di aspirare, non potrà mai aver luogo. Mai. Mr Darcy è fidanzato a mia figlia. Ed ora, che cosa avete da dire in proposito?"

"Semplicemente questo: che se è così, non avete motivo di temere ch'egli faccia proposte di matrimonio a me."

"Il loro fidanzamento è di un tipo particolare. Sono destinati l'uno all'altra fin dall'infanzia. È stato il più caro desiderio di sua madre e mio. Erano ancora in culla, e noi pensavamo a sposarli. Ed ora che il loro matrimonio potrebbe realizzare i voti di entrambe, verrà ad impedircelo una giovane donna di nascita inferiore, senza prestigio in società, e del tutto estranea alla famiglia? Non vi stanno a cuore i desideri dei suoi cari? Il suo tacito fidanzamento con Miss De Bourgh? Siete dunque sorda ad ogni senso di correttezza e di riguardo? Non mi avevate mai sentita dire che egli era destinato a sua cugina sin dalla nascita?"

"Sì, ma lo sapevo già da prima. Ma che importanza può avere per me? Se non ci sono altre obiezioni al mio matrimonio con vostro nipote, non sarà certo l'idea che sua madre e sua zia volessero sposarlo con Miss De Bourgh, a trattenermi. Voi e vostra sorella avete fatto tutto il possibile, progettando il matrimonio. Ma la sua realizzazione dipendeva da altri. E se Mr Darcy non è legato a sua cugina né da impegni d'onore né da una particolare attrazione, perché non dovrebbe fare un'altra scelta? E se quella scelta fossi proprio io, perché non dovrei accettarlo?"

"Perché l'onore, il decoro, la prudenza, e, perché no, l'interesse, ve lo proibiscono. Sì, Miss Bennet, anche l'interesse; non aspettatevi infatti di trovare benevolenza presso i suoi familiari ed amici, se agirete deliberatamente contro i desideri di tutti. Sarete criticata, umiliata, disprezzata da tutti coloro che lo circondano. La parentela con voi sarà motivo di vergogna; il vostro nome non sarà mai pronunziato da nessuno di noi."

"Sono grosse disgrazie," rispose Elizabeth. "Ma la moglie di Mr Darcy deve trarre dal proprio stato tali e tanti motivi di felicità da non avere, tutto sommato, motivo di lamentarsi."

"Cocciuta ragazza che non siete altro! Mi vergogno per voi! È questa la gratitudine per le attenzioni che ho avuto per voi la primavera scorsa? Non mi dovete dunque più nulla? Dovete capire, Miss Bennet, che sono venuta qui col fermo proposito di spuntarla, e non mi lascerò dissuadere. Non ho l'abitudine di piegarmi ai capricci altrui. Non sono avvezza a sopportare delusioni."

"Questo renderà più penosa l'attuale situazione di Vossignoria; ma non avrà alcun effetto su di me."

"Non voglio che mi si interrompa. Ascoltatemi in silenzio. Mia figlia e mio nipote sono fatti l'uno per l'altra. Discendono dallo stesso ramo materno, dalla stessa nobile schiatta; e, da parte di padre, da due famiglie rispettabili, antiche ed onorate, anche se non titolate. Le fortune di entrambi sono ingenti. Sono destinati l'uno all'altra dai pareri unanimi delle loro rispettive famiglie; e che cosa li dividerà? Le improvvise pretese di una giovane donna senza nobiltà, senza prestigio, senza mezzi. Si dovrà tollerare una cosa simile? Non sia mai. Se foste consapevole del vostro stesso bene, non desiderereste abbandonare l'ambiente in cui siete cresciuta."

"Sposando vostro nipote non penserei di lasciare il mio ambiente. Egli è un gentiluomo; io sono figlia di un gentiluomo; fin qui, siamo pari."

"Vero. Siete figlia di un gentiluomo. Ma chi era vostra madre? Chi sono i vostri zii e le vostre zie? Non crediate che sia all'oscuro della loro condizione."

"Quali che siano i miei parenti," disse Elizabeth, "se non sono un ostacolo per vostro nipote, non possono interessare voi."

"Ditemi, una volta per tutte, vi siete dunque fidanzata con lui?"

Elizabeth avrebbe preferito non rispondere a questa domanda, per non dare una soddisfazione a Lady Catherine; ma, dopo averci pensato un attimo, non poté fare a meno di dichiarare:

"No, non lo sono."

Lady Catherine sembrò soddisfatta.

"E mi promettete di non impegnarvi mai in tal senso?"

"Non ho intenzione di fare promesse del genere."

"Miss Bennet, sono sorpresa e scandalizzata. Mi aspettavo di trovarmi di fronte una ragazza più ragionevole. Ma non illudetevi che io rinunci ai miei propositi. Non me ne andròfinché non mi avrete dato l'assicurazione che vi chiedo."

"Potete star certa che non ve la darò mai . Non mi lascerò intimidire da un simile follia. Vossignoria vuole che Mr Darcy sposi sua figlia; ma forse che se io vi dessi la promessa che desiderate il loro matrimonio diventerebbe più probabile? Se egli avesse dell'affetto per me, forse che il mio rifiuto lo indurrebbe ad offrire la mano a sua cugina? Permettetemi di dirvi, Lady Catherine, che gli argomenti con cui avete sostenuto la vostra singolare richiesta, sono stati tanto futili quanto inopportuna è stata la richiesta stessa. Vi sbagliate completamente sul mio carattere, se credete che io possa cedere di fronte a simili ragioni. Quanto vostro nipote possa approvare questa ingerenza nei suoi affari, non lo so; ma sicuramente non avete diritto
ad impicciarvi dei miei. Perciò devo chiedervi di non importunarmi oltre con questa faccenda."

"Piano, piano, per favore. Non ho finito. Ho un'altra obiezione da aggiungere a tutte le altre. Non ignoro i particolari della vergognosa fuga di vostra sorella minore. So tutto: so che il suo matrimonio con quel giovane è stato rimediato a spese di vostro padre e di vostro zio. E una ragazza simile dovrebbe diventare la cognata di mio nipote? E il marito, figlio dell'amministratore di suo padre, suo cognato? Per carità! Che vi salta in testa? Le ombre di Pemberley dovranno essere profanate a questo modo?"

"Ora non avete più nulla da aggiungere," rispose Elizabeth indignata. "Mi avete offesa in tutti i modi possibili. Devo pregarvi di lasciarmi tornare a casa."

Così dicendo si alzò. Lady Catherine la imitò, e si incamminarono insieme. Sua Signoria era furibonda.

"Non avete considerazione, dunque, per l'onore ed il decoro di mio nipote! Ragazza insensibile ed egoista! Non pensate che il matrimonio con voi lo screditerebbe agli occhi di tutti?"

"Lady Catherine, non ho nulla da aggiungere. Conoscete i miei sentimenti."

"Siete dunque decisa a sposarlo?"

"Non ho detto nulla di simile. Sono soltanto decisa a fare ciò che, a mio parere, potrà rendermi felice, senza riguardo a voi o ad altre persone che, come voi, non hanno nulla a che fare con me."

"Va bene. Vi rifiutate di compiacermi, dunque. Vi rifiutate di ascoltare il richiamo del dovere, dell'onore della gratitudine. Siete decisa a rovinarlo nella stima di tutti i suoi cari, e ad esporlo alla pubblica derisione."

"Né dovere, né onore, né gratitudine hanno alcun richiamo su di me, in questo momento," rispose Elizabeth. "Nessuno di questi principi sarebbe violato dal mio matrimonio con Mr Darcy. Quanto al risentimento dei suoi familiari e all'indignazione pubblica, se fossero davvero provocati dal nostro matrimonio, non mi farebbero né caldo né freddo... E la gente avrebbe troppo buon senso per associarsi al disprezzo di pochi."

"È questa dunque la vostra opinione! Questa la vostra ultima decisione! Benissimo. Ora saprò come comportarmi. Non crediate, Miss Bennet, di vedere un giorno soddisfatte levostre ambizioni. Sono venuta per mettervi alla prova. Speravo di trovarvi ragionevole; ma state pur certa che otterrò il mio scopo."

Lady Catherine seguitò su questo tono finché non giunsero davanti allo sportello della carrozza; allora, volgendosi un attimo, soggiunse:

"Non mi accomiaterò da voi Miss Bennet: non manderò i miei omaggi a vostra madre. Non meritate tanto riguardo. Sono profondamente amareggiata."

Il turbamento di Elizabeth di fronte all'enormità del fatto che Lady Catherine de Bourgh si fosse sobbarcata un viaggio da Rosings all'unico scopo di rompere il suo inesistente fidanzamento con Darcy impedì a Hermione di aspettare serena l'arrivo di Malfoy; probabilmente, la voce era partita da Lucas Lodge e, tramite Charlotte e il signor Collings, era arrivata fino a Rosings; e la certezza la portò l'ennesima lettera di Percy, che il signor Bennet accolse e lesse con immenso divertimento:

"Lizzy, ti cercavo; ho ricevuto questa mattina una lettera che mi ha estremamente sorpreso: non sapevo di avere due figlie, e non una, in procinto di sposarsi. Ah, ma arrossisci! Si direbbe che tu sappia di che si tratti: le signorine hanno una grande perspicacia per questo genere di cose! Ma credo di poter sfidare perfino la tua sagacia, nell'indovinare l'ammirato mittente: la lettera è del signor Collins!"

"Del signor Collins! Che può avere da dire lui?", ribattè Hermione in perfetto tono sorpreso.

"Qualcosa di veramente a proposito, com'è naturale. Si rallegra per il matrimonio di Jane, di cui è stato sicuramente informato da quegli ottimi pettegoli dei Lucas. E poi dice: Permettete che alluda ad un medesimo evento del quale avemmo notizie dalla medesima fonte. Si dice che vostra figlia Elizabeth non porterà a lungo il nome di Miss Bennet, essendo stata scelta come compagna della sua vita da un uomo contro cui, nonostante l'allettante perfezione della sua situazione, mi sento in dovere di mettervi in guardia: ho ragione di credere che sua zia Lady Catherine de Bourgh non veda quest'unione di buon occhio... Ci pensi, Lizzy? Il signor Darcy! Avrebbero mai potuto, lui o i Lucas, trovare tra le nostre conoscenze un nome che avrebbe meglio smentito le loro supposizioni? Il signor Darcy, che probabilmente non ti ha mai guardata in vita sua, e per il quale nutri una spiccata antipatia? E' perfetta! ..Mi rallegro inoltre della felice conclusione della triste faccenda di Lydia, nonostante mi rammarichi che si sia risaputo della loro convivenza precedente il matrimonio, anche se non posso trattenermi dal dichiararmi più che stupito che abbiate ricevuto in casa la giovane coppia: è questo un vero incoraggiamento al vizio e, anche se in quanto cristiano è giusto che voi dobbiate perdonare, non dovreste permettere che nulla vi ricordi la loro esistenza. Questo è il suo concetto di perdono cristiano! Per quanto io detesti scrivere, non rinuncerei alla corrispondenza col signor Collins per tutto l'oro del mondo! Quando lo leggo, arrivo perfino a preferirlo a Wicham, per quanto io apprezzi nel loro giusto valore l'ipocrisia e l'impudenza di mio genero. E dimmi, Lizzy, Lady Catherine l'altro giorno è venuta a rifiutare il suo consenso?"

Hermione rise, sinceramente divertita dalla situazione, zittendo la mortificazione di Elizabeth dentro di sè.


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La trepidazione di Elizabeth raggiunse le stelle quando Harry il giorno seguente arrivò in compagnia di Malfoy; era sempre un trauma, vederlo biondo, senza occhiali, a conversare più che cordialmente con un Draco Malfoy moro, invece che con Ron come al solito.
Uscirono tutti insieme a Kitty, che andava dai Lucas; Harry e Ginny distanziarono Hermione e Malfoy, l'uno ridendo sotto i baffi sapendo ciò che sarebbe successo, l'altra vagamente preoccuapata.
Hermione era sulle spine: sentiva tutto l'imbarazzo, l'aspettativa, la tensione e il timore di Elziabeth, e a ciò si aggiungeva il suo imbarazzo, e il costante timore che Malfoy si svegliasse e iniziasse a dare di matto.

Camminavano affiancati, ognuno perso nei proprio pensieri; Elizabeth si fece coraggio e iniziò:
"Signor Darcy, mi sento molto egoista, e, pur di uscire io da uno stato d'animo angoscioso, non mi curo forse di far del male a voi. Non posso tardare ancora a ringraziarvi per la vostra incredibile bontà verso la mia sciagurata sorella".
"Sono desolato, più che desolato, che siate stata informata di ciò", iniziò lui, sorpreso e turbato, "ma se volete ringraziarmi, fatelo solo a nome vostro. Non posso negare che il desiderio di farvi cosa grata rafforzò il movente che mi guidava, ma la vostra famiglia non mi deve nulla: per quanto io possa rispettarla, credo di aver pensato solo a voi".
Hermione era nel pallone: la confusione di Elizabeth, il turbamento nello scoprire che lui nonostante tutto la amava ancora, l'imbarazzo e l'ansia per la situazione, e il proprio divertimento un pò scioccato nel sentirsi rivolgere da Malfoy certe parole, il timoroso turbamento di averlo così vicino..

"Siete troppo generosa per prendervi gioco di me. Se i vostri sentimenti sono quelli stessi di aprile, ditemelo subito. Il mio affetto e le mie intenzioni sono immutati, ma una vostra parola mi farà tacere per sempre".
 

Nel batticuore, Hermione alzò lo sguardo verso di lui, e vide Malfoy che la guardava come non aveva mai fatto.

E, nella disperazione della certezza che non erano i sentimenti di Elizabeth a spingerla, cercò la sua bocca.


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Sto baciando Malfoy! Sto baciando Malfoy! Sto baciando Malfoy! rimbombava nella testa di Hermione, che a occhi chiusi sentiva le dita sottili della sua mano sulla nuca.
A un certo punto però, sentì uno strappo all'ombelico: contemporaneamente, Hermione e Malfoy aprirono gli occhi.

Si stavano ancora guardando, quando Fred, seduto sul letto di Dean nella stessa identica posizione di prima, esclamò:

"Hermione! Avevo capito che dovevi fare un incantesimo per portarci tutti dentro ad una storia, non che volevi appellare i Serpeverde e baciare Malfoy!"
  
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